Commercio

MI
Trimestre
Quarto
Anno
2020

 

Sintesi

Dopo l'effimera ripresa congiunturale (ossia riferita al precedente trimestre) registrata nel terzo trimestre, il quarto del 2020 si è chiuso con una performance ampiamente negativa per il commercio al dettaglio milanese. Sul settore hanno continuato a gravare le rilevanti perdite pregresse accumulate in precedenza e maturate in un contesto di generale flessione dei consumi, evidenziabile sia a livello locale sia in ambito nazionale. Il 2020 si è concluso pertanto - in media d’anno - con una rilevante flessione del fatturato, la peggiore performance dell’ultimo decennio (-11,8%).

Se consideriamo il quadro di dettaglio trimestrale, la dinamica congiunturale registra una significativa flessione del fatturato rispetto al precedente trimestre (-4,9% destagionalizzato). Tale dinamica negativa si è riflessa in misura ancora più ampia sulla performance tendenziale: nei confronti del quarto trimestre dello scorso anno, il commercio milanese registra pertanto una nuova rilevante flessione (-12%), che si è palesata per oltre il 52% delle imprese, con un arretramento del fatturato superiore ai 5 punti percentuali rispetto allo scorso anno.

In riferimento alla scala dimensionale, le micro e le piccole imprese del commercio sono le tipologie che finora hanno sopportato il peso maggiore della prolungata fase di chiusura delle attività e dei continui stop and go, dettati dal contenimento della pandemia. In termini di fatturato, entrambe le classi hanno registrato nel quarto trimestre un’ulteriore rilevante flessione del fatturato (-15,9% e -7,2%). Tuttavia, dal precedente trimestre si è osservato un consolidamento della dinamica negativa e un passaggio di testimone alle imprese di classe media: il trend recessivo che ha colpito le imprese da 50 a 199 addetti si è ulteriormente rafforzato e si è palesato nel quarto trimestre 2020 con una flessione a due cifre del fatturato rispetto allo scorso anno (-18,7%), superiore per intensità a quella delle micro e piccole imprese. Il focus sulle imprese di maggiori dimensioni evidenzia peraltro che la fase recessiva non ha risparmiato nessuna dimensione di impresa: il calo del fatturato registrato dalle unità oltre i 200 addetti è infatti rilevante (-3,6%), tuttavia da questo quadro recessivo sono esclusi i segmenti di impresa afferenti ai canali distributivi di supermercati e ipermercati, dove le vendite dei prodotti di largo consumo nell’area metropolitana allargata a quella monzese sono ancora positive sia sotto il profilo del fatturato (+3%) sia dei volumi fisici venduti (+1,9%). Ulteriore conferma a tale trend deriva anche dall’analisi dei canali iper e super del Lodigiano, dove crescono in misura significativa sia la dimensione del fatturato (+9,8%) sia la movimentazione delle merci a magazzino (+8,1%).

Se analizziamo i comparti di attività, nell’area metropolitana milanese si conferma la fase di profonda e prolungata difficoltà che sta interessando le imprese del commercio non alimentare, tale dinamica riflette quanto registrato a livello nazionale dall’Istat e i fattori ai quali è ascrivibile: mutamento degli stili di consumo e contrazione della spesa dei consumatori. Restando in ambito locale, il fatturato del commercio non alimentare registra quindi una nuova pesante flessione rapportata al quarto trimestre dello scorso anno (-18,2%), amplificando ulteriormente il trend rilevato nei trimestri precedenti.

A tale quadro recessivo si contrappongono le perdite più limitate riscontrate nell’ambito dei comparti alimentare e despecializzato (-4,2% per entrambi).

Il quadro recessivo delineato trova un’ulteriore corrispondenza in chiave previsiva se consideriamo le stime delle imprese per il primo trimestre 2021. Il peggioramento complessivo delle aspettative delle imprese sia in relazione al fatturato sia nei confronti della domanda e dell’occupazione, è indicativo del sentiment delle imprese in relazione all’evoluzione della pandemia e delle ricadute negative per il settore già duramente provato nel corso del 2020.

Il commercio al dettaglio in Italia

Nel quarto trimestre 2020, la flessione congiunturale delle vendite del commercio al dettaglio – ossia riferita al trimestre precedente – si è riflessa in misura rilevante sulla dinamica tendenziale. Rispetto allo scorso anno, la dinamica del quarto trimestre 2020 rispecchia la fase di rilevante difficoltà che sta interessando il comparto non alimentare, al quale è ascrivibile la contrazione del fatturato del trimestre.

Con riferimento alla dinamica tendenziale complessiva, il quarto trimestre 2020 ha registrato un arretramento significativo del fatturato (-2,9%). Il quadro degli indicatori valutati conferma che tale contrazione è ascrivibile al proseguimento della dinamica negativa del settore non alimentare, la flessione registrata dal comparto nel trimestre (-8,2%) è da ricondurre in larga misura sia alla contrazione dei consumi sia al mutamento degli stili di vita rimodellati dall’emergenza Covid-19. In tale ambito merceologico, sia la grande distribuzione sia gli esercizi operanti su piccole superfici hanno registrato un’ulteriore pesante flessione del fatturato (-14,5% e -10,3% rispettivamente).

Sul fronte del commercio alimentare, il quarto trimestre 2020 si è chiuso con una progressione significativa delle vendite in valore (+4,7%). La dinamica è ascrivibile sia alla crescita della grande distribuzione (+5,8%) sia alle imprese operanti su piccole superfici (+4,1%).

La dinamica negativa che ha interessato il comparto non alimentare si è riflessa anche sulle forme distributive: si vedano le dinamiche negative in particolare degli esercizi di piccola dimensione (-7,1%) e in misura minore della grande distribuzione (-2,1%). Esse riflettono infatti la flessione a due cifre del fatturato che ha coinvolto entrambe le tipologie del settore non alimentare.

 

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