Import - Export

MI
MB
LO
Trimestre
Secondo
Anno
2020
Quadro nazionale

Nel secondo trimestre 2020 il lockdown ha colpito duramente l’interscambio estero del Paese sia in relazione alle importazioni che alle esportazioni. In particolare, la dinamica dell’export nazionale registra un netto crollo dei flussi: l’entità della flessione, oltre a essere di vaste proporzioni, coinvolge tutte le partizioni territoriali. Complessivamente mancano all’appello oltre 34 miliardi di export rispetto al secondo trimestre dello scorso anno. La dinamica trimestrale evidenzia che il peso specifico delle regioni del Nord-Ovest e del Nord-Est (che costituiscono la struttura portante dell’export nazionale) si è riverberato in misura considerevole sulla performance generale sia in valore assoluto che in termini relativi, trascinando anche le altre regioni con dinamiche recessive particolarmente accentuate per il Centro e le Isole.

Su base annua, il quadro nazionale registra un crollo esportativo (-27,8%) sul quale insistono in particolare le massicce flessioni rilevate nel Nord-Ovest (-29,3%) e nel Nord-Est (-25,4%), che in valore assoluto si sono tradotte in una perdita secca complessiva di oltre 23 miliardi di euro. Tale trend è presente inoltre anche nelle regioni centrali, in flessione per oltre 6 miliardi (-27,8%).

Nel Mezzogiorno il quadro territoriale mostra una rilevante accentuazione del trend recessivo nelle Isole (-43%) rispetto alle regioni continentali del Sud (-24,8%).

Se osserviamo il quadro consuntivo dei primi sei mesi del 2020, le perdite subite dall’export nazionale rispetto allo scorso anno sono pari a oltre 36 miliardi di euro (-15,3%), ascrivibili in misura determinante alle regioni settentrionali, in particolare al Nord-Ovest che ha registrato una flessione superiore alla variazione nazionale (-16,1%), corrispondente a oltre 14 miliardi e 700 milioni di euro, mentre le regioni dell’Italia Orientale hanno evidenziato una riduzione delle esportazioni di 11 miliardi (-14,3%).

Il trend recessivo si è riproposto anche nelle altre partizioni territoriali, le aree centrali hanno pertanto subìto una contrazione dell’export allineato all’andamento generale (-15,3%), mentre nelle regioni meridionali sono le Isole (-20,4%) a essere state maggiormente penalizzate rispetto alla regioni continentali del Sud (-13,4%).

In relazione alle importazioni nazionali, il blocco delle relazioni commerciali imposto dalla pandemia si è tradotto nel secondo trimestre 2020 in una flessione di circa 31 miliardi di euro (-28,4%), simile per intensità a quanto registrato per l’export, riflettendo una dinamica negativa diffusa all’intero territorio italiano.

Le piattaforme importative dell’Italia Settentrionale hanno palesato un trend di sostenuta decrescita che si è manifestato attraverso una rilevante flessione della domanda da parte del Nord-Ovest (-28%) e del Nord-Est (-26,9%) a cui si è aggiunta la consistente flessione dell’import del Mezzogiorno attraverso il dimezzamento delle importazioni verso le Isole (-55,5%) e la significativa contrazione delle regioni del Sud Italia (-29,5%).

Il consuntivo semestrale conferma la fase di rilevante difficoltà vissuta dal sistema importativo nazionale, evidenziata dalla contrazione di oltre 36 miliardi di euro rispetto allo scorso anno, determinata in misura massiccia dalle flessioni registrate dalle partizioni territoriali del Nord-Est (-18,4%) e del Nord-Ovest (-16,7%), mentre  più contenuta si è rivelata la riduzione delle importazioni delle regioni centrali (-9,3%).

In relazione alle regioni del Mezzogiorno, le Isole sono le ripartizioni territoriali che hanno subìto in misura più ampia il blocco commerciale internazionale (-25,4%) rispetto alle regioni del Sud Italia (-16,5%).

 

 

 
Sintesi dei territori

Il blocco delle relazioni commerciali imposto dalla pandemia si è riverberato in misura massiccia sull’interscambio estero dell’area vasta compresa nelle province di Milano, Lodi e Monza Brianza, impattando sia sull’andamento delle esportazioni che delle importazioni.

Il trend complessivo del secondo trimestre 2020 ha ricalcato quanto rilevato nelle altre partizioni territoriali, in particolare l’export ha subìto una flessione consistente dei flussi che in valore si sono ridotti di 4 miliardi di euro (-27,2%).

Sulla dinamica dell’export del secondo trimestre ha insistito in misura determinante il crollo registrato dall’area metropolitana milanese, che ha visto contrarre la sua penetrazione nei mercati esteri di circa 3 miliardi e 400 milioni di euro (-28,9%), e dalla provincia di Monza e Brianza (-24,1%) che ha subìto una flessione di circa 600 milioni del proprio export. Si è palesato invece relativamente più contenuto l’arretramento registrato dall’area di Lodi (-11,6%), pari a 95 milioni di euro.

Le performance ampiamente negative delle aree territoriali di Milano e Monza hanno contribuito a determinare la dinamica complessiva del primo semestre 2020 (-13,9%). Il consuntivo dei primi sei mesi del 2020 mette quindi in luce sia il ruolo centrale svolto da Milano (-14,5%) e dal territorio di Monza e Brianza (-13,3%) nel sistema esportativo territoriale sia la migliore tenuta dell’export della provincia di Lodi (-7,8%).

Tale trend si è riproposto anche nei confronti delle importazioni: nel secondo trimestre, il perimetro dell’area di Milano, Monza Brianza e Lodi ha evidenziato infatti una flessione di 4 miliardi e 600 milioni (-21,8%), che riflette in ampia misura la contrazione registrata dall’area metropolitana milanese, pari a oltre 4 miliardi di euro (-23,6%), mentre sono relativamente più contenute le riduzioni dell’import registrate da Monza Brianza (-15,8%) e da Lodi (-7%). Tale trend, considerato nella sua suddivisione territoriale, si è riflesso sull’andamento delle importazioni complessive dell’area allargata dei primi sei mesi del 2020 (-13,5%).

Passando agli andamenti settoriali dell’export dell’area vasta di Milano, Monza e Brianza e Lodi, i trend evidenziano una contrazione generalizzata e di rilevanti dimensioni: il blocco delle relazioni commerciali con l’estero non ha risparmiato nessun comparto.

Tra i settori più rilevanti e in sofferenza, si segnala la flessione di vaste proporzioni che ha colpito le esportazioni della filiera del tessile, abbigliamento, pelli e accessori: la vastità della contrazione è riscontrabile soprattutto nell’area milanese dove l’export si è quasi dimezzato (-45,2%), lasciando sul terreno 830 milioni di euro nel secondo trimestre 2020 e oltre un miliardo nei primi sei mesi.

La meccanica, anch’essa uno dei comparti più rilevanti dell’area, ha subìto un tracollo dell’export sia nell’area milanese (-30,3%) sia nelle province di Monza Brianza (-36%) e di Lodi (-22,1%).

Se consideriamo i flussi in valore, si riscontra una decrescita dell’export settoriale di 600 milioni di euro a Milano, di 150 milioni nel territorio brianzolo e di circa 17 milioni nella provincia di Lodi, con ripercussioni ampiamente negative sulle relative dinamiche semestrali che collocano le perdite dell’export, rispetto ai primi sei mesi dell’anno precedente, a oltre 800 milioni per Milano, a circa a 190 per Monza Brianza e a 35 per Lodi.

Nel medesimo solco si colloca la performance del comparto dei prodotti in metallo, legato strettamente al settore dei macchinari nella filiera metalmeccanica. Le perdite registrate dall’export sono ingenti e comuni a tutti i territori inclusi nel perimetro dell’area vasta.

Nel secondo trimestre 2020, la capacità esportativa del comparto è risultata particolarmente compromessa, raggiungendo dei picchi molto elevati nella provincia di Monza Brianza (-30,2%) e nell’area milanese (- 32,2%), mentre si è osservata una contrazione relativamente più circoscritta nell’area di Lodi (-23,5%), se parametrata alla flessione delle altre province.

Tale trend si è inevitabilmente riflesso sull’export dei prodotti in metallo del primo semestre 2020. L’area milanese subisce infatti un deficit esportativo di 360 milioni rispetto allo scorso anno (-22%) e in tal senso vanno lette le robuste contrazioni delle esportazioni rilevate nei territori di Monza Brianza (-15,5%) e di Lodi (-22,2%).

Un trend differenziato – in relazione alla scala territoriale – si nota invece per le esportazioni della farmaceutica, che registra una brusca battuta d’arresto nell’area milanese rispetto allo scorso anno (-18,4%), tale flessione ha eroso in parte la crescita ottenuta nei primi tre mesi del 2020. Il trend positivo si è inoltre affievolito anche nell’area di Monza (-1,2%), mentre ha mantenuto un andamento positivo nel Lodigiano, rafforzandone la performance nei mercati esteri (+8,1%).

Il bilancio semestrale dell’export farmaceutico evidenzia tuttavia ancora una crescita nell’area metropolitana milanese (+20,3%), incremento che porta in dote alla bilancia commerciale del territorio circa 570 milioni di euro. Un trend simile si riscontra anche per il territorio di Monza e Brianza, dove le esportazioni sono aumentate di 43 milioni di euro (+14,4%), e in provincia di Lodi, dove il settore pur avendo un’incidenza residuale, ha aumentato in misura significativa l’export (+45,4%) con un surplus esportativo di oltre 13 milioni rispetto al primo semestre 2019.

Tra quelli che sono considerati i settori anticiclici, si può osservare che le esportazioni del comparto dei prodotti alimentari, bevande e tabacco, mantiene un trend positivo solo nella provincia di Lodi, dove il settore è cresciuto sia in relazione all’export trimestrale (8,9%) sia nei confronti della dinamica del primo semestre 2020 (+7,3%), contribuendo con 240 milioni di euro alla bilancia commerciale del territorio nel semestre e generando un surplus esportativo di oltre 16 milioni.

Passando all’area metropolitana milanese, la capacità di penetrazione nei mercati esteri del medesimo comparto ha subìto un brusco ridimensionamento rispetto al secondo trimestre dello scorso anno (-6,5%), frenando la performance positiva del settore, in crescita nel precedente trimestre. Su scala semestrale, la contrazione registrata è inferiore di poco al punto percentuale, mentre si mantiene oltre i 700 milioni di euro se consideriamo il flusso esportativo. La performance peggiore si riscontra invece nel territorio di Monza Brianza, dove l’export di prodotti alimentari subisce un rilevante arretramento rispetto al secondo trimestre dello scorso anno (-13,2%), evidenziando una dinamica semestrale regressiva (-6%), con una perdita complessiva di circa 5 milioni di euro rispetto al 2019.

Il focus sulle direttrici geografiche dell’export dell’area vasta indica che la flessione esportativa, che ha trovato nel secondo trimestre 2020 il picco decrementale maggiore, ha colpito in maniera quasi uniforme i mercati, sia europei che extra europei, mantenendo tuttavia inalterata la struttura dell’export in relazione ai mercati geografici di destinazione. L’unica eccezione a tale chiave di analisi è rappresentata dalla provincia di Lodi, dove la proiezione dell’export è legata quasi totalmente ai mercati europei verso i quali è riuscita comunque a contenere in misura relativa le perdite conseguenti al blocco delle relazioni commerciali.

Se consideriamo l’area metropolitana milanese e la suddivisione tra i mercati di sbocco, si evidenzia che la flessione complessiva dell’export, pari a 3 miliardi e 300 milioni di euro nel secondo trimestre 2020, è stata determinata per oltre un miliardo e mezzo dalla contrazione dell’export diretto nel continente europeo (-25%) e da oltre 770 milioni di euro ciascuno per i mercati di America (-38,8%) e Asia (-27,7%).

L’input del secondo trimestre si è inevitabilmente riflesso sul consuntivo dell’export dei primi sei mesi del 2020, determinando una flessione di dimensioni rilevanti rispetto al primo semestre dello scorso anno (-14,5%).

Un trend simile, in relazione ai decrementi esportativi è riscontrabile anche per l’area di Monza Brianza, seppure con una scala esportativa differente. Il dettaglio dei mercati di destinazione registra una flessione di oltre 400 milioni verso le piazze europee (-25,6%), tuttavia sono i mercati delle Americhe, trainati dalla decrescita degli Stati Uniti (-33,4%), ad aver subìto il contraccolpo maggiore (-35,6%) rispetto alle destinazioni asiatiche dell’export (-11,2%).

Passando alla provincia di Lodi, il cui export è legato quasi totalmente al continente europeo, si è riscontrata – rispetto alle altre province dell’area vasta – una contrazione più limitata dei flussi esportativi diretti verso l’Europa (-12,5%) e una crescita verso le piazze di destinazione dell’Asia (+29%). Tale dinamica ha consentito alle esportazioni del territorio di contenere in misura relativa la flessione complessiva (-11,6%) e di bilanciare le contrazioni subite nei mercati extra europei, principalmente nelle Americhe (-26,2%) e in Africa (-38,8%).

 

 

Archivio

Filtro anno congiuntura
Filtro trimestre congiuntura
Filtro categoria congiuntura