Artigianato
L’artigianato manifatturiero dell’area vasta di Milano, Monza Brianza e Lodi nel primo trimestre 2021 ha continuato a evidenziare un trend complessivamente negativo se confrontato al trimestre precedente. I recuperi tendenziali dell’attività industriale – che sconta, in tutti i territori dell’area vasta, una performance annuale nel 2020 caratterizzata da perdite pesanti per produzione, fatturato e ordini – hanno coinvolto solo le aree di Monza Brianza e di Lodi, mentre per la città metropolitana milanese tutti gli indicatori evidenziano ancora una fase discendente.
Il segnale congiunturale, ossia riferito al precedente trimestre, registra quindi per il comparto artigiano una flessione della produzione industriale particolarmente intensa nell’area metropolitana di Milano (-4% destagionalizzato), mentre si è osservata una contrazione più lieve in provincia di Monza Brianza (-0,2% destagionalizzato). Tale trend contrasta invece con l’evoluzione positiva ottenuta dal settore nel Lodigiano, dove la produzione industriale ha registrato una discreta progressione rispetto al precedente trimestre (+1,9%).
Il quadro complessivo dei territori si confronta comunque con un comparto artigiano ancora in pesante difficoltà anche nel territorio della regione, dove la produzione industriale è in significativo arretramento su base trimestrale (-2,2% destagionalizzato).
Lo scenario congiunturale evidenzia tuttavia un deciso peggioramento se analizziamo gli andamenti del fatturato e degli ordini per i quali si è osservato un arretramento diffuso nelle diverse aree.
Relativamente al fatturato, la dinamica si è palesata in marcata flessione con un’intensità di scala differenziata nell’ambito dell’area vasta. In particolare, le vendite industriali dell’artigianato hanno registrato una contrazione più intensa in provincia di Milano (-3,2% destagionalizzato), mentre il saggio di decrescita ha evidenziato un ritmo meno intenso nelle aree di Monza Brianza e di Lodi (rispettivamente -1,8% e -1,3% destagionalizzato) e più prossimo alla dinamica regionale (-1,5% destagionalizzato).
Se consideriamo invece il portafoglio ordini, l’andamento complessivo, pur essendo pesantemente negativo, registra un sostanziale allineamento tra i territori con differenziali contenuti tra gli stessi.
L’analisi puntuale mostra pertanto una flessione delle commesse acquisite dai mercati più intensa su scala metropolitana (-3,1% destagionalizzato) rispetto a quanto registrato dalle province di Monza Brianza e di Lodi (rispettivamente -2,7% e -2,6% destagionalizzato).
Complessivamente considerata, la dinamica di decrescita degli ordini dell’area vasta si è palesata meno intensa rispetto a quanto rilevato in ambito regionale, dove il portafoglio ordini dell’artigianato manifatturiero ha espresso un arretramento più intenso (-5,1% destagionalizzato).
Passando alle dinamiche tendenziali, il quadro di dettaglio dei territori registra per l’area metropolitana milanese una flessione della produzione rispetto al primo trimestre dello scorso anno (-1,3%), tale andamento si colloca in controtendenza rispetto al percorso di recupero intrapreso dal settore a livello regionale, dove la produzione – dopo la flessione media annua di circa 12 punti nel 2020 – mostra un primo significativo aumento (+5,5%).
Sempre in ambito milanese, l’arretramento produttivo si è associato a una contrazione del fatturato (-0,5%) e a una rilevante dinamica negativa degli ordini (-0,9%), ponendosi anche in questo caso in controtendenza rispetto al contesto regionale, dove l’artigianato segna un rilevante recupero sia del fatturato (+6,8%) che del portafoglio ordini (+3%).
L’analisi della dinamica tendenziale evidenzia che il territorio di Monza e Brianza ha conseguito la migliore performance in termini complessivi, andamento che si discosta ampiamente dal contesto lombardo e dagli altri territori dell’area vasta.
Nei confronti del primo trimestre dello scorso anno, l’artigianato manifatturiero locale è riuscito a ottenere un’espansione dei volumi prodotti (+8%) superiore a quanto registrato in Lombardia.
Tale andamento si replica sia dal lato del fatturato (+8,7%) che degli ordini (+6,7%), inserendosi nel contesto regionale di primo recupero generale dell’attività manifatturiera e in particolare di entrambi gli indicatori (rispettivamente +6,8% e +3%).
In relazione alla provincia di Lodi, l’analisi della dinamica tendenziale per il primo trimestre 2021 registra una performance inferiore in confronto al contesto regionale (+2,5% e +5,5% rispettivamente).
In relazione al fatturato e agli ordini, la dinamica locale invece mette in luce un trend negativo: entrambi gli indicatori registrano infatti un arretramento significativo (-1,4% e -2,2% rispettivamente).
I dati dell'indagine congiunturale sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons
La situazione congiunturale anomala che si è determinata a seguito delle misure di lockdown, con fortissimi shock sia da domanda che da offerta, ha indotto Eurostat a raccomandare agli istituti di statistica nazionali di trattare l’ultima osservazione delle varie serie storiche come un “outlier”. Ciò ha comportato, da marzo, l’utilizzo di nuovi criteri di destagionalizzazione (l’elaborazione che consente di depurare il dato grezzo da effetti di calendario e stagionali). Tali criteri hanno avuto come effetto quello di traslare progressivamente solo sull’ultima osservazione disponibile tutto l’impatto, positivo o negativo.
L’identificazione dell’ultima rilevazione come “outlier” è stata decisa da Eurostat in via provvisoria, al fine di evitare meccaniche revisioni all’indietro delle serie storiche, come sarebbe successo utilizzando i vecchi parametri che suddividevano - anche se parzialmente - sui mesi precedenti l’impatto del nuovo dato, secondo le consuete metodologie statistiche di destagionalizzazione. Le conseguenze sarebbero state significative per molti indicatori, incluso il PIL.
Quando la situazione si normalizzerà, sarà pertanto necessario da parte di Eurostat rivedere di nuovo i parametri e ciò potrebbe determinare importanti revisioni dei dati, inclusi quelli dei trimestri appena trascorsi.
Sulla base di queste considerazioni, il criterio più agevole e ragionevole per interpretare l’attuale fase economica è quello di analizzare le variazioni tendenziali dei dati grezzi che non sono trattati statisticamente, ovvero le variazioni delle diverse variabili oggetto di indagine (produzione, fatturato e ordini), rapportate allo stesso periodo dell’anno precedente. Tale considerazione è valida soprattutto per i territori di piccole dimensioni, che sono soggetti a oscillazioni molto ampie delle variabili utilizzate per descrivere la dinamica manifatturiera e dove il campione oggetto di rilevazione tende ad autoselezionarsi più rapidamente rispetto ad altre aree territoriali.