Scenario

Trimestre
Terzo
Anno
2024

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Quadro internazionale

 

Le ultime previsioni del Fondo Monetario Internazionale (World Economic Outlook di ottobre 2024) indicano per il biennio 2024-2025 una crescita globale stabile a un ritmo pari al +3,2% per entrambi gli anni. Il processo di disinflazione a livello mondiale sta avanzando, sebbene l’inflazione dei prezzi nel comparto dei servizi rimanga elevata.

Le stime FMI indicano una diminuzione a livello globale del tasso di inflazione per il biennio di previsione: dal 5,8% del 2024 al 4,3% del 2025, con un percorso più rapido per le Economie Avanzate verso il target di sicurezza del 2%, (2,6% nel 2024 e 2% nel 2025), rispetto a quelle emergenti e in via di sviluppo (7,9% nel 2024 e 5,9% nel 2025).

Dopo il rallentamento della crescita sperimentata nel precedente anno, il Fondo Monetario Internazionale stima un aumento del PIL stabile per le Economie Avanzate, oscillante tra +1,7% e +1,8% nel biennio previsivo.

In questo quadro di apparente stabilità, il Fondo Monetario Internazionale ha apportato una revisione al rialzo delle previsioni di crescita per gli Stati Uniti per il 2024 (+2,8% contro +2,6% di luglio), mentre per il 2025 le stime indicano un rallentamento (+2,2%) a seguito del graduale contenimento della politica fiscale e al raffreddamento dei consumi e del mercato del lavoro.

Nell’Area Euro, la crescita stimata del PIL nel 2024 non supererà il punto percentuale (+0,8%), mentre si irrobustirà nel 2025 (+1,2%) supportata sia dai consumi che dagli investimenti.

Sull’economia dell’Eurozona continua quindi a pesare la persistente debolezza del settore manifatturiero di Germania e Italia.

La domanda interna italiana dovrebbe beneficiare del PNRR e la crescita prevista del PIL nel 2024 è in linea con le stime di luglio (+0,7%), ma inferiore alla media dell’Eurozona e al target dell’1% indicato dal Governo.

Sulla Germania pesano fattori strutturali, tra i quali l’eccessiva polarizzazione del valore aggiunto manifatturiero nel settore auto, che vale infatti un quinto del totale. La drammatica crisi del comparto sta quindi contribuendo a trascinare l’economia tedesca verso un quadro recessivo, come stimato recentemente da alcuni istituti di ricerca tedeschi e dallo stesso Governo.

Il Fondo Monetario Internazionale prevede quindi per la Germania una crescita zero per il 2024, con una ripresa dello 0,8% nel 2025.

Relativamente al Giappone, la crescita stimata per il 2024 è stata rivista al ribasso rispetto alle previsioni di luglio (+0,3% contro +0,6%), riflettendo le difficoltà dell’industria dell’auto e il venir meno dell’apporto del settore turistico.

Il Fondo Monetario Internazionale prevede tuttavia per il Giappone un’accelerazione della crescita a +1,1% nel 2025, sostenuta dai consumi privati e dall’aumento dei salari.

Analogamente alle Economie Avanzate, le prospettive per i mercati emergenti e in via di sviluppo sono stabili per i prossimi due anni: +4,2% in entrambi gli anni.

Tuttavia, le previsioni indicano una decelerazione della dinamica di crescita del PIL (da +5,3% nel 2024 al +5% nel 2025) tra le economie maggiori dei Paesi Emergenti: Cina e India.

In Cina, nonostante la persistente debolezza nel settore immobiliare e la bassa fiducia dei consumatori, si stima una riduzione contenuta della crescita nel biennio 2024-2025 (da +4,8% a +4,3%) grazie a un contributo delle esportazioni nette migliore del previsto.

In India, le prospettive convergono verso una moderazione della dinamica stimata in mezzo punto: da +7% nel 2024 a +6,5% per il 2025.

 

 
Economia italiana

Le previsioni per l’Italia per il 2024 tracciano uno scenario economico di riduzione della dinamica, il PIL stimato nell’anno oscilla al di sotto del punto percentuale, in un intervallo compreso tra +0,7% e +0,8%.

Il miglioramento, seppure parziale, è atteso nel 2025 quando la crescita potrebbe spingersi fino a +1,1% come indicato dall’OCSE sebbene le stime più recenti elaborate da FMI, Banca d’Italia e Ref, indichino nuovamente un saggio incrementale inferiore al punto percentuale. In particolare, secondo gli ultimi dati di Prometeia, si osserverà nel 2024  una stagnazione dei consumi (+0,1%) e una significativa riduzione degli investimenti (+2,6% contro +4,9% del 2023), ascrivibile alla componente legata ai macchinari e attrezzature per i processi produttivi (+0,9%), quale riflesso della caduta della produzione industriale (-3%) e delle importazioni (-3,5%).

Le previsioni per il 2025 evidenziano una ripresa dal lato dei consumi (+0,8%), ma un sensibile arretramento degli investimenti (-1,9%), determinato dalla flessione della componente legata alle costruzioni (-7,8%). Si stima invece una ripresa delle voci afferenti a macchinari e attrezzature produttive (+4%). In tal senso per il 2025, le previsioni convergono verso una ripresa dell’attività produttiva industriale (+0,9%) e dell’export (+1,8%). In relazione alla finanza pubblica, si prevede – in rapporto al PIL –  una riduzione del deficit (4,2% nel 2024 e 3,7% nel 2025) e una crescita dello stock del debito per il 2024-2025: dal 137,9% al 140,2% (134,2% nel 2023) per effetto delle politiche fiscali legate al Superbonus edilizio.

 

 

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