LA DINAMICA DEL COMMERCIO A MILANO

MI
Trimestre
Primo
Anno
2021
Indice del fatturato del commercio

Il primo trimestre 2021 si è chiuso per il commercio al dettaglio milanese con un’ulteriore frenata del volume d’affari. La flessione registrata ha collocato l’indice del fatturato a 73,8 (75,7 nel trimestre precedente), lontano quindi sia dal valore di parità fissato nell’anno base 2010 sia dal livello raggiunto prima della pandemia, essendo inferiore di circa 15 punti rispetto alla media del fatturato del 2019.

La dinamica si è espressa su base trimestrale attraverso una contrazione del fatturato per l’area milanese ampiamente superiore a quanto rilevato in Lombardia (rispettivamente -2,5% e -1,8% destagionalizzato).

Se consideriamo la dinamica tendenziale, il differenziale di performance rispetto allo scorso anno evidenzia una situazione ancora critica per il commercio: la flessione registrata nel primo trimestre (-6,9%) si colloca infatti in linea con il trend rilevato nel corso del 2020.

La persistenza del contesto recessivo è stata influenzata sul piano dimensionale dall’intensa caduta del fatturato che, dalle micro e piccole imprese, si è diffusa al segmento delle medie e grandi unità del commercio. Tale dinamica si è riflessa sul lato settoriale in misura quasi omogenea tra i differenti comparti di attività con una scala di escursione circoscritta tra i settori.

 

 
Classi dimensionali

La declinazione del commercio al dettaglio milanese attraverso le classi dimensionali mostra che il sentiero discendente del fatturato non accenna a diminuire d’intensità. Nel primo trimestre 2021 gli effetti della pandemia non si sono ancora esauriti, registrando un ulteriore rafforzamento in relazione all’estendersi dalle realtà d'impresa micro e piccola a quelle di media e grande dimensione.

L’andamento complessivo, e anche dimensionale, evidenzia un trend nettamente peggiore per l’area metropolitana milanese rispetto alla regione, dove per la maggior parte delle classi dimensionali – a eccezione delle imprese oltre i 200 addetti – si è osservato un contenuto arretramento del fatturato.

Il quadro di dettaglio degli indicatori del commercio milanese registra pertanto una rilevante flessione del volume d’affari delle imprese da 3 a 9 addetti (-6,2%), il confronto con la Lombardia certifica inoltre una situazione di maggiore sofferenza in ambito locale delle micro imprese del commercio rispetto alla medesima tipologia presente nel territorio lombardo (-2%).

Considerazioni analoghe emergono anche nei confronti delle piccole imprese e delle unità da 50 a 199 addetti, per le quali si osserva una caduta del fatturato di rilevanti dimensioni per il commercio milanese (-7,1% e -4,5% rispettivamente), mentre in ambito regionale si registra una contrazione limitata per la prima tipologia o addirittura nulla come nel caso delle medie imprese.

Per le imprese oltre i 200 addetti, si è osservata una pesante flessione del fatturato nell’area metropolitana (-11,2%), nettamente superiore all’andamento registrato nel territorio della regione (-4,3%).

 

 

Settori

Relativamente ai settori del commercio al dettaglio, in generale le dinamiche hanno palesato un ampio differenziale di performance tra area milanese e regione. In particolare, se analizziamo i comparti di attività rientranti nel perimetro del segmento non alimentare, l’andamento a livello metropolitano palesa una decisa flessione del fatturato (-6,6%), che si pone in netta controtendenza rispetto alla Lombardia, dove il comparto ha espresso un limitato aumento del volume d’affari (+0,8%).

Relativamente ai comparti rientranti nel novero del commercio alimentare, si è osservata un’intensificazione dei trend decrescenti rilevati in precedenza nei territori, soprattutto in Lombardia, dove il settore ha ampliato in misura considerevole le perdite rispetto allo scorso anno: le dinamiche tendenziali evidenziano pertanto dei significativi arretramenti sia nell’area milanese sia in ambito regionale (rispettivamente -5,7% e -4,8%).

Per quanto concerne il commercio despecializzato, il settore ha continuato a soffrire delle rilevanti flessioni del fatturato che si sono estese dal contesto metropolitano a quello lombardo, in precedenza risparmiato dal trend negativo. In ambito milanese si è pertanto osservata una nuova significativa flessione del fatturato (-7,5%), che si manifesta in misura cospicua anche in ambito regionale (-4,2%).

 

Previsioni per il secondo trimestre 2021

Il quadro previsivo delle imprese operanti nel commercio al dettaglio registra – per il secondo trimestre 2021 – un miglioramento dei saldi complessivi delle risposte (differenza tra ipotesi di aumento e di diminuzione) in particolare per il fatturato.

Il quadro di dettaglio delle aspettative per i successivi tre mesi segnala per il secondo trimestre 2021 un miglioramento più pronunciato per il fatturato e l’occupazione, rispetto agli ordini rivolti ai fornitori.

Con riferimento al fatturato, il quadro previsivo evidenzia – a confronto con i tre mesi precedenti – un dimezzamento della frazione d’imprese con stime di diminuzione del fatturato che ora rappresentano il 23,8% del totale, a fronte di un rafforzamento significativo della quota di operatori con aspettative di aumento pari al 29,9% (11,8% nella precedente rilevazione), il saldo complessivo che ne deriva (aumento – diminuzione) è quindi passato da un intorno negativo a uno positivo (6,1%).

Se consideriamo gli ordini rivolti ai fornitori, si osserva un miglioramento delle stime rispetto alla rilevazione precedente, tuttavia il saldo si mantiene, seppure di poco, in un ambito negativo (-1,4%), essendo prevalenti le ipotesi di ulteriore diminuzione per il prossimo trimestre (24,1%), rispetto agli operatori ottimisti (22,6%).

In relazione all’occupazione, le previsioni continuano a caratterizzarsi per un quadro di stabilità, tuttavia il saldo tra ottimisti e pessimisti calcolato sulle restanti frazioni dei rispondenti segnala un miglioramento (2,3%) rispetto alla rilevazione del precedente trimestre.

 

 
Largo consumo confezionato

Nel primo trimestre 2021, i canali di vendita super e iper della grande distribuzione hanno registrato su scala metropolitana milanese allargata alla provincia di Monza, una flessione del fatturato ottenuta dai prodotti del largo consumo confezionato e una caduta più intensa delle vendite fisiche operate a scaffale.

In relazione al sistema della grande distribuzione del Lodigiano si è invece osservata una progressione contenuta del fatturato, a consolidamento del trend registrato in precedenza, mentre sotto il profilo delle unità vendute, i punti vendita della grande distribuzione hanno registrato una brusca battuta d’arresto inserendosi nella dinamica negativa che ha caratterizzato il territorio milanese e monzese e in generale della Lombardia.

Passando all’analisi del quadro territoriale, il sistema distributivo della GDO di Milano e Monza, dopo la crescita su base annua registrata a fine 2020, nel primo trimestre 2021 la dinamica ha palesato un rilevante arretramento del fatturato (-2,6%) e un’intensa flessione delle vendite fisiche a magazzino (-6,2%).

Su un piano differente si colloca la dinamica della grande distribuzione di Lodi, dove nel trimestre si osserva una divergenza tra fatturato in contenuto aumento (+1%) e unità vendute in flessione (-2%).

I confronti territoriali tra la GDO locale e il sistema distributivo regionale e nazionale evidenziano che i canali distributivi iper e super di Milano e Monza, rispetto a quelli di Lodi, della Lombardia e in particolare dell’Italia, registrano una performance peggiore sia sul piano del fatturato che delle vendite fisiche operate a scaffale.

Il quadro di dettaglio dei territori mostra in prima battuta che l’intensa flessione delle unità vendute è un fenomeno che interessa in particolare il territorio della Lombardia (-3,3%) e con diverse intensità di scala le sue province – in particolare le aree incluse nel perimetro dell’area vasta di Milano, Monza e Lodi – mentre per la grande distribuzione nazionale la dinamica delle unità vendute ha palesato una contrazione molto contenuta (-0,1%).

 

Il dettaglio della GDO milanese e monzese per tipologia merceologica evidenzia che l’unica merceologia in crescita è il segmento delle bevande (+9,4%). Gli apporti più significativi alla flessione del fatturato sono invece ascrivibili ai prodotti del segmento “non food”, ossia ai reparti per la cura della persona (-12,8%) e della casa (-10,8%).

In relazione alle merceologie alimentari, il fatturato ha registrato un arretramento significativo per i prodotti della drogheria alimentare (-4,5%), mentre più limitati sono stati gli apporti negativi palesati dal fresco alimentare (-1,4%) e dai prodotti del freddo (-0,5%).

In relazione alle unità vendute, i prodotti del segmento “non food” – ossia cura della persona e della casa (rispettivamente -16,3% e -11%) – hanno contribuito in misura determinante a trainare al ribasso la dinamica dei magazzini di supermercati e ipermercati dell’area milanese e monzese.

Il quadro di dettaglio per tipologia di prodotto certifica inoltre una dinamica particolarmente negativa per la drogheria (-8%), a cui si sono associate le consistenti contrazioni registrate dai reparti del fresco alimentare (-4,8%) e delle bevande (-3%), mentre più contenuta si è palesata la dinamica per i prodotti del freddo (-1,7%).

Per quanto concerne la GDO della provincia di Lodi, l’aumento del fatturato è ascrivibile in primo luogo alla crescita a due cifre registrata dalle bevande (+10,6%) e dalle tipologie di prodotto rientranti nel perimetro del fresco alimentare (+5,1%) a cui si sono associati gli aumenti di fatturato più limitati, ottenuti dai prodotti della drogheria alimentare (+1,3%) e del freddo (+0,6%).

Anche per la grande distribuzione del Lodigiano, le flessioni più consistenti del fatturato si sono palesate nell’ambito dei reparti dei prodotti per la cura della persona e della casa (rispettivamente -14,6% e -9,8%). Tale andamento si è replicato anche dal lato dei volumi di vendita, infatti, analogamente a quanto registrato dal fatturato e in linea con quanto rilevato nella GDO dei territori di Milano e Monza, la flessione delle vendite fisiche a magazzino è da ascrivere ai reparti afferenti ai prodotti per la cura della persona e della casa (rispettivamente -15,8 e -9,8%). Arretramenti consistenti delle vendite fisiche operate a scaffale si sono inoltre palesati per i prodotti della drogheria alimentare e del freddo (rispettivamente -2,4% e -2,2%). Gli unici aumenti delle unità vendute che si sono manifestati hanno invece riguardato i prodotti del fresco alimentare (+0,9%) e delle bevande (+0,5%); tuttavia il limitato apporto di entrambi alla dinamica non è riuscito a incidere in misura sostanziale sull’andamento complessivo dei volumi di vendita della GDO lodigiana.

 

 

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