I numeri delle imprese

I dati mensili di dicembre
(Cessazioni al netto delle cancellazioni d'ufficio)

 

 
 
I dati trimestrali - 4° trim 2024
Cessate al netto delle cancellate d'ufficio

 

Il 2024 si chiude con un ultimo trimestre positivo per la nostra Camera di commercio: il bilancio della nati-mortalità presenta, infatti, un saldo in attivo di +2.447 nuove imprese, in rialzo rispetto allo stesso periodo del 2023 (quando era stato pari a +2.305 unità).

Scomponendo i dati dei tre territori, si può però osservare come questo risultato sia stato determinato esclusivamente dall’andamento della provincia di Milano, che ha registrato, infatti, un surplus tra iscrizioni e cancellazioni pari a +2.550 unità. Al contrario, sia Monza Brianza sia Lodi sono state interessate da una contrazione, che si è riflessa in saldi negativi, pari rispettivamente a -74 e -29 unità.

Nell’area aggregata, il dettaglio dei flussi demografici evidenzia 7.880 aperture di nuove attività economiche nel periodo, dato lievemente superiore a quello del 2023 (erano state 7.874; +0,1% la variazione). A livello territoriale, l’espansione delle iscritte ha interessato solo Milano, mentre la Brianza e il Lodigiano hanno subìto una loro diminuzione.

Relativamente alla mortalità, si deve notare una riduzione delle cancellazioni, che sono state complessivamente 5.433 contro le 5.569 del quarto trimestre del 2023 (-2,4%; -136 unità in termini assoluti). Il fenomeno ha coinvolto tutte e tre le circoscrizioni territoriali, ma in maniera più intensa il Milanese.

Il tasso di natalità delle imprese dell’area accorpata di MI-LO-MB risulta essere pari a 1,66%, in lieve deterioramento se confrontato con gli ultimi tre mesi del 2023 (era stato, infatti, dell’1,68%). Il tasso di mortalità è invece leggermente migliorato, passando dall’1,19% all’attuale 1,15%.

Il tasso di crescita, calcolato come differenza tra i due precedenti, è pari a +0,52% (contro +0,49% dell’anno precedente) e si conferma maggiore sia di quello lombardo (+0,19%) sia di quello nazionale (+0,05%). Decisivo il contributo di Milano (+0,66%), mentre troviamo, visti i saldi, in arretramento Monza Brianza (-0,10%) e Lodi (-0,18%).

Una rapida occhiata alla media dell’anno ci mostra dinamiche diverse sul fronte della natalità e della mortalità. Nel 2024, le nuove imprese aperte nel territorio della Camera di commercio sono state 31.549 mentre le chiusure 23.121, determinando un saldo di +8.428, che tuttavia, al contrario di ciò che abbiamo visto per l’ultimo trimestre dell’anno, si presenta in discesa su base tendenziale (era stato di +8.691 nel 2023). L’apporto maggiore è venuto ancora una volta da Milano (+7.995 il saldo), ma sono evidenti anche i contributi di Monza Brianza e di Lodi (nell’ordine +580 e +53), sebbene tutti in diminuzione.

Più nel dettaglio, possiamo osservare su base annua un rialzo delle iscrizioni (+3,3% nell’area accorpata), su cui hanno influito sia Milano (+3,6%) sia la Brianza (+2,8%); in controtendenza Lodi, che invece ha riportato un tenue decremento (-0,7%; -7 unità in termini assoluti). A ciò è corrisposto un parallelo, e più intenso, aumento delle cancellazioni: +5,9% su base tendenziale (+1.283 in valore assoluto), che ha interessato tutte le province, ma in maniera più marcata Milano e Lodi.  

Il tasso di crescita nell’area della Camera, pari a +1,78%, coerentemente con la diminuzione del saldo, è calato su base annua (era stato di +1,85%), ma è rimasto superiore sia a quello lombardo (+1,12%) sia a quello nazionale (+0,62%).

Passando ai dati di stock, al 31 dicembre 2024 negli archivi della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi si contano 391.435 imprese attive (di cui 313.859 afferenti a Milano, 63.764 a Monza Brianza e 13.812 a Lodi), calate dello 0,8% in un anno (diminuzione condizionata molto probabilmente da questioni di tipo amministrativo legate alle operazioni di pulizia del Registro delle Imprese, che hanno portato nel mese di novembre alla messa in scioglimento senza liquidazione di oltre 11mila società di capitali nelle tre province). Un ridimensionamento che accomuna tutti e tre i territori (Milano -0,7%; Monza Brianza -0,9%; Lodi -1,5%) ed è rilevabile anche a livello lombardo (-0,6%) e nazionale (-0,9%).

L’osservazione dei settori produttivi mostra in terreno positivo il terziario, che ricordiamo essere il primo per numerosità nell’area accorpata con 205.067 aziende (pari al 52,4% del totale). In un anno ha riportato una crescita dello 0,6%, piuttosto contenuta se si guarda al trend degli ultimi trimestri, quando le variazioni superavano i due punti percentuali. Su questo esito hanno inciso verosimilmente gli scioglimenti delle società di capitali di cui sopra. Nelle tre province possiamo, inoltre, vedere esiti differenziati, con Milano che va meglio (+0,7%), seguita dalla Brianza (+0,4%), mentre il Lodigiano arretra (-1,1%).

Il commercio, invece, è interessato da un brusco calo degli operatori (-3%), che accomuna tutti i territori, seppure più marcatamente Milano e Lodi. Il settore, che sta vivendo da tempo un processo di ristrutturazione, appare in difficoltà anche in Lombardia e in Italia (-2,7% entrambe).

Per quanto riguarda i settori industriali, va segnalata la tenuta delle imprese di costruzione (+0,9%), che però appaiono in rallentamento se paragonate a un anno fa (l’incremento nel 2023 era stato superiore al 2%). Si riconferma, invece, in pesante difficoltà la manifattura: -6,4% in un anno; prestazione riscontrabile in tutte e tre le province, ma che interessa con maggiore intensità Milano (-6,9%).

Venendo alle forme giuridiche, i dati mostrano, dopo molti anni, una flessione delle società di capitali; una tipologia che tuttavia nel corso dell’anno ha continuato a svilupparsi in maniera consistente, tanto che il calo qui riportato è minimo considerati gli scioglimenti d’ufficio di cui si è detto: -0,2% rispetto all’anno precedente. Inoltre, esse restano prevalenti nell’area aggregata: 174.405 unità, che rappresentano il 44,6% del totale. In ripresa le ditte individuali, altra fattispecie di peso all’interno del sistema produttivo locale con 160.412 unità (pari al 41% del totale); nell’anno, sono state interessate da un aumento dello 0,7%. Andamento condiviso, con intensità eterogenee, sia da Milano (+0,8%) sia da Monza Brianza (+0,4%), mentre è apparsa in sofferenza Lodi (-0,2%). Continua, anche in questo ultimo trimestre del 2024, la crisi delle società di persone (-4,7% nell’area accorpata), sempre meno interessanti agli occhi degli aspiranti imprenditori.

Relativamente alle altre popolazioni imprenditoriali che connotano lo scenario locale, le imprese artigiane (93.984 aziende attive nell’area di MI-LO-MB, pari al 24% del totale) hanno registrato un incremento dello 0,4%, terzo risultato utile consecutivo. Stessa variazione percentuale per le giovanili, categoria meno pervasiva nel tessuto produttivo: 31.274 unità, pari all’8% del totale. Lievemente migliore la performance delle femminili (72.357 unità nell’area accorpata, pari al 18,5% del totale), che crescono dello 0,6%, sebbene in peggioramento rispetto agli ultimi trimestri. Si confermano, invece, in ottima salute le straniere (67.607 unità nell’area accorpata; 17,3% del totale), che continuano a consolidarsi (+4,2%), fedeli a una tradizione che le vede mettere a segno sempre score superiori alla media del sistema.

Infine, a gennaio 2025 nell’area aggregata si contano 2.581 start up innovative, che rappresentano oltre un quinto del totale nazionale e il 78% di quello lombardo. Nell’anno si è assistito a una diminuzione del loro numero del 10,5% (-284 unità in valore assoluto), in linea con una tendenza in atto già da qualche tempo in tutte le area geografiche (nel complesso, in Italia mancano all’appello 1.239 start up rispetto a gennaio 2024). La maggior parte di queste imprese è localizzata nella provincia di Milano (2.429), che rimane stabilmente al primo posto nella classifica delle province italiane, seguita da Roma (1.261), Napoli (823) e Torino (488). I settori d’elezione rimangono i servizi (il 90% del totale), in particolare quelli più avanzati e tecnologici. Inoltre, il 18% di esse è una start up giovanile e il 12% femminile; il 98%, infine, ha la forma giuridica della società a responsabilità limitata.

 

 

 

 
 
 
 

 

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