Scenario
Secondo le proiezioni del Fondo Monetario Internazionale, riportate nel World Economic Outlook di luglio 2025, la crescita globale è stimata in lieve miglioramento per il biennio 2025-2026 rispetto alle previsioni elaborate in aprile.
Le stime indicano quindi una dinamica per il 2025 che posizionerà l’output globale a +3% (+2,8% aprile 2025), per risalire in misura moderata nel 2026, quando si assesterà a +3,1%.
Lo scenario internazionale resta quindi dominato dall’incertezza, a causa dell’introduzione da parte degli Stati Uniti di una politica dei dazi sulle importazioni, con accordi bilaterali che per ora hanno riguardato i rapporti tra Stati Uniti e Regno Unito, Giappone, Unione Europea, Corea del Sud – con dazi all’import al 15% – escludendo tuttavia finora accordi con Cina, Canada, India.
L'analisi per area geoeconomica mostra per le Economie Avanzate una crescita stimata a +1,5% nel 2025 e a +1,6% nel 2026, dinamica che rimane tuttavia inferiore all’aumento registrato dal PIL dell’area nel biennio 2023-2024 (+1,8%).
Le revisioni delle stime di crescita operate dal Fondo Monetario Internazionale relative alle Economie Avanzate hanno riguardato soprattutto gli Stati Uniti. Le previsioni per gli USA infatti sono state riviste al rialzo nel biennio di previsione 2025-2026.
In particolare il PIL statunitense per il 2025 è stimato in aumento a +1,9% (+1,8% aprile 2025), tuttavia è per il 2026 che le previsioni FMI hanno introdotto una significativa revisione: la crescita è stimata infatti a +2% (+1,7% nel rapporto di aprile).
Relativamente all’Eurozona, le previsioni per il 2025 sono orientate verso un assestamento (+1%) rinviando al 2026 una ripresa più intensa con una crescita stimata a +1,2%, invariata quindi rispetto a quanto elaborato in aprile.
Nei confronti del Giappone, le stime FMI indicano una dinamica di crescita che si posizionerà a +0,7% nel 2025, per poi rallentare nel 2026 a +0,5%.
Nei confronti delle Economie Emergenti, le previsioni elaborate dal Fondo Monetario Internazionale sono state riviste al rialzo in misura significativa per il 2025 e in misura più ridotta per il 2026.
Il PIL complessivo è infatti stimato in crescita a +4,1% (+3,7% aprile 2025) e anche per il 2026 le previsioni sono orientate verso un recupero della dinamica rispetto alle precedenti elaborazioni (+4% contro +3,9%).
Nell’ambito delle Economie Emergenti e in via di sviluppo, la revisione principale ha riguardato il PIL stimato per la Cina.
Nel 2025 le previsioni FMI indicano una crescita per la Cina superiore di 8 decimi di punto rispetto alle stime elaborate nell’outlook di aprile: si prevede infatti un aumento del PIL a +4,8%.
Tuttavia si stima un rallentamento della dinamica nel 2026, quando il saggio incrementale si fermerà a +4,2%, superiore comunque a quanto indicato in precedenza (+4%).
Per l’India – seconda economia per rilevanza delle Economie Emergenti asiatiche – la crescita si assesterà nel biennio 2025-206 (+6,4%) su ritmi di poco inferiori al 2024 (+6,5%).
Nei confronti dell’Italia, il secondo trimestre 2025 ha registrato, secondo le stime preliminari Istat, una contrazione trimestrale del PIL pari a -0,1% che segue all’aumento dello 0,3% del primo trimestre, dinamica che riflette le incertezze della situazione internazionale legate alle politiche tariffarie concretizzatesi a fine luglio con l’accordo UE-USA per i dazi al 15% sull’export europeo.
Le più recenti previsioni, sia nazionali sia internazionali, registrano per l’Italia una convergenza delle stime di crescita per il 2025: il PIL è previsto in aumento in un intervallo compreso tra il +0,5% del più cauto Fondo Monetario Internazionale, al +0,7% della Commissione Europea.
Sulla stessa linea gli altri organismi internazionali: +0,6% per OCSE, Banca d’Italia e Prometeia. Per quest’ultima – in particolare – il 2025 dovrebbe registrare una ripresa dei consumi a +0,7% (+0,4% nel 2024), e degli investimenti complessivi a +1,4% .
Il 2026 prevede un aumento del PIL, ma in misura moderata e inferiore comunque al punto percentuale, secondo le stime elaborate dal Fondo Monetario Internazionale (+0,8%), dalla Banca d’Italia (+0,8%), da Istat (+0,8%), Prometeia (+0,7%) e OCSE (+0,7%), mentre la dinamica risulterà migliore secondo la Commissione Europea (+0,9%).