Milano

Abbreviazione
MI
MI
MB
LO
Trimestre
Secondo
Anno
2021
Settori

Il quadro di dettaglio dell’interscambio estero della città metropolitana di Milano – declinato attraverso i settori – registra una diffusa crescita nel secondo trimestre 2021 sia dal lato dell’export che dell’import. In particolare, la ripresa della domanda globale e di quella interna hanno trainato le esportazioni e le importazioni dei rami manifatturieri, a eccezione della farmaceutica.

Considerando i settori portanti dell’export milanese, nel secondo trimestre 2021 si è registrato su base annua un recupero consistente della dinamica esportativa della filiera del tessile, abbigliamento, pelli e accessori: i flussi diretti verso i mercati esteri sono raddoppiati rispetto al secondo trimestre 2020, quando le esportazioni del comparto avevano raggiunto il punto di minimo. In valore assoluto l’export si è collocato oltre i 2 miliardi di euro (+100,7%), superando in valore il settore delle macchine e apparecchi, che si è fermato a 1,8 miliardi di euro (+33,1%).

Proseguendo nell’analisi dell’export, tra i comparti in crescita si è osservata una rilevante ripresa per i prodotti chimici (+20,2%), che con 1,5 miliardi di euro si colloca al terzo posto tra i rami manifatturieri più incidenti sull’export totale del secondo trimestre 2021.

La ripresa della domanda estera e della produzione si è inoltre riflessa sui comparti dei prodotti intermedi per l’attività industriale, in particolare nel secondo trimestre 2021 si è osservata una crescita consistente delle esportazioni dei prodotti in metallo (+40,5%), dei prodotti elettrici (+50,9%) ed elettronici e ottici (+56,1%).

In relazione alla farmaceutica, la dinamica del settore si è posta in controtendenza rispetto al trend complessivo delle esportazioni, registrando pertanto una consistente flessione in confronto allo scorso anno (-8%).

I segnali di ripresa delle esportazioni manifatturiere hanno inoltre evidenziato una rilevante accelerazione della dinamica sia per le industrie alimentari e delle bevande (+43,4%) sia per il settore della gomma-plastica (+37,2%) sia nei confronti dei mezzi di trasporto, dove il comparto ha più che raddoppiato l’export rispetto al punto di minimo toccato lo scorso anno (+110,3%).

Il bilancio delle esportazioni dei primi sei mesi del 2021 registra un’accelerazione diffusa tra i settori a eccezione della farmaceutica, che mostra una flessione a due cifre dei valori esportati.

La filiera del tessile, abbigliamento, pelli e accessori è tornata a crescere in misura significativa. L’export del settore ha raggiunto i 3,8 miliardi di euro (+40,3%), diventando il primo comparto delle esportazioni milanesi, superando quindi il settore delle macchine e apparecchi, che con 3,5 miliardi (+16,6%) si colloca al secondo posto della graduatoria per valore dell’export.

Proseguendo nell’analisi delle esportazioni, il primo semestre 2021 ha registrato una buona affermazione per i prodotti chimici, che con 2,8 miliardi di euro (+10,6%) rappresentano ormai il terzo settore della città metropolitana di Milano, superando la filiera farmaceutica – in costante discesa – ferma a 2,5 miliardi (-23,7%).

Con intensità di scala rilevanti, sono cresciute inoltre nel primo semestre 2021 le esportazioni dei settori dei prodotti intermedi e strumentali legati ai cicli produttivi dell’industria come i prodotti in metallo (+19,8%), in gomma-plastica (+21,3%), elettrici (+30,1%) ed elettronici (+36,7%).

Infine, si segnala la rilevante progressione che ha interessato l’export dei prodotti alimentari e delle bevande (+29%) e dei mezzi di trasporto (+48,6%).

Relativamente ai flussi importativi, la crescita registrata nel secondo trimestre 2021 di prodotti manifatturieri in entrata riflette principalmente la domanda dell’industria interna di prodotti e merceologie da utilizzare nei cicli produttivi.

L’analisi dell’import evidenzia pertanto un’ampia diffusione della crescita tra i diversi settori, a eccezione dei prodotti farmaceutici in flessione (-7,3%).

Tra le principali merceologie importate, il trend positivo che si è registrato è da ascrivere ai comparti dei mezzi di trasporto (+147,5%), dei prodotti in metallo (+64,3%), degli apparecchi elettrici (+56,8%) e dei macchinari e apparecchi (+49,6%).

L’accresciuta domanda interna si è inoltre riflessa sulla dinamica semestrale delle importazioni, registrando un’accelerazione in tutti i settori a eccezione della farmaceutica (-23,7%).

I comparti afferenti ai prodotti intermedi utilizzati nel ciclo produttivo hanno messo a segno un sostenuto incremento rispetto allo scorso anno, in particolare prodotti in metallo (+37,6%), chimici (+21,4%) e in gomma-plastica (+28,1%), ai quali si è associato un incremento dell’import di prodotti strumentali all’attività industriale: apparecchi elettronici e ottici (+18,5%) ed elettrici (+33,1%).

Tale dinamica si è inoltre replicata per la filiera metalmeccanica con rilevanti progressioni dell’import di mezzi di trasporto (+43,2%) e di macchine e apparecchi (+26,8%).

Tra i comparti in crescita rilevante si segnala inoltre l’espansione sostenuta dell’import di alimenti e bevande (+29%) e quella più circoscritta di prodotti tessili, abbigliamento e pelli (+8,4%).

 

 

 

Aree geoeconomiche globali

Le direttrici geografiche dell’export della città metropolitana di Milano registrano nel secondo trimestre 2021 una convergenza delle dinamiche tra i mercati europei ed extra-europei, entrambi in crescita.

Dopo i primi tre mesi del 2021, dove si erano palesate delle rilevanti difficoltà per le piazze esterne all’Europa, in particolare nei confronti delle Americhe dove i flussi esportativi avevano registrato un netto calo, il secondo trimestre 2021 mostra un significativo cambio di passo.

Per quanto concerne i mercati del continente americano, il secondo trimestre 2021 ha registrato un deciso incremento delle esportazioni (+35,1%), che hanno raggiunto 1,6 miliardi di euro in valore, di cui circa 1,2 concentrati nel mercato USA, che torna a crescere (+30,3%) dopo la pesante flessione dei primi tre mesi del 2021.

In sostenuta espansione si sono rivelate inoltre le piazze di destino dell’America Centro-meridionale (+54,8%), in particolare il Brasile (+57,2%), dove si dirige oltre un terzo dell’export diretto verso i mercati latino-americani.

In relazione ai mercati dell’Asia, nel secondo trimestre 2021 si è osservato un consistente aumento complessivo dei flussi esportativi (+33%), diffuso a tutte le aree subcontinentali.

In particolare, sulla dinamica hanno inciso in primo luogo gli incrementi dell’export riscontrati nei mercati del Medio Oriente (+35,2%) e dell’Asia Orientale (+31,4%), primo mercato in valore nel continente per l’area milanese, e secondariamente la crescita ottenuta nelle piazze di destino dell’Asia Centrale (+41,4%), dominate dalla progressione registrata del mercato indiano (+44%).

Il focus sulle mete dell’export dell’Asia Orientale evidenzia che l’incremento ottenuto nel secondo trimestre 2021 deriva da una crescita diffusa a tutti i principali mercati. Tuttavia, la dinamicità maggiore è attribuibile alle piazze di destino comprese nel perimetro delle cosiddette Tigri asiatiche, dove si distinguono in particolare la zona speciale cinese di Hong Kong (+43,2%) e della Corea del Sud (+25,9%), che insieme concentrano oltre i tre quarti dei 568 milioni di euro esportati verso il gruppo dei Paesi Nies, e le piazze minori dell’export milanese di Taiwan (+41,2%) e Singapore (+65,1%).

A tali dinamiche si sono inoltre associate le rilevanti progressioni censite nei mercati di Cina (+26,3%) e Giappone (+29,5%).

Se consideriamo il consuntivo dell’export dei primi sei mesi del 2021, si registra un consistente rimbalzo verso i mercati dell’Europa (+24,5%), trainati in particolare dalle piazze non UE (+38,5%).

In ambito extra-europeo, sono ancora particolarmente sofferenti i mercati americani (-13,2%), nonostante il recupero del secondo trimestre 2021.

Su tale dinamica incide in misura determinante la rilevante flessione delle esportazioni verso gli Stati Uniti (-21,7%), dove si concentra circa il 70% dell’export diretto oltre Atlantico, mentre di segno opposto è la dinamica riscontrata nelle piazze del Centro e Sud America (+19,9%), trainate dalla progressione rilevata nel mercato brasiliano (+34,8%).

Su di un piano opposto si colloca invece la dinamica registrata in Asia (+15,7%), trainata dai mercati del Medio Oriente (+14,8%) e dell’Asia Orientale (+16%), l’area subcontinentale più rilevante per l’export milanese diretto nel continente.

Il focus sui mercati dell’Estremo Oriente evidenzia una sostenuta accelerazione delle esportazioni nei primi sei mesi del 2021 verso la Cina (+24,6%), che attrae oltre il 37% dei flussi esportativi, mentre meno dinamico si è rivelato il mercato del Giappone (+2,4%).

Tra le mete più dinamiche per l’export si è inoltre osservata una crescita significativa della zona speciale cinese di Hong Kong (+17%), a cui si sono associati i mercati secondari di Taiwan (+34,5%) e Singapore (+17,8%), mentre si è registrato un aumento più limitato per la Corea del Sud (+11,5%).

Passando all’analisi delle importazioni, possiamo osservare che nel secondo trimestre 2021 sono aumentati in misura significativa i flussi commerciali in entrata dal continente europeo (+43,9%), la dinamica particolarmente robusta si è collocata al primo posto anche in valore, determinando acquisti dai partner continentali per 14,1 miliardi di euro in aumento quindi di 4,3 miliardi rispetto al secondo trimestre dello scorso anno. Seguono poi le importazioni provenienti dalle Americhe (+28,8%) e dagli USA in particolare (+31,3%).

La crescita dell’import dai partner dell’Asia si è palesata invece relativamente meno intensa (+20,7%): sulla dinamica complessiva ha inciso il ritmo più moderato delle importazione originate dall’Asia Orientale (+16,6%).

Se consideriamo il primo semestre 2021, la crescita delle importazioni è ascrivibile alla progressione registrata nei confronti dei partner commerciali europei (+22,6%), mentre i saggi di incremento delle importazioni da aree extra-UE hanno palesato un ritmo più contenuto e ciò si osserva sia nei confronti dell’America (+11,5%) – dove l’incremento è ascrivibile solo ai flussi importativi provenienti dal Nord America (+16,5%) – sia nei confronti del continente asiatico (+13,9%), dove incide in particolare la dinamicità contenuta delle importazioni originate dall’Asia Orientale (+12,4%).

 

 

Dettaglio europeo

In relazione al mercato principale di sbocco, ossia l’Europa, i flussi esportativi hanno consolidato il trend di crescita. L’export diretto verso i mercati europei ha raggiunto i 6,8 miliardi di euro (+44,3%) incrementandosi quindi di oltre 2 miliardi rispetto al secondo trimestre dello scorso anno.

Sulla dinamica complessiva hanno inciso in misura maggiore i mercati esterni al perimetro comunitario (+63,4%) rispetto alle piazze di destino dell’Unione Europea (+35,4%): in valore assoluto le esportazioni dirette verso i mercati esterni all’Unione hanno raggiunto i 2,4 miliardi, con un aumento di 950 milioni circa rispetto al precedente anno, mentre è quantificabile in 4,3 miliardi di euro il valore dell’export verso i mercati comunitari con un incremento di 1,1 miliardi su base annua.

Il focus sui mercati europei non UE registra una netta ripresa verso le due mete principali, Svizzera (+32,1%) e Regno Unito, dove le esportazioni dirette oltre Manica hanno registrato una progressione inusuale (+214,2%), segno evidente che l’economia britannica non può rendersi autosufficiente dall’interscambio commerciale verso il continente europeo. Altrettanto rilevanti si sono palesate le progressioni dell’export verso Russia (+47,9%) e Turchia (+31,6%).

Se consideriamo la dinamica dell’export verso l’Unione Europea, la crescita che si è manifestata nel secondo trimestre si è caratterizzata per una diffusione integrale verso i mercati di destino. Tra i partner comunitari più rilevanti per le esportazioni della città metropolitana di Milano, possiamo osservare che la crescita è stata trainata in particolare dagli incrementi ottenuti in alcuni dei mercati più rilevanti per l’area milanese: Francia (+48,5%), Germania (+31,6%), Spagna (+48,1%), Olanda (+26%) e Polonia (+37,5%), ai quali si sono associati – in ordine di rilevanza tra i mercati secondari – gli aumenti registrati verso Romania (+69,6%), Austria (+52,4%), Grecia (+47,6%) e Repubblica Ceca (+38,6%).

Il consuntivo dell’export dei primi sei mesi del 2021 si presenta pertanto caratterizzato da un incremento diffuso delle esportazioni verso i mercati europei.

La dinamica si è palesata particolarmente vivace verso i partner esterni al perimetro comunitario (+38,5%) rispetto ai mercati dell’Unione Europea (+17,9%), segno evidente delle difficoltà che avevano colpito il sistema esportativo milanese verso la principale meta dell’export, ossia l’Europa comunitaria.

Come già evidenziato, se consideriamo i mercati europei non UE possiamo osservare che le esportazioni verso l’area palesano una dinamica particolarmente robusta verso il Regno Unito (+146,4%), dove si concentra circa un terzo dell’export. Ugualmente importanti, ma inferiori per intensità si sono rivelati i saggi di crescita delle esportazioni dirette verso Svizzera (+19,7%), Russia (+9,4%) e Turchia (+16,3%).

Se consideriamo la dinamica dell’export verso l’Unione Europea la crescita ha beneficiato di una diffusione del ritmo di espansione verso tutti mercati comunitari. In particolare, tra le piazze più importanti per la città metropolitana, si segnalano gli aumenti delle esportazioni conseguiti nei confronti di Francia (+25%), Spagna (+24,4%), Polonia (+23,6%), Olanda (+20%) e Germania (+16,8%).

In relazione alle importazioni, nel secondo trimestre 2021 si è osservata una dinamica particolarmente intensa che ha riguardato sia i canali in entrata di matrice comunitaria (+42,6%) sia quelli europei non UE (+53,1%), dove hanno pesato in particolare i sostenuti incrementi dei flussi importativi provenienti dalla Svizzera (+67,4%) e dalla Turchia (+90%).

In relazione ai partner comunitari, le dinamiche importative si sono mostrate particolarmente intense da Francia (+61,1%), Germania (+49,9%) e Spagna (+57%), tra i fornitori storici dell’area milanese, e dalla Polonia (+98,3%) tra i partner dell’Europa Orientale.

Sull’onda di crescita del trimestre, i primi sei mesi del 2021 si sono chiusi con una dinamica particolarmente sostenuta per le importazioni provenienti dall’Europa (+22,6%) sia comunitaria (+22,2%) sia esterna al perimetro UE (+25,5%), dove si è osservata una flessione dei flussi in entrata provenienti dal Regno Unito (-9,4%), compensati ampiamente dagli incrementi dell’import proveniente da Svizzera (+37%) e Turchia (+49,1%).

Il focus sui mercati comunitari evidenzia che le importazioni hanno beneficiato di una dinamica particolarmente intensa con i partner storici localizzati in Francia (+24,8%), Germania (+25,4%), Spagna (+22,2%), Belgio (+18,3%) e Olanda (+15,8%) e con la Polonia (+57,5%) tra i partner emergenti.

 

 

MI
MB
LO
Trimestre
Secondo
Anno
2021
Indice della produzione industriale

Nel secondo trimestre 2021 l’artigianato manifatturiero milanese registra un rimbalzo significativo dell’attività industriale che sta interessando produzione, fatturato e ordini.

Sul piano della produzione, la progressione trimestrale si è espressa attraverso l’aumento di un punto dell’indice (78,9 contro 77,9) corrispondente, al netto degli effetti stagionali, a una crescita dell’1,3% rispetto al precedente trimestre.

La ripresa dei volumi prodotti rappresenta, per la manifattura artigiana milanese, un primo segnale incoraggiante per archiviare la fase di pesante recessione che si è manifestata nel corso del 2020. Tuttavia il percorso di uscita dalla fase recessiva è ancora lungo, considerando che il confronto della produzione trimestrale con il livello complessivo pre-pandemico, ossia del 2019, evidenzia ancora una variazione pesantemente negativa (-11,8%).

 

 
Analisi congiunturale

I segnali di ripresa dell’attività manifatturiera del comparto artigiano hanno coinvolto nel secondo trimestre 2021 la dinamica produttiva e il fatturato, mentre si è osservata una contrazione degli ordini.

Il dettaglio degli indicatori congiunturali per la città metropolitana registra, al netto degli effetti stagionali, un aumento della produzione industriale (+1,3% destagionalizzato) che si pone in controtendenza rispetto al decremento della manifattura artigiana della regione (-2,2% destagionalizzato).

L’andamento osservato sul piano produttivo si replica anche dal lato del fatturato: l’incremento significativo registrato dall’artigianato nel territorio milanese (+1,7% destagionalizzato) è superiore anche alla dinamica osservata in ambito regionale (+1% destagionalizzato).

In relazione al portafoglio ordini, la fase discendente per l’area metropolitana non accenna a fermarsi, sebbene sia meno intensa rispetto alla rilevazione precedente. Il quadro di dettaglio evidenzia quindi una nuova contrazione degli ordini per la manifattura artigiana milanese (-0,3% destagionalizzato), mentre segnali di inversione della dinamica negativa si registrano a livello regionale, dove si palesano significativi segnali di crescita delle commesse acquisite nel trimestre (+3,2% destagionalizzato).

 

Analisi tendenziale

L’analisi tendenziale evidenzia una situazione della dinamica industriale positiva per il manifatturiero artigiano della città metropolitana milanese, con rilevanti segnali di recupero che coinvolgono sia la dimensione produttiva che gli indicatori afferenti alle vendite industriali e alle commesse acquisite dal mercato.

Gli incrementi ottenuti sotto il profilo produttivo, del fatturato e degli ordini non sono tuttavia sufficienti a colmare i differenziali negativi registrati nel corso del 2020, quando avevano raggiunto i punti di minimo a causa del lockdown.

Il confronto territoriale tra area metropolitana e Lombardia evidenzia inoltre una dinamica ampiamente superiore della regione, che si riflette quindi sulle rispettive velocità di uscita dalla dinamica recessiva.

Il quadro di dettaglio degli indicatori certifica pertanto una crescita della produzione industriale (+17,4%) molto inferiore a quanto ottenuto su scala tendenziale dalla manifattura artigiana della Lombardia (+22,6%), dove l’artigianato ha iniziato con maggiore incisività la fase di recupero dopo le pesanti perdite subite nel corso del 2020.

Se consideriamo il fatturato e le commesse acquisite attraverso gli ordinativi, osserviamo che anche per essi il quadro complessivo registra degli andamenti nettamente più favorevoli alla Lombardia rispetto al contesto milanese.

Lo stesso andamento, ma con un’intensità di scala maggiore, si evidenzia nella dinamica degli ordini e del fatturato in Lombardia (+25,3% e +19,5% rispettivamente), mentre è inferiore per il manifatturiero artigiano del Milanese (+13,4% e +19,4% rispettivamente).

 

Previsioni per il terzo trimestre 2021

Per il terzo trimestre 2021, l’analisi puntuale dei saldi delle risposte (differenza tra ipotesi di aumento e diminuzione) relativa a produzione industriale, domanda interna e occupazione evidenzia un’evoluzione migliorativa del clima complessivo per il settore artigiano.

Il dettaglio delle aspettative dell’artigianato manifatturiero milanese registra per la produzione un consistente saldo positivo (+6,1%). Si osserva infatti un rafforzamento della quota di operatori economici con stime di crescita (25,8% contro 19,5% della precedente rilevazione) e una parallela riduzione delle imprese pessimiste (19,5% contro 24,8%), mentre la tendenza attendista, ossia di stabilità del livello produttivo per il trimestre successivo, coinvolge il 54,7% dei rispondenti.

Gli andamenti stimati per la produzione si ripropongono, anche per la domanda interna, seppure con un saldo complessivo più limitato (+1,6%).

Il quadro di dettaglio registra pertanto che il 21,1% delle imprese ipotizza una ripresa della domanda, in rafforzamento quindi rispetto al 17,3% della precedente rilevazione, mentre la quota di operatori con previsioni di diminuzione si colloca al 19,5% (23,6% nei tre mesi precedenti); sostanzialmente costante è invece la frazione dei rispondenti che stimano un’invarianza della domanda nel terzo trimestre 2021 (59,1%).

Relativamente all’occupazione, l’ipotesi di stabilità del livello è condivisa dall’84,5% degli artigiani intervistati. L’ipotesi di aumento è attesa solo dall’8,5% delle imprese, mentre la quota di coloro che stimano un’ulteriore di diminuzione si colloca al 7%; il saldo complessivo che ne deriva è quindi positivo (+1,6%).

 

 
MI
Trimestre
Secondo
Anno
2021
Indice del fatturato del commercio

Il commercio al dettaglio milanese registra un deciso rimbalzo del fatturato nel secondo trimestre 2021 rispetto al minimo toccato nello stesso periodo del 2020 (+22,7%). Considerando la variazione congiunturale rispetto al primo trimestre del 2021, il segno – sebbene di entità più contenuta – si conferma comunque positivo (+0,1% destagionalizzato).

L’avvio del sentiero di recupero del settore si preannuncia tuttavia ancora lungo, il numero indice del fatturato si attesta infatti a quota 77, inferiore di circa 10 punti rispetto ai valori che avevano caratterizzato il 2019, prima della pandemia, certificando pertanto ancora la permanenza di un contesto difficile per il settore, essendo lontana la fase di piena ripresa del fatturato.

Il segnale complessivo è tuttavia confortante se consideriamo la dinamica tendenziale: l’accelerazione registrata – se confermata anche nei trimestri successi – può portare il commercio al dettaglio definitivamente fuori dalle secche della crisi.

 

 
Classi dimensionali

Nel secondo trimestre 2021 gli effetti della pandemia hanno iniziato a palesare un loro esaurimento sul ciclo recessivo registrato fino allo scorso trimestre. La declinazione del commercio al dettaglio milanese attraverso le classi dimensionali mostra pertanto un’ampia diffusione del sentiero di crescita del fatturato tra le diverse tipologie di impresa.

Il confronto territoriale in relazione all’andamento complessivo e dimensionale, evidenzia un trend migliore per il commercio della Lombardia rispetto a quanto registrato nell’area metropolitana milanese, a eccezione delle imprese oltre i 200 addetti, per le quali si è osservata una progressione più pronunciata del fatturato in ambito milanese.

Il quadro di dettaglio del commercio registra pertanto una crescita significativa del volume d’affari delle imprese da 3 a 9 addetti. Il confronto tra area metropolitana e Lombardia indica un differenziale di performance contenuto tra le micro imprese del Milanese (+27,4%), rispetto alla medesima tipologia presente nel territorio lombardo (+28,7%).

Considerazioni analoghe si palesano anche nei confronti delle piccole imprese, per le quali si osserva una progressione del fatturato di rilevanti dimensioni sia in ambito milanese che lombardo (+24,8% e +26,3% rispettivamente).

In relazione al segmento delle medie e delle grandi imprese del commercio, si sono invece osservati degli andamenti diametralmente opposti tra area milanese e regione. Pertanto, mentre si è osservata una progressione del fatturato nettamente superiore per le medie imprese della Lombardia rispetto a quelle milanesi (+21,6% e +11% rispettivamente), per le unità oltre i 200 addetti è la performance metropolitana che sovrasta quella registrata in Lombardia (+26,2% e +13,6%).

 

Settori

In relazione ai settori del commercio al dettaglio, se analizziamo i comparti di attività rientranti nel perimetro del segmento non alimentare, l’andamento sia a livello milanese che lombardo palesa una netta ripresa del fatturato nelle due partizioni territoriali (+44% e +43,8%), che si pone in chiara controtendenza rispetto alla dinamica registrata dai comparti del commercio alimentare, per i quali nel territorio milanese si è osservata un’intensificazione dei trend decrescenti rilevati in precedenza, mentre in Lombardia il fatturato del settore evidenzia una stagnazione sostanziale rispetto allo scorso anno. Il dettaglio della dinamica tendenziale evidenzia quindi un arretramento significativo nell’area milanese (-7,1%) e un fermo del volume d’affari in ambito regionale (+0,1%).

In relazione al commercio despecializzato, il settore continua a soffrire nel contesto metropolitano, dove registra una nuova flessione del fatturato (-3,6%), mentre si è osservato un inizio del sentiero di recupero in Lombardia (+4,8%).

 

Previsioni per il terzo trimestre 2021

Il quadro previsivo delle imprese operanti nel commercio al dettaglio registra per il terzo trimestre 2021 un peggioramento dei saldi complessivi delle risposte (differenza tra ipotesi di aumento e di diminuzione) che interessa tutte le dimensioni oggetto di indagine, in particolare gli ordini rivolti ai fornitori e il fatturato.

Se consideriamo gli ordini rivolti ai fornitori, le stime sono nettamente peggiori rispetto alla rilevazione precedente. La dinamica negativa ha registrato infatti un’accelerazione come evidenziato dal saldo del secondo trimestre (-10% contro -1,4% del primo trimestre), essendosi rafforzate presso gli operatori del commercio le ipotesi di ulteriore diminuzione per il prossimo trimestre (30% contro 24,1%) a discapito della quota di imprese ottimiste (20% contro 22,6% del primo trimestre).

Con riferimento al fatturato, il quadro previsivo evidenzia, rispetto ai tre mesi precedenti, un rafforzamento della frazione di imprese con stime di diminuzione del fatturato, che ora rappresentano il 28,5% del totale (23,8% nella rilevazione precedente) e che pareggiano la quota di operatori con aspettative di aumento (28,5% contro 29,9% nei tre mesi precedenti), il saldo complessivo che ne deriva (aumento – diminuzione) si è quindi azzerato rispetto al saldo positivo precedente (6,1%).

In relazione all’occupazione, le previsioni continuano a caratterizzarsi per un quadro di stabilità, tuttavia il saldo tra ottimisti e pessimisti calcolato sulle restanti frazioni dei rispondenti segnala un dimezzamento rispetto alla rilevazione del precedente trimestre (1% contro 2,3%).

 

 
Largo consumo confezionato

Nel secondo trimestre 2021, i canali di vendita super e iper della grande distribuzione a prevalenza alimentare hanno registrato, su scala metropolitana milanese allargata alla provincia di Monza e nella provincia di Lodi, una flessione del fatturato ottenuto dai prodotti del largo consumo confezionato e una caduta delle vendite fisiche operate a scaffale. Tali dinamiche negative, come già evidenziato nei primi tre mesi del 2021, risentono ampiamente del confronto con i livelli molto elevati di fatturato e di vendite registrate dalla GDO durante il periodo di lockdown nel 2020, quando le limitazioni agli spostamenti e le misure di distanziamento avevano comportato una rilevante crescita dei consumi alimentari: dinamica particolarmente evidente per la GDO di Lodi, che durante il secondo trimestre 2020 – in pieno lockdown – ha registrato una crescita del fatturato di oltre 20 punti e di oltre 15 per le unità vendute a scaffale.

Passando all’analisi del quadro territoriale, la dinamica del sistema distributivo della GDO di Milano e Monza ha palesato su base annua una rilevante flessione del fatturato (-5,9%) e delle vendite fisiche a magazzino (-4,9%), che seguono gli arretramenti registrati nel primo trimestre dell’anno.

Su un piano similare si colloca la grande distribuzione di Lodi, che dopo l’aumento del fatturato sperimentato a inizio d’anno segue ormai la GDO milanese e monzese negli andamenti. Pertanto nel secondo trimestre 2021 si è palesato un arretramento significativo sia delle vendite in valore (-5,6%) sia delle unità vendute (-4,5%).

I confronti tra la GDO locale e il sistema distributivo regionale e nazionale evidenziano che i canali distributivi iper e super di Milano e Monza e di Lodi registrano una performance peggiore sia sul piano del fatturato che delle vendite fisiche operate a scaffale rispetto alla Lombardia e all’Italia in particolare .

In relazione al fatturato, il quadro di dettaglio dei territori evidenzia innanzitutto che l’intensa flessione del fatturato è un fenomeno che interessa in particolare la Lombardia (-3,3%) e i suoi sistemi distributivi principali ossia le province di Milano, Monza Brianza e anche di Lodi.

Il confronto con la performance registrata a livello nazionale conferma in pieno tale trend, la contrazione della GDO italiana è infatti molto più contenuta sul piano del fatturato (-0,2%).

Le divergenze territoriali si amplificano ulteriormente se consideriamo le unità vendute. Mentre in ambito nazionale la dinamica registra un aumento (+1,2%), su scala Lombarda si osserva una contrazione (-1,7%) che si amplifica ulteriormente se consideriamo i sistemi della GDO di Milano, Monza e Lodi.

 

 

Passando al dettaglio merceologico, la GDO milanese e monzese conferma che l’unica merceologia in crescita è il segmento delle bevande sia in relazione al suo contributo al fatturato (+2,1%) sia nei confronti delle vendite a scaffale (+1,5%). Gli apporti più significativi alla flessione del fatturato e delle vendite fisiche sono ascrivibili in prima battuta ai prodotti del segmento non food, ossia per la cura della casa (-11,3% e -12,3% rispettivamente): reparto merceologico cresciuto di 7 punti percentuali in valore e di 6 per le vendite a magazzino durante il secondo trimestre 2020, in piena fase di lockdown. In secondo luogo la dinamica del fatturato e delle vendite fisiche è stata influenzata dall’andamento dei prodotti alimentari, principalmente dal confezionato alimentare (-9,1% e -8,3% rispettivamente) e dai prodotti afferenti alla catena del freddo ossia surgelati, gelati ecc. anch’essi in rilevante flessione sia in relazione al fatturato (-9%) che nei confronti delle unità vendute (-6,5%). Per entrambi i reparti la misura della contrazione è da ascrivere agli elevati livelli di fatturato e delle vendite a magazzino raggiunti durante la fase di lockdown del 2020, in particolare i prodotti del freddo hanno registrato punte di incremento di circa 18 punti per il fatturato e di oltre 11 per le vendite fisiche a scaffale durante il secondo trimestre dello scorso anno.

A poca distanza seguono significative contrazioni dei prodotti del fresco alimentare (-6,4% e -6,5% rispettivamente), cresciuti anch’essi in maniera rilevante nel corso del secondo trimestre 2020.

Si è invece rivelata più contenuta la contrazione per i prodotti per la cura della persona sia in relazione al fatturato (-4,7%) che alle unità vendute (-3,5%).

Relativamente alla GDO della provincia di Lodi, le dinamiche dei reparti di vendita seguono il trend registrato in ambito milanese e monzese.

Pertanto gli apporti più significativi alla flessione del fatturato e delle vendite fisiche a magazzino sono ascrivibili ai prodotti per la cura della casa (-12,5% e -12,3%). Come già evidenziato in precedenza, tali dinamiche ampiamente negative sono da ricercare negli elevati livelli di crescita registrati durante la fase di lockdown: nel secondo trimestre dello scorso anno il volume d’affari generato dal reparto era aumentato di circa 20 punti e di oltre 17 per i pezzi venduti.

La dinamica del fatturato e delle vendite fisiche è stata inoltre ampiamente influenzata, come nell’area milanese e monzese, dall’andamento dei prodotti alimentari, in particolare dai prodotti rientranti nel perimetro della catena del freddo, in rilevante flessione sia nei confronti del fatturato (-8,8%) che delle unità vendute (-7,6%), seguiti a breve distanza dalla drogheria alimentare (-7,3% e -6,5% rispettivamente). Per entrambi i reparti, l’ampiezza della flessione è da attribuire agli elevati livelli di fatturato e delle vendite a magazzino raggiunti durante la fase di lockdown del 2020. In particolare, i prodotti del freddo avevano registrato picchi di incremento di oltre 30 punti per il fatturato e di oltre 24 per le vendite fisiche a scaffale, mentre il confezionato alimentare aveva raggiunto percentuali di incremento superiori ai 17 punti nel secondo trimestre dello scorso anno.

Tali dinamiche negative sono seguite a poca distanza dalle significative contrazioni registrate dai prodotti del fresco alimentare (-5,9% e -5,7% rispettivamente), anch’essi in crescita rilevante nel corso del secondo trimestre 2020.

Se consideriamo le bevande, come già accennato in precedenza, il reparto sul piano del fatturato si pone in controtendenza rispetto al trend dei prodotti alimentati, il volume d’affari ha infatti conseguito un aumento significativo rispetto al secondo trimestre dello scorso anno (+2,7%), aggiungendo quindi ulteriore valore alle vendite e compensando la contrazioni dei volumi fisici (-0,5%).

Infine, tra i prodotti non food si segnala la pesante flessione registrata dai prodotti per la cura della persona: l’entità della contrazione è rilevante sia in relazione al fatturato (-10%) che alle unità vendute (-7,3%).

 

 
MI
Trimestre
Secondo
Anno
2021
Indice del fatturato dei servizi

Dopo la pesante flessione subita dal settore nel corso del 2020, è proseguita anche nel secondo trimestre 2021 la ripresa del fatturato dei servizi milanesi.

Sul piano tendenziale, l’entità rilevante della crescita rispetto allo scorso anno è determinata da un effetto puramente statistico e deve essere contestualizzata rispetto alla situazione di partenza del 2020, in particolare nei confronti del secondo trimestre 2020, quando l’attività economica generale – sia dell’industria che del terziario – era crollata a un livello mai raggiunto in precedenza, riflettendo in pieno le chiusure forzate imposte dal lockdown.

L’osservazione della dinamica dell’indice del fatturato e delle variazioni tendenziali nei trimestri evidenzia che il percorso di recupero intrapreso dai settori del terziario milanese, in confronto al punto di minimo toccato nel secondo trimestre dello scorso anno, è proseguito a ritmo sostenuto nella prima parte del 2021; tuttavia permane ancora un netto divario rispetto al livello ottenuto prima della pandemia, ossia nell’anno 2019.

Il quadro di dettaglio evidenzia che l’indice del fatturato ha raggiunto nel secondo trimestre quota 99,5, dimezzando quindi il divario presente nel primo trimestre del 2021 rispetto al valore medio raggiunto nel 2019. Per il terziario milanese, la dinamica trimestrale ha determinato quindi un aumento del fatturato di oltre mezzo punto percentuale rispetto al precedente trimestre, al netto degli effetti stagionali.

Se consideriamo invece la dinamica tendenziale, si registra un consistente differenziale di crescita rispetto al secondo trimestre dello scorso anno. L’incremento del volume d’affari (+29,6%), pur mostrando una rilevante accelerazione rispetto ai precedenti trimestri, è tuttavia condizionato dalla netta flessione del fatturato subita lo scorso anno, quando l’arretramento era oltre di 25 punti percentuali.

 

 
Le classi dimensionali

Nel secondo trimestre 2021, la declinazione della dinamica tendenziale su base dimensionale registra una crescita generalizzata per tutte le tipologie di impresa, in particolare per le micro e le grandi unità oltre i 200 addetti.

Il confronto territoriale tra area metropolitana milanese e Lombardia mostra una dinamica simile di crescita del fatturato (+29,6% e +29,8% rispettivamente), con delle differenziazioni tra gli andamenti provinciali e regionali in relazione alle classi di impresa: in Lombardia infatti si registra per le micro imprese un incremento del fatturato meno accentuato rispetto all’area milanese, mentre in ambito regionale sia le piccole che le medie imprese mostrano un più pronunciato recupero del volume d’affari.

In ambito milanese, il quadro di dettaglio rileva pertanto per le unità da 3 a 9 addetti una crescita del fatturato (+30,8%) ampiamente superiore sia alla progressione registrata dal terziario milanese sia all’analoga classe dimensionale presente in Lombardia (+25,6%).

In relazione alle imprese da 10 a 49 addetti, si osserva invece una dinamica di crescita del fatturato più intensa per le imprese localizzate in Lombardia (+35,7%) rispetto alle medesime tipologie dei servizi presenti nel territorio milanese (+32,5%).

Un trend equivalente, ma con diversa scala di intensità, si registra inoltre per il segmento delle medie imprese. Pertanto, il volume d’affari evidenzia una dinamica più pronunciata per le imprese lombarde inserite nel perimetro dimensionale da 50 a 199 addetti (+35,4%) rispetto a quelle dislocate nel territorio milanese (+31,9%).

Se consideriamo le grandi imprese dei servizi, emergono invece delle differenze tra area metropolitana e Lombardia. Rispetto al secondo trimestre dello scorso anno la dinamica palesa una sostenuta crescita del volume d’affari sia in provincia di Milano che in Lombardia, tuttavia l’incremento messo a segno nel territorio milanese è superiore per intensità rispetto a quanto ottenuto in ambito regionale (+24,5% e 22,8%).

 

I settori

Nel secondo trimestre 2021, l’analisi dei settori che compongono i servizi dell’area metropolitana milanese mostra una ripresa del fatturato rispetto allo scorso anno, che si è estesa a tutti i comparti di attività oggetto dell’indagine congiunturale. Il segnale complessivo è di un avvio del percorso di recupero delle posizioni perse nei trimestri precedenti e in particolare nei confronti dell’anno 2020.

La disamina puntuale degli andamenti evidenzia pertanto un inizio del sentiero virtuoso di recupero del fatturato delle attività connesse alla ristorazione e all’ospitalità. La messa in sicurezza sul piano sanitario grazie alla progressione significativa della campagna vaccinale ha fornito una spinta decisiva all’incremento del fatturato su scala tendenziale, che ha mostrato sia in Lombardia – ma soprattutto nell’area metropolitana milanese – una progressione di vasta entità del fatturato rispetto al punto di minimo toccato lo scorso anno (+49,8% e +60,4% rispettivamente).

Se consideriamo gli altri settori, possiamo osservare che per il commercio all’ingrosso si è consolidato il sentiero di recupero del volume d’affari perso. La crescita del fatturato ha infatti interessato sia le imprese operanti nell’area milanese (+39,3%) sia le unità localizzate nel territorio della regione (+40,1%).

In relazione ai servizi alle imprese, il secondo trimestre 2021 ha registrato una decisa progressione del volume d’affari sia in ambito milanese (+21,4%) che lombardo (+21,9%), ampliando i segnali di ripresa che si erano manifestati nel primo trimestre dell’anno. L’aumento registrato costituisce un indubbio segnale positivo per il terziario, considerando l’incidenza del comparto sulla struttura occupazionale complessiva (oltre 68%).

Infine, tra i comparti che si collocavano ancora in terreno negativo nella scorsa rilevazione, il secondo trimestre ha evidenziato un primo accenno di inversione di tendenza per i servizi alle persone, con un grado di recupero maggiore per le imprese operanti in nell’area metropolitana milanese (+46%) rispetto alle unità attive in Lombardia (+34,7%).

 

Previsioni per il terzo trimestre 2021

Il quadro previsivo elaborato dalle imprese dei servizi registra un ulteriore miglioramento del saldo complessivo delle risposte (differenza tra ipotesi di aumento e di diminuzione), le aspettative per il terzo trimestre 2021 segnalano pertanto un’accelerazione del sentiero di recupero dell’attività sia sotto il profilo del fatturato che dell’occupazione.

I saldi presentano per entrambe le dimensioni di analisi una prevalenza dei giudizi di aumento rispetto alle stime di diminuzione.

Con riferimento al fatturato, il quadro previsivo per il terzo trimestre 2021 delle imprese dei servizi milanesi registra un netto miglioramento del saldo complessivo rispetto alla rilevazione precedente (21,5% contro 8,5%), indicativo di un rafforzamento della quota di operatori con stime di crescita (33,2% contro 27,2% della rilevazione precedente) e di un ulteriore decremento delle imprese con aspettative di diminuzione del fatturato (12% contro 18,7%), insieme a una frazione costante di operatori che prevede stabilità (54,2%).

Il miglioramento delle prospettive ha evidenziato una crescita all’aumentare della scala dimensionale, in particolare ciò si è verificato con più intensità per il segmento delle medie e grandi imprese. Sul piano settoriale, la maggiore crescita dei saldi positivi si è invece riscontrata nei comparti del commercio all’ingrosso e dei servizi alberghieri e della ristorazione.

In relazione all’occupazione, l’evoluzione delle previsioni continua ad assumere un carattere di stabilità, poiché oltre il 73% dei rispondenti si colloca in tale segmento di stima. Tuttavia se consideriamo il saldo complessivo delle risposte si osserva un miglioramento rispetto al precedente trimestre (16,8% contro 15,1%).

 

 
MI
MB
LO
Trimestre
Secondo
Anno
2021
Indice della produzione industriale

Dopo la crisi determinata dalla pandemia, le dinamiche del secondo trimestre 2021 mostrano dei significativi recuperi della capacità produttiva, del fatturato e degli ordini che dal piano congiunturale si sono riflessi anche sul piano tendenziale.

L’entità rilevante della crescita rispetto allo scorso anno riflette pertanto un effetto puramente statistico che deve essere contestualizzato rispetto alla situazione di partenza del 2020, in particolare nei confronti del secondo trimestre del 2020 quando l’attività industriale è crollata a un livello mai raggiunto in precedenza riflettendo in pieno le chiusure forzate imposte dal lockdown.

La rappresentazione e l’analisi reale della crescita tendenziale deve essere quindi depurata dal dato ampiamente negativo del secondo trimestre dello scorso anno che ha coinvolto sia la dimensione produttiva che gli indicatori afferenti al fatturato e agli ordini, essendo rimasti in attività durante il lockdown solo i settori considerati essenziali. Pertanto, sul piano tendenziale l’analisi che ne consegue, al fine di valutare la crescita effettiva e se il livello dell’attività industriale raggiunto nel secondo trimestre 2021 abbia già eguagliato i livelli precedenti la pandemia, deve essere rapportata al livello medio raggiunto nel 2019.

L’osservazione dell’indice della produzione industriale e delle variazioni tendenziali nei trimestri evidenzia in prima battuta il percorso di recupero della dinamica produttiva intrapreso dalla manifattura milanese rispetto al punto di minimo toccato dall’indice nel secondo trimestre dello scorso anno (83,6). La velocità di uscita dalle secche della crisi non è stata rapidissima se consideriamo gli ultimi tre trimestri (ossia dal quarto trimestre 2020); tuttavia, già nel primo trimestre 2021 e soprattutto nel secondo trimestre si è osservato un significativo cambiamento di passo fino alla quota di 107,4, eguagliando quindi il livello della produzione raggiunto prima della pandemia nell’anno 2019.

Passando alla variazione tendenziale, la produzione su base annua registra un notevole rimbalzo (+30,2%). Come già accennato la crescita registrata deve relazionarsi alla drastica flessione di capacità produttiva determinatesi tra il primo e il secondo trimestre 2021, quando erano stati persi oltre venti punti percentuali su base annua: pertanto, la crescita al netto di tale dinamica evidenzia che nell’anno successivo (ossia nel secondo trimestre 2021) la produzione industriale milanese si è collocata ben al di sopra della media 2019, cioè del livello pre pandemia (+7,7%).

La chiave di lettura complessiva per il secondo trimestre 2021 indica pertanto che l’industria milanese si è rimessa nel percorso virtuoso di crescita; tuttavia, su tale sentiero di netto recupero gravano ancora delle incognite legate all’approvvigionamento delle materie prime e alla crescita dei prezzi dell’energia e dei metalli nei mercati internazionali. Dinamiche che riflettono sia segnali di scarsità sui mercati dei prodotti sia manovre di carattere speculativo, come gli aumenti dei noli.

In particolare, per la manifattura milanese le dinamiche si sono riflesse sia attraverso una significativa crescita del costo globale delle materie prime per il magazzino (+9,6% su base trimestrale e +20,7% su base annua) e di ricostituzione delle scorte per far fronte ai processi produttivi, sia attraverso un aumento dei prezzi dei listini dei prodotti finiti (+8,3% su base annua).

 

 
Analisi congiunturale

L’industria manifatturiera milanese ha archiviato il secondo trimestre 2021 con una progressione generale degli indicatori afferenti alla produzione, al fatturato e agli ordini.

Rispetto al trimestre precedente si è osservato un miglioramento complessivo dell’attività industriale, apprezzabile anche attraverso un aumento del tasso di utilizzo degli impianti (73% contro 70% del primo trimestre) e un ricorso più intenso al magazzino che diminuisce ulteriormente su base congiunturale, segno che molte più imprese stanno ricorrendo massicciamente agli stock accumulati in azienda, anziché ricorrere ai mercati che registrano un trend crescente dei prezzi determinato da una domanda in crescita da un lato e da una contrazione dell’offerta dall’altro per esigenze anche legate all’emergenza Covid (per esempio la contrazione dei volumi estrattivi dei minerali usati nei cicli industriali delle miniere sudamericane).

L’esame puntuale dei dati rispetto al trimestre precedente sottolinea quindi un aumento della produzione (+0,8% destagionalizzato), che tuttavia è inferiore a quanto rilevato nel contesto regionale dove i volumi segnalano una crescita molto più solida (+3,7% destagionalizzato).

Il disallineamento tra area metropolitana milanese e Lombardia, a vantaggio del territorio regionale, è evidente inoltre anche considerando la dinamica del fatturato e degli ordini esteri, mentre per le commesse interne si osserva un incremento più rilevante per il territorio milanese.

Relativamente al fatturato, a fronte di una limitata progressione per la manifattura milanese (+1,3% destagionalizzato) l’industria lombarda consegue nel secondo trimestre 2021 un incremento ampiamente superiore anche rispetto alla dinamica produttiva (+4,6% destagionalizzato).

La divergenza degli andamenti tra area milanese e regione si replica inoltre anche considerando gli ordini acquisiti nel mercato estero: la dinamica congiunturale delle commesse palesa una progressione molto più marcata per l’industria lombarda rispetto alla manifattura metropolitana milanese (rispettivamente +6,1% e +3,2% destagionalizzato). Dal lato invece del mercato interno, il portafoglio ordini realizzato dall’industria metropolitana milanese indica una crescita che si colloca a un livello, seppure di poco, superiore a quanto registrato dall’industria nel territorio regionale  (rispettivamente +4,3% e +3,8% destagionalizzato).

 

Analisi tendenziale

Come già accennato in precedenza, la dinamica tendenziale registra un quadro ampiamente positivo per l’industria manifatturiera milanese nel secondo trimestre 2021: tutti gli indicatori palesano su base annua un incremento superiore ai trenta punti percentuali. Gli incrementi ottenuti sia sotto il profilo produttivo che del fatturato e  degli ordini sono sufficienti a colmare i differenziali negativi registrati nel corso del 2020, quando avevano raggiunto il punto di minimo a causa del lockdown e delle conseguenti chiusure forzate delle attività industriali ritenute non essenziali.

Per ottenere un dato che consenta di valutare se il sistema industriale sia uscito dalle secche della congiuntura negativa determinata dal lockdown risulta quindi utile depurare tali dinamiche dagli effetti distorsivi attraverso un confronto con il dato medio pre-pandemia, ossia riferito al 2019 (considerando la media dei 4 trimestri dell’anno). Fatta questa debita premessa, l’analisi di dettaglio degli indicatori registra dal lato della produzione un incremento (+30,2%) che sottende a un ampio recupero della flessione dei dodici mesi precedenti portando il dato ben al di sopra della media 2019 cioè del livello pre-pandemia (+7,7%); tale trend si inserisce in un contesto regionale anch’esso in espansione (+32,5%) e con un livello della produzione superiore al livello pre-pandemia.

Considerazioni analoghe possono essere svolte in relazione all’andamento del fatturato e del portafoglio ordini. Relativamente al fatturato la crescita ottenuta su base annua (+37,5%) è stata trainata in particolare dal rilevante rimbalzo della componente interna (+40,2%) a cui si è associato il recupero significativo del fatturato estero (+32,5%). Tali dinamiche tendenziali rispetto al dato medio precedente alla pandemia (ossia all’anno 2019) evidenziano una ripresa complessiva del fatturato ben al di sopra della media del 2019 (+12,8%), crescita ascrivibile in misura più ampia ai mercati esteri rispetto a quelli interni (rispettivamente +19,3% e +11,1%), ma inferiore complessivamente al dato regionale (+18,3%).

Se consideriamo il portafoglio ordini, la dinamica tendenziale complessiva ha anch’essa registrato una crescita di ampia portata (38,7%) ascrivibile alla convergenza delle dinamiche generate sia dal mercato domestico (+38,5%) che estero (+39,2%). Il robusto recupero registrato nel secondo trimestre ha consentito al portafoglio ordini di azzerare il gap subìto durante il periodo di lockdown: il dato puntuale al netto di tale dinamica evidenzia quindi un ritorno delle commesse acquisite in un sentiero positivo e a un livello superiore al punto raggiunto prima della pandemia (+5,6%), dove i mercati esteri registrano una ritmo di ripresa maggiore (+11,1%) rispetto alla componente interna (+5,4%).

Il confronto con la regione evidenzia tuttavia che la dinamica degli ordini della manifattura lombarda ha innestato un trend netto di ripresa (+13,5%) superiore a quanto registrato dall’area metropolitana milanese.

 

Dinamiche a confronto

Relativamente alle dinamiche espresse dagli indici della produzione industriale, l’intensità dalla crescita dei volumi produttivi si è manifestata in maniera differente tra i sistemi industriali.

Il ritmo della ripresa nel secondo trimestre 2021 ha mostrato un ritmo più intenso per l’industria della Lombardia: il valore toccato dall’indice è infatti pari a 114,6 (+3,7% destagionalizzato), significativamente migliore sia rispetto all’Italia, dove pure si stima una crescita nel secondo trimestre 2021 (+1% destagionalizzato) e dell’area metropolitana milanese (indice pari a 107,4 e +0,8% destagionalizzato).

Il differenziale maggiore resta invece nei confronti dell’Eurozona dove nei primi cinque mesi del 2021 si è osservata una dinamica calante che sottende un rallentamento della ripresa produttiva dopo la flessione di un punto percentuale registrata a maggio (il dato stimato è pari a +0,2% destagionalizzato).

 

 
Mercato del lavoro

La normalizzazione dell’attività industriale nel secondo trimestre 2021 si è riflessa positivamente sugli indicatori del mercato del lavoro, in particolare sull’utilizzo degli strumenti della Cassa integrazione guadagni (CIG).

Sia la quota di imprese utilizzatrici della CIG sia l’incidenza delle ore sul monte ore di lavoro complessivo si sono ridotti ulteriormente rispetto al precedente trimestre.

In particolare, la CIG del trimestre registra un’ulteriore diminuzione della quota delle imprese utilizzatrici di oltre tre punti percentuali rispetto al precedente trimestre, confermando il trend discendente in atto dalla fine del precedente anno (20,1% contro 23,7% del primo trimestre 2021 e il 24,7% del quarto trimestre 2020).

L’andamento calante delle imprese utilizzatrici della CIG si è riflesso in misura rilevante sulla riduzione dell’incidenza oraria di tale istituto in rapporto al monte ore trimestrale di lavoro effettivo: mezzo punto percentuale in meno rispetto al precedente trimestre (1,8% contro 2,3%, prima ancora era 2,9%) consolidando il percorso intrapreso.

Il miglioramento dell’attività industriale nel secondo trimestre 2021 si è riflesso sul mercato del lavoro: il saldo complessivo tra nuove assunzioni e cessazioni di personale è infatti positivo (+0,4%), seppure inferiore rispetto al valore raggiunto nel trimestre precedente. Il dato complessivo non permette tuttavia di appurare se le nuove assunzioni siano da attribuire a una ripresa duratura dei contratti a tempo indeterminato oppure se si tratti di un rialzo transitorio veicolato da tipologie contrattuali a tempo determinato.

 

 
Previsioni per il terzo trimestre 2021

Il quadro previsivo tracciato dalle imprese manifatturiere milanesi per il terzo trimestre 2021 registra dei lievi aumenti dei saldi a eccezione della domanda estera che arretra, evidenziando quindi un assestamento complessivo della tendenza positiva avviata nel trimestre precedente. In generale sul clima di fiducia gravano ancora delle incognite non completamente ponderabili legate da un lato all’evoluzione della pandemia e dall’altro al rincaro dei prezzi delle materie prime che hanno generato i fenomeni di ricorso massivo al magazzino e che alla lunga potrebbero impattare pesantemente sulle imprese anche dal lato dei listini prezzi dei prodotti finiti, generando una situazione non sostenibile.

L’analisi puntuale dei saldi delle risposte delle imprese manifatturiere milanesi sintetizza il sentiment prevalente, ma si mantengono tuttavia in terreno positivo sia dal lato della produzione, che della domanda e dell’occupazione.

Se scendiamo nel dettaglio delle aspettative delle imprese per il terzo trimestre 2021, possiamo osservare che le stime delle imprese per la produzione espresse dai saldi delle risposte (differenza tra ipotesi di aumento e di diminuzione) sono ampiamente positive (25,8%).

La quota di imprese con prospettive di riduzione della produzione nel breve termine si è stabilizzata rispetto al precedente trimestre (10% contro 10,9% del primo trimestre 2021), come anche la frazione di operatori industriali con ipotesi di crescita (35,8% contro 36,1% del trimestre precedente). In tale contesto si è ampliata la quota di imprese con ipotesi di stabilità della produzione (54,1% contro 53,1%) evidenziando quindi ancora un sentiment di prudenza che interessa oltre la metà delle imprese intervistate.

In relazione all’occupazione, le previsioni delle imprese per il prossimo trimestre indicano la stabilità come prospettiva prevalente: scenario condiviso dal 78,3% del campione, mentre aumenta la quota di operatori con aspettative di crescita (17,1% contro 15,7% del precedente trimestre) e si dimezza la frazione di imprese con stime di decrescita (4,2% contro 8,2%). Tali dinamiche si riflettono sul saldo complessivo che si rafforza significativamente rispetto alla precedente rilevazione (13,6% contro 7,6%).

In relazione alla domanda interna si osserva un significativo miglioramento rispetto al precedente trimestre, e il saldo evidenzia ancora una prevalenza di ipotesi di crescita della domanda per i successivi tre mesi (17,2% contro 16,4%). L’analisi puntuale evidenzia una riduzione della quota di imprese con previsioni di diminuzione della domanda domestica (10,8% contro 11,7%), alla quale si è associata una stabilizzazione della frazione d’imprese con stime di aumento (28% contro 28,2% della rilevazione del primo trimestre 2021). Tale trend ha rafforzato – anche in questo caso – la quota di imprese con stime di stabilità, che accomuna il 61% delle imprese del campione (60% nel precedente trimestre).

L’analisi delle componenti della domanda evidenzia inoltre una riduzione del saldo finale delle risposte (differenza tra ipotesi di aumento e diminuzione) per la domanda estera, che arretra di un punto e mezzo rispetto al precedente trimestre (18,1% contro 19,6%).

Il quadro di dettaglio, oltre a mostrare una rilevante diminuzione della quota di imprese con stime di decrescita per il prossimo trimestre (9,7% contro 11,9% del primo trimestre 2021), evidenzia una riduzione di tre punti percentuali della quota di imprese con stime in aumento (27,8% contro 30,8%). Tali dinamiche si sono riflesse in un rafforzamento rilevante delle imprese con aspettative di stabilità della domanda dai mercati esteri (62,5% contro 58%).

 

 

 

Il confronto tra piano qualitativo complessivo, espresso dall’indicatore sintetico delle aspettative (che sintetizza le componenti di stime delle imprese: produzione, domanda e occupazione) e piano quantitativo – espresso dall’indicatore relativo al ciclo di breve termine della produzione industriale – registra una convergenza sostanziale degli andamenti, con una netta inversione in senso positivo del ciclo della produzione che recupera in misura significativa rispetto al trend decelerativo che aveva fin qui evidenziato.

Il ciclo della produzione inizia infatti a recepire i primi segnali trimestrali di ripresa; su un piano differente si colloca invece l’indicatore sintetico delle aspettative delle imprese, per il quale si osserva una tendenza attendista sulla quale gravano le ipotesi di trend rialzisti dei prezzi delle materie prime.

 

 

 

I dati dell'indagine congiunturale sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons

MI
MB
LO
Trimestre
Primo
Anno
2021
Settori

Nonostante un arretramento complessivo delle esportazioni (-3,8%), il dettaglio territoriale per Milano declinato sui settori registra segnali di ripresa da diversi comparti di attività, inclusi alcuni dei rami manifatturieri di punta dell’export ambrosiano, quali la filiera del tessile, abbigliamento, pelli e accessori (+4,3%) e il settore dei macchinari e apparecchi (+2,5%).

Considerando i settori portanti dell’export milanese, nel primo trimestre 2021 si è registrata su base annua una flessione a due cifre per la farmaceutica (-34,1%), la dinamica esportativa evidenzia infatti una contrazione di circa 700 milioni di euro.

Proseguendo nell’analisi, si è osservata una crescita significativa dell’export per il comparto dei prodotti elettronici e ottici (+19,9%), oltre 110 milioni rispetto al primo trimestre dello scorso anno. Incrementi rilevanti delle esportazioni si sono inoltre palesati anche per le industrie dei prodotti elettrici (+13,1%), in crescita di circa 100 milioni.

I segnali di ripresa delle esportazioni manifatturiere hanno inoltre coinvolto con diversa intensità di scala sia le industrie alimentari e delle bevande (+15,8%) sia i comparti dei mezzi di trasporto (+8,3%) e della gomma-plastica (+7,4%), mentre più contenuti si sono rivelati gli aumenti registrati dai prodotti in metallo (+2,7%) e dal settore chimico (+1,4%).

Relativamente ai flussi importativi, la ripresa complessiva che si è osservata nel trimestre (+6,2%) è frutto di dinamiche divergenti tra i settori.

Il trend positivo che si è registrato è da ascrivere, tra le principali merceologie in entrata, ai prodotti elettronici e ottici (+16,3%), chimici (+6,4%) e ai mezzi di trasporto (+6%).

Sostenuti incrementi si sono inoltre palesati per le importazioni di prodotti in metallo (+15,9%), apparecchi elettrici (+13,8%), prodotti in gomma-plastica (+12,6%), macchinari e apparecchi (+8,5%), mentre in ampia flessione si sono rivelate le importazioni di prodotti farmaceutici (-11%).

 

 

 

Aree geoeconomiche globali

Le direttrici geografiche dell’export milanese evidenziano nel primo trimestre 2021 una netta divaricazione delle dinamiche tra i mercati europei – in crescita – ed extra europei, dove si registra invece una pesante flessione delle esportazioni verso le Americhe (-39,8%), ascrivibile al crollo dell’export diretto verso gli USA (-48,1%).

Relativamente al mercato principale di sbocco, ossia l’Europa, i flussi esportativi hanno ripreso a crescere in misura significativa rispetto al primo trimestre dello scorso anno (+8,6%), incrementandosi in valore per oltre 500 milioni di euro. Su tale dinamica ha inciso in misura più ampia l’incremento dell’export diretto verso i mercati esterni al perimetro comunitario (+19%) rispetto alle piazze di destino dell’Unione Europea (+3,5%).

Per quanto concerne i mercati del continente asiatico, il primo trimestre 2021 ha registrato un moderato aumento complessivo (+0,9%), sul quale hanno inciso in misura particolare gli arretramenti dell’export riscontrati nei mercati del Medio Oriente (-2,2%) e dell’Asia Centrale (-3%) a eccezione dell’India (+6,8%). Relativamente all’Asia Orientale, il primo mercato in valore nel continente per l’area milanese, l’incremento ottenuto (+2,5%) deriva in primo luogo dalla crescita a due cifre registrata verso la Cina (+22,4%) e secondariamente dalle piazze minori dell’export dell’area milanese presenti nell’area, come Taiwan (+28,3%).

A tali dinamiche si sono contrapposte le flessioni delle esportazioni verso alcuni dei mercati principali dell’estremo oriente asiatico: Giappone (-16,2%) e Singapore (-10,5%), ai quali si sono associati gli arretramenti registrati verso la Corea del Sud (-1%) e la zona speciale cinese di Hong Kong (-1,6%).

 

 

Dettaglio europeo

Nel primo trimestre 2021 si è osservata una significativa ripresa della capacità esportativa dell’area milanese verso il continente europeo (+8,6%), coinvolgendo in primo luogo i mercati esterni allo spazio comune europeo (+19%). Nonostante l’uscita del Regno Unito dall’Unione, le esportazioni dirette oltre Manica hanno registrato una progressione inusuale (+97,2%), distanziando ampiamente l’aumento ottenuto verso la Svizzera (+9,3%), mentre sul fronte opposto si sono collocate le dinamiche dell’export registrate verso la Turchia e la Russia, entrambe in cospicuo arretramento (rispettivamente -6,7% e -5,9%).

Se consideriamo la dinamica dell’export verso l’Unione Europea (+3,5%), la crescita che si è palesata nel trimestre ha interessato l’80% dei mercati di destino. Tra i partner comunitari più rilevanti per il sistema esportativo milanese, possiamo osservare che la progressione è stata trainata in particolare dai significativi incrementi ottenuti nei mercati storici di: Olanda (+14,7%), Belgio (+10,4%), Francia (+6,5%), Spagna (+6,2%) e Germania (+4,2%) e da quello emergente della Polonia (+12%); a questi si sono associati – tra le mete principali dell’export – gli aumenti registrati verso Romania (+14,5%) e Austria (+4,8%).

 

 

MI
Trimestre
Primo
Anno
2021
Indice del fatturato del commercio

Il primo trimestre 2021 si è chiuso per il commercio al dettaglio milanese con un’ulteriore frenata del volume d’affari. La flessione registrata ha collocato l’indice del fatturato a 73,8 (75,7 nel trimestre precedente), lontano quindi sia dal valore di parità fissato nell’anno base 2010 sia dal livello raggiunto prima della pandemia, essendo inferiore di circa 15 punti rispetto alla media del fatturato del 2019.

La dinamica si è espressa su base trimestrale attraverso una contrazione del fatturato per l’area milanese ampiamente superiore a quanto rilevato in Lombardia (rispettivamente -2,5% e -1,8% destagionalizzato).

Se consideriamo la dinamica tendenziale, il differenziale di performance rispetto allo scorso anno evidenzia una situazione ancora critica per il commercio: la flessione registrata nel primo trimestre (-6,9%) si colloca infatti in linea con il trend rilevato nel corso del 2020.

La persistenza del contesto recessivo è stata influenzata sul piano dimensionale dall’intensa caduta del fatturato che, dalle micro e piccole imprese, si è diffusa al segmento delle medie e grandi unità del commercio. Tale dinamica si è riflessa sul lato settoriale in misura quasi omogenea tra i differenti comparti di attività con una scala di escursione circoscritta tra i settori.

 

 
Classi dimensionali

La declinazione del commercio al dettaglio milanese attraverso le classi dimensionali mostra che il sentiero discendente del fatturato non accenna a diminuire d’intensità. Nel primo trimestre 2021 gli effetti della pandemia non si sono ancora esauriti, registrando un ulteriore rafforzamento in relazione all’estendersi dalle realtà d'impresa micro e piccola a quelle di media e grande dimensione.

L’andamento complessivo, e anche dimensionale, evidenzia un trend nettamente peggiore per l’area metropolitana milanese rispetto alla regione, dove per la maggior parte delle classi dimensionali – a eccezione delle imprese oltre i 200 addetti – si è osservato un contenuto arretramento del fatturato.

Il quadro di dettaglio degli indicatori del commercio milanese registra pertanto una rilevante flessione del volume d’affari delle imprese da 3 a 9 addetti (-6,2%), il confronto con la Lombardia certifica inoltre una situazione di maggiore sofferenza in ambito locale delle micro imprese del commercio rispetto alla medesima tipologia presente nel territorio lombardo (-2%).

Considerazioni analoghe emergono anche nei confronti delle piccole imprese e delle unità da 50 a 199 addetti, per le quali si osserva una caduta del fatturato di rilevanti dimensioni per il commercio milanese (-7,1% e -4,5% rispettivamente), mentre in ambito regionale si registra una contrazione limitata per la prima tipologia o addirittura nulla come nel caso delle medie imprese.

Per le imprese oltre i 200 addetti, si è osservata una pesante flessione del fatturato nell’area metropolitana (-11,2%), nettamente superiore all’andamento registrato nel territorio della regione (-4,3%).

 

 

Settori

Relativamente ai settori del commercio al dettaglio, in generale le dinamiche hanno palesato un ampio differenziale di performance tra area milanese e regione. In particolare, se analizziamo i comparti di attività rientranti nel perimetro del segmento non alimentare, l’andamento a livello metropolitano palesa una decisa flessione del fatturato (-6,6%), che si pone in netta controtendenza rispetto alla Lombardia, dove il comparto ha espresso un limitato aumento del volume d’affari (+0,8%).

Relativamente ai comparti rientranti nel novero del commercio alimentare, si è osservata un’intensificazione dei trend decrescenti rilevati in precedenza nei territori, soprattutto in Lombardia, dove il settore ha ampliato in misura considerevole le perdite rispetto allo scorso anno: le dinamiche tendenziali evidenziano pertanto dei significativi arretramenti sia nell’area milanese sia in ambito regionale (rispettivamente -5,7% e -4,8%).

Per quanto concerne il commercio despecializzato, il settore ha continuato a soffrire delle rilevanti flessioni del fatturato che si sono estese dal contesto metropolitano a quello lombardo, in precedenza risparmiato dal trend negativo. In ambito milanese si è pertanto osservata una nuova significativa flessione del fatturato (-7,5%), che si manifesta in misura cospicua anche in ambito regionale (-4,2%).

 

Previsioni per il secondo trimestre 2021

Il quadro previsivo delle imprese operanti nel commercio al dettaglio registra – per il secondo trimestre 2021 – un miglioramento dei saldi complessivi delle risposte (differenza tra ipotesi di aumento e di diminuzione) in particolare per il fatturato.

Il quadro di dettaglio delle aspettative per i successivi tre mesi segnala per il secondo trimestre 2021 un miglioramento più pronunciato per il fatturato e l’occupazione, rispetto agli ordini rivolti ai fornitori.

Con riferimento al fatturato, il quadro previsivo evidenzia – a confronto con i tre mesi precedenti – un dimezzamento della frazione d’imprese con stime di diminuzione del fatturato che ora rappresentano il 23,8% del totale, a fronte di un rafforzamento significativo della quota di operatori con aspettative di aumento pari al 29,9% (11,8% nella precedente rilevazione), il saldo complessivo che ne deriva (aumento – diminuzione) è quindi passato da un intorno negativo a uno positivo (6,1%).

Se consideriamo gli ordini rivolti ai fornitori, si osserva un miglioramento delle stime rispetto alla rilevazione precedente, tuttavia il saldo si mantiene, seppure di poco, in un ambito negativo (-1,4%), essendo prevalenti le ipotesi di ulteriore diminuzione per il prossimo trimestre (24,1%), rispetto agli operatori ottimisti (22,6%).

In relazione all’occupazione, le previsioni continuano a caratterizzarsi per un quadro di stabilità, tuttavia il saldo tra ottimisti e pessimisti calcolato sulle restanti frazioni dei rispondenti segnala un miglioramento (2,3%) rispetto alla rilevazione del precedente trimestre.

 

 
Largo consumo confezionato

Nel primo trimestre 2021, i canali di vendita super e iper della grande distribuzione hanno registrato su scala metropolitana milanese allargata alla provincia di Monza, una flessione del fatturato ottenuta dai prodotti del largo consumo confezionato e una caduta più intensa delle vendite fisiche operate a scaffale.

In relazione al sistema della grande distribuzione del Lodigiano si è invece osservata una progressione contenuta del fatturato, a consolidamento del trend registrato in precedenza, mentre sotto il profilo delle unità vendute, i punti vendita della grande distribuzione hanno registrato una brusca battuta d’arresto inserendosi nella dinamica negativa che ha caratterizzato il territorio milanese e monzese e in generale della Lombardia.

Passando all’analisi del quadro territoriale, il sistema distributivo della GDO di Milano e Monza, dopo la crescita su base annua registrata a fine 2020, nel primo trimestre 2021 la dinamica ha palesato un rilevante arretramento del fatturato (-2,6%) e un’intensa flessione delle vendite fisiche a magazzino (-6,2%).

Su un piano differente si colloca la dinamica della grande distribuzione di Lodi, dove nel trimestre si osserva una divergenza tra fatturato in contenuto aumento (+1%) e unità vendute in flessione (-2%).

I confronti territoriali tra la GDO locale e il sistema distributivo regionale e nazionale evidenziano che i canali distributivi iper e super di Milano e Monza, rispetto a quelli di Lodi, della Lombardia e in particolare dell’Italia, registrano una performance peggiore sia sul piano del fatturato che delle vendite fisiche operate a scaffale.

Il quadro di dettaglio dei territori mostra in prima battuta che l’intensa flessione delle unità vendute è un fenomeno che interessa in particolare il territorio della Lombardia (-3,3%) e con diverse intensità di scala le sue province – in particolare le aree incluse nel perimetro dell’area vasta di Milano, Monza e Lodi – mentre per la grande distribuzione nazionale la dinamica delle unità vendute ha palesato una contrazione molto contenuta (-0,1%).

 

Il dettaglio della GDO milanese e monzese per tipologia merceologica evidenzia che l’unica merceologia in crescita è il segmento delle bevande (+9,4%). Gli apporti più significativi alla flessione del fatturato sono invece ascrivibili ai prodotti del segmento “non food”, ossia ai reparti per la cura della persona (-12,8%) e della casa (-10,8%).

In relazione alle merceologie alimentari, il fatturato ha registrato un arretramento significativo per i prodotti della drogheria alimentare (-4,5%), mentre più limitati sono stati gli apporti negativi palesati dal fresco alimentare (-1,4%) e dai prodotti del freddo (-0,5%).

In relazione alle unità vendute, i prodotti del segmento “non food” – ossia cura della persona e della casa (rispettivamente -16,3% e -11%) – hanno contribuito in misura determinante a trainare al ribasso la dinamica dei magazzini di supermercati e ipermercati dell’area milanese e monzese.

Il quadro di dettaglio per tipologia di prodotto certifica inoltre una dinamica particolarmente negativa per la drogheria (-8%), a cui si sono associate le consistenti contrazioni registrate dai reparti del fresco alimentare (-4,8%) e delle bevande (-3%), mentre più contenuta si è palesata la dinamica per i prodotti del freddo (-1,7%).

Per quanto concerne la GDO della provincia di Lodi, l’aumento del fatturato è ascrivibile in primo luogo alla crescita a due cifre registrata dalle bevande (+10,6%) e dalle tipologie di prodotto rientranti nel perimetro del fresco alimentare (+5,1%) a cui si sono associati gli aumenti di fatturato più limitati, ottenuti dai prodotti della drogheria alimentare (+1,3%) e del freddo (+0,6%).

Anche per la grande distribuzione del Lodigiano, le flessioni più consistenti del fatturato si sono palesate nell’ambito dei reparti dei prodotti per la cura della persona e della casa (rispettivamente -14,6% e -9,8%). Tale andamento si è replicato anche dal lato dei volumi di vendita, infatti, analogamente a quanto registrato dal fatturato e in linea con quanto rilevato nella GDO dei territori di Milano e Monza, la flessione delle vendite fisiche a magazzino è da ascrivere ai reparti afferenti ai prodotti per la cura della persona e della casa (rispettivamente -15,8 e -9,8%). Arretramenti consistenti delle vendite fisiche operate a scaffale si sono inoltre palesati per i prodotti della drogheria alimentare e del freddo (rispettivamente -2,4% e -2,2%). Gli unici aumenti delle unità vendute che si sono manifestati hanno invece riguardato i prodotti del fresco alimentare (+0,9%) e delle bevande (+0,5%); tuttavia il limitato apporto di entrambi alla dinamica non è riuscito a incidere in misura sostanziale sull’andamento complessivo dei volumi di vendita della GDO lodigiana.

 

 
MI
Trimestre
Primo
Anno
2021
Indice del fatturato dei servizi

Dopo la flessione del fatturato di oltre 13 punti nel 2020, il primo trimestre 2021 è caratterizzato – per il terziario milanese – da un primo accenno d’inversione della tendenza negativa attraverso una limitata progressione dell’indice del fatturato (95,5 contro 95 del trimestre precedente), che ha collocato il valore dell’indice a un livello inferiore rispetto al valore di parità assunto nell’anno base 2010.

Per il terziario milanese, tale dinamica ha determinato un aumento del fatturato, al netto degli effetti stagionali, circoscritto a mezzo punto percentuale rispetto al precedente trimestre, evidenziando tuttavia una performance migliore rispetto alla Lombardia, dove perdura un contesto pesantemente recessivo (-2,6% destagionalizzato).

Se consideriamo la dinamica tendenziale, si registra ancora un differenziale negativo rispetto al primo trimestre dello scorso anno. La flessione del volume d’affari (-1,7%), pur mostrando una rilevante decelerazione della dinamica rispetto ai precedenti trimestri, rimanda ancora a quelli successivi per il pieno recupero del fatturato al livello raggiunto prima della pandemia: l’andamento complessivo del fatturato è infatti ancora inferiore di 15,9 punti percentuali a confronto con la media del 2019.

 

 
Le classi dimensionali

La dinamica tendenziale delle classi dimensionali d’impresa registra, nel primo trimestre 2021, un iniziale recupero per le imprese più strutturate del settore; il percorso recessivo inizia pertanto a mostrare un segnale d’inversione, che dovrà tuttavia estendersi e consolidarsi nel corso dei successivi trimestri.

Il confronto territoriale tra area metropolitana e regione, pur evidenziando una simile dinamica complessiva del fatturato (-1,7% e -1,8% rispettivamente), mostra tuttavia delle differenziazioni tra gli andamenti locali e quelli regionali in relazione alle classi d’impresa: in Lombardia si rileva infatti un grado di sofferenza maggiore per le micro imprese rispetto all’area milanese, sempre in ambito regionale le medie imprese mostrano un primo recupero del volume d’affari, che si affianca a quanto registrato per le unità oltre i 200 addetti, che registrano un incremento superiore a quanto ottenuto dall’analoga tipologia in ambito milanese, dove le medie imprese evidenziano invece ancora una dinamica involutiva rispetto allo scorso anno.

Se consideriamo il territorio metropolitano, la declinazione del percorso recessivo su scala dimensionale indica ancora che le maggiori criticità sono ascrivibili al segmento delle micro e piccole imprese.

Il quadro di dettaglio registra pertanto per le unità da 3 a 9 addetti una flessione del fatturato (-7,3%) abbondantemente superiore al dato totale del terziario milanese, ma inferiore di oltre 1 punto rispetto all’analoga classe dimensionale presente in Lombardia (-8,4%).

In relazione alle imprese da 10 a 49 addetti, il rilevante arretramento del volume d’affari (-4,8%) registrato nel primo trimestre 2021, oltre a essere superiore alla dinamica del comparto, è più intensa rispetto alla stessa tipologia d'impresa presente nel territorio della regione (-4,1%).

Se consideriamo le medie e grandi imprese dei servizi, emergono delle differenze sostanziali tra la dinamica metropolitana e quella lombarda. In particolare, le imprese tra 50 e 199 addetti subiscono in ambito milanese una cospicua flessione del fatturato (-3,2%), che si pone in netta controtendenza rispetto a quanto evidenziato in Lombardia, dove si osserva invece una contenuta progressione (+0,8%).

In relazione alle grandi imprese, rispetto al primo trimestre dello scorso anno la dinamica palesa una sostenuta crescita del volume d’affari sia in provincia di Milano che in Lombardia; tuttavia l’incremento messo a segno nel territorio milanese è nettamente inferiore per intensità rispetto a quanto ottenuto in ambito regionale (+5,7% e +6,6%).

 

I settori

L’analisi dei settori che compongono il terziario dell’area metropolitana milanese registra nel primo trimestre 2021 la continuazione del percorso recessivo tracciato nel precedente anno per le imprese appartenenti al comparto degli alberghi e dei ristoranti, con una dinamica negativa molto più intensa per il territorio milanese rispetto alla regione.

La disamina puntuale degli andamenti evidenzia pertanto una nuova significativa flessione del fatturato per le attività della ristorazione e dell’ospitalità alberghiera dell’area milanese (-43,1%), superiore di 9,5 punti rispetto allo stesso comparto in Lombardia (-33,6%).

Se consideriamo gli altri settori, possiamo osservare che per il commercio all’ingrosso iniziano a palesarsi dei significativi recuperi del volume d’affari rispetto allo scorso anno. La crescita del fatturato ha infatti interessato sia le imprese operanti nell’area milanese (+12,%) sia le unità localizzate nel territorio della regione (+11%).

In relazione ai servizi alle imprese, il primo trimestre 2021 si è chiuso con una limitata progressione del volume d’affari sia in ambito milanese (+2,2%) che lombardo (+3,1%). L’aumento registrato costituisce un indubbio segnale positivo per il terziario, considerando l’incidenza del comparto sulla struttura occupazionale complessiva (oltre 68%).

Infine tra i comparti ancora in sofferenza si registra una nuova contrazione del fatturato per i servizi alle persone, con un grado recessivo maggiore per le imprese operanti in Lombardia rispetto a quelle attive nell’area metropolitana milanese (rispettivamente -12,1% e -4,5%).

 

Previsioni per il secondo trimestre 2021

Il quadro previsivo espresso dalle imprese dei servizi registra un miglioramento del saldo complessivo delle risposte (differenza tra ipotesi di aumento e di diminuzione): le aspettative per il secondo trimestre 2021 segnalano infatti un recupero sia per il fatturato sia per l’occupazione.

Le previsioni degli operatori sono tuttavia ancora suscettibili di cospicui condizionamenti dettati dall’evoluzione epidemiologica e dai provvedimenti legislativi messi in atto per l’uscita dalla fase acuta dell’emergenza sanitaria.

I saldi presentano per entrambe le dimensioni di analisi una prevalenza dei giudizi di aumento rispetto alle stime di diminuzione e permangono vincolati a un contesto prospettico lontano dalla normalizzazione, soprattutto nei confronti dei flussi turistici da cui dipendono in ampia misura i servizi del territorio metropolitano afferenti ai comparti dell’ospitalità e della ristorazione.

Con riferimento al fatturato, il quadro previsivo delle imprese del terziario milanese per il secondo trimestre 2021 evidenzia un saldo complessivo positivo (8,5%), indice di un rafforzamento sia della quota di operatori con stime di crescita (27,2% contro 19,6% della rilevazione precedente) sia della frazione di imprese con prospettive di stabilità per i successivi tre mesi (54,2% contro 49,9%); tali andamenti si sono accompagnati a un drastico decremento della quota di imprese con aspettative di diminuzione del fatturato rispetto alla precedente rilevazione (18,7% contro 30,5%).

In relazione all’occupazione, l’evoluzione delle previsioni continua ad assumere un carattere di stabilità, poiché oltre il 72% dei rispondenti si colloca in tale segmento di stima.

 

 
MI
MB
LO
Trimestre
Primo
Anno
2021
Indice della produzione industriale

Il primo trimestre 2021 certifica una fase di pesante recessione che sta interessando l’artigianato manifatturiero milanese coinvolgendo in misura massiccia sia la produzione sia le dimensioni del fatturato e degli ordini.

La nuova significativa caduta trimestrale della produzione si è espressa attraverso una flessione di 3 punti dell’indice (76,6 contro 79,8), corrispondente a una perdita, al netto degli effetti stagionali, del 4% rispetto al precedente trimestre.

La nuova caduta dei volumi prodotti, se si esclude il punto di minimo toccato nel secondo trimestre 2020 (68,5), rappresenta per la manifattura artigiana milanese il secondo peggior risultato in chiave storica degli ultimi 11 anni, con riflessi negativi sulla dinamica tendenziale già duramente provata nel corso del 2020, avendo cumulato una perdita media dei volumi prodotti del 14%.

 

 
Analisi congiunturale

I segnali di ripresa dell’attività manifatturiera, seppur timidi, non hanno coinvolto il comparto artigiano, che continua nella sua fase discendente sia nei confronti della dinamica produttiva che degli indicatori afferenti al fatturato e agli ordini. Il trend recessivo accomuna l’area milanese alla dinamica espressa dal settore a livello regionale, sebbene nel primo trimestre 2021 l’artigianato manifatturiero metropolitano evidenzi una flessione produttiva e del fatturato più marcata rispetto al contesto regionale; per il portafoglio ordini è invece l’artigianato lombardo a essere stato interessato da una recessione più ampia.

Per la città metropolitana, il dettaglio degli indicatori congiunturali – al netto degli effetti stagionali – registra pertanto una flessione della produzione industriale (-4% destagionalizzato), che si palesa molto più profonda rispetto alla manifattura artigiana della regione (-2,2% destagionalizzato).

L’andamento osservato sul piano produttivo si ripropone anche dal lato del fatturato: l’arretramento significativo registrato dal comparto nel territorio milanese (-3,2% destagionalizzato) non trova riscontro in ambito regionale, dove la contrazione ha assunto invece un segno relativamente più contenuto (-1,5% destagionalizzato).

In relazione al portafoglio ordini, il trend generale ha ulteriormente ampliato la fase di rilevante difficoltà per il settore espressa nella precedente rilevazione, la dinamica si è infatti instradata verso un sentiero recessivo che ha interessato sia la manifattura artigiana milanese che quella lombarda (rispettivamente -3,1% e -5,1% destagionalizzato).

 

Analisi tendenziale

L’analisi tendenziale evidenzia una situazione ancora negativa per il manifatturiero artigiano della città metropolitana milanese che continua quindi nel suo trend recessivo, mentre nel territorio della Lombardia il settore registra un primo accenno di recupero dell’attività industriale sia sotto il profilo della produzione sia in relazione al fatturato e agli ordini.

In particolare, per l’area metropolitana l’evoluzione del contesto industriale evidenzia ancora una fase di arretramento generale che coinvolge non solo la dimensione produttiva, ma anche gli indicatori afferenti alle vendite industriali e alle commesse acquisite dal mercato.

Il quadro di dettaglio degli indicatori certifica pertanto una contrazione della produzione industriale (-1,3%) che si pone in netta controtendenza rispetto alla performance evidenziata dal settore in Lombardia (+5,5%), dove l’artigianato ha iniziato la fase di recupero dopo le pesanti perdite subite nel corso del 2020.

Se consideriamo il fatturato e le commesse acquisite attraverso gli ordinativi, osserviamo che anche per essi il quadro complessivo registra degli andamenti nettamente più sfavorevoli per il contesto milanese rispetto alla Lombardia. Per l’artigianato milanese, il dettaglio degli indicatori mostra pertanto una contrazione del fatturato, che – seppure circoscritta (-0,5%) – è ancora in un quadrante negativo per il settore, mentre in ambito regionale l’incremento rilevato (+6,8%) è indicativo di un avvio di ripresa.

In tale contesto, ma con un’intensità di scala maggiore, si colloca la dinamica degli ordini, espressione di un sentiero regressivo e con una dinamica assimilabile alla produzione. Rispetto al primo trimestre dello scorso anno, gli ordini dell’artigianato milanese registrano infatti un’ulteriore flessione (-0,9%), in antitesi rispetto al contesto regionale (+3%).

 

Previsioni per il secondo trimestre 2021

Il consistente recupero delle aspettative delle imprese artigiane sull’evoluzione del quadro congiunturale per il prossimo trimestre, non muta sostanzialmente il contesto entro il quale esse si muovono, dato che si osserva ancora una netta prevalenza di giudizi pessimisti in relazione alla produzione, alla domanda espressa dai mercati e all’occupazione.

Il quadro entro cui si esprimono le aspettative delle imprese artigiane è ancora caratterizzato da un significativo livello di incertezza legato innanzitutto all’evoluzione della curva pandemica e alla campagna vaccinale, ma anche ai provvedimenti legislativi per le iniziative di sostegno verso le piccole e medie imprese e infine al sentiment derivante dall’orizzonte di recupero dei livelli produttivi pre-pandemia, collocato non a breve termine.

L’analisi puntuale dei saldi delle risposte (differenza tra ipotesi di aumento e diminuzione) relativa alla produzione industriale mostra un clima complessivo ancora negativo, come evidenziato dal saldo pari a -5%.

Il dettaglio delle aspettative evidenzia che il 24,8% delle imprese dell’artigianato manifatturiero milanese stima una nuova flessione della produzione nel secondo trimestre 2021, mentre la quota di operatori economici che prevede un aumento si è rafforzata, seppure di poco, rispetto alla precedente rilevazione (19,5% contro 12,4%). Si è invece ulteriormente espansa la tendenza attendista: il 55,6% dei rispondenti si aspetta infatti una stabilità del livello produttivo per il trimestre successivo.

Gli andamenti stimati per la produzione si ripropongono, seppure con intensità di scala differenti, anche per la domanda interna. Il saldo complessivo è infatti ancora negativo (-6,3) ed è determinato dalla prevalenza dei giudizi pessimisti sull’evoluzione della domanda nel secondo trimestre 2021. Il quadro di dettaglio registra pertanto che il 23,6% delle imprese rispondenti ipotizza una flessione degli ordinativi nei successivi tre mesi, mentre la quota con stime di aumento si colloca al 17,3%. La porzione più consistente di imprese, pari al 59,9%, si aspetta invece un’invarianza della situazione a fine giugno 2021, determinando un saldo finale pari a -22,5%, simile a quanto osservato per la produzione.

In relazione all’occupazione, l’ipotesi di invarianza del livello è condivisa dall’84,3% degli operatori artigiani intervistati. L’attesa di aumento è condivisa solo dal 5,8% delle imprese, mentre la quota di coloro che stimano un’ulteriore di diminuzione si colloca al 10,4%; il saldo complessivo che ne deriva è quindi ancora negativo (-5,2%).

 

 

 

I dati dell'indagine congiunturale sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons

MI
MB
LO
Trimestre
Primo
Anno
2021
Indice della produzione industriale

Nel primo trimestre 2021, i recuperi tendenziali dell’attività industriale sul piano produttivo, del fatturato e degli ordini non hanno ancora prodotto un deciso orientamento di crescita attraverso la dinamica congiunturale.

Le rilevanti cadute che si sono manifestate nel corso del 2020 come conseguenza della pandemia inducono a contestualizzare con prudenza le progressioni registrate nel primo trimestre 2021.

Se consideriamo la dinamica dell’indice della produzione industriale, si rileva un lieve recupero rispetto al trimestre precedente (104,9 contro 104,8), mentre il fatturato ha evidenziato una sostanziale stagnazione. Notizie ampiamente positive provengono invece dal ciclo degli ordini, in aumento dopo la battuta d’arresto del precedente trimestre. Il percorso di recupero dell’attività produttiva deve quindi consolidarsi nei trimestri successivi, essendo ancora presenti delle criticità per la manifattura milanese.

La chiave di lettura complessiva per il primo trimestre 2021 indica pertanto che l’industria ha riacceso i motori per far fronte a una domanda in aumento sia del mercato interno che di quello estero, il quale è legato in particolare al ciclo della domanda tedesca che riflette a sua volta la ripresa della produzione in Asia e soprattutto in Cina. L’uscita definitiva dal ciclo della recessione deve tuttavia consolidarsi dato che sulle prospettive di rafforzamento dell’attività industriale gravano delle incognite legate all’approvvigionamento delle materie prime e alla crescita dei prezzi nei mercati internazionali, ipotizzati in aumento sostenuto per il 2021: le stime contenute nell’Outlook di aprile del FMI evidenziano un aumento delle quotazioni del 32% per i metalli e del 42% per il petrolio. Tali dinamiche riflettono sia segnali di scarsità sui mercati dei prodotti sia manovre di carattere speculativo che possono interessare soprattutto i metalli.

In particolare, per la manifattura milanese le dinamiche si sono riflesse sia attraverso una significativa crescita del costo globale delle materie prime per il magazzino (+10,4% su base annua) e di ricostituzione delle scorte per far fronte ai processi produttivi sia attraverso un aumento dei prezzi dei prodotti finiti (+3,7% su base annua).

 

 
Analisi congiunturale

Per l’industria manifatturiera milanese, il primo trimestre 2021 si è chiuso con un modesto aumento della produzione e una stagnazione del fatturato rispetto al precedente trimestre, entrambi indicativi di una fase ancora interlocutoria di ripresa effettiva, che trova nella crescita degli ordini un primo elemento concreto per l’uscita definitiva dalla dimensione emergenziale.

L’esame puntuale dei dati rispetto al trimestre precedente sottolinea un aumento di lieve entità della produzione (+0,1% destagionalizzato), che si inserisce nel contesto regionale di graduale ripresa dei volumi (+0,2% destagionalizzato).

Il confronto tra area metropolitana milanese e Lombardia evidenzia invece un disallineamento più intenso in relazione al fatturato e agli ordini.

Relativamente al fatturato, a fronte della stagnazione della manifattura milanese l’industria lombarda realizza nel trimestre un incremento superiore alla propria dinamica produttiva (+0,5% destagionalizzato).

La divergenza degli andamenti tra area milanese e regione si amplifica invece a vantaggio dell’area metropolitana se consideriamo gli ordini acquisiti, sia nel mercato interno che in quello estero.

La dinamica congiunturale delle commesse palesa una crescita significativa per l’industria milanese che si esplicita attraverso un incremento rilevante proveniente dal mercato interno (+6,1% destagionalizzato) e in una ripresa degli ordini di matrice estera (+4,5% destagionalizzato), caratterizzandosi quindi per un ritmo di espansione più marcato rispetto a quanto registrato dall’industria nel territorio regionale (+1,3% destagionalizzato per entrambi).

 

Analisi tendenziale

La dinamica tendenziale rileva un quadro positivo per l’industria manifatturiera milanese: gli incrementi ottenuti sotto il profilo produttivo e degli ordini sono sufficienti a colmare i differenziali negativi registrati nel corso del 2020, mentre per il fatturato tale prospettiva è ancora lontana.

Complessivamente le dinamiche tendenziali, in relazione alla produzione, al fatturato e agli ordini evidenziano una performance più contenuta per l’area milanese rispetto alla regione.

Dal lato della produzione, la crescita ottenuta dalla manifattura milanese nel primo trimestre 2021 (+6,8%) consente di recuperare il gap della situazione pandemica, altrettanto non si rileva invece per l’industria lombarda, nonostante l’espansione ottenuta rispetto allo scorso anno (+8,7%).

In relazione al fatturato, la crescita osservata (+9,4%) non ha ancora consentito il pieno recupero dei livelli pre-pandemici.

L’andamento tendenziale registra un incremento più ampio per le vendite realizzate dalla manifattura in ambito domestico (+10,7%), inferiore tuttavia per intensità alla crescita del fatturato registrata dall’industria nel territorio regionale (+11,8%). Il differenziale di performance si amplia però se consideriamo i mercati esteri, evidenziando una divaricazione significativa tra la crescita registrata dalla manifattura regionale (+10,2%) e quella dell’industria metropolitana (+7,3%).

I differenziali di performance tra area milanese e Lombardia si replicano in misura più netta se analizziamo le commesse acquisite dai mercati attraverso gli ordini.

Il focus sugli indicatori afferenti al portafoglio ordini registra per l’area milanese un aumento complessivo delle commesse (+9,4%) inferiore a quanto ottenuto dalla manifattura regionale (+11,8%).

In particolare, la suddivisione tra i mercati palesa per l’industria metropolitana un incremento delle commesse interne (+10,1%), largamente superiore alla dinamica degli ordini acquisiti dai mercati esteri (+8,3%), confermando quindi la ripresa più marcata dei mercati domestici rispetto a quelli esteri già evidenziata dalla dinamica del fatturato.

Il confronto territoriale con la regione conferma un differenziale di performance che avvantaggia il sistema industriale della Lombardia sia nei confronti dei mercati interni che esteri (+12,6% e +10,5%).

 

Dinamiche a confronto

Relativamente alle dinamiche espresse dagli indici della produzione industriale, l’intensità dalla crescita dei volumi produttivi si è manifestata in maniera differente tra i sistemi industriali.

La ripresa nel primo trimestre 2021 ha mostrato un ritmo più intenso per l’industria dell’Eurozona rispetto a quella dell’area metropolitana milanese e della Lombardia.

L’analisi puntuale dei trend registrati nel primo trimestre evidenzia un rallentamento della dinamica dell’industria milanese e lombarda, palesando quindi un appiattimento dei sistemi manifatturieri locali rispetto a quello europeo, che oltre a evidenziare una dinamica di crescita più pronunciata, riduce significativamente il suo gap di performance nei confronti dell’industria milanese e lombarda.

 

 
Mercato del lavoro

Il ritorno a una parziale normalizzazione dell’attività industriale nel primo trimestre 2021 ha registrato dei riflessi positivi sugli indicatori del mercato del lavoro, in particolare sull’utilizzo degli strumenti della cassa integrazione guadagni (CIG). Sia la quota di imprese utilizzatrici della CIG sia l’incidenza delle ore sul monte ore di lavoro complessivo si sono ridotte ulteriormente rispetto al precedente trimestre.

Il focus sulla CIG del trimestre evidenzia una diminuzione della quota delle imprese utilizzatrici di 1 punto percentuale rispetto al precedente trimestre (23,7% contro 24,7% del quarto trimestre 2020).

Il trend discendente delle imprese utilizzatrici della CIG si è riflesso in una parallela riduzione dell’incidenza oraria della cassa integrazione in rapporto al monte ore trimestrale di lavoro effettivo di oltre mezzo punto percentuale rispetto al precedente trimestre (2,3% contro 2,9%).

Il miglioramento registrato nel trimestre si è riflesso sul mercato del lavoro: il saldo complessivo tra nuove assunzioni e cessazioni di personale è infatti positivo (+0,8%) e inverte il trend negativo registrato nei precedenti trimestri, sintomo questo di una ripresa della produzione; il dato complessivo non permette tuttavia di appurare se le nuove assunzioni siano da imputare a contratti a tempo indeterminato o sia una ripresa occupazionale trainata da tipologie contrattuali a tempo determinato.

 

 
Previsioni per il secondo trimestre 2021

Il quadro previsivo tracciato dalle imprese manifatturiere milanesi per il secondo trimestre 2021 registra un’ulteriore espansione della tendenza positiva avviata nel trimestre precedente.

L’analisi puntuale dei saldi delle risposte delle imprese manifatturiere milanesi ben sintetizzano il sentiment prevalente, recuperando anche la dimensione domestica della domanda che aveva mostrato alcune criticità nella rilevazione precedente.

Il contesto entro cui si muovono le aspettative delle imprese è tuttavia ancora soggetto a un certo grado di incertezza e possibili modifiche in funzione dell’evoluzione della pandemia.

Se scendiamo nel dettaglio delle aspettative delle imprese per il secondo trimestre 2021 possiamo osservare che le stime delle imprese per la produzione espresse dai saldi delle risposte (differenza tra ipotesi di aumento e di diminuzione) sono ampiamente positive (25,2%).

La quota di imprese con prospettive di riduzione della produzione nel breve termine si è significativamente ridotta rispetto al precedente trimestre (10,9% contro 20% del quarto trimestre 2020), determinando un parallelo aumento della frazione di operatori industriali con ipotesi di crescita (36,1% contro 24% del trimestre precedente). In tale contesto si è ridotta, anche se di poco, la quota di imprese con stime di stabilità della produzione (53,1% contro 55,8%), evidenziando quindi ancora un sentiment di prudenza che interessa oltre la metà delle imprese intervistate.

In relazione all’occupazione, le previsioni delle imprese per il prossimo trimestre indicano la stabilità come prospettiva prevalente: sentiment condiviso dal 76,3% del campione; aumenta tuttavia la quota di operatori con aspettative di crescita (15,7% contro 8,5% del precedente trimestre), mentre si riduce la frazione di imprese con stime di decrescita (8,2% contro 9,6%). Tali dinamiche si riflettono sul saldo complessivo che si colloca in ambito positivo (7,6%) e in miglioramento rispetto alla precedente rilevazione, quando le stime erano ancora negative.

Il miglioramento delle aspettative si è manifestato anche in relazione sia alla domanda dei mercati interni che di quelli esteri.

Riguardo alla domanda interna si osserva un significativo miglioramento rispetto al precedente trimestre: il saldo evidenzia una netta prevalenza di ipotesi di crescita della domanda per i successivi tre mesi (16,4% contro -5,2% del trimestre precedente). L’analisi puntuale mostra una riduzione della quota di imprese con previsioni di diminuzione della domanda domestica (11,7% contro 16,9%), alla quale si è associato un incremento della frazione d’imprese con stime di aumento (28,2% contro 24% della rilevazione del quarto trimestre 2020). Tale trend ha rafforzato – anche in questo caso – la quota di imprese con stime di stabilità, che accomuna il 60% del campione (59% nel precedente trimestre).

L’analisi delle componenti della domanda evidenzia inoltre un recupero complessivo per la domanda estera, il saldo finale delle risposte (differenza tra ipotesi di aumento e diminuzione) migliora di oltre 12 punti rispetto al precedente trimestre (19,6% contro 7,1%).

Il quadro di dettaglio, oltre a mostrare una rilevante diminuzione della quota di imprese con stime di decrescita per il prossimo trimestre (11,9% contro 16,9% del quarto trimestre 2020), evidenzia una progressione della quota di imprese con previsioni di aumento (30,8% contro 24%).

 

 

 

Il confronto tra piano qualitativo complessivo, espresso dall’indicatore sintetico delle aspettative (che raccoglie tutte le componenti delle stime espresse dalle imprese: produzione, domanda e occupazione) e piano quantitativo – esplicitato dall’indicatore relativo al ciclo di breve termine della produzione industriale – registra ancora una netta divergenza dei rispettivi andamenti.

Il ciclo della produzione non mostra ancora un segnale di riduzione del trend decelerativo, nonostante i primi segnali trimestrali di ripresa. Su un piano differente si colloca invece l’indicatore sintetico delle aspettative delle imprese, per il quale si osserva un netto recupero, passando ormai dal quadrante negativo a quello positivo.

Le aspettative delle imprese possono quindi giocare a questo punto un ruolo primario nell’invertire il percorso del ciclo della produzione, trainandolo verso un intorno positivo e consolidando quindi il percorso di ripresa della produzione per i successivi trimestri.

 

 

 

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