Milano

Abbreviazione
MI
MI
MB
LO
Trimestre
Quarto
Anno
2021
Settori

Il commercio estero della città metropolitana Milano analizzato attraverso i settori di attività economica registra una continuazione del trend di crescita nel quarto trimestre 2021 sia con riferimento all’export sia in relazione all’import, con l’unica eccezione della farmaceutica – ancora in contrazione sia rispetto alle esportazioni (-0,6%) che alle importazioni (-0,8%) – e del comparto dei macchinari e apparecchi in rilevante flessione sul fronte delle esportazioni (-2%).

Il focus di analisi sui settori principali dell’export milanese evidenzia nel quarto trimestre 2021 un’ulteriore accelerazione su base annua della dinamica esportativa per la filiera del tessile, abbigliamento, pelli e accessori: le esportazioni verso i mercati esteri hanno superato i 2,5 miliardi di euro (+38,4%), aumentando in valore il differenziale verso il settore delle macchine e apparecchi fermo a 1,9 miliardi di euro circa (-2%), confermandosi quindi per importanza quale primo comparto esportativo dell’area metropolitana milanese.

La continuazione del percorso di ripresa della domanda estera si è inoltre riflessa sulla dinamica esportativa dei prodotti in metallo (+23,9%), pari a oltre 850 milioni di euro, alla quale si è associato, nell’ambito della filiera metalmeccanica, l’incremento ottenuto dal comparto dei mezzi di trasporto (+9%).

Il consolidamento definitivo delle esportazioni manifatturiere ha inoltre evidenziato una rilevante crescita della dinamica dei prodotti strumentali e intermedi utilizzati nei processi industriali.

In particolare, nel quarto trimestre 2021 si è osservata una consistente crescita dell’export sia del settore dei prodotti elettrici (+11,8%) – oltre 930 milioni di euro in valore – sia del comparto dell’elettronica e dei prodotti ottici (+4,2%), oltre 800 milioni.

In relazione ai prodotti intermedi utilizzati nel ciclo dei processi industriali, si è osservata una rilevante espansione dell’export dei prodotti chimici (+11,5%), che con oltre 1,5 miliardi di euro rappresenta il terzo ramo esportativo dell’area milanese nel quarto trimestre 2021. Nel medesimo trend espansivo si è collocata la crescita delle esportazioni dei prodotti in gomma-plastica (+17,8%).

Tra i settori in consistente progressione nel trimestre si osserva inoltre l’espansione della dinamica esportativa delle industrie alimentari e delle bevande (+31%).

Il consuntivo annuale per il 2021 registra un’accelerazione diffusa tra i settori a eccezione della farmaceutica, che con 5 miliardi di euro di export complessivo evidenzia una perdita di 300 milioni rispetto allo scorso anno (-5,7%).

La filiera del tessile, abbigliamento, pelli e accessori è cresciuta in misura significativa raggiungendo in valore 8,6 miliardi di euro (+35,7%), diventando quindi il primo comparto export dell’area metropolitana milanese e superando il settore delle macchine e apparecchi, che con oltre 7 miliardi (+7,3%) si colloca al secondo posto della graduatoria provinciale delle esportazioni.

Proseguendo nell’analisi delle esportazioni, nel 2021 si è osservata una buona affermazione dei prodotti chimici, che con oltre 5,8 miliardi di euro (+11,9%) si confermano come il terzo settore per importanza nell’export della città metropolitana di Milano, superando in valore la filiera farmaceutica in costante discesa e ferma a 5 miliardi.

Relativamente ai settori afferenti ai prodotti intermedi e strumentali inseriti nei cicli della produzione industriale, si sono osservate delle significative progressioni per le esportazioni dei prodotti in metallo (+21,8%), in gomma-plastica (+19,4%), elettrici (+22,4%) ed elettronici (+18%).

Tra i comparti in espansione, si sono inoltre registrate delle crescite consistenti delle esportazioni nei settori dei prodotti alimentari e delle bevande (+28,2%) e dei mezzi di trasporto (+29,9%).

In relazione ai flussi importativi, la crescita riscontrata nel quarto trimestre 2021 riflette il consolidamento del sentiero di ripresa della domanda interna dei prodotti manifatturieri, a eccezione della contrazione della farmaceutica (-0,8%) e della consistente flessione dei mezzi di trasporto (-38,5%).

L’analisi dell’import evidenzia un’ampia diffusione della crescita tra i diversi comparti. Il trend positivo che si è registrato è da ascrivere, tra le principali merceologie importate, ai comparti dei prodotti in metallo (+72,6%), dei prodotti chimici (+32,9%), dei macchinari e apparecchi (+25,2%) e della filiera del tessile, abbigliamento, pelli e accessori (+35,1%).

La sostenuta progressione della domanda interna si è riflessa sulla dinamica annuale dell’import del 2021, in consistente accelerazione in tutti i settori a eccezione della farmaceutica (-7,3%).

Tra i comparti in crescita si segnalano i prodotti intermedi utilizzati nel ciclo produttivo, in particolare chimici (+27,1%) e in gomma-plastica (+17,4%), ai quali si è associato un incremento dell’import di prodotti strumentali all’attività industriale: apparecchi elettrici (+22,8%) ed elettronici e ottici (+11,1%).

Si è inoltre osservata una progressione per la filiera metalmeccanica, dove si registrano incrementi consistenti delle importazioni di macchine e apparecchi (+25,8%) e prodotti in metallo (+60,1%).

Tra i comparti in crescita si segnala inoltre la sostenuta dinamica dei prodotti alimentari e delle bevande (+14,5%) e del comparto del tessile, abbigliamento, pelli e accessori (+15,1%).

 

 

 

Aree geoeconomiche globali

Le direttrici geografiche dell’export della città metropolitana di Milano registrano nel quarto trimestre 2021 un’espansione significativa verso i mercati europei e americani, mentre si è osservato un aumento più ridotto verso le piazze di destino asiatiche.

Nei confronti dei mercati extra-europei, il quarto trimestre 2021 ha registrato un incremento dell’export verso il continente americano di oltre 1,8 miliardi di euro (+14,8%), di cui 1,3 diretti negli Stati Uniti (+16,6%).

La dinamica si è palesata più sostenuta verso l’America Centro-Meridionale (+7%) a esclusione del Brasile – il mercato più importante dell’area – in pesante flessione (-22,8%).

Per quanto concerne i mercati dell’Asia, nel quarto trimestre 2021 si è osservato un aumento dei flussi esportativi (+7%), determinato da una ripresa delle aree subcontinentali più dinamiche quali il Medio Oriente (+6,3%) e l’Asia Orientale (+8,3%), sebbene in quest’ultima partizione si sia osservata una divaricazione fra la crescita di Cina e Taiwan da un lato e le contrazioni delle altre Tigri Asiatiche. Infine, si sono osservati delle sostenute contrazioni dell’export verso i mercati dell’Asia Centrale (-3,3%), trainate in particolare dalla flessione registrata nei confronti dell’India (-10,5%).

Il focus sui mercati dell’export dell’Asia Orientale evidenzia in primo luogo che la ripresa della dinamica nel quarto trimestre 2021 deriva dalla crescita osservata nei confronti della Cina (+25,4%) e di Taiwan (+9%) e da altri mercati secondari, dove il più importante è la Thailandia (+36,9%).

Su un piano opposto si sono collocate invece le sostenute flessioni registrate dalle esportazioni dirette verso i restanti mercati inclusi nel perimetro delle Tigri Asiatiche, dove si distinguono in particolare la zona speciale cinese di Hong Kong (-8,4%), la Corea del Sud (-8,1%) e Singapore (-6%), che insieme concentrano il 90% circa dei 555 milioni di euro esportati verso il gruppo dei Paesi NIEs. Ulteriori difficoltà per l’export diretto in Asia si sono riscontrate verso il Giappone, anch’esso in contrazione (-1,6%).

Riguardo ai mercati europei, il sostenuto incremento dell’export (+21,4%) è stato ancora trainato dai mercati esterni al perimetro comunitario (+30,7%), dove si è registrata una dinamica più vivace rispetto ai partner dell’Unione Europea (+16,6%).

Se consideriamo la performance annuale dell’export del 2021, la crescita ottenuta è stata trainata dell’aumento rilevato verso i mercati dell’Europa (+23,2%), dove si è osservato un incremento più sostenuto delle piazze esterne alla UE (+35,1%) rispetto alle mete di destino comunitarie (+17,4%).

In ambito extra-europeo, si è osservata una ripresa consistente sia dei mercati americani (+8,8%) che asiatici (+9,4%).

Sulla dinamica esportativa diretta in America ha inciso in misura determinante l’aumento delle esportazioni verso gli Stati Uniti (+7,4%), dove si concentra circa il 70% dell’export diretto nelle Americhe, mentre più espansiva si è rivelata la dinamica riscontrata verso il Centro e Sud America (+13,3%).

Su di un piano migliore si colloca la progressione registrata in Asia (+9,4%), trainata dai mercati più rilevanti per l’export del Milanese: Medio Oriente (+9,1%) e Asia Orientale (+9,7%), a cui si sono associate le esportazioni dirette verso l’Asia Centrale (+7,6%) e l’India in particolare (+9,5%).

Il focus di analisi sui mercati dell’Estremo Oriente evidenzia in prima battuta una sostenuta accelerazione delle esportazioni verso la Cina (+22,6%), dove si concentrano più di 2,7 miliardi degli oltre 7 miliardi di euro diretti verso i mercati dell’Asia Orientale, ossia il 38,4% dell’export diretto verso l’area.

Debolmente in attivo per le esportazioni della città metropolitana si è invece rivelato il Giappone (+0,9%) e anche i mercati inclusi nel perimetro delle Tigri Asiatiche (+1,8%). In particolare, tra le destinazioni principali, nel 2021 si è osservata una riduzione dell’export diretto in Corea del Sud (-0,5%) e un limitato aumento verso la zona speciale cinese di Hong Kong (+0,6%) e il mercato di Singapore (+1,3%), mentre si è riscontrata un’espansione a due cifre nei confronti di Taiwan (+20,6%).

Passando all’analisi delle importazioni, possiamo osservare che nel quarto trimestre 2021 è proseguito il trend positivo dei flussi commerciali in entrata. In particolare, la dinamica ha registrato un aumento maggiore delle importazioni provenienti dai continenti extra-europei rispetto all’Europa (+9,1%), sebbene in valore assoluto, con oltre 7,3 miliardi di euro, il continente europeo costituisca il nucleo forte delle importazioni milanesi.

Nell’ambito dei partner extra-europei si è osservata una dinamica più intensa dei flussi importativi provenienti dall’Asia (+32,7%) – dove incidono in misura rilevante le importazioni originarie dall’Asia Orientale (+31,1%) e dalla Cina in particolare (+41,8%) – rispetto al continente americano (+28,1%).

Se consideriamo la dinamica del 2021, l’aumento dell’import ha beneficiato della ritrovata dinamicità delle importazioni provenienti dei partner commerciali extra europei nei confronti dei quali si è osservata una crescita similare tra Americhe e Asia (+20,5% e +20%), mentre i flussi importativi provenienti dall’Europa hanno palesato un ritmo inferiore (+16%) e ciò si osserva in particolare nei confronti dei partner comunitari (+15,4%).

 

 

Dettaglio europeo

In relazione al principale mercato di sbocco dell’export milanese, ossia l’Europa, nel quarto trimestre 2021 i flussi diretti verso i partner continentali hanno superato i 7,3 miliardi di euro (+21,4%), incrementandosi quindi di 1,3 miliardi rispetto al quarto trimestre dello scorso anno.

Sul sostegno alla dinamica hanno inciso in misura maggiore i mercati esterni alla UE (+30,7%): in valore assoluto le esportazioni hanno raggiunto i 2,7 miliardi, con un aumento di 636 milioni rispetto al precedente anno.

Il focus di analisi sui mercati europei non UE registra un’espansione rilevante in direzione del Regno Unito, verso il quale i flussi esportativi sono più che raddoppiati, oltre 800 milioni in valore (+120%) a ulteriore conferma della non autosufficienza dell’economia britannica dall’interscambio commerciale verso i partner dell’Unione Europea.

Si è inoltre consolidata la crescita verso il mercato di riferimento principale, ossia la Svizzera (+6,8%), che intercetta il 40,7% dell’export verso l’area non UE.

Altrettanto rilevanti si sono palesate inoltre le progressioni dell’export verso Turchia (+24,7%) e Russia (+20,1%).

Passando all’analisi del contributo dei mercati di destino dell’Unione Europea si osserva invece una dinamica di crescita più contenuta (+16,6%) sia rispetto all’Europa sia nei confronti delle economie esterne al perimetro comunitario. I flussi complessivi, pari a oltre 4,6 miliardi di euro, hanno evidenziato un incremento di 663 milioni rispetto al quarto trimestre dello scorso anno.

Tra i partner comunitari più rilevanti per l’export della città metropolitana di Milano, possiamo notare che la crescita è stata trainata in particolare dagli incrementi ottenuti in alcuni dei mercati storici per l’area milanese: Francia (+23,8%), Germania (+21,6%), Spagna (+7,8%), Olanda (+15,9%), Belgio (+12,5%), ai quali si è associato l’incremento registrato nei confronti della Polonia (+10,9%).

A questo gruppo di mercati si sono associati, in ordine di rilevanza sulla struttura dell’export milanese, i mercati secondari di Romania (+20,7%), Austria (+22,1%), Grecia (+14,8%) e Repubblica Ceca (+8,4%).

Il consuntivo dell’export dell’anno 2021 si è caratterizzato per una dinamica di crescita diffusa verso i mercati europei, dove l’andamento si è palesato particolarmente intenso verso i partner esterni al perimetro comunitario (+35,1%) rispetto ai mercati dell’Unione Europea (+17,4%). In valore i flussi esportativi complessivi hanno registrato oltre 27,3 miliardi di euro, con un incremento netto rispetto allo scorso anno di oltre 5 miliardi.

La struttura delle esportazioni verso l’Europa evidenzia un deciso rafforzamento dei mercati esterni al perimetro UE, che incidono ora per il 36,1% (32,1% nel 2020).

Se consideriamo i mercati europei non comunitari, possiamo osservare che in valore rappresentano oltre 9,8 miliardi di euro, con un suprlus di oltre 2,5 miliardi. La dinamica complessiva palesa una crescita particolarmente robusta verso il Regno Unito (+134%), dove si concentra il 30% dell’export verso tale area. Ugualmente importanti, ma inferiori per intensità si sono rivelati i saggi di crescita registrati dalle esportazioni dirette verso Turchia (+19,7%), Svizzera (+14%) e Russia (+12,2%).

Con riferimento alle esportazioni dirette in Unione Europea, la crescita registrata nel 2021 si è ampiamente diffusa verso tutti mercati comunitari. In particolare, tra i partner più importanti per la città metropolitana di Milano, si segnalano gli aumenti dell’export ottenuti nei confronti di Francia (+24,8%), Germania (+19,2%), Spagna (+16,9%), Olanda (+18%), Polonia (+17,9%) e Belgio (+8,5%); a questi si sono associate le dinamiche registrate nei mercati secondari di Romania (+26,5%), Austria (+23,8%), Grecia (+21,9%) e Repubblica Ceca (+12,1%).

In relazione alle importazioni, nel quarto trimestre 2021 si è osservata una dinamica di contenuto aumento verso l’Europa (+9,1%), sulla quale hanno inciso i canali in entrata di matrice comunitaria (+8,5%), mentre si è osservata una maggiore vivacità per i flussi importativi provenienti dai partner europei non UE (+13,4%), dove hanno inciso in misura rilevante i sostenuti incrementi dei flussi importativi provenienti dalla Turchia (+15,4%) e dalla Svizzera (+14,7%), mentre è stato negativo l’apporto del Regno Unito (-13,2%).

In relazione ai partner comunitari, sulla dinamica meno intensa ha inciso in maniera particolare la flessione dell’import proveniente dalla Francia (-7,3%), mentre sono stati positivi gli apporti generati da Germania (+13,5%), Spagna (+5,1%), Olanda (+9,8%), Belgio (+18,5%) e Polonia (+28,1%), verso i quali si concentra il 69% degli acquisti di prodotti esteri.

Relativamente al consuntivo del 2021 per le importazioni, l’anno si è chiuso con una dinamica meno sostenuta rispetto alle esportazioni; in particolare sull’import proveniente dall’Europa (+16%) ha inciso in misura determinante l’aumento contenuto dei flussi importativi provenienti dall’Unione Europea (+15,4%), mentre la dinamica si è palesata più intensa per i partner esterni al perimetro UE (+20,5%), dove si è osservato un significativo incremento dei flussi in entrata provenienti dalla Turchia (+34,1%), dalla Svizzera (+22,4%) e dalla Russia (+17,1%), che compensano la flessione dell’import proveniente dal Regno Unito (-9,8%).

Il focus di analisi sulle importazioni dai partner comunitari evidenzia una dinamica particolarmente intensa con i quelli storici localizzati in Germania (+19,1%), Francia (+11,9%), Spagna (+12,7%) e Olanda (+13%), ai quali si è associata la Polonia tra gli emergenti. (+40,4%).

 

 

MI
Trimestre
Quarto
Anno
2021
Indice del fatturato del commercio

Nel quarto trimestre 2021 il commercio al dettaglio milanese ha registrato un’ulteriore espansione del proprio fatturato proseguendo nel percorso di recupero delle posizioni perse durante il 2020.

Se consideriamo l’evoluzione temporale dell’indice del fatturato, possiamo osservare una crescita costante che dall’inizio del 2020 ha guadagnato 20 punti fino a raggiungere quota 88,4 nell’ultimo trimestre.

Il contesto di recupero si è inoltre riflesso sulla dinamica tendenziale: nei confronti del quarto trimestre dello scorso anno il fatturato ha espresso un incremento significativo (+17,4%), tuttavia nell’area metropolitana milanese il settore è ancora lontano dall’aver recuperato il livello osservato prima della pandemia, ossia nel 2019.

 

 
Le classi dimensionali

La declinazione del commercio al dettaglio milanese attraverso le classi dimensionali mostra una diffusione del sentiero di crescita del fatturato tra le diverse tipologie di impresa.

Il confronto tra area milanese e Lombardia registra un trend complessivo migliore per la città metropolitana rispetto alla regione, in particolare per il segmento della media e grande impresa per il quale si è osservato un incremento del fatturato più incisivo a livello provinciale.

Il differenziale maggiore di performance tra area milanese e Lombardia si rileva per le unità tra 50 e 199 addetti (+30,6% e +18,9% rispettivamente), tuttavia tale prevalenza del commercio milanese emerge anche nei confronti delle imprese oltre i 200 addetti, per le quali si osserva una dinamica del fatturato più ampia per le unità localizzate nella città metropolitana rispetto alla regione (+19,3% e +15,8%).

Con riferimento alle imprese di classe minore, il confronto tra il Milanese e la Lombardia evidenzia un margine tendenziale di crescita sostanzialmente identico per le micro imprese dei due territori (+13% e +12,9%).

Considerazioni differenti si palesano invece nei confronti delle imprese tra 10 e 49 addetti, per le quali si osserva una progressione del fatturato di maggiori dimensioni per le unità del commercio della Lombardia (+15,7%), rispetto a quelle della provincia di Milano (+10,6%).

 

I settori

Nel quarto trimestre 2021, tra i comparti che compongono il commercio milanese si è registrata una continuazione dei trend di ripresa precedentemente osservati per i settori del commercio non alimentare e despecializzato, ai quali si è associato – nella parte finale dell’anno – il comparto alimentare, aggiungendo quindi un nuovo tassello alla ripresa complessiva del fatturato.

Se analizziamo le attività rientranti nell’ambito del segmento non alimentare, l’andamento sia a livello milanese che lombardo si è espresso attraverso un’ulteriore espansione del fatturato con un incremento tendenziale a due cifre nelle due partizioni territoriali. In particolare, il segmento di attività registra un aumento maggiore nel territorio regionale (+21,5%) rispetto alla provincia di Milano (+20,6%).

Con riferimento al comparto alimentare, si è osservato sia nel territorio milanese che in Lombardia un primo accenno di recupero del fatturato (+4,2% e +2,2% rispettivamente), invertendo quindi il trend negativo che lo aveva caratterizzato nei primi tre trimestri del 2021.

In relazione al commercio despecializzato, il settore consolida il sentiero di recupero del volume d’affari che si incrementa in misura maggiore nel contesto metropolitano (+14,8%) rispetto al territorio regionale (+9,5%).

 

Previsioni per il primo trimestre 2022

Il quadro previsivo delle imprese operanti nel commercio al dettaglio registra per il primo trimestre 2022 un consistente peggioramento dei saldi complessivi delle risposte (differenza tra ipotesi di aumento e di diminuzione) che interessa in particolare il fatturato e gli ordini rivolti ai fornitori e in misura minore l’occupazione.

Con riferimento al fatturato, rispetto ai tre mesi precedenti si osserva un significativo rafforzamento della quota di imprese con ipotesi di diminuzione (22,3% contro 10,7%), unita a una consistente riduzione delle imprese con stime di crescita – che interessa oltre un terzo degli operatori interpellati (34,1% contro 52,9% %) – e a un aumento delle aspettative di stabilità (43,6% contro 36,4%). Il saldo complessivo che ne è derivato si è quindi collocato in territorio negativo (-11,8%).

Tale peggioramento del sentiment delle imprese è percepibile anche in relazione alla dinamica attesa dagli ordini rivolti ai fornitori. Rispetto alla rilevazione precedente, il saldo complessivo delle risposte si è anch’esso posizionato in un ambito negativo (-5,3%).

Il deterioramento delle aspettative degli ordini ai fornitori ha registrato una rilevante accelerazione, la frazione di imprese pessimiste si è significativamente ampliata rispetto alla precedente rilevazione (27,8% contro 11,2%) a detrimento della percentuale di imprese con attese positive per il primo trimestre 2022 (22,5% contro 39,8%), in un quadro di sostanziale invarianza della quota di imprese con aspettative stabili (49,8% contro 49%).

In relazione all’occupazione, le previsioni continuano a caratterizzarsi per un quadro di stabilità (78,6% delle imprese), tuttavia il saldo tra ottimisti e pessimisti misurato sulle restanti quote dei rispondenti registra una consistente erosione rispetto alla rilevazione precedente (3,3% contro 10% del terzo trimestre).

 

 
Largo consumo confezionato

Nel quarto trimestre 2021, le vendite della grande distribuzione a prevalenza alimentare attraverso i canali di super e iper dell’area metropolitana milanese e della provincia di Monza hanno proseguito nel trend negativo di fatturato e di vendite a scaffale osservato nei precedenti trimestri. Per entrambi i sistemi della grande distribuzione, il 2021 si è palesato quindi con consistenti perdite sia di fatturato che di unità vendute, la crisi delle vendite della GDO si è inoltre estesa nell’ultimo trimestre del 2021 anche alla provincia di Lodi, dove hanno continuato ad alternarsi nel corso dell’anno performance positive e negative.

Gli andamenti locali evidenziano un quadro di accentuazione delle dinamiche registrate dalla GDO in ambito regionale e nazionale dove sono evidenti delle criticità sia nei confronti del fatturato che delle movimentazioni fisiche a magazzino.

Passando all’analisi del quadro territoriale, la dinamica del sistema distributivo della GDO di Milano e Monza ha registrato su base annua una flessione sia del fatturato (-2,3%) sia delle unità vendute (-2,4%), rafforzando ulteriormente il trend decrescente dei precedenti trimestri.

Altrettanto rilevante, è la flessione registrata dalla grande distribuzione di Lodi, dove la contrazione del fatturato (-2,2%) è allineata al trend locale, mentre le perdite registrate dalle vendite fisiche a magazzino evidenziano un saggio di decrescita più ampio (-3,2%).

Il confronto tra dimensione locale da un lato e sistemi della GDO regionale e nazionale dall’altro esprime una netta divaricazione degli andamenti sul piano territoriale, sia con riferimento alla dinamica del fatturato sia delle unità vendute.

Il quadro di dettaglio registra pertanto per la grande distribuzione organizza della Lombardia una compressione relativa dei ricavi e delle unità vendute (-0,6% per entrambi), mentre sul piano nazionale la GDO esprime una sostanziale stagnazione del fatturato (-0,1%) e una caduta più intensa delle vendite operate a scaffale (-1,4%).

 

L’analisi per tipologia di prodotto conferma per la GDO milanese e monzese il rilevante apporto negativo, sia per il fatturato che per le unità vendute, esercitato dal segmento alimentare. Il dettaglio tipologico conferma quindi la fase di rilevante crisi che sta interessando la drogheria alimentare, dove si collocano tutti i principali prodotti alimentari confezionati, sia riguardo al fatturato che alle unità vendute (-2,5% e -3,9% rispettivamente), a cui si sono aggiunti nel trimestre i reparti del freddo e del fresco. In particolare, la flessione si è manifestata in misura significativa per i margini di vendita del freddo, dove la contrazione è stata particolarmente intensa sia riguardo al fatturato (-7,2%) che ai volumi di vendita (-5,8%).

Più sfumate si sono invece rivelate le perdite subite dal fatturato delle bevande (-0,9%), mentre dal lato delle unità vendute le vendite hanno registrato un aumento, seppure di debole entità (+0,4%).

Passando ai prodotti del segmento non food, si è osservata in primo luogo un’ampia flessione per il reparto per la cura della casa (-4,5% e -6,1% rispettivamente), mentre i prodotti per la cura della persona hanno espresso una riduzione del fatturato relativamente contenuta (-1,3%) e una cospicua progressione dal lato delle unità vendute (+3,2%).

Relativamente alla GDO della provincia di Lodi, le dinamiche dei reparti di vendita evidenziano un trend di intensa flessione che ha coinvolto tutte le merceologie vendute.

I contributi più significativi alla caduta del fatturato e delle vendite fisiche sono ascrivibili ai prodotti del freddo alimentare (-5,9% e -5,3% rispettivamente), seguiti dalle merceologie rientranti nel perimetro della cura della casa (-4,1% e -5,9%), della drogheria alimentare (-2,4% e -4,7%) e del fresco (-2,4% e -2,5%).

Se consideriamo invece le bevande, sul piano del fatturato il reparto registra una contrazione relativamente contenuta rispetto al quarto trimestre dello scorso anno (-1,3%), mentre la dinamica si palesa peggiore in relazione alle unità vendute (-2%).

Infine, tra i generi non alimentari si segnala la flessione del fatturato registrata dai prodotti per la cura della persona (-2,9%), che si è associata nel trimestre a una contrazione più limitata delle unità vendute (-0,7%).

 

 

 

I dati dell'indagine congiunturale sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons

MI
Trimestre
Quarto
Anno
2021
Indice del fatturato dei servizi

È proseguito anche nel quarto trimestre 2021 il sentiero di ripresa del fatturato dei servizi milanesi, che ha registrato uno sviluppo ulteriore sia nei confronti del trimestre precedente che del quarto trimestre dello scorso anno.

L’osservazione della dinamica dell’indice evidenzia che il fatturato ha raggiunto a fine 2021 quota 113,5, annullando quindi il divario che si era creato con la crisi innescata dalla pandemia e riportando il settore a un livello superiore al 2019, ossia al periodo pre-Covid.

Il focus di analisi congiunturale evidenzia che la dinamica trimestrale, al netto degli effetti stagionali, ha determinato un aumento del fatturato (+2% destagionalizzato) in linea con il percorso intrapreso nel trimestre precedente.

Sul piano della dinamica tendenziale, si osserva inoltre un’ulteriore crescita rispetto al quarto trimestre dello scorso anno. Il rilevante incremento del volume d’affari (+22,9%) ha contribuito a far riprendere al settore il trend di risalita interrotto a seguito della emergenza sanitaria, colmando e superando complessivamente il livello pre-pandemico, ma con scale di intensità differenti sia tra le classi dimensionali che tra i comparti di attività.

 

 
Le classi dimensionali

Nel quarto trimestre 2021 la dinamica tendenziale del fatturato declinata sulle diverse tipologie dimensionali registra una crescita generalizzata per tutte le classi di impresa. Il trend evidenzia una continuazione del percorso intrapreso in precedenza con un’accentuazione per il segmento delle micro e piccole unità dei servizi, le tipologie imprenditoriali più colpite durante la crisi indotta dalla pandemia.

Il confronto tra città metropolitana di Milano e Lombardia evidenzia una dinamica di ripresa del fatturato più intensa per il territorio metropolitano (+22,9%) rispetto alla regione (+21%) determinata dai significativi apporti alla crescita delle micro e piccole imprese del Milanese (+27,8% e +35,3% rispettivamente), che hanno palesato un’espansione significativamente più elevata rispetto alle corrispondenti tipologie presenti in Lombardia (+21% e +31,1%).

Il quadro di dettaglio del terziario milanese declinato sulle classi dimensionali registra inoltre un posizionamento migliore delle imprese di media dimensione localizzate nel territorio metropolitano. Pertanto, per le unità da 50 a 99 addetti la crescita del fatturato (+19,1%) si colloca a un livello superiore rispetto alla progressione ottenuta in Lombardia (+17,5%), sebbene il differenziale tra i due territori sia più circoscritto rispetto a quanto registrato per le imprese di dimensione minore.

Se consideriamo le imprese dei servizi oltre i 200 addetti, in entrambi i territori si è osservata una progressione di intensità inferiore rispetto a quanto ottenuto complessivamente dal settore dei servizi; in particolare, la dinamica si è palesata attraverso un incremento del volume d’affari di intensità simile tra area metropolitana milanese e Lombardia (+12,2% e +12,1%).

 

I settori

Nel quarto trimestre 2021, i comparti di attività che compongono il settore dei servizi dell’area metropolitana milanese evidenziano un proseguimento generalizzato del percorso di recupero rispetto allo scorso anno, contribuendo in misura significativa a colmare il gap accumulatosi nel corso del 2020.

Tra i settori di attività più colpiti dalla pandemia si registra un’ulteriore accentuazione del sentiero virtuoso di ripresa del fatturato per le attività connesse alla ristorazione e all’ospitalità: la dinamica, pur palesandosi come ampiamente espansiva e superiore anche all’incremento complessivo del terziario (+86%), è indicativa del terreno perso durante il picco recessivo del lockdown quando il comparto registrava nel medesimo trimestre del 2020 una flessione del fatturato del 45,1% inserendosi in un contesto altamente negativo per il settore. Il pieno recupero per il settore non si è pertanto ancora completato, essendo ancora necessari ulteriori trimestri di crescita durante il prossimo anno. Tale trend trova conferma anche nei confronti delle imprese del comparto localizzate nel territorio lombardo, per le quali si è registrata una nuova crescita tendenziale a due cifre (+57,6%).

Relativamente agli altri settori, possiamo osservare che, nell’ambito dei servizi a valle dei processi produttivi ossia di quelli inseriti nelle catene logistiche della distribuzione, il commercio all’ingrosso ha ulteriormente consolidato il proprio percorso di recupero del fatturato, evidenziando una dinamica espansiva sia nell’area metropolitana milanese che nel territorio della regione (+17,4% e +18,4%).

In relazione ai servizi alle imprese – il più importante tra i comparti del terziario della provincia di Milano, essendo il più incidente sulla struttura occupazionale dei servizi – il quarto trimestre 2021 conferma una nuova progressione del volume d’affari (+13,3%) di poco superiore a quanto registrato in Lombardia (+12,6%).

Se consideriamo il comparto dei servizi alle persone, nel quarto trimestre 2021 si è registrata un’accentuata progressione del fatturato che nell’area metropolitana milanese registra una crescita più intensa rispetto alle imprese operanti in Lombardia (+29,5% e +28,2%).

 

Previsioni per il primo trimestre 2022

Il quadro delle aspettative elaborato dalle imprese dei servizi per il primo trimestre 2022 registra un brusco peggioramento del saldo complessivo delle risposte (differenza tra ipotesi di aumento e di diminuzione) sia con riferimento al fatturato che all’occupazione, dato che i saldi presentano per entrambe le dimensioni di analisi una prevalenza dei giudizi di diminuzione rispetto alle stime di aumento.

Con riferimento al fatturato, il quadro previsivo per il primo trimestre 2022 delle imprese dei servizi milanesi registra un arretramento netto del saldo complessivo rispetto alla rilevazione precedente (9,2% contro 30,5%).

L’analisi dettagliata delle aspettative degli operatori per i primi tre mesi del 2022 indica che il rafforzamento significativo della quota di imprese con aspettative di diminuzione del fatturato, più che raddoppiata rispetto alla rilevazione dei tre mesi precedenti (19,2% contro 7%), è stata determinata in primo luogo dal significativo indebolimento della quota di operatori con stime di crescita, in perdita di nove punti rispetto alla rilevazione precedente (28,5% contro 37,5%) e in secondo luogo dalla diminuzione della frazione di operatori con previsioni di stabilità (52,5% contro 55,5%).

Il peggioramento delle prospettive ha evidenziato un’acutizzazione ulteriore in relazione alla scala dimensionale considerata, pertanto sono ancora le micro e le piccole imprese dei servizi ad avvertire un punto di svolta negativo nel breve termine, in particolare per le unità da 3 a 9 addetti. Sentiment che contrasta con le stime delle medie e grandi imprese le quali, pur registrando un’erosione della quota di operatori con aspettative positive, segnala ancora una tenuta del saldo finale.

In relazione all’occupazione, l’evoluzione delle previsioni continua ad assumere un carattere di stabilità, poiché oltre il 68% dei rispondenti si colloca in tale segmento di stima. Tuttavia se consideriamo il saldo complessivo delle risposte si osserva un peggioramento rispetto al precedente trimestre (9,9% contro 14,7%).

 

 

 

I dati dell'indagine congiunturale sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons

MI
MB
LO
Trimestre
Quarto
Anno
2021
Indice della produzione industriale

Il quarto trimestre 2021 si chiude per l’artigianato manifatturiero milanese con un ulteriore sviluppo del percorso di recupero dell’attività industriale sia sotto il profilo della produzione, sia del fatturato che degli ordini. Il ritorno verso i livelli pre-pandemia è tuttavia ancora lontano per via delle perdite accumulate nel corso del 2020, molto rilevanti e superiori a quanto registrato complessivamente dalla manifattura nel medesimo arco temporale.

Sul piano della produzione, la progressione trimestrale si è manifestata attraverso un rilevante aumento dell’indice, che nel quarto trimestre 2021 ha raggiunto quota 88,1: al netto degli effetti stagionali, si tratta di una crescita del 2,8% rispetto al precedente trimestre. Tale accelerazione della dinamica trimestrale si è riflessa in misura significativa anche sulla crescita tendenziale dei volumi prodotti (+11,5% rispetto al quarto trimestre dello scorso anno).

 

 
Analisi congiunturale

La ripresa dell’attività industriale dell’artigianato manifatturiero e il proseguimento del trend positivo per il settore si sono espressi nel quarto trimestre 2021 attraverso una crescita sia della dinamica produttiva che del fatturato e degli ordini.

Il dettaglio degli indicatori congiunturali dell’artigianato manifatturiero dell’area metropolitana milanese, al netto della componente stagionale, registra un incremento della produzione industriale superiore per intensità a quanto ottenuto dalla manifattura artigiana in ambito regionale (rispettivamente +2,8% e +2,6% destagionalizzato).

Il trend di incremento osservato per la produzione industriale si è replicato, con intensità di scala minore, sia per il fatturato che per gli ordini; questi ultimi, pur registrando un aumento rispetto al precedente trimestre, si collocano su un registro più contenuto rispetto all’artigianato manifatturiero lombardo.

In relazione alla dinamica del fatturato, la variazione rilevata per l’area milanese è inferiore di oltre un punto percentuale rispetto all’incremento ottenuto nel territorio regionale (rispettivamente +2% e +3,2% destagionalizzato).

Se consideriamo invece il portafoglio ordini, nel quarto trimestre 2021 la fase di recupero della dinamica discendente osservata nel primo semestre dell’anno registra una nuova consistente frenata. Il quadro di dettaglio per l’artigianato milanese registra quindi una incremento delle commesse acquisite nel trimestre (+1,2% destagionalizzato) largamente inferiore a quanto ottenuto dal settore in Lombardia (2,7% destagionalizzato) e nei confronti della dinamica osservata in precedenza.

 

Analisi tendenziale

Il quadro degli indicatori su base tendenziale registra la continuazione del percorso di recupero avviato nei trimestri precedenti dall’attività industriale artigiana dell’area milanese. Complessivamente la dinamica industriale, declinata attraverso la dimensione produttiva e gli indicatori afferenti al fatturato e alle commesse acquisite dal mercato attraverso gli ordini, mostra un andamento in linea con la ripresa in atto registrata in ambito regionale.

La robusta espansione della produzione industriale conseguita nel quarto trimestre 2021 (+11,5%), superiore a quanto registrato in ambito regionale (+10,8%), non è tuttavia ancora sufficiente per far archiviare il 2021 con il pieno recupero dei volumi prodotti e a posizionarsi al livello precedente alla pandemia.

Relativamente alle dinamiche osservate per il fatturato e il portafoglio ordini, anche per le vendite industriali e per le commesse acquisite dai mercati si osserva una dinamica complessiva di ripresa ma non sufficiente a far recuperare le posizioni perse durante il lockdown, ragion per cui entrambi gli indicatori palesano ancora un livello inferiore ai dati pre pandemici.

Il quadro di dettaglio certifica una crescita delle vendite industriali (+12,2%) inferiore a quanto ottenuto su scala tendenziale dalla manifattura artigiana della Lombardia (+12,9%).

Per quanto riguarda gli ordini, pur essendosi registrato un incremento rispetto all’anno precedente (+6,8%) si è tuttavia osservato un differenziale di performance ancora ampio rispetto alla manifattura artigiana della Lombardia, dove il portafoglio ordini cresce in misura più sostenuta (+9,6%).

 

Previsioni per il primo trimestre 2022

L’analisi puntuale dei saldi delle risposte (differenza tra ipotesi di aumento e diminuzione) relativa alla produzione industriale, alla domanda interna e all’occupazione per il quarto trimestre 2021 registra un peggioramento complessivo del sentiment delle imprese artigiane. In particolare, le prospettive evidenziano una collocazione ancora in un intorno negativo per l’occupazione, mentre la produzione industriale e gli ordini rivolti al mercato interno subiscono un drastico ridimensionamento rispetto alla progressione osservata nei trimestri centrali del 2021.

Il dettaglio delle aspettative dell’artigianato manifatturiero milanese evidenzia pertanto una frenata del saldo positivo per la produzione industriale rispetto alla rilevazione precedente (+1,4% contro +11,7%), determinato da un lato da una diminuzione della quota delle imprese artigiane con stime di crescita (22% contro 27% del trimestre precedente), e dall’altro da un ampliamento della frazione di imprese pessimiste (20,6% contro 15,3%) e da una stabilizzazione della tendenza attendista, ossia di stabilità della produzione, che coinvolge oltre la metà delle imprese (57,4% contro 57,7% nella rilevazione del terzo trimestre).

L’andamento tracciato dalle imprese per l’evoluzione della produzione si ripropone anche in relazione alla domanda, per la quale si osserva un peggioramento del saldo complessivo rispetto alla rilevazione precedente (+1,5% contro +14,2%).

Il dettaglio delle aspettative per il primo trimestre 2022 indica sia una riduzione della quota di imprese artigiane con stime di crescita della domanda interna (19,4% contro il 25,5% della precedente rilevazione) sia un aumento della frazione di operatori artigiani con previsioni di riduzione (17,9% contro 11,3% del terzo trimestre), mentre si osserva una sostanziale stabilità della quota di operatori con stime di invarianza della domanda interna per il prossimo trimestre (62,7% contro 63,2%)

In relazione all’occupazione, il saldo complessivo è ancora negativo e sostanzialmente identico rispetto alla rilevazione precedente (-2,1% contro -1,8%), con un’ipotesi di invarianza che interessa la maggior parte delle imprese e stabile rispetto alla precedente rilevazione (83,5%).

 

 
MI
MB
LO
Trimestre
Quarto
Anno
2021
Indice della produzione industriale

Nel quarto trimestre 2021 si consolida la dinamica di crescita dell’attività manifatturiera sia sul piano della produzione sia nei confronti del fatturato che degli ordini. Il proseguimento del trend si palesa sia sul piano congiunturale che tendenziale.

Passando all’analisi di dettaglio dell’indice della produzione industriale e delle variazioni tendenziali, si osserva un proseguimento del trend accelerativo registrato nei primi tre trimestri dell’anno. Il ritmo di recupero e di uscita dalla crisi indotta dalla pandemia ha infatti evidenziato un significativo cambio di passo fino al raggiungimento nel quarto trimestre 2021 di quota 115,3, ben oltre quindi al livello della produzione raggiunto prima della pandemia nell’anno 2019.

Relativamente all’analisi delle variazioni tendenziali, la produzione su base annua ha continuato nel sentiero di crescita, l’incremento ottenuto (+11,1%) deve tuttavia essere posto in relazione alla flessione della capacità produttiva che gravava ancora nel quarto trimestre dello scorso anno, quando mancavano oltre tre punti e mezzo percentuali su base annua. L’andamento produttivo certifica tuttavia che la crescita, al netto della dinamica negativa subìta nel 2020, si è collocata al di sopra del livello pre-pandemico seguendo il trend regionale della manifattura.

Sul consolidamento e ulteriore sviluppo del percorso virtuoso di crescita gravano tuttavia delle incognite legate sia alla crescita esponenziale dei prezzi dell’energia (gas ed elettricità), sia al rincaro delle materie prime, fattori che tendono comprimere i margini operativi delle imprese. A tale quadro si aggiungono le perduranti strozzature lungo le catene globali del valore, problematiche alle quali le imprese stanno facendo fronte utilizzando massicciamente il magazzino e le scorte, ma che non può essere sostenibile nel lungo termine.

In particolare, per la manifattura milanese le dinamiche afferenti agli approvvigionamenti si sono palesate attraverso una crescita significativa del costo delle materie prime (+10% su base trimestrale e +40% su base annua) che si è riflessa solo parzialmente sull’aumento dei listini dei prodotti finiti (+4,3% su base trimestrale e +17% su base annua).

 

 
Analisi congiunturale

L’industria manifatturiera milanese ha registrato nel quarto trimestre 2021 una crescita generale degli indicatori congiunturali che si è palesata sia sul piano produttivo sia a livello di fatturato e ordini, in particolare quelli interni mentre la componente estera ha manifestato una progressione più limitata.

Nei confronti del precedente trimestre, l’aumento dell’attività produttiva ha fatto ricorso a un uso intenso del magazzino delle scorte di materie prime che diminuiscono ulteriormente su base congiunturale (-6%), rivelatore quindi delle azioni adottate dalle imprese per tentare di sterilizzare, almeno in parte, le difficoltà di approvvigionamento sui mercati dove il trend di incremento dei prezzi delle commodity energetiche, unito alla crescita della domanda e alla rigidità dell’offerta delle materie prime sta innescando un percorso inflattivo che potrebbe diventare difficile da controllare.

Il confronto territoriale con la Lombardia evidenzia una dinamica identica tra i territori dal lato della produzione e dai canali di input delle commesse; pertanto è la componente domestica a trainare il portafoglio ordini rispetto alla componente estera, sia per la manifattura milanese che per il sistema manifatturiero lombardo. In tal senso si sono elevati in misura significativa i giorni di produzione assicurata per la manifattura milanese (69 giorni contro 66 del terzo trimestre), mentre la dinamica del fatturato è complessivamente migliore per l’industria locale rispetto al contesto regionale.

L’esame puntuale dei dati rispetto al trimestre precedente indica pertanto un aumento della produzione nell’area metropolitana milanese allineato alla crescita dei volumi registrata nel territorio regionale (+2,2% e +2,3% destagionalizzato).

Il disallineamento tra città metropolitana di Milano e Lombardia, a vantaggio della manifattura locale, è più evidente se analizziamo la dinamica del fatturato. Nel quarto trimestre 2021 si è osservato infatti per la manifattura milanese un incremento maggiore (+5,1% destagionalizzato) rispetto al sistema manifatturiero della Lombardia dove si è osservato un aumento a passo relativamente più ridotto (+3,6% destagionalizzato).

Tale divergenza degli andamenti tra città metropolitana di Milano e Lombardia non si è invece replicata in relazione agli ordini. La dinamica congiunturale delle commesse ha palesato una progressione complessiva molto più marcata per l’industria regionale rispetto alla manifattura locale.

Dal lato del mercato interno, il portafoglio ordini realizzato dall’industria metropolitana milanese registra una crescita che si colloca pertanto a un livello inferiore rispetto alla Lombardia (rispettivamente +3,5% e +5% destagionalizzato).

Il differenziale di espansione tra i due territori si è inoltre ulteriormente ampliato dal lato degli ordini esteri, dove la progressione ottenuta dalla manifattura lombarda (+3,9% destagionalizzato) ha ampiamente surclassato la performance registrata dall’industria milanese (+1,6% destagionalizzato).

 

Analisi tendenziale

La dinamica tendenziale registra un quadro ampiamente positivo per l’industria manifatturiera milanese nel quarto trimestre 2021. Gli incrementi ottenuti sia sotto il profilo produttivo del fatturato che degli ordini sono più che sufficienti a recuperare i differenziali negativi registrati durante il lockdown del 2020 e a posizionarsi anche al di sopra del livello pre-emergenza.

L’analisi puntuale di dettaglio degli indicatori registra pertanto dal lato della produzione industriale un ampio incremento su base annua (+11,1%), in netta accelerazione rispetto al gap produttivo dei dodici mesi precedenti, contribuendo a proiettare il livello produttivo fuori dal quadro recessivo dello scorso anno. Tale trend si inserisce in un contesto regionale anch’esso in espansione (+11,2%) e con un livello della produzione superiore al livello precedente alla pandemia.

In relazione al fatturato, la crescita ottenuta su base annua (+20,4%) consolida nel trimestre il canale di sviluppo legato alla componente interna (+21,4%) al quale si è associato nel trimestre un ulteriore recupero del fatturato realizzato all’estero (+18,8%). La performance ottenuta si colloca complessivamente a un livello superiore rispetto al ritmo di espansione ottenuto dalla manifattura lombarda (+19,8%), per la quale si osserva un andamento migliore della componente estera rispetto a quella interna (rispettivamente +20,1% e +19,7%).

Se consideriamo il portafoglio ordini, la dinamica tendenziale totale ha registrato anch’essa una rilevante crescita (+20,1%). Per le commesse acquisite dai mercati il canale interno ha svolto un ruolo molto più incisivo sulla dinamica complessiva (+22,6%) rispetto agli ordini acquisiti all’estero (+15,9%).

Il positivo sequenziamento del portafoglio ordini nel corso del 2021 ha contribuito a riportare l’andamento globale delle commesse ottenute dai mercati definitivamente fuori dalle secche dell’anno 2020, superando anche il livello ottenuto prima della pandemia.

 

Dinamiche a confronto

Il rincaro delle commodities, in particolare quelle energetiche e le strozzature nelle catene di approvvigionamento globali in un quadro di incremento dell’inflazione si stanno ripercuotendo sull’industria nazionale e in particolare dell’Eurozona, mentre non hanno ancora lambito le manifatture della Lombardia e dell’area metropolitana milanese, sebbene le imprese registrino una continua crescita dei prezzi delle materie prime.

Il quadro di dettaglio evidenzia pertanto nel quarto trimestre 2021 un ritmo della ripresa molto intenso per l’industria della Lombardia: il valore toccato dall’indice è infatti pari a 119,9 (+2,3% destagionalizzato) seguita a distanza dalla dinamica di dalla città metropolitana di Milano dove l’indice ha raggiunto quota 115,3 (+2,2% destagionalizzato).

Relativamente all’Italia, nella parte finale del 2021 si è assistito a un indebolimento dei ritmi di espansione del manifatturiero per via dell’esaurimento dell’effetto di rimbalzo dal picco recessivo del 2020. Continua invece la dinamica calante della manifattura dell’Eurozona sulla quale gravano in misura rilevante le difficoltà di approvvigionamento sui mercati delle materie prime.

 

 
Mercato del lavoro

La continuazione del sentiero di ripresa dell’attività industriale nel quarto trimestre 2021 si è declinato positivamente sugli strumenti della cassa integrazione guadagni, determinandone una loro ulteriore riduzione rispetto al precedente trimestre sia in relazione alla quota di imprese utilizzatrici della CIG che nei confronti dell’incidenza delle ore di cassa sul monte ore di lavoro complessivo trimestrale.

In particolare, l’incidenza delle imprese utilizzatrici della cassa integrazione nel quarto trimestre registra una diminuzione di un ulteriore punto percentuale rispetto al terzo trimestre 2021 (7,1% contro 8,1%) confermando quindi il trend discendente che ha caratterizzato l’intero 2021.

Tale riduzione si è riflessa in misura rilevante sull’incidenza oraria della cassa integrazione in rapporto al monte ore trimestrale di lavoro, attraverso una stabilizzazione sul dato del precedente trimestre (0,3%).

Il miglioramento dell’attività industriale nel quarto trimestre 2021 non si è tuttavia riverberato sul mercato del lavoro, determinando un saldo complessivo invariato tra nuove assunzioni e cessazioni di personale (+0,3%).

 

 
Previsioni per il primo trimestre 2022

Il quadro previsivo tracciato dalle imprese manifatturiere milanesi per il primo trimestre 2022 registra un moderato aumento complessivo delle attese, trainato in particolare dalle prospettive sulla produzione e l’occupazione, mentre si osserva un affievolimento della dinamica della domanda estera e in misura molto più ridotta di quella interna, pur rimanendo entrambe ancora positive in termini di saldo (differenza tra ipotesi di aumento e di diminuzione).

In generale, sul clima di fiducia iniziano ad addensarsi delle incognite: da un lato, il disallineamento tra domanda e offerta di materie prime non energetiche con effetti sui livelli dei prezzi; dall’altro, il crescendo delle tensioni sul fronte dei prezzi del gas naturale, per effetto di fattori geopolitici che interessano la Russia – principale fornitore di gas in Europa – e di elementi strutturali che si stanno affacciando sullo scenario internazionale, come l’accresciuta domanda cinese di gas per favorire la transizione energetica dal carbone. Ciò potrebbe in definitiva impattare maggiormente sui costi dei produttori manifatturieri italiani nei prossimi mesi, già alle prese con prezzi dell’energia strutturalmente più alti della media europea.

Se analizziamo il dettaglio delle aspettative delle imprese per il primo trimestre 2022, possiamo osservare che le stime delle imprese per la produzione espresse dai saldi delle risposte (differenza tra ipotesi di aumento e di diminuzione) sono positive (23,7%) e in lieve aumento rispetto alla precedente rilevazione (23%).

La frazione di imprese con prospettive di riduzione della produzione nel prossimo trimestre si è ridotta rispetto alla precedente rilevazione trimestrale (11% contro 11,5%) mentre si è osservato un debole aumento della quota della manifattura industriale con ipotesi di crescita (34,8% contro 34,5%) e una stabilizzazione della quota di imprese con attese di stabilità della produzione (54%), evidenziando quindi un sentiment di prudenza che interessa oltre la metà delle imprese intervistate.

In relazione all’occupazione, le attese delle imprese per il quarto trimestre 2021 indicano la stabilità come prospettiva prevalente, sebbene si osservi una netta diminuzione di tale fattore di stima rispetto alla precedente rilevazione. Tale ipotesi è condivisa ora dal 72,7% del campione (79,2% nel trimestre precedente), mentre si è osservato un significativo rafforzamento della quota di operatori con aspettative di crescita (23,9% contro 15,1%) e una parallela riduzione della frazione di imprese con stime di decrescita (3,2% contro 5,8%). Tali dinamiche opposte si sono riflesse in una significativa espansione del saldo complessivo rispetto alla precedente rilevazione (20,4% contro 9,3%).

In relazione alla domanda interna, il saldo complessivo (differenza tra ipotesi di aumento e diminuzione), pur mantenendosi ancora in un quadrante positivo, ha espresso una lieve diminuzione rispetto alla rilevazione del trimestre precedente (13,9% contro 14,6%).

Il quadro di dettaglio delle previsioni sulla domanda interna registra pertanto sia una diminuzione della quota di operatori manifatturieri con stime di crescita, in contrazione di circa quattro punti rispetto ai tre mesi precedenti (25,3% contro 29,1% contro 28%) che della frazione di imprese con previsioni di diminuzione (11,5% contro 14,6%).

Tali dinamiche contrapposte si sono espresse attraverso un irrobustimento significativo dell’area di stabilità di circa sette punti (63,2% contro 56,3%).

L’analisi delle componenti della domanda evidenzia inoltre una riduzione del saldo finale delle risposte per la domanda estera di oltre due punti rispetto al precedente trimestre (20,1% contro 22,3%).

Relativamente alla domanda estera, il dettaglio delle previsioni, oltre a mostrare una diminuzione di oltre un punto e mezzo delle stime di crescita delle imprese manifatturiere per il trimestre successivo (29,6% contro 31,3%) indica un aumento delle stime collocate nell’area di stabilità (60,9% contro 59,6%), mentre diminuisce lievemente la frazione di imprese con aspettative di decrescita (9,5% contro 9%).

 

 

 

Passando all’analisi comparata tra piano qualitativo complessivo, espresso dall’indicatore sintetico delle aspettative (che sintetizza le componenti di stima delle imprese su produzione, domanda e occupazione) e piano quantitativo, attraverso l’indicatore afferente al ciclo di breve termine della produzione industriale, si registra una sostanziale convergenza degli andamenti, che tendono entrambi verso una continuazione della fase di espansione dell’attività industriale.

In particolare, se osserviamo il ciclo produttivo, la produzione ha intrapreso un sentiero di recupero costante derivante dalle performance trimestrali di ripresa. Relativamente all’indicatore sintetico delle aspettative delle imprese, per il quale si è osservata in precedenza una frenata delle stime da parte delle imprese, si rileva in questo trimestre un recupero che tuttavia deve essere contestualizzato in funzione della volatilità delle variabili di fondo su cui poggiano le stime delle imprese: prospettive inflazionistiche, crescita dei prezzi dell’energia e strozzature delle supply chain.

 

 

 

I dati dell'indagine congiunturale sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons

MI
MB
LO
Trimestre
Terzo
Anno
2021
Settori

L’interscambio estero della città metropolitana di Milano, declinato attraverso i settori, registra una diffusa crescita nel terzo trimestre 2021 sia nei confronti dell’export che dell’import, con l’unica eccezione della farmaceutica in consistente flessione sia rispetto alle esportazioni (-7%) che alle importazioni (-9,7%). Considerando i settori portanti dell’export milanese, nel terzo trimestre 2021 si è registrata un’accelerazione su base annua della dinamica esportativa della filiera del tessile, abbigliamento, pelli e accessori: i flussi diretti verso i mercati esteri hanno raggiunto i 2,2 miliardi di euro (+25,8%), superando nettamente in valore il settore delle macchine e apparecchi, che si è fermato a 1,6 miliardi di euro (+1%).

La continuazione del trend di ripresa della domanda estera si è inoltre riflessa sulla dinamica esportativa dei prodotti afferenti alla filiera metalmeccanica: nel terzo trimestre 2021 si è osservata una crescita consistente delle esportazioni dei prodotti in metallo (+24,5%), pari a circa 760 milioni di euro, alla quale si è associato l’incremento registrato dal comparto dei mezzi di trasporto (+23%).

Il consolidamento della ripresa delle esportazioni manifatturiere ha inoltre evidenziato una rilevante accelerazione della dinamica dei prodotti strumentali e degli intermedi utilizzati nei processi industriali.

In particolare, nel terzo trimestre 2021 si è osservata una consistente crescita dell’export sia del settore dei prodotti elettrici (+19,8%), oltre 850 milioni di euro in valore, sia del comparto dell’elettronica e dei prodotti ottici (+7,4%), oltre 700 milioni.

Relativamente agli intermedi utilizzati nei processi industriali si è osservata una rilevante espansione dell’export dei prodotti chimici (+16,7%), che con 1,4 miliardi di euro si colloca al terzo posto tra i settori più incidenti sull’export dell’area milanese nel terzo trimestre 2021. A tale trend si è inoltre associata la crescita delle esportazioni dei prodotti in gomma-plastica (+19,3%).

Infine, il consolidamento della ripresa delle esportazioni manifatturiere ha evidenziato una rilevante accelerazione della dinamica per le industrie alimentari e delle bevande (+26,8%).

Il consuntivo delle esportazioni dei primi nove mesi del 2021 registra un’accelerazione diffusa tra i settori a eccezione della farmaceutica, che con 3,6 miliardi di euro di export complessivo evidenzia una perdita di oltre 290 milioni rispetto allo scorso anno (-7,4%).

La filiera del tessile, abbigliamento, pelli e accessori è cresciuta in misura significativa raggiungendo in valore 6 miliardi di euro (+34,6%), diventando quindi il primo comparto delle esportazioni milanesi e superando il settore delle macchine e apparecchi, che con 5,1 miliardi (+11,1%) si colloca al secondo posto della graduatoria per valore dell’export.

Proseguendo nell’analisi delle esportazioni, i primi nove mesi del 2021 hanno registrato una buona affermazione per i prodotti chimici, che con oltre 4,2 miliardi di euro (+12,1%) si confermano come il terzo settore nella struttura dell’export della città metropolitana di Milano, superando la filiera farmaceutica – ormai in costante discesa – ferma a 3,6 miliardi.

Nel medesimo solco di crescita si collocano le esportazioni dei settori afferenti ai prodotti intermedi e strumentali legati ai cicli della produzione dell’industria, come i prodotti in metallo (+21%), in gomma-plastica (+20%), elettrici (+26,7%) ed elettronici (+24,2%), a cui si sono associati i settori dei prodotti alimentari e delle bevande (+27,2%) e dei mezzi di trasporto (+38,2%) nell’ambito della filiera metalmeccanica.

Relativamente ai flussi importativi, la crescita registrata nel terzo trimestre 2021 dei prodotti manifatturieri in entrata riflette, a eccezione dei prodotti farmaceutici e dei mezzi di trasporto, entrambi in flessione (-9,7% e -6,3%), il consolidamento della ripresa della domanda interna.

L’analisi dell’import evidenzia un’ampia diffusione della crescita tra i diversi settori. Il trend positivo che si è registrato è da ascrivere, tra le principali merceologie importate, ai comparti dei prodotti in metallo (+96,2%), dei prodotti chimici (+36,3%), dei macchinari e apparecchi (+24,4%) e degli apparecchi elettrici (+17,2%).

La progressione sostenuta della domanda interna si è riflessa sulla dinamica delle importazioni dei primi nove mesi del 2021, registrando un’ulteriore accelerazione in tutti i settori a eccezione della farmaceutica (-9,4%).

I settori afferenti ai prodotti intermedi utilizzati nel ciclo produttivo industriale hanno messo a segno un sostenuto incremento rispetto allo scorso anno, in particolare quelli chimici (+25,1%) e in gomma-plastica (+18%), ai quali si è associato un incremento dell’import di prodotti strumentali all’attività industriale: apparecchi elettrici (+27,8%) ed elettronici e ottici (+11,5%).

Si è inoltre osservata una consistente progressione per la filiera metalmeccanica con rilevanti incrementi dell’import di mezzi di trasporto (+27,6%), di macchine e apparecchi (+26%) e prodotti in metallo (+55,5%).

Tra i comparti in crescita si segnala inoltre la dinamica sostenuta dei prodotti alimentari e delle bevande (+12,3%), mentre è più circoscritta quella di prodotti tessili, abbigliamento e pelli (+8,5%).

 

 

 

Aree geoeconomiche globali

Le direttrici geografiche dell’export della città metropolitana di Milano registrano, nel terzo trimestre 2021, una convergenza delle dinamiche di crescita tra i mercati europei e americani, mentre si è osservato un aumento limitato per le piazze di destino asiatiche.

In relazione ai mercati extra-europei, il terzo trimestre 2021 ha registrato un incremento delle esportazioni del continente americano (+10%) corrispondente a 1,6 miliardi di euro in valore, di cui oltre un miliardo concentrato nel mercato degli Stati Uniti (+10,7%).

In sostenuta espansione si sono rivelate inoltre le piazze di destino dell’America Centro-Meridionale (+9,6%), dove tuttavia si segnala la contrazione registrata in Brasile (-1,2%), che rappresenta oltre il 40% dell’export diretto verso i mercati latino-americani.

Per quanto concerne i mercati dell’Asia, nel terzo trimestre 2021 si è osservato un aumento limitato dei flussi esportativi (+0,9%), determinato da un andamento debole delle aree subcontinentali più dinamiche, quali l’Asia Orientale (+0,2%) e il Medio Oriente (+0,9%), mentre gli incrementi più sostenuti si sono osservati per i mercati dell’Asia Centrale (+7%) e in particolare nei confronti dell’India (+13,6%).

Il focus sui mercati dell’export dell’Asia Orientale evidenzia che la debolezza della dinamica osservata nel terzo trimestre 2021 deriva dalla flessione registrata nelle piazze di destino comprese nel perimetro delle Tigri Asiatiche, dove si distinguono in particolare la zona speciale cinese di Hong Kong (-15,4%), la Corea del Sud (-9,6%) e Singapore (-16,7%), che insieme concentrano il 90% dei 565 milioni di euro esportati verso il gruppo dei Paesi Nies, mentre a tali dinamiche si è opposta la rilevante progressione registrata nei confronti della Cina (+15,7%).

Riguardo ai mercati europei, il sostenuto incremento dell’export (+24%) è stato trainato in particolare dai mercati esterni al perimetro comunitario (+33,7%), che hanno evidenziato una dinamica più vivace rispetto ai partner dell’Unione Europea (+19,2%).

Se consideriamo il consuntivo dell’export dei primi nove mesi del 2021, si registra un consistente rimbalzo verso i mercati dell’Europa (+23,9%), dove si è osservata una crescita significativa delle piazze non UE (+36,8%), rispetto alle mete di destino comunitarie (+17,7%).

In ambito extra-europeo, si è osservata una ripresa dei mercati americani (+6,6%) indotta dal consolidamento del percorso di recupero avviato nel precedente trimestre.

Sulla dinamica che si è palesata nel continente americano ha inciso in misura determinante l’aumento delle esportazioni verso gli Stati Uniti (+4%), dove si concentra circa il 70% dell’export diretto nelle Americhe; mentre di segno più espansivo si è rivelata la dinamica riscontrata nelle piazze del Centro e Sud America (+16%), indotta dalla progressione registrata nel mercato brasiliano (+19%).

Su di un piano più dinamico si colloca invece la progressione registrata in Asia (+10,4%), trainata dai mercati più rilevanti per l’export del Milanese: Medio Oriente (+10%) e Asia Orientale (+10,3%), a cui sono associate le esportazioni dirette verso l’Asia Centrale e l’India in particolare (+13% e +20,3%).

Il focus sui mercati dell’Estremo Oriente evidenzia in prima battuta una sostenuta accelerazione delle esportazioni verso la Cina (+21,5%), che attrae oltre 1,9 miliardi di euro rispetto agli oltre 5 miliardi diretti verso l’area, ossia il 37,6% dell’export diretto verso i mercati dell’Asia Orientale.

Scarsamente attrattivo per le esportazioni della città metropolitana si è invece rivelato il Giappone (+1,9%), mentre si è registrato un aumento moderato per i mercati inclusi nel perimetro delle Tigri Asiatiche (+5,3%). In particolare, la crescita dell’export dei primi nove mesi del 2021 si è rivelata contenuta verso la Corea del Sud (+2,9%), la zona speciale cinese di Hong Kong (+4%) e Singapore (+4,3%), mentre si è osservata un’espansione a due cifre per l’export diretto verso Taiwan.

Passando all’analisi delle importazioni possiamo osservare che nel terzo trimestre 2021 sono aumentati in maniera diffusa i flussi commerciali in entrata. In particolare, la dinamica ha registrato un’accentuazione più marcata dai continenti extra-europei rispetto all’Europa (+14,6%), sebbene in valore assoluto, con oltre 13 miliardi di euro, il continente europeo costituisca il perno delle importazioni milanesi.

La crescita dell’import dai partner extra-europei si è invece palesata più dinamica dal continente americano (+33,4%) rispetto ai partner dell’Asia (+19,5%), dove incidono in misura rilevante i flussi importativi provenienti dall’Asia Orientale (+16,7%) e dalla Cina in particolare (+23,5%).

Se consideriamo i primi nove mesi del 2021, la crescita delle importazioni è ascrivibile alla progressione registrata nei confronti dei partner commerciali europei (+18,8%), mentre le importazioni dagli altri continenti hanno palesato un ritmo inferiore e ciò si osserva sia nei confronti dell’America (+18,2%), dove l’incremento è ascrivibile principalmente ai flussi provenienti dal Nord America (+19,6%), sia dal continente asiatico (+15,8%), condizionato dalla dinamicità contenuta dell’import proveniente dall’Asia Orientale (+13,9%).

 

 

Dettaglio europeo

In relazione al principale mercato di sbocco delle esportazioni milanesi, ossia l’Europa, l’export diretto verso i partner continentali ha raggiunto – nel terzo trimestre 2021 – i 6,8 miliardi di euro (+24%), incrementandosi quindi di 1,3 miliardi rispetto al terzo trimestre dello scorso anno.

Sulla dinamica complessiva hanno inciso in misura maggiore i mercati esterni alla UE (+33,7%); in valore assoluto le esportazioni hanno raggiunto i 2,4 miliardi, con un aumento di 614 milioni rispetto al precedente anno.

Il focus sui mercati europei non UE registra un consolidamento della ripresa verso le due mete principali, Svizzera (+11,9%) e Regno Unito, dove l’export oltre Manica ha continuato a registrare una progressione inusuale (+130,2%) a conferma della non autosufficienza dell’economia britannica dall’interscambio commerciale verso i partner dell’Unione Europea. Altrettanto rilevanti si sono palesate inoltre le progressioni dell’export verso Turchia (+20,5%) e Russia (+8,5%).

Si è rivelato invece più contenuto l’apporto delle piazze di destino dell’Unione Europea (+19,2%) rispetto alla dinamica dell’export verso l’Europa. I flussi complessivi, quantificabili in oltre 4,3 miliardi di euro, hanno palesato un incremento di 703 milioni rispetto al terzo trimestre dello scorso anno.

Tra i partner comunitari più rilevanti per le esportazioni della città metropolitana di Milano, possiamo osservare che la crescita è stata trainata in particolare dagli incrementi ottenuti in alcuni dei mercati storici per l’area milanese: Francia (+27%), Germania (+20,2%), Spagna (+17,2%), Olanda (+20,6%) e Austria (+21,1%), ai quali si è associato l’incremento registrato nei confronti della Polonia (+15,2%) e, in ordine di rilevanza tra i mercati secondari, gli aumenti registrati verso Grecia (+34,1%), Romania (+16,4%) e Repubblica Ceca (+15,2%).

Il consuntivo dell’export dei primi nove mesi del 2021 si contraddistingue per un incremento diffuso delle esportazioni verso i mercati europei, dove la dinamica si è palesata particolarmente intensa verso i partner esterni al perimetro comunitario (+36,8%) rispetto ai mercati dell’Unione Europea (+17,7%).

Se consideriamo i mercati europei non UE, che in valore rappresentano oltre 7,1 miliardi di euro, possiamo osservare che le esportazioni verso l’area palesano una crescita particolarmente robusta verso il Regno Unito (+139,7%), dove si concentra il 30% dell’export verso tale area. Ugualmente importanti, ma inferiori per intensità si sono rivelati i saggi di crescita registrati dalle esportazioni dirette verso Turchia (+17,8%), Svizzera (+16,9%) e Russia (+9,3%).

Con riferimento alla dinamica dell’export verso l’Unione Europea, la crescita registrata nei primi nove mesi del 2021 ha palesato una diffusione del ritmo di espansione verso tutti mercati comunitari. In particolare, tra i partner più importanti per la città metropolitana, si segnalano gli aumenti delle esportazioni conseguiti nei confronti di Francia (+25,2%), Spagna (+20,6%), Polonia (+20,5%), Olanda (+18,8%) e Germania (+18,4%).

In relazione alle importazioni, nel terzo trimestre 2021 si è osservata una dinamica intensa che ha riguardato in particolare i canali in entrata di matrice europea non comunitaria (+30%), dove hanno inciso in misura rilevante i sostenuti incrementi dei flussi importativi provenienti dalla Russia (+57,3%), dalla Turchia (+31,4%) e dalla Svizzera (+25,5%), mentre è stato negativo l’apporto del Regno Unito (-1,3%).

In relazione ai partner comunitari, le dinamiche importative si sono palesate complessivamente meno intense (+12,5%), come evidenziato anche dai flussi commerciali in entrata provenienti dai partner storici della città metropolitana di Milano come Francia (+12,8%), Germania (+14,5%), Spagna (+7%) e Belgio (+9,7%), verso i quali si concentrano oltre i tre quarti degli acquisti di prodotti e merceologie estere.

Seguendo il ritmo di crescita dell’import ottenuto nel terzo trimestre, i primi nove mesi del 2021 si sono chiusi con una dinamica sostenuta per le importazioni provenienti dall’Europa (+18,8%), in particolare dai partner esterni al perimetro UE (+23,3%), dove si è osservato un significativo incremento dei flussi in entrata provenienti dalla Turchia (+42,6%), dalla Svizzera (+25,2%) e dalla Russia (+21,9%), che compensano ampiamente la flessione delle importazioni provenienti dal Regno Unito (-8,3%).

Il focus sui mercati comunitari (+18,1%) evidenzia che le importazioni hanno beneficiato di una dinamica particolarmente intensa con i partner storici localizzati in Francia (+18,9%), Germania (+21,4%), Spagna (+15,8%), Olanda (+14,2%) e Polonia (+46%) tra i partner emergenti.

 

 

MI
Trimestre
Terzo
Anno
2021
Indice del fatturato del commercio

Nel terzo trimestre 2021 il commercio al dettaglio milanese ha continuato nella sua corsa per il recupero delle posizioni perse durante il lockdown del 2020.

Rispetto alla fase di minimo storico raggiunto nel corso dell’anno precedente, si è osservato anche in questo trimestre un cospicuo rimbalzo del fatturato (+7,7%).

Come già evidenziato nelle rilevazioni precedenti, il sentiero di recupero per il settore si preannuncia tuttavia ancora lungo dal punto di vista temporale: il numero indice del fatturato destagionalizzato si attesta infatti a quota 81,8 e la media dei primi tre trimestri calcolata sull’indice grezzo evidenzia ancora un percorso lento di ripresa rispetto al livello medio raggiunto nel 2019, ossia prima della pandemia, certificando pertanto ancora la permanenza di un contesto difficile per il settore, che vede lontana la fase di piena ripresa del fatturato.

Il segnale complessivo è tuttavia confortante se consideriamo la dinamica tendenziale: il permanere di un contesto espansivo sui medesimi ritmi anche nei trimestri successivi può fornire un’utile accelerazione per proiettare il commercio al dettaglio definitivamente fuori dalle secche della crisi.

 

 
Le classi dimensionali

La declinazione del commercio al dettaglio milanese attraverso le classi dimensionali mostra una diffusione del sentiero di crescita del fatturato tra le diverse tipologie di impresa.

Il confronto territoriale tra area metropolitana milanese e Lombardia, in relazione all’andamento complessivo e dimensionale, registra un trend migliore per il commercio al dettaglio della città metropolitana rispetto alla Lombardia, con l’unica eccezione rappresentata dalle imprese tra i 10 e i 49 addetti, per le quali si è osservato un incremento del fatturato più incisivo a livello regionale.

In particolare, l’articolazione dimensionale del commercio evidenzia una robusta crescita del volume d’affari per il segmento delle medie e delle grandi imprese.

Il differenziale maggiore di performance tra area milanese e Lombardia si rileva per le unità tra 50 e 199 addetti (+21,9% e +8,5% rispettivamente), tuttavia anche nei confronti delle imprese oltre i 200 addetti si registra una dinamica del fatturato migliore per la città metropolitana rispetto alla regione (+6,5% e +3,1%).

In relazione alle micro imprese, il confronto tra il Milanese e la Lombardia indica un differenziale di performance molto contenuto tra le unità presenti nel territorio metropolitano (+4,1%) e la medesima tipologia di impresa localizzata nella regione (+3%).

Considerazioni differenti si palesano invece nei confronti delle imprese tra 10 e 49 addetti per le quali si osserva una progressione del fatturato di maggiori dimensioni per le unità del commercio della Lombardia (+3,2%) rispetto a quelle del territorio milanese (+0,9%).

 

I settori

Nel terzo trimestre 2021 si è osservata una continuazione dei trend registrati in precedenza in relazione al commercio alimentare e non alimentare con una netta divaricazione delle performance, in crescita per il primo comparto e in regressione per il secondo, mentre le imprese del settore despecializzato hanno agganciato il sentiero di ripresa già presente in precedenza nel territorio della Lombardia.

Se analizziamo i comparti di attività rientranti nel perimetro del segmento non alimentare, l’andamento sia a livello milanese che lombardo palesa una prosecuzione della crescita del fatturato nelle due partizioni territoriali, in particolare il segmento di attività evidenzia un incremento maggiore nel territorio milanese (+8,5%) rispetto alla Lombardia (+5,7%).

Su un piano differente si colloca il comparto alimentare per il quale si è osservata nel territorio milanese una prosecuzione del trend decrescente del fatturato (-3,8%), al quale si sono associate nel terzo trimestre 2021 anche le imprese alimentari della Lombardia (-2,2%).

In relazione al commercio despecializzato, il settore mostra un primo significativo recupero del volume d’affari nel contesto metropolitano (+8,2%) e un consolidamento nell’ambito del territorio regionale (+3,3%).

 

Previsioni per il quarto trimestre 2021

Il quadro previsivo delle imprese operanti nel commercio al dettaglio registra per il quarto trimestre 2021 un miglioramento dei saldi complessivi delle risposte (differenza tra ipotesi di aumento e di diminuzione) che interessa in particolare il fatturato e gli ordini rivolti ai fornitori e in misura minore l’occupazione.

Con riferimento al fatturato, il quadro previsivo delle imprese rispetto ai tre mesi precedenti registra un ampio rafforzamento della frazione di imprese con stime di crescita, che interessa oltre la metà degli operatori interpellati (52,9% contro 28,5%) e una consistente riduzione delle imprese con ipotesi di diminuzione (10,7% contro 28,5%). Il saldo complessivo che ne deriva (differenza tra ipotesi di aumento e di diminuzione) si è quindi collocato al 42,9%.

Se consideriamo gli ordini rivolti ai fornitori, le stime delle imprese del commercio indicano un cospicuo miglioramento del sentiment rispetto alla precedente rilevazione. La dinamica ha registrato un’accelerazione positiva come evidenziato dal saldo (28,6% contro -10% del secondo trimestre), essendosi rafforzate presso gli operatori del commercio le ipotesi di crescita per il prossimo trimestre (39,8% contro 20%) ed essendo diminuita parallelamente la quota di imprese pessimiste (11,2% contro 28,5% del secondo trimestre).

In relazione all’occupazione, le previsioni continuano a caratterizzarsi per un quadro di stabilità (80% delle imprese), tuttavia il saldo tra ottimisti e pessimisti misurato sulle restanti frazioni dei rispondenti registra un sensibile miglioramento rispetto alla rilevazione precedente (10% contro 1% del secondo trimestre).

 

 
Largo consumo confezionato

Nel terzo trimestre 2021, le vendite della grande distribuzione a prevalenza alimentare attraverso i canali di super e iper hanno segnalato su scala metropolitana milanese allargata alla provincia di Monza una continuazione delle criticità sia in relazione al fatturato che alle vendite fisiche operate a scaffale. Il trend registrato si colloca su di un piano diametralmente opposto rispetto alle dinamiche ottenute dalla GDO sia in ambito regionale che nazionale. La disamina territoriale certifica inoltre una limitazione degli effetti negativi alla sola area milanese e monzese, essendo la GDO della provincia di Lodi interessata da un’intensa ripresa sia in relazione al volume d’affari che alle unità vendute.

I confronti tra la GDO locale e i sistemi della grande distribuzione nazionale e della Lombardia evidenziano una crisi ormai irreversibile di fatturato e vendite, che stanno attraversando i canali super e iper di Milano e Monza, situazione che appare invece caratterizzata da stop and go per il Lodigiano, dove si alternano performance positive e negative nei diversi trimestri.

Passando all’analisi del quadro territoriale, la dinamica del sistema distributivo della GDO di Milano e Monza ha registrato su base annua una flessione sia del fatturato (-1,8%) sia delle unità vendute (-2,2%), arretramenti che confermano il trend decrescente dei primi due trimestri del 2021.

Su un piano differente si colloca invece la grande distribuzione di Lodi, che dopo la pesante contrazione del precedente trimestre ha registrato una significativa espansione del fatturato e delle vendite fisiche a magazzino (+6,5% e +4,4%).

Le divergenze territoriali si amplificano ulteriormente se consideriamo il livello regionale e nazionale, dove la dinamica registra un aumento consistente del fatturato (+2% e +2,7%) e delle unità vendute (+1,9% e +1,5%).

 

L’analisi per tipologia di prodotto conferma un quadro di rilevante decrescita del fatturato per la GDO milanese e monzese. Gli apporti più significativi alla flessione del fatturato e delle vendite fisiche sono ascrivibili in primo luogo ai prodotti del segmento non food, ossia per la cura della casa (-6,5% e -6,7% rispettivamente) e della persona (-4,4% e -2,4%).

Secondariamente, la dinamica del fatturato e delle vendite operate a scaffale è stata traina dall’andamento dei prodotti alimentari che ha interessato in particolare i prodotti del largo consumo confezionato rientranti nel perimetro della drogheria alimentare e delle bevande (-2,7% e -3,3%), criticità che si sono riscontrate anche per le unità vendute (-2,9% e -3,5%).

Sia la dinamica del fatturato che delle unità vendute si sono palesate invece con un ritmo decrescente, più contenuto per i prodotti della catena del freddo (-0,4% e -0,6%), mentre le merceologie rientranti nel fresco alimentare hanno registrato un modesto aumento del vendite in valore (+0,1%) e una riduzione consistente delle vendite fisiche misurate dalle unità (-1,4%).

Relativamente alla GDO della provincia di Lodi, le dinamiche dei reparti di vendita evidenziano un trend diffuso di crescita a eccezione dei prodotti per la cura della persona, che registrano una flessione sia del fatturato che della movimentazione a magazzino (-1,4% e -2% rispettivamente).

I contributi più significativi alla crescita del fatturato e delle vendite fisiche sono ascrivibili ai prodotti del fresco alimentare (+7,8% e +6,3% rispettivamente), seguiti dalle merceologie rientranti nel perimetro del freddo (+6,2% e +6,4%) e della drogheria alimentare (+6,4% e +4,8%).

Se consideriamo le bevande, sul piano del fatturato il reparto registra una rilevante crescita rispetto al terzo trimestre dello scorso anno (+7,1%), mentre la dinamica si palesa più contenuta in relazione alle unità vendute (+2,5%).

Infine, tra i generi non alimentari si segnala la flessione registrata dai prodotti per la cura della persona sia in relazione al fatturato (-1,4%) che alle unità vendute (-2%).

 

 

I dati dell'indagine congiunturale sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons

MI
MB
LO
Trimestre
Terzo
Anno
2021
Indice della produzione industriale

Nel terzo trimestre 2021 l’artigianato manifatturiero milanese ha continuato nel suo percorso di recupero dell’attività industriale che sta interessando la produzione, il fatturato e gli ordini.

Sul piano della produzione, la progressione trimestrale si è espressa attraverso un significativo aumento dell’indice che si è collocato a quota 87,5 corrispondente a una crescita del 6% rispetto al precedente trimestre, al netto degli effetti stagionali. La dinamica trimestrale si è riflessa in misura significativa anche sull’espansione tendenziale dei volumi prodotti. Su base annua si è infatti osservato un robusto incremento (+8,7%) che rapportato al terzo trimestre del 2019, ossia all’anno precedente alla pandemia, rappresenta un rilevante contributo per archiviare la fase recessiva seguita alla pandemia del 2020 (+3,6%).

 

 
Analisi congiunturale

La ripresa dell’attività industriale dell’artigianato manifatturiero si è declinata nel terzo trimestre 2021 attraverso una crescita della dinamica produttiva, del fatturato e degli ordini.

Il dettaglio degli indicatori congiunturali registra per la città metropolitana di Milano, al netto degli effetti stagionali, un incremento della produzione industriale superiore per intensità a quanto ottenuto dalla manifattura artigiana in ambito regionale (rispettivamente +6% e +4,7% destagionalizzato).

L’andamento osservato sul piano produttivo non si è tuttavia replicato con il medesimo grado di intensità in relazione al fatturato e agli ordini: entrambi, pur evidenziando un aumento rispetto al precedente trimestre, si collocano a un livello inferiore rispetto alla Lombardia.

In particolare, la dinamica del fatturato evidenzia un aumento modesto se raffrontato all’incremento ottenuto nel territorio regionale (rispettivamente +1,3% e +4,3% destagionalizzato).

In relazione al portafoglio ordini, la fase discendente osservata nei precedenti trimestri evidenzia un primo segnale di inversione della dinamica. Il quadro di dettaglio per l’artigianato milanese registra quindi una crescita rilevante delle commesse acquisite nel trimestre (+2,9% destagionalizzato), mentre a livello regionale si osserva una dinamica espansiva più robusta (+5,3% destagionalizzato).

 

Analisi tendenziale

Il quadro degli indicatori analizzato su base tendenziale evidenzia il proseguimento del sentiero di recupero della dinamica industriale dell’artigianato manifatturiero della città metropolitana di Milano. Complessivamente l’attività industriale, declinata attraverso la dimensione produttiva e gli indicatori afferenti alle vendite (industriali e alle commesse acquisite dal mercato), mostra un andamento in linea con la dinamica registrata dal settore in ambito regionale.

L’incremento ottenuto sotto il profilo produttivo è sufficiente a colmare il differenziale negativo accumulato durante il lockdown, mentre le dinamiche osservate per il fatturato e il portafoglio ordini – pur essendo positive – non consentono ancora al settore il pieno recupero delle posizioni perse durante il 2020.

Il quadro di dettaglio degli indicatori certifica tuttavia una crescita della produzione industriale (+8,7%) inferiore a quanto ottenuto su scala tendenziale dalla manifattura artigiana della Lombardia (+9,4%).

Se confrontiamo le rispettive dinamiche con il terzo trimestre 2019, si osserva un trend di crescita – al netto della situazione di straordinarietà del 2020 – comune a entrambi i territori (+3,6%).

Anche per il fatturato si osserva un andamento più favorevole in Lombardia rispetto al contesto milanese (rispettivamente +10,1% e +9,1%).

Il confronto tra il terzo trimestre 2021 e il corrispondente periodo del 2019, anno precedente alla pandemia, evidenzia che la manifattura artigiana milanese deve ancora compiere ulteriori e decisivi passi verso il pieno recupero dei livelli iniziali del fatturato (-1,5%), trend che si pone in controtendenza rispetto al percorso intrapreso dal settore in ambito regionale (+4%).

Relativamente agli ordini, la crescita ottenuta dal manifatturiero artigiano milanese è allineata alla dinamica palesatasi in Lombardia (rispettivamente +7,5% e +7,4%). Per entrambi i territori il recupero pieno dei livelli pre-crisi è tuttavia ancora lontano, in particolare per l’area milanese essendo, ancora a livelli inferiori a quanto registrato nel terzo trimestre 2019 (rispettivamente -1% e -4,1%).

 

Previsioni per il quarto trimestre 2021

L’analisi puntuale dei saldi delle risposte (differenza tra ipotesi di aumento e diminuzione) relativa alla produzione industriale, alla domanda interna e all’occupazione per il quarto trimestre 2021 registra un miglioramento del sentiment relativo alla produzione e alla domanda interna per il settore artigiano, mentre si osserva un peggioramento per le attese relative all’occupazione.

Il dettaglio delle aspettative dell’artigianato manifatturiero milanese evidenzia un rafforzamento del saldo positivo per la produzione industriale rispetto alla rilevazione precedente (+11,7% contro +6,1%), determinato da una crescita della quota delle imprese artigiane con stime di crescita (27% contro 25,8% del trimestre precedente) unita a una riduzione delle imprese pessimiste (15,3% contro 19,5%). Si osserva inoltre che la tendenza attendista, ossia di stabilità della produzione, si è ulteriormente ampliata per il quarto trimestre successivo, coinvolgendo il 57,7% dei rispondenti (54,7% nella rilevazione del terzo trimestre).

Il trend prospettico evidenziato per la produzione si ripropone anche in relazione alla domanda interna, che registra un ampio miglioramento del saldo complessivo (+14,2% contro +1,6%). Il dettaglio delle aspettative per la domanda interna indica che il 25,5% delle imprese stima una ripresa della domanda, in rafforzamento quindi rispetto al 21,1% della precedente rilevazione, mentre è in calo la quota di operatori con previsioni di diminuzione, che si colloca pertanto all’11,3% (19,5% nei tre mesi precedenti); infine si osserva un rafforzamento della quota di operatori con stime di stabilità (63,2% contro 59,1%).

In relazione all’occupazione, l’ipotesi di invarianza del livello è condivisa dall’83,5% degli artigiani intervistati.

L’ipotesi di aumento è condivisa solo dal 7,3% delle imprese, in diminuzione di un punto rispetto alla rilevazione antecedente (8,5%), mentre la frazione di artigiani che stimano un’ulteriore diminuzione si colloca al 9,2% con un significativo incremento rispetto alla rilevazione precedente (7%), il saldo complessivo che ne deriva è quindi in netta regressione rispetto al II trimestre 2021. Il passaggio in ambito negativo è pertanto espressione di un mutamento significativo del sentiment futuro in relazione all’occupazione nel sistema delle imprese artigiane (-1,8% contro +1,6%).

 

 
MI
Trimestre
Terzo
Anno
2021
Indice del fatturato dei servizi

Anche nel terzo trimestre 2021 il percorso di ripresa del fatturato dei servizi milanesi ha proseguito la sua corsa, indicando un consolidamento sia nei confronti del trimestre precedente che del medesimo trimestre dello scorso anno.

Sul piano tendenziale, parametrato al terzo trimestre dello scorso anno, la dinamica di rilevante crescita è determinata da un effetto statistico da contestualizzare rispetto a una situazione straordinaria sulla quale gravavano ancora gli effetti del lockdown delle attività imposte dalla fase più acuta dell’emergenza sanitaria.

L’osservazione della dinamica dell’indice evidenzia che il fatturato ha raggiunto nel terzo trimestre 2021 quota 104,4 azzerando sostanzialmente il divario con il terzo trimestre 2019, ossia nel corrispondente periodo pre-pandemico.

Per il terziario milanese, la dinamica trimestrale (al netto degli effetti stagionali) ha determinato quindi un aumento del fatturato (+1,4%), in linea con il percorso intrapreso nel trimestre precedente. Il percorso di pieno recupero deve tuttavia essere rimandato di almeno un trimestre, quando il dato si sarà consolidato, e sarà possibile verificare se la dinamica verrà confermata con il ritmo mantenuto nel terzo trimestre.

Sul piano della dinamica tendenziale, si osserva invece un consistente differenziale di crescita rispetto al terzo trimestre dello scorso anno. Il rilevante incremento del volume d’affari (+17,6%) ha assorbito in pieno la perdita di oltre 9 punti e mezzo registrata lo scorso anno, consentendo al settore di mettere a segno un aumento di ampia entità (+6,5%) rispetto al pre-Covid (terzo trimestre 2019), ancorché inferiore al trend regionale (+7,5%).

 

 
Classi dimensionali

Nel terzo trimestre 2021, la dinamica tendenziale articolata su base dimensionale registra una crescita generalizzata per tutte le tipologie di impresa, particolarmente accentuata per il segmento delle micro e piccole unità dei servizi.

Il confronto territoriale tra area metropolitana milanese e Lombardia mostra una dinamica complessiva di crescita del fatturato più intensa per la città metropolitana rispetto alla regione (+17,6% e +15,9% rispettivamente), con delle significative differenziazioni territoriali in relazione alle classi di impresa.

Se consideriamo il segmento delle micro e piccole imprese, l’area milanese ha registrato una dinamica espansiva più accentuata rispetto alla Lombardia, mentre per le classi di media dimensione si è osservato un posizionamento migliore da parte della regione. La dinamica si è palesata invece migliore in ambito milanese rispetto alla Lombardia per le grandi imprese dei servizi, sebbene il differenziale di performance tra i due ambiti territoriali sia circoscritto a pochi decimi di punto.

Il quadro di dettaglio del terziario milanese declinato sulle classi dimensionali registra pertanto per le unità da 3 a 9 addetti una crescita del fatturato (+19,2%) ampiamente superiore sia alla progressione ottenuta in Lombardia (+13,5%) sia nei confronti della performance complessiva del settore in ambito milanese.

Il trend evidenziato si replica anche in relazione alle imprese da 10 a 49 addetti, per le quali si osserva una dinamica di crescita del fatturato più intensa per le imprese localizzate nel territorio della città metropolitana di Milano (+22,9%) rispetto alle medesime tipologie dei servizi presenti nel territorio regionale (+20,3%).

Su un piano opposto si colloca invece l’andamento rilevato nell’intervallo dimensionale da 50 a 199 addetti: il segmento delle medie imprese evidenzia infatti una dinamica più intensa del volume d’affari per le unità localizzate in Lombardia (+17,2%) rispetto a quelle del territorio milanese (+16,1%).

Se consideriamo le imprese dei servizi oltre i 200 addetti, la dinamica mostra una crescita sostenuta del volume d’affari sia in provincia di Milano che in Lombardia; tuttavia l’incremento messo a segno nel territorio milanese è superiore per intensità rispetto a quanto ottenuto in ambito regionale (+13,3% e +12,5%).

 

I settori

Nel terzo trimestre 2021, i comparti di attività che compongono il settore dei servizi dell’area metropolitana milanese evidenziano un proseguimento generalizzato del percorso di recupero rispetto allo scorso anno, contribuendo a colmare il gap accumulatosi nel corso del 2020.

La disamina puntuale dei comparti evidenzia pertanto un proseguimento del sentiero virtuoso di crescita del fatturato delle attività connesse alla ristorazione e all’ospitalità determinata dalla progressione della campagna vaccinale e dalla ripartenza della vita sociale, elementi che hanno fornito una spinta decisiva all’incremento del fatturato su scala tendenziale, che ha mostrato sia in Lombardia – ma soprattutto nell’area metropolitana milanese – un’espansione a due cifre rispetto allo scorso anno (+33,5% e +46,2% rispettivamente).

Relativamente agli altri settori, possiamo osservare che nell’ambito dei comparti inseriti nelle catene distributive delle imprese, il commercio all’ingrosso ha ulteriormente consolidato il sentiero di recupero del fatturato che registra una dinamica espansiva simile tra area metropolitana milanese e regione (+16,5% e +15,7%).

In relazione ai servizi alle imprese, il terzo trimestre 2021 conferma una nuova progressione del volume d’affari sia in ambito milanese (+12,7%) che lombardo (+12,4%), scandendo quindi il sentiero di generale ripresa del terziario in considerazione dell’incidenza del comparto sulla struttura occupazionale complessiva (oltre 68%).

Infine, il terzo trimestre 2021 ha evidenziato un’accentuata progressione del fatturato per il comparto dei servizi alle persone, la cui crescita nell’area metropolitana milanese risulta molto più intensa rispetto al perimetro regionale (+26,5% contro +10,2%).

 

Previsioni per il quarto trimestre 2021

Il quadro delle aspettative elaborato dalle imprese dei servizi per il quarto trimestre 2021 registra un miglioramento del saldo complessivo delle risposte (differenza tra ipotesi di aumento e di diminuzione), indicando un’accelerazione ulteriore del sentiero di recupero dell’attività sia sotto il profilo del fatturato che dell’occupazione.

I saldi presentano per entrambe le dimensioni di analisi una prevalenza dei giudizi di aumento rispetto alle stime di diminuzione.

Con riferimento al fatturato, il quadro previsivo delle imprese dei servizi milanesi per il quarto trimestre 2021 registra un miglioramento di 9 punti del saldo complessivo rispetto alla rilevazione precedente (30,5% contro 21,5%).

Le aspettative degli operatori per gli ultimi tre mesi del 2021 indicano un rafforzamento della quota di operatori con stime di crescita (37,5% contro 33,4% della rilevazione precedente) e un parallelo decremento delle imprese con aspettative di diminuzione del fatturato (7% contro 12%), mentre si rafforza la frazione di operatori con stime di stabilità (55,5% contro 54,2%).

Il miglioramento delle prospettive denota un’intensificazione all’aumentare della scala dimensionale, riproponendo quindi il dualismo tipico delle stime tra micro e piccole imprese da un lato e il segmento delle medie e grandi unità dei servizi; in particolare, per le imprese oltre i 200 addetti le stime di crescita sono condivise dal 46% delle imprese oggetto di indagine.

Sul piano settoriale e rispetto alla rilevazione precedente si è riscontrato un miglioramento dei giudizi di ripresa per il comparto del commercio all’ingrosso e per quello dei servizi alberghieri e della ristorazione, dove la crescita del fatturato per il quarto trimestre 2021 è attesa rispettivamente dal 39,7% e dal 45,9% delle imprese.

In relazione all’occupazione, l’andamento delle previsioni continua ad assumere un carattere di stabilità, poiché oltre il 73,4% dei rispondenti si colloca in tale segmento di stima. Tuttavia, se consideriamo il saldo complessivo delle risposte, si osserva un miglioramento rispetto al precedente trimestre (14,7% contro 7%).

 

 

I dati dell'indagine congiunturale sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons

MI
MB
LO
Trimestre
Terzo
Anno
2021
Indice della produzione industriale

La dinamica del terzo trimestre 2021 mostra un proseguimento del sentiero di crescita della capacità produttiva, del fatturato e degli ordini sia sul piano congiunturale che tendenziale, dove la progressione ha registrato un ritmo di incremento sostenuto dall’effetto statistico di confronto con il terzo trimestre 2020, quando l’attività industriale iniziava a ripartire dopo le chiusure imposte dal lockdown.

La rappresentazione e l’analisi reale della crescita tendenziale deve essere quindi depurata dalla variazione negativa del terzo trimestre dello scorso anno, che aveva interessato sia la produzione che gli indicatori afferenti al fatturato e agli ordini. Pertanto, al fine di valutare la crescita effettiva dell’attività industriale nel terzo trimestre 2021, occorre effettuare il confronto con il livello produttivo raggiunto nel terzo trimestre 2019, ossia nell’anno pre-pandemico.

L’osservazione dell’indice della produzione industriale e delle variazioni tendenziali nei trimestri registra una decisa accelerazione della dinamica produttiva intrapresa dalla manifattura milanese negli ultimi tre trimestri, considerando il punto di minimo raggiunto nel secondo trimestre dello scorso anno (84,2). La velocità di uscita dalla crisi indotta dalla pandemia ha pertanto evidenziato un significativo cambiamento di passo fino al raggiungimento nel terzo trimestre 2021 di quota 110,5, superiore quindi al livello della produzione raggiunto prima della pandemia nell’anno 2019.

Passando all’analisi delle variazioni tendenziali, la produzione su base annua ha continuato nel sentiero di crescita, registrando un nuovo significativo incremento (+12,3%). Come già accennato, la crescita ottenuta deve tuttavia essere posta in relazione alla flessione della capacità produttiva, che gravava ancora sul settore manifatturiero nel terzo trimestre dello scorso anno, quando mancavano 5 punti percentuali su base annua: pertanto, la crescita – al netto di tale dinamica – evidenzia che nell’anno successivo (ossia nel terzo trimestre 2021) la produzione industriale milanese si è collocata ben al di sopra del terzo trimestre 2019, cioè prima della pandemia (+6,6%).

L’analisi complessiva per il terzo trimestre 2021 evidenzia il consolidamento del percorso virtuoso di crescita sul quale tuttavia gravano ancora delle incognite legate all’approvvigionamento delle materie prime e alla crescita dei prezzi di energia e metalli nei mercati internazionali, problematiche alle quali le imprese stanno facendo fronte utilizzando massicciamente il magazzino e le scorte.

In particolare, per la manifattura milanese le dinamiche afferenti agli approvvigionamenti si sono riflesse attraverso una crescita significativa del costo delle materie prime per le imprese (+8,8% su base trimestrale e +30,1% su base annua) e in un aumento dei prezzi dei listini dei prodotti finiti (+4,5% su base trimestrale e +13% su base annua).

 

 
Analisi congiunturale

L’industria manifatturiera milanese ha registrato nel terzo trimestre 2021 una progressione generale degli indicatori congiunturali che si è estesa dal piano produttivo e del fatturato fino al portafoglio ordini sia interno che estero, dove la dinamica evidenzia una crescita maggiore rispetto al sistema manifatturiero della Lombardia.

In confronto al precedente trimestre, l’aumento dell’attività industriale – e produttiva in particolare – ha fatto ricorso a un uso intenso del magazzino e delle scorte di materie prime che diminuiscono ulteriormente su base congiunturale (-4%), sintomatico quindi di un’azione intrapresa dalle imprese per sterilizzare, almeno in parte, le difficoltà di approvvigionamento sui mercati dove si registra un trend costante di incremento dei prezzi, determinato dal disallineamento tra crescita della domanda e contrazione dell’offerta per esigenze legate all’emergenza Covid19 che sta interessando i principali Paesi esportatori di materie prime e prodotti semi-lavorati per l’industria.

L’esame puntuale dei dati rispetto al trimestre precedente indica pertanto un aumento della produzione nell’area metropolitana milanese (+1,3% destagionalizzato), che è tuttavia inferiore alla crescita dei volumi registrata nel territorio regionale (+2,5% destagionalizzato).

Il disallineamento tra città metropolitana di Milano e Lombardia, a vantaggio della regione, è inoltre evidente anche in relazione alla dinamica del fatturato, mentre per le commesse acquisite dai mercati si osserva una progressione più significativa per il territorio milanese sia in relazione al mercato domestico che per quello estero.

Riguardo al fatturato, nel terzo trimestre 2021 si è osservata per la manifattura milanese la continuazione della dinamica di aumento a passo ridotto, a fronte di una maggiore vivacità dell’industria lombarda (rispettivamente +1% e +1,9% destagionalizzato).

Tale divergenza degli andamenti tra città metropolitana di Milano e Lombardia non si è invece replicata in relazione agli ordini. La dinamica congiunturale delle commesse ha palesato una progressione complessiva molto più marcata per l’industria milanese rispetto alla manifattura regionale.

Dal lato del mercato interno, il portafoglio ordini realizzato dall’industria metropolitana milanese registra una crescita che si colloca a un livello superiore in confronto alla Lombardia (rispettivamente +5,3% e +3% destagionalizzato).

Il differenziale tra i due territori si è inoltre ulteriormente ampliato dal lato degli ordini esteri, la rilevante progressione ottenuta dalla manifattura milanese (+4,7% destagionalizzato) ha pertanto ampiamente surclassato la performance registrata dall’industria lombarda (+1,3% destagionalizzato).

 

Analisi tendenziale

La dinamica tendenziale registra un quadro ampiamente positivo per l’industria manifatturiera milanese nel terzo trimestre 2021. Gli incrementi ottenuti sotto il profilo produttivo, del fatturato e degli ordini sono sufficienti a colmare i differenziali negativi registrati nel 2020, ossia durante il lockdown.

Per ottenere un’analisi che consenta di valutare se il sistema industriale abbia consolidato il sentiero virtuoso di uscita dalle secche della congiuntura negativa determinata dal lockdown, risulta quindi utile depurare tali dinamiche dagli effetti distorsivi indotti da un confronto limitato all’anno precedente, introducendo pertanto un raffronto con il dato pre-pandemia, ossia riferito al terzo trimestre 2019.

Dal lato della produzione industriale, l’analisi di dettaglio degli indicatori registra quindi un ampio incremento su base annua (+12,3%), recuperando il gap produttivo dei 12 mesi precedenti e collocando la variazione al di sopra del terzo trimestre 2019 pre-pandemia (+6,6%). Tale trend si inserisce in un contesto regionale anch’esso in espansione (+12%) e con un livello della produzione superiore a quello pre-pandemia (+6,2%).

Relativamente al fatturato, su base annua la crescita ottenuta (+16,9%) è stata trainata in particolare dalla componente interna (+19%), a cui si è associato il recupero del fatturato estero (+13,3%).

Le dinamiche tendenziali rispetto al dato del terzo trimestre 2019 precedente la pandemia evidenziano un aumento del fatturato totale, che si colloca a un livello superiore al dato pre-pandemico (+10,5%), ma inferiore complessivamente al dato regionale (+12,3%). Tale crescita, sempre considerando la variazione raffrontata al terzo trimestre 2019, è ascrivibile in misura più ampia ai mercati interni rispetto a quelli esteri (rispettivamente +6,6% e +12,7%).

Se consideriamo il portafoglio ordini, la dinamica tendenziale complessiva ha registrato anch’essa una crescita ampia (+17,3%), ascrivibile alla convergenza tra mercato domestico (+17,6%) ed estero (+16,7%).

Il cospicuo recupero registrato nel terzo trimestre 2021 ha consentito al portafoglio ordini di pareggiare e superare il gap subìto durante il periodo di lockdown. Al netto di degli effetti distorsivi indotti dal raffronto con la dinamica straordinaria del precedente anno, la dinamica evidenzia un ritorno degli ordini totali su un sentiero di crescita e a un livello superiore al punto raggiunto prima della pandemia, ossia nel terzo trimestre 2019 (+16,6%), superiore a quanto registrato dalla manifattura lombarda (+13,3%), dove i mercati interni registrano un ritmo di ripresa molto più incisivo (+17,9%) – e superiore anche al corrispondente trimestre dello scorso anno – rispetto alla componente estera (+14,2%).

 

Dinamiche a confronto

Il ritmo della ripresa nel terzo trimestre 2021 ha mostrato un’intensità maggiore per l’industria della Lombardia, il valore toccato dall’indice è infatti pari a 118,2 (+2,5% destagionalizzato), rispetto alla città metropolitana di Milano (+1,3% destagionalizzato) e all’Italia, dove pure si stima una crescita nel terzo trimestre 2021 (+1,5% destagionalizzato).

Il differenziale maggiore resta invece nei confronti dell’Eurozona, dove si è osservata la continuazione della dinamica di rallentamento della ripresa produttiva (+0,4% destagionalizzato), sulla quale grava il quadro non brillante dell’industria tedesca che soffre in misura rilevante le difficoltà di approvvigionamento sui mercati delle materie prime.

 

 
Mercato del lavoro

La continuazione del sentiero di normalizzazione dell’attività industriale nel terzo trimestre 2021 ha continuato a riflettersi positivamente sugli strumenti della cassa integrazione guadagni (CIG).

Sia la quota di imprese utilizzatrici della CIG sia l’incidenza delle ore sul monte ore di lavoro complessivo si sono ridotte ulteriormente rispetto al precedente trimestre.

In particolare, la cassa integrazione del terzo trimestre registra una nuova diminuzione della quota delle imprese utilizzatrici di oltre 12 punti percentuali rispetto al secondo trimestre 2021, confermando e ampliando il trend discendente in atto dalla fine del precedente anno (8,1% contro 20,1% del secondo trimestre 2021).

La rilevante diminuzione delle imprese utilizzatrici della CIG si è riflessa in misura significativa sull’incidenza oraria della cassa integrazione in rapporto al monte ore trimestrale di lavoro effettivo, attraverso una sua drastica riduzione rispetto al precedente trimestre (0,3% contro 1,8%), consolidando il percorso intrapreso.

Il miglioramento dell’attività industriale nel terzo trimestre 2021 si è riflesso solo parzialmente sul mercato del lavoro: il saldo complessivo tra nuove assunzioni e cessazioni di personale – pur essendo positivo (+0,3%) – è inferiore rispetto al dato raggiunto nel trimestre precedente (+0,4%).

 

 
Previsioni per il quarto trimestre 2021

Il quadro previsivo tracciato dalle imprese manifatturiere milanesi per il quarto trimestre 2021 registra una frenata complessiva delle attese, a eccezione della domanda estera, coinvolgendo la dinamica produttiva, l’occupazione e la domanda interna.

In generale, sul clima di fiducia gravano ancora delle incognite legate alle difficoltà di approvvigionamento e alla crescita dei prezzi delle materie prime quale corollario all’evoluzione della pandemia al di fuori dell’ambito geografico europeo. Il ricorso alle scorte di magazzino viene pertanto percepito come non sostenibile nel medio termine, rischiando quindi di impattare massicciamente sui livelli della produzione e dei listini, determinando in ultima analisi una strozzatura delle prospettive di sviluppo dell’attività industriale.

L’analisi puntuale dei saldi delle risposte delle imprese manifatturiere milanesi sintetizzano pertanto quale sia il sentiment prevalente – ossia di rallentamento – pur permanendo ancora in terreno positivo dal lato della produzione, della domanda e dell’occupazione.

Se analizziamo il dettaglio delle aspettative delle imprese per il quarto trimestre 2021, possiamo osservare che le stime delle imprese per la produzione espresse dai saldi delle risposte (differenza tra ipotesi di aumento e di diminuzione) sono positive (23%), ma inferiori a quanto registrato dalla precedente rilevazione (25,8%).

La quota di imprese con prospettive di riduzione della produzione nel prossimo trimestre si è infatti incrementata rispetto alla rilevazione trimestrale precedente (11,5% contro 10%), mentre si è ridotta la frazione di operatori industriali con ipotesi di crescita (34,5% contro 35,8%) e si è consolidata la quota di imprese con attese di stabilità della produzione (54% contro 54,2%), evidenziando quindi un sentiment di prudenza che interessa oltre la metà delle imprese intervistate.

In relazione all’occupazione, le stime delle imprese per il quarto trimestre 2021 indicano la stabilità come prospettiva prevalente. Si tratta di un’ipotesi condivisa dal 79,2% del campione, mentre si è osservata una riduzione di oltre 2 punti e mezzo rispetto alla rilevazione precedente della quota di operatori con aspettative di crescita (15,1% contro 17,7%) e un parallelo aumento della frazione di imprese con stime di decrescita (5,8% contro 4,2%). Tali dinamiche opposte si sono riflesse in una significativa riduzione del saldo complessivo rispetto alla precedente rilevazione (9,3% contro 13,6%).

Il contesto di rallentamento ha inciso anche sulla domanda interna, dove il saldo complessivo (differenza tra ipotesi di aumento e diminuzione) è peggiorato in misura significativa rispetto alla rilevazione del trimestre precedente, perdendo complessivamente oltre 2 punti percentuali e mezzo (14,6% contro 17,2%).

Il quadro di dettaglio delle previsioni sulla domanda interna evidenzia pertanto sia una diminuzione della quota di operatori manifatturieri con stime di crescita, in contrazione di oltre 1 punto rispetto ai tre mesi precedenti (29,1% contro 28%) sia una riduzione di circa 5 punti dell’area di stabilità (56,3% contro 61,2%). Le dinamiche evidenziate hanno pertanto condotto a un significativo rafforzamento, circa 4 punti percentuali, della frazione di imprese con previsioni di diminuzione (14,6% contro 10,8%).

L’analisi delle componenti della domanda evidenzia inoltre un rafforzamento del saldo finale delle risposte per la domanda estera, che si incrementa di oltre 4 punti rispetto al precedente trimestre (22,3% contro 18,1%).

Il quadro di dettaglio, oltre a mostrare un aumento di 3 punti e mezzo delle stime di crescita per il trimestre successivo (31,3% contro 27,8%), indica una riduzione dell’area di stabilità delle stime (59,6% contro 62,5%) e una lieve diminuzione della frazione di imprese con aspettative di decrescita della domanda estera (9% contro 9,7%).

 

 

Il confronto tra piano qualitativo complessivo, espresso dall’indicatore sintetico delle aspettative (che sintetizza le componenti di stime delle imprese: produzione, domanda e occupazione) e piano quantitativo – espresso dall’indicatore afferente al ciclo di breve termine della produzione industriale – registra una sostanziale divergenza degli andamenti.

Se osserviamo il ciclo produttivo, la produzione ha intrapreso un sentiero di recupero costante, recependo pertanto i segnali trimestrali di ripresa. Su un piano differente si colloca l’indicatore sintetico delle aspettative delle imprese, per il quale si osserva una frenata delle stime da parte delle imprese determinata in primo luogo da una parziale revisione delle attese su produzione e domanda interna, sulle quali gravano le incognite dei rincari dei prezzi delle materie prime e di fiammate inflazionistiche che – seppur ritenute temporanee da parte degli organismi internazionali – sono tuttavia destinate a perdurare in un arco temporale sufficientemente lungo per rallentare il sentiero di ripresa.

 

 

I dati dell'indagine congiunturale sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons