Il quadro previsivo tracciato dalle imprese manifatturiere milanesi per il secondo trimestre 2022 registra un brusco ridimensionamento complessivo delle attese, trainato in particolare dalle prospettive sulla domanda estera e la produzione e, in misura più ridotta, dalle attese su domanda interna e occupazione.
Le aspettative delle imprese, pur mantenendo ancora un profilo di fiducia determinato da saldi positivi in relazione ai piani di indagine (differenza tra ipotesi di aumento e di diminuzione), registrano tuttavia un ridimensionamento rispetto al precedente trimestre.
In generale, sul clima di fiducia iniziano a concretizzarsi tutte le variabili negative di contesto già evidenziate in precedenza: l’aumento dei prezzi delle materie prime, in particolare energetiche, e dei costi di produzione, insieme alla riduzione dei margini operativi in un contesto di crescita dell’inflazione che, secondo alcuni analisti, potrebbe sfociare in un fenomeno di “stagflazione”, ossia di stagnazione e inflazione insieme.
Se analizziamo il dettaglio delle aspettative delle imprese per il secondo trimestre 2022, possiamo osservare che le stime delle imprese per la produzione, espresse dai saldi delle risposte (differenza tra ipotesi di aumento e di diminuzione), esprimono un sentiero regressivo rispetto ai tre mesi precedenti (18,6% contro 23,7%). Come già accennato, il saldo complessivo è ancora positivo; tuttavia, si osserva – oltre alla già citata perdita di slancio delle prospettive di breve termine – il rafforzarsi di una visione attendista delle imprese industriali, espressa da una stabilità che interessa oltre il 60% delle imprese intervistate.
In relazione all’occupazione, le attese delle imprese per il primo trimestre 2022 indicano la stabilità come prospettiva prevalente, tale ipotesi è condivisa dal 76,7% delle imprese industriali milanesi, in significativo rafforzamento rispetto alla precedente rilevazione (72,7%).
Il saldo complessivo (differenza tra ipotesi di aumento e di diminuzione) evidenzia anch’esso – come per la produzione – un importante arretramento rispetto ai tre mesi precedenti (13% contro 20,4%).
In relazione alla domanda interna, il saldo complessivo, pur mantenendosi ancora in un quadrante positivo, ha espresso una drastica riduzione rispetto alla rilevazione del trimestre precedente (9,4% contro 13,9%), determinato dalla riduzione della quota di imprese con stime di crescita, dal rafforzamento delle ipotesi di diminuzione e da un consolidamento dell’area di stabilità (63,8% contro 63,2%).
Relativamente alla domanda estera, le previsioni elaborate dalle imprese hanno risentito in misura rilevante del peggioramento del clima politico ed economico internazionale.
L’analisi delle componenti della domanda evidenzia una significativa riduzione di oltre 11 punti rispetto al trimestre precedente (8,8% contro 20,1%) del saldo finale delle risposte afferenti alla domanda estera e un rafforzamento delle stime collocate nell’area di stabilità (64,2% contro 60,9%).
Il focus di analisi sulle prospettive dell’industria manifatturiera per il successivo trimestre, effettuata attraverso una comparazione tra piano qualitativo complessivo, espresso dall’indicatore sintetico delle aspettative, che sintetizza le componenti di stima delle imprese su produzione, domanda e occupazione e piano quantitativo, attraverso l’indicatore afferente al ciclo di breve termine della produzione industriale, registra una netta convergenza degli andamenti.
In particolare, se osserviamo il ciclo produttivo, la produzione ha consolidato il sentiero di ripresa rafforzandone l’intensità di recupero: le performance trimestrali di ripresa hanno, infatti, svolto una funzione acceleratrice della dinamica complessiva esprimendo un segnale di fondo positivo per la produzione industriale.
Tali indicazioni quantitative sono state, tuttavia, incorporate solo parzialmente dalle attese espresse dagli operatori industriali: il mutamento del sentiment complessivo e il contesto di incertezza sulle dinamiche economiche – soprattutto di politica internazionale – che definiscono lo stretto perimetro all’interno del quale ipotizzare l’attività futura, hanno determinato un peggioramento delle attese per il prossimo trimestre, ponendo una seria ipoteca sul consolidamento e sullo sviluppo del sentiero di ripresa industriale.
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