La dinamica dell’artigianato lodigiano

MI
MB
LO
Trimestre
Secondo
Anno
2023
Indice della produzione industriale

Nel secondo trimestre del 2023 si osserva per l’artigianato manifatturiero lodigiano una prosecuzione del percorso di crescita della produzione iniziato a fine 2022, a differenza di quanto avviene a livello regionale, dove si osserva un deciso rallentamento della dinamica. Risulta meno brillante l’andamento del fatturato, che registra un lieve calo a livello congiunturale; peggiorano al contempo le aspettative che indicano una previsione di calo di produzione e ordini per il prossimo trimestre. La crescita annua della produzione è del 4,6%, migliorando la performance del trimestre precedente; nel grafico si osserva come i livelli produttivi abbiano superato quelli di fine 2019 precedenti la pandemia, con una crescita piuttosto costante a partire dal 2022. Osservando una porzione più ampia del grafico, peraltro, si può notare che le difficoltà dell’artigiano lodigiano risalgono a prima del Covid, avendo attraversato una fase di forte contrazione tra 2018 e 2019. Il numero indice della produzione (costruito con l’anno 2010 come base posto uguale a 100) arriva a quota 87,5 nel trimestre in esame, al di sopra del punto di minimo di 78,8 del secondo trimestre del 2020, ma ancora diversi punti al di sotto dei livelli raggiunti nel 2018.

 

 
Analisi congiunturale

La dinamica congiunturale dell’artigianato del lodigiano evidenzia una buona crescita di produzione e ordini, mentre arrivano segnali negativi dal fatturato; a livello regionale si osserva invece un quadro nettamente più critico.

A Lodi la produzione dell’artigianato manifatturiero cresce su base congiunturale dell’1,2% (dato destagionalizzato), mentre in Lombardia si registra una variazione praticamente nulla. Il fatturato registra una battuta d’arresto sia a livello provinciale che regionale, con un calo congiunturale dello 0,1% per entrambi i territori. Gli ordini dell’artigianato lodigiano mostrano un deciso incremento dell’1,5%, che compensa il dato meno brillante del trimestre passato, per contro in Lombardia si segnala una netta flessione (-0,6%).

Rallenta la crescita dei prezzi sia delle materie prime sia dei prodotti finiti, seppure in maniera meno evidente di quanto accade per l’industria. L’incremento congiunturale per l’artigianato lodigiano risulta del 4,8% per i prezzi delle materie prime e del 3,3% per i prezzi dei prodotti finiti, dati in linea con quelli rilevati a livello regionale.

 

Analisi tendenziale

La dinamica tendenziale, raffrontandoci quindi con il secondo trimestre del 2022, indica per l’artigianato manifatturiero lodigiano una buona progressione di tutti gli indicatori rilevati, in netto contrasto con la crescita molto più timida osservata a livello lombardo.

L’aumento annuo della produzione risulta del 4,6%, superando largamente l’incremento registrato in Lombardia dell’1,1%. Per il fatturato si osserva una progressione più contenuta rispetto alla produzione (2,5%), superiore comunque alla dinamica regionale (1,1%). Una buona performance si osserva anche per l’indicatore degli ordini, che registrano in provincia un incremento del 3,7% rispetto al secondo trimestre del 2022, mentre in regione si osserva un calo annuo dello 0,2%.

 

Previsioni per il terzo trimestre 2023

Le aspettative degli operatori sul prossimo trimestre evidenziano un saldo negativo tra giudizi di crescita e di riduzione per tutti e tre gli indicatori rilevati. In tutti e tre i casi si osserva peraltro un peggioramento rispetto alla rilevazione dello scorso trimestre.

Riguardo la produzione, sono il 15,8% degli operatori ad attendersi una crescita (erano il 17,5% tre mesi fa), quasi la metà rispetto a coloro che invece si aspettano un calo (31,6%), ottenendo quindi un saldo negativo tra giudizi ottimisti e pessimisti per il quarto trimestre consecutivo. Per la domanda interna si osservano giudizi leggermente peggiori, sono infatti il 10,5% a indicare una crescita, contro il 28,9% che si attende un calo. Nel grafico si osserva la traiettoria quasi del tutto sovrapponibile delle aspettative riguardo produzione e domanda interna, entrambe in flessione nel trimestre in esame. Anche le aspettative sull’occupazione risultano piuttosto negative: a fronte della consueta quota elevata di giudizi di stabilità (89,5%), i restanti rispondenti (10,5%) indicano tutti un calo.

 

 

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