Commercio
Il secondo trimestre 2021 si è chiuso per il commercio al dettaglio milanese con una ripresa significativa del fatturato rispetto al secondo trimestre dello scorso anno (+22,7%). La dinamica consistente di crescita deve essere tuttavia contestualizzata rispetto alla profonda flessione del fatturato che si era manifestata nell’analogo trimestre dello scorso anno, quando il settore perdeva oltre 20 punti percentuali toccando il punto di minimo della serie storica.
Nel secondo trimestre 2021 gli effetti della pandemia hanno pertanto iniziato a palesare un loro esaurimento sul ciclo recessivo registrato fino al primo trimestre, l’indicazione congiunturale è tuttavia ancora debole come dimostra la dinamica riferita ai tre mesi precedenti (+0,1% destagionalizzato) e deve consolidarsi ulteriormente per trainare il settore definitivamente fuori dalla crisi.
Se consideriamo la scala tendenziale, la declinazione del commercio al dettaglio milanese attraverso le classi dimensionali mostra un’ampia diffusione del sentiero di crescita del fatturato tra le diverse tipologia di impresa.
In particolare, le micro e le piccole imprese del commercio evidenziano una crescita del volume d’affari che si è mossa in sintonia tra area metropolitana (+27,4% e +24,8%) regione (+28,7% e +26,3%).
I differenziali di performance maggiori tra i due territori si sono registrati invece nell’ambito delle medie imprese e delle unità del commercio oltre i 200 addetti, per le quali il fatturato ha evidenziato una dinamica più pronunciata per la Lombardia rispetto all’area metropolitana milanese nel caso delle attività di media dimensione (+21,6% e +11% rispettivamente) e più favorevole al contesto provinciale rispetto alla regione nel caso delle unità di grandi dimensioni (+26,2% e +13,6% rispettivamente).
Se analizziamo i comparti di attività, sia nell’area metropolitana milanese che in ambito regionale, nel secondo trimestre si è palesata una ripresa a due cifre del fatturato del commercio non alimentare, interessando sia l’area metropolitana che la regione (+44% e +43,8% rispettivamente). La dinamica ha contribuito in misura determinante a trainare la performance del commercio milanese, ponendosi in netta controtendenza rispetto alla dinamica del comparto alimentare, in arretramento significativo nell’area milanese (-7,1%) e in stagnazione nel contesto lombardo (+0,1%). Il trend negativo si è inoltre manifestato anche nell’ambito del commercio despecializzato, che soprattutto in ambito milanese continua a registrare consistenti arretramenti del fatturato rispetto allo scorso anno (-3,6%), mentre si è osservato un inizio del sentiero di recupero in Lombardia (+4,8%).
Il focus sulla grande distribuzione a prevalenza alimentare palesa una flessione significativa sia del fatturato che delle unità vendute.
Le vendite operate attraverso i canali super e iper di Milano, Monza e Lodi evidenziano un ritorno verso i livelli pre-pandemici. Il confronto anno su anno risente infatti dei livelli molto elevati di fatturato e di vendite registrati dalla GDO durante il lockdown nel 2020, quando le limitazioni agli spostamenti da un lato e le misure di distanziamento dall’altro avevano svolto un ruolo rilevante sulla modifica dei comportamenti e degli stili di consumo, specialmente alimentari: dinamica particolarmente evidente per contesti territoriali molto circoscritti come quello lodigiano dove la GDO di Lodi durante il secondo trimestre 2020 – in pieno lockdown – ha conseguito una crescita del fatturato di oltre 20 punti percentuali e di oltre 15 per le unità vendute a scaffale.
Il quadro di dettaglio evidenzia quindi per la GDO degli arretramenti consistenti del fatturato sia nell’area metropolitana allargata a quella monzese (-5,9%) sia nel territorio lodigiano (-5,6%). Tale trend si replica anche nei confronti delle vendite fisiche a magazzino, con andamenti similari tra le due partizioni territoriali (-4,9% e -4,5%).
Se consideriamo le stime delle imprese per il terzo trimestre 2021, nonostante il miglioramento delle performance tendenziali che evidenziano l’avvio di un percorso di recupero, il quadro previsivo delle imprese operanti nel commercio al dettaglio registra – per il terzo trimestre 2021 – un peggioramento dei saldi complessivi delle risposte (differenza tra ipotesi di aumento e di diminuzione), che interessa tutte le dimensioni oggetto di indagine, in particolare gli ordini rivolti ai fornitori e il fatturato.
Con riferimento alla dinamica tendenziale complessiva, il secondo trimestre 2021 ha registrato un consistente recupero del fatturato in confronto allo scorso anno (+16%), l’entità della ripresa è da contestualizzare rispetto alla situazione di pesante lockdown vissuta dal commercio al dettaglio quando la flessione delle vendite aveva subìto una caduta di oltre 12 punti.
Il quadro degli indicatori evidenzia che tale aumento è ascrivibile principalmente alla robusta progressione del settore non alimentare (+32,1%) e in misura molto più limitata all’apporto del segmento alimentare (+0,7%).
Nell’ambito del commercio non alimentare, la suddivisione tra forme distributive evidenzia che l’entità dell’espansione complessiva ha interessato sia le vendite della grande distribuzione (+34,3%) sia quelle degli esercizi operanti su piccole superfici (+33,2%).
In relazione al commercio alimentare, il secondo trimestre 2021 si è chiuso, come in precedenza, con una progressione limitata delle vendite in valore (+0,7%) ascrivibile alla rilevante divergenza degli andamenti tra grande distribuzione, in crescita (+2,3%), ed esercizi commerciali operanti su piccole superfici, in rilevante flessione (-6,5%).
Se consideriamo le dinamiche afferenti alle forme distributive, l’espansione ottenuta dai settori non alimentari della grande distribuzione si è riflessa sulla sua performance complessiva, evidenziando un significativo consolidamento del sentiero di recupero delle vendite in valore rispetto allo scorso anno (+10,8%).
Nella medesima scia si è collocato l’andamento generale delle vendite dei piccoli esercizi del commercio, che palesa una crescita robusta rispetto al secondo trimestre dello scorso anno (+21,1%), ascrivibile all’aumento delle vendite in valore delle merceologie non alimentari.
I dati dell'indagine congiunturale sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons