LA DINAMICA DEL COMMERCIO A MILANO

MI
Trimestre
Secondo
Anno
2021
Indice del fatturato del commercio

Il commercio al dettaglio milanese registra un deciso rimbalzo del fatturato nel secondo trimestre 2021 rispetto al minimo toccato nello stesso periodo del 2020 (+22,7%). Considerando la variazione congiunturale rispetto al primo trimestre del 2021, il segno – sebbene di entità più contenuta – si conferma comunque positivo (+0,1% destagionalizzato).

L’avvio del sentiero di recupero del settore si preannuncia tuttavia ancora lungo, il numero indice del fatturato si attesta infatti a quota 77, inferiore di circa 10 punti rispetto ai valori che avevano caratterizzato il 2019, prima della pandemia, certificando pertanto ancora la permanenza di un contesto difficile per il settore, essendo lontana la fase di piena ripresa del fatturato.

Il segnale complessivo è tuttavia confortante se consideriamo la dinamica tendenziale: l’accelerazione registrata – se confermata anche nei trimestri successi – può portare il commercio al dettaglio definitivamente fuori dalle secche della crisi.

 

 
Classi dimensionali

Nel secondo trimestre 2021 gli effetti della pandemia hanno iniziato a palesare un loro esaurimento sul ciclo recessivo registrato fino allo scorso trimestre. La declinazione del commercio al dettaglio milanese attraverso le classi dimensionali mostra pertanto un’ampia diffusione del sentiero di crescita del fatturato tra le diverse tipologie di impresa.

Il confronto territoriale in relazione all’andamento complessivo e dimensionale, evidenzia un trend migliore per il commercio della Lombardia rispetto a quanto registrato nell’area metropolitana milanese, a eccezione delle imprese oltre i 200 addetti, per le quali si è osservata una progressione più pronunciata del fatturato in ambito milanese.

Il quadro di dettaglio del commercio registra pertanto una crescita significativa del volume d’affari delle imprese da 3 a 9 addetti. Il confronto tra area metropolitana e Lombardia indica un differenziale di performance contenuto tra le micro imprese del Milanese (+27,4%), rispetto alla medesima tipologia presente nel territorio lombardo (+28,7%).

Considerazioni analoghe si palesano anche nei confronti delle piccole imprese, per le quali si osserva una progressione del fatturato di rilevanti dimensioni sia in ambito milanese che lombardo (+24,8% e +26,3% rispettivamente).

In relazione al segmento delle medie e delle grandi imprese del commercio, si sono invece osservati degli andamenti diametralmente opposti tra area milanese e regione. Pertanto, mentre si è osservata una progressione del fatturato nettamente superiore per le medie imprese della Lombardia rispetto a quelle milanesi (+21,6% e +11% rispettivamente), per le unità oltre i 200 addetti è la performance metropolitana che sovrasta quella registrata in Lombardia (+26,2% e +13,6%).

 

Settori

In relazione ai settori del commercio al dettaglio, se analizziamo i comparti di attività rientranti nel perimetro del segmento non alimentare, l’andamento sia a livello milanese che lombardo palesa una netta ripresa del fatturato nelle due partizioni territoriali (+44% e +43,8%), che si pone in chiara controtendenza rispetto alla dinamica registrata dai comparti del commercio alimentare, per i quali nel territorio milanese si è osservata un’intensificazione dei trend decrescenti rilevati in precedenza, mentre in Lombardia il fatturato del settore evidenzia una stagnazione sostanziale rispetto allo scorso anno. Il dettaglio della dinamica tendenziale evidenzia quindi un arretramento significativo nell’area milanese (-7,1%) e un fermo del volume d’affari in ambito regionale (+0,1%).

In relazione al commercio despecializzato, il settore continua a soffrire nel contesto metropolitano, dove registra una nuova flessione del fatturato (-3,6%), mentre si è osservato un inizio del sentiero di recupero in Lombardia (+4,8%).

 

Previsioni per il terzo trimestre 2021

Il quadro previsivo delle imprese operanti nel commercio al dettaglio registra per il terzo trimestre 2021 un peggioramento dei saldi complessivi delle risposte (differenza tra ipotesi di aumento e di diminuzione) che interessa tutte le dimensioni oggetto di indagine, in particolare gli ordini rivolti ai fornitori e il fatturato.

Se consideriamo gli ordini rivolti ai fornitori, le stime sono nettamente peggiori rispetto alla rilevazione precedente. La dinamica negativa ha registrato infatti un’accelerazione come evidenziato dal saldo del secondo trimestre (-10% contro -1,4% del primo trimestre), essendosi rafforzate presso gli operatori del commercio le ipotesi di ulteriore diminuzione per il prossimo trimestre (30% contro 24,1%) a discapito della quota di imprese ottimiste (20% contro 22,6% del primo trimestre).

Con riferimento al fatturato, il quadro previsivo evidenzia, rispetto ai tre mesi precedenti, un rafforzamento della frazione di imprese con stime di diminuzione del fatturato, che ora rappresentano il 28,5% del totale (23,8% nella rilevazione precedente) e che pareggiano la quota di operatori con aspettative di aumento (28,5% contro 29,9% nei tre mesi precedenti), il saldo complessivo che ne deriva (aumento – diminuzione) si è quindi azzerato rispetto al saldo positivo precedente (6,1%).

In relazione all’occupazione, le previsioni continuano a caratterizzarsi per un quadro di stabilità, tuttavia il saldo tra ottimisti e pessimisti calcolato sulle restanti frazioni dei rispondenti segnala un dimezzamento rispetto alla rilevazione del precedente trimestre (1% contro 2,3%).

 

 
Largo consumo confezionato

Nel secondo trimestre 2021, i canali di vendita super e iper della grande distribuzione a prevalenza alimentare hanno registrato, su scala metropolitana milanese allargata alla provincia di Monza e nella provincia di Lodi, una flessione del fatturato ottenuto dai prodotti del largo consumo confezionato e una caduta delle vendite fisiche operate a scaffale. Tali dinamiche negative, come già evidenziato nei primi tre mesi del 2021, risentono ampiamente del confronto con i livelli molto elevati di fatturato e di vendite registrate dalla GDO durante il periodo di lockdown nel 2020, quando le limitazioni agli spostamenti e le misure di distanziamento avevano comportato una rilevante crescita dei consumi alimentari: dinamica particolarmente evidente per la GDO di Lodi, che durante il secondo trimestre 2020 – in pieno lockdown – ha registrato una crescita del fatturato di oltre 20 punti e di oltre 15 per le unità vendute a scaffale.

Passando all’analisi del quadro territoriale, la dinamica del sistema distributivo della GDO di Milano e Monza ha palesato su base annua una rilevante flessione del fatturato (-5,9%) e delle vendite fisiche a magazzino (-4,9%), che seguono gli arretramenti registrati nel primo trimestre dell’anno.

Su un piano similare si colloca la grande distribuzione di Lodi, che dopo l’aumento del fatturato sperimentato a inizio d’anno segue ormai la GDO milanese e monzese negli andamenti. Pertanto nel secondo trimestre 2021 si è palesato un arretramento significativo sia delle vendite in valore (-5,6%) sia delle unità vendute (-4,5%).

I confronti tra la GDO locale e il sistema distributivo regionale e nazionale evidenziano che i canali distributivi iper e super di Milano e Monza e di Lodi registrano una performance peggiore sia sul piano del fatturato che delle vendite fisiche operate a scaffale rispetto alla Lombardia e all’Italia in particolare .

In relazione al fatturato, il quadro di dettaglio dei territori evidenzia innanzitutto che l’intensa flessione del fatturato è un fenomeno che interessa in particolare la Lombardia (-3,3%) e i suoi sistemi distributivi principali ossia le province di Milano, Monza Brianza e anche di Lodi.

Il confronto con la performance registrata a livello nazionale conferma in pieno tale trend, la contrazione della GDO italiana è infatti molto più contenuta sul piano del fatturato (-0,2%).

Le divergenze territoriali si amplificano ulteriormente se consideriamo le unità vendute. Mentre in ambito nazionale la dinamica registra un aumento (+1,2%), su scala Lombarda si osserva una contrazione (-1,7%) che si amplifica ulteriormente se consideriamo i sistemi della GDO di Milano, Monza e Lodi.

 

 

Passando al dettaglio merceologico, la GDO milanese e monzese conferma che l’unica merceologia in crescita è il segmento delle bevande sia in relazione al suo contributo al fatturato (+2,1%) sia nei confronti delle vendite a scaffale (+1,5%). Gli apporti più significativi alla flessione del fatturato e delle vendite fisiche sono ascrivibili in prima battuta ai prodotti del segmento non food, ossia per la cura della casa (-11,3% e -12,3% rispettivamente): reparto merceologico cresciuto di 7 punti percentuali in valore e di 6 per le vendite a magazzino durante il secondo trimestre 2020, in piena fase di lockdown. In secondo luogo la dinamica del fatturato e delle vendite fisiche è stata influenzata dall’andamento dei prodotti alimentari, principalmente dal confezionato alimentare (-9,1% e -8,3% rispettivamente) e dai prodotti afferenti alla catena del freddo ossia surgelati, gelati ecc. anch’essi in rilevante flessione sia in relazione al fatturato (-9%) che nei confronti delle unità vendute (-6,5%). Per entrambi i reparti la misura della contrazione è da ascrivere agli elevati livelli di fatturato e delle vendite a magazzino raggiunti durante la fase di lockdown del 2020, in particolare i prodotti del freddo hanno registrato punte di incremento di circa 18 punti per il fatturato e di oltre 11 per le vendite fisiche a scaffale durante il secondo trimestre dello scorso anno.

A poca distanza seguono significative contrazioni dei prodotti del fresco alimentare (-6,4% e -6,5% rispettivamente), cresciuti anch’essi in maniera rilevante nel corso del secondo trimestre 2020.

Si è invece rivelata più contenuta la contrazione per i prodotti per la cura della persona sia in relazione al fatturato (-4,7%) che alle unità vendute (-3,5%).

Relativamente alla GDO della provincia di Lodi, le dinamiche dei reparti di vendita seguono il trend registrato in ambito milanese e monzese.

Pertanto gli apporti più significativi alla flessione del fatturato e delle vendite fisiche a magazzino sono ascrivibili ai prodotti per la cura della casa (-12,5% e -12,3%). Come già evidenziato in precedenza, tali dinamiche ampiamente negative sono da ricercare negli elevati livelli di crescita registrati durante la fase di lockdown: nel secondo trimestre dello scorso anno il volume d’affari generato dal reparto era aumentato di circa 20 punti e di oltre 17 per i pezzi venduti.

La dinamica del fatturato e delle vendite fisiche è stata inoltre ampiamente influenzata, come nell’area milanese e monzese, dall’andamento dei prodotti alimentari, in particolare dai prodotti rientranti nel perimetro della catena del freddo, in rilevante flessione sia nei confronti del fatturato (-8,8%) che delle unità vendute (-7,6%), seguiti a breve distanza dalla drogheria alimentare (-7,3% e -6,5% rispettivamente). Per entrambi i reparti, l’ampiezza della flessione è da attribuire agli elevati livelli di fatturato e delle vendite a magazzino raggiunti durante la fase di lockdown del 2020. In particolare, i prodotti del freddo avevano registrato picchi di incremento di oltre 30 punti per il fatturato e di oltre 24 per le vendite fisiche a scaffale, mentre il confezionato alimentare aveva raggiunto percentuali di incremento superiori ai 17 punti nel secondo trimestre dello scorso anno.

Tali dinamiche negative sono seguite a poca distanza dalle significative contrazioni registrate dai prodotti del fresco alimentare (-5,9% e -5,7% rispettivamente), anch’essi in crescita rilevante nel corso del secondo trimestre 2020.

Se consideriamo le bevande, come già accennato in precedenza, il reparto sul piano del fatturato si pone in controtendenza rispetto al trend dei prodotti alimentati, il volume d’affari ha infatti conseguito un aumento significativo rispetto al secondo trimestre dello scorso anno (+2,7%), aggiungendo quindi ulteriore valore alle vendite e compensando la contrazioni dei volumi fisici (-0,5%).

Infine, tra i prodotti non food si segnala la pesante flessione registrata dai prodotti per la cura della persona: l’entità della contrazione è rilevante sia in relazione al fatturato (-10%) che alle unità vendute (-7,3%).

 

 

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