La dinamica dell'interscambio lodigiano

MI
MB
LO
Trimestre
Terzo
Anno
2023
Settori

L’export della provincia di Lodi nel terzo trimestre del 2023 ammonta a oltre 1,4 miliardi di euro, di cui in termini settoriali circa la metà è costituita da prodotti del comparto dell’elettronica, che si conferma il più rilevante in provincia (50,2% ovvero 718 milioni di euro). Altri tre comparti superano la soglia dei 100 milioni di euro di esportazioni nel trimestre, in ordine decrescente la chimica (177 milioni, il 12,4% del totale), l’alimentare (165 milioni pari all’11,5%) e gli apparecchi elettrici (107 milioni ovvero il 7,5%). Due ulteriori comparti valgono più di 50 milioni di euro per le imprese lodigiane, si tratta dei macchinari e della gomma-plastica. Nei primi nove mesi del 2023 l’export lodigiano di elettronica supera i 2 miliardi di euro, pari al 48,6% dell’intero export provinciale. Come nell’ultimo trimestre è la chimica il secondo comparto per dimensioni, vale 571 milioni di export per le imprese lodigiane, il 13,7% del totale, terzo l’alimentare a quota 463 milioni (11,1%). Il comparto degli apparecchi elettrici vale 324 milioni di euro, seguito da macchinari, gomma-plastica, prodotti in metallo e farmaceutica, quattro comparti che valgono ciascuno poco più di 100 milioni di euro di export nel 2023.

Le importazioni del lodigiano nel terzo trimestre del 2023 valgono 2,2 miliardi di euro, delle quali poco più di 1 miliardo (44,8% dei flussi complessivi) riguardano prodotti di elettronica. L’alimentare è il secondo comparto per importanza con 406 milioni di euro di merci importate (17,4%), il terzo è la farmaceutica a quota 283 milioni (12,5%), più a distanza la chimica (166 milioni). Il dato cumulato degli approvvigionamenti di merci dall’estero tra gennaio e settembre del 2023 indica quasi 3,2 miliardi di euro di importazioni di prodotti di elettronica su 7,1 miliardi complessivi (44,5%). Troviamo quindi il comparto dell’alimentare che movimenta 1,2 miliardi di euro di merci (17,2%), a seguire la farmaceutica poco al di sotto dei 950 milioni (13,2%), più distanti gli altri comparti, tra cui il più rilevante è la chimica (506 milioni).

La dinamica annua del trimestre indica una crescita del 2,7%, che beneficia delle buone performance di gran parte dei comparti manifatturieri. Rappresenta un’eccezione in negativo l’elettronica, per la quale si registra un calo dell’1,5%, circa 11 milioni di euro in meno rispetto allo stesso periodo del 2022. Crescono tutti gli altri comparti principali: si osserva in particolare un incremento del 5% per l’alimentare, del 4,2% per gli apparecchi elettrici e del 2,5% per la chimica. Riguardo alla dinamica complessiva dei primi nove mesi dell’anno, la crescita risulta migliore rispetto a quella dell’ultimo trimestre, arrivando all’8,5%. L’elettronica contribuisce alla crescita con un incremento in linea con la media provinciale (+8,4% ovvero quasi 160 milioni di euro in più). In termini percentuali performano meglio i comparti della chimica (+10,4%) e dell’alimentare (+9,2%). Tra i pochi settori che subiscono un calo, i più importanti sono la gomma-plastica (-7,7%) e la farmaceutica (-3,4%).

L’import lodigiano registra un sensibile calo del 10,8% rispetto al terzo trimestre del 2022. Il calo complessivo risente in particolare della flessione dell’elettronica che risulta in diminuzione del 20,8% (in cifre oltre 260 milioni di euro in meno). Si osserva un calo anche per l’import di prodotti farmaceutici (-8,8%) e chimici (-7%), crescono invece del 13,4% i flussi in arrivo dall’estero del comparto alimentare. La dinamica cumulata dei tre quarti dell’anno segna una variazione nulla rispetto allo stesso periodo del 2022. L’elettronica è il principale comparto per il quale si osserva una flessione dell’import (-6,1%), a cui si aggiunge la farmaceutica (-1,8%) e su volumi di scambio inferiori: chimica (-12,7%), prodotti in metallo (-12,2%) e abbigliamento (-29,2%). A crescere sono le importazioni di prodotti alimentari (+21,8%), della gomma-plastica (+1,2%) e degli apparecchi elettrici (+1,4%); l’incremento maggiore in termini percentuali riguarda l’export di macchinari, quasi raddoppiato.

 

 

 

Aree geoeconomiche globali

In termini geografici le esportazioni lodigiane sono destinate per la gran parte a Paesi europei, si tratta del 91,3% dei flussi del trimestre, in valori assoluti 1,3 miliardi di euro, indirizzati principalmente a Paesi parte dell’Unione Europea. Meno di 50 milioni di euro di merci sono dirette verso Paesi europei non UE, quali Svizzera (14,1 milioni) e Regno Unito (10,3 milioni). Il continente asiatico è la principale destinazione extra-europea, nel trimestre vale 73 milioni di euro (5,1% del totale), di cui 22 milioni riguardano il Medio Oriente e 32 milioni l’Asia Orientale, con la Cina che rappresenta il singolo mercato di maggiori dimensioni (16 milioni). Il continente americano infine rileva per meno di 30 milioni di euro di merci provenienti dal lodigiano (2,1% del totale), di cui la gran parte (16,8 milioni) indirizzata negli Stati Uniti. La distribuzione geografica dell’export dei nove mesi del 2023 risulta del tutto simile: i flussi indirizzati verso il continente europeo raggiungono quota 3,8 miliardi di euro, pari al 91,4% del totale. Oltre 3,6 miliardi di euro sono i flussi che interessano i Paesi UE, meno di 150 milioni invece riguardano gli altri mercati europei, in primo luogo Svizzera (44 milioni), Regno Unito (34,3 milioni) e Turchia (31,7 milioni). Le esportazioni in Asia valgono 201 milioni di euro (4,8%), dei quali quasi 70 milioni diretti in Medio Oriente e più di 100 milioni in Asia Orientale, in particolare circa 39 milioni in Cina e una cifra simile (41 milioni) nelle quattro Tigri Asiatiche. Il continente americano infine intercetta 92 milioni di euro di esportazioni dal lodigiano (il 2,2% del totale) dei quali 56 riguardano la parte settentrionale del continente e 36 la parte centro-meridionale.

Poco più della metà (51%) del valore dei flussi di merci provenienti dall’estero nel trimestre riguarda Paesi europei. In cifre si tratta di poco più di 1,1 miliardi di euro, di cui solamente 65 milioni provenienti da mercati non facenti parte dell’Unione Europea. Al di fuori dell’Europa la quasi totalità degli scambi riguarda i mercati asiatici per circa 1,1 miliardi di euro (48,1% del totale), dalla sola Cina le imprese lodigiane hanno importato beni nel periodo in esame per un valore di 961 milioni di euro. Tra gennaio e settembre del 2023 le importazioni da partner europei raggiungono i 3,7 miliardi di euro (il 51,4% del totale provinciale), di cui 3,5 miliardi relativi a Paesi UE. I flussi provenienti dall’Asia valgono invece 3,4 miliardi, dei quali ben 3 miliardi riguardano l’Asia Orientale, in primo luogo la Cina (2,8 miliardi). Sono poco rilevanti invece gli altri continenti: America (49,3 milioni), Africa (11,2 milioni) e Oceania (1,8 milioni) non raggiungono insieme l’1% dell’import provinciale.

La dinamica dell’export lodigiano del terzo trimestre 2023 evidenza per i mercati europei una crescita limitata all’1,2% rispetto allo stesso periodo del 2022. Al loro interno crescono di più i Paesi europei non UE (+6,1%), in particolare Turchia (+32,4%) e Svizzera (+26,6%). Una crescita molto più robusta riguarda invece il continente asiatico (+38,9%), che beneficia di una buona performance del mercato indiano (passato da 2 a 5 milioni) e di quello cinese (+41,6%). Infine, l’export lodigiano verso le Americhe risulta in netto calo (-13,1%), con una decisa flessione che riguarda in modo particolare gli Stati Uniti (-9,2%). La dinamica dell’export dei primi nove mesi dell’anno risulta per il lodigiano complessivamente migliore di quella dell’ultimo trimestre, grazie in particolare alla direttrice europea. Nei confronti dei mercati europei si osserva infatti una crescita dell’8,3%, che sale fino all’11,1% per quanto riguarda i Paesi non UE, tra i quali il calo del Regno Unito (-18,4%) è più che compensato dalla crescita di Svizzera (+28,3%) e Turchia (+25,6%). Le esportazioni del lodigiano dirette nel continente americano denunciano un leggero calo (-1,4%) dovuto principalmente alla flessione degli Stati Uniti (-6,4%). Il continente asiatico registra una crescita del 12,3%, grazie a una buona performance del Medio Oriente (+22,5%) e a un raddoppio dell’Asia Centrale, mentre è in controtendenza la flessione dei mercati dell’Asia orientale (-5,6%); tra questi ultimi i dati negativi riguardano Cina (-16,5%) e Hong Kong (-22,7%) mentre risultano in crescita – tra gli altri – Singapore (+10,6%) e Corea del Sud (+6,3%).

Gli approvvigionamenti di merci del lodigiano nel trimestre si riducono del 10,8% per effetto di un sensibile calo delle merci importate dall’Asia (-20,3%), mentre si osserva una sostanziale tenuta dei flussi dall’Europa (+0,7%). Per quanto riguarda l’Asia tutti i maggiori mercati registrano variazioni annue negative, a iniziare dalla Cina (-22%). In Europa si osserva una variazione quasi nulla dei flussi che riguardano i Paesi facenti parte dell’Unione Europea (+0,2%) e per contro un importante incremento che riguarda gli altri mercati (+11,4%), grazie a una buona crescita del Regno Unito (+63,2%). Considerando la dinamica cumulata dei primi nove mesi dell’anno, si mantiene una certa differenza tra il trend delle importazioni dall’Europa (+6,4%) e quelle dall’Asia (-6,1%). In Europa si osserva un incremento del 5,8% nei confronti dei mercati UE, mentre si sale fino al 20,4% per i restanti Paesi spinti verso l’alto dal Regno Unito (+70,3%). In Asia si registra un forte calo delle importazioni di provenienza cinese (-13,1%) mentre si osserva un contemporaneo raddoppio dei flussi dall’India. Dall’America, infine, si registra una crescita dell’import del 22,8%, che raggiunge il 39,9% per gli Stati Uniti.

 

 

Dettaglio europeo

La Spagna si conferma anche in questo trimestre il più importante mercato per le esportazioni lodigiane in Unione Europea, per un valore di 691 milioni di euro di merci movimentate. La Francia è il secondo Paese a quota 158 milioni, mentre valgono meno di 100 milioni i restanti mercati, i cui principali sono Germania (65 milioni), Portogallo (47 milioni) e Paesi Bassi (43 milioni). Tra gennaio e settembre l’export verso la Spagna si avvicina ai 2 miliardi di euro, ovvero circa quattro volte il valore dei flussi che interessano la Francia, pari a 483 milioni. Seguono la Germania con 205 milioni e altri tre Paesi, che superano la soglia dei 100 milioni (Portogallo, Paesi Bassi e Belgio).

Il primo mercato di approvvigionamento delle imprese lodigiane in Unione Europea è la Germania (306 milioni di euro), seguita a distanza dalla Francia (199 milioni). Altri due Paesi superano la soglia di 100 milioni di euro di import per la provincia, si tratta di Spagna (171 milioni) e Paesi Bassi (115 milioni). Nei primi nove mesi del 2023 le importazioni dalla Germania superano di poco il miliardo di euro, seguita a distanza da Francia (664 milioni) e Spagna (526 milioni). Più distanti in graduatoria troviamo quindi Paesi Bassi (378 milioni) e Belgio (310 milioni).

L’export verso l’Unione Europea cresce dell’1% rispetto al terzo trimestre 2022, evidenziando performance differenti tra i principali mercati di sbocco. I primi due mercati registrano un calo: per la Spagna del 3,1% e per la Francia del 4,1%, a questi si aggiunge il Portogallo (-6,8%), un altro Paese rilevante per il lodigiano. Cresce invece l’export diretto in Germania (+2,5%), mentre in termini percentuali spiccano le performance di Paesi Bassi (+57,1%) e Grecia (+169,6%). Per quanto riguarda il dato dei nove mesi dell’anno, la crescita dell’export lodigiano in Unione Europea raggiunge l’8,2%, registrando valori positivi nei confronti di tutti i mercati illustrati nel grafico. In ordine decrescente per valori di merci scambiate, la Spagna cresce del 6,6%, la Francia del 2,4% e la Germania del 4,1%. In termini percentuali spiccano due mercati cresciuti particolarmente nell’ultimo trimestre, ovvero Paesi Bassi (+49,1%) e Grecia (+83,9%).

L’import del lodigiano da Paesi UE risulta quasi invariato rispetto al terzo trimestre del 2022 (+0,2%). Come nel trimestre precedente, i due maggiori mercati registrano un calo, pari all’8,4% per la Germania e al 3,1% per la Francia. Per contro si osserva una robusta crescita dei flussi di merci provenienti dalla Spagna (+34,2%) e un incremento più contenuto per Paesi Bassi (+9,4%) e Belgio (+2,6%). L’import complessivo dei primi nove mesi dell’anno cresce del 5,8% rispetto al 2022, ma permane un dato negativo per quanto riguarda i primi due mercati di approvvigionamento, Germania (-2,7%) e Francia (-0,2%). Crescono invece tutti i Paesi che seguono in graduatoria, in particolare Spagna (+31,7%) e Paesi Bassi (+20,2%).

 

 

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