La dinamica dell'artigianato lodigiano
Nel quarto trimestre 2022 l’artigianato manifatturiero lodigiano registra una crescita piuttosto robusta, vicina a quanto avviene a livello regionale, che fa seguito ad alcuni trimestri di sostanziale stabilità. La produzione in particolare registra una dinamica particolarmente sostenuta: fatturato e ordini sono in positivo, ma crescono a una velocità inferiore; rimane allo stesso tempo un marcato contrasto con le aspettative, che vedono una netta prevalenza di giudizi pessimisti. Su base annua la produzione cresce del 6,5%; nel grafico si osserva come i livelli produttivi arrivano finalmente a superare quelli di fine 2019 precedenti la pandemia, con un lento recupero tra 2021 e 2022 dei minimi toccati nel 2020. Osservando una porzione più ampia del grafico, peraltro, si può notare che le difficoltà dell’artigiano lodigiano risalgono a prima del Covid, avendo attraversato una fase di forte contrazione tra 2018 e 2019. Il numero indice della produzione (costruito con l’anno 2010 come base posto uguale a 100) arriva a quota 86,2 nel trimestre in esame, al di sopra del punto di minimo di 78,8 del secondo trimestre del 2020, ma ancora qualche punto al di sotto dei livelli raggiunti nel 2018.
La dinamica congiunturale dell’artigianato del lodigiano presenta un quadro complessivamente positivo per tutti gli indicatori; la crescita di produzione e ordini risulta allineata al dato lombardo; solo per la dinamica del fatturato si osserva un gap rispetto alla performance regionale.
A Lodi la produzione dell’artigianato manifatturiero cresce su base congiunturale dell’1,9% (dato destagionalizzato), in Lombardia dell’1,7%. Per quanto riguarda il fatturato, in provincia aumenta dello 0,7%, al di sotto della crescita osservata in regione, che arriva all’1,5%. Si registra un discreto aumento anche degli ordini, incrementati in tre mesi dello 0,8% a Lodi, a livello regionale la crescita è solo di poco inferiore (+0,6%).
Nel trimestre in esame inizia a rallentare la corsa dei prezzi sia delle materie prime sia dei prodotti finiti, dopo oltre un anno di incrementi sempre crescenti. Nonostante tale rallentamento, si registra ancora una crescita congiunturale elevata: attorno al 10% sia in provincia che in regione per quanto riguarda le materie prime, mentre per i prodotti finiti l’incremento rilevato è del 5,2% a Lodi e del 6% in Lombardia.
Il confronto con il quarto trimestre del 2021 evidenzia una buona dinamicità dell’artigianato manifatturiero lodigiano riprendendo un sentiero di crescita che si era interrotto nei trimestri più recenti: Lodi si avvicina quindi alla velocità di risalita che si osserva per l’artigianato lombardo nel complesso.
La crescita annua della produzione dell’artigianato manifatturiero lodigiano arriva al 6,5% superando il dato del 4,9% che si osserva a livello regionale. Per il fatturato invece, nonostante gli incrementi di prezzo, a Lodi si registra un aumento solamente del 2,9%, mentre in regione il dato supera – seppur di poco – l’incremento della produzione, assestandosi al 5,6%. Gli ordinativi registrano il dato relativamente meno positivo del trimestre sia a livello provinciale che regionale. La crescita risulta peraltro quasi identica nei due livelli territoriali (2,3% a Lodi e 2,4% in Lombardia).
Le aspettative degli operatori sul prossimo trimestre non seguono il trend positivo del trimestre, ma registrano al contrario un deciso peggioramento rispetto alle opinioni espresse tre mesi fa. Per tutti e tre gli indicatori rilevati (produzione, occupazione e domanda interna) il saldo tra giudizi di aumento e riduzione è infatti negativo e solo per l’occupazione si osserva un lieve miglioramento.
Riguardo la produzione, l’11,1% degli imprenditori artigiani si aspetta una crescita, mentre sono il 38,9% a indicare un calo (in forte aumento dal 22,5% del trimestre scorso), risultando in un saldo negativo di 27,8 punti percentuali (erano 12,5 punti tre mesi fa). Per la domanda interna si osserva una quota maggiore di giudizi di stabilità rispetto alla produzione (57,9% contro 50%), ma tra i restanti la quota di opinioni pessimiste (34,2%) rimane molto superiore a quella degli ottimisti (7,9%); il saldo negativo è vicino a quello della produzione (-26,3 punti percentuali) e registra lo stesso deciso peggioramento rispetto ai giudizi espressi lo scorso trimestre. Le aspettative sull’occupazione sono le uniche che migliorano – pur rimanendo negative – con il saldo tra giudizi di crescita e riduzione, che passa da -7,7 a -5,3 punti; la gran parte degli operatori esprime comunque, come di consueto, giudizi di stabilità (84,2%).