La dinamica dell'artigianato brianzolo

MI
MB
LO
Trimestre
Secondo
Anno
2022
Indice della produzione industriale

Nel secondo trimestre 2022 l’artigianato manifatturiero brianzolo continua a seguire un discreto trend di crescita, misurato sia su base congiunturale che tendenziale, in linea peraltro con quanto rilevato nel resto della regione. Rimangono però al contempo negative le aspettative degli operatori sull’andamento di produzione e domanda, peggiorando rispetto al trimestre passato. La crescita annua della produzione, come risulta anche nel grafico, è pari al 9,2%, un dato importante dal momento che un anno fa si era già tornati sui volumi produttivi precedenti la pandemia. Il grafico permette di apprezzare il trend della produzione dell’artigianato brianzolo su un periodo più lungo, nel quale si osserva una lieve crescita nel 2019, il forte crollo nella prima metà del 2020 e la successiva risalita che continua tuttora. Il numero indice della produzione (espresso con base 2010 pari a 100) raggiunge nel trimestre quota 107,9 ovvero il 7,9% al di sopra dei livelli medi del 2010 (nel secondo trimestre 2020 il minimo era stato di 81,1).

 

 
Analisi congiunturale

La dinamica congiunturale dell’artigianato brianzolo mostra una buona crescita per tutti gli indicatori, dopo un primo trimestre dell’anno piuttosto tiepido. La produzione cresce nel trimestre del 2,3% (dato destagionalizzato), sostanzialmente alla stessa velocità di crescita osservata a livello regionale. L’incremento del fatturato si ferma invece all’1,5%, al contrario di quanto avviene in regione, dove si registra una variazione del 2,9%. Meno brillante la dinamica degli ordini sia a Monza (+1,4%) che in tutta la Lombardia (+1,3%). Per quanto riguarda i mercati esteri, l’incidenza sul fatturato dell’artigianato brianzolo delle vendite effettuate all’estero è del 7,2%, di poco superiore al dato lombardo (6,7%).

Rimangono elevate le spinte inflattive che derivano dagli incrementi dei prezzi delle materie prime, per quanto la velocità di crescita inizi leggermente a ridursi; l’incremento su base trimestrale è stato del 16,2% a Monza e del 16% in regione. L’incremento indicato per i prodotti finiti risulta invece del 9,1% in provincia e dell’8,6% in regione.

 

Analisi tendenziale

Osservando la dinamica tendenziale dell’artigianato emerge un quadro di robusta crescita per i principali indicatori, sia a livello provinciale che regionale. Come rilevato nel primo grafico riguardo la produzione, la crescita annua mette a confronto il trimestre appena trascorso con il secondo trimestre del 2021, un periodo in cui la fase più critica del lockdown del 2020 era passata e la produzione dell’artigianato era tornata vicina ai livelli del 2019.

La crescita su base annua della produzione dell’artigianato manifatturiero brianzolo è del 9,2%, mezzo punto percentuale meglio del dato regionale (8,7%). Si mantiene molto elevata anche la dinamica del fatturato: in Brianza registriamo un incremento rispetto al secondo trimestre 2021 pari all’8,1%, a livello regionale si raggiunge l’11,2%. La dinamica degli ordini si conferma anche per questo trimestre la più debole: a Monza la crescita si ferma al 4,7% annuo, in Lombardia si sale al 6,2%, in entrambi i casi al di sotto della dinamica di produzione e fatturato.

 

Previsioni per il terzo trimestre 2022

I dati positivi rilevati nel trimestre contrastano con le aspettative espresse dagli stessi artigiani brianzoli, che esprimo giudizi in prevalenza negativi riguardo all’andamento nell’immediato futuro di produzione e domanda interna. Restano invece in terreno positivo le aspettative sull’occupazione.

Riguardo la produzione, il 15,3% degli operatori indica prospettive di crescita, mentre più del doppio (33,3%) si aspetta un calo. Il saldo è quindi pesantemente negativo (-18 punti percentuali), peggiorando ulteriormente rispetto ai giudizi già in prevalenza pessimisti del trimestre passato. La distribuzione dei giudizi sull’andamento della domanda interna è molto simile, il 13,9% degli operatori si aspetta una crescita, mentre il 32,4% si attende invece un calo; come per la produzione, il clima di fiducia peggiora sensibilmente rispetto a tre mesi fa. Riguardo l’occupazione la larga maggioranza indica giudizi di stabilità (85,6%), le rimanenti indicazioni vedono una prevalenza di ipotesi di aumento (9%) su quelle di riduzione (5,4%).

 

 

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