La dinamica dell’artigianato brianzolo

MI
MB
LO
Trimestre
Primo
Anno
2023
Indice della produzione industriale

L’artigianato manifatturiero brianzolo nel primo trimestre del 2023 prosegue su un sentiero di crescita in linea con la performance del 2022, registrando dati migliori rispetto a quelli osservati a livello di media regionale. Si evidenziano segnali positivi sul fronte della crescita dei prezzi e si osserva al contempo un miglioramento delle aspettative, per quanto prevalgano ancora leggermente i giudizi pessimisti. Su base tendenziale la produzione cresce del 6,7%, dato di poco inferiore a quello rilevato negli scorsi trimestri. Il grafico permette di apprezzare il trend della produzione dell’artigianato brianzolo su un periodo più lungo, nel quale si osservano – nell’ordine – una lieve crescita nel 2019, il forte crollo nella prima metà del 2020 e la successiva risalita che continua tuttora, dopo avere superato già a fine 2021 i livelli produttivi precedenti la pandemia. Il numero indice della produzione (espresso con base 2010 pari a 100) raggiunge nel trimestre quota 113,1, toccando quindi un nuovo massimo nella serie storica recente (nel secondo trimestre 2020 il minimo era stato di 81,2).

 

 
Analisi congiunturale

La dinamica congiunturale dell’artigianato brianzolo registra una crescita robusta, migliore di quanto osservato a livello regionale per tutti gli indicatori rilevati. La crescita congiunturale della produzione è pari all’1,1% (dato destagionalizzato), mentre a livello lombardo si ferma allo 0,6%. La dinamica del fatturato risulta superiore a quella della produzione sia in provincia che in regione. In Brianza l’incremento congiunturale del fatturato nel trimestre è dell’1,7%, in regione risulta invece dello 0,9%. Gli ordini presentano la crescita più robusta in provincia arrivando all’1,9%, mentre il dato regionale si ferma allo 0,7%. L’incidenza dei mercati esteri sul fatturato dell’artigianato manifatturiero brianzolo nel primo trimestre 2023 è pari al 7,4% (in risalita dal 5,3% di tre mesi fa), in Lombardia si attesta invece al 6,8%.

La tensione sui prezzi delle materie registra un deciso rallentamento, come si osserva anche nella rilevazione sull’industria, per quanto il fenomeno non sia ancora completamente rientrato. In Brianza si evidenzia un incremento congiunturale dei prezzi delle materie prime del 6,6% (lo scorso trimestre superava ancora il 10%), in linea con quanto mostrato in Lombardia (6,8%). Anche per i prezzi dei prodotti finiti si osserva un rallentamento: crescono in Brianza del 4,4% (in Lombardia del 4,6%).

 

Analisi tendenziale

La dinamica tendenziale conferma la fase espansiva dell’artigianato manifatturiero brianzolo, anche a confronto con i dati regionali. Prosegue infatti la crescita sostenuta di tutti gli indicatori rilevati, un dato particolarmente positivo considerando che il primo trimestre 2022 con cui ci stiamo confrontando aveva già ampiamente recuperato i livelli produttivi precedenti la pandemia.

La produzione dell’artigianato manifatturiero brianzolo cresce in un anno del 6,7%; anche a livello regionale la variazione è positiva per quanto limitata al 4,1%. La crescita di fatturato e ordini dell’artigianato monzese risulta molto vicina a quella della produzione, nel dettaglio le vendite crescono del 6,9% e le commesse acquisite del 7,1%. La dinamica di entrambi gli indicatori è peggiore a livello regionale: si osserva infatti una crescita del 5,3% del fatturato e solamente del 2,7% degli ordini.

 

Previsioni per il secondo trimestre 2023

Le aspettative espresse dagli artigiani brianzoli per l’immediato futuro risultano in miglioramento rispetto ai giudizi espressi tre mesi fa; tuttavia, due indicatori su tre registrano ancora una prevalenza di opinioni pessimiste, nonostante i dati di crescita complessiva del trimestre in esame.

Pur considerando la crescita della produzione, infatti, il saldo tra giudizi di aumento e riduzione per il prossimo trimestre mostra una differenza negativa di 3,9 punti percentuali, sebbene miglioramento costante da qualche trimestre. Solamente il 17,6% degli operatori intervistati si aspetta una crescita della produzione. Le opinioni sulla domanda interna sono decisamente più pessimiste, i giudizi di aumento riguardano il 13,7% degli operatori e quelli di diminuzione il 25,5%; il saldo tra ottimisti e pessimisti rimane quindi pesantemente negativo, con un leggero miglioramento rispetto a tre mesi fa. Le aspettative sull’occupazione restituiscono come di consueto un quadro di marcata stabilità: l’88,2% non si aspetta variazioni e tra i rimanenti prevalgono i giudizi di aumento (6,9%) su quelli di diminuzione (4,9%).

 

 

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