la dinamica dell'interscambio lodigiano
Le imprese lodigiane nel secondo trimestre 2021 hanno esportato merci per un valore complessivo di circa 990 milioni di euro di cui 380 milioni riguardano il comparto dell’elettronica che si conferma il più rilevante in provincia, pari al 38,4% delle esportazioni complessive. Due altri comparti superano la soglia dei 100 milioni di euro di esportazioni nel trimestre: si tratta della chimica (145 milioni, il 14,6% del totale) e dell’alimentare (126 milioni, il 12,8%). La graduatoria provinciale dell’export prosegue con il comparto degli apparecchi elettrici che ammonta a 96 milioni di euro, quindi i macchinari con 73 milioni di euro e la gomma-plastica con 52 milioni. Nei primi sei mesi dell’anno le esportazioni lodigiane di prodotti di elettronica valgono 729 milioni, pari al 38,8% dell’intero export provinciale. Per la chimica si registrano quasi 280 milioni di merci dirette all’estero, il 14,9% del totale, mentre la quota dell’alimentare si riduce all’11,9% (224 milioni). Gli apparecchi elettrici costituiscono il 10% dell’export lodigiano (188 milioni), seguono macchinari (145 milioni), gomma-plastica (97 milioni), prodotti in metallo (61 milioni) e prodotti farmaceutici (51 milioni).
L’import del lodigiano nel secondo trimestre del 2021 è pari a quasi 1,6 miliardi di euro di merci, delle quali 603 milioni, ovvero il 37,9% del totale, sono costituite dal comparto dell’elettronica. I flussi di merci del comparto alimentare in arrivo dall’estero risultano pari a 236 milioni di euro (14,8%), quelle dei prodotti farmaceutici valgono invece 224 milioni (14,1%). Le importazioni di prodotti chimici sono pari a 150 milioni di euro, mentre il settore della meccanica è rappresentato dai 113 milioni di euro dei macchinari e dagli 86 milioni dei prodotti in metallo. La composizione settoriale delle importazioni del semestre della provincia di Lodi si discosta poco da quella appena delineata e vede i due terzi circa dei flussi concentrati nei tre comparti maggiori, ovvero elettronica (1,1 miliardi), alimentari (472 milioni) e farmaceutica (408 milioni). Seguono a distanza la chimica, con importazioni per poco meno di 300 milioni di euro e i macchinari, vicini a 210 milioni.
La dinamica del trimestre è condizionata dal confronto con il periodo peggiore della crisi del 2020, con gli effetti del lockdown che hanno portato al minimo i flussi commerciali da e verso l’estero proprio nel secondo trimestre del 2020. La variazione positiva che si osserva ora (+35,3% complessivo) riflette pertanto un ritorno su livelli di attività vicini al periodo precedente la pandemia piuttosto che un’effettiva crescita di questo tenore. A livello settoriale l’eccezione in negativo è rappresentata dall’alimentare, in diminuzione dell’8,8%; si tratta però di un comparto che non aveva sofferto un calo un anno fa, anzi insieme alla farmaceutica risultava in crescita. Hanno recuperato terreno su base annua invece i due principali settori dell’export lodigiano: per l’elettronica si registra un rilevante +63,1%, mentre la chimica si limita a un incremento positivo del 29,3%. L’export di apparecchi elettrici cresce del 30%, quello di macchinari del 24,6%. La dinamica complessiva del semestre vede una variazione annua solo di qualche punto inferiore a quella del trimestre appena trascorso (+28,8%). La variazione positiva riguarda anche in questo caso tutti i principali comparti manifatturieri tranne l’alimentare (-6,4%). L’elettronica, il primo comparto per volume, risulta anche uno di quelli che fa segnare l’incremento maggiore (+58,9%), seguita dai prodotti in metallo (+53,9%). Per gli altri settori che compongono l’export lodigiano si osservano incrementi meno forti, sempre però superiori al 10%: in particolare si tratta, in ordine decrescente, degli apparecchi elettrici (+31,2%), dei macchinari (+22,1%), dei prodotti chimici (+14,5%), della gomma-plastica (+14,1%).
Per la dinamica dell’import del trimestre valgono le stesse considerazioni sull’eccezionalità del secondo trimestre 2020 fatte per l’export. Si registra comunque una variazione positiva non altrettanto elevata (+16,3%), spiegabile almeno in parte col fatto che un anno fa l’import lodigiano aveva patito un calo relativamente contenuto. Tale dinamica positiva coinvolge tutti i maggiori comparti tranne la farmaceutica, per cui l’import del lodigiano è quasi dimezzato rispetto allo stesso periodo del 2020 (-47,6%); come per il calo dell’export di prodotti alimentari, questo dato va considerato alla luce dell’aumento eccezionale dell’import del comparto di un anno fa, ora ridimensionato. Lo stesso comparto alimentare è tra quelli che cresce meno (+9,4%). All’opposto si registra la forte crescita dell’import di prodotti di elettronica (+64,9%), di macchinari (+76,1%) e di prodotti in metallo (+91,4%), mentre è più contenuta la crescita di prodotti chimici (+20,2%). Tendenze analoghe si osservano considerando la scomposizione settoriale della dinamica dell’import dei primi sei mesi dell’anno. Riguardo i tre maggiori comparti per valori assoluti, i flussi in entrata della farmaceutica risultano all’incirca la metà del 2020 (-47,3%), cresce relativamente poco l’alimentare (+7,9%), mentre registra un recupero importante l’elettronica (+53,9%). Tra gli altri comparti, l’incremento della chimica è di modesta entità (+5,5%), registrano forti incrementi invece i macchinari (+78,8%), i prodotti in metallo (+51,6%) e la gomma-plastica (+34,9%).
Circa il 90% delle merci esportate dalle imprese lodigiane nel trimestre risulta diretto a Paesi europei, in cifre sono 895 milioni di euro, quasi in toto destinati a Paesi parte dell’Unione Europea (850 milioni). La ridotta quota dei Paesi europei non UE vede come partner principali Regno Unito (11,4 milioni) e Svizzera (10,7 milioni). L’export verso l’Asia ammonta a poco più di 50 milioni di euro (il 5,1% del totale), di cui 35 milioni destinati all’Estremo Oriente, in particolare 13,4 milioni a Hong Kong e poco più di 10 milioni alla Cina. Solamente 3,5 milioni sono indirizzati a Paesi dell’Asia Centrale e 12,1 milioni invece al Medio Oriente. L’export delle imprese lodigiane in America vale 28 milioni di euro, la gran parte dei quali (19,5 milioni) riguarda gli Stati Uniti. La distribuzione geografica dell’export del semestre non risulta molto differente: poco più del 90% delle merci in uscita infatti (1,7 miliardi di euro) è diretta verso un Paese europeo. Ben 1,6 miliardi di euro riguarda flussi che interessano Paesi parte dell’Unione Europea, al di fuori della quale si registrano 23,5 milioni di merci esportate nel Regno Unito, 19,3 milioni in Turchia e poco meno di 18 milioni in Svizzera. I flussi verso l’Asia ammontano a poco meno di 100 milioni di euro, dei quali 27,6 milioni diretti in Medio Oriente e circa 65 milioni in Asia Orientale, specie Cina e Hong Kong (44 milioni in tutto). L’export lodigiano in America da ultimo vale 47 milioni di euro, di cui quasi 29 milioni sono destinati agli Stati Uniti.
L’approvvigionamento di merci dall’estero delle imprese lodigiane riguarda per il 57,9% del valore complessivo flussi provenienti da Paesi europei. In cifre si tratta di 922 milioni di euro di merci, quasi interamente relative a scambi interni all’Unione Europea (886 milioni). Al di fuori dell’Europa, il 41,2% dell’import lodigiano (657 milioni di euro) proviene dal continente asiatico; si tratta per la maggior parte (quasi 570 milioni di euro, il 35,7% del totale) di merci di provenienza cinese. Il dato cumulato del primo semestre 2021 conferma la rilevanza di Europa (1,7 miliardi, il 58,7% del totale) e Asia (1,2 miliardi, il 40,4%) per le importazioni delle imprese lodigiane. Dalla sola Cina in particolare provengono merci per un valore complessivo di oltre 1 miliardo, mentre riguardo l’Europa la quasi totalità dei flussi riguarda Paesi UE. Il resto del mondo (America, Africa e Oceania) rileva per meno dell’1% delle merci in arrivo dall’estero nel semestre (circa 26 milioni di euro in tutto).
La dinamica dell’export lodigiano del secondo trimestre 2021 vede rilevanti recuperi verso tutti i continenti, con intensità però molto differenti. Verso l’Europa si osserva un incremento annuo del 35,6%, che riguarda principalmente i Paesi UE (+40%), mentre si osserva una riduzione nei confronti degli altri mercati (-14,8%) per effetto di un forte calo del Regno Unito (-64,4%). L’export verso le Americhe risulta poco più che raddoppiato in un anno, con incrementi di grande entità che riguardano sia la porzione centro-settentrionale del continente (+86,7%) che quella meridionale (+209,4%). L’eccezione arriva dall’Asia, verso la quale si osserva un incremento annuo del 3,2% soltanto. Si tratta però di mercati che non avevano sofferto un calo nel 2020 (in particolare i Paesi del Medio Oriente), che ora subiscono un forte ridimensionamento (-50,9%). Risulta invece positiva la dinamica che riguarda Asia Centrale (+116,1%) e Orientale (+53,7%) in modo particolare la Cina (+98,7%). Nel complesso dei primi sei mesi dell’anno, si conferma una dinamica di deciso recupero rispetto al 2020 (+28,8%), dovuta in primo luogo all’aumento delle vendite nei Paesi europei (+29,4%). Fuori dall’Europa, il bilancio migliore riguarda l’America (+54,3%), inclusi gli Stati Uniti (+39,5%). L’export lodigiano verso l’Asia cresce significativamente di meno (+7,1%), per effetto del calo di questo trimestre dei Paesi del Medio Oriente, che complessivamente registrano -29,6%. Si osserva invece un recupero importante dei Paesi dell’Asia Orientale (+28,2%), dovuto sia alla Cina (+23,5%) che alle quattro Tigri asiatiche (+26,9%), tra cui Hong Kong (+45,7%) e Singapore (+63,3%).
La dinamica dell’import lodigiano del trimestre, pur essendo complessivamente positiva (+16,3%), risulta in calo per quanto riguarda le merci provenienti da Paesi europei (-4,9%): sia quelli dell’Unione Europea (-4,6%) che i rimanenti (-10,8%). La crescita si deve quindi al forte incremento delle importazioni dall’Asia (+66,9%), che riguarda sia i mercati già rilevanti come la Cina (+57,5%) sia altri di minore dimensione come l’India, passata da 2 a 25 milioni di euro di import. Molto positiva la dinamica dell’import dalle Americhe, che pur rimanendo poco rilevante, risulta raddoppiato rispetto al secondo trimestre 2020. La dinamica del semestre conferma la riduzione delle importazioni di merci dall’Europa (-8%), particolarmente accentuata per i Paesi non facenti parte dell’Unione Europea (-30,2%). Risultano quasi raddoppiate invece le importazioni dall’America (+96,1%). Nei confronti dell’Asia i flussi sono cresciuti di circa il 50%, in gran parte dovuti all’incremento della Cina, oltre che dell’India, su valori assoluti più contenuti.
La prima destinazione delle esportazioni lodigiane nel trimestre tra i Paesi dell’Unione Europea è la Spagna con 380 milioni di euro. Il secondo mercato è costituito dalla Francia, per un ammontare di 144 milioni, quindi la Germania, che per le imprese lodigiane vale circa la metà della Francia (73 milioni). Su valori di scambi più contenuti, altri partner rilevanti per le imprese lodigiane in Europa sono Belgio (38,9 milioni), Portogallo (27,9 milioni), Polonia e Paesi Bassi. Nel primo semestre 2021 le merci esportate in Spagna ammontano complessivamente a 722 milioni di euro, contro 261 milioni in Francia e quasi 142 milioni in Germania. Cinque altri Paesi valgono almeno 40 milioni di euro in sei mesi, si tratta di Belgio (76 milioni), Portogallo (60 milioni), Polonia (47 milioni), Paesi Bassi (45 milioni) e Slovacchia (40 milioni).
Poco più della metà delle importazioni in arrivo dall’Unione Europea proviene da Germania (229 milioni di euro) e Francia (219 milioni). Partner importanti per il lodigiano sono anche Belgio (91 milioni) e Paesi Bassi (88 milioni) insieme alla Spagna (88 milioni). La Repubblica Ceca è il mercato di approvvigionamento più importante nell’Europa dell’Est (56 milioni). Nei primi sei mesi del 2021, il primo Paese europeo di provenienza delle merci si conferma la Germania (441 milioni), seguita dalla Francia (411 milioni). Le importazioni dal Belgio ammontano a poco meno di 180 milioni di euro, seguono Paesi Bassi e Spagna sullo stesso ordine di grandezza, mentre con 106 milioni di euro troviamo la Repubblica Ceca.
La dinamica dell’export nel trimestre mette in evidenza forti recuperi verso tutte le maggiori direttrici dell’Unione Europea. La Spagna risulta tra i mercati in maggiore crescita in termini percentuali (+75%). Forte crescita anche verso i maggiori mercati dell’Europa dell’Est, ovvero Polonia (+68%), Slovacchia (+61,9%) e Repubblica Ceca (+61,1%); relativamente più contenuto il recupero annuo che riguarda le vendite del lodigiano in Francia (+15,4%), Germania (+12,5%) e Belgio (+17,4%). I Paesi Bassi risultano invece uno dei pochi mercati in calo (-12%). Considerando il bilancio dei primi sei mesi dell’anno, la performance del mercato spagnolo si conferma estremamente brillante (+81,5%). Rimangono in negativo i Paesi Bassi (-9,8%) a cui si aggiunge la Repubblica Ceca (-48,4%), che aveva sofferto un forte calo nel primo trimestre dell’anno. Risultano in netto recupero rispetto al 2020 Portogallo (+52,9%), Polonia (+49,1%), Belgio (+23,9%) e Slovacchia (+20,6%). Per i partner commerciali più importanti del lodigiano, Spagna esclusa, si registra un recupero di minore entità, in particolare +11,2% dell’export verso la Francia e +8% verso la Germania.
La dinamica dell’import del trimestre risulta negativa nei confronti del complesso dei Paesi UE (-4,6%). I primi due mercati presentano tendenze del tutto opposte: mentre diminuisce sensibilmente l’import dalla Germania (-16,1%), cresce in misura analoga quello dalla Francia (+14,8%). Performance opposte anche tra i vicini Belgio, in crescita (+24,7%), e Paesi Bassi, in calo (-38,2%). Tra i principali partner commerciali di Lodi in Europa, la Repubblica Ceca è quello da cui l’import è cresciuto maggiormente (+61,8%). Il bilancio del primo semestre 2021 risulta in negativo per la maggior parte dei principali Paesi. Si osserva un calo minimo delle merci in arrivo da Francia (-0,6%) e Spagna (-0,7%), molto più accentuato per quanto riguarda Germania (-18,3%) e Paesi Bassi (-32,4%). Aumentano per contro gli approvvigionamenti di merci da Belgio (+19,3%) e Repubblica Ceca (+66,6%).