la dinamica dell'interscambio brianzolo
Nel secondo trimestre del 2021 i comparti più rilevanti dell’export brianzolo si confermano i prodotti in metallo (pari a 517 milioni di euro di merci esportate) e i macchinari (447 milioni), complessivamente equivalenti a più di un terzo dell’export totale (34,9%). Seguono i prodotti chimici per un valore di poco meno di 390 milioni di euro, il 14,1% del totale. Scorrendo la graduatoria si incontra la categoria residuale delle altre attività manifatturiere con 280 milioni di euro (di cui circa 258 milioni riguardano l’export di mobili), i prodotti di elettronica valgono invece 262 milioni, quasi 220 milioni i prodotti farmaceutici. Al di sopra dei 100 milioni di euro di merci esportate nel trimestre si collocano anche la gomma-plastica (195 milioni), gli apparecchi elettrici (113 milioni) e per poco anche l’abbigliamento. La graduatoria del primo semestre dell’anno risulta quasi del tutto sovrapponibile, a iniziare dalle prime posizioni. Le esportazioni brianzole di prodotti in metallo ammontano a poco più di 1 miliardo di euro, circa 815 milioni di euro per i macchinari. I flussi di export della chimica valgono 748 milioni di euro, 534 milioni quelli dell’elettronica e 508 milioni la voce residuale delle altre attività manifatturiere. Completano la graduatoria 423 milioni di euro per i prodotti farmaceutici e 376 milioni per il comparto della gomma-plastica.
Riguardo la composizione settoriale dell’import delle imprese brianzole nel secondo trimestre del 2021, il comparto più rilevante è quello della chimica con un valore delle merci importate pari a 443 milioni di euro, il 18,8% del totale. Molto rilevanti anche gli approvvigionamenti di merci dei comparti della meccanica: si tratta di 335 milioni di euro di prodotti in metallo e 320 milioni di euro di macchinari. Seguono l’elettronica (257 milioni di euro di merci importate) e la farmaceutica (249 milioni). Sono pari a 179 milioni le importazioni di prodotti elettrici, mentre superano i 100 milioni anche gomma-plastica, abbigliamento e la categoria residuale delle altre attività manifatturiere. Nel complesso dei primi sei mesi dell’anno le importazioni di prodotti chimici valgono poco meno di 772 milioni di euro, quelle di prodotti in metallo 648 milioni e di macchinari 593 milioni. Pesano più di mezzo miliardo di euro anche i flussi di merci in arrivo in Brianza dei prodotti farmaceutici (537 milioni) e dell’elettronica (516 milioni).
La dinamica del trimestre è condizionata dal confronto con il periodo peggiore del lockdown del 2020, mostrando quindi recuperi percentuali a doppia cifra che indicano, più che un’effettiva crescita, il ritorno a valori di scambi con l’estero più vicini a quelli pre-pandemia. Nel complesso, l’export brianzolo del trimestre cresce su base annua di quasi il 50% (+49,1%). Prodotti in metallo (+64%) e macchinari (+69,1%) si segnalano per una performance largamente superiore alla media. In termini percentuali gli incrementi più elevati riguardano però i comparti dell’abbigliamento (+73,6%) e quello delle altre attività manifatturiere (+79,3%); tra i comparti più rilevanti registra un recupero importante anche la chimica (+56,6%). Tutti i restanti comparti manifatturieri quali la farmaceutica (+32%), la gomma-plastica (+30,4%) e l’elettronica (+11,2%) registrano incrementi rispetto ai flussi del 2020, benché di entità più contenuta. Considerando la dinamica annua del semestre valgono le medesime considerazioni che riguardano il trimestre, per cui la variazione positiva riflette il recupero seguito all’interruzione di molte attività economiche dello scorso anno. La variazione positiva (+27,8%) riguarda praticamente tutti i comparti manifatturieri, tranne quello, trascurabile per volumi, dei prodotti petroliferi. La variazione positiva più intensa è associata alla voce delle altre attività manifatturiere, ovvero in prevalenza alla fabbricazione di mobili (+42,5%). Un incremento annuo di circa un terzo si registra invece per l’export brianzolo di prodotti in metallo (+34,1%), macchinari (+34,4%) e prodotti chimici (+31,6%). I restanti comparti registrano un recupero meno importante, tuttavia sempre superiore al 10%. Tra questi la farmaceutica segna un recupero annuo dell’export pari al 24,7%, mentre su valori di crescita inferiori si collocano i comparti degli apparecchi elettrici (+17,1%), della gomma-plastica (+17%) e dell’elettronica (+16,3%).
Anche la dinamica delle importazioni delle imprese brianzole risente del confronto con il secondo trimestre del 2020 che aveva visto la chiusura forzata di molte attività economiche e la riduzione degli scambi di merci tra Paesi. La crescita dell’import risulta quindi estremamente elevata (+39,3%) oltre a coinvolgere tutti i comparti manifatturieri con l’unica eccezione, in negativo, data dalla farmaceutica che è in lieve calo (-3,7%); è da notare però che lo scorso anno l’import di prodotti farmaceutici non aveva subìto un calo, anzi era risultato l’unico comparto in forte crescita. Nel secondo trimestre 2021 l’incremento annuo più consistente si osserva per le importazioni di prodotti in metallo (+71,3%) e di prodotti chimici (+70,6%), oltre che per il piccolo comparto dei mezzi di trasporto (+76,5%). Superiore al 40% il recupero annuo dell’import dei comparti dei macchinari (+47,7%) e degli apparecchi elettrici (+41,1%), cresce invece del 31,7% l’import di prodotti di elettronica. Il dato relativo al semestre registra un incremento dell’import rispetto ai primi sei mesi del 2020 del 27%. Per tutti i comparti si osserva una variazione positiva, inclusa la farmaceutica (+12%). Particolarmente rilevante l’incremento delle importazioni di prodotti in metallo (+41,9%) e di prodotti chimici (+41%), relativamente più contenuto quello di apparecchi elettrici (+36,5%), gomma-plastica (+31,2%) e macchinari (+26,4%).
Quasi i due terzi (64,8%) delle esportazioni delle imprese brianzole del secondo trimestre 2021 si rivolgono a Paesi del continente europeo. Sono quasi 1,8 miliardi di euro di merci, delle quali 1,3 miliardi diretta a Paesi partner UE e 477 milioni a Paesi europei extra-UE; tra questi ultimi la Svizzera è il mercato più grande (237 milioni di euro), seguita dal Regno Unito (99 milioni). Sono destinati a Paesi asiatici 550 milioni di euro di merci, quasi esattamente il 20% del totale. La gran parte di questi flussi è diretta verso l’Asia Orientale: la Cina rileva per 125 milioni di euro e le quattro Tigri asiatiche per 171 milioni (la metà dei quali indirizzati a Singapore). Il continente americano vale 320 milioni di euro (l’11,6% del totale), in particolare quasi 220 milioni i soli Stati Uniti. Verso Africa e Oceania sono dirette rispettivamente il 2,9% e lo 0,8% delle esportazioni brianzole. Tra gennaio e giugno 2021 le esportazioni verso Paesi europei sono pari a 3,5 miliardi di euro (66,2%), di cui oltre 2,5 miliardi destinate a Paesi UE e 925 milioni ai restanti, principalmente Svizzera (458 milioni) e Regno Unito (203 milioni). I flussi diretti in Asia ammontano a circa 1 miliardo di euro, con i principali mercati di sbocco in Estremo Oriente rappresentati da Cina (218 milioni), Singapore (148 milioni) e Corea del Sud (67 milioni) mentre vale 210 milioni di euro l’intero Medio Oriente e quasi 59 milioni di euro l’India. L’export verso l’America è pari a 560 milioni di euro (10,6%), dei quali più di 380 milioni destinati agli Stati Uniti e 143 milioni a Paesi dell’America Centro-meridionale.
Riguardo all’approvvigionamento di merci delle imprese brianzole nel secondo trimestre 2021 i mercati più rilevanti sono i Paesi europei, per una quota del 69,3% del valore delle importazioni complessive (in cifre 1,6 miliardi di euro, di cui 1,3 miliardi relativi a Paesi UE). Come di consueto, una quota rilevante delle importazioni riguarda l’Asia, da cui proviene il 22,4% delle merci in arrivo dall’estero, con circa la metà di questi flussi proveniente dalla sola Cina (259 milioni di euro in valori assoluti). Dal continente americano derivano invece solamente il 7,4% delle importazioni nel trimestre, per un valore di 174 milioni di euro. Nel primo semestre 2021 le importazioni sono state complessivamente pari a 4,5 miliardi di euro, di cui ben il 71,1% (3,2 miliardi) provenienti dall’Europa, 2,2 miliardi dai soli Paesi dell’Eurozona. Dall’Asia sono giunte merci per circa 1 miliardo di euro, di cui circa la metà (507 milioni) dalla Cina e 210 milioni dalle quattro Tigri asiatiche. Poco più di 260 milioni di euro provengono dall’America, in particolare dagli Stati Uniti (244 milioni).
La dinamica delle esportazioni brianzole del trimestre è largamente positiva per tutte le destinazioni territoriali, riflettendo comunque, come già osservato, più che una effettiva crescita di tali dimensioni un recupero dello stop a molte attività economiche verificatosi nel 2020, in particolare proprio nel secondo trimestre. Per quanto riguarda l’Europa si osserva un recupero del 47,3%, senza differenze significative tra i mercati UE (+47,2%) e i restanti Paesi (+47,5%); tra questi ultimi sono quasi raddoppiate le esportazioni verso Turchia (+94%) e Russia (+83,8%), mentre è inferiore il dato di Regno Unito (+48,1%) e Svizzera (+36,2%). In termini percentuali è rilevante il recupero del continente americano, che aveva accusato un forte calo nel 2020 e risulta ora in crescita dell’88,2%, con un contributo che proviene sia dai Paesi dell’America Settentrionale (+86,4%) che Centro-meridionale (+93,6%). Nei confronti dei Paesi asiatici si osserva un incremento annuo del 38,2%, con il contributo maggiore da parte dell’Asia Centrale (+65,9%), in particolare dell’India (+77,1%). Per l’Asia Orientale l’export brianzolo recupera circa un terzo (+36%) sul secondo trimestre 2020. Particolarmente positivo il dato che riguarda Giappone (+117,7%), Cina (+70,2%), Singapore (+66,8%) e Hong Kong (+58,6%) mentre la Corea del Sud costituisce un’eccezione in negativo (-9,5%). Anche considerando l’intero primo semestre 2021, il confronto con il 2020 vede ampi recuperi per l’export brianzolo verso tutte le destinazioni. Nei confronti dell’Europa si osserva una variazione positiva del 26,4%, con un apporto di poco migliore da parte dei Paesi non UE (+29,8%) rispetto a quelli dell’Unione (+25,2%). Fuori dall’Europa, la dinamica dell’America (+36,1%) risulta migliore di quella dell’Asia (+30%). In America si osserva un incremento dell’area settentrionale del continente (+37,3%), superiore di qualche punto percentuale a quello dell’area meridionale (+33%). In Asia, l’incremento maggiore riguarda l’Asia Centrale e in particolare l’India (+84,4%), piuttosto rilevante anche il dato della Cina (+58,4%).
La dinamica dell’import della Brianza vede, come per l’export, il recupero di almeno parte dei flussi di merci interrotti durante il lockdown del 2020, il che si traduce in variazioni estremamente positive per tutte le direttrici, con poche eccezioni negative. Poco rilevanti peraltro per le dimensioni dei mercati in questione, rappresentate dall’America Centro-meridionale (-44,6%), dal Medio Oriente (-40,5%) e dal Giappone (-33,8%). Gli approvvigionamenti dall’Europa sono cresciuti in un anno del 38,2%, per effetto soprattutto dell’incremento registrato dai Paesi non UE (+54,3%). La crescita più significativa riguarda l’import dagli Stati Uniti, più che raddoppiato rispetto al 2020 (+118,2%). La crescita dei mercati asiatici risulta inferiore rispetto a quella di Europa e America fermandosi al +28,1%. In termini di volumi di scambio sono comunque rilevanti gli incrementi che riguardano le merci provenienti sia dalla Cina (+25,1%) che dalle quattro Tigri asiatiche (+44,8%). Considerando il primo semestre dell’anno, l’incremento annuo delle importazioni della Brianza risulta del 28,9% per le merci provenienti dall’Europa, del 23,4% per l’America e del 20,7% per l’Asia. L’import europeo risulta in crescita specie nei confronti sia nei confronti dell’UE (+28%), che dei restanti Paesi (+33%). Riguardo l’America l’incremento è confinato alla parte settentrionale del continente (+26,8%), mentre si osserva una riduzione verso l’America Centro-meridionale, poco rilevante però per volumi (solo lo 0,2% del totale). In Asia crescono i flussi di merci provenienti dalla Cina (+30,1%), si riducono invece quelli originati da India (-16,5%), Giappone (-33,7%) e Taiwan (-1,6%).
Germania e Francia si confermano le principali destinazioni dell’export della Brianza verso l’Unione Europea nel secondo trimestre 2021, con volumi di merci transitate pari rispettivamente a 351 e 234 milioni. In terza posizione si colloca la Spagna che vale per le imprese brianzole 125 milioni di euro. In quarta posizione la Polonia, primo tra i Paesi dell’Europa dell’Est, con 98 milioni di euro esportati nel trimestre, poi Belgio (73 milioni) e Paesi Bassi (64 milioni). Il dato del semestre vede gli stessi Paesi occupare le prime posizioni della graduatoria. Nei primi sei mesi del 2021 le imprese della Brianza hanno esportato in Germania merci per un valore di 716 milioni di euro, in Francia per 468 milioni e in Spagna per 247 milioni. Gli altri tre Paesi con oltre 100 milioni di euro di export sono, in ordine decrescente, Polonia (175 milioni), Belgio (143 milioni) e Paesi Bassi (125 milioni).
La Germania è il partner europeo più importante per la Brianza anche nella graduatoria dell’import grazie a 447 milioni di euro di merci importate nel trimestre. In seconda posizione i Paesi Bassi (169 milioni di euro di import) seguiti a breve distanza dalla Francia (167 milioni), quindi Belgio (132 milioni) e Spagna (104 milioni). Il dato cumulato dei primi sei mesi dell’anno registra flussi di export per 860 milioni di euro provenienti dalla Germania. Dai Paesi Bassi provengono merci per 383 milioni di euro, dalla Francia per 317 milioni, seguono Belgio (244 milioni) e Spagna (209 milioni).
La dinamica dell’export del trimestre vede recuperi significativi rispetto ai punti di minimo del 2020 per quasi tutti i Paesi europei, specie i maggiori. Nei confronti della Germania, l’export della Brianza cresce del 31,8%. Un recupero maggiore in termini percentuali si osserva nei confronti di Polonia (+96,4%), Belgio (+63,8%), Spagna (+63,5%) e Francia (+46,9%). Tra i mercati minori, si segnalano le esportazioni raddoppiate verso la Slovenia e aumentate di cinque volte verso l’Irlanda. Pochi invece i Paesi che registrano un calo, nessuno dei quali supera i 15 milioni di euro di volumi di scambi. Considerando il dato cumulato del semestre si riduce l’intensità della crescita, che si mantiene ugualmente superiore al 10% per tutti i maggiori partner commerciali della Brianza in Europa. Per quanto riguarda i primi Paesi, i flussi diretti in Germania crescono del 16,3%, quelli diretti in Francia del 25,5%. In termini percentuali spiccano le performance di Polonia (+47,2%) e Belgio (+44,2%).
L’import del secondo trimestre registra incrementi annui superiori al 30% nei confronti di tutti i maggiori mercati europei. Le importazioni dalla Germania crescono del 44,1%, dalla Francia del 49,8% e dai Paesi Bassi del 33,3%. Per la Polonia si osserva un raddoppiamento dell’import in un anno, mentre tra i pochi Paesi da cui gli approvvigionamenti di merci si sono ridotti, il principale è la Svezia. Per quanto riguarda il dato cumulato dei primi due trimestri, il recupero più significativo rispetto al 2020 si registra per le merci provenienti da Polonia (+55,8%) e Paesi Bassi (+49,8%). Nei confronti della Germania la crescita è del 27,6%, infine del 25,5% per la Francia.