Import-Export
Nel secondo trimestre 2023 l’interscambio commerciale italiano ha registrato un arretramento dell’export e una significativa flessione delle importazioni rispetto al secondo trimestre dello scorso anno. Nonostante la frenata della dinamica esportativa, il consuntivo dei primi sei mesi del 2023 è ancora positivo, mentre le criticità maggiori sono ascrivibili all’import, in rilevante arretramento nei confronti del primo semestre 2022.
L’analisi di dettaglio per il secondo trimestre 2023 evidenzia dal lato delle esportazioni, pari a circa 160 miliardi di euro, un arretramento della dinamica (-1%) corrispondente a una perdita di oltre un miliardo e mezzo di euro rispetto al secondo trimestre dello scorso anno.
L’interruzione del percorso di crescita dell’export si è accompagnato a una significativa flessione della dinamica importativa (-9,8%) che, pur attestandosi a oltre 151 miliardi di euro, ha messo in luce una diminuzione di oltre 16,5 miliardi di euro in valore nei confronti del secondo trimestre 2022.
L’analisi dell’export evidenzia un trend negativo che interessa l’intero territorio nazionale con delle rilevanti criticità per le regioni centrali (-7,7%) e per le Isole in particolare, dove si è osservata una flessione a due cifre (-34,7%), mentre per l’Italia nord-orientale la diminuzione delle esportazioni è relativamente più contenuta (-1,4%).
Il trend negativo è parzialmente mitigato dalla crescita registrata dalle regioni del Nord Ovest (+3,8%) e dell’Italia continentale del Sud (+13,9%).
Se consideriamo le importazioni, si è osservato un quadro di significativo arretramento della dinamica che ha interessato, con scale di intensità differenti, sia l’Italia settentrionale che le regioni del Mezzogiorno.
L’articolazione territoriale evidenzia una flessione maggiore per le importazioni del Nord Est (-9,9%) rispetto alle regioni dell’Italia nord-occidentale (-2,9%).
Nelle regioni del Centro e Sud Italia il trend dell’import evidenzia degli arretramenti a due cifre che hanno coinvolto sia le partizioni centrali (-17,9%) sia le Isole (-18,7%), mentre l’unica eccezione positiva è rappresentata dall’incremento registrato dalle regioni continentali del Sud (+4,4%).
Nonostante la battuta d’arresto della seconda parte del 2023, il consuntivo dell’export per i primi sei mesi dell’anno è ancora positivo grazie a un surplus di oltre 12,7 miliardi di euro (+4,2%) nei confronti dell’analogo periodo dello scorso anno, sebbene il dato sia espresso a valori correnti e incorpori quindi l’aumento dei prezzi determinato da una dinamica inflattiva ancora elevata.
Dal lato delle importazioni si registra invece una flessione rilevante (-3,7%) corrispondente a una perdita di circa 12 miliardi di euro rispetto al primo semestre dello scorso anno, indicativa quindi di un calo significativo della domanda interna di prodotti e merceologie estere.
Il quadro di dettaglio dell’import declinato sui territori evidenzia una consistente flessione per le macro-ripartizioni del Nord Est (-5,6%) e dell’Italia centrale (-3,5%), alle quali si è aggiunta la pesante flessione delle Isole (-10,8%), mentre si rileva una sostanziale stagnazione delle importazioni per le regioni del Nord Ovest (-0,2%) e un aumento per la ripartizione del Sud Italia (+2,3%).
L’interscambio commerciale complessivo dell’area vasta di Milano, Monza Brianza e Lodi del secondo trimestre 2023 registra una crescita complessiva delle esportazioni (+4,8%), in controtendenza quindi rispetto alla dinamica negativa nazionale (-1%), a cui si accompagna una flessione delle importazioni (-4,4%) che si inserisce nel trend registrato in Italia, dove si evidenzia un arretramento di scala più ampia (-9,8%).
La capacità di penetrazione dell’export nei mercati esteri registrata dall’area vasta – oltre 19,7 miliardi di euro con un surplus di circa un miliardo rispetto al secondo trimestre dello scorso anno – ha messo in luce un andamento di crescita che ha coinvolto tutti i territori. In particolare, si è osservata una dinamica più intensa da parte della provincia di Monza Brianza (+12,9%) rispetto alla città metropolitana di Milano (+3,1%) e al territorio di Lodi (+3,2%).
Dal lato dell’import, l’area vasta ha catalizzato nel secondo trimestre 2023 circa 27 miliardi di euro dei flussi commerciali in entrata verso il territorio nazionale, con una perdita di 1,2 miliardi rispetto al secondo trimestre dello scorso anno.
Le dinamiche territoriali registrano una significativa flessione per la città metropolitana di Milano (-5,1%) e la provincia di Monza Brianza (-3,8%), alla quale si è contrapposta la crescita registrata dalla provincia di Lodi (+2,4%).
In relazione al quadro consuntivo dell’interscambio estero dei primi sei mesi del 2023, se consideriamo la performance dell’export, l’area vasta registra una crescita robusta rispetto allo scorso anno (+9,1%), sulla quale ha inciso in misura rilevante il saggio di incremento dell’area metropolitana milanese (+8,5%), corroborato anche dalle progressioni registrate dalle province di Lodi (+11,7%) e di Monza Brianza (+10,8%).
Nei confronti delle importazioni, sull’arretramento complessivo del primo semestre 2023 (-1,6%) gravano invece la flessione della provincia di Monza Brianza (-6,9%) e la diminuzione registrata dalla città metropolitana di Milano (-2%), mentre per il territorio lodigiano si osserva ancora una dinamica positiva (+9,7%).
Passando al focus di analisi trimestrale delle esportazioni relativo alle dinamiche settoriali e territoriali, esso evidenzia che la filiera del tessile, abbigliamento pelli e accessori ha proseguito nel trend di crescita nel secondo trimestre 2023, in particolare per le performance attribuibili alla città metropolitana di Milano – dove rappresenta il primo settore dell’export – e al territorio di Monza Brianza, dove tuttavia il peso del comparto è minoritario sulle esportazioni locali.
In relazione ai prodotti intermedi utilizzati nei cicli industriali, si registra un profilo trimestrale negativo nell’area vasta sia per le produzioni chimiche che per i prodotti della gomma plastica.
Tra i settori più rilevanti dell’export dell’area vasta, si riscontra una progressione per la farmaceutica, in particolare per gli apporti dell’area brianzola e del Milanese.
Nell’ambito della filiera metalmeccanica, i trend evidenziano una crescita dell’export di macchinari e apparecchi, in particolare per il contributo della Brianza seguita a distanza dalla città metropolitana di Milano, mentre è molto contenuta la quota proveniente dal Lodigiano.
Per i prodotti in metallo della siderurgia, la dinamica dell’area vasta è stagnante: la crescita è infatti circoscritta territorialmente al Milanese, mentre è sostanzialmente nulla per l’area brianzola e in arretramento per la provincia di Lodi.
L’analisi riferita ai mercati dell’export registra un marcato rallentamento dell’export verso l’Europa, determinato dalla debolezza dei mercati dell’Unione europea che evidenziano un arretramento complessivo a livello di area aggregata.
Nell’ambito dei mercati extra-UE si registra un andamento di crescita significativa verso l’Asia, con dinamiche particolarmente vivaci verso il Medio Oriente e l’Asia centrale, che supportano la progressione dei mercati di riferimento dell’estremo oriente asiatico.
Le Americhe mostrano invece un aumento molto limitato per via della compressione dell’export verso gli Stati Uniti, che nel secondo trimestre 2023 soffre una sostanziale stagnazione.
In questo quadro territoriale, le dinamiche riferite alle singole aree evidenziano per la città metropolitana di Milano un arretramento dell’export verso l’Europa, sul quale incide la marcata flessione dei mercati comunitari, e le criticità rilevate per le Americhe accentuate dalla riduzione dei flussi esportativi diretti verso gli Usa. Per le mete di destino asiatiche la dinamica evidenzia invece un trend ancora crescente.
La dinamica trimestrale dell’export dell’area brianzola registra un trend ancora espansivo sia verso i mercati europei che extra-europei. In particolare, la dinamica mostra una progressione significativa verso le piazze di sbocco dell’Asia, trainate dai mercati medio orientali e dell’Asia centrale.
Seguono per scala di intensità le Americhe, dove la progressione è supportata dall’incremento dell’export verso gli Usa, e l’Europa dove l’incremento complessivo è sostenuto in misura rilevante sia dai mercati comunitari che da quelli esterni al perimetro UE.
Tale trend non si è invece replicato per la provincia di Lodi, dove la compressione delle esportazioni è condizionata dall’andamento dell’Europa, primo mercato del territorio, mentre le piazze di destino extra-europee, residuali sulla struttura esportativa della provincia, registrano un significativo arretramento nei confronti dell’Asia e un profilo di limitato aumento verso le Americhe.