La dinamica dell'interscambio milanese

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Secondo
Anno
2024

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Nel primi sei mesi del 2024, l’export complessivo della città metropolitana di Milano è risultato pari a 28,6 miliardi di euro, in flessione di circa 700 milioni rispetto al primo semestre dello scorso anno.

La scomposizione per settori conferma che il tessile, abbigliamento pelli e accessori rappresenta il principale comparto dell’export delle imprese milanesi, con oltre 5,4 miliardi di euro, seguito a distanza dalla meccanica (4,1 miliardi) e dalla chimica (3,4 miliardi), che insieme rappresentano il 45% dell’export dell’area metropolitana milanese.

Nella classifica settoriale, con oltre 2 miliardi di euro esportati, troviamo quindi in quarta posizione la farmaceutica (circa 2,7 miliardi di euro) e in quinta gli apparecchi elettrici (2,4 miliardi), mentre al livello successivo si collocano le produzioni delle industrie metallurgiche.

Sotto la soglia dei 2 miliardi di euro, si posiziona il settore dell’elettronica e ottica (1,7 miliardi), seguito dalla filiera delle industrie alimentari e delle bevande (1,4 miliardi) e dalla gomma-plastica (circa 1,2 miliardi).

In termini percentuali, la flessione dell’export della città metropolitana di Milano nel primo semestre 2024 si manifesta attraverso una variazione del - 2,4%  rispetto ai valori registrati nell’analogo periodo dello scorso anno.

L’apporto maggiore alla dinamica in flessione è ascrivibile alla filiera del tessile, abbigliamento, pelli e accessori (-8,2%) e alla farmaceutica (-9,5%), in contrazione rispettivamente per circa 490 e 280 milioni di euro.

Chiudono il primo semestre 2024 in significativa flessione anche il comparto dei mezzi di trasporto (-5,8%), le industrie dell’elettronica
(-4%) e dei prodotti in metallo (-4,7%), i settori della gomma-plastica (-2,4%) e dei prodotti in legno e carta (-1,6%).

Diversamente evidenziano un contributo positivo alle esportazioni il settore dei macchinari (+2,6%), che ottiene un incremento dell’export quantificabile in oltre 100 milioni di euro su base annua e quello delle industrie alimentari e delle bevande, in rilevante espansione per circa 119 milioni rispetto allo scorso anno (+9,3%).

Nel primi sei mesi del 2024, l’import complessivo della città metropolitana di Milano è risultato pari a 41,9 miliardi di euro, in flessione di 2,4 miliardi rispetto al primo semestre dello scorso anno.

Nel dettaglio, la scomposizione per settori delle importazioni dell’area milanese evidenzia l’elettronica e ottica, con circa 6,2 miliardi di euro (14,7% del totali import) quale primo comparto dell’import di beni e la chimica con oltre 5,3 miliardi di euro quale secondo settore (12,7% del totale).

Seguono in ordine di grandezza i flussi importativi afferenti alla farmaceutica e ai macchinari, entrambi oltre i 4 miliardi di euro.

Nella fascia che supera i 3 miliardi si collocano sia i prodotti in metallo (3,9 miliardi euro circa) sia l’import dei comparti relativi ai mezzi di trasporto (3,4 miliardi), agli apparecchi elettrici e alla filiera del tessile, abbigliamento pelli e accessori, entrambi oltre i 3,1 miliardi.

Seguono nella graduatoria,  con oltre 2 miliardi, gli altri prodotti manifatturieri e i prodotti alimentari e bevande, mentre chiude la graduatoria il settore della gomma-plastica, con oltre 1,5 miliardi di euro.

Nei primi sei mesi del 2024 l’import complessivo dell’area metropolitana milanese registra una flessione su base annua del 4,8%.

In particolare contribuiscono alla dinamica negativa la flessione a doppia cifra dei prodotti elettrici (-20,6%) e le significative contrazioni registrate dai comparti della meccanica (-9,2%), dell’elettronica (-8,5%) dei prodotti in metallo (-8,6%) e delle altre attività manifatturiere (-11%).

Variazioni negative emergono anche per i settori del legno e della carta (-3,6%) e per quello della gomma-plastica (-2,4%), oltre che per la filiera delle industrie della moda (-1,5%).

In controtendenza – e pertanto positive – risultano le variazioni registrate dal comparto farmaceutico (+7,8%), dalla chimica (+2%), dai mezzi di trasporto (+3,5%) e dalla filiera delle industrie alimentari e delle bevande (+1,3%).

 

 

 

 
Aree geoeconomiche globali

Le direttrici geografiche dell’export milanese evidenziano che i mercati europei di sbocco assorbono oltre il 57% dei flussi dell’interscambio diretti all’estero, pari a 16,3 miliardi di euro, dei quali 10,5 circa sono diretti ai Paesi inclusi nel perimetro dell’Unione Europea e circa 5,9 miliardi si indirizzano verso Paesi europei esterni alla UE.

In particolare, tra questi mercati le quote più rilevanti di export sono convogliate verso la Svizzera (3,2 miliardi circa) e il Regno Unito (1,3 miliardi), che insieme rappresentano oltre i tre quarti delle esportazioni dirette verso l’area, mentre meno rilevanti sono i flussi esportativi verso la Turchia (700 milioni) e la Federazione Russa (oltre 200 milioni), sulla quale incide in misura rilevante l’embargo commerciale.

Tra i mercati extra-europei, l’Asia costituisce la destinazione principale. Nel primo semestre 2024 le esportazioni milanesi verso il continente sono state pari a 6,1 miliardi di euro, costituendo oltre un quinto dell’export milanese.

La suddivisione del continente evidenzia che quasi i due terzi di questi flussi interessano l’Asia Orientale (4 miliardi di euro), dei quali 1,4 miliardi sono diretti in Cina e 1,3 miliardi verso le quattro Tigri Asiatiche, dove si registra una significativa preminenza tra i mercati da parte della zona speciale cinese di Hong Kong (413 milioni) e della Corea del Sud (600 milioni).

La seconda destinazione extra-UE per ordine di grandezza è rappresentata dall’America (4,4 miliardi e 15,3% del totale export) e in particolare dagli USA, con oltre 3 miliardi di euro (10,6%).

In relazione alle importazioni della città metropolitana di Milano, la ripartizione per partner geografico di provenienza evidenzia che le importazioni del primo semestre del 2024 provengono per tre quarti dai Paesi europei, pari a 31,4 miliardi di euro, in modo particolare dai Paesi UE (27,1 miliardi circa).

L’import di matrice extra-europea riguarda i Paesi asiatici, per un ammontare pari a 7,5 miliardi di euro (il 17,9% del totale import provinciale).

È più ridotta, invece, la quota di importazioni provenienti dal  continente americano, quantificabile in 2,1 miliardi di euro (5%), dei quali 1,3 miliardi ascrivibili all’import made in USA.

La dinamica delle esportazioni milanesi per area geografica registra un calo diffuso, sia nei mercati europei che extra-europei.

L’export verso l’Europa si è contratto del 2,2% rispetto ai primi sei mesi del 2023; la dinamica è ascrivibile sia alla riduzione dell’1,4% dei flussi esportativi diretti verso il perimetro dell’Unione Europea sia alla flessione registrata nei mercati europei esterni alla UE (-3,5%), determinata in particolare dal calo a doppia cifra delle esportazioni per il Regno Unito (-10,2%).

In relazione ai mercati extra-europei, si rileva una significativa flessione dell’export verso l’America (-6,1%), nei confronti della quale si riscontra un calo molto rilevante verso gli Stati Uniti (-8,8%).

Per quanto concerne i mercati asiatici, la contrazione complessiva (-2,5%) è da ascrivere alla flessione registrata dall’Asia Orientale (-7,2%). In particolare, si segnalano le consistenti variazioni negative delle esportazioni dirette in Cina (-6,5%) e Giappone (-9,4%) e verso l’area delle Tigri Asiatiche (-7,9%), dove la contrazione è stata particolarmente rilevante nei confronti della Corea del Sud (-18,1%), mentre si è registrata una robusta crescita per Hong Kong (+8,2%).

Diversa intonazione hanno assunto invece i flussi esportativi diretti in Medio Oriente – che per l’area milanese rappresenta la seconda piazza di destinazione più importante in Asia – dove si evidenzia una dinamica di crescita a due cifre (+11,3%).

La dinamica dell’import dell’area metropolitana milanese nei primi sei mesi del 2024 ha registrato una flessione complessiva del 4,8%, sulla quale ha inciso in misura preponderante l’arretramento dei mercati europei (-3,5%), trainati da una profonda contrazione dei flussi importativi provenienti dai partner della UE (-4,6%), non sufficientemente bilanciati dalla crescita registrata nei confronti dei Paesi europei non inclusi nell’area (+3,5%).

In relazione alle importazioni provenienti dai partner extra-europei, si segnala il modesto aumento dell’import proveniente dall’America (+0,5%) e la riduzione di quello di matrice USA (-1%).

Rispetto alle importazioni dall’Asia, la dinamica complessiva ha registrato una flessione a doppia cifra (-12,6%), ascrivibile alla profonda contrazione dei flussi commerciali in entrata dall’Asia Orientale (-14,1%), che ha interessato in particolare le merceologie provenienti dal Giappone (-35,1%), dalla Cina (-13,4%) e dalle quattro Tigri Asiatiche (-12%), in particolare da Taiwan (-19,8%) e dalla Corea del Sud (-10,8%).

 

 

 

 
Dettaglio europeo

Nei primi sei mesi del 2024, la Francia ha sorpassato la Germania quale principale mercato di destinazione dell’export all’interno dell’Unione Europea, con un valore di oltre 2,3 miliardi di euro di merci esportate tra gennaio e giugno (che corrispondono al 22,7% sul totale dei 10,5 miliardi di export diretti in UE).

La Germania si colloca quindi al secondo posto per rilevanza quale mercato export per la città metropolitana di Milano, con oltre 2,1 miliardi di euro, mentre consolida la terza posizione con oltre 1,1 miliardi la Spagna. Francia, Germania e Spagna canalizzano quindi complessivamente il 54% dell’export provinciale.

Gli altri mercati di sbocco mostrano invece una capacità minore di attrazione, che risulta infatti inferiore al miliardo di euro; tra i più rilevanti si segnalano i Paesi Bassi (circa 700 milioni di euro), la Polonia (oltre 650 milioni) e il Belgio (oltre 440 milioni), mentre con oltre 300 milioni di valori esportati troviamo Grecia, Repubblica Ceca e Austria.

L’export dell’area milanese verso l’Unione Europea registra una contrazione rispetto al primo semestre dello scorso anno (-1,4%).

Tra i mercati più rilevanti per l’export della città metropolitana di Milano si registra una flessione significativa nei confronti della Germania (-3,8%) e un debole aumento sia rispetto alla Francia (+0,3%) sia nei confronti della Spagna (+0,5%).

Tra i partner storici per l’export milanese, si segnala la flessione a due cifre registrata verso il Belgio (-17%) e il rilevante arretramento dei Paesi Bassi (-5,2%), mentre si nota un incremento significativo nei confronti della Polonia (+8%).

Tra i mercati minori per l’area mianese, si rilevano performance differenziate, pertanto tra le destinazioni in crescita troviamo Grecia (+3,2%), Portogallo (+24,5%) e Slovacchia (+19,7%), mentre arretra l’Austria (-2,7%).

La Germania si conferma come il primo partner fornitore delle imprese milanesi, con oltre 8,3 miliardi di flussi importativi diretti verso il territorio dell’area metropolitana da parte di un Paese UE, corrispondente al 19,5% del totale import dall’Unione Europea (27,1 miliardi di euro).

Seguono a lunga distanza i Paesi Bassi (circa 5,3 miliardi di euro) e la Francia in terza posizione (3,4 miliardi), mentre si collocano al quarto posto in valore le importazioni provenienti dalla Spagna (2 miliardi) e sfiora i 2 miliardi di euro l’import di matrice belga.

Gli altri partner commerciali del Milanese all’interno della UE si collocano tutti al di sotto del miliardo di euro, tra i più importanti si segnalano Polonia e Repubblica Ceca (rispettivamente con 800 e 780 milioni di euro).

L’import dalla UE registra una significativa flessione nel primo semestre 2024 (-4,6%).

Sulla dinamica complessiva incidono in misura significativa gli arretramenti dei flussi importativi provenienti dalla Germania (-5,7%), dalla Francia (-10,3%) e dai Paesi Bassi (-4,9%), che complessivamente considerati rappresentano oltre il 60% delle importazioni dell’area metropolitana milanese.

L’unica eccezione tra i partner comunitari più importanti per il territorio milanese è rappresentata dalla Spagna, per la quale si segnala ancora un trend positivo (+1,9%), mentre tra i partner minori si registrano rilevanti incrementi per Danimarca (+19,2%) e Slovenia (+19%).

 

 

 

 

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