LA DINAMICA DELL’INDUSTRIA LODIGIANA
L’industria manifatturiera lodigiana nel primo trimestre 2021 mette in evidenza una crescita importante degli indicatori rilevati su base tendenziale e una buona performance anche di quelli congiunturali, quindi in rapporto al quarto trimestre del 2020. Gli indicatori tendenziali invece comparano la situazione attuale con quella del primo trimestre dello scorso anno, nel quale l’inizio del lockdown aveva comportato l’arresto forzato di molte attività. Per quanto riguarda la produzione industriale, la crescita annua è stata del 7,4%, il che significa un recupero di parte del terreno perduto, ma ancora non del tutto. Come si osserva nel grafico, il numero indice della produzione (calcolato ponendo pari a 100 l’anno 2010) risale a quota 122,9, rimanendo quindi ancora al di sotto del livello medio del 2019.
Come accennato, gli indicatori congiunturali dell’industria lodigiana sono positivi, mostrando una performance migliore della media regionale. La produzione industriale torna infatti a crescere dopo una flessione a fine 2020: si tratta di un +0,9% (dato destagionalizzato), mentre in Lombardia si osserva un dato ugualmente positivo, ma di minore entità (+0,2%).
La dinamica degli altri indicatori è altrettanto positiva. Il fatturato dell’industria lodigiana cresce del 2,2%, mentre la dinamica lombarda si ferma al +0,5%. L’apporto alla crescita arriva prevalentemente dalle vendite realizzate sul territorio nazionale, rispetto al fatturato realizzato all’estero. Di conseguenza, rispetto al trimestre scorso si riduce leggermente la quota del fatturato estero sul totale, pari nello specifico al 35,5%, un dato che si mantiene di qualche punto percentuale al di sotto della media regionale, che si attesta al 39,6%.
Negli ordinativi troviamo una conferma della minore spinta alla crescita della domanda estera in questa fase, tuttavia osserviamo una crescita congiunturale di un certo rilievo sia per gli ordinativi provenienti dall’estero (+2,9%), che dall’Italia (+2,2%). A livello regionale, entrambe le componenti del portafoglio ordini fanno registrare una crescita dell’1,3%.
Da ultimo, si rileva una tensione sui prezzi delle materie prime, cresciuti su base congiunturale del 5,6% (in Lombardia 8,1%), un dato che potrebbe condizionare i livelli produttivi dei prossimi trimestri.
La dinamica tendenziale – come accennato – è estremamente positiva per tutti gli indicatori. Si tratta comunque, va ricordato, del raffronto con il primo trimestre del 2020 coinvolto dal lockdown nel mese di marzo; riflette pertanto un ritorno a volumi di attività più simili a quelli pre-Covid. La crescita della produzione (+7,4% a Lodi e +8,7% in Lombardia), pur molto rilevante, risulta perfino inferiore a quella degli altri indicatori.
Il fatturato dell’industria lodigiana cresce su base annua del 9,1%, mentre in Lombardia arriva fino al +11,1%. In termini di suddivisione tra vendite realizzate in Italia e all’estero, a Lodi la crescita della componente estera (+10,4%) supera quella interna (+8,5%). In Lombardia accade l’opposto, in quanto l’incremento annuo del fatturato interno è maggiore delle vendite realizzate all’estero (+11,8% contro +10,2%).
La dinamica degli ordini è quella che presenta la crescita più significativa in termini percentuali, si tratta del +10,7% a Lodi e del +11,8% in Lombardia. Nel lodigiano si osserva una forte differenza tra gli ordini provenienti dall’estero, per i quali la crescita è stata del 15,6%, rispetto a quelli provenienti dall’Italia, cresciuti dell’8%. In regione si osserva invece un’espansione del portafoglio ordini che beneficia maggiormente del mercato nazionale (+12,6%) rispetto a quello estero (+10,5%).
Gli indicatori del mercato del lavoro delle imprese manifatturiere del lodigiano nel primo trimestre 2021 riflettono il quadro relativamente positivo emerso dall’osservazione degli indicatori congiunturali, mostrando un miglioramento rispetto al trimestre passato sia sul fronte dell’occupazione che del ricorso alla cassa integrazione. La crescita degli addetti nel trimestre è risultata dell’1%, un dato migliore rispetto a quanto osservato nel corso del 2020, frutto di un tasso di ingresso dell’1,7% e soprattutto di un tasso di uscita particolarmente contenuto, fermo allo 0,7%. Le imprese manifatturiere lodigiane che hanno dichiarato di avere fatto ricorso alla CIG nel trimestre sono state solamente l’11,4%, circa la metà rispetto alla rilevazione precedente, in continua discesa dal picco attorno al 60% toccato nei primi due trimestri del 2020. Il minore ricorso alla CIG si rileva anche in termini di percentuale di cassa integrazione sul monte ore trimestrale, pari all’1,4%; era il 4% tre mesi fa, mentre aveva sfiorato il 9% nella fase più critica di inizio 2020.
Le aspettative degli imprenditori manifatturieri lodigiani per il prossimo futuro risultano particolarmente positive. In coerenza con la crescita degli indicatori congiunturali rilevati nel trimestre, è in miglioramento anche il clima di fiducia, riguardo sia la produzione che la domanda.
I giudizi di aumento della produzione riguardano il 29,5% degli operatori (erano il 19% tre mesi fa), mentre il 13,6% indica una riduzione (erano il 23,8% lo scorso trimestre). Il saldo tra ottimisti e pessimisti risulta quindi ampiamente positivo. I giudizi sull’occupazione vedono una larga prevalenza di aspettative di stabilità (79,5%), mentre – tra chi si attende una variazione – i giudizi di aumento (13,6%) sono il doppio di quelli di riduzione (6,8%).
Come abbiamo visto, la domanda estera ha registrato nel trimestre una crescita maggiore di quella interna, tuttavia le aspettative degli operatori risultano più ottimiste per quanto riguarda il mercato interno. Nel dettaglio, il 34,1% si aspetta un aumento della domanda interna contro il 27% per la domanda estera, mentre le aspettative di riduzione sono attorno al 16% in entrambi i casi.
I dati dell'indagine congiunturale sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons