La dinamica dell'industria milanese
Nel primo trimestre 2021, i recuperi tendenziali dell’attività industriale sul piano produttivo, del fatturato e degli ordini non hanno ancora prodotto un deciso orientamento di crescita attraverso la dinamica congiunturale.
Le rilevanti cadute che si sono manifestate nel corso del 2020 come conseguenza della pandemia inducono a contestualizzare con prudenza le progressioni registrate nel primo trimestre 2021.
Se consideriamo la dinamica dell’indice della produzione industriale, si rileva un lieve recupero rispetto al trimestre precedente (104,9 contro 104,8), mentre il fatturato ha evidenziato una sostanziale stagnazione. Notizie ampiamente positive provengono invece dal ciclo degli ordini, in aumento dopo la battuta d’arresto del precedente trimestre. Il percorso di recupero dell’attività produttiva deve quindi consolidarsi nei trimestri successivi, essendo ancora presenti delle criticità per la manifattura milanese.
La chiave di lettura complessiva per il primo trimestre 2021 indica pertanto che l’industria ha riacceso i motori per far fronte a una domanda in aumento sia del mercato interno che di quello estero, il quale è legato in particolare al ciclo della domanda tedesca che riflette a sua volta la ripresa della produzione in Asia e soprattutto in Cina. L’uscita definitiva dal ciclo della recessione deve tuttavia consolidarsi dato che sulle prospettive di rafforzamento dell’attività industriale gravano delle incognite legate all’approvvigionamento delle materie prime e alla crescita dei prezzi nei mercati internazionali, ipotizzati in aumento sostenuto per il 2021: le stime contenute nell’Outlook di aprile del FMI evidenziano un aumento delle quotazioni del 32% per i metalli e del 42% per il petrolio. Tali dinamiche riflettono sia segnali di scarsità sui mercati dei prodotti sia manovre di carattere speculativo che possono interessare soprattutto i metalli.
In particolare, per la manifattura milanese le dinamiche si sono riflesse sia attraverso una significativa crescita del costo globale delle materie prime per il magazzino (+10,4% su base annua) e di ricostituzione delle scorte per far fronte ai processi produttivi sia attraverso un aumento dei prezzi dei prodotti finiti (+3,7% su base annua).
Per l’industria manifatturiera milanese, il primo trimestre 2021 si è chiuso con un modesto aumento della produzione e una stagnazione del fatturato rispetto al precedente trimestre, entrambi indicativi di una fase ancora interlocutoria di ripresa effettiva, che trova nella crescita degli ordini un primo elemento concreto per l’uscita definitiva dalla dimensione emergenziale.
L’esame puntuale dei dati rispetto al trimestre precedente sottolinea un aumento di lieve entità della produzione (+0,1% destagionalizzato), che si inserisce nel contesto regionale di graduale ripresa dei volumi (+0,2% destagionalizzato).
Il confronto tra area metropolitana milanese e Lombardia evidenzia invece un disallineamento più intenso in relazione al fatturato e agli ordini.
Relativamente al fatturato, a fronte della stagnazione della manifattura milanese l’industria lombarda realizza nel trimestre un incremento superiore alla propria dinamica produttiva (+0,5% destagionalizzato).
La divergenza degli andamenti tra area milanese e regione si amplifica invece a vantaggio dell’area metropolitana se consideriamo gli ordini acquisiti, sia nel mercato interno che in quello estero.
La dinamica congiunturale delle commesse palesa una crescita significativa per l’industria milanese che si esplicita attraverso un incremento rilevante proveniente dal mercato interno (+6,1% destagionalizzato) e in una ripresa degli ordini di matrice estera (+4,5% destagionalizzato), caratterizzandosi quindi per un ritmo di espansione più marcato rispetto a quanto registrato dall’industria nel territorio regionale (+1,3% destagionalizzato per entrambi).
La dinamica tendenziale rileva un quadro positivo per l’industria manifatturiera milanese: gli incrementi ottenuti sotto il profilo produttivo e degli ordini sono sufficienti a colmare i differenziali negativi registrati nel corso del 2020, mentre per il fatturato tale prospettiva è ancora lontana.
Complessivamente le dinamiche tendenziali, in relazione alla produzione, al fatturato e agli ordini evidenziano una performance più contenuta per l’area milanese rispetto alla regione.
Dal lato della produzione, la crescita ottenuta dalla manifattura milanese nel primo trimestre 2021 (+6,8%) consente di recuperare il gap della situazione pandemica, altrettanto non si rileva invece per l’industria lombarda, nonostante l’espansione ottenuta rispetto allo scorso anno (+8,7%).
In relazione al fatturato, la crescita osservata (+9,4%) non ha ancora consentito il pieno recupero dei livelli pre-pandemici.
L’andamento tendenziale registra un incremento più ampio per le vendite realizzate dalla manifattura in ambito domestico (+10,7%), inferiore tuttavia per intensità alla crescita del fatturato registrata dall’industria nel territorio regionale (+11,8%). Il differenziale di performance si amplia però se consideriamo i mercati esteri, evidenziando una divaricazione significativa tra la crescita registrata dalla manifattura regionale (+10,2%) e quella dell’industria metropolitana (+7,3%).
I differenziali di performance tra area milanese e Lombardia si replicano in misura più netta se analizziamo le commesse acquisite dai mercati attraverso gli ordini.
Il focus sugli indicatori afferenti al portafoglio ordini registra per l’area milanese un aumento complessivo delle commesse (+9,4%) inferiore a quanto ottenuto dalla manifattura regionale (+11,8%).
In particolare, la suddivisione tra i mercati palesa per l’industria metropolitana un incremento delle commesse interne (+10,1%), largamente superiore alla dinamica degli ordini acquisiti dai mercati esteri (+8,3%), confermando quindi la ripresa più marcata dei mercati domestici rispetto a quelli esteri già evidenziata dalla dinamica del fatturato.
Il confronto territoriale con la regione conferma un differenziale di performance che avvantaggia il sistema industriale della Lombardia sia nei confronti dei mercati interni che esteri (+12,6% e +10,5%).
Relativamente alle dinamiche espresse dagli indici della produzione industriale, l’intensità dalla crescita dei volumi produttivi si è manifestata in maniera differente tra i sistemi industriali.
La ripresa nel primo trimestre 2021 ha mostrato un ritmo più intenso per l’industria dell’Eurozona rispetto a quella dell’area metropolitana milanese e della Lombardia.
L’analisi puntuale dei trend registrati nel primo trimestre evidenzia un rallentamento della dinamica dell’industria milanese e lombarda, palesando quindi un appiattimento dei sistemi manifatturieri locali rispetto a quello europeo, che oltre a evidenziare una dinamica di crescita più pronunciata, riduce significativamente il suo gap di performance nei confronti dell’industria milanese e lombarda.
Il ritorno a una parziale normalizzazione dell’attività industriale nel primo trimestre 2021 ha registrato dei riflessi positivi sugli indicatori del mercato del lavoro, in particolare sull’utilizzo degli strumenti della cassa integrazione guadagni (CIG). Sia la quota di imprese utilizzatrici della CIG sia l’incidenza delle ore sul monte ore di lavoro complessivo si sono ridotte ulteriormente rispetto al precedente trimestre.
Il focus sulla CIG del trimestre evidenzia una diminuzione della quota delle imprese utilizzatrici di 1 punto percentuale rispetto al precedente trimestre (23,7% contro 24,7% del quarto trimestre 2020).
Il trend discendente delle imprese utilizzatrici della CIG si è riflesso in una parallela riduzione dell’incidenza oraria della cassa integrazione in rapporto al monte ore trimestrale di lavoro effettivo di oltre mezzo punto percentuale rispetto al precedente trimestre (2,3% contro 2,9%).
Il miglioramento registrato nel trimestre si è riflesso sul mercato del lavoro: il saldo complessivo tra nuove assunzioni e cessazioni di personale è infatti positivo (+0,8%) e inverte il trend negativo registrato nei precedenti trimestri, sintomo questo di una ripresa della produzione; il dato complessivo non permette tuttavia di appurare se le nuove assunzioni siano da imputare a contratti a tempo indeterminato o sia una ripresa occupazionale trainata da tipologie contrattuali a tempo determinato.
Il quadro previsivo tracciato dalle imprese manifatturiere milanesi per il secondo trimestre 2021 registra un’ulteriore espansione della tendenza positiva avviata nel trimestre precedente.
L’analisi puntuale dei saldi delle risposte delle imprese manifatturiere milanesi ben sintetizzano il sentiment prevalente, recuperando anche la dimensione domestica della domanda che aveva mostrato alcune criticità nella rilevazione precedente.
Il contesto entro cui si muovono le aspettative delle imprese è tuttavia ancora soggetto a un certo grado di incertezza e possibili modifiche in funzione dell’evoluzione della pandemia.
Se scendiamo nel dettaglio delle aspettative delle imprese per il secondo trimestre 2021 possiamo osservare che le stime delle imprese per la produzione espresse dai saldi delle risposte (differenza tra ipotesi di aumento e di diminuzione) sono ampiamente positive (25,2%).
La quota di imprese con prospettive di riduzione della produzione nel breve termine si è significativamente ridotta rispetto al precedente trimestre (10,9% contro 20% del quarto trimestre 2020), determinando un parallelo aumento della frazione di operatori industriali con ipotesi di crescita (36,1% contro 24% del trimestre precedente). In tale contesto si è ridotta, anche se di poco, la quota di imprese con stime di stabilità della produzione (53,1% contro 55,8%), evidenziando quindi ancora un sentiment di prudenza che interessa oltre la metà delle imprese intervistate.
In relazione all’occupazione, le previsioni delle imprese per il prossimo trimestre indicano la stabilità come prospettiva prevalente: sentiment condiviso dal 76,3% del campione; aumenta tuttavia la quota di operatori con aspettative di crescita (15,7% contro 8,5% del precedente trimestre), mentre si riduce la frazione di imprese con stime di decrescita (8,2% contro 9,6%). Tali dinamiche si riflettono sul saldo complessivo che si colloca in ambito positivo (7,6%) e in miglioramento rispetto alla precedente rilevazione, quando le stime erano ancora negative.
Il miglioramento delle aspettative si è manifestato anche in relazione sia alla domanda dei mercati interni che di quelli esteri.
Riguardo alla domanda interna si osserva un significativo miglioramento rispetto al precedente trimestre: il saldo evidenzia una netta prevalenza di ipotesi di crescita della domanda per i successivi tre mesi (16,4% contro -5,2% del trimestre precedente). L’analisi puntuale mostra una riduzione della quota di imprese con previsioni di diminuzione della domanda domestica (11,7% contro 16,9%), alla quale si è associato un incremento della frazione d’imprese con stime di aumento (28,2% contro 24% della rilevazione del quarto trimestre 2020). Tale trend ha rafforzato – anche in questo caso – la quota di imprese con stime di stabilità, che accomuna il 60% del campione (59% nel precedente trimestre).
L’analisi delle componenti della domanda evidenzia inoltre un recupero complessivo per la domanda estera, il saldo finale delle risposte (differenza tra ipotesi di aumento e diminuzione) migliora di oltre 12 punti rispetto al precedente trimestre (19,6% contro 7,1%).
Il quadro di dettaglio, oltre a mostrare una rilevante diminuzione della quota di imprese con stime di decrescita per il prossimo trimestre (11,9% contro 16,9% del quarto trimestre 2020), evidenzia una progressione della quota di imprese con previsioni di aumento (30,8% contro 24%).
Il confronto tra piano qualitativo complessivo, espresso dall’indicatore sintetico delle aspettative (che raccoglie tutte le componenti delle stime espresse dalle imprese: produzione, domanda e occupazione) e piano quantitativo – esplicitato dall’indicatore relativo al ciclo di breve termine della produzione industriale – registra ancora una netta divergenza dei rispettivi andamenti.
Il ciclo della produzione non mostra ancora un segnale di riduzione del trend decelerativo, nonostante i primi segnali trimestrali di ripresa. Su un piano differente si colloca invece l’indicatore sintetico delle aspettative delle imprese, per il quale si osserva un netto recupero, passando ormai dal quadrante negativo a quello positivo.
Le aspettative delle imprese possono quindi giocare a questo punto un ruolo primario nell’invertire il percorso del ciclo della produzione, trainandolo verso un intorno positivo e consolidando quindi il percorso di ripresa della produzione per i successivi trimestri.
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