La dinamica dell'industria brianzola
Nel primo trimestre del 2021 ci troviamo a un anno di distanza dall’inizio della crisi sanitaria e dal primo lockdown delle attività economiche del marzo 2020. Osserviamo pertanto una serie di indicatori tendenziali molto positivi, che riflettono appunto la differenza tra il trimestre attuale – di relativa normalità – e quello di inizio 2020, caratterizzato dallo stop forzato di molte attività manifatturiere. Per contro gli indicatori congiunturali, che raffrontano il trimestre attuale a quello precedente, descrivono una situazione ancora critica per l’industria brianzola. L’aspetto più incoraggiante del quadro congiunturale è dato dalle attese degli imprenditori, che risultano estremamente ottimiste. Nel primo grafico si può osservare la variazione tendenziale della produzione industriale in Brianza, che è del +7,8%. Nello stesso tempo però il numero indice (calcolato ponendo pari a 100 il 2010 come anno di riferimento) risulta pari a 104, in calo quindi rispetto allo scorso trimestre, quando aveva raggiunto quota 105,5. Si tratta quindi indubbiamente di un recupero rispetto ai punti di minimo toccati nel 2020, ma che colloca i livelli produttivi attuali ancora al di sotto di quelli pre-pandemia del 2019.
Come accennato, la dinamica congiunturale dell’industria brianzola risulta negativa, fatto salvo l’indicatore degli ordini, registrando peraltro una performance complessivamente peggiore di quella regionale.
La produzione industriale in Brianza è in calo (-1,5% il dato destagionalizzato), dopo una discreta crescita che si era osservata lo scorso trimestre. Una flessione leggermente meno accentuata (-1,1%) riguarda anche l’indicatore del fatturato. La dinamica lombarda invece mette in luce una maggiore tenuta dei livelli produttivi (+0,2%) e del fatturato (+0,5%). I mercati esteri si confermano rilevanti anche in questa fase critica, arrivando al 40,5% del fatturato del trimestre per le imprese manifatturiere della Brianza e poco meno (39,6%) per la Lombardia, nonostante – come vedremo – la dinamica del trimestre risulti migliore per le vendite e gli ordini dall’Italia.
Dall’osservazione della dinamica degli ordini arrivano i segnali più incoraggianti, in particolare in Brianza crescono del 2,2% gli ordini interni, più contenuta invece la crescita degli ordini esteri (+0,3%). In Lombardia entrambe le componenti degli ordinativi registrano un incremento congiunturale dell’1,3%.
Un’osservazione a parte riguarda la dinamica dei prezzi delle materie prime, che in questo trimestre hanno subìto un forte incremento (+5,5% congiunturale in Brianza e +8,1% in Lombardia) che non si era invece verificato nel 2020; se tale fenomeno dovesse perdurare, potrebbe ovviamente condizionare in negativo la produzione dei trimestri successivi.
La dinamica tendenziale dell’industria manifatturiera, come risulta dal grafico, è in terreno estremamente positivo. Due osservazioni sono tuttavia necessarie: la prima è che ci confrontiamo con il primo trimestre del 2020 e quindi con un periodo in cui, almeno per il mese di marzo, molte attività avevano interrotto la produzione per il lockdown nazionale; la seconda è che – anche dall’osservazione degli indicatori tendenziali – la Brianza risulta al di sotto della performance media regionale. Per quanto riguarda la produzione industriale, la differenza è di circa 1 punto percentuale (+8,7% in regione e +7,8% in provincia).
La crescita del fatturato risulta inferiore a quella della produzione, si tratta per la Brianza di un +7%, con un andamento leggermente migliore per le vendite realizzate in Italia (+7,2%) rispetto a quelle estere (+6,7%). La differenza con la dinamica lombarda è piuttosto marcata, in quanto in regione la crescita annua del fatturato arriva all'11,1%; come per Monza, anche in Lombardia si osserva un incremento maggiore per il mercato interno (+11,8%) rispetto a quello estero (+10,2%).
Gli ordini invece, pur in crescita su base congiunturale, sono l’indicatore che mostra la performance meno brillante per la Brianza. La crescita annua è del 5,1%, con un una forte divaricazione tra gli ordini interni (+7,2%) – la cui dinamica è vicina a quella di produzione e fatturato – e gli ordini esteri, cresciuti solamente del 2,1%. In Lombardia l’incremento annuo degli ordinativi raggiunge l'11,8%, confermando la migliore performance dei mercati interni (+12,6%) rispetto a quelli esteri (+10,5%).
Gli indicatori dell’indagine congiunturale relativi al mercato del lavoro delle imprese manifatturiere brianzole risultano in miglioramento se raffrontati ai trimestri passati, sia riguardo il ricorso alla CIG che al saldo occupazionale. Nel primo trimestre del 2021 infatti il saldo tra entrate e uscite dal mercato del lavoro risulta positivo (+0,6%), dopo ben quattro trimestri di segno costantemente negativo. Rimane piuttosto elevato in realtà il tasso di uscita, in linea con i trimestri scorsi (1,7%); a crescere è quindi proprio il tasso di entrata che è pari al 2,2%. Il ricorso alla cassa integrazione rimane elevato se raffrontato al periodo pre-Covid, come emerge dal grafico, ma al contempo risulta in calo per il terzo trimestre consecutivo, arrivando al 16,4% delle imprese per una quota sul monte ore del trimestre pari all’1,4%.
Da ultimo, le aspettative degli imprenditori brianzoli costituiscono l’elemento di maggiore ottimismo della congiuntura di questo trimestre, evidenziando un significativo miglioramento del clima di fiducia e un saldo positivo per tutti e quattro gli indicatori osservati.
Riguardo la produzione industriale, circa la metà (52,2%) degli operatori indica una previsione di stabilità; tra i rimanenti, i giudizi di aumento (37,7%) superano nettamente quelli di diminuzione (10,1%). Il saldo delle aspettative risulta quindi ampiamente positivo, mentre ancora nello scorso trimestre le prospettive di crescita e di riduzione erano sostanzialmente in parità. Lo stesso miglioramento riguarda le aspettative sull’occupazione: il 18% degli imprenditori intervistati si aspetta una crescita, mentre solo il 7,2% indica più probabile una riduzione; lo scorso trimestre il saldo tra aspettative di crescita e diminuzione era vicino allo zero.
A dispetto dei dati di fatturato e ordini, che registrano una performance migliore per la componente interna, le aspettative degli operatori su domanda nazionale ed estera risultano piuttosto sovrapponibili, con una prospettiva leggermente migliore proprio per quanto riguarda l’estero. Circa un terzo prevede un incremento (29,7% per la domanda interna e 34,7% per quella estera) e circa un decimo invece si aspetta una riduzione (10,9% la domanda interna e 8,9% quella estera).
I dati dell'indagine congiunturale sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons