LA DINAMICA DELL'INDUSTRIA MILANESE

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MB
LO
Trimestre
Secondo
Anno
2021
Indice della produzione industriale

Dopo la crisi determinata dalla pandemia, le dinamiche del secondo trimestre 2021 mostrano dei significativi recuperi della capacità produttiva, del fatturato e degli ordini che dal piano congiunturale si sono riflessi anche sul piano tendenziale.

L’entità rilevante della crescita rispetto allo scorso anno riflette pertanto un effetto puramente statistico che deve essere contestualizzato rispetto alla situazione di partenza del 2020, in particolare nei confronti del secondo trimestre del 2020 quando l’attività industriale è crollata a un livello mai raggiunto in precedenza riflettendo in pieno le chiusure forzate imposte dal lockdown.

La rappresentazione e l’analisi reale della crescita tendenziale deve essere quindi depurata dal dato ampiamente negativo del secondo trimestre dello scorso anno che ha coinvolto sia la dimensione produttiva che gli indicatori afferenti al fatturato e agli ordini, essendo rimasti in attività durante il lockdown solo i settori considerati essenziali. Pertanto, sul piano tendenziale l’analisi che ne consegue, al fine di valutare la crescita effettiva e se il livello dell’attività industriale raggiunto nel secondo trimestre 2021 abbia già eguagliato i livelli precedenti la pandemia, deve essere rapportata al livello medio raggiunto nel 2019.

L’osservazione dell’indice della produzione industriale e delle variazioni tendenziali nei trimestri evidenzia in prima battuta il percorso di recupero della dinamica produttiva intrapreso dalla manifattura milanese rispetto al punto di minimo toccato dall’indice nel secondo trimestre dello scorso anno (83,6). La velocità di uscita dalle secche della crisi non è stata rapidissima se consideriamo gli ultimi tre trimestri (ossia dal quarto trimestre 2020); tuttavia, già nel primo trimestre 2021 e soprattutto nel secondo trimestre si è osservato un significativo cambiamento di passo fino alla quota di 107,4, eguagliando quindi il livello della produzione raggiunto prima della pandemia nell’anno 2019.

Passando alla variazione tendenziale, la produzione su base annua registra un notevole rimbalzo (+30,2%). Come già accennato la crescita registrata deve relazionarsi alla drastica flessione di capacità produttiva determinatesi tra il primo e il secondo trimestre 2021, quando erano stati persi oltre venti punti percentuali su base annua: pertanto, la crescita al netto di tale dinamica evidenzia che nell’anno successivo (ossia nel secondo trimestre 2021) la produzione industriale milanese si è collocata ben al di sopra della media 2019, cioè del livello pre pandemia (+7,7%).

La chiave di lettura complessiva per il secondo trimestre 2021 indica pertanto che l’industria milanese si è rimessa nel percorso virtuoso di crescita; tuttavia, su tale sentiero di netto recupero gravano ancora delle incognite legate all’approvvigionamento delle materie prime e alla crescita dei prezzi dell’energia e dei metalli nei mercati internazionali. Dinamiche che riflettono sia segnali di scarsità sui mercati dei prodotti sia manovre di carattere speculativo, come gli aumenti dei noli.

In particolare, per la manifattura milanese le dinamiche si sono riflesse sia attraverso una significativa crescita del costo globale delle materie prime per il magazzino (+9,6% su base trimestrale e +20,7% su base annua) e di ricostituzione delle scorte per far fronte ai processi produttivi, sia attraverso un aumento dei prezzi dei listini dei prodotti finiti (+8,3% su base annua).

 

 
Analisi congiunturale

L’industria manifatturiera milanese ha archiviato il secondo trimestre 2021 con una progressione generale degli indicatori afferenti alla produzione, al fatturato e agli ordini.

Rispetto al trimestre precedente si è osservato un miglioramento complessivo dell’attività industriale, apprezzabile anche attraverso un aumento del tasso di utilizzo degli impianti (73% contro 70% del primo trimestre) e un ricorso più intenso al magazzino che diminuisce ulteriormente su base congiunturale, segno che molte più imprese stanno ricorrendo massicciamente agli stock accumulati in azienda, anziché ricorrere ai mercati che registrano un trend crescente dei prezzi determinato da una domanda in crescita da un lato e da una contrazione dell’offerta dall’altro per esigenze anche legate all’emergenza Covid (per esempio la contrazione dei volumi estrattivi dei minerali usati nei cicli industriali delle miniere sudamericane).

L’esame puntuale dei dati rispetto al trimestre precedente sottolinea quindi un aumento della produzione (+0,8% destagionalizzato), che tuttavia è inferiore a quanto rilevato nel contesto regionale dove i volumi segnalano una crescita molto più solida (+3,7% destagionalizzato).

Il disallineamento tra area metropolitana milanese e Lombardia, a vantaggio del territorio regionale, è evidente inoltre anche considerando la dinamica del fatturato e degli ordini esteri, mentre per le commesse interne si osserva un incremento più rilevante per il territorio milanese.

Relativamente al fatturato, a fronte di una limitata progressione per la manifattura milanese (+1,3% destagionalizzato) l’industria lombarda consegue nel secondo trimestre 2021 un incremento ampiamente superiore anche rispetto alla dinamica produttiva (+4,6% destagionalizzato).

La divergenza degli andamenti tra area milanese e regione si replica inoltre anche considerando gli ordini acquisiti nel mercato estero: la dinamica congiunturale delle commesse palesa una progressione molto più marcata per l’industria lombarda rispetto alla manifattura metropolitana milanese (rispettivamente +6,1% e +3,2% destagionalizzato). Dal lato invece del mercato interno, il portafoglio ordini realizzato dall’industria metropolitana milanese indica una crescita che si colloca a un livello, seppure di poco, superiore a quanto registrato dall’industria nel territorio regionale  (rispettivamente +4,3% e +3,8% destagionalizzato).

 

Analisi tendenziale

Come già accennato in precedenza, la dinamica tendenziale registra un quadro ampiamente positivo per l’industria manifatturiera milanese nel secondo trimestre 2021: tutti gli indicatori palesano su base annua un incremento superiore ai trenta punti percentuali. Gli incrementi ottenuti sia sotto il profilo produttivo che del fatturato e  degli ordini sono sufficienti a colmare i differenziali negativi registrati nel corso del 2020, quando avevano raggiunto il punto di minimo a causa del lockdown e delle conseguenti chiusure forzate delle attività industriali ritenute non essenziali.

Per ottenere un dato che consenta di valutare se il sistema industriale sia uscito dalle secche della congiuntura negativa determinata dal lockdown risulta quindi utile depurare tali dinamiche dagli effetti distorsivi attraverso un confronto con il dato medio pre-pandemia, ossia riferito al 2019 (considerando la media dei 4 trimestri dell’anno). Fatta questa debita premessa, l’analisi di dettaglio degli indicatori registra dal lato della produzione un incremento (+30,2%) che sottende a un ampio recupero della flessione dei dodici mesi precedenti portando il dato ben al di sopra della media 2019 cioè del livello pre-pandemia (+7,7%); tale trend si inserisce in un contesto regionale anch’esso in espansione (+32,5%) e con un livello della produzione superiore al livello pre-pandemia.

Considerazioni analoghe possono essere svolte in relazione all’andamento del fatturato e del portafoglio ordini. Relativamente al fatturato la crescita ottenuta su base annua (+37,5%) è stata trainata in particolare dal rilevante rimbalzo della componente interna (+40,2%) a cui si è associato il recupero significativo del fatturato estero (+32,5%). Tali dinamiche tendenziali rispetto al dato medio precedente alla pandemia (ossia all’anno 2019) evidenziano una ripresa complessiva del fatturato ben al di sopra della media del 2019 (+12,8%), crescita ascrivibile in misura più ampia ai mercati esteri rispetto a quelli interni (rispettivamente +19,3% e +11,1%), ma inferiore complessivamente al dato regionale (+18,3%).

Se consideriamo il portafoglio ordini, la dinamica tendenziale complessiva ha anch’essa registrato una crescita di ampia portata (38,7%) ascrivibile alla convergenza delle dinamiche generate sia dal mercato domestico (+38,5%) che estero (+39,2%). Il robusto recupero registrato nel secondo trimestre ha consentito al portafoglio ordini di azzerare il gap subìto durante il periodo di lockdown: il dato puntuale al netto di tale dinamica evidenzia quindi un ritorno delle commesse acquisite in un sentiero positivo e a un livello superiore al punto raggiunto prima della pandemia (+5,6%), dove i mercati esteri registrano una ritmo di ripresa maggiore (+11,1%) rispetto alla componente interna (+5,4%).

Il confronto con la regione evidenzia tuttavia che la dinamica degli ordini della manifattura lombarda ha innestato un trend netto di ripresa (+13,5%) superiore a quanto registrato dall’area metropolitana milanese.

 

Dinamiche a confronto

Relativamente alle dinamiche espresse dagli indici della produzione industriale, l’intensità dalla crescita dei volumi produttivi si è manifestata in maniera differente tra i sistemi industriali.

Il ritmo della ripresa nel secondo trimestre 2021 ha mostrato un ritmo più intenso per l’industria della Lombardia: il valore toccato dall’indice è infatti pari a 114,6 (+3,7% destagionalizzato), significativamente migliore sia rispetto all’Italia, dove pure si stima una crescita nel secondo trimestre 2021 (+1% destagionalizzato) e dell’area metropolitana milanese (indice pari a 107,4 e +0,8% destagionalizzato).

Il differenziale maggiore resta invece nei confronti dell’Eurozona dove nei primi cinque mesi del 2021 si è osservata una dinamica calante che sottende un rallentamento della ripresa produttiva dopo la flessione di un punto percentuale registrata a maggio (il dato stimato è pari a +0,2% destagionalizzato).

 

 
Mercato del lavoro

La normalizzazione dell’attività industriale nel secondo trimestre 2021 si è riflessa positivamente sugli indicatori del mercato del lavoro, in particolare sull’utilizzo degli strumenti della Cassa integrazione guadagni (CIG).

Sia la quota di imprese utilizzatrici della CIG sia l’incidenza delle ore sul monte ore di lavoro complessivo si sono ridotti ulteriormente rispetto al precedente trimestre.

In particolare, la CIG del trimestre registra un’ulteriore diminuzione della quota delle imprese utilizzatrici di oltre tre punti percentuali rispetto al precedente trimestre, confermando il trend discendente in atto dalla fine del precedente anno (20,1% contro 23,7% del primo trimestre 2021 e il 24,7% del quarto trimestre 2020).

L’andamento calante delle imprese utilizzatrici della CIG si è riflesso in misura rilevante sulla riduzione dell’incidenza oraria di tale istituto in rapporto al monte ore trimestrale di lavoro effettivo: mezzo punto percentuale in meno rispetto al precedente trimestre (1,8% contro 2,3%, prima ancora era 2,9%) consolidando il percorso intrapreso.

Il miglioramento dell’attività industriale nel secondo trimestre 2021 si è riflesso sul mercato del lavoro: il saldo complessivo tra nuove assunzioni e cessazioni di personale è infatti positivo (+0,4%), seppure inferiore rispetto al valore raggiunto nel trimestre precedente. Il dato complessivo non permette tuttavia di appurare se le nuove assunzioni siano da attribuire a una ripresa duratura dei contratti a tempo indeterminato oppure se si tratti di un rialzo transitorio veicolato da tipologie contrattuali a tempo determinato.

 

 
Previsioni per il terzo trimestre 2021

Il quadro previsivo tracciato dalle imprese manifatturiere milanesi per il terzo trimestre 2021 registra dei lievi aumenti dei saldi a eccezione della domanda estera che arretra, evidenziando quindi un assestamento complessivo della tendenza positiva avviata nel trimestre precedente. In generale sul clima di fiducia gravano ancora delle incognite non completamente ponderabili legate da un lato all’evoluzione della pandemia e dall’altro al rincaro dei prezzi delle materie prime che hanno generato i fenomeni di ricorso massivo al magazzino e che alla lunga potrebbero impattare pesantemente sulle imprese anche dal lato dei listini prezzi dei prodotti finiti, generando una situazione non sostenibile.

L’analisi puntuale dei saldi delle risposte delle imprese manifatturiere milanesi sintetizza il sentiment prevalente, ma si mantengono tuttavia in terreno positivo sia dal lato della produzione, che della domanda e dell’occupazione.

Se scendiamo nel dettaglio delle aspettative delle imprese per il terzo trimestre 2021, possiamo osservare che le stime delle imprese per la produzione espresse dai saldi delle risposte (differenza tra ipotesi di aumento e di diminuzione) sono ampiamente positive (25,8%).

La quota di imprese con prospettive di riduzione della produzione nel breve termine si è stabilizzata rispetto al precedente trimestre (10% contro 10,9% del primo trimestre 2021), come anche la frazione di operatori industriali con ipotesi di crescita (35,8% contro 36,1% del trimestre precedente). In tale contesto si è ampliata la quota di imprese con ipotesi di stabilità della produzione (54,1% contro 53,1%) evidenziando quindi ancora un sentiment di prudenza che interessa oltre la metà delle imprese intervistate.

In relazione all’occupazione, le previsioni delle imprese per il prossimo trimestre indicano la stabilità come prospettiva prevalente: scenario condiviso dal 78,3% del campione, mentre aumenta la quota di operatori con aspettative di crescita (17,1% contro 15,7% del precedente trimestre) e si dimezza la frazione di imprese con stime di decrescita (4,2% contro 8,2%). Tali dinamiche si riflettono sul saldo complessivo che si rafforza significativamente rispetto alla precedente rilevazione (13,6% contro 7,6%).

In relazione alla domanda interna si osserva un significativo miglioramento rispetto al precedente trimestre, e il saldo evidenzia ancora una prevalenza di ipotesi di crescita della domanda per i successivi tre mesi (17,2% contro 16,4%). L’analisi puntuale evidenzia una riduzione della quota di imprese con previsioni di diminuzione della domanda domestica (10,8% contro 11,7%), alla quale si è associata una stabilizzazione della frazione d’imprese con stime di aumento (28% contro 28,2% della rilevazione del primo trimestre 2021). Tale trend ha rafforzato – anche in questo caso – la quota di imprese con stime di stabilità, che accomuna il 61% delle imprese del campione (60% nel precedente trimestre).

L’analisi delle componenti della domanda evidenzia inoltre una riduzione del saldo finale delle risposte (differenza tra ipotesi di aumento e diminuzione) per la domanda estera, che arretra di un punto e mezzo rispetto al precedente trimestre (18,1% contro 19,6%).

Il quadro di dettaglio, oltre a mostrare una rilevante diminuzione della quota di imprese con stime di decrescita per il prossimo trimestre (9,7% contro 11,9% del primo trimestre 2021), evidenzia una riduzione di tre punti percentuali della quota di imprese con stime in aumento (27,8% contro 30,8%). Tali dinamiche si sono riflesse in un rafforzamento rilevante delle imprese con aspettative di stabilità della domanda dai mercati esteri (62,5% contro 58%).

 

 

 

Il confronto tra piano qualitativo complessivo, espresso dall’indicatore sintetico delle aspettative (che sintetizza le componenti di stime delle imprese: produzione, domanda e occupazione) e piano quantitativo – espresso dall’indicatore relativo al ciclo di breve termine della produzione industriale – registra una convergenza sostanziale degli andamenti, con una netta inversione in senso positivo del ciclo della produzione che recupera in misura significativa rispetto al trend decelerativo che aveva fin qui evidenziato.

Il ciclo della produzione inizia infatti a recepire i primi segnali trimestrali di ripresa; su un piano differente si colloca invece l’indicatore sintetico delle aspettative delle imprese, per il quale si osserva una tendenza attendista sulla quale gravano le ipotesi di trend rialzisti dei prezzi delle materie prime.

 

 

 

I dati dell'indagine congiunturale sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons

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