La dinamica dell'industria milanese
La dinamica del terzo trimestre 2021 mostra un proseguimento del sentiero di crescita della capacità produttiva, del fatturato e degli ordini sia sul piano congiunturale che tendenziale, dove la progressione ha registrato un ritmo di incremento sostenuto dall’effetto statistico di confronto con il terzo trimestre 2020, quando l’attività industriale iniziava a ripartire dopo le chiusure imposte dal lockdown.
La rappresentazione e l’analisi reale della crescita tendenziale deve essere quindi depurata dalla variazione negativa del terzo trimestre dello scorso anno, che aveva interessato sia la produzione che gli indicatori afferenti al fatturato e agli ordini. Pertanto, al fine di valutare la crescita effettiva dell’attività industriale nel terzo trimestre 2021, occorre effettuare il confronto con il livello produttivo raggiunto nel terzo trimestre 2019, ossia nell’anno pre-pandemico.
L’osservazione dell’indice della produzione industriale e delle variazioni tendenziali nei trimestri registra una decisa accelerazione della dinamica produttiva intrapresa dalla manifattura milanese negli ultimi tre trimestri, considerando il punto di minimo raggiunto nel secondo trimestre dello scorso anno (84,2). La velocità di uscita dalla crisi indotta dalla pandemia ha pertanto evidenziato un significativo cambiamento di passo fino al raggiungimento nel terzo trimestre 2021 di quota 110,5, superiore quindi al livello della produzione raggiunto prima della pandemia nell’anno 2019.
Passando all’analisi delle variazioni tendenziali, la produzione su base annua ha continuato nel sentiero di crescita, registrando un nuovo significativo incremento (+12,3%). Come già accennato, la crescita ottenuta deve tuttavia essere posta in relazione alla flessione della capacità produttiva, che gravava ancora sul settore manifatturiero nel terzo trimestre dello scorso anno, quando mancavano 5 punti percentuali su base annua: pertanto, la crescita – al netto di tale dinamica – evidenzia che nell’anno successivo (ossia nel terzo trimestre 2021) la produzione industriale milanese si è collocata ben al di sopra del terzo trimestre 2019, cioè prima della pandemia (+6,6%).
L’analisi complessiva per il terzo trimestre 2021 evidenzia il consolidamento del percorso virtuoso di crescita sul quale tuttavia gravano ancora delle incognite legate all’approvvigionamento delle materie prime e alla crescita dei prezzi di energia e metalli nei mercati internazionali, problematiche alle quali le imprese stanno facendo fronte utilizzando massicciamente il magazzino e le scorte.
In particolare, per la manifattura milanese le dinamiche afferenti agli approvvigionamenti si sono riflesse attraverso una crescita significativa del costo delle materie prime per le imprese (+8,8% su base trimestrale e +30,1% su base annua) e in un aumento dei prezzi dei listini dei prodotti finiti (+4,5% su base trimestrale e +13% su base annua).
L’industria manifatturiera milanese ha registrato nel terzo trimestre 2021 una progressione generale degli indicatori congiunturali che si è estesa dal piano produttivo e del fatturato fino al portafoglio ordini sia interno che estero, dove la dinamica evidenzia una crescita maggiore rispetto al sistema manifatturiero della Lombardia.
In confronto al precedente trimestre, l’aumento dell’attività industriale – e produttiva in particolare – ha fatto ricorso a un uso intenso del magazzino e delle scorte di materie prime che diminuiscono ulteriormente su base congiunturale (-4%), sintomatico quindi di un’azione intrapresa dalle imprese per sterilizzare, almeno in parte, le difficoltà di approvvigionamento sui mercati dove si registra un trend costante di incremento dei prezzi, determinato dal disallineamento tra crescita della domanda e contrazione dell’offerta per esigenze legate all’emergenza Covid19 che sta interessando i principali Paesi esportatori di materie prime e prodotti semi-lavorati per l’industria.
L’esame puntuale dei dati rispetto al trimestre precedente indica pertanto un aumento della produzione nell’area metropolitana milanese (+1,3% destagionalizzato), che è tuttavia inferiore alla crescita dei volumi registrata nel territorio regionale (+2,5% destagionalizzato).
Il disallineamento tra città metropolitana di Milano e Lombardia, a vantaggio della regione, è inoltre evidente anche in relazione alla dinamica del fatturato, mentre per le commesse acquisite dai mercati si osserva una progressione più significativa per il territorio milanese sia in relazione al mercato domestico che per quello estero.
Riguardo al fatturato, nel terzo trimestre 2021 si è osservata per la manifattura milanese la continuazione della dinamica di aumento a passo ridotto, a fronte di una maggiore vivacità dell’industria lombarda (rispettivamente +1% e +1,9% destagionalizzato).
Tale divergenza degli andamenti tra città metropolitana di Milano e Lombardia non si è invece replicata in relazione agli ordini. La dinamica congiunturale delle commesse ha palesato una progressione complessiva molto più marcata per l’industria milanese rispetto alla manifattura regionale.
Dal lato del mercato interno, il portafoglio ordini realizzato dall’industria metropolitana milanese registra una crescita che si colloca a un livello superiore in confronto alla Lombardia (rispettivamente +5,3% e +3% destagionalizzato).
Il differenziale tra i due territori si è inoltre ulteriormente ampliato dal lato degli ordini esteri, la rilevante progressione ottenuta dalla manifattura milanese (+4,7% destagionalizzato) ha pertanto ampiamente surclassato la performance registrata dall’industria lombarda (+1,3% destagionalizzato).
La dinamica tendenziale registra un quadro ampiamente positivo per l’industria manifatturiera milanese nel terzo trimestre 2021. Gli incrementi ottenuti sotto il profilo produttivo, del fatturato e degli ordini sono sufficienti a colmare i differenziali negativi registrati nel 2020, ossia durante il lockdown.
Per ottenere un’analisi che consenta di valutare se il sistema industriale abbia consolidato il sentiero virtuoso di uscita dalle secche della congiuntura negativa determinata dal lockdown, risulta quindi utile depurare tali dinamiche dagli effetti distorsivi indotti da un confronto limitato all’anno precedente, introducendo pertanto un raffronto con il dato pre-pandemia, ossia riferito al terzo trimestre 2019.
Dal lato della produzione industriale, l’analisi di dettaglio degli indicatori registra quindi un ampio incremento su base annua (+12,3%), recuperando il gap produttivo dei 12 mesi precedenti e collocando la variazione al di sopra del terzo trimestre 2019 pre-pandemia (+6,6%). Tale trend si inserisce in un contesto regionale anch’esso in espansione (+12%) e con un livello della produzione superiore a quello pre-pandemia (+6,2%).
Relativamente al fatturato, su base annua la crescita ottenuta (+16,9%) è stata trainata in particolare dalla componente interna (+19%), a cui si è associato il recupero del fatturato estero (+13,3%).
Le dinamiche tendenziali rispetto al dato del terzo trimestre 2019 precedente la pandemia evidenziano un aumento del fatturato totale, che si colloca a un livello superiore al dato pre-pandemico (+10,5%), ma inferiore complessivamente al dato regionale (+12,3%). Tale crescita, sempre considerando la variazione raffrontata al terzo trimestre 2019, è ascrivibile in misura più ampia ai mercati interni rispetto a quelli esteri (rispettivamente +6,6% e +12,7%).
Se consideriamo il portafoglio ordini, la dinamica tendenziale complessiva ha registrato anch’essa una crescita ampia (+17,3%), ascrivibile alla convergenza tra mercato domestico (+17,6%) ed estero (+16,7%).
Il cospicuo recupero registrato nel terzo trimestre 2021 ha consentito al portafoglio ordini di pareggiare e superare il gap subìto durante il periodo di lockdown. Al netto di degli effetti distorsivi indotti dal raffronto con la dinamica straordinaria del precedente anno, la dinamica evidenzia un ritorno degli ordini totali su un sentiero di crescita e a un livello superiore al punto raggiunto prima della pandemia, ossia nel terzo trimestre 2019 (+16,6%), superiore a quanto registrato dalla manifattura lombarda (+13,3%), dove i mercati interni registrano un ritmo di ripresa molto più incisivo (+17,9%) – e superiore anche al corrispondente trimestre dello scorso anno – rispetto alla componente estera (+14,2%).
Il ritmo della ripresa nel terzo trimestre 2021 ha mostrato un’intensità maggiore per l’industria della Lombardia, il valore toccato dall’indice è infatti pari a 118,2 (+2,5% destagionalizzato), rispetto alla città metropolitana di Milano (+1,3% destagionalizzato) e all’Italia, dove pure si stima una crescita nel terzo trimestre 2021 (+1,5% destagionalizzato).
Il differenziale maggiore resta invece nei confronti dell’Eurozona, dove si è osservata la continuazione della dinamica di rallentamento della ripresa produttiva (+0,4% destagionalizzato), sulla quale grava il quadro non brillante dell’industria tedesca che soffre in misura rilevante le difficoltà di approvvigionamento sui mercati delle materie prime.
La continuazione del sentiero di normalizzazione dell’attività industriale nel terzo trimestre 2021 ha continuato a riflettersi positivamente sugli strumenti della cassa integrazione guadagni (CIG).
Sia la quota di imprese utilizzatrici della CIG sia l’incidenza delle ore sul monte ore di lavoro complessivo si sono ridotte ulteriormente rispetto al precedente trimestre.
In particolare, la cassa integrazione del terzo trimestre registra una nuova diminuzione della quota delle imprese utilizzatrici di oltre 12 punti percentuali rispetto al secondo trimestre 2021, confermando e ampliando il trend discendente in atto dalla fine del precedente anno (8,1% contro 20,1% del secondo trimestre 2021).
La rilevante diminuzione delle imprese utilizzatrici della CIG si è riflessa in misura significativa sull’incidenza oraria della cassa integrazione in rapporto al monte ore trimestrale di lavoro effettivo, attraverso una sua drastica riduzione rispetto al precedente trimestre (0,3% contro 1,8%), consolidando il percorso intrapreso.
Il miglioramento dell’attività industriale nel terzo trimestre 2021 si è riflesso solo parzialmente sul mercato del lavoro: il saldo complessivo tra nuove assunzioni e cessazioni di personale – pur essendo positivo (+0,3%) – è inferiore rispetto al dato raggiunto nel trimestre precedente (+0,4%).
Il quadro previsivo tracciato dalle imprese manifatturiere milanesi per il quarto trimestre 2021 registra una frenata complessiva delle attese, a eccezione della domanda estera, coinvolgendo la dinamica produttiva, l’occupazione e la domanda interna.
In generale, sul clima di fiducia gravano ancora delle incognite legate alle difficoltà di approvvigionamento e alla crescita dei prezzi delle materie prime quale corollario all’evoluzione della pandemia al di fuori dell’ambito geografico europeo. Il ricorso alle scorte di magazzino viene pertanto percepito come non sostenibile nel medio termine, rischiando quindi di impattare massicciamente sui livelli della produzione e dei listini, determinando in ultima analisi una strozzatura delle prospettive di sviluppo dell’attività industriale.
L’analisi puntuale dei saldi delle risposte delle imprese manifatturiere milanesi sintetizzano pertanto quale sia il sentiment prevalente – ossia di rallentamento – pur permanendo ancora in terreno positivo dal lato della produzione, della domanda e dell’occupazione.
Se analizziamo il dettaglio delle aspettative delle imprese per il quarto trimestre 2021, possiamo osservare che le stime delle imprese per la produzione espresse dai saldi delle risposte (differenza tra ipotesi di aumento e di diminuzione) sono positive (23%), ma inferiori a quanto registrato dalla precedente rilevazione (25,8%).
La quota di imprese con prospettive di riduzione della produzione nel prossimo trimestre si è infatti incrementata rispetto alla rilevazione trimestrale precedente (11,5% contro 10%), mentre si è ridotta la frazione di operatori industriali con ipotesi di crescita (34,5% contro 35,8%) e si è consolidata la quota di imprese con attese di stabilità della produzione (54% contro 54,2%), evidenziando quindi un sentiment di prudenza che interessa oltre la metà delle imprese intervistate.
In relazione all’occupazione, le stime delle imprese per il quarto trimestre 2021 indicano la stabilità come prospettiva prevalente. Si tratta di un’ipotesi condivisa dal 79,2% del campione, mentre si è osservata una riduzione di oltre 2 punti e mezzo rispetto alla rilevazione precedente della quota di operatori con aspettative di crescita (15,1% contro 17,7%) e un parallelo aumento della frazione di imprese con stime di decrescita (5,8% contro 4,2%). Tali dinamiche opposte si sono riflesse in una significativa riduzione del saldo complessivo rispetto alla precedente rilevazione (9,3% contro 13,6%).
Il contesto di rallentamento ha inciso anche sulla domanda interna, dove il saldo complessivo (differenza tra ipotesi di aumento e diminuzione) è peggiorato in misura significativa rispetto alla rilevazione del trimestre precedente, perdendo complessivamente oltre 2 punti percentuali e mezzo (14,6% contro 17,2%).
Il quadro di dettaglio delle previsioni sulla domanda interna evidenzia pertanto sia una diminuzione della quota di operatori manifatturieri con stime di crescita, in contrazione di oltre 1 punto rispetto ai tre mesi precedenti (29,1% contro 28%) sia una riduzione di circa 5 punti dell’area di stabilità (56,3% contro 61,2%). Le dinamiche evidenziate hanno pertanto condotto a un significativo rafforzamento, circa 4 punti percentuali, della frazione di imprese con previsioni di diminuzione (14,6% contro 10,8%).
L’analisi delle componenti della domanda evidenzia inoltre un rafforzamento del saldo finale delle risposte per la domanda estera, che si incrementa di oltre 4 punti rispetto al precedente trimestre (22,3% contro 18,1%).
Il quadro di dettaglio, oltre a mostrare un aumento di 3 punti e mezzo delle stime di crescita per il trimestre successivo (31,3% contro 27,8%), indica una riduzione dell’area di stabilità delle stime (59,6% contro 62,5%) e una lieve diminuzione della frazione di imprese con aspettative di decrescita della domanda estera (9% contro 9,7%).
Il confronto tra piano qualitativo complessivo, espresso dall’indicatore sintetico delle aspettative (che sintetizza le componenti di stime delle imprese: produzione, domanda e occupazione) e piano quantitativo – espresso dall’indicatore afferente al ciclo di breve termine della produzione industriale – registra una sostanziale divergenza degli andamenti.
Se osserviamo il ciclo produttivo, la produzione ha intrapreso un sentiero di recupero costante, recependo pertanto i segnali trimestrali di ripresa. Su un piano differente si colloca l’indicatore sintetico delle aspettative delle imprese, per il quale si osserva una frenata delle stime da parte delle imprese determinata in primo luogo da una parziale revisione delle attese su produzione e domanda interna, sulle quali gravano le incognite dei rincari dei prezzi delle materie prime e di fiammate inflazionistiche che – seppur ritenute temporanee da parte degli organismi internazionali – sono tuttavia destinate a perdurare in un arco temporale sufficientemente lungo per rallentare il sentiero di ripresa.
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