La dinamica dell'industria lodigiana

MI
MB
LO
Trimestre
Secondo
Anno
2022
Indice della produzione industriale

L’industria manifatturiera del lodigiano continua nel secondo trimestre 2022 a mettere in luce una crescita della produzione a un ritmo piuttosto costante. Cresce anche il fatturato, spinto dalla dinamica dei prezzi, mentre per il secondo trimestre consecutivo si osserva una criticità che riguarda gli ordini. La frenata degli ordini influisce probabilmente sulle aspettative per il prossimo trimestre, che risultano in netto peggioramento. Continuano infine a registrarsi incrementi dei prezzi delle materie prime, anche se la velocità di crescita inizia a ridursi. La produzione industriale registra una crescita rispetto al secondo trimestre del 2021 del 6%, in linea con gli incrementi annui dei trimestri più recenti. Il numero indice (calcolato ponendo pari a 100 l’anno 2010) continua quindi a salire raggiungendo quota 136,3. Nel grafico che illustra l’andamento dei volumi produttivi negli ultimi anni si osserva come, a seguito dell’evidente flessione della prima metà del 2020, una fase di risalita ha riportato i livelli della produzione industriale del lodigiano al di sopra dei livelli pre-pandemia.

 

 
Analisi congiunturale

Gli indicatori congiunturali dell’industria manifatturiera lodigiana risultano positivi, a eccezione degli ordini. La produzione industriale del manifatturiero lodigiano mostra una discreta crescita congiunturale pari all’1,3% (dato destagionalizzato), di poco inferiore al dato regionale (1,6%).

La crescita del fatturato è sensibilmente maggiore (+3,5%), probabilmente per effetto anche degli aumenti dei prezzi; stesso fenomeno che si osserva a livello regionale dove l’incremento è stato del 4,6%. La quota del fatturato estero sul fatturato complessivo dell’industria lodigiana nel trimestre è del 31,8%, in risalita ma ancora piuttosto al di sotto della media regionale del 39,4%.

Riguardo gli ordini, si osserva un rilevante incremento di quelli provenienti dall’estero (+5,4%) più che compensato però da un forte calo degli ordini interni (-5%), che rappresentano come appena visto la quota maggioritaria delle vendite. In Lombardia la dinamica è completamente diversa, con un incremento di entrambe le componenti, più marcato per quella estera (+1,3%) rispetto alla frazione interna (+0,6%).

Anche nel secondo trimestre 2022 si osservano forti incrementi dei prezzi delle materie prime e dei prodotti finiti, ma l’intensità della crescita risulta ridursi per la prima volta dopo più di un anno in cui si registravano incrementi sempre più intensi. La crescita trimestrale dei prezzi delle materie prime a Lodi risulta dell’8,9%, in Lombardia dell’11,6%. Per quanto riguarda i prezzi dei prodotti finiti la crescita congiunturale è del 5,9% in provincia e del 6,9% in regione.

 

Analisi tendenziale

La dinamica tendenziale dell’industria lodigiana vede confermarsi una crescita piuttosto robusta di produzione e fatturato, mentre sono in calo gli ordini interni. Per quanto riguarda la crescita della produzione, a Lodi come osservato nel grafico iniziale l’incremento annuo è pari al 6%, quasi un punto e mezzo al di sotto al dato lombardo (7,4%).

Il fatturato dell’industria lodigiana continua a mantenere una crescita annua superiore al 10%, in particolare arriva al 14,4%; bene soprattutto le vendite realizzate all’estero (+20,3%). In Lombardia la crescita del fatturato risulta del 17,5%, con un contributo leggermente migliore della componente estera (+18%) su quella interna (+17,1%).

L’indicatore degli ordini registra una crescita complessiva molto più modesta, pari al 2%. Come si vede dal grafico, il dato emerge dalla combinazione di una robusta crescita degli ordini esteri (+14,3%), mentre la dinamica degli ordini interni spinge nella direzione opposta (-3,7%). La dinamica lombarda vede invece gli ordini ancora in forte crescita su base annua (9%) grazie a un buon apporto dei mercati esteri (+11%), ma anche di quelli nazionali (+7,8%).

 

Mercato del lavoro

Gli indicatori rilevati riguardo al mercato del lavoro dell’industria manifatturiera lodigiana continuano a mostrare un quadro complessivamente positivo. Il saldo tra entrate e uscite di lavoratori è positivo (+0,2%), grazie soprattutto a un elevato tasso di ingresso (+2,1%); il secondo trimestre del 2021 vedeva ancora un saldo negativo (-0,2%) e un mercato del lavoro poco dinamico (1,2% il tasso di ingresso). Riguardo la Cassa integrazione, per il secondo trimestre consecutivo non si registra nessun caso di utilizzo da parte delle imprese intervistate; un dato che sicuramente sottostima il fenomeno, data la poca numerosità del campione, ma indubbiamente indica un buono stato di salute dell’industria lodigiana. Nel grafico si osserva come il picco di massimo della prima metà del 2020 (attorno al 60% di imprese che ha utilizzato la CIG) si sia gradualmente riassorbito nei trimestri successivi, in particolare nella seconda metà del 2021.

 

 
Previsioni per il terzo trimestre 2022

I dati meno confortanti della rilevazione di questo trimestre arrivano dalle aspettative degli imprenditori manifatturieri lodigiani per il prossimo trimestre. Tutti e quattro gli indicatori rilevano un peggioramento rispetto alle opinioni espresse dagli operatori tre mesi fa, ma soprattutto il saldo tra ottimisti e pessimisti diventa addirittura negativo, salvo che per l’occupazione.

La produzione è attesa in crescita dal 15,4% degli operatori, mentre coloro che si aspettano un calo rappresentano il 23,1% (tre mesi fa erano solamente il 7,1%). Il differenziale è quindi negativo (-7,7 punti percentuali), in netto contrasto con i giudizi ottimisti espressi lo scorso trimestre, come si osserva dal grafico. Anche i giudizi sull’occupazione subiscono un forte peggioramento; il saldo tra ottimisti e pessimisti risulta in pareggio, con entrambi i gruppi che rappresentano una quota del 7,7% degli operatori intervistati.

Le aspettative sulla domanda subiscono lo stesso destino di quelle sulla produzione, con una fiducia in peggioramento e una prevalenza di indicazioni di riduzione. Si osserva comunque una preferenza degli operatori nei confronti della domanda estera, per cui il delta tra giudizi di crescita e riduzione è negativo di soli 2,8 punti percentuali. Il saldo diventa di -10,5 punti percentuali per la domanda interna, per la quale circa un quarto degli intervistati si aspetta una riduzione.

 

 

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