La dinamica dell’industria lodigiana
L’industria manifatturiera lodigiana nel primo trimestre 2023 registra una ripresa del percorso di crescita della produzione interrotto a fine 2022, in controtendenza con quanto avviene a livello regionale, dove il 2023 è iniziato con una variazione nulla della produzione. Si osservano variazioni positive anche per il fatturato e gli ordini, mentre contemporaneamente continua a ridursi la crescita dei prezzi delle materie prime. Le aspettative degli imprenditori riflettono i dati di crescita evidenziando una prospettiva di ottimismo per l’immediato futuro. Rispetto al primo trimestre 2022 la produzione industriale aumenta del 5,2%, interrompendo così una fase di rallentamento della crescita che aveva caratterizzato gli ultimi trimestri, come si osserva dal grafico. Il numero indice (calcolato ponendo pari a 100 l’anno 2010) sale a quota 139,7 nel trimestre in esame, toccando quindi un nuovo massimo. Osservando l’andamento della curva del numero indice della produzione manifatturiera emergono chiaramente la forte flessione della prima metà del 2020 e la successiva ripresa, con il recupero di un percorso di crescita nel 2021, che arriva però a interrompersi nel 2022, con un aumento più robusto che contraddistingue invece proprio l’ultimo trimestre.
A livello congiunturale gli indicatori dell’industria manifatturiera lodigiana evidenziano una robusta progressione di tutti gli indicatori, in particolare della produzione, che cresce infatti del 2,7% (dato destagionalizzato), in netto contrasto con quanto avviene a livello lombardo, dove osserviamo una variazione nulla.
Per quanto riguarda il fatturato si osserva invece, al contrario, una progressione congiunturale dello 0,5% a Lodi e una crescita decisamente più marcata in regione, dove arriviamo all’1,8%. Per quanto riguarda la quota di fatturato realizzata all’estero nel trimestre si osserva – come di consueto – un sensibile gap tra il dato provinciale, pari al 32,7% e il dato del 39,3% che si registra in Lombardia.
Gli ordini mostrano un contributo rilevante dei mercati esteri su entrambi i livelli territoriali. In particolare a Lodi la crescita congiunturale del portafoglio ordini provenienti dall’estero risulta dello 0,9%, contro un incremento degli ordini interni solamente dello 0,1%. In Lombardia la domanda estera cresce in tre mesi dello 0,8%, mentre per quella interna si osserva una progressione dello 0,3%, leggermente meglio di quanto osservato nel lodigiano.
La dinamica dei prezzi mostra segnali di avvicinamento progressivo a livelli ordinari di inflazione. L’incremento congiunturale dei prezzi delle materie prime è pari al 3,2% a Lodi e al 3,3% in Lombardia, mentre tre mesi fa toccava ancora il 5%. Per i prezzi dei prodotti finiti si osserva una dinamica simile e un rallentamento di entità paragonabile a quella delle materie prime; nello specifico la crescita è del 3,1% in provincia e del 3% in regione.
Gli indicatori tendenziali mostrano una forte crescita della produzione del manifatturiero lodigiano, mentre per quanto riguarda fatturato e ordini acquisiti si osserva una progressione di minore entità, inferiore anche al dato regionale. La produzione industriale del lodigiano cresce su base annua del 5,2%, dato molto superiore alla dinamica regionale che si ferma invece al 2,5%.
Il fatturato registra un incremento inferiore alla produzione per il lodigiano: nonostante la dinamica di incremento dei prezzi, la crescita tendenziale è infatti del 3,6%. L’aumento si deve quasi esclusivamente alle vendite effettuate in Italia (5,2%), il fatturato estero registra infatti un incremento piuttosto contenuto (0,4%). In regione si osserva invece una crescita complessivamente più robusta (7,7%) e una differenza favorevole al fatturato estero (8,9%) rispetto a quello interno (6,9%).
Per gli ordini, la dinamica complessiva risulta molto simile in provincia (2,6%) e in regione (2,8%). È invece molto diversa la scomposizione tra la quota estera e quella interna; a Lodi sono relativamente vicine (2,9% e 2,5% rispettivamente), in Lombardia invece la domanda estera (5,5%) cresce molto più di quella interna (1,1%).
Gli indicatori sul mercato del lavoro dell’industria manifatturiera lodigiana risultano nel complesso positivi e in miglioramento rispetto allo scorso trimestre. Il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni nel primo trimestre del 2023 riguarda solamente il 2,6% delle imprese, per una quota sul monte ore complessivo dello 0,1%, dati entrambi relativamente contenuti e in calo rispetto allo scorso trimestre. Nel grafico si osserva come il picco di massimo della prima metà del 2020 (attorno al 60% di imprese che ha utilizzato la CIG) si sia gradualmente riassorbito nei trimestri successivi, in particolare nella seconda metà del 2021. Anche il saldo tra entrate e uscite di lavoratori risulta positivo, pari allo 0,7%, dato identico a quello del primo trimestre 2022, mentre la seconda metà dell’anno aveva visto un sostanziale pareggio; particolarmente elevato il tasso di entrata (1,9%), che riflette probabilmente l’effetto stagionale dei contratti attivati a inizio anno.
I dati sulle aspettative degli imprenditori del manifatturiero lodigiano sono complessivamente ottimisti e in miglioramento rispetto al passato, in linea con la crescita registrata nel trimestre in esame. Il saldo tra giudizi di aumento e di riduzione è in terreno positivo per tutti gli indicatori osservati.
La produzione è attesa in crescita dal 35,9% degli operatori intervistati (la quota era del 28,6% lo scorso trimestre), contro un 12,8% di aspettative di calo. Il saldo è quindi ampiamente positivo, ben 23,1 punti percentuali, in leggero miglioramento rispetto al periodo precedente. Risultano relativamente ottimisti – a dispetto della consueta prudenza – i giudizi sull’occupazione: si osserva infatti un saldo particolarmente positivo di 15,4 punti percentuali, il più alto rilevato nella serie storica mostrata nel grafico.
Le aspettative sulla domanda mostrano una preferenza per la componente estera, il 38,9% degli operatori indica un aumento per l’immediato futuro, mentre solo il 16,7% pensa a una riduzione. Meno brillanti, ma comunque improntate all’ottimismo, anche le aspettative sulla domanda interna, per cui il saldo tra giudizi di aumento e riduzione è di 10,3 punti percentuali.
I dati dell'indagine congiunturale, rivolta a un campione di imprese con 10 o più addetti, sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons.