Import-Export
Nel primi sei mesi del 2025, l’interscambio commerciale italiano ha registrato una crescita sia nei confronti dell’export – quantificabile in 6,7 miliardi di euro (+2,1%) – sia in relazione all’import, valutabile in 13,1 miliardi di euro (+4,6%).
L’analisi dei sistemi esportativi locali mostra performance ampiamente differenziate tra i territori, evidenziando un arretramento dell’export nell’Italia Settentrionale e una crescita significativa nelle regioni del Centro e del Sud.
Nei confronti dello scorso anno si registra, infatti, una diminuzione delle esportazioni di oltre 312 milioni di euro per il Nord-Ovest (-0,3%) e di 548 milioni di euro per le regioni del Nord-Est (-0,5%).
L’analisi dell’export evidenzia invece un aumento significativo per il Centro – in crescita di 6,1 miliardi di euro rispetto al primo semestre dello scorso anno (+10,7%) – e del Sud, dove l’incremento è quantificabile in 480 milioni di euro (+2%); arretrano invece le Isole di 1,4 miliardi (-13,3%).
Diversa la situazione in relazione all’import, dove l’unica eccezione al contesto di crescita è infatti rappresentato dalle sole Isole, in netta flessione nei primi sei mesi del 2025 (-10,1%). Sulla progressione nazionale hanno infatti inciso la dinamica di crescita di tutte le altre aree: +12,6% il Centro; +7,6% il Sud; +4,3% il Nord-Est e +3,3% il Nord-Ovest.
Per il primo semestre 2025, l’interscambio estero dell’area vasta di Milano, Monza Brianza e Lodi registra una consistente crescita delle importazioni (+5,8%) e un arretramento dell’export (-1,8%).
Con riferimento all’import complessivo, pari a 56 miliardi di euro nel primo semestre 2025 e con un surplus di oltre 3 miliardi nei confronti del primo semestre 2024, la progressione è stata sostenuta dalla provincia di Monza Brianza (+21,9%) e dalla città metropolitana di Milano (+4,9%), mentre si è osservata una significativa flessione per la provincia di Lodi (-5,3%).
Relativamente all’export, la capacità di penetrazione dei mercati esteri dell’area vasta, pari a 38,7 miliardi di euro, è in calo di oltre 702 milioni di euro rispetto al primo semestre 2024.
Su tale dinamica hanno inciso le flessioni dell’area milanese rispetto allo scorso anno: -782 milioni di euro (-2,7%) e della provincia di Lodi: -126 milioni (-3,9%), non sufficientemente bilanciate dalla crescita di Monza e Brianza: +205 milioni di euro (+2,8%).
Per la città metropolitana, l’analisi settoriale dell’export continua a presentare l’arretramento di tessile e abbigliamento (-8,5%), elettronica (-23,7%) e prodotti in metallo (-9,4%), mentre sono in crescita farmaceutica (+19,8%) e chimica (+4,4%).
A Monza Brianza, l’aumento è attribuibile alla farmaceutica (+54,7%) e ai prodotti in metallo (+9,3%): 512 milioni e 122 milioni di euro in valore nei confronti del primo semestre 2024, mentre sono in flessione macchinari (-11,1%) e chimica (-7,9%).
Sulla performance negativa dell’export della provincia di Lodi ha inciso la flessione di 171 milioni di euro dell’elettronica (-10,1%), il comparto più rilevante per l’export della provincia.
Analizzando i mercati geografici dei territori, emergono delle criticità per l'export milanese verso l’Europa, in flessione per 900 milioni di euro (-5,5%), su cui ha inciso particolarmente la caduta dei mercati europei non UE (-15,5%).
In arretramento per 118 milioni di euro anche i mercati dell’Asia (-1,9%), trainati dalle piazze orientali (-3,4%), mentre è in crescita l’export verso l’America (+8,3%) e gli Stati Uniti in particolare (+11%), in surplus di 335 milioni di euro.
Per la provincia di Monza Brianza, la dinamica dell’export beneficia dell’apporto dei mercati europei (+11%), in crescita di 514 milioni di euro, con aumenti rilevanti sia nei confronti della UE (+9,7%) sia dei Paesi europei non UE (+15%).
Registrano invece un calo di oltre 250 milioni di euro le esportazioni brianzole verso l’Asia (-15,3%), mentre l’export verso l’America evidenzia una minima variazione di segno negativo (-0,3%).
Relativamente alla provincia di Lodi, il calo dell’export risente della flessione dei mercati europei, quantificabile in oltre 100 milioni di euro (-3,7%). A ridursi sono in particolare i mercati europei non UE (-13,4%), cui si affianca il risultato comunque negativo dei flussi diretti ai mercati UE (-3,3%).