La dinamica dell'interscambio lodigiano
Tra gennaio e giugno del 2025, le esportazioni delle imprese lodigiane valgono poco più di 3 miliardi di euro, registrando una dinamica negativa rispetto allo stesso periodo del 2024 (-3,9%, che in valori assoluti significa circa 125 milioni di euro in meno).
A livello settoriale, il comparto dell’elettronica si conferma il più rilevante a Lodi anche nella prima metà del 2025: incide infatti per quasi il 50% delle esportazioni provinciali, ovvero 1,5 miliardi di euro di merci esportate.
A grande distanza seguono il comparto della chimica (363 milioni di euro, l’11,9% del totale) e quello dell’alimentare (335 milioni pari al 10,9%); più distanti ancora gli apparecchi elettrici a quota 252 milioni, mentre nessun altro comparto supera la soglia dei 200 milioni.
Le importazioni delle imprese lodigiane nei primi sei mesi del 2025 ammontano a 4,9 miliardi di euro, con una variazione annua negativa del 5,3%, interrompendo una lunga crescita che ha interessato tutti i trimestri del 2024, come avvenuto per l’export.
La prima voce dell’import della provincia, come avviene per l’export, è rappresentata dall’elettronica: il valore assoluto dei flussi nel semestre è di 1,9 miliardi di euro, equivalenti al 39,6% dei flussi di beni in arrivo.
Altri due comparti importanti per valore delle merci scambiate sono l’alimentare e la farmaceutica: rispettivamente 824 e quasi 750 milioni di euro (insieme costituiscono il 32% del totale). Più distante la chimica, comparto che sfiora la soglia dei 400 milioni di euro di merci in arrivo dall’estero in sei mesi.
L’export lodigiano registra – nella prima metà del 2025 – un calo del 3,9% rispetto allo stesso periodo del 2024, circa 125 milioni di euro in meno. L’elettronica, il comparto più rilevante, è anche il principale responsabile della flessione, con un calo del 10,1%, pari a una differenza in negativo di 171 milioni di euro.
Tra gli altri comparti dell’export provinciale si osserva una prevalenza di variazioni di segno positivo. In termini percentuali, la crescita più importante riguarda la farmaceutica (+25,9%, circa 27 milioni di euro in più), seguita da prodotti in metallo (+17,4%) e gomma-plastica (14,1%). Piuttosto rilevante l’incremento percentuale della voce residuale delle altre attività manifatturiere (+79,4%), che comporta tuttavia una crescita di meno di 7 milioni di euro.
La chimica, secondo comparto dell’export lodigiano per valore delle merci scambiate, è il maggiore tra i settori in calo (-2,7%), oltre ovviamente all’elettronica.
A confronto con lo stesso periodo del 2024, le importazioni delle imprese del lodigiano registrano un calo del 5,3%, imputabile principalmente al comparto dell’elettronica: quasi 470 milioni di euro di merci in meno rispetto al primo semestre del 2024 (-19,4%). Prevalgono invece variazioni di segno positivo per quanto riguarda la maggioranza degli altri settori.
Crescono in modo particolare i flussi di merci in arrivo per il comparto della farmaceutica (+14,7%), dei macchinari (+22,1%), degli apparecchi elettrici (+4,3%) e della chimica (+4%), mentre sono piuttosto stabili i valori del comparto alimentare (+0,5%).
In negativo si osservano invece, oltre all’elettronica, alcuni segmenti di minori dimensioni, quali la gomma-plastica (-9,7%) e i prodotti in metallo (-1,6%).
Le esportazioni delle imprese lodigiane nei primi sei mesi del 2025 riguardano in larghissima prevalenza i Paesi europei, verso cui è diretta la quasi totalità dei flussi, oltre il 90%, per un ammontare di 2,8 miliardi di euro.
La destinazione principale sono i Paesi dell’Unione Europea (2,7 miliardi), mentre le merci destinate a Paesi europei non UE valgono solamente 88 milioni, di cui 25,5 riguardano il mercato principale tra essi: la Svizzera.
Al di fuori dell’Europa, sono destinate al continente asiatico 116 milioni di euro di export di merci del lodigiano (il 3,8% del totale), di cui 53,7 milioni riguardano il Medio Oriente e 48,3 milioni l’Asia Orientale; la sola Cina è meta di 14,6 milioni di euro di export provinciale, seguita dall’India con 11,4 milioni.
Le imprese lodigiane esportano infine 60,8 milioni di euro verso il continente americano (il 2% del totale), di cui 36,1 milioni interessano gli Stati Uniti.
L’import lodigiano si divide fondamentalmente tra i flussi provenienti da Europa e Asia. La quota maggiore proviene dall’Europa: tra gennaio e giugno del 2025 sono il 55% delle importazioni complessive, per un valore di 2,7 miliardi di euro di merci. La quasi totalità di questi flussi proviene da Paesi che fanno parte dell’Unione Europea, tranne poco meno di 120 milioni di euro provenienti da mercati europei extra-UE (quasi esclusivamente Regno Unito e Svizzera).
Provengono invece dall’Asia il 43,6% delle importazioni provinciali (in cifre si tratta di 2,1 miliardi di euro). La Cina costituisce il principale mercato asiatico di approvvigionamento del lodigiano: 1,5 miliardi di euro di merci nei primi sei mesi dell’anno, poco meno di un terzo dell’import provinciale complessivo. Piuttosto rilevante per valore delle merci scambiate anche l’India, da cui provengono 225 milioni di euro in sei mesi.
La dinamica annua dell’export lodigiano risente in negativo del calo che ha coinvolto i flussi diretti verso i Paesi del continente europeo. Rispetto allo stesso periodo del 2024, le esportazioni in Europa si riducono del 3,7%, ovvero più di 100 milioni di euro in meno.
Innanzitutto i flussi relativi ai mercati UE si riducono del 3,3%, mentre per i Paesi europei non UE si registra un calo più pesante, pari al 13,4%, con importanti riduzioni che riguardano tutti i principali mercati: -4,7% per il Regno Unito, -6,6% per la Svizzera e -34,1% per la Turchia.
Nei confronti dell’Asia si osserva una flessione importante rispetto al 2024 (-19,9%), dovuta a un calo dei flussi diretti verso Asia Centrale (-55,3%) e Orientale (-25,2%), mentre crescono i Paesi del Medio Oriente (+7%). Si riducono in misura significativa le esportazioni dirette in India (-32,1%), Cina (-38,5%) e verso le quattro Tigri Asiatiche (-28,5%).
Nei confronti delle Americhe si osserva un incremento annuo dei flussi, anche se di entità relativamente contenuta (+3,1%). Il calo che riguarda l’America settentrionale (-4,6%) e in particolare gli Stati Uniti (-7,3%) viene quinti più che compensato dall’aumento dei Paesi dell’America centro-meridionale (+21,8%).
Parallelamente all’export, anche le importazioni di merci del lodigiano registrano una dinamica annua di segno negativo. Particolarmente significativa la forte riduzione dei flussi di merci provenienti dall’Asia (-14,4%), mentre riguardo ai Paesi europei si riscontra una minima variazione positiva (+1,8%).
Nei confronti dell’Europa si osserva una crescita annua delle importazioni sia dai partner UE (+1,5%) sia nei confronti degli altri mercati (+8,1%), nonostante un calo rilevante del Regno Unito (-19,5%).
La riduzione dell’import lodigiano dall’Asia denuncia una significativa flessione dei flussi che riguardano la parte orientale, quasi 250 milioni di euro in meno (-11,8%); in particolare, è il mercato cinese a segnare una riduzione importante (-15%).
Nei primi sei mesi del 2025, il principale mercato per le esportazioni lodigiane in Unione Europea è – al pari degli ultimi anni – la Spagna, dove si dirigono 1,3 miliardi di euro di merci provenienti dalla provincia, ovvero poco meno della metà dei flussi diretti in UE e il 43,2% dell’export complessivo.
A grande distanza troviamo la Francia, che – pur costituendo il secondo mercato in UE, costituisce circa un quarto dell’export diretto in Spagna – per un valore di 346 milioni di euro di merci in partenza dalla provincia.
Il terzo posto è occupato dalla Grecia, con 220 milioni di euro, segue in quarta posizione la Germania, verso la quale si dirigono poco più di 180 milioni in euro. Valgono invece circa 100 milioni di export Portogallo e Paesi Bassi.
Il primo Paese di approvvigionamento per le imprese lodigiane nell’Unione Europea si conferma la Germania, da cui provengono nei primi sei mesi dell’anno 733 milioni di euro di merci, pari a circa il 28% dell’import da Paesi UE.
Seguono in graduatoria Francia e Spagna, rispettivamente 471 e 383 milioni di euro in arrivo in provincia nel semestre, che – insieme alla Germania – rappresentano il 60% dell’import lodigiano dalla UE e circa un terzo dell’import globale.
Attorno alla soglia dei 200 milioni di euro si collocano Belgio e Paesi Bassi, seguiti da Polonia e Slovacchia – i primi due Paesi dell’Europa dell’Est – entrambi al di sopra dei 100 milioni.
La dinamica dell’export della provincia di Lodi verso l’UE segna un calo del 3,3% rispetto allo stesso periodo del 2024. Come si osserva dal grafico tuttavia, l’aumento complessivo nasconde performance molto differenti dei vari mercati.
La penisola iberica è la principale responsabile del calo complessivo, dovuto in primo luogo alla Spagna, che presenta una riduzione importante: -11,8%, ovvero circa 176 milioni di euro; si aggiunge poi il Portogallo, con un calo del 16,4%.
Sono invece in crescita gli altri mercati di sbocco principali del lodigiano in Europa, quali Francia (+6,6%), Grecia (+19,3%) e Germania (+22,1%).
L’import del lodigiano dai Paesi UE riporta una crescita moderata: +1,5% su base annua. Si osserva una dinamica estremamente differenziata tra Paesi, con i mercati minori in forte crescita e performance maggiormente differenziate tra i mercati più significativi.
Si osserva in particolare una crescita dei flussi provenienti da Germania (+3,4%) e Spagna (+5,7%). In direzione opposta risultano in diminuzione le importazioni che riguardano Francia (-10%) e Paesi Bassi (-14%). Risultano relativamente stabili i dati di Belgio (-0,2%) e Polonia (+0,6%), mentre una crescita estremamente robusta riguarda mercati minori quali Slovacchia (+33,2%), Cechia (+31,2%), Ungheria (+25,6%) e Grecia (+22,9%).