La dinamica dell'interscambio brianzolo
Nei primi sei mesi del 2025 le esportazioni delle imprese brianzole valgono in tutto 7,6 miliardi di euro, con una rilevante crescita del 2,8% rispetto allo stesso periodo del 2024.
I maggiori comparti dell’export provinciale nel periodo considerato sono rappresentati dalla farmaceutica e dai prodotti in metallo, entrambi con 1,4 miliardo di euro di merci movimentate. Al di sotto della quota del miliardi di euro troviamo quindi la chimica (956 milioni) seguita dai macchinari (938 milioni); complessivamente, questi quattro comparti costituiscono quasi i due terzi (62,8%) dell’export della Brianza.
La graduatoria prosegue con l’elettronica che vale 734 milioni di euro, seguita dalla voce residuale delle altre attività manifatturiere (577 milioni) – al cui interno troviamo la produzione di mobili (500 milioni) –e dalla gomma-plastica a quota 425 milioni. Superano la soglia dei 200 milioni di export nel semestre anche abbigliamento e apparecchi elettrici.
Tra gennaio e giugno 2025, le importazioni di merci delle imprese brianzole ammontano a 7,1 miliardi di euro, registrando una forte crescita (+21,9%) rispetto allo stesso periodo del 2024.
La scomposizione per settore di attività evidenzia la farmaceutica come primo comparto per valore: si tratta di ben 2 miliardi di euro, che equivalgono al 28,2% dell’import provinciale. Seguono in graduatoria i prodotti in metallo con 957 milioni, quindi la chimica che vale poco meno di 870 milioni. Nel complesso, i primi tre settori incidono per il 53,8% dell’import provinciale.
Proseguendo con la graduatoria, troviamo i macchinari che valgono 674 milioni e successivamente l’elettronica a 567 milioni. Su valori più bassi si collocano gli apparecchi elettrici, poco sopra i 420 milioni di euro, mentre gli alti comparti non superano i 400 milioni.
In un anno, a confronto con i primi sei mesi del 2024 le esportazioni delle imprese di Monza Brianza aumentano del 2,8%, in valori assoluti si tratta di un incremento di circa 200 milioni di euro.
La crescita è dovuta in realtà soprattutto a un solo comparto – quello della farmaceutica – cresciuto del 54,7% su base annua, ovvero oltre 510 milioni di euro in più.
Aumenta, anche se in misura meno significativa, il segmento dei prodotti in metallo (+9,3%), mentre tra i comparti principali calano le esportazioni dei macchinari (-11,1%) e della chimica (-7,9%).
Tra i restanti comparti, si segnala un’importante flessione dell’export di elettronica (-27,7% ovvero circa 280 milioni di euro in meno) e gomma-plastica (-8,4%); per contro, crescono l’abbigliamento (+13,6%) e gli apparecchi elettrici (+9,6%).
Le importazioni delle imprese brianzole crescono del 21,9% rispetto allo scorso anno (quasi 1,3 miliardi di euro in più): un incremento molto più rilevante di quello dell’export, che si ferma a un +2,8%.
Come per l’export, la farmaceutica è il comparto con maggiore impatto sulla crescita delle importazioni: rispetto ai primi sei mesi dello scorso anno registra infatti flussi praticamente raddoppiati.
Quasi tutti gli altri comparti manifatturieri presentano una crescita delle importazioni, salvo due eccezioni costituite da elettronica (-2,8%) e macchinari (-1,1%). Tra i maggiori settori si osserva un forte incremento dei prodotti in metallo (+15,8%, circa 130 milioni di euro in valori assoluti), più contenuta la crescita della chimica (+6,9%).
Per quanto riguarda la distribuzione geografica dell’export brianzolo, nella prima metà del 2025 il 68,1% si dirige verso Paesi europei, poco meno di 5,2 miliardi di euro, di cui 3,8 riguardano Paesi dell’Unione Europea e quasi 1,4 interessano invece Paesi europei extra-UE. Tra questi ultimi, il più rilevante si conferma la Svizzera, meta di 836 milioni di euro di export dalla Brianza, seguita a grande distanza dal Regno Unito, che supera di poco i 200 milioni.
Il continente asiatico intercetta invece 1,4 miliardi di euro di esportazioni della Brianza, pari al 18,4% dei flussi in uscita dalla provincia. La gran parte di questi flussi, pari a circa 950 milioni, riguardano l’Asia Orientale: in particolare 214 milioni sono diretti in Cina e quasi 370 verso le quattro Tigri Asiatiche (con una netta prevalenza di Singapore che ne assorbe la metà).
L’export verso le Americhe vale poco più di 810 milioni di euro, di cui 576 riguardano i soli Stati Uniti. Nel complesso, il continente americano incide per il 10,7% delle esportazioni provinciali. Africa e Oceania sono infine meta di 216 milioni di euro di esportazioni, pari al 2,8% del totale provinciale.
Le merci importate dalla Brianza nei primi sei mesi del 2025 provengono per il 73,7% da Paesi europei, per un valore di 5,2 miliardi di euro, di cui la maggior parte – pari a circa il 60% dell’import complessivo – riguarda Paesi membri dell’Unione Europea (4,3 miliardi). Dei restanti 925 milioni che arrivano da Paesi europei non UE, la Svizzera è il partner più importante (quasi 695 milioni).
Al di fuori dell’Europa, gli approvvigionamenti di merci delle imprese brianzole riguardano principalmente il continente asiatico: in cifre 1,3 miliardi di euro di merci (il 18,6% del totale, quota analoga a quella dell’export); la Cina è il mercato singolo più importante, con 594 milioni. Dal continente americano provengono poco più di 500 milioni di euro di merci, il 7,2% dell’import complessivo, la gran parte delle quali (460 milioni) arriva dagli Stati Uniti.
La dinamica per area geografica dell’export della Brianza evidenzia una crescita dovuta quasi esclusivamente ai mercati europei. L’export verso l’Europa aumenta infatti dell’11% in un anno (514 milioni di incremento), con una buona performance che riguarda sia i mercati UE (+9,7%) sia i Paesi europei extra-UE (+15%); tra questi ultimi, la crescita è imputabile pressoché unicamente alla Svizzera (+24%), mentre sono in diminuzione gli altri mercati.
Registrano un sensibile calo le esportazioni brianzole verso l’Asia (-15,3%): oltre 250 milioni di euro in meno rispetto allo stesso periodo del 2024. Segnano una piccola crescita i Paesi del Medio Oriente (+3,2% in un anno), mentre si riducono l’Asia Centrale (-1,7%) e, ancor più, quella Orientale (-21,6%). Un calo di ridotta entità riguarda il mercato cinese (-2,6%) e soprattutto le quattro Tigri Asiatiche (-39,7%), in particolare sono quasi dimezzati i flussi di merci verso Singapore; in controtendenza il mercato giapponese, che registra una crescita importante (+63,7%).
Il continente americano evidenzia una minima variazione di segno negativo dell’export brianzolo (-0,3%), per effetto di una riduzione delle esportazioni che interessano l’America centro-meridionale (-14,2%), mentre crescono i flussi verso la parte settentrionale del continente (+4,6%).
La dinamica dell’import della Brianza registra una crescita molto sostenuta per quanto riguarda tutte le principali direttrici geografiche. Si osservano variazioni positive rilevanti per le merci in arrivo da Europa (+22,9%), America (+27,7%) e Asia (+17%). In Europa la dinamica positiva riguarda sia i Paesi dell’Unione Europea (+23,5%) sia i restanti mercati (+20,1%).
L’Asia segna una robusta crescita in tutte le sue macro-aree; in termini percentuali si tratta di un incremento del 48,4% dal Medio Oriente, del 23,2% dall’Asia Centrale e del 16% da quella Orientale. Un ottimo risultato arriva anche dalla Cina (+19,8%), mentre alcuni mercati dell’Estremo Oriente risultano in controtendenza, il più rilevante dei quali è la Corea del Sud (-13,3%).
Per quanto riguarda l’America infine, la crescita annua delle importazioni si deve soprattutto all’aumento dei flussi che coinvolgono gli Stati Uniti (+30,5%), mentre risulta piuttosto contenuta la dinamica della parte centro-meridionale del continente (+1,6%).
Tra gennaio e giugno del 2025 è la Germania la principale destinazione dell’export delle imprese brianzole all’interno dei Paesi dell’Unione Europea: si tratta di 779 milioni di euro di merci esportate, pari al 20,5% del totale diretto in UE e al 10,2% dell’export complessivo.
Il secondo Paese di destinazione è rappresentato dai Paesi Bassi, poco al sotto della soglia dei 700 milioni, quindi la Francia a quota 559 milioni; in totale questi tre mercati valgono oltre la metà dell’export brianzolo in UE e il 26,7% del dato complessivo.
A maggiore distanza si collocano Belgio e Spagna, entrambi attorno alla soglia dei 300 milioni di export in sei mesi, seguiti dalla Polonia poco al di sotto dei 200 milioni.
Dal lato dell’import sono i Paesi Bassi il primo partner commerciale delle imprese brianzole in Europa, per un totale di 1,1 miliardi di euro di merci in arrivo nella prima metà del 2025, pari al 25,7% dei flussi complessivi relativi all’Unione Europea.
La Germania occupa la seconda posizione della graduatoria con poco meno di 960 milioni di euro di merci in arrivo nei primi sei mesi del 2025.
Di fatto, quasi la metà dell’import brianzolo in arrivo dall’UE (e il 30% di quello complessivo) proviene da questi due soli mercati.
Tra i maggiori mercati di approvvigionamento delle imprese brianzole in UE seguono l’Irlanda in terza posizione, poco sotto i 500 milioni, la Francia a quota 386 milioni, quindi Belgio e Spagna tra i 300 e i 200 milioni.
L’export brianzolo in UE aumenta del 9,7% rispetto ai primi sei mesi del 2024. Come è evidente dal grafico, la crescita è in realtà concentrata in pochi mercati – tre in particolare – per i quali si osserva una dinamica estremamente robusta: si tratta di Paesi Bassi (+49,5%), Belgio (+211,4%) e Croazia (+81%).
Risultano invece in calo i flussi che riguardano la maggior parte degli altri mercati, in modo particolare quelli più importanti. Germania e Polonia registrano le flessioni maggiori in termini percentuali (-7,5% e -8,1% rispettivamente), più contenuto il calo che riguarda Francia (-4,1%) e Spagna (-2,5%).
L’import provinciale dai Paesi membri dell’Unione Europea aumenta in un anno del 23,5%. Come per l’export, si tratta di una dinamica di crescita influenzata da pochi mercati: in primo luogo Paesi Bassi (+71,6%) e Irlanda (+76,3%) e, in misura minore – sia in percentuale sia per volumi interessati – Svezia (+41,8%), Cechia (+37,8%) e Danimarca (+35,7%).
Sono in crescita i flussi provenienti dalla maggior parte degli altri Paesi partner della UE, anche se a velocità molto inferiori: aumentano in particolare del 2,2% le merci in arrivo dalla Germania, del 13,8% quelle dal Belgio e dell’8% dalla Spagna. Tra i pochi mercati in calo, la Francia (-12,1%) risulta il più importante.