La dinamica dell'industria milanese
Nel quarto trimestre 2021 si consolida la dinamica di crescita dell’attività manifatturiera sia sul piano della produzione sia nei confronti del fatturato che degli ordini. Il proseguimento del trend si palesa sia sul piano congiunturale che tendenziale.
Passando all’analisi di dettaglio dell’indice della produzione industriale e delle variazioni tendenziali, si osserva un proseguimento del trend accelerativo registrato nei primi tre trimestri dell’anno. Il ritmo di recupero e di uscita dalla crisi indotta dalla pandemia ha infatti evidenziato un significativo cambio di passo fino al raggiungimento nel quarto trimestre 2021 di quota 115,3, ben oltre quindi al livello della produzione raggiunto prima della pandemia nell’anno 2019.
Relativamente all’analisi delle variazioni tendenziali, la produzione su base annua ha continuato nel sentiero di crescita, l’incremento ottenuto (+11,1%) deve tuttavia essere posto in relazione alla flessione della capacità produttiva che gravava ancora nel quarto trimestre dello scorso anno, quando mancavano oltre tre punti e mezzo percentuali su base annua. L’andamento produttivo certifica tuttavia che la crescita, al netto della dinamica negativa subìta nel 2020, si è collocata al di sopra del livello pre-pandemico seguendo il trend regionale della manifattura.
Sul consolidamento e ulteriore sviluppo del percorso virtuoso di crescita gravano tuttavia delle incognite legate sia alla crescita esponenziale dei prezzi dell’energia (gas ed elettricità), sia al rincaro delle materie prime, fattori che tendono comprimere i margini operativi delle imprese. A tale quadro si aggiungono le perduranti strozzature lungo le catene globali del valore, problematiche alle quali le imprese stanno facendo fronte utilizzando massicciamente il magazzino e le scorte, ma che non può essere sostenibile nel lungo termine.
In particolare, per la manifattura milanese le dinamiche afferenti agli approvvigionamenti si sono palesate attraverso una crescita significativa del costo delle materie prime (+10% su base trimestrale e +40% su base annua) che si è riflessa solo parzialmente sull’aumento dei listini dei prodotti finiti (+4,3% su base trimestrale e +17% su base annua).
L’industria manifatturiera milanese ha registrato nel quarto trimestre 2021 una crescita generale degli indicatori congiunturali che si è palesata sia sul piano produttivo sia a livello di fatturato e ordini, in particolare quelli interni mentre la componente estera ha manifestato una progressione più limitata.
Nei confronti del precedente trimestre, l’aumento dell’attività produttiva ha fatto ricorso a un uso intenso del magazzino delle scorte di materie prime che diminuiscono ulteriormente su base congiunturale (-6%), rivelatore quindi delle azioni adottate dalle imprese per tentare di sterilizzare, almeno in parte, le difficoltà di approvvigionamento sui mercati dove il trend di incremento dei prezzi delle commodity energetiche, unito alla crescita della domanda e alla rigidità dell’offerta delle materie prime sta innescando un percorso inflattivo che potrebbe diventare difficile da controllare.
Il confronto territoriale con la Lombardia evidenzia una dinamica identica tra i territori dal lato della produzione e dai canali di input delle commesse; pertanto è la componente domestica a trainare il portafoglio ordini rispetto alla componente estera, sia per la manifattura milanese che per il sistema manifatturiero lombardo. In tal senso si sono elevati in misura significativa i giorni di produzione assicurata per la manifattura milanese (69 giorni contro 66 del terzo trimestre), mentre la dinamica del fatturato è complessivamente migliore per l’industria locale rispetto al contesto regionale.
L’esame puntuale dei dati rispetto al trimestre precedente indica pertanto un aumento della produzione nell’area metropolitana milanese allineato alla crescita dei volumi registrata nel territorio regionale (+2,2% e +2,3% destagionalizzato).
Il disallineamento tra città metropolitana di Milano e Lombardia, a vantaggio della manifattura locale, è più evidente se analizziamo la dinamica del fatturato. Nel quarto trimestre 2021 si è osservato infatti per la manifattura milanese un incremento maggiore (+5,1% destagionalizzato) rispetto al sistema manifatturiero della Lombardia dove si è osservato un aumento a passo relativamente più ridotto (+3,6% destagionalizzato).
Tale divergenza degli andamenti tra città metropolitana di Milano e Lombardia non si è invece replicata in relazione agli ordini. La dinamica congiunturale delle commesse ha palesato una progressione complessiva molto più marcata per l’industria regionale rispetto alla manifattura locale.
Dal lato del mercato interno, il portafoglio ordini realizzato dall’industria metropolitana milanese registra una crescita che si colloca pertanto a un livello inferiore rispetto alla Lombardia (rispettivamente +3,5% e +5% destagionalizzato).
Il differenziale di espansione tra i due territori si è inoltre ulteriormente ampliato dal lato degli ordini esteri, dove la progressione ottenuta dalla manifattura lombarda (+3,9% destagionalizzato) ha ampiamente surclassato la performance registrata dall’industria milanese (+1,6% destagionalizzato).
La dinamica tendenziale registra un quadro ampiamente positivo per l’industria manifatturiera milanese nel quarto trimestre 2021. Gli incrementi ottenuti sia sotto il profilo produttivo del fatturato che degli ordini sono più che sufficienti a recuperare i differenziali negativi registrati durante il lockdown del 2020 e a posizionarsi anche al di sopra del livello pre-emergenza.
L’analisi puntuale di dettaglio degli indicatori registra pertanto dal lato della produzione industriale un ampio incremento su base annua (+11,1%), in netta accelerazione rispetto al gap produttivo dei dodici mesi precedenti, contribuendo a proiettare il livello produttivo fuori dal quadro recessivo dello scorso anno. Tale trend si inserisce in un contesto regionale anch’esso in espansione (+11,2%) e con un livello della produzione superiore al livello precedente alla pandemia.
In relazione al fatturato, la crescita ottenuta su base annua (+20,4%) consolida nel trimestre il canale di sviluppo legato alla componente interna (+21,4%) al quale si è associato nel trimestre un ulteriore recupero del fatturato realizzato all’estero (+18,8%). La performance ottenuta si colloca complessivamente a un livello superiore rispetto al ritmo di espansione ottenuto dalla manifattura lombarda (+19,8%), per la quale si osserva un andamento migliore della componente estera rispetto a quella interna (rispettivamente +20,1% e +19,7%).
Se consideriamo il portafoglio ordini, la dinamica tendenziale totale ha registrato anch’essa una rilevante crescita (+20,1%). Per le commesse acquisite dai mercati il canale interno ha svolto un ruolo molto più incisivo sulla dinamica complessiva (+22,6%) rispetto agli ordini acquisiti all’estero (+15,9%).
Il positivo sequenziamento del portafoglio ordini nel corso del 2021 ha contribuito a riportare l’andamento globale delle commesse ottenute dai mercati definitivamente fuori dalle secche dell’anno 2020, superando anche il livello ottenuto prima della pandemia.
Il rincaro delle commodities, in particolare quelle energetiche e le strozzature nelle catene di approvvigionamento globali in un quadro di incremento dell’inflazione si stanno ripercuotendo sull’industria nazionale e in particolare dell’Eurozona, mentre non hanno ancora lambito le manifatture della Lombardia e dell’area metropolitana milanese, sebbene le imprese registrino una continua crescita dei prezzi delle materie prime.
Il quadro di dettaglio evidenzia pertanto nel quarto trimestre 2021 un ritmo della ripresa molto intenso per l’industria della Lombardia: il valore toccato dall’indice è infatti pari a 119,9 (+2,3% destagionalizzato) seguita a distanza dalla dinamica di dalla città metropolitana di Milano dove l’indice ha raggiunto quota 115,3 (+2,2% destagionalizzato).
Relativamente all’Italia, nella parte finale del 2021 si è assistito a un indebolimento dei ritmi di espansione del manifatturiero per via dell’esaurimento dell’effetto di rimbalzo dal picco recessivo del 2020. Continua invece la dinamica calante della manifattura dell’Eurozona sulla quale gravano in misura rilevante le difficoltà di approvvigionamento sui mercati delle materie prime.
La continuazione del sentiero di ripresa dell’attività industriale nel quarto trimestre 2021 si è declinato positivamente sugli strumenti della cassa integrazione guadagni, determinandone una loro ulteriore riduzione rispetto al precedente trimestre sia in relazione alla quota di imprese utilizzatrici della CIG che nei confronti dell’incidenza delle ore di cassa sul monte ore di lavoro complessivo trimestrale.
In particolare, l’incidenza delle imprese utilizzatrici della cassa integrazione nel quarto trimestre registra una diminuzione di un ulteriore punto percentuale rispetto al terzo trimestre 2021 (7,1% contro 8,1%) confermando quindi il trend discendente che ha caratterizzato l’intero 2021.
Tale riduzione si è riflessa in misura rilevante sull’incidenza oraria della cassa integrazione in rapporto al monte ore trimestrale di lavoro, attraverso una stabilizzazione sul dato del precedente trimestre (0,3%).
Il miglioramento dell’attività industriale nel quarto trimestre 2021 non si è tuttavia riverberato sul mercato del lavoro, determinando un saldo complessivo invariato tra nuove assunzioni e cessazioni di personale (+0,3%).
Il quadro previsivo tracciato dalle imprese manifatturiere milanesi per il primo trimestre 2022 registra un moderato aumento complessivo delle attese, trainato in particolare dalle prospettive sulla produzione e l’occupazione, mentre si osserva un affievolimento della dinamica della domanda estera e in misura molto più ridotta di quella interna, pur rimanendo entrambe ancora positive in termini di saldo (differenza tra ipotesi di aumento e di diminuzione).
In generale, sul clima di fiducia iniziano ad addensarsi delle incognite: da un lato, il disallineamento tra domanda e offerta di materie prime non energetiche con effetti sui livelli dei prezzi; dall’altro, il crescendo delle tensioni sul fronte dei prezzi del gas naturale, per effetto di fattori geopolitici che interessano la Russia – principale fornitore di gas in Europa – e di elementi strutturali che si stanno affacciando sullo scenario internazionale, come l’accresciuta domanda cinese di gas per favorire la transizione energetica dal carbone. Ciò potrebbe in definitiva impattare maggiormente sui costi dei produttori manifatturieri italiani nei prossimi mesi, già alle prese con prezzi dell’energia strutturalmente più alti della media europea.
Se analizziamo il dettaglio delle aspettative delle imprese per il primo trimestre 2022, possiamo osservare che le stime delle imprese per la produzione espresse dai saldi delle risposte (differenza tra ipotesi di aumento e di diminuzione) sono positive (23,7%) e in lieve aumento rispetto alla precedente rilevazione (23%).
La frazione di imprese con prospettive di riduzione della produzione nel prossimo trimestre si è ridotta rispetto alla precedente rilevazione trimestrale (11% contro 11,5%) mentre si è osservato un debole aumento della quota della manifattura industriale con ipotesi di crescita (34,8% contro 34,5%) e una stabilizzazione della quota di imprese con attese di stabilità della produzione (54%), evidenziando quindi un sentiment di prudenza che interessa oltre la metà delle imprese intervistate.
In relazione all’occupazione, le attese delle imprese per il quarto trimestre 2021 indicano la stabilità come prospettiva prevalente, sebbene si osservi una netta diminuzione di tale fattore di stima rispetto alla precedente rilevazione. Tale ipotesi è condivisa ora dal 72,7% del campione (79,2% nel trimestre precedente), mentre si è osservato un significativo rafforzamento della quota di operatori con aspettative di crescita (23,9% contro 15,1%) e una parallela riduzione della frazione di imprese con stime di decrescita (3,2% contro 5,8%). Tali dinamiche opposte si sono riflesse in una significativa espansione del saldo complessivo rispetto alla precedente rilevazione (20,4% contro 9,3%).
In relazione alla domanda interna, il saldo complessivo (differenza tra ipotesi di aumento e diminuzione), pur mantenendosi ancora in un quadrante positivo, ha espresso una lieve diminuzione rispetto alla rilevazione del trimestre precedente (13,9% contro 14,6%).
Il quadro di dettaglio delle previsioni sulla domanda interna registra pertanto sia una diminuzione della quota di operatori manifatturieri con stime di crescita, in contrazione di circa quattro punti rispetto ai tre mesi precedenti (25,3% contro 29,1% contro 28%) che della frazione di imprese con previsioni di diminuzione (11,5% contro 14,6%).
Tali dinamiche contrapposte si sono espresse attraverso un irrobustimento significativo dell’area di stabilità di circa sette punti (63,2% contro 56,3%).
L’analisi delle componenti della domanda evidenzia inoltre una riduzione del saldo finale delle risposte per la domanda estera di oltre due punti rispetto al precedente trimestre (20,1% contro 22,3%).
Relativamente alla domanda estera, il dettaglio delle previsioni, oltre a mostrare una diminuzione di oltre un punto e mezzo delle stime di crescita delle imprese manifatturiere per il trimestre successivo (29,6% contro 31,3%) indica un aumento delle stime collocate nell’area di stabilità (60,9% contro 59,6%), mentre diminuisce lievemente la frazione di imprese con aspettative di decrescita (9,5% contro 9%).
Passando all’analisi comparata tra piano qualitativo complessivo, espresso dall’indicatore sintetico delle aspettative (che sintetizza le componenti di stima delle imprese su produzione, domanda e occupazione) e piano quantitativo, attraverso l’indicatore afferente al ciclo di breve termine della produzione industriale, si registra una sostanziale convergenza degli andamenti, che tendono entrambi verso una continuazione della fase di espansione dell’attività industriale.
In particolare, se osserviamo il ciclo produttivo, la produzione ha intrapreso un sentiero di recupero costante derivante dalle performance trimestrali di ripresa. Relativamente all’indicatore sintetico delle aspettative delle imprese, per il quale si è osservata in precedenza una frenata delle stime da parte delle imprese, si rileva in questo trimestre un recupero che tuttavia deve essere contestualizzato in funzione della volatilità delle variabili di fondo su cui poggiano le stime delle imprese: prospettive inflazionistiche, crescita dei prezzi dell’energia e strozzature delle supply chain.
I dati dell'indagine congiunturale sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons