La dinamica dell'industria brianzola
Nel terzo trimestre del 2023 l’industria manifatturiera brianzola denuncia alcuni segnali di rallentamento della crescita, per quanto l’indicatore della produzione continui a essere in terreno positivo. Il peggioramento della dinamica riguarda anche fatturato e ordini, che peraltro denunciano variazioni congiunturali negative, analogamente a quanto avviene in Lombardia. Per contro, arrivano segnali positivi dalla dinamica dei prezzi, che risulta del tutto in linea con la velocità di crescita dei prezzi precedenti l’esplosione del 2021. Si mantengono invece orientate al pessimismo le aspettative degli imprenditori, esprimendo un peggioramento del clima di fiducia rispetto al trimestre precedente. Nel primo grafico si osserva il rallentamento della crescita tendenziale della produzione industriale brianzola che in questo trimestre si ferma all’1,1%. Il numero indice (calcolato ponendo pari a 100 il 2010 come anno di riferimento) sale comunque fino a un nuovo massimo nella serie storica recente, arrivando a quota 124.
A livello congiunturale, quindi rispetto al secondo trimestre del 2023, l’industria manifatturiera brianzola registra una crescita della produzione e un quadro più critico degli altri indicatori, migliore comunque nel complesso rispetto a quanto si osserva a livello regionale.
La produzione industriale in Brianza cresce su base congiunturale dello 0,4% (dato destagionalizzato), mentre in Lombardia si osserva una significativa flessione (-0,7%). La dinamica del fatturato risulta negativa per entrambi i territori; in Brianza in particolare il calo è stato dello 0,6%, più contenuto in regione dove si ferma allo 0,1%. La quota di fatturato realizzata all’estero risale rispetto al trimestre passato sia a Monza (dal 35,2% al 38,2%) che in Lombardia (dal 38,5% al 39,9%).
Anche gli ordini registrano una dinamica complessivamente negativa con rilevanti divergenze tra la componente interna ed estera. In Brianza le commesse dall’estero segnano un calo congiunturale dello 0,7% contro una crescita dello 0,5% gli ordini interni, mentre lo scorso trimestre si era osservata una dinamica migliore dei mercati esteri. In Lombardia entrambe le componenti risultano in calo, specialmente gli ordini interni ridotti dell’1,4% mentre gli ordini esteri diminuiscono dello 0,3%.
Continua a rallentare anche in questo trimestre la crescita dei prezzi: quelli delle materie prime registrano un incremento congiunturale per le imprese manifatturiere brianzole solamente dello 0,2%, in linea ormai con i livelli di inflazione precedenti il 2021; a livello regionale si osserva un rallentamento simile, con una crescita che raggiunge lo 0,8%. Risulta di poco superiore in questo trimestre l’aumento congiunturale dei prezzi dei prodotti finiti (0,8% in Brianza e 0,9% in Lombardia).
A livello tendenziale, in rapporto quindi al terzo trimestre del 2022, la Brianza mantiene ancora una prevalenza di indicatori di segno positivo, rispetto allo scenario più negativo che si configura a livello regionale. La produzione in particolare conserva ancora una variazione positiva, mentre alcune difficoltà si segnalano per la dinamica del fatturato.
La produzione industriale in Brianza cresce in un anno dell’1,1%, in rallentamento rispetto alla dinamica recente; in Lombardia la frenata è molto più decisa portando a un calo della produzione dell’1,5% in un anno.
Il fatturato registra una variazione annua negativa a Monza (-0,5%) e quasi nulla invece in Lombardia, interrompendo una lunga fase di crescita trainata anche dagli incrementi dei prezzi. Una dinamica simile si osserva tra i due territori per quanto riguarda la scomposizione tra il fatturato realizzato in Italia e quello all’estero: il primo si riduce sia in provincia (-1,8%) sia in regione (-1,2%), mentre i ricavi realizzati all’estero crescono in un anno dell’1,7% in entrambi i territori.
Lo stesso gap che si osserva tra la performance brianzola e quella regionale relativamente alla produzione, si riscontra anche per la dinamica degli ordini. Alla discreta crescita osservata a Monza infatti (pari all’1,1%) si contrappone un netto calo a livello lombardo (-2,3%). Gli ordini delle imprese brianzole crescono soprattutto per merito delle commesse provenienti dall’Italia (+1,6%), in Lombardia per contro è proprio la dinamica degli ordini interni ad essere in forte difficoltà (-3,5%).
Gli indicatori dell’indagine congiunturale relativi al mercato del lavoro per le imprese manifatturiere brianzole rimangono ancora abbastanza in linea con le ultime rilevazioni, sia per quanto riguarda il saldo tra entrate e uscite di lavoratori sia per il ricorso alla cassa integrazione. Il saldo tra entrate e uscite nel trimestre è positivo e pari allo 0,3%, leggermente migliore di quello riscontrato nel terzo trimestre del 2022 (0,1%), sia grazie a un lieve incremento delle entrate sia a una riduzione delle uscite. La quota di imprese che dichiara di avere fatto ricorso alla CIG nel trimestre è del 5,9%, quasi invariata rispetto a tre mesi fa, mentre scende la quota di CIG utilizzata in rapporto al monte ore lavorato complessivo che rimane estremamente contenuta, pari allo 0,4%.
Le aspettative degli imprenditori brianzoli costituiscono l’elemento più critico della congiuntura del trimestre, indicando un deciso peggioramento per l’immediato futuro. Il saldo tra giudizi di crescita e di diminuzione è negativo e in peggioramento per tre dei quattro indicatori rilevati, rimanendo positivo solo con riguardo all’occupazione.
Continua a scendere la quota di operatori che si aspetta una crescita della produzione per il prossimo trimestre, sono solamente il 19,5% contro un 27,8% che ritiene più probabile un calo, con un saldo quindi negativo e in peggioramento rispetto al trimestre passato. Le prospettive sono migliori per quanto riguarda l’occupazione, prevista in aumento dal 15,6% dei rispondenti, mentre prevedono un calo solamente dell’8,1%.
Nonostante gli ordini interni siano cresciuti più degli ordini esteri nel trimestre, le aspettative degli imprenditori brianzoli denunciano una maggiore criticità proprio per la domanda interna. Più di un terzo si aspetta infatti un calo della domanda interna mentre solo il 12,8% prevede una crescita; le aspettative sulla domanda estera sono migliori ma prevalgono comunque i giudizi pessimisti, con un saldo negativo di 7,4 punti percentuali.
I dati dell'indagine congiunturale, rivolta a un campione di imprese con 10 o più addetti, sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons.