Monza Brianza

Abbreviazione
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Trimestre
Terzo
Anno
2021
Settori

Nel terzo trimestre del 2021 i principali comparti dell’export della Brianza sono i prodotti in metallo (459 milioni di euro è il valore dei flussi di merci del trimestre) e i macchinari (370 milioni), insieme pari a circa un terzo (33,4%) delle esportazioni complessive. Poco al di sotto dei 350 milioni si trovano i prodotti chimici (13,9%), quasi 250 milioni invece la categoria residuale delle altre attività manifatturiere, tra le quali si trova la produzione di mobili, pari a 225 milioni di euro di export nel trimestre. Altri cinque comparti superano la soglia dei 100 milioni di euro di merci esportate, in ordine decrescente si tratta dell’elettronica (246 milioni), della farmaceutica (207 milioni), della gomma-plastica (180 milioni), dell’abbigliamento (117 milioni) e degli apparecchi elettrici (108 milioni). La graduatoria dei primi nove mesi dell’anno è quasi del tutto identica a quella dell’ultimo trimestre. I tre comparti principali superano il miliardo di euro di merci esportate, si tratta dei prodotti in metallo con 1,4 miliardi di euro, dei macchinari poco al di sotto di 1,2 miliardi e infine della chimica, che sfiora il miliardo e 100 milioni; nel complesso, poco meno della metà (48,2%) delle merci esportate dalle imprese brianzole nel 2021 riguarda uno di questi settori. Seguono i prodotti di elettronica con 781 milioni e le altre attività manifatturiere con 757 milioni. Completano la graduatoria i 631 milioni di euro dei prodotti farmaceutici e i 556 milioni del comparto della gomma-plastica.

Per quanto riguarda la composizione settoriale delle importazioni delle imprese brianzole nel terzo trimestre 2021, la chimica è il comparto principale, con oltre 490 milioni di euro di merci importate, pari al 21,3% del totale provinciale. Seguono gli approvvigionamenti di merci dei comparti della meccanica, in particolare 330 milioni di euro che riguardano i prodotti in metallo e 280 milioni i macchinari. Sono state importate invece merci del comparto dell’elettronica per un valore di 240 milioni di euro, dei prodotti farmaceutici per poco meno di 200 milioni e degli apparecchi elettrici per 180 milioni. Seguono abbigliamento e gomma-plastica tra i 120 e i 130 milioni di euro. Il dato complessivo delle importazioni tra gennaio e settembre del 2021 vede sempre al primo posto la chimica, per un valore dei flussi di 1,2 miliardi di euro. L’import della meccanica ammonta a 1,8 miliardi di euro, dei quali 978 riguardano i prodotti in metallo e 874 i macchinari. Seguono l’elettronica con 756 milioni e poco al di sotto la farmaceutica con 736.

L’osservazione della dinamica annua vede ancora incrementi a doppia cifra delle esportazioni per buona parte dei comparti, specie per quanto riguarda il dato cumulato dei primi nove mesi. Si tratta di un dato che riflette un rimbalzo e un recupero rispetto al 2020 piuttosto che una reale crescita, sebbene allo stesso tempo si possa osservare un incremento anche rispetto al 2019, sia per quanto riguarda il terzo trimestre (+7,2%) che il dato cumulato (+8,6%). Scomponendo per settore la dinamica dell’export del terzo trimestre, si osserva come la maggioranza dei comparti risulti in positivo. Tra i comparti più rilevanti, gli incrementi maggiori in termini percentuali riguardano gomma plastica (+14,1%), chimica (+13,8%) e macchinari (+13,8%). Attorno al 10% la crescita delle esportazioni dell’abbigliamento; al di sotto di questa soglia gli altri comparti, tra cui si segnalano l’elettronica (+8,7%), le altre attività manifatturiere (+5,5%) e i prodotti in metallo (+4,4%). Risulta invece in calo il comparto farmaceutico (-7,9%), per il quale però si tratta di una flessione seguita a una crescita estremamente rilevante nel terzo trimestre del 2020; si osserva infatti un incremento se si confronta il dato 2021 con quello del 2019. Considerando la dinamica dei primi nove mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2020, gli incrementi annui aumentano di intensità, in quanto il periodo osservato include il secondo trimestre dello scorso anno, quello cioè in cui gli scambi con l’estero hanno toccato il punto più basso in termini di volumi. Per i tre principali comparti si segnalano recuperi annui superiori al 20%, in particolare +26,7% per i macchinari, +25,3% per la chimica e +22,7% per i prodotti in metallo. Al di sopra del 20% anche la crescita della categoria residuale delle altre attività manifatturiere (+27,5%), più contenuto l’incremento che riguarda elettronica (+13,4%), farmaceutica (+11,8%) e gomma-plastica (+15,4%).

L’andamento delle importazioni delle imprese brianzole mette in evidenza un forte recupero rispetto al terzo trimestre del 2020 (+28,1%). La dinamica di crescita annua riguarda quasi tutti i comparti manifatturieri, con tre eccezioni: la farmaceutica (-11,2%), per la quale si osserva lo stesso rientro rispetto ai flussi del 2020 che si registra anche dal lato dell’export, oltre ad abbigliamento (-1%) e alimentare (-25,6%). Per contro, si segnalano importazioni del comparto della chimica quasi raddoppiate in un anno (+87,8%) e forti recuperi anche dei flussi della meccanica, in particolare +35,6% per le importazioni di macchinari e +39,5% per i prodotti in metallo. Più contenuto l’incremento dell’elettronica (+15,5%). Riguardo la dinamica dell’intero periodo tra gennaio e settembre, rimane negativa la variazione annua del piccolo comparto dell’alimentare (-18%), mentre si osserva una crescita contenuta per la farmaceutica (+3,3%). Il comparto più grande per volumi di merci importate dalla Brianza, ovvero la chimica, è anche quello cresciuto maggiormente in termini percentuali (+56,3%). Incrementi annui superiori al 40% riguardano l’import di prodotti in metallo (+41,4%), apparecchi elettrici (+42,1%) e mezzi di trasporto (+43,8%).

 

 

 

Aree geoeconomiche globali

Quasi i due terzi (65,6%) delle esportazioni delle imprese brianzole del terzo trimestre 2021 si rivolge a Paesi del continente europeo. In cifre si tratta di 1,6 miliardi di euro di merci, di cui quasi 1,2 miliardi diretti a Paesi partner UE e 436 milioni a Paesi europei extra-UE; tra questi ultimi, il più rilevante si conferma la Svizzera (206 milioni di euro), che per le imprese brianzole vale il doppio del Regno Unito (100 milioni). Verso Paesi asiatici sono diretti quasi 500 milioni di euro di merci, pari al 20,1% del totale provinciale. La gran parte di questi flussi riguarda l’Asia Orientale: la sola Cina è meta di 92 milioni di euro di export a cui si aggiungono le quattro Tigri Asiatiche con 157 milioni (più la metà dei quali indirizzati a Singapore). Il continente americano vale 269 milioni di euro (il 10,8% del totale), di cui circa 185 milioni per i soli Stati Uniti. Infine verso Africa e Oceania sono dirette rispettivamente il 2,9% e lo 0,6% delle esportazioni brianzole del trimestre. Il dato complessivo dei primi nove mesi del 2021 è di circa 5,1 miliardi di esportazioni dirette a Paesi europei (66%), la gran parte dei quali (3,7 miliardi) indirizzata a Paesi dell’Unione Europea, in special modo dell’Eurozona (3 miliardi). I flussi diretti in Asia ammontano a 1,5 miliardi di euro, dei quali 1,1 miliardi riguardanti i Paesi dell’Estremo Oriente (310 milioni la Cina, 230 milioni Singapore e 100 milioni la Corea del Sud), mentre 300 milioni di euro di merci sono dirette in Medio Oriente e 121 milioni in Asia Centrale. Il continente americano è stato meta di 830 milioni di euro di esportazioni delle imprese brianzole, delle quali la gran parte interessa gli Stati Uniti, si tratta di 566 milioni di euro, mentre 209 milioni di euro di merci sono destinate ai Paesi dell’America Centro-Meridionale.

Riguardo all’approvvigionamento di merci delle imprese brianzole nel terzo trimestre 2021, quasi il 70% del valore delle importazioni complessive proviene da mercati europei (in cifre 1,6 miliardi di euro, di cui 1,3 miliardi relativi a Paesi UE). Come di consueto, una quota rilevante delle importazioni è relativo all’Asia, da cui proviene il 23,9% delle merci in arrivo dall’estero; poco più della metà di questi flussi riguarda la Cina (290 milioni su 551 milioni dell’intera Asia). Dal continente americano infine le imprese brianzole hanno importato merci per 129 milioni (il 5,6% del totale), quasi integralmente provenienti dagli Stati Uniti (120 milioni). Nei primi nove mesi del 2021 i volumi di scambio ammontano a quasi 4,9 miliardi di euro di importazioni da Paesi europei, poco meno di 4 miliardi dei quali da partner dell’Unione Europea. L’approvvigionamento di merci dall’Asia vale 1,5 miliardi di euro, dei quali quasi 800 milioni riguardano la Cina e 316 milioni le quattro Tigri Asiatiche. Circa 390 milioni di euro provengono dall’America, in particolare dagli Stati Uniti (365 milioni).

La variazione annua dell’export delle imprese brianzole del trimestre mette in evidenza un recupero rispetto al 2020 per la quasi totalità delle destinazioni geografiche indicate nel grafico. Nel complesso, la crescita complessiva del 7,8% beneficia in particolare di forti incrementi dell’export verso Asia (+15,9%) e America (+15,1%), mentre la dinamica dell’Europa risulta più contenuta (+5%). Nel vecchio continente si registra una crescita annua del 5,8% dell’export diretto a Paesi UE, mentre la crescita dei Paesi extra-UE si limita al 2,8%; quest’ultimo dato in particolare risente del calo delle esportazioni dirette in Svizzera (-6,4%), mentre è molto positiva la performance delle imprese brianzole nel Regno Unito (+8,4%) e dei mercati minori di Turchia (+15,3%) e Russia (+13,2%). Nel continente americano la dinamica positiva riguarda in misura simile sia la parte centro-settentrionale del continente (+16,4% con un contributo rilevante degli Stati Uniti) cha quella centro-meridionale (+11,3%). Anche rispetto all’Asia si osserva un incremento annuo di tutte le macro-aree del continente pari al 9,4% per il Medio Oriente, al 20,8% per l’Asia Centrale, fino al 17% per l’Asia Orientale. L’export complessivo della Brianza in Estremo Oriente è quindi positivo nonostante un calo che riguarda Cina (-2,4%) e Taiwan (-13,5%). Si osservano infatti flussi più che raddoppiati verso il Giappone (+110,6%) e importanti incrementi verso Singapore (+47,1%), Hong Kong (+21,9%) e Corea del Sud (+19,8%). Considerando l’intero periodo gennaio-settembre 2021 a confronto con gli stessi mesi del 2020, la dinamica migliora sensibilmente per tutte le direttrici geografiche, dal momento che si viene a includere nel confronto il periodo di maggiori riduzioni degli scambi commerciali registrato nel secondo trimestre dello scorso anno. L’export verso l’Europa registra un recupero del 18,4%, di poco inferiore alla media provinciale (+20,4%). Per i Paesi UE la crescita osservata è del 18%, che sale al 19,7% per i Paesi europei non facenti parte dell’Unione. Fuori dall’Europa, la dinamica dell’America (+28,8%) risulta migliore di quella dell’Asia (+25,2%). In America si segnala un forte recupero dell’export verso gli Stati Uniti (+29,9%), molto positivo anche il dato relativo all’America Centro-Meridionale (+25,8%). In Asia si riscontra la crescita maggiore verso l’Asia Centrale (+50,7%), poco rilevante però per valori assoluti; in Estremo Oriente si segnala la buona performance della Cina (+33,8%), nonostante la flessione dell’ultimo trimestre, oltre a Singapore (+46,2%) e Hong Kong (+40,9%).

La dinamica dell’import della Brianza risulta molto più positiva di quella dell’export; l’incremento rispetto al terzo trimestre 2020 è stato infatti del 28,1%, contro un più modesto +7,8% dell’export. Per tutte le principali direttrici geografiche si osservano variazioni annue di segno positivo, dal +23,2% dell’Europa al +27,2% dell’America, fino al +44,5% dell’Asia. In Europa, l’incremento percentualmente più forte riguarda i mercati al di fuori dell’UE (+32,4%) come Turchia (+42,8%) e Russia (+98,4%). Nelle americhe si osservano forti incrementi dall’America Centro-Meridionale che riguarda movimenti di merci relativamente poco rilevanti; cresce comunque anche l’import dagli Stati Uniti (+26,7%). In Asia l’aumento dell’import riguarda in modo particolare la Cina, con incrementi delle importazioni dalla Brianza pari al 50,3%, ma si estende anche al Giappone (+39,6%) e alle quattro Tigri Asiatiche (+55,2%). La dinamica cumulata dei primi nove mesi del 2021 vede un incremento dell’import del 27,4% con differenze geografiche relativamente limitate tra il +24,6% dell’America e il +28,1% dell’Asia. L’import dall’Europa risulta in forte crescita sia nei confronti dell’UE (+25,7%) sia dei restanti Paesi (+32,5%). Riguardo l’America, l’incremento è relativo solo alla parte settentrionale del continente (+26,6%), mentre si osserva una riduzione verso l’America Centro-Meridionale (-9,3%), poco rilevante però per volumi (solo lo 0,2% del totale). In Asia cresce l’import di merci dalla Cina (+36,9%), così come dalle quattro Tigri Asiatiche (+36,2%), mentre diminuisce dall’India (-11,2%).

 

 

Dettaglio europeo

Germania e Francia rimangono le principali destinazioni dell’export della Brianza verso l’Unione Europea nel terzo trimestre 2021, con volumi di merci transitate pari a 344 milioni di euro verso la Germania e 214 milioni verso la Francia. In terza posizione si colloca la Spagna, che vale per le imprese brianzole 112 milioni di euro. La Polonia è il primo tra i Paesi dell’Europa dell’Est con quasi 80 milioni di euro esportati nel trimestre. Scendendo nella graduatoria troviamo Paesi Bassi (56 milioni), Belgio (54 milioni) e Svezia (51 milioni). Nel complesso dei primi nove mesi del 2021 le esportazioni delle imprese della Brianza in Germania hanno superato il miliardo di euro. La Francia vale 682 milioni e la Spagna quasi 360. Il resto della graduatoria vede la Polonia a quota 255 milioni e il Belgio poco al di sotto dei 200 milioni, mentre altri quattro Paesi superano i 100 milioni di export (Paesi Bassi, Svezia, Austria e Repubblica Ceca).

La Germania è il partner UE più importante per la Brianza anche nella graduatoria dell’import, con un ammontare di merci importate nel trimestre pari a 480 milioni di euro. In seconda posizione i Paesi Bassi (155 milioni di euro di import) seguiti a breve distanza da Francia (146 milioni) e Belgio (133 milioni). Tra gennaio e settembre del 2021, gli approvvigionamenti di merci delle imprese brianzole in Germania ammontano a ben 1,3 miliardi di euro. Vale meno della metà il secondo mercato in Europa costituito dai Paesi Bassi con 539 milioni di euro, seguito da Francia (463 milioni), Belgio (377 milioni) e Spagna (294 milioni).

La dinamica dell’export del trimestre registra incrementi di rilevante entità per la maggioranza dei partner europei della Brianza. I primi tre mercati in particolare crescono tutti più della media UE, la Spagna segna un +18%, la Germania +12,6% e la Francia +6,4%. Scorrendo la graduatoria, molti mercati superano il 10% di incremento annuo, tra i quali spicca la Svezia (+27,4%) oltre a Repubblica Ceca (+18,2%) e Polonia (+17,2%). Pochissimi i mercati che registrano una riduzione delle esportazioni; i Paesi Bassi sono il principale tra questi, con un calo annuo piuttosto rilevante (-38,9%). La dinamica risulta migliore per tutti i mercati se consideriamo l’intero periodo gennaio-settembre. L’export brianzolo verso la Germania è cresciuto del 14,8% rispetto al 2020, verso la Francia del 18,9%, mentre saliamo addirittura al 24,3% per la Spagna e al 35,3% per la Polonia. Per contro, i Paesi Bassi si confermano la principale eccezione in negativo (-10,2%).

La dinamica dell’import per Paese UE presenta una grossa variabilità tra le performance dei maggiori mercati. Le importazioni dalla Germania crescono di un rilevante 43,1%, si sale fino al 44,1% per la Polonia e al 71,4% per l’Austria. Risulta molto più contenuta invece la dinamica che riguarda Francia (+7,2%) e Spagna (+2,9%). Il principale mercato in calo, come per l’export, risulta quello dei Paesi Bassi (-4,4%). Il bilancio dei primi nove mesi dell’anno indica rilevanti recuperi annui per tutti i maggiori mercati, che vanno dal +19,7% della Francia fino al +31,7% della Germania. Pochi sono i Paesi verso i quali si osserva un calo, il più importante dei quali è la Svezia (-12,6%).

 

 

MI
MB
LO
Trimestre
Terzo
Anno
2021
Indice della produzione industriale

Nel terzo trimestre del 2021 l’artigianato manifatturiero brianzolo vede una fase di crescita della produzione seguita ad alcuni trimestri di relativo stallo, avvicinandosi alla normalità pre-pandemia. Anche in termini tendenziali si osserva una crescita della produzione (+6,3%), ancora più significativa se consideriamo che nel terzo trimestre del 2020 la fase più critica della crisi pandemica era superata, come si osserva dal grafico. Anche se confrontiamo il trimestre appena concluso con il terzo trimestre del 2019, il bilancio è di segno positivo (+3,4%). Il grafico permette di apprezzare il trend della produzione dell’artigianato brianzolo su un periodo più lungo, nel quale si possono osservare una lieve crescita nel 2019, il forte crollo nella prima metà del 2020 e la successiva risalita che ci riporta di nuovo proprio attorno ai livelli del 2019. Il numero indice della produzione (espresso con base 2010 pari a 100) risale nel trimestre a quota 100,3.

 

 
Analisi congiunturale

La dinamica congiunturale dell’artigianato brianzolo è positiva per la produzione, anche se la crescita risulta inferiore a quella regionale. La crescita in provincia è dell’1,2% (dato destagionalizzato), ben al di sotto del dato lombardo che è del 4,7%. Positiva anche la dinamica del fatturato, che in Brianza cresce più della produzione (+2,5%); in Lombardia l’incremento del fatturato è invece inferiore alla produzione. Il dato meno confortante, specie in ottica di crescita futura, è quello degli ordini. Mentre in Lombardia il portafoglio ordini cresce più della produzione (+5,3%), in Brianza si registra una variazione negativa (-1,2%). Per contro, i giudizi sulle scorte di prodotti finiti, che vedono una prevalenza di imprese con scorte scarse, potrebbero suggerire aumenti di produzione per rifornire il magazzino.

Le imprese artigiane, come quelle dell’industria, denunciano anche nel trimestre in esame forti tensioni sui prezzi delle materie prime, che continuano a crescere di oltre il 10% su base congiunturale, nel dettaglio del 14,2% in provincia e del 13,7% in regione. Si mantiene più contenuto invece l’incremento congiunturale dei prezzi dei prodotti finiti (+5,1% in Brianza e +6% in Lombardia).

 

Analisi tendenziale

La dinamica tendenziale risulta confortante sia in Brianza che in Lombardia, mostrando una robusta crescita di tutti i principali indicatori. Si tratta di una crescita importante se consideriamo il fatto che il terzo trimestre del 2020 aveva già recuperato buona parte del terreno perduto nella prima metà dell’anno. Anche confrontandoci con il terzo trimestre del 2019, prima della crisi dunque, il bilancio nel complesso indica un discreto recupero.

Su base tendenziale l’incremento della produzione dell’artigianato manifatturiero brianzolo è del 6,3%; a confronto con il 2019 scendiamo invece al +3,4%. La dinamica regionale risulta però ancora migliore: si registra infatti una variazione annua del 9,4% che rimane un buon +3,6% rispetto invece al terzo trimestre 2019. La crescita del fatturato è particolarmente confortante per l’artigianato brianzolo: dell’8,9% sul 2020 e del 2,1% sul 2019. L’indicatore degli ordini è quello relativamente meno brillante, sia a Monza (+6%) che in Lombardia nel complesso (+7,4%). Rimane peraltro ancora un divario da colmare con il livello degli ordini che si era registrato nel terzo trimestre 2019, una differenza che è presente sia in Brianza (-5,9%) che in regione (-1%).

 

Previsioni per il quarto trimestre 2021

Le aspettative sul prossimo trimestre rappresentano l’aspetto più confortante della rilevazione congiunturale. Non solo gli artigiani brianzoli esprimono in prevalenza giudizi di crescita, ma tali giudizi continuano a migliorare rispetto a quelli emersi nei trimestri passati.

La quota di operatori che indica una previsione di aumento della produzione è del 28% (erano il 21,4% tre mesi fa), quasi il doppio di quanti si aspettano un calo (sono 15%, in calo dal 20,4% del trimestre precedente). Il saldo tra ottimisti e pessimisti è dunque positivo di ben 13 punti percentuali, in netto miglioramento rispetto al passato recente. Leggermente meno ottimiste le aspettative sulla domanda interna, che è prevista in aumento dal 20,4% degli intervistati e in calo dal 13,3%; il miglioramento è comunque netto se consideriamo che tre mesi fa le aspettative di riduzione superavano quelle di crescita. L’ottimismo delle valutazioni sul futuro riguarda anche i giudizi sull’occupazione: il 10,9% si aspetta una crescita e il 4% un calo.

 

 
MI
MB
LO
Trimestre
Terzo
Anno
2021
Indice della produzione industriale

Nel terzo trimestre 2021 si conferma il trend di crescita di inizio 2021 dell’industria manifatturiera brianzola. I principali indicatori sono in aumento sia rispetto allo scorso trimestre che a un anno fa, risultando peraltro in positivo anche se raffrontati con il 2019; a questo si aggiunge l’elemento delle aspettative degli operatori, che indicano un buon clima di fiducia. Per quanto riguarda la produzione industriale, dal grafico si osserva una crescita annua del 9,3%, un dato estremamente positivo considerato che nel terzo trimestre 2020 si era superata la fase di chiusura del lockdown. Osservando il numero indice (calcolato ponendo pari a 100 il 2010 come anno di riferimento) emerge piuttosto nettamente il percorso di ripresa dei volumi produttivi dell’industria nel corso del 2021. Toccato il punto di minimo nel secondo trimestre 2020 a quota 87,2, l’indice è costantemente risalito superando i livelli pre-pandemia del 2019, arrivando a 112,8 nel trimestre in esame.

 

 
Analisi congiunturale

Seguendo piuttosto da vicino la performance del manifatturiero in regione, la dinamica congiunturale dell’industria manifatturiera brianzola è positiva, con la sola eccezione degli ordini esteri.

La produzione industriale in Brianza cresce dell’1,8% (dato destagionalizzato), confermando il dato positivo dello scorso trimestre. Per il fatturato si registra una crescita di entità lievemente superiore (+3%). A livello regionale si osserva analogamente una dinamica positiva, che risulta al di sopra di quella monzese per quanto riguarda la produzione (+2,5%) e al di sotto per il fatturato (+1,9%). La quota di fatturato realizzata all’estero risulta leggermente più alta rispetto al trimestre scorso, pari al 37,7%, un punto percentuale inferiore rispetto al dato regionale (38,7%).

La dinamica degli ordini mostra un quadro differente, per cui a fronte di una discreta crescita degli ordini interni (+2,4%) la componente estera risulta in forte calo (-6,6%); tale dato negativo però riflette più che altro un fisiologico ridimensionamento dopo una crescita nell’ordine del 20% del trimestre passato. In regione gli ordini acquisiti crescono su base congiunturale, con un apporto migliore della componente interna (+3%) rispetto a quella estera (+1,3%).

Prosegue nel terzo trimestre 2021 la tensione sui prezzi delle materie prime, mantenendo la medesima intensità di crescita del trimestre passato. La crescita congiunturale in Brianza si attesta al 12,5% e al 10,8% in Lombardia. Contemporaneamente si registrano incrementi dei prezzi dei prodotti finiti che raggiungono il +3,4% in Brianza (+5,1% in Lombardia).

 

Analisi tendenziale

La dinamica tendenziale dell’industria manifatturiera brianzola risulta positiva per tutti gli indicatori rilevati, in linea con la dinamica registrata a livello lombardo. Si tratta di un recupero significativo rispetto a un periodo, il terzo trimestre del 2020, in cui era già stato intrapreso un percorso di crescita successivo al lockdown di marzo-aprile 2020. Al netto degli effetti della pandemia, si osserva ugualmente una crescita di importante entità se ci confrontiamo con il terzo trimestre del 2019.

La produzione industriale cresce su base annua del 9,3% (in Lombardia +12%). Il bilancio si mantiene positivo anche in rapporto al periodo pre-pandemia (quindi con il terzo trimestre del 2019): si osserva infatti una crescita del 6,2% a livello regionale e del 5,6% in Brianza.

Il fatturato registra un incremento di intensità superiore, pari al 15,2%, prodotto in misura maggiore dalle vendite all’estero (+17%) rispetto a quelle in Italia (+14,1%). In regione si osserva una crescita più alta di un paio di punti percentuali (+17,5%), con il contributo prevalente del fatturato estero (+18,3%). In rapporto al terzo trimestre del 2019, la crescita del fatturato è superiore al 10% sia in Brianza (+11,2%) che in Lombardia (+12,3%).

La dinamica degli ordini risulta quella più incoraggiante per l’industria brianzola, mettendo in evidenza un aumento annuo del 17,3%; per la componente interna si osserva una crescita di poco superiore a quella estera (rispettivamente +17,7% e +16,8%). In regione si osserva un incremento complessivo del portafoglio ordini del 18,3%, con un apporto rilevante degli ordini provenienti da Paesi esteri (+20%). A confronto con il terzo trimestre del 2019, gli ordini acquisiti dalle imprese manifatturiere brianzole crescono del 12,8%, in Lombardia si osserva un +13,3%.

 

Mercato del lavoro

Gli indicatori dell’indagine congiunturale relativi al mercato del lavoro delle imprese manifatturiere brianzole nel trimestre indicano un deciso miglioramento rispetto ai trimestri scorsi, tornando di fatto a una situazione vicina a quella del 2019, in particolare per quanto riguarda la CIG. Nel trimestre, solamente il 6,3% delle imprese del campione ha dichiarato di avere fatto ricorso alla CIG, meno della metà del trimestre scorso (quando erano il 17,5%) e vicino ai valori del 2019. In termini di quota della CIG sulle ore lavorate, si scende allo 0,5% rispetto al 3,2% del secondo trimestre 2021. Risulta leggermente negativo invece il saldo tra entrate e uscite dal mercato del lavoro (-0,1%), frutto della differenza tra un tasso di ingresso dell’1,8% e un tasso di uscita dell’1,9%.

 

 
Previsioni per il quarto trimestre 2021

Le aspettative degli imprenditori per il prossimo trimestre riflettono gli indicatori positivi della rilevazione congiunturale, evidenziando un sentiment positivo per quanto riguarda l’immediato futuro; tra gli operatori intervistati si osserva infatti una prevalenza di giudizi di aumento su tutte e quattro le variabili rilevate.

Circa un terzo (33,8%) degli imprenditori manifatturieri brianzoli si attende un aumento della produzione nel prossimo trimestre, contro solamente il 10,8% che indica una diminuzione (il restante 55,4% si aspetta una produzione stabile). Il saldo tra ottimisti e pessimisti è quindi ampiamente positivo e in miglioramento rispetto allo scorso trimestre, come si osserva dal grafico. Particolarmente positive anche le aspettative sull’occupazione: sale infatti al 21,3% la quota di coloro che indica un aumento (era il 14,6% lo scorso trimestre), mentre è solamente il 6,4% a indicare una riduzione come più probabile.

Le aspettative sulla domanda mettono in evidenza prospettive di incremento quasi del tutto identiche per il mercato nazionale e per l’estero. Circa un terzo degli operatori indica aspettative di crescita della domanda, in particolare il 33,8% per la domanda interna e il 32,8% per quella estera, mentre è attorno all’11% la quota di chi si aspetta una riduzione. Per entrambe le componenti della domanda il saldo tra giudizi di aumento e diminuzione rimane sostanzialmente identico al trimestre scorso.

 

 

 

I dati dell'indagine congiunturale sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons

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Trimestre
Secondo
Anno
2021
Settori

Nel secondo trimestre del 2021 i comparti più rilevanti dell’export brianzolo si confermano i prodotti in metallo (pari a 517 milioni di euro di merci esportate) e i macchinari (447 milioni), complessivamente equivalenti a più di un terzo dell’export totale (34,9%). Seguono i prodotti chimici per un valore di poco meno di 390 milioni di euro, il 14,1% del totale. Scorrendo la graduatoria si incontra la categoria residuale delle altre attività manifatturiere con 280 milioni di euro (di cui circa 258 milioni riguardano l’export di mobili), i prodotti di elettronica valgono invece 262 milioni, quasi 220 milioni i prodotti farmaceutici. Al di sopra dei 100 milioni di euro di merci esportate nel trimestre si collocano anche la gomma-plastica (195 milioni), gli apparecchi elettrici (113 milioni) e per poco anche l’abbigliamento. La graduatoria del primo semestre dell’anno risulta quasi del tutto sovrapponibile, a iniziare dalle prime posizioni. Le esportazioni brianzole di prodotti in metallo ammontano a poco più di 1 miliardo di euro, circa 815 milioni di euro per i macchinari. I flussi di export della chimica valgono 748 milioni di euro, 534 milioni quelli dell’elettronica e 508 milioni la voce residuale delle altre attività manifatturiere. Completano la graduatoria 423 milioni di euro per i prodotti farmaceutici e 376 milioni per il comparto della gomma-plastica.

Riguardo la composizione settoriale dell’import delle imprese brianzole nel secondo trimestre del 2021, il comparto più rilevante è quello della chimica con un valore delle merci importate pari a 443 milioni di euro, il 18,8% del totale. Molto rilevanti anche gli approvvigionamenti di merci dei comparti della meccanica: si tratta di 335 milioni di euro di prodotti in metallo e 320 milioni di euro di macchinari. Seguono l’elettronica (257 milioni di euro di merci importate) e la farmaceutica (249 milioni). Sono pari a 179 milioni le importazioni di prodotti elettrici, mentre superano i 100 milioni anche gomma-plastica, abbigliamento e la categoria residuale delle altre attività manifatturiere. Nel complesso dei primi sei mesi dell’anno le importazioni di prodotti chimici valgono poco meno di 772 milioni di euro, quelle di prodotti in metallo 648 milioni e di macchinari 593 milioni. Pesano più di mezzo miliardo di euro anche i flussi di merci in arrivo in Brianza dei prodotti farmaceutici (537 milioni) e dell’elettronica (516 milioni).

La dinamica del trimestre è condizionata dal confronto con il periodo peggiore del lockdown del 2020, mostrando quindi recuperi percentuali a doppia cifra che indicano, più che un’effettiva crescita, il ritorno a valori di scambi con l’estero più vicini a quelli pre-pandemia. Nel complesso, l’export brianzolo del trimestre cresce su base annua di quasi il 50% (+49,1%). Prodotti in metallo (+64%) e macchinari (+69,1%) si segnalano per una performance largamente superiore alla media. In termini percentuali gli incrementi più elevati riguardano però i comparti dell’abbigliamento (+73,6%) e quello delle altre attività manifatturiere (+79,3%); tra i comparti più rilevanti registra un recupero importante anche la chimica (+56,6%). Tutti i restanti comparti manifatturieri quali la farmaceutica (+32%), la gomma-plastica (+30,4%) e l’elettronica (+11,2%) registrano incrementi rispetto ai flussi del 2020, benché di entità più contenuta. Considerando la dinamica annua del semestre valgono le medesime considerazioni che riguardano il trimestre, per cui la variazione positiva riflette il recupero seguito all’interruzione di molte attività economiche dello scorso anno. La variazione positiva (+27,8%) riguarda praticamente tutti i comparti manifatturieri, tranne quello, trascurabile per volumi, dei prodotti petroliferi. La variazione positiva più intensa è associata alla voce delle altre attività manifatturiere, ovvero in prevalenza alla fabbricazione di mobili (+42,5%). Un incremento annuo di circa un terzo si registra invece per l’export brianzolo di prodotti in metallo (+34,1%), macchinari (+34,4%) e prodotti chimici (+31,6%). I restanti comparti registrano un recupero meno importante, tuttavia sempre superiore al 10%. Tra questi la farmaceutica segna un recupero annuo dell’export pari al 24,7%, mentre su valori di crescita inferiori si collocano i comparti degli apparecchi elettrici (+17,1%), della gomma-plastica (+17%) e dell’elettronica (+16,3%).

Anche la dinamica delle importazioni delle imprese brianzole risente del confronto con il secondo trimestre del 2020 che aveva visto la chiusura forzata di molte attività economiche e la riduzione degli scambi di merci tra Paesi. La crescita dell’import risulta quindi estremamente elevata (+39,3%) oltre a coinvolgere tutti i comparti manifatturieri con l’unica eccezione, in negativo, data dalla farmaceutica che è in lieve calo (-3,7%); è da notare però che lo scorso anno l’import di prodotti farmaceutici non aveva subìto un calo, anzi era risultato l’unico comparto in forte crescita. Nel secondo trimestre 2021 l’incremento annuo più consistente si osserva per le importazioni di prodotti in metallo (+71,3%) e di prodotti chimici (+70,6%), oltre che per il piccolo comparto dei mezzi di trasporto (+76,5%). Superiore al 40% il recupero annuo dell’import dei comparti dei macchinari (+47,7%) e degli apparecchi elettrici (+41,1%), cresce invece del 31,7% l’import di prodotti di elettronica. Il dato relativo al semestre registra un incremento dell’import rispetto ai primi sei mesi del 2020 del 27%. Per tutti i comparti si osserva una variazione positiva, inclusa la farmaceutica (+12%). Particolarmente rilevante l’incremento delle importazioni di prodotti in metallo (+41,9%) e di prodotti chimici (+41%), relativamente più contenuto quello di apparecchi elettrici (+36,5%), gomma-plastica (+31,2%) e macchinari (+26,4%).

 

 

 

Aree geoeconomiche globali

Quasi i due terzi (64,8%) delle esportazioni delle imprese brianzole del secondo trimestre 2021 si rivolgono a Paesi del continente europeo. Sono quasi 1,8 miliardi di euro di merci, delle quali 1,3 miliardi diretta a Paesi partner UE e 477 milioni a Paesi europei extra-UE; tra questi ultimi la Svizzera è il mercato più grande (237 milioni di euro), seguita dal Regno Unito (99 milioni). Sono destinati a Paesi asiatici 550 milioni di euro di merci, quasi esattamente il 20% del totale. La gran parte di questi flussi è diretta verso l’Asia Orientale: la Cina rileva per 125 milioni di euro e le quattro Tigri asiatiche per 171 milioni (la metà dei quali indirizzati a Singapore). Il continente americano vale 320 milioni di euro (l’11,6% del totale), in particolare quasi 220 milioni i soli Stati Uniti. Verso Africa e Oceania sono dirette rispettivamente il 2,9% e lo 0,8% delle esportazioni brianzole. Tra gennaio e giugno 2021 le esportazioni verso Paesi europei sono pari a 3,5 miliardi di euro (66,2%), di cui oltre 2,5 miliardi destinate a Paesi UE e 925 milioni ai restanti, principalmente Svizzera (458 milioni) e Regno Unito (203 milioni). I flussi diretti in Asia ammontano a circa 1 miliardo di euro, con i principali mercati di sbocco in Estremo Oriente rappresentati da Cina (218 milioni), Singapore (148 milioni) e Corea del Sud (67 milioni) mentre vale 210 milioni di euro l’intero Medio Oriente e quasi 59 milioni di euro l’India. L’export verso l’America è pari a 560 milioni di euro (10,6%), dei quali più di 380 milioni destinati agli Stati Uniti e 143 milioni a Paesi dell’America Centro-meridionale.

Riguardo all’approvvigionamento di merci delle imprese brianzole nel secondo trimestre 2021 i mercati più rilevanti sono i Paesi europei, per una quota del 69,3% del valore delle importazioni complessive (in cifre 1,6 miliardi di euro, di cui 1,3 miliardi relativi a Paesi UE). Come di consueto, una quota rilevante delle importazioni riguarda l’Asia, da cui proviene il 22,4% delle merci in arrivo dall’estero, con circa la metà di questi flussi proveniente dalla sola Cina (259 milioni di euro in valori assoluti). Dal continente americano derivano invece solamente il 7,4% delle importazioni nel trimestre, per un valore di 174 milioni di euro. Nel primo semestre 2021 le importazioni sono state complessivamente pari a 4,5 miliardi di euro, di cui ben il 71,1% (3,2 miliardi) provenienti dall’Europa, 2,2 miliardi dai soli Paesi dell’Eurozona. Dall’Asia sono giunte merci per circa 1 miliardo di euro, di cui circa la metà (507 milioni) dalla Cina e 210 milioni dalle quattro Tigri asiatiche. Poco più di 260 milioni di euro provengono dall’America, in particolare dagli Stati Uniti (244 milioni).

La dinamica delle esportazioni brianzole del trimestre è largamente positiva per tutte le destinazioni territoriali, riflettendo comunque, come già osservato, più che una effettiva crescita di tali dimensioni un recupero dello stop a molte attività economiche verificatosi nel 2020, in particolare proprio nel secondo trimestre. Per quanto riguarda l’Europa si osserva un recupero del 47,3%, senza differenze significative tra i mercati UE (+47,2%) e i restanti Paesi (+47,5%); tra questi ultimi sono quasi raddoppiate le esportazioni verso Turchia (+94%) e Russia (+83,8%), mentre è inferiore il dato di Regno Unito (+48,1%) e Svizzera (+36,2%). In termini percentuali è rilevante il recupero del continente americano, che aveva accusato un forte calo nel 2020 e risulta ora in crescita dell’88,2%, con un contributo che proviene sia dai Paesi dell’America Settentrionale (+86,4%) che Centro-meridionale (+93,6%). Nei confronti dei Paesi asiatici si osserva un incremento annuo del 38,2%, con il contributo maggiore da parte dell’Asia Centrale (+65,9%), in particolare dell’India (+77,1%). Per l’Asia Orientale l’export brianzolo recupera circa un terzo (+36%) sul secondo trimestre 2020. Particolarmente positivo il dato che riguarda Giappone (+117,7%), Cina (+70,2%), Singapore (+66,8%) e Hong Kong (+58,6%) mentre la Corea del Sud costituisce un’eccezione in negativo (-9,5%). Anche considerando l’intero primo semestre 2021, il confronto con il 2020 vede ampi recuperi per l’export brianzolo verso tutte le destinazioni. Nei confronti dell’Europa si osserva una variazione positiva del 26,4%, con un apporto di poco migliore da parte dei Paesi non UE (+29,8%) rispetto a quelli dell’Unione (+25,2%). Fuori dall’Europa, la dinamica dell’America (+36,1%) risulta migliore di quella dell’Asia (+30%). In America si osserva un incremento dell’area settentrionale del continente (+37,3%), superiore di qualche punto percentuale a quello dell’area meridionale (+33%). In Asia, l’incremento maggiore riguarda l’Asia Centrale e in particolare l’India (+84,4%), piuttosto rilevante anche il dato della Cina (+58,4%).

La dinamica dell’import della Brianza vede, come per l’export, il recupero di almeno parte dei flussi di merci interrotti durante il lockdown del 2020, il che si traduce in variazioni estremamente positive per tutte le direttrici, con poche eccezioni negative. Poco rilevanti peraltro per le dimensioni dei mercati in questione, rappresentate dall’America Centro-meridionale (-44,6%), dal Medio Oriente (-40,5%) e dal Giappone (-33,8%). Gli approvvigionamenti dall’Europa sono cresciuti in un anno del 38,2%, per effetto soprattutto dell’incremento registrato dai Paesi non UE (+54,3%). La crescita più significativa riguarda l’import dagli Stati Uniti, più che raddoppiato rispetto al 2020 (+118,2%). La crescita dei mercati asiatici risulta inferiore rispetto a quella di Europa e America fermandosi al +28,1%. In termini di volumi di scambio sono comunque rilevanti gli incrementi che riguardano le merci provenienti sia dalla Cina (+25,1%) che dalle quattro Tigri asiatiche (+44,8%). Considerando il primo semestre dell’anno, l’incremento annuo delle importazioni della Brianza risulta del 28,9% per le merci provenienti dall’Europa, del 23,4% per l’America e del 20,7% per l’Asia. L’import europeo risulta in crescita specie nei confronti sia nei confronti dell’UE (+28%), che dei restanti Paesi (+33%). Riguardo l’America l’incremento è confinato alla parte settentrionale del continente (+26,8%), mentre si osserva una riduzione verso l’America Centro-meridionale, poco rilevante però per volumi (solo lo 0,2% del totale). In Asia crescono i flussi di merci provenienti dalla Cina (+30,1%), si riducono invece quelli originati da India (-16,5%), Giappone (-33,7%) e Taiwan (-1,6%).

 

 

Dettaglio europeo

Germania e Francia si confermano le principali destinazioni dell’export della Brianza verso l’Unione Europea nel secondo trimestre 2021, con volumi di merci transitate pari rispettivamente a 351 e 234 milioni. In terza posizione si colloca la Spagna che vale per le imprese brianzole 125 milioni di euro. In quarta posizione la Polonia, primo tra i Paesi dell’Europa dell’Est, con 98 milioni di euro esportati nel trimestre, poi Belgio (73 milioni) e Paesi Bassi (64 milioni). Il dato del semestre vede gli stessi Paesi occupare le prime posizioni della graduatoria. Nei primi sei mesi del 2021 le imprese della Brianza hanno esportato in Germania merci per un valore di 716 milioni di euro, in Francia per 468 milioni e in Spagna per 247 milioni. Gli altri tre Paesi con oltre 100 milioni di euro di export sono, in ordine decrescente, Polonia (175 milioni), Belgio (143 milioni) e Paesi Bassi (125 milioni).

La Germania è il partner europeo più importante per la Brianza anche nella graduatoria dell’import grazie a 447 milioni di euro di merci importate nel trimestre. In seconda posizione i Paesi Bassi (169 milioni di euro di import) seguiti a breve distanza dalla Francia (167 milioni), quindi Belgio (132 milioni) e Spagna (104 milioni). Il dato cumulato dei primi sei mesi dell’anno registra flussi di export per 860 milioni di euro provenienti dalla Germania. Dai Paesi Bassi provengono merci per 383 milioni di euro, dalla Francia per 317 milioni, seguono Belgio (244 milioni) e Spagna (209 milioni).

La dinamica dell’export del trimestre vede recuperi significativi rispetto ai punti di minimo del 2020 per quasi tutti i Paesi europei, specie i maggiori. Nei confronti della Germania, l’export della Brianza cresce del 31,8%. Un recupero maggiore in termini percentuali si osserva nei confronti di Polonia (+96,4%), Belgio (+63,8%), Spagna (+63,5%) e Francia (+46,9%). Tra i mercati minori, si segnalano le esportazioni raddoppiate verso la Slovenia e aumentate di cinque volte verso l’Irlanda. Pochi invece i Paesi che registrano un calo, nessuno dei quali supera i 15 milioni di euro di volumi di scambi. Considerando il dato cumulato del semestre si riduce l’intensità della crescita, che si mantiene ugualmente superiore al 10% per tutti i maggiori partner commerciali della Brianza in Europa. Per quanto riguarda i primi Paesi, i flussi diretti in Germania crescono del 16,3%, quelli diretti in Francia del 25,5%. In termini percentuali spiccano le performance di Polonia (+47,2%) e Belgio (+44,2%).

L’import del secondo trimestre registra incrementi annui superiori al 30% nei confronti di tutti i maggiori mercati europei. Le importazioni dalla Germania crescono del 44,1%, dalla Francia del 49,8% e dai Paesi Bassi del 33,3%. Per la Polonia si osserva un raddoppiamento dell’import in un anno, mentre tra i pochi Paesi da cui gli approvvigionamenti di merci si sono ridotti, il principale è la Svezia. Per quanto riguarda il dato cumulato dei primi due trimestri, il recupero più significativo rispetto al 2020 si registra per le merci provenienti da Polonia (+55,8%) e Paesi Bassi (+49,8%). Nei confronti della Germania la crescita è del 27,6%, infine del 25,5% per la Francia.

 

 

MI
MB
LO
Trimestre
Secondo
Anno
2021
Indice della produzione industriale

Nel secondo trimestre del 2021 l’artigianato brianzolo continua la fase di stagnazione degli scorsi trimestri. In termini di variazione tendenziale, la produzione risulta in forte crescita, tuttavia si tratta, più che di vera crescita, di un recupero dei volumi persi nella fase più critica del lockdown, che risultava essere giusto un anno fa. Se confrontiamo però i livelli produttivi del trimestre attuale con la media dei quattro trimestri 2019, ovvero lo status quo precedente la pandemia, si osserva una variazione di segno negativo (-8,9%). Nel grafico si possono osservare tanto il recupero seguito al crollo della prima parte del 2020, quanto il fatto che questo recupero sia ancora incompleto, al di sotto dei livelli toccati in precedenza. Il numero indice della produzione (espresso con base 2010 pari a 100) si trova a quota 97,6: in leggera discesa per il terzo trimestre consecutivo.

 

 
Analisi congiunturale

L’osservazione degli indicatori congiunturali evidenza la difficoltà dell’artigianato brianzolo a riprendere un sentiero di crescita, in particolare la produzione è ancora in calo. La dinamica brianzola, che risulta del -0,3% (dato destagionalizzato), è peraltro vicina a quanto avviene nell’artigianato lombardo nel complesso (-0,5%). Elementi di ottimismo emergono invece dalla dinamica del fatturato e soprattutto da quella degli ordini. Il fatturato cresce infatti su base trimestrale dello 0,4%, una dinamica inferiore comunque a quella regionale (+1%). La dinamica degli ordini, che aveva visto una pesante flessione nel trimestre scorso, recupera almeno parte del terreno perduto (+1%); si tratta di un fenomeno analogo a quello che si può osservare per la Lombardia nel complesso, che a un calo più marcato nel trimestre passato fa seguire un recupero più rilevante (+3,2%).

Prosegue nel trimestre la crescita dei prezzi delle materie prime, già emersa a inizio 2021, che aumenta di intensità fino a un +12,1% di variazione congiunturale in provincia e un +13,8% in regione. Inizia a manifestarsi anche un rilevante rialzo dei prezzi dei prodotti finiti (+5,9% in Brianza e +6,1% in Lombardia).

 

Analisi tendenziale

La dinamica tendenziale ci restituisce ritmi di crescita attorno al 20% annuo, si tratta però – come osservato – di un confronto con il trimestre peggiore del lockdown 2020, rispetto al quale si riscontra un ovvio recupero. Se ci rapportiamo alla situazione precedente, ovvero alla media dei quattro trimestri del 2019, l’artigiano brianzolo rimane invece ancora in perdita per tutti e tre gli indicatori rilevati.

La variazione annua della produzione nel secondo trimestre del 2021 risulta essere del +24,7%, un paio di punti percentuali superiore alla media regionale (+22,6%). Il confronto con il 2019 invece indica che il livello attuale dei volumi produttivi è ancora inferiore alla situazione precedente la pandemia di un 8,9% (per la Lombardia si tratta di un -5,6%). Il fatturato è cresciuto su base annua del 25,2%, dato quasi identico a quello regionale (25,3%), ma rimane ancora un pesante gap da colmare sul 2019 (-15,2% a Monza e -3,8% in Lombardia). La dinamica del portafoglio ordini è quella che mostra il recupero percentualmente più contenuto (+20,8%) anche a livello regionale (+19,5%), al tempo stesso però si tratta dell’indicatore per il quale il divario dal 2019 è di minore entità (-6,7%).

 

Previsioni per il terzo trimestre 2021

Nonostante gli indicatori rilevati nel trimestre indichino il perdurare di una fase di difficoltà per l’artigianato brianzolo, le aspettative degli operatori del settore, come si osserva dal grafico, continuano a migliorare leggermente, raggiungendo un sostanziale pareggio tra i giudizi di aumento e di riduzione.

La quota di operatori che prevede un aumento della produzione è del 21,4%, cresciuta rispetto al 19,8% di tre mesi fa; diminuisce in contemporanea la quota di chi si aspetta un calo, passata dal 22,5% al 20,4%. Il saldo tra ottimisti e pessimisti è dunque positivo di circa un punto percentuale. Le aspettative sulla domanda interna sono di poco peggiori, il 18,4% degli operatori si aspetta una crescita contro il 22,3% che prevede un calo. Le aspettative sull’occupazione infine vedono una larga prevalenza di giudizi di stabilità (82,8%) e una perfetta corrispondenza tra chi indica previsioni di aumento e di diminuzione, pari entrambi all’8,6% dei rispondenti.

 

 
MI
MB
LO
Trimestre
Secondo
Anno
2021
Indice della produzione industriale

Nel secondo trimestre 2021 ci si ritrova a un anno di distanza dal periodo più intenso del lockdown iniziato a marzo 2020 che ha comportato la chiusura forzata di varie attività economiche, seguita da una lenta riapertura. La dinamica annua pertanto, più ancora che nel trimestre scorso, registra un consistente “rimbalzo” verso l’alto di tutti gli indicatori rilevati. Al netto di questo effetto statistico, l’industria manifatturiera risulta in crescita sia per quanto riguarda la dinamica congiunturale, sia prendendo come riferimento l’anno 2019, confrontandoci dunque con i livelli precedenti la pandemia. Nel primo grafico si possono osservare congiuntamente questi fenomeni. La produzione su base annua registra una crescita notevole, pari ad un incremento del 32,5%. Osservando il numero indice (calcolato ponendo pari a 100 il 2010 come anno di riferimento), si nota come la curva abbia toccato il punto di minimo esattamente un anno fa, a quota 86,4, recuperando buona parte del terreno perduto già nel trimestre successivo e continuando a crescere nei periodi seguenti, fino a raggiungere quota 109,1, un limite superiore come si vede anche ai livelli 2019.

 

 
Analisi congiunturale

La dinamica congiunturale dell’industria manifatturiera brianzola risulta nel complesso positiva, in linea con i dati regionali, migliorando peraltro a confronto con la flessione del trimestre passato.

La produzione industriale in Brianza cresce del 2,8% (dato destagionalizzato) dopo una leggera riduzione che si era osservata lo scorso trimestre. Anche per il fatturato si registra una crescita, di poco superiore a quella della produzione (+3,4%). A livello regionale si osserva analogamente una dinamica positiva, con una velocità di crescita di circa un punto percentuale superiore a quella monzese sia per produzione (+3,7%) che fatturato (+4,6%). La quota di fatturato realizzata all’estero, pur restando elevata, si riduce di alcuni punti percentuali sia in provincia che regione, risultando pari al 36,9% delle vendite in Brianza ed al 38,7% in Lombardia.

La dinamica degli ordini registra una crescita allineata a quella degli altri indicatori, con eccezione della componente estera, per la quale si osserva una crescita congiunturale particolarmente elevata (+20,6%). La crescita degli ordini interni risulta invece del 2,6%, inferiore alla media regionale (+3,8%).

Un aspetto critico rimane la forte crescita dei prezzi delle materie prime (già registrata lo scorso trimestre) che nel periodo in esame subisce un’ulteriore accelerazione. In Brianza si osserva una crescita del 10,6%, dell’11% in Lombardia. Contemporaneamente si registrano incrementi dei prezzi dei prodotti finiti che raggiungono il +4,9% in Brianza (+5% in Lombardia).

 

Analisi tendenziale

La dinamica tendenziale dell’industria manifatturiera brianzola, come notato in precedenza, risulta particolarmente positiva nel trimestre in esame, riportando tassi di crescita superiori al 20% per tutti gli indicatori. Si tratta tuttavia di dati che confrontano il periodo attuale con il secondo trimestre 2020, quindi il punto più basso del ciclo economico della recente pandemia, coinvolto in pieno dal lockdown delle attività economiche e dalla lenta ripartenza. Per ottenere un dato più significativo, è possibile effettuare un confronto con i dati pre-pandemia del 2019 (considerando la media dei 4 trimestri dell’anno), che risulta ugualmente in terreno positivo.

Per la produzione industriale, il dato annuo rilevato indica una crescita del 28,9% (in Lombardia del 32,5%); il confronto con il 2019 ci restituisce un quadro comunque confortante, con una crescita del 6,2% in Brianza e del 9,3% in Lombardia.

Il rimbalzo positivo del fatturato si è rivelato più consistente, pari al +40,1%, merito sia delle vendite realizzate in Italia (+40,6%) che all’estero (+39,3%). Di poco migliore la dinamica regionale (+41,5%) che presenta una differenza più marcata tra la componente interna (+43,1%) e quella estera (+39%). Il raffronto con il 2019 indica una crescita del 13,3% del fatturato dell’industria brianzola e del 18,3% di quella lombarda.

La dinamica complessiva degli ordini è vicina a quella del fatturato (+40,3%); per gli ordini esteri (+43,8%) si osserva un rimbalzo positivo significativamente superiore rispetto a quelli interni (+38,2%), prevalenza confermata anche a livello regionale, dove gli ordinativi stranieri crescono del 44,8%. Il confronto con il 2019 pre-pandemia vede una crescita degli ordinativi di forte entità: +17,2% in provincia e +13,5% in regione.

 

Mercato del lavoro

Gli indicatori dell’indagine congiunturale relativi al mercato del lavoro delle imprese manifatturiere brianzole nel trimestre non si discostano molto dalla precedente rilevazione, continuando in particolare a mettere in evidenza un discreto ricorso alla CIG. In cifre, il ricorso alla Cassa integrazione guadagni riguarda il 17,5%, per una quota di ore di CIG sul monte ore complessivo del 3,2%: valori ancora relativamente elevati rispetto al periodo pre-pandemia. Il saldo tra entrate e uscite dal mercato del lavoro risulta positivo per il secondo trimestre consecutivo: in cifre si tratta di uno 0,4%, frutto della differenza tra un tasso di entrata del 2% e un tasso di uscita dell’1,6%.

 

 
Previsioni per il terzo trimestre 2021

In conclusione, i giudizi degli imprenditori brianzoli sul prossimo trimestre mostrano una generale prevalenza di aspettative positive, solo leggermente meno ottimiste rispetto a quanto indicato nella scorsa rilevazione.

Riguardo la produzione industriale, circa la metà (52,2%) degli operatori indica una previsione di stabilità; tra i rimanenti, i giudizi di aumento (31,1%) sono circa il doppio di quelli di diminuzione (16,4%). Il saldo tra giudizi ottimisti e pessimisti rimane quindi di segno positivo, seppur meno ampio dello scorso trimestre. Per quanto riguarda l’occupazione, le aspettative rimangono ottimiste, in linea con i giudizi espressi il trimestre passato. L’81,8% degli operatori esprime indicazioni di stabilità, contro il 14,6% che indica un aumento e solamente il 3,6% che si aspetta una riduzione.

Le aspettative sulla domanda registrano un saldo tra giudizi di aumento e riduzione quasi identico per la componente interna (20,6 punti percentuali) e quella estera (21,1 punti percentuali). La domanda interna vede la quota più elevata di aspettative di stabilità (58,8% dei rispondenti); relativamente ai giudizi di aumento, sono pari al 30,9% degli operatori riguardo la domanda interna e al 35% per quella estera.

 

 

 

I dati dell'indagine congiunturale sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons

MI
MB
LO
Trimestre
Primo
Anno
2021
Settori

Nel primo trimestre del 2021 il comparto più rilevante dell’export brianzolo si conferma la meccanica, in cifre 494 milioni di euro di esportazioni di prodotti in metallo da sommare a 367 milioni di euro di macchinari, ciascuno corrispondente al 34% del totale dell’export provinciale. In terza posizione i prodotti chimici che valgono 359 milioni di euro (14,2%). Altri tre comparti superano la soglia dei 200 milioni di euro: si tratta dell’elettronica (272 milioni di euro), della categoria residuale delle altre attività manifatturiere (composta in buona parte dal settore dei mobili) per un ammontare di 227 milioni di euro e infine della farmaceutica (204 milioni). Nel trimestre vale oltre 180 milioni di euro di export il comparto della gomma-plastica, 107 milioni quello degli apparecchi elettrici e infine 100 milioni quello dell’abbigliamento.

Il dettaglio della composizione settoriale dell’import delle imprese brianzole nel primo trimestre del 2021 vede il comparto della chimica in prima posizione con un valore delle merci importate pari a 328 milioni di euro, il 14,8% del totale. Di poco inferiore il valore delle importazioni dei prodotti in metallo (312 milioni), seguono in graduatoria la farmaceutica (288 milioni), i macchinari (272 milioni) e l’elettronica (258 milioni). Altri quattro comparti infine valgono tra i 100 e i 200 milioni di euro di import per la Brianza nel trimestre, in ordine decrescente per valore si tratta di apparecchi elettrici, abbigliamento, altre attività manifatturiere e gomma-plastica.

In termini di dinamica, il primo trimestre del 2021 presenta importanti incrementi rispetto allo stesso periodo del 2020, caratterizzato dall’inizio del lockdown nel mese di marzo. L’export in particolare è cresciuto su base annua del 10,5%, mettendo in evidenza performance di segno positivo per quasi tutti i comparti. In termini percentuali, la crescita più robusta riguarda il comparto dell’elettronica (+21,7%), seguita dalla farmaceutica (+17,8%). Altri tre comparti fanno registrare una crescita superiore al 10%, si tratta dei prodotti in metallo (+12,7%), della chimica (+12,2%) e delle altre attività manifatturiere (+13,7%). Relativamente più contenuta la crescita delle esportazioni brianzole di macchinari (+7,4%), apparecchi elettrici (+7,3%) e del comparto della gomma-plastica (+5,2%). L’unico comparto di rilievo in calo è l’abbigliamento, che denuncia una riduzione annua dei flussi di circa 12 milioni di euro (-10,8%).

La dinamica delle importazioni delle imprese brianzole del primo trimestre 2021 risulta perfino migliore di quella delle esportazioni (+16,2%). Come per l’export, l’unico comparto importante in calo è rappresentato dall’abbigliamento (-2%). La variazione annua arriva a superare il 30% per quanto riguarda la farmaceutica (+30,5%) e gli apparecchi elettrici (+31,9%), appena al di sotto il comparto residuale delle altre attività manifatturiere (+29,6%). Per quanto riguarda la meccanica, registra un +19,8% l’import di prodotti in metallo, mentre quello di macchinari si limita al +8,1%. Tra i comparti principali si segnalano incrementi di entità rilevante anche per la chimica (+14,3%) e l’elettronica (+14,2%).

 

 

 

Aree geoeconomiche globali

Poco più dei due terzi (67,6%) delle esportazioni delle imprese brianzole del primo trimestre 2021 si dirige verso Paesi del continente europeo. Si tratta di 1,7 miliardi di euro di merci, delle quali la gran parte (1,2 miliardi) dirette a Paesi UE e i restanti 448 milioni a Paesi europei non facenti parte dell’Unione; tra questi ultimi si segnalano in particolare Svizzera (221 milioni) e Regno Unito (103 milioni). L’export diretto in Asia vale poco meno di 500 milioni di euro di merci, poco meno di un quinto del totale provinciale. Gran parte di questi flussi riguarda l’Asia Orientale: 93 milioni in Cina, quasi 20 in Giappone e 137 milioni nelle quattro tigri asiatiche (in ordine decrescente per valori assoluti, Singapore, Corea del Sud, Hong Kong e Taiwan). L’export verso le Americhe vale 240 milioni di euro (il 9,5% del totale) in prevalenza indirizzati verso l’America Settentrionale (quasi 163 milioni di euro riguardano gli Stati Uniti); infine i Paesi africani incidono per il 2,5% del totale (64,5 milioni) e quelli dell’Oceania solamente per lo 0,7% (16,7 milioni).

I mercati di approvvigionamento delle imprese brianzole del trimestre risultano in prevalenza Paesi europei, per una quota del 73% del valore delle importazioni complessive (1,6 miliardi di euro); in dettaglio quasi il 60% proviene da Paesi UE. Al di fuori dell’Europa, il 22,3% delle importazioni brianzole nel trimestre proviene da Paesi asiatici, in tutto si tratta di flussi per 494 milioni di euro di merci, delle quali 463 milioni provenienti dall’Asia Orientale, principalmente dalla Cina (248 milioni). Provengono dal continente americano 87 milioni di euro di merci, il 3,9% del totale provinciale.

A livello di distribuzione geografica, il contributo principale alla crescita dell’export proviene dai mercati europei (+10,1%). L’export verso i partner dell’Unione Europea cresce dell’8,4% (circa 100 milioni di euro in più rispetto al 2020), nei confronti dei Paesi europei non UE la crescita è ancora più importante (+15,1%). Tra questi ultimi in particolare si osserva una forte espansione dei mercati del Regno Unito (+18,5%), della Svizzera (+12,7%) e della Turchia (+10,8%). Il continente asiatico risulta in forte crescita nel complesso (+22,1%), con contributi positivi che arrivano da tutte le macro-aree del continente. L’export brianzolo verso l’India risulta quasi raddoppiato rispetto al primo trimestre 2020 (da 16 a 31 milioni di euro), in forte crescita risultano anche la Cina (+45%) e buona parte dei principali mercati dell’Estremo Oriente (Taiwan +33,9%, Hong Kong +29,9%), con l’eccezione del Giappone (-3,5%). Il continente americano si dimostra in controtendenza, in quanto le esportazioni delle imprese brianzole denunciano un leggero calo su base annua (-0,5%); sono i Paesi dell’America Centro-Meridionale a essere in terreno negativo (-6,4%), mentre risulta in crescita l’export diretto verso gli Stati Uniti (+2,4%).

Le importazioni delle imprese brianzole nel trimestre crescono sotto la spinta degli aumenti dei flussi provenienti da Europa (+20,6%) e Asia (+13,7%), per contro si riducono pesantemente quelli provenienti dall’America (-28,8%). In Europa risultano in crescita gli approvvigionamenti di merci sia da Paesi membri UE (+21,5%) che dai restanti (+17%). In America la dinamica negativa dipende dall’importante riduzione dei flussi provenienti dagli Stati Uniti (-30,6%). In Asia infine si osserva un calo delle importazioni da Medio Oriente e Asia Centrale, poco rilevanti per valori assoluti, mentre cresce l’import dall’Asia Orientale (+20,6%), in particolare dalla Cina (+35,8%) e dalle quattro “tigri” asiatiche (+13,6%).

 

 

Dettaglio europeo

Germania e Francia si confermano le due più importanti destinazioni dell’export della Brianza all’interno dell’UE anche nel primo trimestre del 2021, in cifre si tratta di quasi 365 milioni di euro diretti in Germania e di 234 milioni di euro in Francia. In terza posizione si colloca la Spagna con 122 milioni di euro, seguita dalla Polonia (77 milioni), quindi Belgio e Paesi Bassi.

La Germania occupa la prima posizione anche nella graduatoria dell’import, valgono 413 milioni di euro le merci importate in Brianza nel trimestre. Poco meno di 1 miliardo di euro proviene da cinque Paesi soltanto: oltre alla Germania, si tratta di Paesi Bassi (214 milioni di euro), Francia (150 milioni), Belgio (112 milioni) e Spagna (105 milioni).

La crescita annua dell’export brianzolo verso l’UE è stata dell’8,4%, con buone performance di tutti i mercati più grandi. Per i tre principali in dettaglio, l’export in Germania registra un +4,5%; quasi identica la crescita della Spagna (+4,4%), migliore invece quella della Francia (+9,6%). In termini percentuali, spicca la crescita della Svezia (+60,2%), seguita a distanza dal Belgio (+28,2%). Pochi i Paesi verso cui l’export si è ridotto su base annua, i più importanti dei quali sono Grecia (-11%) e Portogallo (-6,6%).

Come l’export, anche l’import cresce con riferimento a quasi tutti i partner dell’Unione, in modo particolare quelli con i volumi di scambi più importanti. Francia (+6,3%) e Belgio (+4,3%) risultano i Paesi con la dinamica di crescita più contenuta; l’import dalla Germania è cresciuto del 13,5%, quello dalla Spagna del 43,8% e addirittura del 66% dai Paesi Bassi. Tra i pochi Paesi in calo, l’unico da cui le importazioni brianzole valgono più di 20 milioni di euro è la Repubblica Ceca (-9,3%).

 

 

MI
MB
LO
Trimestre
Primo
Anno
2021
Indice della produzione industriale

Se osserviamo gli indicatori congiunturali, nel primo trimestre del 2021 l’artigianato brianzolo si trova in una fase critica. Alla flessione dei livelli produttivi di forte entità – riscontrata nel 2020, a seguito del lockdown delle attività economiche, tra il primo e il secondo trimestre dello scorso anno – ha fatto seguito un fisiologico recupero che sembra però essersi arrestato a inizio 2021. Dal grafico si osserva la forte crescita tendenziale della produzione (+8%), dovuta proprio al confronto con il primo trimestre del 2020 colpito dall’inizio della pandemia. Il numero indice della produzione (espresso con base 2010 pari a 100) si trova a quota 99,4, vicino quindi ai livelli produttivi toccati nel 2019, seppure ancora leggermente inferiore.

 

 
Analisi congiunturale

Gli indicatori congiunturali, ovvero a confronto con il quarto trimestre 2020, mostrano una dinamica negativa, un fenomeno che peraltro non si osserva solo a Monza, ma anche nel complesso dell’artigianato regionale. Per la produzione si riscontra una flessione dello 0,2% (dato destagionalizzato), che diventa -2,2% in Lombardia. La discesa del fatturato risulta di maggiore entità: si tratta infatti di un -1,8%, vicino peraltro al calo regionale (-1,5%). Il dato degli ordini, che nel trimestre scorso aveva visto un forte recupero, è quello maggiormente negativo: si nota infatti una riduzione delle commesse acquisite del 2,7% in provincia e del 5,1% in regione.

Si osserva peraltro una crescita congiunturale particolarmente elevata dei prezzi delle materie prime (+8,6% in Brianza e +9% in Lombardia), un fenomeno registrato anche nella rilevazione sull’industria, che potrebbe avere ripercussioni negative nel prossimo futuro.

 

Analisi tendenziale

Gli indicatori tendenziali risultano estremamente positivi sia in Brianza che in Lombardia, tuttavia come già accennato si tratta di una variazione tra il primo trimestre 2021 e quello del 2020, il primo coinvolto dal lockdown. Tale variazione esprime, più che un’effettiva crescita, un recupero del terreno perso e un riavvicinamento ai livelli precedenti la pandemia.

La produzione dell’artigianato manifatturiero brianzolo registra quindi un +8% su base annua, meglio della performance regionale che si ferma al +5,5%. Il recupero del fatturato sul 2020 è stato ancora migliore rispetto alla produzione sia in provincia che in regione, in particolare si osserva un +8,7% in Brianza e un +6,8% in Lombardia. La dinamica degli ordini risulta meno brillante di produzione e fatturato, tuttavia si conferma un dato più incoraggiante per l’artigianato monzese rispetto alla media regionale: nel dettaglio si tratta di +6,7% a Monza e +3% in Lombardia.

 

Previsioni per il secondo trimestre 2021

Il clima di fiducia degli imprenditori artigiani della Brianza risulta in miglioramento rispetto ai trimestri più difficili del 2020, tuttavia il saldo tra giudizi di aumento e riduzione si mantiene negativo per tutti e tre gli indicatori rilevati.

Le aspettative sulla crescita della produzione passano dal 15,5% della scorsa rilevazione al 19,8% dell’attuale. La quota di chi si aspetta un calo della produzione rimane più elevata: si tratta del 22,5% degli operatori, tre mesi fa tuttavia erano ancora il 41,8%. I giudizi sulla domanda interna sono più pessimisti di quelli sulla produzione. La quota di operatori che si aspetta una domanda in crescita è infatti del 15,3% contro il 27,9% che si aspetta una riduzione. Il saldo tra ottimisti e pessimisti risulta quindi decisamente peggiore rispetto a quello della produzione, tuttavia – come si nota dal grafico – si osserva un miglioramento dallo scorso trimestre. Come di consueto, le aspettative sull'occupazione sono improntate a un’elevata stabilità, l’87,4% infatti non si aspetta nessuna variazione. Solamente il 3,6% stima un aumento rispetto al 9% che ipotizza invece una riduzione, quote che subiscono una variazione minima dallo scorso trimestre.

 

 

 

I dati dell'indagine congiunturale sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons

MI
MB
LO
Trimestre
Primo
Anno
2021
Indice della produzione industriale

Nel primo trimestre del 2021 ci troviamo a un anno di distanza dall’inizio della crisi sanitaria e dal primo lockdown delle attività economiche del marzo 2020. Osserviamo pertanto una serie di indicatori tendenziali molto positivi, che riflettono appunto la differenza tra il trimestre attuale – di relativa normalità – e quello di inizio 2020, caratterizzato dallo stop forzato di molte attività manifatturiere. Per contro gli indicatori congiunturali, che raffrontano il trimestre attuale a quello precedente, descrivono una situazione ancora critica per l’industria brianzola. L’aspetto più incoraggiante del quadro congiunturale è dato dalle attese degli imprenditori, che risultano estremamente ottimiste. Nel primo grafico si può osservare la variazione tendenziale della produzione industriale in Brianza, che è del +7,8%. Nello stesso tempo però il numero indice (calcolato ponendo pari a 100 il 2010 come anno di riferimento) risulta pari a 104, in calo quindi rispetto allo scorso trimestre, quando aveva raggiunto quota 105,5. Si tratta quindi indubbiamente di un recupero rispetto ai punti di minimo toccati nel 2020, ma che colloca i livelli produttivi attuali ancora al di sotto di quelli pre-pandemia del 2019.

 

 
Analisi congiunturale

Come accennato, la dinamica congiunturale dell’industria brianzola risulta negativa, fatto salvo l’indicatore degli ordini, registrando peraltro una performance complessivamente peggiore di quella regionale.

La produzione industriale in Brianza è in calo (-1,5% il dato destagionalizzato), dopo una discreta crescita che si era osservata lo scorso trimestre. Una flessione leggermente meno accentuata (-1,1%) riguarda anche l’indicatore del fatturato. La dinamica lombarda invece mette in luce una maggiore tenuta dei livelli produttivi (+0,2%) e del fatturato (+0,5%). I mercati esteri si confermano rilevanti anche in questa fase critica, arrivando al 40,5% del fatturato del trimestre per le imprese manifatturiere della Brianza e poco meno (39,6%) per la Lombardia, nonostante – come vedremo – la dinamica del trimestre risulti migliore per le vendite e gli ordini dall’Italia.

Dall’osservazione della dinamica degli ordini arrivano i segnali più incoraggianti, in particolare in Brianza crescono del 2,2% gli ordini interni, più contenuta invece la crescita degli ordini esteri (+0,3%). In Lombardia entrambe le componenti degli ordinativi registrano un incremento congiunturale dell’1,3%.

Un’osservazione a parte riguarda la dinamica dei prezzi delle materie prime, che in questo trimestre hanno subìto un forte incremento (+5,5% congiunturale in Brianza e +8,1% in Lombardia) che non si era invece verificato nel 2020; se tale fenomeno dovesse perdurare, potrebbe ovviamente condizionare in negativo la produzione dei trimestri successivi.

 

 

Analisi tendenziale

La dinamica tendenziale dell’industria manifatturiera, come risulta dal grafico, è in terreno estremamente positivo. Due osservazioni sono tuttavia necessarie: la prima è che ci confrontiamo con il primo trimestre del 2020 e quindi con un periodo in cui, almeno per il mese di marzo, molte attività avevano interrotto la produzione per il lockdown nazionale; la seconda è che – anche dall’osservazione degli indicatori tendenziali – la Brianza risulta al di sotto della performance media regionale. Per quanto riguarda la produzione industriale, la differenza è di circa 1 punto percentuale (+8,7% in regione e +7,8% in provincia).

La crescita del fatturato risulta inferiore a quella della produzione, si tratta per la Brianza di un +7%, con un andamento leggermente migliore per le vendite realizzate in Italia (+7,2%) rispetto a quelle estere (+6,7%). La differenza con la dinamica lombarda è piuttosto marcata, in quanto in regione la crescita annua del fatturato arriva all'11,1%; come per Monza, anche in Lombardia si osserva un incremento maggiore per il mercato interno (+11,8%) rispetto a quello estero (+10,2%).

Gli ordini invece, pur in crescita su base congiunturale, sono l’indicatore che mostra la performance meno brillante per la Brianza. La crescita annua è del 5,1%, con un una forte divaricazione tra gli ordini interni (+7,2%) – la cui dinamica è vicina a quella di produzione e fatturato – e gli ordini esteri, cresciuti solamente del 2,1%. In Lombardia l’incremento annuo degli ordinativi raggiunge l'11,8%, confermando la migliore performance dei mercati interni (+12,6%) rispetto a quelli esteri (+10,5%).

 

Mercato del lavoro

Gli indicatori dell’indagine congiunturale relativi al mercato del lavoro delle imprese manifatturiere brianzole risultano in miglioramento se raffrontati ai trimestri passati, sia riguardo il ricorso alla CIG che al saldo occupazionale. Nel primo trimestre del 2021 infatti il saldo tra entrate e uscite dal mercato del lavoro risulta positivo (+0,6%), dopo ben quattro trimestri di segno costantemente negativo. Rimane piuttosto elevato in realtà il tasso di uscita, in linea con i trimestri scorsi (1,7%); a crescere è quindi proprio il tasso di entrata che è pari al 2,2%. Il ricorso alla cassa integrazione rimane elevato se raffrontato al periodo pre-Covid, come emerge dal grafico, ma al contempo risulta in calo per il terzo trimestre consecutivo, arrivando al 16,4% delle imprese per una quota sul monte ore del trimestre pari all’1,4%.

 

 
Previsioni per il secondo trimestre 2021

Da ultimo, le aspettative degli imprenditori brianzoli costituiscono l’elemento di maggiore ottimismo della congiuntura di questo trimestre, evidenziando un significativo miglioramento del clima di fiducia e un saldo positivo per tutti e quattro gli indicatori osservati.

Riguardo la produzione industriale, circa la metà (52,2%) degli operatori indica una previsione di stabilità; tra i rimanenti, i giudizi di aumento (37,7%) superano nettamente quelli di diminuzione (10,1%). Il saldo delle aspettative risulta quindi ampiamente positivo, mentre ancora nello scorso trimestre le prospettive di crescita e di riduzione erano sostanzialmente in parità. Lo stesso miglioramento riguarda le aspettative sull’occupazione: il 18% degli imprenditori intervistati si aspetta una crescita, mentre solo il 7,2% indica più probabile una riduzione; lo scorso trimestre il saldo tra aspettative di crescita e diminuzione era vicino allo zero.

A dispetto dei dati di fatturato e ordini, che registrano una performance migliore per la componente interna, le aspettative degli operatori su domanda nazionale ed estera risultano piuttosto sovrapponibili, con una prospettiva leggermente migliore proprio per quanto riguarda l’estero. Circa un terzo prevede un incremento (29,7% per la domanda interna e 34,7% per quella estera) e circa un decimo invece si aspetta una riduzione (10,9% la domanda interna e 8,9% quella estera).

 

 

 

I dati dell'indagine congiunturale sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons