Monza Brianza

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Trimestre
Secondo
Anno
2022
Settori

Nel secondo trimestre 2022 l’export brianzolo è guidato dal comparto dei prodotti in metallo (poco meno di 645 milioni di euro di merci esportate), seguito dai prodotti chimici (465 milioni) e dai macchinari (426 milioni), che insieme sfiorano la metà delle esportazioni provinciali (48,2%). Più distante in graduatoria si trova la categoria residuale delle altre attività manifatturiere che ammonta a 319 milioni di euro (di cui 287 milioni riguardano l’export di mobili), quindi l’elettronica (quasi 310 milioni); meno rilevanti farmaceutica (261 milioni) e gomma-plastica (249 milioni). Altri due comparti superano la soglia dei 100 milioni di export tra aprile e giugno 2022, si tratta dell’abbigliamento (126 milioni) e degli apparecchi elettrici (120 milioni). La graduatoria del primo semestre dell’anno risulta identica per quanto riguarda le prime posizioni. I prodotti in metallo valgono ben 1,2 miliardi di euro, seguiti dai prodotti chimici (950 milioni) e dai macchinari (817 milioni). In quarta posizione si colloca la farmaceutica con 692 milioni di euro, attorno ai 600 milioni si collocano invece i comparti dell’elettronica e la voce residuale delle altre attività manifatturiere. Ammontano infine a 478 milioni di euro i flussi di export della gomma-plastica nei primi sei mesi del 2022, mentre nessuno dei restanti comparti supera i 300 milioni di euro.

Osservando la composizione settoriale dell’import delle imprese brianzole nel secondo trimestre del 2022, il comparto di maggiori dimensioni, come per l’export, è quello dei prodotti in metallo con un valore delle merci importate pari a 533 milioni di euro, il 18,3% del totale. Seguono in graduatoria la chimica, con importazioni per un valore di 474 milioni di euro in tre mesi, più distanti i macchinari che arrivano a 382 milioni. Attorno ai 270 milioni si collocano i flussi di import dell’elettronica e della farmaceutica. Valgono 242 milioni le importazioni di prodotti elettrici, mentre superano i 100 milioni altri quattro comparti merceologici: gomma-plastica, legno, abbigliamento e la voce residuale delle altre attività manifatturiere. Nei primi sei mesi del 2022 le importazioni di prodotti in metallo delle imprese brianzole superano di poco il miliardo di euro, seguite dai prodotti chimici (944 milioni) e dai macchinari (846 milioni). I flussi di approvvigionamento di prodotti farmaceutici ammontano a 641 milioni di euro, per i prodotti di elettronica si tratta di 550 milioni di euro e infine 476 milioni per gli apparecchi elettrici.

La dinamica del trimestre registra ancora velocità di crescita annua a doppia cifra, sia per le esportazioni che le importazioni; è da notare comunque che trattandosi di un dato espresso in euro, una parte almeno della crescita è da imputare ai recenti fenomeni inflattivi. La crescita complessiva dell’export brianzolo rispetto al secondo trimestre del 2021 è stata del 15,4%. La crescita coinvolge quasi tutti i comparti manifatturieri, in negativo le uniche due eccezioni sono rappresentate dai macchinari (-4,7%) e dal piccolo settore dei mezzi di trasporto (-1,3%), che costituisce solamente il 2,2% dell’export provinciale. I due comparti maggiori crescono più della media, per i prodotti in metallo si registra un incremento del 24,6% e per la chimica del 19,6%. Una crescita molto robusta si osserva anche per la gomma-plastica (+27,4%), la farmaceutica (+18,8%) e l’elettronica (+18,2%). Incrementi di minore entità riguardano invece le altre attività manifatturiere (+13,8%) e gli apparecchi elettrici (+5,9%). La dinamica tendenziale del semestre vede una crescita dell’export provinciale del 20,2%, grazie a due trimestri estremamente positivi. I due comparti in calo in questo trimestre sono quelli con la performance peggiore: per i mezzi di trasporto si segnala un calo (-0,5%), per i macchinari una crescita di ridotta entità (+0,3%). La crescita maggiore si registra per i prodotti farmaceutici, una variazione positiva del 63,4% che significa oltre 470 milioni di euro in più rispetto ai primi sei mesi del 2021. Il comparto dei prodotti in legno è cresciuto del 42,1%, l’abbigliamento del 28,9%, la gomma-plastica del 27,2%, la chimica del 27%. Il settore principale, quello dei prodotti in metallo, cresce esattamente in linea con la media provinciale (+20,2%). Aumenta infine anche l’export delle altre attività manifatturiere (+16,4%) e dell’elettronica (+13,2%).

La crescita dell’import brianzolo è stata superiore a quella dell’export, sia riguardo il dato del singolo trimestre sia il valore cumulato dei primi sei mesi dell’anno. Nello specifico, l’incremento del valore delle merci importate dalle imprese brianzole rispetto al secondo trimestre del 2021 risulta del 23,4%. Tutti i comparti manifatturieri partecipano alla crescita a eccezione dell’abbigliamento (-9,1%). Il primo comparto per volumi, quello dei prodotti in metallo, è anche quello che contribuisce di più alla crescita in termini percentuali (+58,9%); incrementi di ordine di grandezza analogo si registrano anche per comparti più piccoli come i mezzi di trasporto (+51,4%) e i prodotti petroliferi (+41,1%). Anche la gomma-plastica e gli apparecchi elettrici si segnalano per una crescita dei flussi di import superiore alla media (rispettivamente +37,5% e +35,6%). Tre altri comparti evidenziano infine una dinamica di crescita inferiore al 10%, si tratta di farmaceutica (+8,4%), chimica (+7,1%) ed elettronica (+5,2%). Per quanto riguarda il semestre nel complesso, l’incremento delle importazioni monzesi rispetto al 2021 è del 30,8%. Tutti i comparti manifatturieri vedono un incremento dei flussi in un range che varia dal 6,5% dei prodotti di elettronica fino al 64,6% dei prodotti in legno. Il comparto dei prodotti in metallo si mantiene tra quelli cresciuti maggiormente (+60,7%), in forte crescita anche l’import di macchinari (+42,7%) e di prodotti della gomma-plastica (+41,2%).

 

 

 

Aree geoeconomiche globali

I due terzi (66,6%) delle esportazioni delle imprese brianzole del secondo trimestre 2022 sono dirette a Paesi europei. In valori assoluti i flussi ammontano a 2,1 miliardi di euro di merci, di cui quasi 1,6 miliardi riguarda Paesi partner UE e 528 milioni Paesi europei extra-UE; tra questi ultimi la Svizzera è il mercato più grande per la Brianza (295 milioni di euro), seguita dal Regno Unito (102 milioni). Sono destinate a Paesi asiatici 594 milioni di euro di merci, pari al 18,6% del totale. La gran parte degli scambi avviene con Paesi dell’Asia Orientale, 105 milioni di euro sono diretti in Cina e altri 187 milioni verso le quattro Tigri Asiatiche (di cui 86 milioni a Singapore). L’export brianzolo nel continente americano vale 363 milioni di euro (l’11,4% del totale), di cui quasi 250 milioni diretti negli Stati Uniti. Verso Africa e Oceania sono dirette rispettivamente il 2,7% e lo 0,7% delle esportazioni brianzole del trimestre. Nei primi sei mesi del 2022 le esportazioni verso Paesi europei ammontano a 4,3 miliardi di euro (68,1% del totale), di cui 3,3 miliardi destinati a Paesi UE (il 52,2% del totale) e poco più di 1 miliardo ai restanti, tra cui Svizzera (559 milioni) e Regno Unito (197 milioni). I flussi diretti in Asia valgono 1,1 miliardi di euro, dei quali 241 milioni indirizzati in Medio Oriente, 76 milioni in Asia Centrale e 843 milioni in Asia Orientale; a livello di singoli Paesi, i mercati più rilevanti sono Cina (207 milioni) e Singapore (161 milioni). L’export verso l’America è pari a 661 milioni di euro (10,4%), dei quali 456 milioni destinati agli Stati Uniti e 162 milioni a Paesi dell’America Centro-Meridionale.

Riguardo all’approvvigionamento di merci delle imprese brianzole, nel secondo trimestre 2022 il 72,9% dei flussi proviene da Paesi europei, circa 2,1 miliardi di euro in cifre; la gran parte dei flussi riguarda l’Unione Europea (1,7 miliardi). La quota maggiore delle merci in arrivo da fuori Europa proviene – come di consueto – dall’Asia: 601 milioni di euro di importazioni per il 20,7% del totale; poco più della metà di questi flussi arriva dalla sola Cina (319 milioni di euro in valori assoluti). Dal continente americano provengono invece solamente il 5,2% delle importazioni del trimestre, per un valore di 152 milioni di euro. Il dato complessivo del primo semestre 2022 indica 4,3 miliardi di euro di merci importate da Paesi europei, di cui 3,6 miliardi da partner dell’Unione Europea. L’import dall’Asia raggiunge la cifra di 1,2 miliardi di euro, quasi interamente relativi a Paesi dell’Estremo Oriente (1,1 miliardi), in particolare la Cina (682 milioni). Provengono infine dall’America 287 milioni di euro di merci importate dalla Brianza, in gran parte originate negli Stati Uniti (255 milioni).

La dinamica delle esportazioni brianzole del trimestre mostra una crescita di tutte le destinazioni territoriali, un dato positivo anche tenendo conto del fatto che tale crescita, riferita al valore nominale della merce esportata, incorpora la crescente inflazione manifestatasi in questo periodo. Nei confronti dell’Europa si osserva un incremento del 18,6%, che sale al 21,4% per i mercati UE mentre i restanti Paesi si fermano al 10,8%; tra questi ultimi si segnalano la crescita di Turchia (+19,2%) e Svizzera (+24,4%), mentre è in forte calo la Russia (-41%) a seguito delle sanzioni successive all’invasione dell’Ucraina. L’export verso il continente americano cresce del 13,6% grazie a un incremento del 14% degli Stati Uniti, mentre la parte centro-meridionale del continente si ferma a un 9,7%, con un calo del 4,7% dei flussi diretti in Brasile. Il continente asiatico cresce meno, si registra infatti un 7,8% di crescita sul secondo trimestre 2021; positivo il contributo del Medio Oriente (+14,1%), stabili i Paesi dell’Asia Centrale (+0,3%) spinti verso il basso dall’India (-7,1%), mentre l’Asia Orientale cresce del 7%. In questo ultimo gruppo di Paesi coesistono alcuni mercati in forte crescita per l’export brianzolo quali Corea del Sud (+20%), Taiwan (+15,7%) e Hong Kong (+14,4%), con altri in calo quali Cina (-15,7%) e Giappone (-13,7%). Osservando il primo semestre dell’anno, la crescita rispetto al 2022 migliora rispetto al dato del trimestre per tutti i continenti. Nei confronti dell’Europa si osserva una variazione positiva del 23,7%, merito soprattutto dei Paesi UE (+28,7%), mentre tra i restanti mercati sono in calo Regno Unito (-3%) e Russia (-27,6%). Nei confronti del continente americano si registra una crescita complessiva del 18%, con incrementi superiori al 10% sia per la parte settentrionale che centro-meridionale del continente. In Asia cresce il valore delle merci esportate verso Medio Oriente (+14,9%) e Asia Orientale (+12%), mentre calano i mercati dell’Asia Centrale (-9,5%), meno rilevanti però per volumi.

Come per l’export, la variazione annua delle importazioni delle imprese brianzole è estremamente positiva, rispetto al secondo trimestre del 2021 si registra infatti un +23,4%. Non tutte le direttrici geografiche risultano in crescita però, si osserva infatti una significativa contrazione delle merci provenienti dal continente americano (-12,6%), dovuta a un calo dell’import dagli Stati Uniti (-18,6%). I flussi dall’Europa sono cresciuti in un anno del 29,7%, con incrementi significativi che riguardano sia i mercati UE (+30,6%) sia i restanti Paesi (+25,6%). Le importazioni dall’Asia crescono nel complesso del 14%. Contribuiscono alla crescita sia i Paesi del Medio Oriente che l’India, con flussi più che raddoppiati, per quanto contenuti in valori assoluti. Più rilevante per i volumi coinvolti la crescita dell’import dalla Cina (+23,1%), in positivo anche Taiwan (+39,7%) e Giappone (+17,5%). La crescita complessiva dell’import del semestre registra un incremento del 30,8% sullo stesso periodo del 2021, che sale al 34% per quanto riguarda le merci provenienti dal continente europeo e fino al 37% per i Paesi dell’Unione Europea. Positiva la dinamica dell’America (+9,7%) nonostante il calo dell’ultimo trimestre. Crescono infine del 24,3% le importazioni dal continente asiatico, con forti incrementi che coinvolgono Medio Oriente (+94,2%), Asia Centrale (+101,3%), Cina (+34,4%) e Taiwan (+65,4%).

 

 

Dettaglio europeo

Germania e Francia sono le più importanti destinazioni dell’export della Brianza all’interno dell’Unione Europea nel secondo trimestre 2022, per un valore dei flussi in uscita pari rispettivamente a 414 e 289 milioni di euro. La terza posizione è occupata dalla Spagna che vale per le imprese brianzole 145 milioni di euro. Al di sopra della soglia dei 100 milioni di euro esportati nel trimestre si collocano anche Paesi Bassi (132 milioni) e Polonia (116 milioni), molto più distante il Belgio (68 milioni). Tra gennaio e giugno del 2022 le esportazioni brianzole in Germania raggiungono il miliardo di euro contro 564 milioni destinati alla Francia. Il resto della graduatoria non cambia rispetto a quella dell’ultimo trimestre: troviamo quindi la Spagna (287 milioni), i Paesi Bassi (270 milioni) e la Polonia (215 milioni). Tra i 100 e i 200 milioni si posizionano invece Belgio (142 milioni) e Austria (111 milioni).

Germania e Francia sono anche i due più importanti partner europei della Brianza per quanto riguarda le importazioni di merci, dalla Germania ne provengono 572 milioni di euro nel trimestre, dalla Francia 279 milioni. Seguono i Paesi del Benelux, i Paesi Bassi con 227 milioni di euro e il Belgio con 141 milioni, quindi la Spagna con 117 milioni. Nei primi sei mesi del 2022 le importazioni dalla Germania raggiungono la cifra di 1,1 miliardi di euro, quasi il doppio dei flussi provenienti dalla Francia a quota 602 milioni, seguita a poca distanza dai Paesi Bassi (554 milioni). Volumi rilevanti di merci provengono anche da Belgio (311 milioni) e Spagna (242 milioni).

La dinamica dell’export del trimestre mostra una crescita diffusa nei confronti della maggior parte dei mercati della UE, in modo particolare i principali Paesi. Considerando i primi tre partner della Brianza, la Germania cresce del 17,8%, la Francia del 23,6%, la Spagna del 16%. In termini percentuali spicca il dato dei Paesi Bassi che vede un raddoppio del valore delle merci scambiate rispetto al secondo trimestre 2021 (+107%). Sono pochi i Paesi verso cui si osserva un calo dei flussi, il maggiore dei quali è il Belgio (-6,5%). Una dinamica analoga si conferma osservando il dato cumulato del primo semestre. In rapporto allo stesso periodo del 2021 l’export brianzolo in Germania cresce del 39,7%, in Francia del 20,4%, in Spagna del 16,1%. La crescita dei Paesi Bassi si conferma piuttosto importante (+115,8%), per contro le uniche variazioni negative riguardano Belgio (-0,1%) e Svezia (-13,2%).

Come per l’export, anche sul fronte dell’import si osserva un incremento dei flussi rispetto a quasi tutti i Paesi UE. Tra i partner più importanti della Brianza, la Francia è quello che cresce maggiormente (+67,3%), seguita da Paesi Bassi (+33,9%) e Germania (+28%). Più contenuta la dinamica di crescita che riguarda Belgio (+6,7%) e Spagna (+12,3%), in diminuzione i flussi dalla Polonia (-4,7%). Gli incrementi annui che si osservano considerando il primo semestre dell’anno risultano di maggiore intensità per i tre principali mercati di approvvigionamento della Brianza: si osserva una crescita dell’89,9% per la Francia, del 44,5% per i Paesi Bassi e del 31% per la Germania. Per tutti i Paesi riportati nel grafico si osserva una crescita annua superiore al 10%, a eccezione della Polonia che risulta in calo (-4,1%).

 

 

MI
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LO
Trimestre
Secondo
Anno
2022
Indice della produzione industriale

Nel secondo trimestre 2022 l’artigianato manifatturiero brianzolo continua a seguire un discreto trend di crescita, misurato sia su base congiunturale che tendenziale, in linea peraltro con quanto rilevato nel resto della regione. Rimangono però al contempo negative le aspettative degli operatori sull’andamento di produzione e domanda, peggiorando rispetto al trimestre passato. La crescita annua della produzione, come risulta anche nel grafico, è pari al 9,2%, un dato importante dal momento che un anno fa si era già tornati sui volumi produttivi precedenti la pandemia. Il grafico permette di apprezzare il trend della produzione dell’artigianato brianzolo su un periodo più lungo, nel quale si osserva una lieve crescita nel 2019, il forte crollo nella prima metà del 2020 e la successiva risalita che continua tuttora. Il numero indice della produzione (espresso con base 2010 pari a 100) raggiunge nel trimestre quota 107,9 ovvero il 7,9% al di sopra dei livelli medi del 2010 (nel secondo trimestre 2020 il minimo era stato di 81,1).

 

 
Analisi congiunturale

La dinamica congiunturale dell’artigianato brianzolo mostra una buona crescita per tutti gli indicatori, dopo un primo trimestre dell’anno piuttosto tiepido. La produzione cresce nel trimestre del 2,3% (dato destagionalizzato), sostanzialmente alla stessa velocità di crescita osservata a livello regionale. L’incremento del fatturato si ferma invece all’1,5%, al contrario di quanto avviene in regione, dove si registra una variazione del 2,9%. Meno brillante la dinamica degli ordini sia a Monza (+1,4%) che in tutta la Lombardia (+1,3%). Per quanto riguarda i mercati esteri, l’incidenza sul fatturato dell’artigianato brianzolo delle vendite effettuate all’estero è del 7,2%, di poco superiore al dato lombardo (6,7%).

Rimangono elevate le spinte inflattive che derivano dagli incrementi dei prezzi delle materie prime, per quanto la velocità di crescita inizi leggermente a ridursi; l’incremento su base trimestrale è stato del 16,2% a Monza e del 16% in regione. L’incremento indicato per i prodotti finiti risulta invece del 9,1% in provincia e dell’8,6% in regione.

 

Analisi tendenziale

Osservando la dinamica tendenziale dell’artigianato emerge un quadro di robusta crescita per i principali indicatori, sia a livello provinciale che regionale. Come rilevato nel primo grafico riguardo la produzione, la crescita annua mette a confronto il trimestre appena trascorso con il secondo trimestre del 2021, un periodo in cui la fase più critica del lockdown del 2020 era passata e la produzione dell’artigianato era tornata vicina ai livelli del 2019.

La crescita su base annua della produzione dell’artigianato manifatturiero brianzolo è del 9,2%, mezzo punto percentuale meglio del dato regionale (8,7%). Si mantiene molto elevata anche la dinamica del fatturato: in Brianza registriamo un incremento rispetto al secondo trimestre 2021 pari all’8,1%, a livello regionale si raggiunge l’11,2%. La dinamica degli ordini si conferma anche per questo trimestre la più debole: a Monza la crescita si ferma al 4,7% annuo, in Lombardia si sale al 6,2%, in entrambi i casi al di sotto della dinamica di produzione e fatturato.

 

Previsioni per il terzo trimestre 2022

I dati positivi rilevati nel trimestre contrastano con le aspettative espresse dagli stessi artigiani brianzoli, che esprimo giudizi in prevalenza negativi riguardo all’andamento nell’immediato futuro di produzione e domanda interna. Restano invece in terreno positivo le aspettative sull’occupazione.

Riguardo la produzione, il 15,3% degli operatori indica prospettive di crescita, mentre più del doppio (33,3%) si aspetta un calo. Il saldo è quindi pesantemente negativo (-18 punti percentuali), peggiorando ulteriormente rispetto ai giudizi già in prevalenza pessimisti del trimestre passato. La distribuzione dei giudizi sull’andamento della domanda interna è molto simile, il 13,9% degli operatori si aspetta una crescita, mentre il 32,4% si attende invece un calo; come per la produzione, il clima di fiducia peggiora sensibilmente rispetto a tre mesi fa. Riguardo l’occupazione la larga maggioranza indica giudizi di stabilità (85,6%), le rimanenti indicazioni vedono una prevalenza di ipotesi di aumento (9%) su quelle di riduzione (5,4%).

 

 
MI
MB
LO
Trimestre
Secondo
Anno
2022
Indice della produzione industriale

Nel secondo trimestre 2022 l’industria manifatturiera brianzola continua a percorrere un sentiero di crescita della produzione, in linea con quanto avviene nel resto della regione, per quanto inizi a rallentare la velocità della crescita stessa. Una crescita che si osserva peraltro sia su base congiunturale, quindi rispetto allo scorso trimestre, che su base tendenziale, quindi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Rimane su livelli elevati l’inflazione, mostrando però i primi segnali di rientro rispetto agli scorsi trimestri. Nel primo grafico si osserva la robusta crescita annua della produzione (+7,7%), ridimensionata di qualche punto percentuale rispetto alla crescita dei trimestri recenti. Il numero indice (calcolato ponendo pari a 100 il 2010 come anno di riferimento) continua quindi a salire, proseguendo il trend positivo che dura da inizio 2021; nel trimestre in esame raggiunge quota 120,5 dopo essere sceso fino a 87,5 nella fase più critica della crisi del 2020.

 

 
Analisi congiunturale

La dinamica congiunturale dell’industria manifatturiera brianzola risulta positiva per tutti gli indicatori rilevati, trovandosi anche piuttosto allineata a quanto si registra nel complesso in Lombardia.

La produzione industriale in Brianza cresce su base trimestrale dell’1,4% (dato destagionalizzato), abbastanza in linea con il dato lombardo (+1,6%). Nettamente maggiore la crescita del fatturato, spinta anche dai fenomeni inflattivi, che risulta del 3,6% in Brianza e del 4,6% in Lombardia. Segna un leggero calo rispetto a tre mesi fa la quota di fatturato realizzata all’estero, pari al 38,8% nel trimestre in esame, poco al di sotto della Lombardia (39,4%).

La dinamica degli ordini vede una crescita particolarmente robusta delle commesse provenienti dall’estero con un incremento congiunturale del 5,8% mentre la crescita degli ordinativi di provenienza nazionale si ferma al 2,6%. In regione si osserva una dinamica piuttosto differente: gli ordinativi crescono infatti solamente dell’1,3% per la componente estera e dello 0,6% per quella interna.

Come accennato, i fenomeni inflattivi si mantengono elevati ma al contempo in rallentamento rispetto al passato recente. La crescita congiunturale dei prezzi delle materie prime a Monza scende sotto il 10%, assestandosi al 9,1%, mentre in regione si arriva all’11,6%. Rallenta anche la crescita dei prezzi dei prodotti finiti, che risulta del 5,5% in provincia e del 6,9% in regione.

 

Analisi tendenziale

La dinamica tendenziale dell’industria manifatturiera mette in luce anche in questo trimestre una crescita piuttosto elevata, superiore al 10% per fatturato e ordinativi. Il dato rimane significativo se consideriamo che il periodo con cui ci stiamo confrontando, ovvero il secondo trimestre del 2021, aveva già visto un consistente recupero rispetto al minimo toccato nel 2020.

Per la produzione industriale, come visto nel primo grafico, la crescita annua in Brianza risulta del 7,7%, in linea con il dato lombardo (7,4%).

L’incremento annuo del fatturato supera di molto quello della produzione, sia in Brianza che in Lombardia, presumibilmente anche a causa dell’aumento dei prezzi: la crescita dei ricavi dell’industria manifatturiera risulta del 15,1% a Monza e del 17,5% in Lombardia. Poche le differenze tra le vendite realizzate in Italia rispetto all’estero, dove per la Brianza il fatturato cresce del 14,9% contro il 15,3% di quello interno; in Lombardia si registra invece un 18% di crescita delle vendite all’estero e un 17,1% di quelle sul territorio nazionale.

Si mantiene al di sopra del 10% anche la crescita annua degli ordinativi, che in Brianza risulta di alcuni punti percentuali migliore di quella regionale. Il portafoglio ordini delle imprese manifatturiere brianzole cresce del 12,1% su base annua, con un contributo leggermente migliore degli ordinativi dall’estero (12,7%) rispetto a quelli nazionali (11,8%). In regione si osserva una crescita annua più contenuta (9%), con l’apporto maggiore proveniente dalla componente estera (+11%).

 

Mercato del lavoro

L’osservazione degli indicatori dell’indagine congiunturale relativi al mercato del lavoro delle imprese manifatturiere brianzole conferma anche per il secondo trimestre 2022 un basso ricorso alla Cassa integrazione, che si accompagna a un incremento degli occupati. Nel trimestre ha fatto ricorso alla Cig il 3,1% delle imprese del campione, in leggero calo rispetto a tre mesi fa (era il 3,8%) e in linea con le percentuali fisiologiche di ricorso all’ammortizzatore sociale precedenti il picco del 2020, come si osserva anche dal grafico. Si mantiene piuttosto contenuta anche la quota della cassa integrazione utilizzata sul monte ore complessivo del trimestre, pari allo 0,7%. Riguardo al mercato del lavoro si registra un tasso di ingresso particolarmente elevato (3,3%) rispetto al tasso di uscita (2,3%). Il saldo positivo di un punto percentuale è quindi il dato migliore registrato negli ultimi anni, risultato che contribuisce al recupero dell’occupazione persa nel 2020.

 

 
Previsioni per il terzo trimestre 2022

Le attese degli imprenditori per il prossimo trimestre evidenziano aspettative ancora piuttosto fiduciose per quanto riguarda produzione e occupazione, in linea con le previsioni dei trimestri passati. Segnali negativi arrivano invece dai giudizi sulla domanda, che evidenziano un nuovo peggioramento che coinvolge sia il mercato nazionale che le piazze estere.

Le prospettive sulla produzione sono di crescita per il 28,8% degli imprenditori brianzoli intervistati, contro solamente il 16% che indica più probabile una riduzione (il restante 55,2% indica una prospettiva di stabilità). Il saldo tra ottimisti e pessimisti si mantiene positivo (12,8 punti percentuali) per quanto meno ampio rispetto ai trimestri recenti. Un saldo positivo riguarda anche le aspettative sull’occupazione, prevista in crescita dal 16,5% degli operatori intervistati, contro solamente il 3,9% che si aspetta una riduzione.

Come accennato, le aspettative sulla domanda risultano invece quelle più pessimiste: riguardo la domanda interna, le opinioni negative degli imprenditori brianzoli (21,3%) superano quelle positive (19,7%), come non accadeva da fine 2020. Gli stessi operatori esprimono cautela anche per quanto riguarda la domanda estera, per la quale i giudizi di crescita e di riduzione si equivalgono.

 

 

 

I dati dell'indagine congiunturale sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons

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Trimestre
Primo
Anno
2022
Settori

Nel primo trimestre 2022 il settore più rilevante dell’export della Brianza si conferma quello dei prodotti in metallo (570 milioni di euro di merci in uscita), seguito da prodotti chimici (485 milioni) e farmaceutici (431 milioni): tre comparti che insieme arrivano quasi al 50% dell’export provinciale. Il comparto dei macchinari vale 390 milioni di euro (12,3% del totale), seguito a distanza dall’elettronica (295 milioni). Poco sopra i 270 milioni di euro la voce residuale delle altre attività manifatturiere, che comprende al suo interno la produzione di mobili. La gomma-plastica si conferma un settore importante per l’industria brianzola con 229 milioni di euro di esportazioni nel trimestre; l’export di prodotti di abbigliamento vale 133 milioni e quello di apparecchi elettrici 114 milioni, i restanti comparti manifatturieri non superano i 100 milioni.

Il comparto dei prodotti in metallo risulta il principale settore anche dal lato delle importazioni delle imprese brianzole nel primo trimestre dell’anno per un valore di 508 milioni di euro di merci, il 16,5% del totale. Molto rilevanti anche i flussi di merci in entrata dall’estero, che riguardano i comparti della chimica (469 milioni, 15,2%) e dei macchinari (463 milioni, 15,1%). Una quota superiore al 10% delle importazioni della provincia riguarda anche i prodotti farmaceutici (371 milioni). Valgono 278 milioni di euro gli approvvigionamenti di prodotti di elettronica, seguono gli apparecchi elettrici con 234 milioni. Al di sopra dei 150 milioni di euro troviamo infine la gomma-plastica e l’abbigliamento, seguiti dalle altre attività manifatturiere (124 milioni) e dai prodotti in legno (100 milioni).

La dinamica dell’export brianzolo mette in luce una forte crescita rispetto al primo trimestre del 2021, complessivamente pari al 25,4%, che beneficia delle performance positive – di varia intensità – di quasi tutti i comparti manifatturieri, con la poco rilevante eccezione in negativo dei prodotti petroliferi, che rappresentano meno dello 0,1% dei flussi complessivi. La crescita si deve in primo luogo alla farmaceutica, che ha visto più che raddoppiati i volumi di esportazioni rispetto al 2021 (da 204 a 431 milioni di euro). Tra i comparti maggiori si osservano incrementi rilevanti per quanto riguarda la chimica (+35%) e la gomma-plastica (+26,9%); anche l’abbigliamento registra una crescita annua di quasi un terzo (+32,7%). Inferiore alla media provinciale l’incremento della categoria residuale delle altre attività manifatturiere (+19,5%). Altri comparti presentano invece ritmi di crescita inferiori al 10% annuo: si tratta in particolare dell’elettronica (+8,3%), degli apparecchi elettrici (+6,9%) e dei macchinari (+6,3%).

Le importazioni riportano una dinamica positiva ancora più robusta dell’export, la crescita annua risulta infatti del 38,6%. La crescita coinvolge in misura diversa tutti i comparti manifatturieri, nessuno dei quali in calo. Le importazioni delle imprese brianzole sono aumentate soprattutto per la meccanica, in particolare i macchinari registrano un incremento del 70,1% e i prodotti in metallo del 62,7%. Tre comparti importanti sono cresciuti oltre il 40%: si tratta della chimica (+42,9%), della gomma-plastica (+45,3%) e degli apparecchi elettrici (+41,5%); al di sotto troviamo l’abbigliamento (+32,7%) e la farmaceutica (+29%). L’elettronica si segnala infine per una dinamica relativamente contenuta, come accade per le esportazioni, l’import cresce infatti solamente del 7,8%.

 

 

 

Aree geoeconomiche globali

Si avvicina al 70% la quota delle esportazioni delle imprese brianzole nel primo trimestre 2022 dirette a Paesi del continente europeo. In cifre si tratta di flussi del valore di 2,2 miliardi di euro, dei quali 1,7 miliardi riguarda altri Paesi UE e 485 i restanti Paesi del continente; tra questi ultimi la Svizzera si conferma tra i maggiori partner commerciali della Brianza (264 milioni di euro), mentre il Regno Unito vale 95 milioni di euro. La direttrice asiatica intercetta 567 milioni di euro di merci provenienti dalla Brianza, che corrispondono al 17,9% del totale provinciale. La gran parte di questi flussi, ben 405 milioni di euro, riguarda l’Estremo Oriente, in particolare poco più di 100 milioni di merci sono destinate alla Cina e 162 milioni alle quattro “tigri”, specie Singapore e Corea del Sud. Il continente americano vale poco meno di 300 milioni di euro (il 9,4% del totale), per i due terzi (206 milioni) relativi ai soli Stati Uniti. Infine Africa e Oceania sono destinatarie rispettivamente del 2,5% e dello 0,6% delle esportazioni brianzole del trimestre.

Per quanto riguarda l’approvvigionamento di merci delle imprese brianzole nel primo trimestre 2022, il 72,9% dei flussi in valore proviene dall’Europa: 2,2 miliardi di euro provenienti in gran parte da Paesi UE (quasi 1,9 miliardi); tra i mercati extra-UE si conferma rilevante la Svizzera con 215 milioni di euro di merci in arrivo. Dal continente asiatico provengono 669 milioni di euro di merci destinate alla Brianza, che ammontano al 21,7% del totale dell’import provinciale; più della metà di queste proviene dalla Cina (363 milioni di euro), rilevanti anche i flussi da Taiwan, Corea del Sud e India. Le importazioni dal continente americano valgono 134 milioni (di cui 119 dagli Stati Uniti), pari al 4,4% del totale, meno della metà di quanto incida sull’export.

La dinamica annua dell’export delle imprese brianzole vede incrementi superiori al 10% nei confronti di tutti i continenti. Solo scendendo a un maggior dettaglio territoriale si osservano alcune aree o Paesi in calo, ma prevalgono comunque i mercati in crescita: quella più robusta riguarda i Paesi europei (29,1%), seguono America (+23,8%) e Africa (+23,3%); al di sotto della media l’Asia (+14,2%). In Europa la crescita si deve in prevalenza ai mercati dell’Unione Europea (+36,4%), mentre i restanti Paesi crescono solamente dell’8,5%; tra questi ultimi l’export verso la Svizzera segna un aumento importante (+19,3%); diminuiscono invece Regno Unito (-8,3%) e Russia (-10,2%), quest’ultima probabilmente già per effetto delle sanzioni seguite all’invasione dell’Ucraina. Nel continente americano si osserva una forte crescita dei flussi diretti negli Stati Uniti (+26,7%), ma un rilevante incremento coinvolge anche l’America latina (+17%) e in particolare il Brasile (+58,6%). In Asia si segnala una flessione dei Paesi dell’Asia Centrale (-17,9%), rilevanti comunque solo per l’1,2% delle esportazioni provinciali, aumentano invece i flussi verso Medio Oriente (+15,6%) e Asia Orientale (+18,1%). Nei confronti della Cina si osserva un incremento annuo relativamente modesto (+9,4%), addirittura in calo i flussi diretti a Hong Kong (-7,3%); tra i mercati in crescita si segnalano invece Giappone (+63,3%) e Corea del Sud (+35,8%).

La dinamica dell’import della Brianza vede incrementi rispetto al 2021 maggiori rispetto a quelli dell’export per tutte le principali direttrici territoriali. Particolarmente rilevante l’aumento delle merci provenienti dall’America: si tratta di una crescita del 54,4%; l’import dai soli Stati Uniti è salito di oltre 40 milioni in un anno. Le merci importate dalle imprese brianzole da Paesi europei sono aumentate del 38,5% rispetto al primo trimestre 2021; come per l’export sono i flussi che riguardano i Paesi UE a essere cresciuti maggiormente (+43,5%). Gli approvvigionamenti di merci dall’Asia aumentano del 35,3% in un anno. L’incremento maggiore riguarda l’import dall’India, quasi triplicato, per quanto si tratti di volumi relativamente contenuti (1,5% dell’import complessivo); un forte aumento riguarda anche la Cina, il partner principale in Asia, cresciuta del 46,1% (oltre 100 milioni di euro di importazioni in più).

 

 

Dettaglio europeo

Germania e Francia si confermano le principali destinazioni dell’export della Brianza verso l’Unione Europea anche nel primo trimestre 2022; il valore delle merci dirette in Germania è di 586 milioni di euro, mentre per la Francia si tratta di 274 milioni. Spagna e Paesi Bassi sono gli altri due mercati che superano i 100 milioni di euro, rispettivamente 141 e 137 milioni. La Polonia si trova poco al di sotto con 99 milioni di euro di merci provenienti dalla Brianza, seguono Belgio con 74 milioni e Austria a quota 52 milioni.

La Germania occupa la prima posizione anche nella graduatoria dell’import: si tratta di 555 milioni di euro di merci importate dalle imprese brianzole. Volumi rilevanti riguardano anche i Paesi Bassi (327 milioni) e la Francia (322 milioni). Sopra la quota dei 100 milioni di euro si collocano anche il Belgio con 170 milioni di euro e la Spagna con poco meno di 125 milioni.

La dinamica annua dell’export è di crescita per quasi tutti i partner europei della Brianza, fa eccezione – tra i Paesi mostrati nel grafico – solamente la Svezia (-8,8%). Per due mercati si osservano flussi più che raddoppiati rispetto allo scorso anno, si tratta di Paesi Bassi (+125,1%) e Slovenia (+107,2%), quest’ultima con volumi di scambio relativamente contenuti. La Germania è uno dei Paesi a registrare la crescita più elevata, si tratta di un incremento del 60,9% (circa 140 milioni di euro di merci esportate in più); tra gli altri partner principali della Brianza, Francia e Spagna registrano velocità di crescita inferiori alla media (rispettivamente +17,3% e +16,2%).

Anche i flussi di import risultano in forte aumento nei confronti di quasi tutti i Paesi dell’Unione Europea, salvo Polonia (-3,4%) e Irlanda (-34,5%). L’incremento più rilevante in termini percentuali si registra nei confronti della Francia (+115,2%). Tutti i mercati maggiori crescono comunque oltre il 10%, tra i più dinamici Paesi Bassi e Belgio (entrambi superano il 50% di crescita) e la Germania (+34,2%).

 

 

MI
MB
LO
Trimestre
Primo
Anno
2022
Indice della produzione industriale

Nel primo trimestre del 2021 l’artigianato manifatturiero brianzolo soffre una battuta di arresto della crescita della produzione, contrariamente al trend positivo che contraddistingue l’artigianato regionale. Contemporaneamente si collocano in terreno negativo le aspettative degli imprenditori artigiani riguardo l’andamento della produzione e della domanda. Si osserva comunque una discreta crescita della produzione, che – come si evince dal primo grafico – è pari al 5,3%, un dato rilevante se consideriamo che i volumi produttivi del primo trimestre del 2021 avevano già recuperato buona parte del terreno perso nel 2020. Il grafico permette di apprezzare il trend della produzione dell’artigianato brianzolo su un periodo più lungo, nel quale si osserva una lieve crescita nel 2019, il forte crollo nella prima metà del 2020 e la successiva risalita che rallenta proprio nel trimestre in esame. Il numero indice della produzione (espresso con base 2010 pari a 100) raggiunge nel trimestre quota 104,1 ovvero solo il 4,1% al di sopra dei livelli medi del 2010 (nel secondo trimestre 2020 il minimo era stato di 81,2).

 

 
Analisi congiunturale

La dinamica congiunturale dell’artigianato brianzolo vede, come accennato, una battuta d’arresto per la produzione, contrariamente a quanto avviene a livello regionale. In provincia la variazione della produzione è dello 0,1% (dato destagionalizzato) rispetto della crescita in regione del 2%. Il fatturato mostra invece una minima crescita pari allo 0,6%, inferiore comunque al dato lombardo, che è in linea con l’incremento della produzione (+1,9%). Si contraggono invece gli ordini acquisiti, in calo in Brianza su base congiunturale dello 0,9%, mentre la dinamica regionale si mantiene positiva (+1,3%). Si osserva però al contempo un incremento dei giorni di produzione assicurata rispetto ai trimestri recenti. Per quanto riguarda i mercati esteri, l’incidenza sul fatturato dell’artigianato brianzolo delle vendite effettuate all’estero è del 7,6%, di poco superiore al dato lombardo (6,9%).

Come l’industria, anche l’artigianato subisce un’accelerazione delle spinte inflazioniste nel primo trimestre 2022, i prezzi delle materie prime crescono in tre mesi del 19,8% sia in provincia che in regione. Parallelamente si segnala anche un incremento dei prezzi dei prodotti finiti che raggiunge il 9,5% in Brianza e il 10% in Lombardia.

 

Analisi tendenziale

La dinamica tendenziale mette in evidenza un’importante crescita per l’artigianato brianzolo rispetto al 2021 per tutti gli indicatori, inferiore però alla dinamica regionale. Come osservato nel primo grafico riguardo la produzione, la crescita annua mette a confronto il trimestre appena trascorso con il primo trimestre del 2021, un periodo in cui la fase più critica del lockdown del 2020 era passata e la produzione dell’artigianato era tornata vicina ai livelli del 2019.

La crescita su base annua della produzione dell’artigianato manifatturiero brianzolo è del 5,3%, un dato positivo anche se lontano dalla crescita regionale del 9,6%. La crescita annua del fatturato risulta maggiore (+6,1%), incorporando anche la crescita dei prezzi; in regione l’incremento dei ricavi sul primo trimetre 2021 arriva fino al 12%. La dinamica degli ordini rimane la più debole: si osserva un incremento tendenziale del 3,8% per l’artigianato brianzolo, in regione la crescita è stata invece dell’8,1%.

 

Previsioni per il secondo trimestre 2022

Complessivamente gli operatori intervistati esprimono giudizi pessimisti riguardo al futuro immediato, specie riguardo produzione e domanda interna. Per entrambi gli indicatori il saldo tra giudizi di crescita e di riduzione è di segno negativo, in linea con le opinioni espresse nella rilevazione precedente.

Rimane stabile rispetto a tre mesi fa la quota di operatori che indica una previsione di aumento della produzione, si tratta del 16,2%, rispetto al 25,6% che indica invece più probabile un calo. Il saldo è quindi negativo (-9,4 punti percentuali), leggermente in peggioramento sullo scorso trimestre. Più critiche le aspettative sulla domanda interna, che è prevista in crescita dal 14,7% degli imprenditori artigiani della Brianza, mentre quasi il doppio si aspetta un calo (28,4%); il saldo rimane negativo, in linea con il clima di fiducia espresso tre mesi fa. Riguardo l’occupazione, la larga maggioranza indica giudizi di stabilità (87,2%), le rimanenti indicazioni vedono una leggera prevalenza delle indicazioni di aumento (6,8%) su quelle di riduzione (6%).

 

 
MI
MB
LO
Trimestre
Primo
Anno
2022
Indice della produzione industriale

Nel primo trimestre 2022 l’industria brianzola prosegue il cammino di crescita iniziato nel corso del 2021, in linea peraltro con quanto avviene a livello regionale. Si osserva inoltre una crescita sia su base congiunturale, quindi rispetto all’ultimo trimestre del 2021, sia su base tendenziale, quindi rispetto al primo trimestre dello scorso anno. In contemporanea allo scoppio della guerra in Ucraina, si intensificano i fenomeni inflattivi – emersi già da qualche trimestre – e sono in peggioramento le aspettative degli imprenditori. Nel grafico della produzione industriale si osserva una crescita tendenziale del 13,3%, rispetto a un periodo in cui il recupero dalla fase più critica del lockdown era già avvenuto. Il numero indice (calcolato ponendo pari a 100 il 2010 come anno di riferimento) tocca infatti un nuovo punto di massimo, risultando in costante crescita da inizio 2021; raggiunto il minimo nel secondo trimestre 2020 a quota 87,5, la crescita recente ha portato il numero indice a quota 119,1.

 

 
Analisi congiunturale

La dinamica congiunturale dell’industria manifatturiera brianzola, come si osserva dal grafico risulta positiva per tutti gli indicatori rilevati, in coerenza con le dinamiche di crescita che si osservano in regione.

La crescita della produzione industriale in Brianza è del 2,7% (dato destagionalizzato), superiore di quasi 1 punto percentuale al dato lombardo (+1,8%). Come nel trimestre passato, il fatturato cresce a una velocità inferiore (+1,2%) – solo leggermente in questo caso – al ritmo di crescita regionale (+1,7%). Cresce contestualmente la quota di fatturato realizzata all’estero, raggiungendo il 39,2% del fatturato totale del trimestre, leggermente al di sopra della media regionale del 38,9%.

La dinamica degli ordini risulta nettamente sbilanciata a favore delle commesse provenienti dall’Italia cresciute del 3,4%, mentre gli ordini esteri si limitano a un incremento dell’1,1%. In regione al contrario sono gli ordini esteri (+4%) a crescere maggiormente rispetto a quelli raccolti sul mercato nazionale (+2,7%).

Come accennato, le tensioni sui prezzi delle materie prime continuano, registrando peraltro un incremento. La crescita su base congiunturale risulta del 13,7% a Monza e del 15,9% in Lombardia. Aumenta di intensità anche la crescita dei prezzi dei prodotti finiti che raggiunge il 9% in provincia e l’8,3% in regione.

 

Analisi tendenziale

La dinamica tendenziale dell’industria manifatturiera mette in luce una crescita superiore al 10% per tutti gli indicatori rilevati sia in Brianza che in Lombardia. Si tratta di un dato estremamente confortante, in quanto il primo trimestre del 2021 con cui ci stiamo confrontando rappresentava già un periodo in cui i livelli produttivi, come si vede nel grafico iniziale, erano paragonabili a quelli pre-pandemia.

La produzione industriale, in primo luogo, cresce su base annua del 13,3% superando la performance regionale (+10,7%).

L’incremento annuo del fatturato supera quello della produzione, sia in Brianza che in Lombardia (presumibilmente anche per l’aumento dei prezzi). I ricavi dell’industria manifatturiera sono cresciuti in un anno del 18,1% a Monza e del 19,1% in Lombardia. In Brianza le vendite realizzate in Italia (+19,6%) contribuiscono alla crescita più di quelle effettuate all’estero (+15,7%); in Lombardia si osserva un sostanziale pareggio (un decimo di punto a favore del fatturato estero).

Anche la dinamica degli ordini evidenza una crescita annua rilevante, nonostante le criticità sul futuro immediato date dal perdurare dell’inflazione e dallo scoppio della guerra in Ucraina lo scorso febbraio. L’incremento degli ordini complessivi è del 15,1% a Monza e del 16,8% in Lombardia. La componente estera risulta in entrambi i casi la più dinamica: in Brianza in particolare gli ordini esteri crescono del 17,5%, mentre quelli interni del 13,6%.

 

Mercato del lavoro

Dagli indicatori dell’indagine congiunturale relativi al mercato del lavoro delle imprese manifatturiere brianzole emerge il persistere di un basso ricorso alla cassa integrazione guadagni nel primo trimestre 2021 e una minima variazione riguardo l’occupazione. Nel trimestre ha fatto ricorso alla CIG il 3,8% delle imprese del campione, in calo dal trimestre passato (era il 5,7%) e in linea con le percentuali fisiologiche di ricorso alla CIG precedenti il picco del 2020, come si osserva anche dal grafico. Non varia rispetto a tre mesi fa la quota della cassa integrazione utilizzata sul monte ore complessivo del trimestre, attestatasi allo 0,9%. Riguardo al mercato del lavoro si registrano nel trimestre movimenti di discreta entità sia in entrata (2,7%) che in uscita (2,6%). Il saldo è quindi positivo di un solo decimo di punto, in peggioramento rispetto allo stesso trimestre del 2021, che aveva registrato un +0,6%.

 

 
Previsioni per il secondo trimestre 2022

Le aspettative degli imprenditori per il prossimo trimestre vedono una prevalenza di giudizi ottimisti per tutti e quattro gli indicatori rilevati, in linea con il quadro positivo della congiuntura e in particolare con la crescita degli ordini già acquisiti; peggiorano però rispetto ai trimestri precedenti i giudizi riguardo produzione e domanda estera.

La produzione è prevista in crescita nel prossimo trimestre dal 31,3% degli imprenditori brianzoli intervistati, più del doppio del 14,1% che si aspetta invece una riduzione (il restante 54,7% indica una prospettiva di stabilità). Il saldo tra ottimisti e pessimisti si mantiene positivo, ma in peggioramento di un paio di punti percentuali. Anche per l’occupazione prevalgono nettamente le indicazioni di crescita, che riguardano il 19,2% degli operatori, contro il 7,7% che si aspetta una riduzione.

Prevalgono i giudizi positivi per quanto riguarda le aspettative di entrambe le componenti della domanda, quella interna e quella estera, con le prospettive migliori che riguardano la componente interna. Circa il 26% degli operatori intervistati esprime giudizi di aumento degli ordini provenienti sia dall’Italia che dall’estero; coloro che si aspettano un calo degli ordini interni sono l’11,6%, mentre si sale fino al 21,6% per gli ordini esteri.

 

 

 

I dati dell'indagine congiunturale sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons

MI
MB
LO
Trimestre
Quarto
Anno
2021
Settori

Nel quarto trimestre del 2021 i principali comparti dell’export della Brianza si confermano i prodotti in metallo (505 milioni di euro movimentate nel trimestre) e i macchinari (409 milioni), che insieme valgono quasi un terzo (32,6%) delle esportazioni complessive della provincia. I flussi di prodotti chimici ammontano a circa 369 milioni (13,2%); è pari a 306 milioni invece la categoria residuale delle "altre attività manifatturiere", tra le quali si trovano le esportazioni di mobili che valgono 281 milioni di euro. Altri cinque comparti superano la soglia dei 100 milioni di euro di merci esportate: in ordine decrescente si tratta dell’elettronica (293 milioni), della farmaceutica (259 milioni), della gomma-plastica (202 milioni), degli apparecchi elettrici (123 milioni) e infine dei prodotti di abbigliamento (117 milioni). La graduatoria complessiva del 2021 risulta quasi identica per quanto riguarda la distribuzione per settore. Sono ben cinque i comparti che superano il miliardo di euro di merci esportate; i prodotti in metallo arrivano poco al di sotto dei 2 miliardi (1.976 milioni), i macchinari valgono quasi 1,6 miliardi di export per la Brianza, segue la chimica con oltre 1,4 miliardi, infine l’elettronica e le altre attività manifatturiere poco al di sopra del miliardo di euro. Tra i restanti settori, i flussi di export della farmaceutica ammontano a 891 milioni di euro, quelli della gomma-plastica a 759 milioni, seguono in graduatoria apparecchi elettrici (453 milioni) e abbigliamento (436 milioni).

Passando a considerare la composizione settoriale delle importazioni delle imprese brianzole, nel quarto trimestre 2021 si osserva la chimica in prima posizione con 500 milioni di euro di merci importate, pari a poco meno del 20% del totale provinciale. Seguono gli approvvigionamenti di merci dei comparti della meccanica, in particolare 366 milioni di euro che riguardano i prodotti in metallo e 313 milioni i macchinari. La graduatoria prosegue con il comparto dell’elettronica per un valore di 279 milioni di euro, dei prodotti farmaceutici per poco meno di 260 milioni e degli apparecchi elettrici per quasi 195 milioni. Superano i 100 milioni di euro anche gomma-plastica, abbigliamento e il comparto residuale delle "altre attività manifatturiere". Nell’intero 2021 risultano quattro settori per i quali l’approvvigionamento di merci della Brianza supera il miliardo di euro. I flussi di maggiore rilevanza riguardano la chimica con 1,7 miliardi di euro, seguita da prodotti in metallo (1,3 miliardi), macchinari ed elettronica. Poco al di sotto del miliardo di euro si colloca la farmaceutica (993 milioni), seguita dagli apparecchi elettrici (719 milioni); nessun altro comparto supera la quota dei 500 milioni.

La dinamica dell’export brianzolo vede una discreta crescita per quanto riguarda il quarto trimestre, ancora più robusta considerando il dato dell’anno, che risente però del recupero dal lockdown della prima metà del 2020. Per quanto riguarda il confronto con il quarto trimestre dello scorso anno, la crescita risulta del 9,4% mentre rispetto all’intero 2020 l’incremento risulta del 17,3%. Scomponendo per settore la dinamica dell’export del quarto trimestre, la quasi totalità dei comparti risulta in crescita. Tra i maggiori si segnala un forte incremento della farmaceutica (+29,7%), calata lo scorso trimestre; una crescita altrettanto robusta riguarda l’abbigliamento (+23,9%), meno rilevante però per valori assoluti. Tra i comparti di maggiori dimensioni, crescite superiori al 10% riguardano gomma-plastica (+17,8%), elettronica (+17%) e chimica (+11,5%). Più contenuta la dinamica di crescita che riguarda le altre attività manifatturiere (+9,1%), i prodotti in metallo (+7,5%) e gli apparecchi elettrici (+5%). I macchinari rappresentano l’unico comparto con più di 100 milioni di export che segna un calo rispetto al 2020 (-8,1%); tra i comparti di minori dimensioni si segnala un dato negativo per i mezzi di trasporto (-16,5%). Considerando il dato cumulato dell’intero anno, la dinamica di crescita migliora per l’export brianzolo nel complesso e per la maggior parte dei settori, mettendo in evidenza un significativo recupero rispetto alle riduzioni dei flussi commerciali con l’estero che hanno caratterizzato il 2020, in particolare la prima metà dell’anno. Riguardo la meccanica, si osserva una crescita del 18,4% per i prodotti in metallo e del 15,5% per i macchinari. Superano il 20% gli incrementi annui della chimica (+21,5%) e della categoria residuale delle altre attività manifatturiere (+21,6%). Tutti i comparti per i quali le imprese brianzole hanno esportato merci per almeno 100 milioni di euro nel 2021 risultano in crescita, in particolare osserviamo farmaceutica (+16,5%) e gomma-plastica (+16%).

La dinamica delle importazioni della Brianza indica un forte recupero rispetto al quarto trimestre del 2020 (+28,5%). La dinamica di crescita coinvolge quasi tutti i comparti del manifatturiero; l’unico segno negativo si osserva per le importazioni del comparto alimentare (-14,8%) tra i più piccoli in valori assoluti. Il comparto della chimica – il più rilevante per la dimensione dei flussi – è anche quello cresciuto maggiormente (+65,6%). Notevoli incrementi percentuali riguardano anche i prodotti in metallo (+41%), l’abbigliamento (+37,3%), i macchinari (+29,2%) e gli apparecchi elettrici (+26,5%). La dinamica annua dell’import delle imprese brianzole è ugualmente molto sostenuta (+27,7%), con incrementi rilevanti per quasi tutti i comparti. Le uniche eccezioni vengono dai due cresciuti nel 2020, ovvero l’alimentare che registra un calo (-17,2%) e la farmaceutica che è quello cresciuto di meno (+7,9%). L’incremento percentualmente maggiore sul 2020 si osserva per i comparti della chimica (+58,8%) e dei prodotti in metallo (+41,3%).

 

 

 

Aree geoeconomiche globali

Quasi i due terzi (65,5%) delle esportazioni delle imprese brianzole del quarto trimestre 2021 sono destinati a Paesi del continente europeo. Si tratta di 1,8 miliardi di euro di merci, di cui oltre 1,3 miliardi dirette a Paesi partner UE e 481 milioni a Paesi europei extra-UE; tra questi ultimi il più rilevante si conferma la Svizzera (237 milioni di euro), che per le imprese brianzole vale il doppio del Regno Unito (107 milioni). I Paesi asiatici intercettano il 20% delle esportazioni brianzole del trimestre, in cifre sono 561 milioni di euro. La principale direttrice riguarda l’Asia Orientale: verso la Cina sono diretti 117 milioni di euro di merci, altri 154 milioni sono invece destinati alle quattro Tigri Asiatiche (circa la metà dei quali indirizzati a Singapore). Il continente americano vale circa la metà di quello asiatico, sono 297 milioni di euro (il 10,6% del totale), per la gran parte (208 milioni) diretti ai soli Stati Uniti. Infine Africa e Oceania sono destinatarie rispettivamente del 3,3% e dello 0,6% delle esportazioni brianzole del trimestre. Nell’intero anno 2021 la quota di esportazioni dirette a Paesi europei è quasi identica a quella dell’ultimo trimestre (65,8%) per un valore di quasi 7 miliardi di euro, di cui 5,1 miliardi destinati a Paesi UE e 1,8 miliardi ai restanti. I flussi che riguardano l’Asia ammontano a 2,1 miliardi di euro, dei quali 1,5 miliardi si riferiscono ai Paesi dell’Estremo Oriente (427 milioni diretti in Cina, 305 milioni a Singapore), contro 418 milioni di euro di merci indirizzate a mercati del Medio Oriente e infine 161 milioni all’Asia Centrale (principalmente India). Nel 2021, verso il continente americano si sono diretti 1,1 miliardi di esportazioni, la cui gran parte interessa gli Stati Uniti: si tratta di 775 milioni di euro, mentre poco meno di 280 milioni di euro di merci sono destinate ai Paesi dell’America Centro-Meridionale.

Riguardo all’approvvigionamento di merci delle imprese brianzole, nel quarto trimestre 2021 oltre il 70% del valore delle importazioni complessive proviene dall’Europa (circa 1,8 miliardi di euro, di cui 1,5 da Paesi UE). Risulta leggermente inferiore rispetto ai trimestri recenti la quota delle importazioni che riguarda l’Asia, pari al 21,6% del totale per complessivi 544 milioni di euro; poco più della metà di questi flussi riguarda la sola Cina (280 milioni di euro). Ammontano a 145 milioni di euro le importazioni dal continente americano (5,8% del totale), quasi interamente riferite a merci provenienti dagli Stati Uniti (134 milioni). Le importazioni complessive delle imprese brianzole per il 2021 ammontano per volumi di scambio a 9,4 miliardi di euro, di cui 6,6 miliardi provenienti da Paesi europei, in particolare quasi 5,5 miliardi da partner dell’Unione Europea. L’approvvigionamento di merci dall’Asia vale 2,1 miliardi di euro, di cui poco più di 1 miliardo proveniente dalla Cina e quasi 450 milioni dalle quattro Tigri Asiatiche (190 milioni dalla Corea del Sud). Provengono dal continente americano 536 milioni di euro, quasi integralmente (500 milioni) dagli Stati Uniti.

La variazione dell’export delle imprese brianzole del quarto trimestre 2020 è ampiamente positiva verso Europa, Asia e America; scendendo nel dettaglio delle macro-aree e dei Paesi, si osservano comunque alcuni mercati in controtendenza. Più precisamente, l’incremento delle esportazioni varia dal 7,4% dell’Asia al 12,1% dell’America, passando per il 9,9% dell’Europa. In Europa si registra una crescita dell’11,1% dell’export brianzolo verso l’Unione Europea, che si ferma al 6,6% per i Paesi europei non UE; tra questi ultimi si osservano crescite rilevanti verso Svizzera (+7,7%) e Turchia (+30,2%), in calo il Regno Unito (-3,9%) e la Russia (-7,3%). Nel continente americano la dinamica positiva si deve unicamente alla parte centro-settentrionale del continente (+17% che diventa +18,7% per gli Stati Uniti), mentre sono in leggero calo i Paesi dell’America Centro-Meridionale (-1,5%). In Asia si osserva una flessione dei flussi diretti in Medio Oriente (-7,4%) e Asia Centrale (-7,6%), contrapposti a una performance estremamente positiva dei Paesi dell’Asia Orientale (+14,6%). Tutti i maggiori mercati dell’Estremo Oriente risultano in crescita per la Brianza, a partire dal più importante, ovvero la Cina (+11,7%); in termini percentuali gli incrementi maggiori riguardano Giappone (+71,5%) e Singapore (+38,7%), più contenuti verso Corea del Sud (+12,9%). Se dal trimestre passiamo a considerare la dinamica dell’intero anno, i dati migliorano significativamente per tutte le direttrici geografiche, dal momento che si viene a includere nel confronto il periodo di maggiori riduzioni degli scambi commerciali registrato nel primo e ancor di più nel secondo trimestre del 2020. L’export verso l’Europa segna un recupero del 16,1%, quasi identico per le due macro aree dei mercati UE e dei restanti Paesi; tutti i principali Paesi non UE crescono a partire dal più rilevante, ovvero la Svizzera (+11,2%). Fuori dall’Europa, la dinamica dell’America (+23,9%) risulta migliore di quella dell’Asia (+19,9%). In America si segnala un forte recupero dell’export verso gli Stati Uniti (+26,7%), molto positivo anche il dato relativo all’America Centro-Meridionale (+17,7%). In Asia si registra una crescita del 10,2% verso il Medio Oriente e del 30,5% verso l’Asia Centrale; più rilevante per le dimensioni dei flussi l’incremento del 21,8% nei confronti dell’Asia Orientale, con performance particolarmente positive per Cina (+26,9%), Singapore (+44,3%) e Giappone (+70%).

La dinamica dell’import della Brianza risulta migliore di quella dell’export; l’incremento rispetto al quarto trimestre 2020 è stato infatti del 28,5% rispetto a un +9,4% dell’export. Tutte le principali direttrici geografiche sono in forte crescita su base annua, in particolare si notano incrementi importanti dei flussi di merci provenienti da America (+49,3%) e Asia (+49,9%). In Europa si osserva un incremento inferiore – anche se di entità rilevante (+21,1%) – che beneficia soprattutto dell’aumento delle merci provenienti da altri Paesi UE (+24,5%). Riguardo al continente americano, si osservano incrementi di notevole intensità sia rispetto ai Paesi dell’America Settentrionale (+50,1%) sia dell’America Centro-Meridionale (+38%). In Asia l’aumento dell’import riguarda – con diversa intensità – tutte le macro aree del continente; da segnalare in particolare in Estremo Oriente il forte incremento dei flussi provenienti dalla Cina (+39,9%) e dalla Corea del Sud (quasi quadruplicati). La dinamica dell’intero anno 2021 vede un incremento complessivo dell’import provinciale del 27,7%, con un contributo maggiore di alcuni punti percentuali da parte di America (+30,5%) e Asia (+33,1%) rispetto all’Europa (+25,3%). In Europa si registrano incrementi nell’approvvigionamento delle merci di simile entità tra i Paesi UE (+25,4%) e non UE (+24,8%), tra i quali si osserva un calo del Regno Unito (-2,9%). In America si nota che l’aumento dell’import si deve alla crescita dei flussi dagli Stati Uniti (+34,8%), mentre nei confronti dell’America Centro-Meridionale si registra un incremento di piccola entità (+2,9%). In Cina infine le importazioni brianzole hanno visto un recupero sul 2020 di oltre un terzo (+37,7%); più rilevante in termini percentuali l’incremento registrato dai mercati delle quattro Tigri Asiatiche (+54,3%).

 

 

Dettaglio europeo

Germania e Francia sono le principali destinazioni dell’export della Brianza verso l’Unione Europea nel quarto trimestre 2021; il valore delle merci esportate è pari a 392 milioni di euro per la Germania e 234 milioni per la Francia. Segue la Spagna che vale per le imprese brianzole 125 milioni di euro nel trimestre. La Polonia è il primo tra i Paesi dell’Europa dell’Est, con circa 94 milioni di euro di export nel trimestre, successivamente troviamo i Paesi Bassi (80 milioni) e il Belgio (57 milioni). Nell’intero anno 2021 le esportazioni delle imprese della Brianza in Germania valgono 1,4 miliardi di euro, seguono Francia (917 milioni) e Spagna (484 milioni); nel complesso il 55% dell’export brianzolo in UE riguarda questi tre Paesi. La graduatoria prosegue con la Polonia a quota 349 milioni, quindi Paesi Bassi (262 milioni) e Belgio (254 milioni), mentre altri cinque Paesi superano i 100 milioni di export (Austria, Svezia, Repubblica Ceca, Romania e Ungheria).

La Germania è il partner UE più importante per la Brianza anche nella graduatoria dell’import; si tratta di quasi un terzo delle merci importate nel trimestre dalla UE pari a 479 milioni di euro. In seconda posizione i Paesi Bassi (243 milioni di euro di import) seguiti dalla Francia (205 milioni). Flussi di importazioni superiori ai 100 milioni di euro riguardano anche Belgio (130 milioni) e Spagna (101 milioni). Il dato complessivo del 2021 vede un ammontare di ben 1,8 miliardi di euro di importazioni dalla Germania. Molto inferiore l’entità dei flussi che riguarda gli altri Paesi UE, i principali dei quali sono Paesi Bassi (782 milioni), Francia (668 milioni) e Belgio (508 milioni).

La dinamica dell’export del trimestre indica variazioni positive per i principali partner europei della Brianza. La Germania oltre a essere il primo Paese per volumi di scambi è anche tra quelli che hanno registrato la crescita più significativa (+23,1%); piuttosto robusto anche l’aumento che riguarda Polonia (+30,8%) e Paesi Bassi (+36,1%). Un ritmo di crescita inferiore si osserva per gli altri principali partner della Brianza quali Francia (+2,6%) e Spagna (+9,3%). Tra i pochi Paesi nei confronti dei quali si osserva un calo delle esportazioni, il più rilevante è la Svezia (-3,4%). Nel bilancio complessivo del 2021 sono quasi assenti i mercati verso cui si riducono le esportazioni. Quasi tutti in realtà hanno registrato un recupero sul 2020 superiore al 10%; in particolare per i principali Paesi si osserva un incremento del 17% verso la Germania, del 14,2% verso la Francia e del 20% verso la Spagna. L’eccezione è data dai Paesi Bassi, per i quali si riscontra invece una variazione minima (+0,3%).

La dinamica dell’import vede incrementare gli approvvigionamenti di merci della Brianza rispetto a tutti i principali partner UE. Le importazioni dalla Germania crescono del 31,9%, dal Belgio del 38% e dalla Francia del 29,4%. Al di sotto del 10% la crescita delle importazioni dalla Spagna (+8,1%). Flussi in calo si osservano solo da alcuni mercati minori, quali Ungheria (-6,1%) e Slovacchia (-8,7%). Anche osservando il bilancio dell’intero 2021, si registrano consistenti incrementi delle importazioni di merci brianzole da quasi tutti i Paesi UE, in particolare Germania (+31,7%), Paesi Bassi (+23,4%) e Francia (+22,5%). L’Ungheria rimane l’unico mercato discretamente rilevante per il quale si osserva un calo dei flussi (-1,2%).

 

 

MI
MB
LO
Trimestre
Quarto
Anno
2021
Indice della produzione industriale

Nel quarto trimestre del 2021 per l’artigianato manifatturiero brianzolo continua il trend di crescita dei trimestri precedenti, che comporta un consistente recupero rispetto al 2020 e anche il superamento, almeno per il trimestre in esame, dei livelli del 2019. In termini tendenziali la crescita della produzione risulta del 9,5%, piuttosto rilevante se consideriamo che nel quarto trimestre del 2020 la fase più critica della crisi pandemica era superata, come si osserva dal grafico. Sempre dal grafico si nota come già dal trimestre passato il livello della produzione sia al di sopra di quello medio del 2019. Il grafico permette di apprezzare il trend della produzione dell’artigianato brianzolo su un periodo più lungo, nel quale si osserva una lieve crescita nel 2019, il forte crollo nella prima metà del 2020 e la successiva risalita. Rispetto all’industria il bilancio di medio termine è comunque meno brillante: il numero indice della produzione (espresso con base 2010 pari a 100) risale nel trimestre a quota 104,3 ovvero solo il 4,3% al di sopra dei livelli medi del 2010.

 

 
Analisi congiunturale

La dinamica congiunturale dell’artigianato brianzolo è positiva per la produzione, anche se la crescita risulta inferiore a quella regionale. La crescita in provincia è del 2,1% (dato destagionalizzato) mentre in regione risulta del 2,6%. Anche il fatturato risulta in crescita ma meno della produzione (+1,7%); in regione invece il fatturato cresce più della produzione (+3,2%). Tornano a crescere gli ordini acquisiti, in calo tre mesi fa in Brianza; la crescita congiunturale è del 3,2%, superiore in questo caso al dato regionale (+2,7%). Riguardo ai giudizi sulle scorte di prodotti finiti si conferma una prevalenza di imprese che giudicano scarse le proprie scorte, valutazione che potrebbe suggerire aumenti di produzione per rifornire il magazzino.

Le imprese artigiane, come quelle dell’industria, continuano a segnalare anche nel trimestre in esame forti tensioni sui prezzi delle materie prime: si tratta di una crescita congiunturale del 15,3% in provincia e del 14,1% in regione. Più contenuto ma comunque significativo l’incremento registrato dai prezzi dei prodotti finiti (+7,3% in Brianza e +6,9% in Lombardia).

 

Analisi tendenziale

La dinamica tendenziale risulta confortante sia in Brianza che in Lombardia, mostrando una robusta crescita di tutti i principali indicatori. Si tratta ovviamente di un incremento che riflette un ritorno alla normalità pre-pandemia piuttosto che una effettiva crescita di tale entità, ma è comunque da osservare il fatto che nel quarto trimestre del 2020 con cui ci stiamo confrontando era stato già recuperato buona parte del terreno perduto nella prima metà dell’anno. Come già osservato nel primo grafico, si può riscontrare un bilancio positivo anche raffrontando i livelli attuali della produzione con quelli del 2019.

Su base tendenziale l’incremento della produzione dell’artigianato manifatturiero brianzolo è del 9,5%, dato comunque inferiore a quello regionale che raggiunge il +10,8%. La variazione annua di fatturato e ordini per la Brianza è inferiore alla produzione ma ugualmente estremamente positiva, si tratta del +8,4% per il fatturato e del +7,2% per gli ordini. In regione la dinamica di tutti gli indicatori risulta migliore di quella provinciale, in particolare si osserva una crescita del fatturato del 12,9% e degli ordini del 9,6%.

 

Previsioni per il primo trimestre 2022

Il dato meno confortante della rilevazione trimestrale emerge dalle aspettative sull’immediato futuro espresse dagli operatori. Il clima di fiducia peggiora rispetto allo scorso trimestre, risultando in un saldo negativo tra giudizi di aumento e di riduzione per produzione e domanda interna.

La quota di operatori che indica una previsione di aumento della produzione scende al 16,1% (dal 28% di tre mesi fa), contestualmente aumentano quanti si aspettano un calo (23,7% rispetto al 15% dello scorso trimestre). Il saldo risulta quindi negativo, dopo due trimestri nei quali per contro si era osservata una prevalenza di giudizi ottimisti. Riguardo la domanda interna le aspettative sono leggermente peggiori: si rileva infatti un 12,8% di giudizi ottimisti contro un 26,5% di pessimisti; come per la produzione emerge un peggioramento del clima di fiducia che aveva visto un picco verso l’altro proprio lo scorso trimestre. Anche per l’occupazione peggiorano le aspettative degli artigiani brianzoli, rimane però ugualmente una leggera prevalenza di giudizi negativi (8,4%) su quelli positivi (7,6%).

 

 
MI
MB
LO
Trimestre
Terzo
Anno
2023

 

 

Indice del fatturato dei servizi

I servizi della provincia di Monza evidenziano nel terzo trimestre 2023 un aumento del fatturato favorito dal processo inflazionistico dei prezzi.

Al netto degli effetti stagionali, l’indice del fatturato ha raggiunto nel terzo trimestre 2023 un nuovo punto di massimo collocandosi a quota 131,5 (+0,6% destagionalizzato), tuttavia il sentiero congiunturale registra un progressivo rallentamento come evidenzia il trend dei saggi di crescita dei due trimestri precedenti (+1,3% nel primo trimestre e +0,9% nel secondo trimestre 2023).

Nei confronti del terzo trimestre dello scorso anno, la dinamica tendenziale registra ancora una significativa crescita (+3,2%), ma con una dinamica in costante decelerazione dal secondo trimestre dello scorso anno.

Emergono, inoltre, segnali di deterioramento per il mantenimento dell’area di incremento del fatturato, che si riduce sensibilmente rispetto alla precedente rilevazione, quando rappresentava la metà delle imprese rispondenti. Pertanto, la fase di crescita del settore è condivisa nel terzo trimestre 2023 dal 42% dei rispondenti, dove la frazione di imprese con incrementi oltre i 5 punti percentuali rappresenta il 36,1% del totale imprese (44% nel secondo trimestre 2023).

Alla riduzione dell’area di crescita è quindi corrisposto un rafforzamento della quota di operatori con fatturato in contrazione, che ora rappresentano circa un terzo delle imprese dei servizi (26,8% nella precedente rilevazione), in particolare il 29,7% ha registrato una flessione tendenziale del fatturato superiore ai 5 punti percentuali (22,5% nel secondo trimestre 2023).

 

 
Previsioni per il quarto trimestre 2023

Le aspettative delle imprese dei servizi della provincia di Monza Brianza per il quarto trimestre 2023 registrano una divergenza tra gli andamenti attesi per il fatturato e quelli per l’occupazione.

Il quadro dettagliato delle previsioni relative al fatturato, espresso dai saldi complessivi delle risposte (differenza tra ipotesi di aumento e di diminuzione), indica un miglioramento del saldo rispetto alla precedente rilevazione (1,3% contro -3,5% del secondo trimestre).

Il ritorno delle aspettative in un quadrante positivo è determinato da un aumento di 3 punti della frazione di imprese con stime di crescita rispetto alla precedente rilevazione (20,6% contro +17,6%) e dalla contestuale riduzione sia della quota di operatori con aspettative di diminuzione (12% contro 15% del secondo trimestre) sia della frazione di imprese con prospettive di stabilità del fatturato (61,3% contro 60%). Nei confronti delle aspettative sull’occupazione, si osserva invece un peggioramento del saldo complessivo delle risposte (6,5% contro 14,2%).

Si registra infatti un rafforzamento delle stime afferenti all’area di stabilità per il successivo trimestre – che coinvolge il 79,3% delle imprese rispondenti – e la contemporanea riduzione di 7 punti percentuali della quota di imprese con ipotesi di aumento, condivisa ora dal 13,5 % degli operatori dei servizi (20,6% nella rilevazione precedente). Si stabilizza invece la frazione di operatori con stime di diminuzione (6,4% contro 7%).

 

 

 

I dati dell'indagine congiunturale sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons

MI
MB
LO
Trimestre
Quarto
Anno
2021
Indice della produzione industriale

Nel quarto trimestre 2021 prosegue la fase di crescita dell’industria brianzola, che nel complesso chiude l’anno con un bilancio positivo sia rispetto al 2020 del lockdown che all’anno precedente. Importante anche la crescita congiunturale, quindi rispetto al terzo trimestre 2021, che riguarda tutti i principali indicatori. Gli aspetti più critici riguardano invece la crescita dei prezzi delle materie prime che non accenna ancora a rientrare, un tema che forse ha inciso sulle aspettative, che pur rimanendo positive peggiorano leggermente. La crescita tendenziale della produzione industriale che si osserva nel grafico è piuttosto importante, si tratta del 10,1%: un dato in linea con il ritmo di crescita annua del trimestre scorso. Dall’osservazione del numero indice (calcolato ponendo pari a 100 il 2010 come anno di riferimento) emerge piuttosto nettamente il percorso di ripresa dei volumi produttivi dell’industria nel corso del 2021. Toccato il punto di minimo nel secondo trimestre 2020 a quota 87,4 l’indice è costantemente risalito superando i livelli pre-pandemia del 2019 arrivando a 115,2 nel trimestre in esame.

 

 
Analisi congiunturale

La dinamica congiunturale dell’industria manifatturiera brianzola è positiva, analogamente al trend regionale, sebbene si osservino delle differenze con il resto della Lombardia riguardo ad alcuni indicatori.

La crescita della produzione industriale in Brianza risulta del 2,4% (dato destagionalizzato), un valore estremamente incoraggiante che trova riscontro nella dinamica regionale (+2,3%). Cresce anche il fatturato ma a un ritmo decisamente inferiore (+1,1%). A livello regionale si segnala invece un trend di crescita del fatturato più importante (+3,6%). La quota di fatturato realizzata all’estero è leggermente in calo rispetto al trimestre scorso, scendendo al 35,3% e rimanendo al di sotto della media regionale che si mantiene costante al 38,7%.

La dinamica degli ordini vede una forte crescita delle commesse provenienti dall’estero (+6,1%) che nei trimestri passati ha fatto segnare forti fluttuazioni; risultano in terreno positivo anche gli ordini pervenuti dall’Italia (+2,9%). Anche in regione la dinamica degli ordinativi è positiva, con una performance migliore della componente di domanda interna (+5%) rispetto a quella estera (+3,9%).

Come accennato, la tensione sui prezzi delle materie prime si mantiene anche nell’ultimo trimestre dell’anno: la velocità di crescita rimane attorno al 10% su base congiunturale, esattamente del 9,6% a Monza e del 10,6% in Lombardia. Piuttosto sensibili anche gli incrementi dei prezzi dei prodotti finiti che raggiungono il +4,8% in Brianza (+5,4% in Lombardia).

 

Analisi tendenziale

La dinamica tendenziale dell’industria manifatturiera brianzola risulta positiva per tutti gli indicatori rilevati, con una crescita pari o superiore al 10%. Il dato è particolarmente rilevante se consideriamo che nel quarto trimestre del 2020 si era già registrato un discreto recupero rispetto ai trimestri precedenti; inoltre, il trend provinciale è rafforzato da quello regionale che, come si vede dal grafico, è del tutto analogo. I livelli produttivi raggiunti nel trimestre risultano peraltro in crescita anche se messi a confronto con il 2019.

La produzione industriale cresce su base annua del 10,1%, circa un punto percentuale al di sotto della media regionale (+11,2%).

L’incremento annuo del fatturato risulta superiore a quello della produzione, sia in Brianza che in Lombardia. In provincia i ricavi dell’industria manifatturiera sono cresciuti in un anno del 16,1%, con un apporto della componente interna (+17,7%) più rilevante di quella estera (+13,2%). In Lombardia il fatturato cresce del 19,8%, presentando una differenza minima tra le vendite all’estero (+20,1%) e quelle in Italia (+19,7%).

Per quanto riguarda gli ordini, in Brianza sono le commesse provenienti dall’estero (+19,2%) a essere cresciute maggiormente rispetto a quelle dall’Italia (+11,8%); l’incremento complessivo degli ordinativi è risultato pari al 14,4%. In Lombardia gli ordini crescono in un anno del 19% beneficiando di un incremento della componente interna (+19,5%) di circa un punto percentuale superiore a quella estera (+18,3%).

 

Mercato del lavoro

Gli indicatori dell’indagine congiunturale relativi al mercato del lavoro delle imprese manifatturiere brianzole nel trimestre risultano in linea con il trimestre precedente per quanto riguarda il ricorso alla cassa integrazione e in miglioramento invece sotto il profilo del saldo tra entrate e uscite dal mercato del lavoro. Nel trimestre hanno utilizzato la CIG il 5,7% delle imprese del campione, poco meno del trimestre passato (6,3%); un dato in linea con i valori del 2019, ben lontano dal picco superiore al 65% raggiunto nel secondo trimestre del 2020. Si mantiene contenuto il ricorso alla CIG anche se misurato in termini di quota percentuale sul monte ore complessivo: si tratta dello 0,9% (era lo 0,5% nel terzo trimestre 2021). Relativamente al mercato del lavoro si osservano tassi di entrata (3%) e di uscita (2,6%) particolarmente elevati rispetto alla serie storica recente. La differenza è quindi positiva (+0,4%) mentre gli ultimi tre anni si erano chiusi con un saldo negativo nell’ultimo trimestre.

 

 
Previsioni per il primo trimestre 2022

Le aspettative degli imprenditori per il prossimo trimestre sono nel complesso positive: rilevando una maggioranza relativa di giudizi di aumento, le previsioni riflettono gli indicatori positivi della rilevazione congiunturale; tuttavia, si osserva un peggioramento rispetto alle valutazioni espresse tre mesi fa, effetto forse del perdurare delle tensioni sui prezzi.

Il 29,5% degli imprenditori manifatturieri brianzoli si attende un aumento della produzione nel prossimo trimestre mentre solamente il 10,1% indica una diminuzione (il restante 60,4% si aspetta una produzione stabile). Il saldo tra ottimisti e pessimisti rimane quindi ampiamente positivo anche se in leggero peggioramento. Anche per l’occupazione il saldo tra giudizi di aumento e di riduzione è positivo, solo di poco ridimensionato rispetto a tre mesi fa. I giudizi ottimisti riguardano il 19,3% degli operatori, quelli pessimisti il 7,9%.

Le aspettative sulla domanda mettono in luce una prospettiva migliore riguardo la componente estera; per entrambe le componenti della domanda il saldo tra giudizi ottimisti e pessimisti è positivo, lievemente peggiorato dallo scorso trimestre. Riguardo la domanda estera, il 28,8% degli intervistati si aspetta che aumenti contro il 12,8% per cui diminuirà; per la domanda interna la previsione di incremento scende al 20,3% mentre la quota di chi si aspetta una riduzione si attesta al 13%.

 

 

 

I dati dell'indagine congiunturale sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons