Monza Brianza

Abbreviazione
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Trimestre
Quarto
Anno
2022
Indice della produzione industriale

Nel quarto trimestre 2022 l’artigianato manifatturiero brianzolo continua sul percorso di crescita iniziato nel 2021, sia su base congiunturale che tendenziale, a una velocità di crescita vicina a quella dei trimestri recenti. L’aumento riguarda tutti gli indicatori rilevati, ma non ha ancora impatto sulle aspettative, che nonostante un miglioramento indicano ancora una prevalenza di opinioni pessimiste. La produzione cresce del 7,1% rispetto al quarto trimestre 2021, dato del tutto identico a quello rilevato tre mesi fa. Il grafico permette di apprezzare il trend della produzione dell’artigianato brianzolo su un periodo più lungo, nel quale si osserva una lieve crescita nel 2019, il forte crollo nella prima metà del 2020 e la successiva risalita che continua tuttora. Il numero indice della produzione (espresso con base 2010 pari a 100) raggiunge quota 111,7 nel trimestre, toccando quindi un nuovo massimo nella serie storica recente (nel secondo trimestre 2020 il minimo era stato di 81,1).

 

 
Analisi congiunturale

La dinamica congiunturale dell’artigianato brianzolo evidenzia un robusto aumento per tutti gli indicatori rilevati, in coerenza con quanto avviene a livello regionale. La crescita congiunturale della produzione è pari all’1,6% (dato destagionalizzato), in linea con il dato lombardo dell’1,7%. A differenza dei trimestri recenti non si osservano particolari differenze tra la dinamica del fatturato e quella della produzione. Per Monza l’incremento congiunturale del fatturato è identico al dato della produzione (1,6%), in regione di poco inferiore (1,5%). Gli ordini sono cresciuti invece dell’1,2%, meglio del dato regionale fermo allo 0,6%. L’incidenza dei mercati esteri sul fatturato dell’artigianato manifatturiero brianzolo nel quarto trimestre 2022 è pari al 5,3% (in discesa dal 6,9% di tre mesi fa), in Lombardia si attesta invece al 6,6%.

La crescita dei prezzi delle materie prime è ancora estremamente elevata nel trimestre anche se la velocità inizia a rallentare, come si osserva anche nella rilevazione sull’industria. In Brianza l’incremento congiunturale dei prezzi delle materie prime è dell’11,2% (era il 18,7% tre mesi fa), in Lombardia leggermente più basso (9,9%). Anche per i prezzi dei prodotti finiti si osserva un rallentamento: aumentano del 6,2% rispetto al 10% di tre mesi fa.

 

Analisi tendenziale

Osservando la dinamica tendenziale si conferma la robusta crescita dell’artigianato manifatturiero brianzolo, anche a confronto con i dati regionali. Come si può osservare nel primo grafico per quanto riguarda la produzione, il dato risulta particolarmente positivo considerando che il quarto trimestre 2021 con cui ci stiamo confrontando risultava avere già ampiamente recuperato i livelli produttivi precedenti la pandemia.

La produzione dell’artigianato manifatturiero brianzolo sale in un anno del 7,1%, meglio rispetto a quanto avviene a livello regionale, con una crescita del 4,9%. L’aumento del fatturato risulta solo leggermente migliore a quello della produzione sia in provincia che in regione; in Brianza si registra un incremento annuo del 7,6%, mentre in Lombardia del 5,6%. La dinamica degli ordini rimane la più debole tra i tre indicatori rilevati, la crescita è infatti del 3,9% in Brianza e del 2,4% in Lombardia.

 

Previsioni per il primo trimestre 2023

Nonostante lo scenario complessivamente positivo del trimestre, le aspettative espresse dagli artigiani brianzoli mostrano ancora una prevalenza di giudizi di calo per tutte e tre le variabili rilevate, pur in presenza di segnali di miglioramento rispetto ai giudizi di tre mesi fa.

Il 15,2% degli operatori si aspetta una crescita della produzione, quota quasi invariata dallo scorso trimestre, contro il 24,8% che si aspetta un calo (erano il 34,5%). Il saldo tra ottimisti e pessimisti risulta quindi in miglioramento, ma ancora in terreno decisamente negativo. Leggermente più critiche le opinioni sulla domanda interna: la quota di aspettative di riduzione è identica a quella della produzione (24,8%), più basse invece le aspettative di crescita (11,4%); il saldo tra ottimisti e pessimisti segue la stessa dinamica di quello della produzione, ancora negativo ma in miglioramento. Le aspettative sull’occupazione restituiscono come di consueto un quadro di sostanziale stabilità: l’83,8% non si aspetta variazioni, tra i rimanenti prevalgono leggermente i giudizi di riduzione (8,6%) su quelli di crescita (7,6%).

 

 
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Trimestre
Quarto
Anno
2022
Indice della produzione industriale

Nel quarto trimestre del 2022 l’industria manifatturiera brianzola registra un evidente rallentamento della robusta crescita del recente passato, analogamente a quanto osserviamo a livello regionale. Tutti i principali indicatori (produzione, fatturato e ordini) evidenziano un aumento rispetto al quarto trimestre 2021, particolarmente significativo per quanto riguarda gli ordini, mentre a livello congiunturale si osserva una dinamica contenuta della produzione e un calo degli ordini provenienti dall’estero. Si riducono le tensioni sui prezzi con incrementi congiunturali di quelli delle materie prime, che scendono al di sotto del 5%. Le aspettative sulla produzione si mantengono positive; sono invece negative – ma in miglioramento – per la domanda interna. Nel primo grafico emerge il rallentamento della crescita tendenziale della produzione, che si attesta al 2,8% dopo avere superato il 10% nel primo trimestre dell’anno. Il numero indice (calcolato ponendo pari a 100 il 2010 come anno di riferimento) raggiunge comunque un nuovo punto di massimo nella serie storica recente; nel trimestre in esame si attesta a quota 122,1 dopo essere sceso fino a 87,5 nella fase più critica della crisi del 2020.

 

 
Analisi congiunturale

La dinamica congiunturale dell’industria manifatturiera brianzola indica un rallentamento della crescita di produzione e fatturato, entrambi al di sotto della media lombarda, oltre a un’indicazione negativa proveniente dal mercato nazionale.

La produzione industriale in Brianza aumenta dello 0,3% (dato destagionalizzato) rispetto al terzo trimestre del 2022, al di sotto del dato regionale (+0,8%). La crescita del fatturato si mantiene superiore a quella della produzione, anche per effetto degli incrementi dei prezzi, risultando pari allo 0,8% in Brianza; in regione invece l’incremento congiunturale del fatturato raggiunge l’1,7%. La quota di fatturato realizzata all’estero è sensibilmente calata: dal 39,1% del trimestre scorso al 35,8% dell’attuale; anche in Lombardia si osserva un calo, seppure di entità più contenuta (da 39,8% a 38,8%).

Sotto il profilo degli ordini, per l’industria brianzola si osserva una forte divaricazione tra la dinamica degli ordinativi provenienti dall’Italia, che sono in crescita (+2,3%), e quelli provenienti dall’estero, che si riscontrano invece in calo (-1,1%). In regione si osserva un andamento del tutto differente: il portafoglio ordini dall’estero aumenta leggermente (+0,3%), contro una piccola flessione del mercato nazionale (-0,2%).

Rispetto agli ultimi trimestri si osserva un’inversione di tendenza riguardo all’aumento dei prezzi: quelli delle materie prime hanno infatti registrato una crescita congiunturale attorno al 10% per tutti i trimestri da metà 2021 in poi; solo ora nel quarto trimestre 2022 il dato che emerge dalla rilevazione scende al 4,6% in Brianza e al 5,2% in Lombardia. Contestualmente si riduce anche la velocità di crescita dei prezzi dei prodotti finiti, che si attesta al 4,4% a Monza e al 4,3% in Lombardia.

 

Analisi tendenziale

Gli indicatori tendenziali indicano una buona crescita annua dell’industria manifatturiera brianzola e lombarda, per quanto sia in provincia che in regione si osservi un rallentamento rispetto a quanto rilevato nei trimestri recenti. Il fatturato continua ad aumentare più della produzione, incorporando la dinamica positiva dei prezzi, mentre il dato più confortante per l’industria brianzola arriva dall’osservazione degli ordini.

La dinamica della produzione risulta quasi completamente identica in Brianza (+2,8%) e in Lombardia (+2,7%).

L’incremento annuo del fatturato supera – come accennato – quello della produzione, in quanto incorpora anche la crescita dei prezzi. I ricavi dell’industria manifatturiera aumentano rispetto al quarto trimestre del 2021 del 7,1% a Monza e del 9,2% in Lombardia. La crescita per la Brianza si deve alle vendite realizzate all’estero con un incremento annuo del 9,1%, il fatturato interno aumenta solamente del 5,9%. Anche a livello regionale l’incremento del fatturato rispetto al 2021 beneficia più della componente estera (+11,1%) che di quella interna (+8%).

La dinamica degli ordini risulta estremamente confortante per il manifatturiero provinciale, mentre a livello lombardo si osserva una crescita nettamente meno robusta. In Brianza il portafoglio ordini delle imprese manifatturiere aumenta del 7,5% rispetto al quarto trimestre 2021, grazie in particolare al contributo degli ordini interni (+8,5%). In Lombardia gli ordini sono cresciuti in un anno del 2,7%, beneficiando soprattutto della performance della componente estera (+3,7%).

 

Mercato del lavoro

Gli indicatori dell’indagine congiunturale relativi al mercato del lavoro delle imprese manifatturiere brianzole evidenziano scostamenti di piccola entità rispetto ai trimestri passati. Sale leggermente la quota di imprese che dichiara di avere fatto ricorso alla CIG, passando dal 4% di quelle intervistate tre mesi fa, al 5,6% del quarto trimestre dell’anno, un dato che rimane comunque in linea con le percentuali abituali di ricorso alla CIG precedenti il picco del 2020. Rimane contestualmente molto bassa l’incidenza della CIG sul monte ore complessivo delle imprese nel trimestre, pari allo 0,4% (era scesa fino allo 0,1% tre mesi fa). Riguardo al mercato del lavoro si segnala un peggioramento del saldo tra entrate e uscite che diventa negativo (-0,2%) dopo quattro trimestri consecutivi di segno positivo. Rispetto al quarto trimestre del 2021 si osserva una significativa discesa del tasso di ingresso, passato dal 3% al 2,3%, mentre rimane abbastanza stabile il tasso di uscita (sceso dal 2,6% al 2,5%).

 

 
Previsioni per il primo trimestre 2023

Le aspettative degli imprenditori per il prossimo trimestre sono nel complesso moderatamente ottimiste. Prevalgono i giudizi di crescita per quanto riguarda la produzione e l’occupazione, più cauti però rispetto a tre mesi fa. Sono maggiori le aspettative di crescita per la domanda estera, leggermente negativo invece il bilancio dei giudizi sulla domanda interna.

La quota di operatori brianzoli intervistati che si aspetta un incremento della produzione è del 26,4%, contro il 17,6% che si aspetta una riduzione (il 56% indica stabilità). Il saldo tra ottimisti e pessimisti è ancora positivo (8,8 punti percentuali), ma in peggioramento ormai da diversi trimestri. Una simile tendenza si riscontra anche per le aspettative sull’occupazione con il saldo tra ottimisti (11,2%) e pessimisti (7,2%) sceso di 4 punti percentuali.

Le aspettative sulla domanda degli imprenditori brianzoli indicano un leggero miglioramento del clima di fiducia rispetto al trimestre passato, come si osserva dal grafico, e una preferenza per i mercati esteri. Per la domanda interna il 17,6% si aspetta una crescita e il 19,2% indica invece più probabile un calo; riguardo la domanda estera osserviamo una quota simile di indicazioni pessimiste (19,7%), contro però un 24,8% di aspettative di crescita.

 

 

 

I dati dell'indagine congiunturale, rivolta a un campione di imprese con 10 o più addetti, sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons.

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Trimestre
Terzo
Anno
2022
Settori

L’export del terzo trimestre 2022 della provincia di Monza e Brianza vede in prima posizione il comparto dei prodotti in metallo (circa 560 milioni di euro di merci esportate), seguito dai prodotti chimici (455 milioni) e dai macchinari (426 milioni), tre comparti che complessivamente valgono poco meno della metà delle esportazioni provinciali (46,2%). La graduatoria prosegue con il comparto dell’elettronica che vale 345 milioni di euro, seguito dalla voce residuale delle altre attività manifatturiere con 309 milioni di euro (al cui interno l’export di mobili vale 278 milioni), quindi farmaceutica (288 milioni) e gomma-plastica (216 milioni). Due altri comparti meno rilevanti superano comunque la soglia dei 100 milioni di export nel trimestre in esame, si tratta dell’abbigliamento (139 milioni) e degli apparecchi elettrici (132 milioni). Il dato cumulato dei primi nove mesi dell’anno vede gli stessi tre primi comparti in cima alla graduatoria, con valori superiori al miliardo di euro: i prodotti in metallo raggiungono 1,7 miliardi di euro, la chimica arriva a 1,4 miliardi e i macchinari a 1,2 miliardi. La farmaceutica si posiziona poco al di sotto del miliardo (980 milioni) seguita a breve distanza dall’elettronica (950 milioni) e successivamente dalle altre attività manifatturiere (901 milioni di cui 813 milioni riguardano i mobili). La gomma-plastica vale invece 695 milioni di euro per le imprese brianzole, l’abbigliamento poco meno di 400 milioni e gli apparecchi elettrici 370 milioni.

Passando a considerare la composizione settoriale dell’import delle imprese brianzole nel terzo trimestre del 2022, il comparto di maggiori dimensioni, come per l’export, è quello dei prodotti in metallo con un valore delle merci importate di 504 milioni di euro ovvero il 17,5% del totale. La chimica è il secondo comparto in graduatoria, segmento per cui l’import della Brianza vale 437 milioni di euro in tre mesi, mentre al terzo posto i macchinari arrivano a quasi 350 milioni. Poco al di sotto dei 290 milioni si trovano i flussi di import di farmaceutica ed elettronica, seguono gli apparecchi elettrici (247 milioni). Tra i cento e i duecento milioni di euro di import si collocano invece, in ordine decrescente, i comparti dell’abbigliamento, della gomma-plastica, delle altre attività manifatturiere e dei prodotti in legno. Tra gennaio e settembre 2022 tre comparti superano il miliardo di euro di merci importate dalla Brianza, si tratta dei prodotti in metallo (1,5 miliardi) della chimica (1,3 miliardi) e dei macchinari (1,2 miliardi). Il resto della graduatoria ricalca quella dell’ultimo trimestre, troviamo quindi i flussi di prodotti farmaceutici che ammontano a 929 milioni, quelli di elettronica pari a 834 milioni e gli apparecchi elettrici a 724 milioni.

Il confronto con i dati del 2021 restituisce ancora una crescita annua a doppia cifra, sia per le esportazioni che le importazioni. Trattandosi di dati espressi in euro correnti, la crescita dei flussi riflette però anche gli incrementi dei prezzi, particolarmente significativi nel corso del 2022; i dati sull’interscambio espressi in quantità, disponibili solamente a livello regionale, indicano invece un calo della maggior parte dei settori, specie riguardo l’export. La crescita complessiva dell’export brianzolo rispetto al terzo trimestre del 2021 risulta del 24,9%. Tutti i comparti manifatturieri crescono oltre il 10%, salvo la voce dei prodotti petroliferi (quasi irrilevante in valori assoluti). La performance migliore è dell’elettronica (+39,3%) seguita da farmaceutica (+37,9%) e dai prodotti in legno (+36,6%). Dei principali comparti, la chimica è quello che registra l’incremento più importante (+30,5%) rispetto alla meccanica, per la quale si osserva una crescita del 21,7% relativamente ai prodotti in metallo e del 13,7% per i macchinari. Oltre ai macchinari, gli altri comparti cresciuti meno del 20% sono la gomma-plastica (+19,1%), l’abbigliamento (+17,4%) e l’alimentare (+17,1%). La dinamica tendenziale degli interi primi nove mesi è leggermente meno positiva dell’ultimo trimestre (+21,1%) con una crescita della capacità esportativa che riguarda tutti i comparti. In tre casi si osserva una crescita inferiore al 10%: si tratta degli apparecchi elettrici (+8,3%), dei macchinari (+3,6%) e dei mezzi di trasporto (+2,8%). Sul fronte opposto troviamo il comparto della farmaceutica che risulta quello più in crescita (+54,3%); chimica (+27,5%) e gomma-plastica (+23,8%) crescono più della media provinciale, mentre si collocano al di sotto del dato complessivo elettronica (+20,5%) e prodotti in metallo (+19,8%).

La dinamica dell’import brianzolo è in linea con quella dell’export per quanto riguarda il dato del singolo trimestre (+24,7%), mentre risulta superiore riguardo al valore cumulato dei primi nove mesi dell’anno (+28,6%). Il valore delle importazioni della Brianza cresce rispetto al terzo trimestre 2021 per tutti i comparti manifatturieri con la sola eccezione della chimica (-11%). Il primo comparto per volumi, quello dei prodotti in metallo, è anche quello che contribuisce di più alla crescita in termini percentuali (+51%), assieme a comparti più piccoli come i prodotti in legno (+53,4%) e l’alimentare (+51%). Notevoli incrementi si osservano anche per la farmaceutica (+44,1%), gli apparecchi elettrici (+38,1%) e l’abbigliamento (+33,8%). Una dinamica più contenuta si registra invece per elettronica (+18,7%) e gomma-plastica (+21,9%). Il dato cumulato dei primi nove mesi dell’anno vede variazioni positive per l’import di tutti i comparti manifatturieri. Chimica (+9,4%) ed elettronica (+9,9%) sono i comparti cresciuti meno, mentre la crescita maggiore riguarda prodotti in legno (+61%) e prodotti in metallo (+56,7%). Tra i comparti maggiori, l’import di macchinari cresce più della media (+36,5%), quello della farmaceutica invece risulta al di sotto (+26,3%).

 

 

 

Aree geoeconomiche globali

Poco meno dei due terzi (64,1%) delle esportazioni delle imprese brianzole del terzo trimestre 2022 sono dirette a Paesi europei. Si tratta di quasi 2 miliardi di euro di merci, di cui 1,5 miliardi hanno come destinazione Paesi membri della UE e i restanti 474 milioni Paesi europei non UE; tra questi ultimi la Svizzera si conferma il mercato più grande per la Brianza (252 milioni di euro) seguita dal Regno Unito (circa 100 milioni). Il continente asiatico intercetta 653 milioni di euro di merci, il 21% del totale provinciale. La gran parte dei flussi riguarda paesi dell’Asia Orientale (484 milioni), in particolare la Cina (111 milioni) e le Quattro Tigri asiatiche (212 milioni di cui più della metà diretti a Singapore). L’export brianzolo nel continente americano vale 362 milioni di euro (l’11,6% del totale), di cui 261 milioni diretti negli Stati Uniti. Africa e Oceania infine intercettano complessivamente poco più di 100 milioni di euro di export della Brianza (3,3% del totale). Tra gennaio e settembre del 2022 le merci dirette in Europa ammontano a 6,3 miliardi di euro, quasi esattamente i due terzi (66,8% del totale), di cui 4,8 miliardi destinate a mercati UE (51,1%) e quasi 1,5 miliardi ai restanti Paesi, tra i quali Svizzera (812 milioni) e Regno Unito (297 milioni). L’Asia vale 1,8 miliardi di euro, dei quali 362 milioni destinati ai Paesi del Medio Oriente, 124 milioni all’Asia centrale e 1,3 miliardi all’Asia orientale, dove i principali mercati sono Cina (319 milioni), Singapore (276 milioni) e Corea del Sud (128 milioni). Il continente americano vale invece circa 1 miliardo di euro, di cui 791 milioni riguardano le piazze della parte centro-settentrionale (717 milioni gli Stati Uniti) e 232 milioni la metà centro-meridionale del continente.

Riguardo alle merci in arrivo dall’estero per le imprese brianzole nel terzo trimestre 2022 provengono dall’Europa circa 1,9 miliardi (65,7% del totale), di cui 1,5 miliardi riguardano l’Unione Europea. Al di fuori dell’Europa provengono dall’Asia poco meno di 760 milioni di euro di merci importate pari al 26,3% del totale; circa la metà di questi flussi riguarda la Cina (quasi 400 milioni di euro). L’import dalle Americhe vale infine 169 milioni di euro, il 5,9% del totale. Nei primi nove mesi del 2022 l’incidenza del continente europeo sull’import della Brianza sale al 70,6% che in valori assoluti significa 6,2 miliardi di euro di merci, di cui 5,1 miliardi riguardano lo spazio comunitario. L’approvvigionamento di merci dall’Asia raggiunge 2 miliardi di euro, dei quali 1,8 miliardi riguardano Paesi dell’estremo Oriente, in particolare la Cina per poco più di 1 miliardo. Dall’America proviene infine solamente il 5,1% del valore delle merci importate dalle imprese brianzole, 456 milioni di euro dei quali 410 milioni dagli Stati Uniti.

La dinamica dell’export della Brianza evidenzia incrementi annui che coinvolgono tutte le direttrici territoriali, superiori al 20% per tutti i continenti, per cui valgono le stesse considerazioni fatte in precedenza sull’elevata inflazione che gonfia i valori degli scambi espressi in euro. Verso l’Europa la crescita risulta del 21,9%, particolarmente positiva per l’Unione Europea (+26,6%) e per i Paesi dell’Eurozona (+29,9%); più modesto l’incremento dei flussi diretti a mercati europei non UE (+8,8%) trascinato verso il basso dal Regno Unito (-1,1%) e dalla Russia (-30,6%) per la quale si osservano gli effetti delle sanzioni successive all’invasione dell’Ucraina. L’export verso il continente americano cresce più della media (34,6%) beneficiando di un contributo positivo degli Stati Uniti (+41,6%); si contiene invece all’8,1% la crescita dell’export della parte centro-meridionale del continente, dove si osserva un calo del mercato brasiliano (-21,3%). Anche verso l’Asia si registra una crescita annua importante, pari al 30,7%, con poche differenze tra le tre macro-aree del continente; tutti i principali mercati risultano in crescita (+21,3% Cina e +40,1% Singapore) tranne il Giappone (-35,9%). Riguardo la dinamica dei primi nove mesi dell’anno, la crescita annua risulta in linea con quella dell’ultimo trimestre per l’Europa, peggiora invece nei confronti degli altri continenti. L’export brianzolo in Europa è cresciuto del 22,2%, con un incremento significativo dei mercati UE (+26,7%), mentre come nell’ultimo trimestre risultano in calo Regno Unito (-2,2%) e Russia (-28,6%). Nei confronti del continente americano si registra una crescita rispetto al 2021 del 23,4%, che sale al 27,5% per l’America settentrionale e si ferma invece all’11,1% per l’America centro-meridionale. L’export in Asia cresce del 17,3%, spinto dalle Quattro Tigri dell’estremo Oriente (+20,6%), mentre la Cina presenta una crescita minima (+3%) e Giappone e India risultano in calo (-6% e -8,8% rispettivamente).

La crescita dell’import delle imprese brianzole nel terzo trimestre 2022 è quasi analoga a quella dell’export e lo è anche la sua declinazione geografica. L’import dai Paesi europei cresce meno della media provinciale (+17,3%), con il maggiore contributo alla crescita proveniente ai mercati non UE (+25,7%) nonostante il calo del Regno Unito (-19,3%). I flussi dalle Americhe crescono del 31,5%, grazie in particolare agli stati dell’America centro-meridionale (poco rilevanti però per volumi). Le importazioni dall’Asia registrano l’incremento più importante (+37,6%): la crescita si deve in primo luogo alla Cina, che è il singolo mercato più importante per l’import brianzolo (+37,6%); si osservano però forti incrementi anche per i flussi provenienti da Taiwan (+55,9%), Corea del Sud (+42,2%) e Singapore (+34,7%). Considerando il bilancio complessivo dei primi nove mesi dell’anno, la dinamica risulta migliore di quella del trimestre in corso per l’Europa, peggiore per Asia e America. L’import dall’Europa cresce infatti del 28,3%, con performance positive in particolare dall’Eurozona (+31,5%). Le importazioni brianzole dall’Asia crescono del 29%. Dall’America, infine, si osserva una crescita del 16,9% (+12,4% gli Stati Uniti).

 

 

Dettaglio europeo

Germania e Francia sono i primi due partner commerciali per le esportazioni della Brianza nell’Unione Europea nel terzo trimestre 2022, con flussi che valgono rispettivamente quasi 390 e 260 milioni di euro. Seguono tre altri Paesi che superano la quota dei 100 milioni di merci esportate in tre mesi, in ordine decrescente Spagna (136 milioni), Paesi Bassi (135 milioni) e Polonia (111 milioni). Non molto distante il Belgio a quota 92 milioni. Il dato cumulato dei primi tre trimestri del 2022 vede la medesima graduatoria guidata dalla Germania che arriva a poco meno di 1,4 miliardi di euro, seguita da Francia (824 milioni), Spagna (423 milioni) e Paesi Bassi (406 milioni). Troviamo quindi la Polonia (324 milioni) seguita dal Belgio (234 milioni). Altri cinque mercati valgono più di 100 milioni per la Brianza in nove mesi, si tratta di Austria, Repubblica Ceca, Svezia, Romania e Ungheria.

Anche dal lato delle importazioni di merci da Paesi comunitari, la Germania risulta il primo mercato per merci scambiate con la Brianza (490 milioni di euro nel terzo trimestre 2022). La seconda posizione è occupata dai Paesi Bassi a quota 247 milioni di euro, a seguire Francia (191 milioni), Belgio (149 milioni) e Spagna (119 milioni). Il bilancio complessivo dei nove mesi indica 1,6 miliardi di merci provenienti dalla Germania, circa il doppio del secondo mercato costituito dai Paesi Bassi (802 milioni); segue la Francia a poca distanza (795 milioni).

La dinamica dell’export del trimestre evidenza una crescita che coinvolge con diverse intensità quasi tutti i partner dell’Unione Europea. Tra i principali mercati emerge il dato dei Paesi Bassi che registrano flussi più che raddoppiati rispetto allo stesso periodo del 2021 (+136,3%). La Germania registra invece una crescita relativamente contenuta (+12,9%) anche rispetto a Francia (+20,7%) e Spagna (+19,2%). Solamente la Svezia invece, tra i Paesi illustrati nel grafico, registra una variazione di segno negativo (-39,4%). Il dato cumulato dei nove mesi vede una performance migliore dell’export brianzolo in Germania, cresciuto su base annua del 30,2%. Francia e Spagna crescono rispettivamente del 19,8% e del 15,5%, i Paesi Bassi confermano il dato più elevato in termini percentuali (+119,5%). Si mantiene il segno negativo nei confronti della Svezia (-22,9%) a cui si aggiunge la vicina Danimarca (-1%).

Sul fronte dell’import il dato del terzo trimestre dell’anno vede una crescita della maggior parte dei mercati, ma anche un calo accusato da diversi partner commerciali tra i più rilevanti. L’import dalla Germania in primo luogo risulta in lieve calo annuo (-0,3%) a cui si aggiungono flessioni più marcate dei flussi in arrivo da Austria (-9%) e Polonia (-27,7%). All’opposto i Paesi dai quali le importazioni brianzole sono maggiormente cresciute risultano essere, tra i mercati maggiori, Paesi Bassi (+61,8%), Spagna (+40,2%) e Francia (+31,2%). Il bilancio invece dei primi nove mesi dell’anno risulta complessivamente migliore: la crescita più robusta si registra per la Francia (+70,9%), seguita dai Paesi Bassi (+49,5%); positivo, malgrado il calo dell’ultimo periodo, anche il dato della Germania (+18,2%), mentre l’unica variazione negativa riguarda l’import dalla Polonia (-14,2%).

 

 

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Trimestre
Terzo
Anno
2022
Indice della produzione industriale

L’artigianato manifatturiero brianzolo vede proseguire una fase espansiva nel terzo trimestre del 2022, sia su base congiunturale che tendenziale, evidenziando una crescita maggiore di quella riscontrata a livello regionale. Nonostante i dati positivi, si osserva anche in questo trimestre una generale sfiducia espressa dalle aspettative degli operatori intervistati, a cui si accompagna un’inflazione ancora estremamente elevata. La crescita annua della produzione – come risulta anche nel grafico – è del 7,1%, un dato importante dal momento che un anno fa si era già tornati sui volumi produttivi precedenti la pandemia. Il grafico permette di apprezzare il trend della produzione dell’artigianato brianzolo su un periodo più lungo, nel quale si osserva la lieve crescita nel 2019, il forte crollo nella prima metà del 2020 e la successiva risalita che continua tuttora. Il numero indice della produzione (espresso con base 2010 pari a 100) raggiunge nel trimestre quota 109,4, ovvero il 7,9% al di sopra dei livelli medi del 2010 (nel secondo trimestre 2020 il minimo era stato di 81,1).

 

 
Analisi congiunturale

La dinamica congiunturale dell’artigianato brianzolo evidenzia una discreta espansione di tutti gli indicatori rilevati, superando anche la positiva performance regionale. Nel terzo trimestre 2022 la produzione cresce dell’1,1% (dato destagionalizzato), in regione si osserva invece un incremento dello 0,6%. Il fatturato, per effetto anche degli aumenti di prezzo, continua a crescere più della produzione sia a Monza che nel resto della regione. L’incremento congiunturale del fatturato per l’artigianato monzese è pari al 2,6%, in regione invece la crescita è stata dell’1,7%. La dinamica degli ordini è meno brillante, ma si osserva comunque una variazione di segno positivo, pari allo 0,7% per Monza e allo 0,4% per la Lombardia. Per quanto riguarda i mercati esteri, l’incidenza delle vendite realizzate all’estero per l’artigianato manifatturiero brianzolo nel trimestre è del 6,9%, di poco superiore al dato lombardo (6,4%).

L’inflazione sui prezzi delle materie prime si conferma estremamente elevata anche in questo trimestre, superando per intensità quella osservata dalla rilevazione sull’industria. In particolare a Monza la crescita congiunturale arriva al 18,7%, contro il 15,2% in Lombardia. L’incremento dei prezzi dei prodotti finiti risulta invece del 10% in provincia e dell’8,1% in regione.

 

Analisi tendenziale

Osservando la dinamica tendenziale, si conferma la robusta crescita dell’artigianato manifatturiero brianzolo, anche a confronto con i dati regionali. Come osservato nel primo grafico riguardo la produzione, la crescita annua mette a confronto il trimestre appena trascorso con il terzo trimestre del 2021, un periodo in cui la fase più critica del lockdown del 2020 era passata e la produzione dell’artigianato era tornata vicina ai livelli del 2019.

La crescita su base annua della produzione dell’artigianato manifatturiero brianzolo è del 7,1%, migliore di un paio di punti percentuali rispetto al dato regionale, che si ferma al 4,9%. La crescita del fatturato si conferma particolarmente robusta sia in provincia che in regione; in Brianza si osserva un incremento annuo del 10,3%, mentre in Lombardia del 7,4%. La dinamica degli ordini si conferma anche in questo trimestre la più debole tra i tre indicatori rilevati, per quanto si registri comunque una crescita annua significativa pari al 5% per Monza e al 3,3% per la Lombardia.

 

Previsioni per il quarto trimestre 2022

Il quadro complessivamente positivo dei dati rilevati nel trimestre non si riflette nelle aspettative espresse dagli stessi artigiani brianzoli, tra i quali si registra una prevalenza di opinioni negative riguardo all’andamento di produzione, fatturato e ordini nell’immediato futuro. Per tutti gli indicatori si osserva peraltro un peggioramento rispetto alle aspettative espresse lo scorso trimestre.

Riguardo la produzione, il 15,5% degli operatori si aspetta una crescita, meno della metà di quanti si aspettano un calo (34,5%). Il saldo tra ottimisti e pessimisti si conferma quindi pesantemente negativo, peggiorando ulteriormente rispetto ai trimestri recenti. La distribuzione dei giudizi sull’andamento della domanda interna risulta ancora più pessimista: solamente il 13,1% degli intervistati indica una crescita, contro il 39,3% che giudica più probabile un calo; come per la produzione, si osserva un peggioramento del clima di fiducia. Anche per l’occupazione, infine, si osserva una prevalenza delle indicazioni di riduzione (11%) su quelle di aumento (6,4%), mentre l’82,6% degli operatori non si aspetta variazioni.

 

 
MI
MB
LO
Trimestre
Terzo
Anno
2022
Indice della produzione industriale

Per l’industria manifatturiera brianzola, il terzo trimestre del 2022 mette in evidenza la continuazione di una crescita piuttosto sostenuta, in linea con il dato del trimestre scorso e con quanto si può osservare anche a livello regionale. La crescita si riscontra peraltro per tutti i principali indicatori (produzione, fatturato e ordini) sia su base congiunturale, quindi rispetto allo scorso trimestre sia su base tendenziale, quindi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ancora elevate le tensioni inflattive, con un incremento dei prezzi delle materie prime attorno al 10% su base congiunturale. Sono positive le aspettative espresse sul prossimo trimestre, salvo che per la domanda interna. Nel primo grafico si osserva la robusta crescita annua della produzione (+7,4%), vicina alla velocità di crescita del trimestre passato. Il numero indice (calcolato ponendo pari a 100 il 2010 come anno di riferimento) continua a salire, come avviene ormai costantemente da inizio 2021; nel trimestre in esame raggiunge quota 122,4 dopo essere sceso fino a 87,5 nella fase più critica della crisi del 2020.

 

 
Analisi congiunturale

La dinamica congiunturale dell’industria manifatturiera brianzola risulta positiva per tutti gli indicatori rilevati, seguendo la dinamica di crescita che si riscontra complessivamente in Lombardia.

La produzione industriale in Brianza cresce su base trimestrale dell’1,7% (dato destagionalizzato), superando nettamente la media regionale (+0,4%). La crescita del fatturato risulta superiore a quella della produzione, anche per effetto degli incrementi dei prezzi: saliamo infatti del 2%; in Lombardia la differenza tra i due indicatori è molto più accentuata, il fatturato cresce del 2,6% (contro lo 0,4% della produzione). Risulta in leggera crescita rispetto a tre mesi fa la quota di fatturato realizzata all’estero, pari al 39,1% delle vendite realizzate nel trimestre in esame, poco al di sotto della Lombardia (39,8%).

La dinamica degli ordini vede una crescita particolarmente robusta delle commesse provenienti dall’estero, con un incremento congiunturale del 2,7%, mentre la crescita degli ordini interni si ferma all’1,6%. Anche in regione si osserva un aumento, ma più contenuto: gli ordinativi dall’estero crescono infatti dell’1,5% e quelli dall’Italia dell’1,3%.

I fenomeni inflattivi si mantengono elevati, aumentando di intensità in provincia rispetto alla passata rilevazione. La crescita congiunturale dei prezzi delle materie prime a Monza arriva infatti al 10,7%, superando il dato regionale del 9,8%. Resta elevata anche la crescita dei prezzi dei prodotti finiti, pari al 5,7% in provincia e al 6,1% in regione.

 

Analisi tendenziale

La dinamica dell’industria manifatturiera brianzola risulta estremamente positiva anche su base annua per tutti gli indicatori rilevati; per quanto la crescita del fatturato rifletta in parte un aumento dei prezzi oltre a quello dei volumi venduti, si osserva comunque una buona dinamica di produzione e ordini. Una crescita di entità paragonabile, come si osserva dal grafico, si registra anche a livello regionale.

La crescita della produzione a Monza è del 7,4% rispetto al terzo trimestre del 2021, meglio del dato regionale che arriva al 4,8%.

L’incremento annuo del fatturato supera quello della produzione, in quanto incorpora anche la crescita dei prezzi. L’incremento dei ricavi dell’industria manifatturiera risulta del 12,5% a Monza e del 13,5% in Lombardia. La crescita per la Brianza si deve soprattutto alle vendite realizzate all’estero, aumentate del 19,4% in un anno, mentre il fatturato del mercato nazionale registra una crescita dell’8,1%. In Lombardia al contrario si osserva una quasi coincidenza tra la dinamica del fatturato estero (+13,6%) e di quello interno (+13,4%).

La dinamica degli ordini dell’industria brianzola ricalca quella del fatturato. La crescita complessiva si attesta all’11,2% con un contributo nettamente maggiore degli ordini provenienti dall’estero (+16,3%) rispetto a quelli dall’Italia (+7,9%). La dinamica lombarda degli ordini è decisamente più contenuta anche se ampiamente in terreno positivo: si osserva una crescita annua del 6,6%, con una performance leggermente migliore degli ordini esteri (+7,2%).

 

Mercato del lavoro

L’osservazione degli indicatori relativi al mercato del lavoro delle imprese manifatturiere brianzole registra anche nel trimestre in esame un basso ricorso alla cassa integrazione. Hanno dichiarato di avere fatto ricorso alla CIG il 4% delle imprese intervistate, un dato leggermente superiore a quello del trimestre precedente (era il 3,1%) e in linea con le percentuali fisiologiche di ricorso alla CIG precedenti il picco del 2020, come si osserva anche dal grafico. L’incidenza della CIG sul monte ore complessivo delle imprese nel trimestre risulta tra le più basse rilevate nel passato recente: solamente lo 0,1%. Riguardo al mercato del lavoro si osserva un tasso di ingresso piuttosto alto per il terzo trimestre dell’anno (2,2%), ma nello stesso tempo si registra un elevato tasso di uscita (2,1%); il saldo è quindi solo leggermente positivo (+0,1%), migliorando però rispetto al -0,1% registrato nel terzo trimestre del 2021.

 

 
Previsioni per il quarto trimestre 2022

Le aspettative degli imprenditori per il prossimo trimestre risultano piuttosto positive riguardo produzione e occupazione, solo leggermente meno ottimiste rispetto a quelle espresse la scorsa rilevazione. Più caute le aspettative sulla domanda, con una minima prevalenza di giudizi positivi per quella estera e, al contrario, una prevalenza di opinioni pessimiste per quella interna.

La produzione è prevista in crescita dal 28,2% degli operatori brianzoli intervistati, mentre solamente il 17,7% si aspetta una riduzione (il 54% indica stabilità). Il saldo tra ottimisti e pessimisti si mantiene positivo (10,5 punti percentuali) di poco ridimensionato rispetto ai trimestri recenti. Anche per l’occupazione le aspettative sono positive, il 14,3% degli operatori intervistati si attende una crescita, solamente il 4,8% si aspetta una riduzione.

Per la domanda estera si osserva un leggero ottimismo, in linea con la rilevazione del trimestre scorso. Il saldo tra ottimisti e pessimisti è positivo di 1,7 punti percentuali (i giudizi di aumento e riduzione erano in perfetto pareggio tre mesi fa). Peggiorano decisamente invece le aspettative sulla domanda interna, che il 27,2% degli operatori si aspetta in calo, contro solamente il 18,4% che indica più probabile una crescita.

 

 

 

I dati dell'indagine congiunturale sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons

MI
MB
LO
Trimestre
Secondo
Anno
2022
Settori

Nel secondo trimestre 2022 l’export brianzolo è guidato dal comparto dei prodotti in metallo (poco meno di 645 milioni di euro di merci esportate), seguito dai prodotti chimici (465 milioni) e dai macchinari (426 milioni), che insieme sfiorano la metà delle esportazioni provinciali (48,2%). Più distante in graduatoria si trova la categoria residuale delle altre attività manifatturiere che ammonta a 319 milioni di euro (di cui 287 milioni riguardano l’export di mobili), quindi l’elettronica (quasi 310 milioni); meno rilevanti farmaceutica (261 milioni) e gomma-plastica (249 milioni). Altri due comparti superano la soglia dei 100 milioni di export tra aprile e giugno 2022, si tratta dell’abbigliamento (126 milioni) e degli apparecchi elettrici (120 milioni). La graduatoria del primo semestre dell’anno risulta identica per quanto riguarda le prime posizioni. I prodotti in metallo valgono ben 1,2 miliardi di euro, seguiti dai prodotti chimici (950 milioni) e dai macchinari (817 milioni). In quarta posizione si colloca la farmaceutica con 692 milioni di euro, attorno ai 600 milioni si collocano invece i comparti dell’elettronica e la voce residuale delle altre attività manifatturiere. Ammontano infine a 478 milioni di euro i flussi di export della gomma-plastica nei primi sei mesi del 2022, mentre nessuno dei restanti comparti supera i 300 milioni di euro.

Osservando la composizione settoriale dell’import delle imprese brianzole nel secondo trimestre del 2022, il comparto di maggiori dimensioni, come per l’export, è quello dei prodotti in metallo con un valore delle merci importate pari a 533 milioni di euro, il 18,3% del totale. Seguono in graduatoria la chimica, con importazioni per un valore di 474 milioni di euro in tre mesi, più distanti i macchinari che arrivano a 382 milioni. Attorno ai 270 milioni si collocano i flussi di import dell’elettronica e della farmaceutica. Valgono 242 milioni le importazioni di prodotti elettrici, mentre superano i 100 milioni altri quattro comparti merceologici: gomma-plastica, legno, abbigliamento e la voce residuale delle altre attività manifatturiere. Nei primi sei mesi del 2022 le importazioni di prodotti in metallo delle imprese brianzole superano di poco il miliardo di euro, seguite dai prodotti chimici (944 milioni) e dai macchinari (846 milioni). I flussi di approvvigionamento di prodotti farmaceutici ammontano a 641 milioni di euro, per i prodotti di elettronica si tratta di 550 milioni di euro e infine 476 milioni per gli apparecchi elettrici.

La dinamica del trimestre registra ancora velocità di crescita annua a doppia cifra, sia per le esportazioni che le importazioni; è da notare comunque che trattandosi di un dato espresso in euro, una parte almeno della crescita è da imputare ai recenti fenomeni inflattivi. La crescita complessiva dell’export brianzolo rispetto al secondo trimestre del 2021 è stata del 15,4%. La crescita coinvolge quasi tutti i comparti manifatturieri, in negativo le uniche due eccezioni sono rappresentate dai macchinari (-4,7%) e dal piccolo settore dei mezzi di trasporto (-1,3%), che costituisce solamente il 2,2% dell’export provinciale. I due comparti maggiori crescono più della media, per i prodotti in metallo si registra un incremento del 24,6% e per la chimica del 19,6%. Una crescita molto robusta si osserva anche per la gomma-plastica (+27,4%), la farmaceutica (+18,8%) e l’elettronica (+18,2%). Incrementi di minore entità riguardano invece le altre attività manifatturiere (+13,8%) e gli apparecchi elettrici (+5,9%). La dinamica tendenziale del semestre vede una crescita dell’export provinciale del 20,2%, grazie a due trimestri estremamente positivi. I due comparti in calo in questo trimestre sono quelli con la performance peggiore: per i mezzi di trasporto si segnala un calo (-0,5%), per i macchinari una crescita di ridotta entità (+0,3%). La crescita maggiore si registra per i prodotti farmaceutici, una variazione positiva del 63,4% che significa oltre 470 milioni di euro in più rispetto ai primi sei mesi del 2021. Il comparto dei prodotti in legno è cresciuto del 42,1%, l’abbigliamento del 28,9%, la gomma-plastica del 27,2%, la chimica del 27%. Il settore principale, quello dei prodotti in metallo, cresce esattamente in linea con la media provinciale (+20,2%). Aumenta infine anche l’export delle altre attività manifatturiere (+16,4%) e dell’elettronica (+13,2%).

La crescita dell’import brianzolo è stata superiore a quella dell’export, sia riguardo il dato del singolo trimestre sia il valore cumulato dei primi sei mesi dell’anno. Nello specifico, l’incremento del valore delle merci importate dalle imprese brianzole rispetto al secondo trimestre del 2021 risulta del 23,4%. Tutti i comparti manifatturieri partecipano alla crescita a eccezione dell’abbigliamento (-9,1%). Il primo comparto per volumi, quello dei prodotti in metallo, è anche quello che contribuisce di più alla crescita in termini percentuali (+58,9%); incrementi di ordine di grandezza analogo si registrano anche per comparti più piccoli come i mezzi di trasporto (+51,4%) e i prodotti petroliferi (+41,1%). Anche la gomma-plastica e gli apparecchi elettrici si segnalano per una crescita dei flussi di import superiore alla media (rispettivamente +37,5% e +35,6%). Tre altri comparti evidenziano infine una dinamica di crescita inferiore al 10%, si tratta di farmaceutica (+8,4%), chimica (+7,1%) ed elettronica (+5,2%). Per quanto riguarda il semestre nel complesso, l’incremento delle importazioni monzesi rispetto al 2021 è del 30,8%. Tutti i comparti manifatturieri vedono un incremento dei flussi in un range che varia dal 6,5% dei prodotti di elettronica fino al 64,6% dei prodotti in legno. Il comparto dei prodotti in metallo si mantiene tra quelli cresciuti maggiormente (+60,7%), in forte crescita anche l’import di macchinari (+42,7%) e di prodotti della gomma-plastica (+41,2%).

 

 

 

Aree geoeconomiche globali

I due terzi (66,6%) delle esportazioni delle imprese brianzole del secondo trimestre 2022 sono dirette a Paesi europei. In valori assoluti i flussi ammontano a 2,1 miliardi di euro di merci, di cui quasi 1,6 miliardi riguarda Paesi partner UE e 528 milioni Paesi europei extra-UE; tra questi ultimi la Svizzera è il mercato più grande per la Brianza (295 milioni di euro), seguita dal Regno Unito (102 milioni). Sono destinate a Paesi asiatici 594 milioni di euro di merci, pari al 18,6% del totale. La gran parte degli scambi avviene con Paesi dell’Asia Orientale, 105 milioni di euro sono diretti in Cina e altri 187 milioni verso le quattro Tigri Asiatiche (di cui 86 milioni a Singapore). L’export brianzolo nel continente americano vale 363 milioni di euro (l’11,4% del totale), di cui quasi 250 milioni diretti negli Stati Uniti. Verso Africa e Oceania sono dirette rispettivamente il 2,7% e lo 0,7% delle esportazioni brianzole del trimestre. Nei primi sei mesi del 2022 le esportazioni verso Paesi europei ammontano a 4,3 miliardi di euro (68,1% del totale), di cui 3,3 miliardi destinati a Paesi UE (il 52,2% del totale) e poco più di 1 miliardo ai restanti, tra cui Svizzera (559 milioni) e Regno Unito (197 milioni). I flussi diretti in Asia valgono 1,1 miliardi di euro, dei quali 241 milioni indirizzati in Medio Oriente, 76 milioni in Asia Centrale e 843 milioni in Asia Orientale; a livello di singoli Paesi, i mercati più rilevanti sono Cina (207 milioni) e Singapore (161 milioni). L’export verso l’America è pari a 661 milioni di euro (10,4%), dei quali 456 milioni destinati agli Stati Uniti e 162 milioni a Paesi dell’America Centro-Meridionale.

Riguardo all’approvvigionamento di merci delle imprese brianzole, nel secondo trimestre 2022 il 72,9% dei flussi proviene da Paesi europei, circa 2,1 miliardi di euro in cifre; la gran parte dei flussi riguarda l’Unione Europea (1,7 miliardi). La quota maggiore delle merci in arrivo da fuori Europa proviene – come di consueto – dall’Asia: 601 milioni di euro di importazioni per il 20,7% del totale; poco più della metà di questi flussi arriva dalla sola Cina (319 milioni di euro in valori assoluti). Dal continente americano provengono invece solamente il 5,2% delle importazioni del trimestre, per un valore di 152 milioni di euro. Il dato complessivo del primo semestre 2022 indica 4,3 miliardi di euro di merci importate da Paesi europei, di cui 3,6 miliardi da partner dell’Unione Europea. L’import dall’Asia raggiunge la cifra di 1,2 miliardi di euro, quasi interamente relativi a Paesi dell’Estremo Oriente (1,1 miliardi), in particolare la Cina (682 milioni). Provengono infine dall’America 287 milioni di euro di merci importate dalla Brianza, in gran parte originate negli Stati Uniti (255 milioni).

La dinamica delle esportazioni brianzole del trimestre mostra una crescita di tutte le destinazioni territoriali, un dato positivo anche tenendo conto del fatto che tale crescita, riferita al valore nominale della merce esportata, incorpora la crescente inflazione manifestatasi in questo periodo. Nei confronti dell’Europa si osserva un incremento del 18,6%, che sale al 21,4% per i mercati UE mentre i restanti Paesi si fermano al 10,8%; tra questi ultimi si segnalano la crescita di Turchia (+19,2%) e Svizzera (+24,4%), mentre è in forte calo la Russia (-41%) a seguito delle sanzioni successive all’invasione dell’Ucraina. L’export verso il continente americano cresce del 13,6% grazie a un incremento del 14% degli Stati Uniti, mentre la parte centro-meridionale del continente si ferma a un 9,7%, con un calo del 4,7% dei flussi diretti in Brasile. Il continente asiatico cresce meno, si registra infatti un 7,8% di crescita sul secondo trimestre 2021; positivo il contributo del Medio Oriente (+14,1%), stabili i Paesi dell’Asia Centrale (+0,3%) spinti verso il basso dall’India (-7,1%), mentre l’Asia Orientale cresce del 7%. In questo ultimo gruppo di Paesi coesistono alcuni mercati in forte crescita per l’export brianzolo quali Corea del Sud (+20%), Taiwan (+15,7%) e Hong Kong (+14,4%), con altri in calo quali Cina (-15,7%) e Giappone (-13,7%). Osservando il primo semestre dell’anno, la crescita rispetto al 2022 migliora rispetto al dato del trimestre per tutti i continenti. Nei confronti dell’Europa si osserva una variazione positiva del 23,7%, merito soprattutto dei Paesi UE (+28,7%), mentre tra i restanti mercati sono in calo Regno Unito (-3%) e Russia (-27,6%). Nei confronti del continente americano si registra una crescita complessiva del 18%, con incrementi superiori al 10% sia per la parte settentrionale che centro-meridionale del continente. In Asia cresce il valore delle merci esportate verso Medio Oriente (+14,9%) e Asia Orientale (+12%), mentre calano i mercati dell’Asia Centrale (-9,5%), meno rilevanti però per volumi.

Come per l’export, la variazione annua delle importazioni delle imprese brianzole è estremamente positiva, rispetto al secondo trimestre del 2021 si registra infatti un +23,4%. Non tutte le direttrici geografiche risultano in crescita però, si osserva infatti una significativa contrazione delle merci provenienti dal continente americano (-12,6%), dovuta a un calo dell’import dagli Stati Uniti (-18,6%). I flussi dall’Europa sono cresciuti in un anno del 29,7%, con incrementi significativi che riguardano sia i mercati UE (+30,6%) sia i restanti Paesi (+25,6%). Le importazioni dall’Asia crescono nel complesso del 14%. Contribuiscono alla crescita sia i Paesi del Medio Oriente che l’India, con flussi più che raddoppiati, per quanto contenuti in valori assoluti. Più rilevante per i volumi coinvolti la crescita dell’import dalla Cina (+23,1%), in positivo anche Taiwan (+39,7%) e Giappone (+17,5%). La crescita complessiva dell’import del semestre registra un incremento del 30,8% sullo stesso periodo del 2021, che sale al 34% per quanto riguarda le merci provenienti dal continente europeo e fino al 37% per i Paesi dell’Unione Europea. Positiva la dinamica dell’America (+9,7%) nonostante il calo dell’ultimo trimestre. Crescono infine del 24,3% le importazioni dal continente asiatico, con forti incrementi che coinvolgono Medio Oriente (+94,2%), Asia Centrale (+101,3%), Cina (+34,4%) e Taiwan (+65,4%).

 

 

Dettaglio europeo

Germania e Francia sono le più importanti destinazioni dell’export della Brianza all’interno dell’Unione Europea nel secondo trimestre 2022, per un valore dei flussi in uscita pari rispettivamente a 414 e 289 milioni di euro. La terza posizione è occupata dalla Spagna che vale per le imprese brianzole 145 milioni di euro. Al di sopra della soglia dei 100 milioni di euro esportati nel trimestre si collocano anche Paesi Bassi (132 milioni) e Polonia (116 milioni), molto più distante il Belgio (68 milioni). Tra gennaio e giugno del 2022 le esportazioni brianzole in Germania raggiungono il miliardo di euro contro 564 milioni destinati alla Francia. Il resto della graduatoria non cambia rispetto a quella dell’ultimo trimestre: troviamo quindi la Spagna (287 milioni), i Paesi Bassi (270 milioni) e la Polonia (215 milioni). Tra i 100 e i 200 milioni si posizionano invece Belgio (142 milioni) e Austria (111 milioni).

Germania e Francia sono anche i due più importanti partner europei della Brianza per quanto riguarda le importazioni di merci, dalla Germania ne provengono 572 milioni di euro nel trimestre, dalla Francia 279 milioni. Seguono i Paesi del Benelux, i Paesi Bassi con 227 milioni di euro e il Belgio con 141 milioni, quindi la Spagna con 117 milioni. Nei primi sei mesi del 2022 le importazioni dalla Germania raggiungono la cifra di 1,1 miliardi di euro, quasi il doppio dei flussi provenienti dalla Francia a quota 602 milioni, seguita a poca distanza dai Paesi Bassi (554 milioni). Volumi rilevanti di merci provengono anche da Belgio (311 milioni) e Spagna (242 milioni).

La dinamica dell’export del trimestre mostra una crescita diffusa nei confronti della maggior parte dei mercati della UE, in modo particolare i principali Paesi. Considerando i primi tre partner della Brianza, la Germania cresce del 17,8%, la Francia del 23,6%, la Spagna del 16%. In termini percentuali spicca il dato dei Paesi Bassi che vede un raddoppio del valore delle merci scambiate rispetto al secondo trimestre 2021 (+107%). Sono pochi i Paesi verso cui si osserva un calo dei flussi, il maggiore dei quali è il Belgio (-6,5%). Una dinamica analoga si conferma osservando il dato cumulato del primo semestre. In rapporto allo stesso periodo del 2021 l’export brianzolo in Germania cresce del 39,7%, in Francia del 20,4%, in Spagna del 16,1%. La crescita dei Paesi Bassi si conferma piuttosto importante (+115,8%), per contro le uniche variazioni negative riguardano Belgio (-0,1%) e Svezia (-13,2%).

Come per l’export, anche sul fronte dell’import si osserva un incremento dei flussi rispetto a quasi tutti i Paesi UE. Tra i partner più importanti della Brianza, la Francia è quello che cresce maggiormente (+67,3%), seguita da Paesi Bassi (+33,9%) e Germania (+28%). Più contenuta la dinamica di crescita che riguarda Belgio (+6,7%) e Spagna (+12,3%), in diminuzione i flussi dalla Polonia (-4,7%). Gli incrementi annui che si osservano considerando il primo semestre dell’anno risultano di maggiore intensità per i tre principali mercati di approvvigionamento della Brianza: si osserva una crescita dell’89,9% per la Francia, del 44,5% per i Paesi Bassi e del 31% per la Germania. Per tutti i Paesi riportati nel grafico si osserva una crescita annua superiore al 10%, a eccezione della Polonia che risulta in calo (-4,1%).

 

 

MI
MB
LO
Trimestre
Secondo
Anno
2022
Indice della produzione industriale

Nel secondo trimestre 2022 l’artigianato manifatturiero brianzolo continua a seguire un discreto trend di crescita, misurato sia su base congiunturale che tendenziale, in linea peraltro con quanto rilevato nel resto della regione. Rimangono però al contempo negative le aspettative degli operatori sull’andamento di produzione e domanda, peggiorando rispetto al trimestre passato. La crescita annua della produzione, come risulta anche nel grafico, è pari al 9,2%, un dato importante dal momento che un anno fa si era già tornati sui volumi produttivi precedenti la pandemia. Il grafico permette di apprezzare il trend della produzione dell’artigianato brianzolo su un periodo più lungo, nel quale si osserva una lieve crescita nel 2019, il forte crollo nella prima metà del 2020 e la successiva risalita che continua tuttora. Il numero indice della produzione (espresso con base 2010 pari a 100) raggiunge nel trimestre quota 107,9 ovvero il 7,9% al di sopra dei livelli medi del 2010 (nel secondo trimestre 2020 il minimo era stato di 81,1).

 

 
Analisi congiunturale

La dinamica congiunturale dell’artigianato brianzolo mostra una buona crescita per tutti gli indicatori, dopo un primo trimestre dell’anno piuttosto tiepido. La produzione cresce nel trimestre del 2,3% (dato destagionalizzato), sostanzialmente alla stessa velocità di crescita osservata a livello regionale. L’incremento del fatturato si ferma invece all’1,5%, al contrario di quanto avviene in regione, dove si registra una variazione del 2,9%. Meno brillante la dinamica degli ordini sia a Monza (+1,4%) che in tutta la Lombardia (+1,3%). Per quanto riguarda i mercati esteri, l’incidenza sul fatturato dell’artigianato brianzolo delle vendite effettuate all’estero è del 7,2%, di poco superiore al dato lombardo (6,7%).

Rimangono elevate le spinte inflattive che derivano dagli incrementi dei prezzi delle materie prime, per quanto la velocità di crescita inizi leggermente a ridursi; l’incremento su base trimestrale è stato del 16,2% a Monza e del 16% in regione. L’incremento indicato per i prodotti finiti risulta invece del 9,1% in provincia e dell’8,6% in regione.

 

Analisi tendenziale

Osservando la dinamica tendenziale dell’artigianato emerge un quadro di robusta crescita per i principali indicatori, sia a livello provinciale che regionale. Come rilevato nel primo grafico riguardo la produzione, la crescita annua mette a confronto il trimestre appena trascorso con il secondo trimestre del 2021, un periodo in cui la fase più critica del lockdown del 2020 era passata e la produzione dell’artigianato era tornata vicina ai livelli del 2019.

La crescita su base annua della produzione dell’artigianato manifatturiero brianzolo è del 9,2%, mezzo punto percentuale meglio del dato regionale (8,7%). Si mantiene molto elevata anche la dinamica del fatturato: in Brianza registriamo un incremento rispetto al secondo trimestre 2021 pari all’8,1%, a livello regionale si raggiunge l’11,2%. La dinamica degli ordini si conferma anche per questo trimestre la più debole: a Monza la crescita si ferma al 4,7% annuo, in Lombardia si sale al 6,2%, in entrambi i casi al di sotto della dinamica di produzione e fatturato.

 

Previsioni per il terzo trimestre 2022

I dati positivi rilevati nel trimestre contrastano con le aspettative espresse dagli stessi artigiani brianzoli, che esprimo giudizi in prevalenza negativi riguardo all’andamento nell’immediato futuro di produzione e domanda interna. Restano invece in terreno positivo le aspettative sull’occupazione.

Riguardo la produzione, il 15,3% degli operatori indica prospettive di crescita, mentre più del doppio (33,3%) si aspetta un calo. Il saldo è quindi pesantemente negativo (-18 punti percentuali), peggiorando ulteriormente rispetto ai giudizi già in prevalenza pessimisti del trimestre passato. La distribuzione dei giudizi sull’andamento della domanda interna è molto simile, il 13,9% degli operatori si aspetta una crescita, mentre il 32,4% si attende invece un calo; come per la produzione, il clima di fiducia peggiora sensibilmente rispetto a tre mesi fa. Riguardo l’occupazione la larga maggioranza indica giudizi di stabilità (85,6%), le rimanenti indicazioni vedono una prevalenza di ipotesi di aumento (9%) su quelle di riduzione (5,4%).

 

 
MI
MB
LO
Trimestre
Secondo
Anno
2022
Indice della produzione industriale

Nel secondo trimestre 2022 l’industria manifatturiera brianzola continua a percorrere un sentiero di crescita della produzione, in linea con quanto avviene nel resto della regione, per quanto inizi a rallentare la velocità della crescita stessa. Una crescita che si osserva peraltro sia su base congiunturale, quindi rispetto allo scorso trimestre, che su base tendenziale, quindi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Rimane su livelli elevati l’inflazione, mostrando però i primi segnali di rientro rispetto agli scorsi trimestri. Nel primo grafico si osserva la robusta crescita annua della produzione (+7,7%), ridimensionata di qualche punto percentuale rispetto alla crescita dei trimestri recenti. Il numero indice (calcolato ponendo pari a 100 il 2010 come anno di riferimento) continua quindi a salire, proseguendo il trend positivo che dura da inizio 2021; nel trimestre in esame raggiunge quota 120,5 dopo essere sceso fino a 87,5 nella fase più critica della crisi del 2020.

 

 
Analisi congiunturale

La dinamica congiunturale dell’industria manifatturiera brianzola risulta positiva per tutti gli indicatori rilevati, trovandosi anche piuttosto allineata a quanto si registra nel complesso in Lombardia.

La produzione industriale in Brianza cresce su base trimestrale dell’1,4% (dato destagionalizzato), abbastanza in linea con il dato lombardo (+1,6%). Nettamente maggiore la crescita del fatturato, spinta anche dai fenomeni inflattivi, che risulta del 3,6% in Brianza e del 4,6% in Lombardia. Segna un leggero calo rispetto a tre mesi fa la quota di fatturato realizzata all’estero, pari al 38,8% nel trimestre in esame, poco al di sotto della Lombardia (39,4%).

La dinamica degli ordini vede una crescita particolarmente robusta delle commesse provenienti dall’estero con un incremento congiunturale del 5,8% mentre la crescita degli ordinativi di provenienza nazionale si ferma al 2,6%. In regione si osserva una dinamica piuttosto differente: gli ordinativi crescono infatti solamente dell’1,3% per la componente estera e dello 0,6% per quella interna.

Come accennato, i fenomeni inflattivi si mantengono elevati ma al contempo in rallentamento rispetto al passato recente. La crescita congiunturale dei prezzi delle materie prime a Monza scende sotto il 10%, assestandosi al 9,1%, mentre in regione si arriva all’11,6%. Rallenta anche la crescita dei prezzi dei prodotti finiti, che risulta del 5,5% in provincia e del 6,9% in regione.

 

Analisi tendenziale

La dinamica tendenziale dell’industria manifatturiera mette in luce anche in questo trimestre una crescita piuttosto elevata, superiore al 10% per fatturato e ordinativi. Il dato rimane significativo se consideriamo che il periodo con cui ci stiamo confrontando, ovvero il secondo trimestre del 2021, aveva già visto un consistente recupero rispetto al minimo toccato nel 2020.

Per la produzione industriale, come visto nel primo grafico, la crescita annua in Brianza risulta del 7,7%, in linea con il dato lombardo (7,4%).

L’incremento annuo del fatturato supera di molto quello della produzione, sia in Brianza che in Lombardia, presumibilmente anche a causa dell’aumento dei prezzi: la crescita dei ricavi dell’industria manifatturiera risulta del 15,1% a Monza e del 17,5% in Lombardia. Poche le differenze tra le vendite realizzate in Italia rispetto all’estero, dove per la Brianza il fatturato cresce del 14,9% contro il 15,3% di quello interno; in Lombardia si registra invece un 18% di crescita delle vendite all’estero e un 17,1% di quelle sul territorio nazionale.

Si mantiene al di sopra del 10% anche la crescita annua degli ordinativi, che in Brianza risulta di alcuni punti percentuali migliore di quella regionale. Il portafoglio ordini delle imprese manifatturiere brianzole cresce del 12,1% su base annua, con un contributo leggermente migliore degli ordinativi dall’estero (12,7%) rispetto a quelli nazionali (11,8%). In regione si osserva una crescita annua più contenuta (9%), con l’apporto maggiore proveniente dalla componente estera (+11%).

 

Mercato del lavoro

L’osservazione degli indicatori dell’indagine congiunturale relativi al mercato del lavoro delle imprese manifatturiere brianzole conferma anche per il secondo trimestre 2022 un basso ricorso alla Cassa integrazione, che si accompagna a un incremento degli occupati. Nel trimestre ha fatto ricorso alla Cig il 3,1% delle imprese del campione, in leggero calo rispetto a tre mesi fa (era il 3,8%) e in linea con le percentuali fisiologiche di ricorso all’ammortizzatore sociale precedenti il picco del 2020, come si osserva anche dal grafico. Si mantiene piuttosto contenuta anche la quota della cassa integrazione utilizzata sul monte ore complessivo del trimestre, pari allo 0,7%. Riguardo al mercato del lavoro si registra un tasso di ingresso particolarmente elevato (3,3%) rispetto al tasso di uscita (2,3%). Il saldo positivo di un punto percentuale è quindi il dato migliore registrato negli ultimi anni, risultato che contribuisce al recupero dell’occupazione persa nel 2020.

 

 
Previsioni per il terzo trimestre 2022

Le attese degli imprenditori per il prossimo trimestre evidenziano aspettative ancora piuttosto fiduciose per quanto riguarda produzione e occupazione, in linea con le previsioni dei trimestri passati. Segnali negativi arrivano invece dai giudizi sulla domanda, che evidenziano un nuovo peggioramento che coinvolge sia il mercato nazionale che le piazze estere.

Le prospettive sulla produzione sono di crescita per il 28,8% degli imprenditori brianzoli intervistati, contro solamente il 16% che indica più probabile una riduzione (il restante 55,2% indica una prospettiva di stabilità). Il saldo tra ottimisti e pessimisti si mantiene positivo (12,8 punti percentuali) per quanto meno ampio rispetto ai trimestri recenti. Un saldo positivo riguarda anche le aspettative sull’occupazione, prevista in crescita dal 16,5% degli operatori intervistati, contro solamente il 3,9% che si aspetta una riduzione.

Come accennato, le aspettative sulla domanda risultano invece quelle più pessimiste: riguardo la domanda interna, le opinioni negative degli imprenditori brianzoli (21,3%) superano quelle positive (19,7%), come non accadeva da fine 2020. Gli stessi operatori esprimono cautela anche per quanto riguarda la domanda estera, per la quale i giudizi di crescita e di riduzione si equivalgono.

 

 

 

I dati dell'indagine congiunturale sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons

MI
MB
LO
Trimestre
Primo
Anno
2022
Settori

Nel primo trimestre 2022 il settore più rilevante dell’export della Brianza si conferma quello dei prodotti in metallo (570 milioni di euro di merci in uscita), seguito da prodotti chimici (485 milioni) e farmaceutici (431 milioni): tre comparti che insieme arrivano quasi al 50% dell’export provinciale. Il comparto dei macchinari vale 390 milioni di euro (12,3% del totale), seguito a distanza dall’elettronica (295 milioni). Poco sopra i 270 milioni di euro la voce residuale delle altre attività manifatturiere, che comprende al suo interno la produzione di mobili. La gomma-plastica si conferma un settore importante per l’industria brianzola con 229 milioni di euro di esportazioni nel trimestre; l’export di prodotti di abbigliamento vale 133 milioni e quello di apparecchi elettrici 114 milioni, i restanti comparti manifatturieri non superano i 100 milioni.

Il comparto dei prodotti in metallo risulta il principale settore anche dal lato delle importazioni delle imprese brianzole nel primo trimestre dell’anno per un valore di 508 milioni di euro di merci, il 16,5% del totale. Molto rilevanti anche i flussi di merci in entrata dall’estero, che riguardano i comparti della chimica (469 milioni, 15,2%) e dei macchinari (463 milioni, 15,1%). Una quota superiore al 10% delle importazioni della provincia riguarda anche i prodotti farmaceutici (371 milioni). Valgono 278 milioni di euro gli approvvigionamenti di prodotti di elettronica, seguono gli apparecchi elettrici con 234 milioni. Al di sopra dei 150 milioni di euro troviamo infine la gomma-plastica e l’abbigliamento, seguiti dalle altre attività manifatturiere (124 milioni) e dai prodotti in legno (100 milioni).

La dinamica dell’export brianzolo mette in luce una forte crescita rispetto al primo trimestre del 2021, complessivamente pari al 25,4%, che beneficia delle performance positive – di varia intensità – di quasi tutti i comparti manifatturieri, con la poco rilevante eccezione in negativo dei prodotti petroliferi, che rappresentano meno dello 0,1% dei flussi complessivi. La crescita si deve in primo luogo alla farmaceutica, che ha visto più che raddoppiati i volumi di esportazioni rispetto al 2021 (da 204 a 431 milioni di euro). Tra i comparti maggiori si osservano incrementi rilevanti per quanto riguarda la chimica (+35%) e la gomma-plastica (+26,9%); anche l’abbigliamento registra una crescita annua di quasi un terzo (+32,7%). Inferiore alla media provinciale l’incremento della categoria residuale delle altre attività manifatturiere (+19,5%). Altri comparti presentano invece ritmi di crescita inferiori al 10% annuo: si tratta in particolare dell’elettronica (+8,3%), degli apparecchi elettrici (+6,9%) e dei macchinari (+6,3%).

Le importazioni riportano una dinamica positiva ancora più robusta dell’export, la crescita annua risulta infatti del 38,6%. La crescita coinvolge in misura diversa tutti i comparti manifatturieri, nessuno dei quali in calo. Le importazioni delle imprese brianzole sono aumentate soprattutto per la meccanica, in particolare i macchinari registrano un incremento del 70,1% e i prodotti in metallo del 62,7%. Tre comparti importanti sono cresciuti oltre il 40%: si tratta della chimica (+42,9%), della gomma-plastica (+45,3%) e degli apparecchi elettrici (+41,5%); al di sotto troviamo l’abbigliamento (+32,7%) e la farmaceutica (+29%). L’elettronica si segnala infine per una dinamica relativamente contenuta, come accade per le esportazioni, l’import cresce infatti solamente del 7,8%.

 

 

 

Aree geoeconomiche globali

Si avvicina al 70% la quota delle esportazioni delle imprese brianzole nel primo trimestre 2022 dirette a Paesi del continente europeo. In cifre si tratta di flussi del valore di 2,2 miliardi di euro, dei quali 1,7 miliardi riguarda altri Paesi UE e 485 i restanti Paesi del continente; tra questi ultimi la Svizzera si conferma tra i maggiori partner commerciali della Brianza (264 milioni di euro), mentre il Regno Unito vale 95 milioni di euro. La direttrice asiatica intercetta 567 milioni di euro di merci provenienti dalla Brianza, che corrispondono al 17,9% del totale provinciale. La gran parte di questi flussi, ben 405 milioni di euro, riguarda l’Estremo Oriente, in particolare poco più di 100 milioni di merci sono destinate alla Cina e 162 milioni alle quattro “tigri”, specie Singapore e Corea del Sud. Il continente americano vale poco meno di 300 milioni di euro (il 9,4% del totale), per i due terzi (206 milioni) relativi ai soli Stati Uniti. Infine Africa e Oceania sono destinatarie rispettivamente del 2,5% e dello 0,6% delle esportazioni brianzole del trimestre.

Per quanto riguarda l’approvvigionamento di merci delle imprese brianzole nel primo trimestre 2022, il 72,9% dei flussi in valore proviene dall’Europa: 2,2 miliardi di euro provenienti in gran parte da Paesi UE (quasi 1,9 miliardi); tra i mercati extra-UE si conferma rilevante la Svizzera con 215 milioni di euro di merci in arrivo. Dal continente asiatico provengono 669 milioni di euro di merci destinate alla Brianza, che ammontano al 21,7% del totale dell’import provinciale; più della metà di queste proviene dalla Cina (363 milioni di euro), rilevanti anche i flussi da Taiwan, Corea del Sud e India. Le importazioni dal continente americano valgono 134 milioni (di cui 119 dagli Stati Uniti), pari al 4,4% del totale, meno della metà di quanto incida sull’export.

La dinamica annua dell’export delle imprese brianzole vede incrementi superiori al 10% nei confronti di tutti i continenti. Solo scendendo a un maggior dettaglio territoriale si osservano alcune aree o Paesi in calo, ma prevalgono comunque i mercati in crescita: quella più robusta riguarda i Paesi europei (29,1%), seguono America (+23,8%) e Africa (+23,3%); al di sotto della media l’Asia (+14,2%). In Europa la crescita si deve in prevalenza ai mercati dell’Unione Europea (+36,4%), mentre i restanti Paesi crescono solamente dell’8,5%; tra questi ultimi l’export verso la Svizzera segna un aumento importante (+19,3%); diminuiscono invece Regno Unito (-8,3%) e Russia (-10,2%), quest’ultima probabilmente già per effetto delle sanzioni seguite all’invasione dell’Ucraina. Nel continente americano si osserva una forte crescita dei flussi diretti negli Stati Uniti (+26,7%), ma un rilevante incremento coinvolge anche l’America latina (+17%) e in particolare il Brasile (+58,6%). In Asia si segnala una flessione dei Paesi dell’Asia Centrale (-17,9%), rilevanti comunque solo per l’1,2% delle esportazioni provinciali, aumentano invece i flussi verso Medio Oriente (+15,6%) e Asia Orientale (+18,1%). Nei confronti della Cina si osserva un incremento annuo relativamente modesto (+9,4%), addirittura in calo i flussi diretti a Hong Kong (-7,3%); tra i mercati in crescita si segnalano invece Giappone (+63,3%) e Corea del Sud (+35,8%).

La dinamica dell’import della Brianza vede incrementi rispetto al 2021 maggiori rispetto a quelli dell’export per tutte le principali direttrici territoriali. Particolarmente rilevante l’aumento delle merci provenienti dall’America: si tratta di una crescita del 54,4%; l’import dai soli Stati Uniti è salito di oltre 40 milioni in un anno. Le merci importate dalle imprese brianzole da Paesi europei sono aumentate del 38,5% rispetto al primo trimestre 2021; come per l’export sono i flussi che riguardano i Paesi UE a essere cresciuti maggiormente (+43,5%). Gli approvvigionamenti di merci dall’Asia aumentano del 35,3% in un anno. L’incremento maggiore riguarda l’import dall’India, quasi triplicato, per quanto si tratti di volumi relativamente contenuti (1,5% dell’import complessivo); un forte aumento riguarda anche la Cina, il partner principale in Asia, cresciuta del 46,1% (oltre 100 milioni di euro di importazioni in più).

 

 

Dettaglio europeo

Germania e Francia si confermano le principali destinazioni dell’export della Brianza verso l’Unione Europea anche nel primo trimestre 2022; il valore delle merci dirette in Germania è di 586 milioni di euro, mentre per la Francia si tratta di 274 milioni. Spagna e Paesi Bassi sono gli altri due mercati che superano i 100 milioni di euro, rispettivamente 141 e 137 milioni. La Polonia si trova poco al di sotto con 99 milioni di euro di merci provenienti dalla Brianza, seguono Belgio con 74 milioni e Austria a quota 52 milioni.

La Germania occupa la prima posizione anche nella graduatoria dell’import: si tratta di 555 milioni di euro di merci importate dalle imprese brianzole. Volumi rilevanti riguardano anche i Paesi Bassi (327 milioni) e la Francia (322 milioni). Sopra la quota dei 100 milioni di euro si collocano anche il Belgio con 170 milioni di euro e la Spagna con poco meno di 125 milioni.

La dinamica annua dell’export è di crescita per quasi tutti i partner europei della Brianza, fa eccezione – tra i Paesi mostrati nel grafico – solamente la Svezia (-8,8%). Per due mercati si osservano flussi più che raddoppiati rispetto allo scorso anno, si tratta di Paesi Bassi (+125,1%) e Slovenia (+107,2%), quest’ultima con volumi di scambio relativamente contenuti. La Germania è uno dei Paesi a registrare la crescita più elevata, si tratta di un incremento del 60,9% (circa 140 milioni di euro di merci esportate in più); tra gli altri partner principali della Brianza, Francia e Spagna registrano velocità di crescita inferiori alla media (rispettivamente +17,3% e +16,2%).

Anche i flussi di import risultano in forte aumento nei confronti di quasi tutti i Paesi dell’Unione Europea, salvo Polonia (-3,4%) e Irlanda (-34,5%). L’incremento più rilevante in termini percentuali si registra nei confronti della Francia (+115,2%). Tutti i mercati maggiori crescono comunque oltre il 10%, tra i più dinamici Paesi Bassi e Belgio (entrambi superano il 50% di crescita) e la Germania (+34,2%).

 

 

MI
MB
LO
Trimestre
Primo
Anno
2022
Indice della produzione industriale

Nel primo trimestre del 2021 l’artigianato manifatturiero brianzolo soffre una battuta di arresto della crescita della produzione, contrariamente al trend positivo che contraddistingue l’artigianato regionale. Contemporaneamente si collocano in terreno negativo le aspettative degli imprenditori artigiani riguardo l’andamento della produzione e della domanda. Si osserva comunque una discreta crescita della produzione, che – come si evince dal primo grafico – è pari al 5,3%, un dato rilevante se consideriamo che i volumi produttivi del primo trimestre del 2021 avevano già recuperato buona parte del terreno perso nel 2020. Il grafico permette di apprezzare il trend della produzione dell’artigianato brianzolo su un periodo più lungo, nel quale si osserva una lieve crescita nel 2019, il forte crollo nella prima metà del 2020 e la successiva risalita che rallenta proprio nel trimestre in esame. Il numero indice della produzione (espresso con base 2010 pari a 100) raggiunge nel trimestre quota 104,1 ovvero solo il 4,1% al di sopra dei livelli medi del 2010 (nel secondo trimestre 2020 il minimo era stato di 81,2).

 

 
Analisi congiunturale

La dinamica congiunturale dell’artigianato brianzolo vede, come accennato, una battuta d’arresto per la produzione, contrariamente a quanto avviene a livello regionale. In provincia la variazione della produzione è dello 0,1% (dato destagionalizzato) rispetto della crescita in regione del 2%. Il fatturato mostra invece una minima crescita pari allo 0,6%, inferiore comunque al dato lombardo, che è in linea con l’incremento della produzione (+1,9%). Si contraggono invece gli ordini acquisiti, in calo in Brianza su base congiunturale dello 0,9%, mentre la dinamica regionale si mantiene positiva (+1,3%). Si osserva però al contempo un incremento dei giorni di produzione assicurata rispetto ai trimestri recenti. Per quanto riguarda i mercati esteri, l’incidenza sul fatturato dell’artigianato brianzolo delle vendite effettuate all’estero è del 7,6%, di poco superiore al dato lombardo (6,9%).

Come l’industria, anche l’artigianato subisce un’accelerazione delle spinte inflazioniste nel primo trimestre 2022, i prezzi delle materie prime crescono in tre mesi del 19,8% sia in provincia che in regione. Parallelamente si segnala anche un incremento dei prezzi dei prodotti finiti che raggiunge il 9,5% in Brianza e il 10% in Lombardia.

 

Analisi tendenziale

La dinamica tendenziale mette in evidenza un’importante crescita per l’artigianato brianzolo rispetto al 2021 per tutti gli indicatori, inferiore però alla dinamica regionale. Come osservato nel primo grafico riguardo la produzione, la crescita annua mette a confronto il trimestre appena trascorso con il primo trimestre del 2021, un periodo in cui la fase più critica del lockdown del 2020 era passata e la produzione dell’artigianato era tornata vicina ai livelli del 2019.

La crescita su base annua della produzione dell’artigianato manifatturiero brianzolo è del 5,3%, un dato positivo anche se lontano dalla crescita regionale del 9,6%. La crescita annua del fatturato risulta maggiore (+6,1%), incorporando anche la crescita dei prezzi; in regione l’incremento dei ricavi sul primo trimetre 2021 arriva fino al 12%. La dinamica degli ordini rimane la più debole: si osserva un incremento tendenziale del 3,8% per l’artigianato brianzolo, in regione la crescita è stata invece dell’8,1%.

 

Previsioni per il secondo trimestre 2022

Complessivamente gli operatori intervistati esprimono giudizi pessimisti riguardo al futuro immediato, specie riguardo produzione e domanda interna. Per entrambi gli indicatori il saldo tra giudizi di crescita e di riduzione è di segno negativo, in linea con le opinioni espresse nella rilevazione precedente.

Rimane stabile rispetto a tre mesi fa la quota di operatori che indica una previsione di aumento della produzione, si tratta del 16,2%, rispetto al 25,6% che indica invece più probabile un calo. Il saldo è quindi negativo (-9,4 punti percentuali), leggermente in peggioramento sullo scorso trimestre. Più critiche le aspettative sulla domanda interna, che è prevista in crescita dal 14,7% degli imprenditori artigiani della Brianza, mentre quasi il doppio si aspetta un calo (28,4%); il saldo rimane negativo, in linea con il clima di fiducia espresso tre mesi fa. Riguardo l’occupazione, la larga maggioranza indica giudizi di stabilità (87,2%), le rimanenti indicazioni vedono una leggera prevalenza delle indicazioni di aumento (6,8%) su quelle di riduzione (6%).