Monza Brianza

Abbreviazione
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Trimestre
Terzo
Anno
2023
Settori

Nel terzo trimestre del 2023 il settore più rappresentativo dell’export brianzolo si conferma la meccanica con il comparto dei prodotti in metallo (550 milioni di euro di merci esportate) seguito da quello dei macchinari (461 milioni), che insieme valgono poco meno di un terzo dell’export provinciale del trimestre. Molto rilevanti anche i volumi di scambi che riguardano la chimica (452 milioni), la farmaceutica (417 milioni) e l’elettronica (351 milioni). La graduatoria prosegue con la categoria residuale delle altre attività manifatturiere pari a 277 milioni di euro (di cui 249 milioni riguardano l’export di mobili), successivamente la gomma plastica a quota 210 milioni. Altri due comparti superano la soglia dei 100 milioni di export nel trimestre: l’abbigliamento (138 milioni) e gli apparecchi elettrici (120 milioni). La graduatoria per settore dei primi nove mesi dell’anno risulta sovrapponibile a quella del trimestre in esame per le prime posizioni. I prodotti in metallo sono il primo comparto con 1,8 miliardi di euro di export. I macchinari valgono quasi 1,5 miliardi, seguiti dalla chimica a poco meno di 1,4 miliardi, quindi la farmaceutica (1,4 miliardi) e l’elettronica, che è l’unico altro comparto a superare il miliardo; insieme questi comparti incidono per quasi il 70% delle esportazioni provinciali nel complesso. Tra i restanti settori, i più rilevanti sono la voce residuale delle altre attività manifatturiere (881 milioni) e la gomma-plastica (681 milioni); poco sopra i 400 milioni infine si collocano abbigliamento e apparecchi elettrici.

Per quanto riguarda la distribuzione per settore delle importazioni delle imprese brianzole nel terzo trimestre del 2023, i principali comparti sono, come per l’export, i prodotti in metallo con 356 milioni (14,4% del totale provinciale) e – a brevissima distanza – i macchinari a quota 354 milioni, quindi la chimica con 332 milioni; in tutto per questi tre comparti si tratta del 42,3% dell’import provinciale complessivo. Più a distanza troviamo i flussi di merci della farmaceutica (284 milioni), quindi l’elettronica (272 milioni), più distanti gli apparecchi elettrici a quota 202 milioni e altri comparti compresi tra i 100 e i 200 milioni di euro di merci importate, ovvero gomma-plastica, abbigliamento e la voce residuale delle altre attività manifatturiere. Tra gennaio e settembre del 2023 il principale comparto dell’import brianzolo è la chimica, con poco meno di 1,3 miliardi di euro, seguita dai prodotti in metallo e dai macchinari, entrambi sopra quota 1,1 miliardi. Piuttosto importanti anche i flussi che riguardano l’elettronica (930 milioni) e la farmaceutica (890 milioni).

In termini di dinamica tendenziale, le esportazioni delle imprese della Brianza registrano nel complesso ancora una variazione positiva, sebbene inferiore alla crescita dei trimestri recenti, si tratta infatti di un +3,8%, mentre la dinamica dell’import è negativa per il terzo trimestre consecutivo (-13,3%). La crescita dell’export beneficia di un significativo contributo della farmaceutica, comparto caratterizzato spesso da forti oscillazioni, pari al 45%, in cifre quasi 130 milioni di incremento annuo. Risulta molto positivo anche l’apporto dei macchinari (+8,5%), più contenuto invece quello dell’elettronica (+1,4%). Tra i comparti maggiori, i meno dinamici risultano la chimica (+0,2%) e i prodotti in metallo, che registrano una leggera flessione (-0,3%). Risultano invece in calo alcuni comparti di dimensioni relativamente minori quali gli apparecchi elettrici (-9,6%), la gomma-plastica (-2,5%), l’abbigliamento (-3,2%) e la voce residuale delle altre attività manifatturiere (-9,7%). Per quanto riguarda la dinamica dei primi nove mesi dell’anno, la crescita rispetto al 2022 è dell’8,9%. Il settore che vi contribuisce maggiormente – come anche nell’ultimo trimestre – è la farmaceutica, che ha visto un incremento annuo del 33%. A questo si aggiungono altri due comparti, che rilevano per oltre un miliardo di euro di export e che sono cresciuti più del 10%: i macchinari (+21,5%) e l’elettronica (+14,2%). Tra i comparti maggiori, cresce moderatamente l’export di prodotti in metallo (+4%), cala leggermente la chimica (-0,2%), più sensibile la flessione della gomma-plastica (-1,7%) e della voce residuale delle altre attività manifatturiere (-1,3%).

Le importazioni delle imprese brianzole denunciano un significativo calo del 13,3% rispetto al terzo trimestre del 2022, evidenziando un calo tendenziale per il terzo trimestre consecutivo. In termini settoriali, la maggior parte dei comparti principali registra flussi in calo. Flessioni superiori al 20% sono riportate in particolare dalle importazioni di prodotti in metallo (-27,8%), di prodotti chimici (-22,9%) e dell’abbigliamento (-27,2%), mentre sono molto più contenute le riduzioni dei flussi che riguardano elettronica (-2,9%) e farmaceutica (-1,8%). Tra i comparti con flussi di merci superiori ai 100 milioni di euro nel trimestre, l’unico in crescita è rappresentato dai macchinari (+1,8%). Il dato cumulato relativo ai nove mesi indica una riduzione dei flussi di merci in arrivo dall’estero del 9,1% rispetto allo stesso periodo del 2022. Il comparto dei prodotti in metallo è tra quelli che registrano la dinamica peggiore, con un calo del 23,8%; il bilancio è negativo anche per quanto riguarda la chimica (-9,5%) e i macchinari (-7,1%). La quasi totalità dei comparti rimanenti registra flussi di approvvigionamento di merci in calo sul 2022, in positivo si segnalano due comparti che hanno visto crescere anche i flussi di esportazioni, si tratta dell’alimentare (+11,8%) e dell’elettronica (+12,2%).

 

 

 

Aree geoeconomiche globali

Poco meno dei due terzi (64,3%) delle esportazioni delle imprese brianzole del terzo trimestre 2023 si dirige verso Paesi europei. Sono poco più di 2 miliardi di euro di merci in cifre, dei quali 1,5 miliardi riguarda Paesi facenti parte dell’Unione Europea e poco più di 500 milioni Paesi europei extra-UE; tra questi ultimi la Svizzera è il più rilevante per la Brianza con 261 milioni di euro di export, quindi il Regno Unito con 100 milioni e la Turchia con 73 milioni. Il continente asiatico intercetta 678 milioni di euro di merci provenienti dalla Brianza, il 21,1% del totale provinciale. La gran parte di queste merci è diretta verso l’Asia Orientale (480 milioni di euro), in particolare 104 milioni in Cina e altri 253 milioni verso le quattro Tigri Asiatiche (158 milioni solo per Singapore). L’export nelle Americhe ammonta a 369 milioni di euro (l’11,5% del totale), di cui 255 milioni riguardano gli Stati Uniti. Africa e Oceania infine intercettano rispettivamente il 2,4% e lo 0,7% delle esportazioni brianzole del trimestre, poco meno di 100 milioni complessivi. Nei primi nove mesi del 2023 le esportazioni delle imprese brianzole verso Paesi europei ammontano a 6,7 miliardi di euro (65,7% dell’export complessivo); 5 miliardi di questi riguardano Paesi UE (il 49,6% del totale) e 1,6 miliardi gli altri mercati, in particolare circa la metà concerne la Svizzera (870 milioni). I flussi che interessano l’Asia valgono 2 miliardi di euro, dei quali 1,4 milioni indirizzati in Asia Orientale, 424 milioni in Medio Oriente e 160 milioni in Asia Centrale; il singolo mercato più rilevante è rappresentato da Singapore (455 milioni di euro), che supera anche la Cina (312 milioni). Le esportazioni che interessano l’America valgono 1,1 miliardi di euro (11,1% del totale), nel dettaglio quasi 800 milioni i soli Stati Uniti e 284 milioni i Paesi dell’area centro-meridionale del continente.

Le importazioni delle imprese brianzole nel terzo trimestre 2023 provengono per il 72,3% da Paesi europei, sono quasi 1,8 miliardi di euro, che riguardano per la maggior parte Paesi UE (1,4 miliardi). Al di fuori dell’Europa la gran parte degli approvvigionamenti di merci proviene dall’Asia, 555 milioni di euro di importazioni pari al 22,5% del totale; quasi la metà di questi flussi riguarda la Cina, poco meno di 260 milioni di euro in valori assoluti. Dal continente americano proviene solamente il 4,5% delle importazioni brianzole del trimestre, pari a 112 milioni di euro. Complessivamente tra gennaio e settembre del 2023 le importazioni brianzole da Paesi europei ammontano a 5,8 miliardi di euro (72,4% del totale), di cui 4,8 miliardi dall’Unione Europea. L’import dall’Asia sfiora la cifra di 1,7 miliardi di euro, quasi interamente relativi a Paesi dell’estremo oriente (1,5 miliardi), principalmente la Cina (750 milioni). L’approvvigionamento di merci dall’America infine vale 464 milioni di euro, provenienti per la gran parte (431 milioni) dagli Stati Uniti.

La dinamica delle esportazioni brianzole per area geografica registra una discreta crescita verso tutte le destinazioni continentali. L’export verso l’Europa aumenta del 4,6%, con una crescita dei mercati UE del 3,4% e un contributo più significativo che proviene dagli altri Paesi europei (+8,4%); tra questi ultimi si osserva una crescita della Svizzera (+6,2%) e un forte incremento in termini percentuali della Turchia (+55,1%). L’export verso il continente americano sale dell’1,9% grazie a una robusta crescita dei mercati della parte centro-meridionale del continente (+31,7%), in grado di compensare il dato negativo che riguarda gli Stati Uniti (-2%). L’aumento annuo dell’export verso l’Asia è del 3,8%, perfettamente in linea quindi con la media provinciale. Crescono maggiormente in termini percentuali i mercati relativamente meno rilevanti del Medio Oriente (+20,4%) e dell’Asia Centrale (+8,9%), mentre l’Asia Orientale registra un leggero calo (-0,8%). È il mercato cinese in particolare a risultare in flessione per l’export brianzolo (-6,2%), per contro si osserva una crescita delle “quattro tigri” pari al 19,2%, grazie in particolare a Singapore (+38%). Osservando invece la dinamica dei nove mesi dell’anno, si conferma la crescita dell’export brianzolo che riguarda tutti i continenti. L’Asia cresce del 12,9%, con una dinamica positiva che riguarda tutte le macro-aree del continente e coinvolge anche l’estremo oriente, a eccezione però della Cina (-2%). L’export verso il continente americano registra un incremento dell’11,5%, che scende leggermente all’11,3% per il mercato principale ovvero gli Stati Uniti. I Paesi europei sono cresciuti relativamente meno, si tratta di un incremento del 7,3% che riguarda soprattutto i mercati non UE (+11,4%) e in misura minore i partner dell’Unione Europea (+6%).

La dinamica negativa dell’import della Brianza nel trimestre si deve in particolare a un forte calo degli approvvigionamenti dall’Asia (-26,8%), a cui si accompagna una analoga riduzione delle Americhe (-33,6%), mentre risulta limitato al 4% il calo dell’Europa. I flussi dall’Europa si riducono sia per quanto riguarda i Paesi della UE (-3,8%) sia i rimanenti (-5%). Nei confronti dell’Asia si osserva un calo estremamente importante per la Cina (-35%) e relativamente contenuto per le Tigri Asiatiche (-6,6%), tra le quali sono in calo i flussi provenienti da Corea del Sud (-5,8%) e Taiwan (-24%). Il bilancio complessivo dei primi nove mesi dell’anno evidenzia una dinamica peggiore rispetto a quella dell’ultimo trimestre per quanto riguarda l’Europa (-6,6%), migliore invece per Asia (-16,6%) e America (+1,9%). Nel continente europeo si osserva una riduzione dei flussi di entità simile tra i mercati UE (-6,8%) e quelli non UE (-5,6%). Nei confronti dell’Asia le imprese brianzole hanno ridotto l’import dall’India (-26,9%) sia – e soprattutto – dalla Cina (-30,6%); risultano invece in crescita i flussi provenienti dalle “quattro tigri” (+7,6%), in particolare da Singapore (+60,5%).

 

 

Dettaglio europeo

Anche nel terzo trimestre 2023, la Germania si conferma la più importante destinazione dell’export della Brianza all’interno dell’Unione Europea, con 373 milioni di euro di merci esportate in tre mesi. In seconda e terza posizione si collocano Francia e Paesi Bassi, per un valore delle merci scambiate pari rispettivamente a 252 e 230 milioni di euro. Più distante la Spagna che vale 133 milioni di euro, seguita dalla Polonia che sfiora quota 100 milioni, quindi il Belgio a quota 58 milioni. I flussi complessivi del semestre registrano la stessa graduatoria del trimestre per quanto riguarda le prime posizioni. Il principale mercato monzese all’interno della UE è la Germania (1,2 miliardi), seguita a dalla Francia (857 milioni) e dai Paesi Bassi (683 milioni). Al di sotto dei 500 milioni di merci movimentate si collocano la Spagna (429 milioni), la Polonia (314 milioni) e il Belgio (207 milioni) e altri sette Paesi nella fascia tra 100 e 200 milioni.

Anche sul fronte dell’import è la Germania il mercato più importante della Brianza, si tratta di flussi di merci in arrivo nel trimestre pari a 433 milioni di euro, quasi il 30% del totale delle importazioni dalla UE. Dai Paesi Bassi provengono circa 260 milioni di euro di merci dirette in Brianza, dalla Francia poco meno di 200 milioni, da Belgio e Spagna rispettivamente 117 milioni e 109 milioni di euro di merci. Tra gennaio e settembre 2023 l’import dalla Germania è pari a 1,4 miliardi di euro, più distanti i Paesi Bassi con poco più di 850 milioni, quindi la Francia con 632 milioni. Belgio e Spagna si confermano mercati importanti, al di sopra dei 300 milioni di euro di flussi, mentre tra 100 e 200 milioni si collocano Austria, Svezia e Polonia.

La dinamica complessiva di crescita dell’export in UE (+3,4%) nasconde in realtà dati negativi per molti dei principali mercati. Calano infatti i flussi diretti in Germania (-3,8%), in Francia (-1,6%) e in Spagna (-0,9%). Registrano una variazione negativa rilevante in termini percentuali Belgio (-35,6%) e Austria (-29,6%). Come nel trimestre precedente, il contributo alla crescita proviene in prevalenza da due mercati ovvero i Paesi Bassi (+72%) e l’Irlanda (passata da 6 a 35 milioni di euro). Il dato dei primi nove mesi dell’anno registra una crescita importante (+6%) nonostante un forte calo del mercato tedesco (-12,2%). Si osserva una crescita verso Francia (+5,6%) e Spagna (+1,5%), mentre in termini percentuali i mercati più dinamici risultano, come nell’ultimo trimestre, Paesi Bassi (+69,3%) e Irlanda (+325%).

I flussi di importazioni brianzole dall’Unione Europea sono complessivamente in calo su base annua nel terzo trimestre (-3,8%). Tra i mercati maggiori, incidono in negativo i dati di Germania (-7,6%), Belgio (-20,1%) e Spagna (-6,9%). I principali mercati in crescita sono invece Paesi Bassi (+7,4%) e Francia (+4,3%). Riguardo al dato cumulato dei primi nove mesi dell’anno, si mantiene la flessione che caratterizza il mercato tedesco (-7,9%), a cui si aggiungono flessioni superiori al 10% di Francia (-20%) e Belgio (-15%). Tra i mercati che movimentano più di 100 milioni di euro di import si osserva una crescita solamente per Paesi Bassi (+8,9%) e Svezia (+17,8%).

 

 

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Trimestre
Terzo
Anno
2023

 

 

Indice del fatturato del commercio

Nel terzo trimestre 2023 il commercio al dettaglio della provincia di Monza registra un aumento del fatturato favorito dalla dinamica inflazionistica.

L’indice del fatturato, al netto degli effetti stagionali, si è collocato a 118,1 (+0,7% destagionalizzato a un nuovo punto di massimo), mentre nei confronti del terzo trimestre dello scorso anno, la dinamica tendenziale registra ancora una significativa crescita (+2,2%).

Se consideriamo il dettaglio della dinamica tendenziale, possiamo osservare che l’area di incremento del fatturato rispetto allo scorso anno è condivisa dal 42,9% delle imprese, mentre la frazione di operatori con fatturato in contrazione corrisponde a circa un terzo dei rispondenti.

 

 
Previsioni per il quarto trimestre 2023

Le aspettative delle imprese del commercio della provincia di Monza Brianza per il quarto trimestre 2023 registrano una convergenza tra gli andamenti attesi per il fatturato e quelli per l’occupazione.

Il quadro dettagliato delle previsioni relative al fatturato, espresso dai saldi complessivi delle risposte (differenza tra ipotesi di aumento e di diminuzione), indica un passaggio del saldo da un quadrante negativo a uno positivo rispetto alla precedente rilevazione (+6,7% contro -15,9% del secondo trimestre).

Il ritorno delle aspettative in terreno positivo è determinato dalla frazione di imprese con stime di crescita, quasi raddoppiata rispetto alla precedente rilevazione (30,5% contro 15,9%) e dalla contestuale riduzione non solo della quota di operatori con aspettative di diminuzione (23,8% contro 31,8% del secondo trimestre), ma anche della frazione di imprese con prospettive di stabilità del fatturato (45,7% contro 52,3%).

Anche nei confronti delle aspettative sull’occupazione si osserva un miglioramento del saldo complessivo delle risposte (4,8% contro 1,9%).

Tale trend si registra infine nei confronti degli ordini rivolti ai fornitori, che risalgono da un quadrante negativo verso un livello neutro, essendo in equilibrio le ipotesi di aumento rispetto a quelle di diminuzione (23,8%) e dove oltre la metà delle imprese prevede una situazione stabile per i successivi tre mesi.

 

 

 

I dati dell'indagine congiunturale sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons

MI
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Trimestre
Terzo
Anno
2023
Indice della produzione industriale

Dopo alcuni trimestri di rallentamento, l’artigianato manifatturiero brianzolo evidenza uno stop della produzione nel terzo trimestre del 2023, con una performance nel complesso peggiore rispetto all’artigianato regionale. La produzione segna infatti una variazione nulla sul terzo trimestre 2022 mentre tutti gli altri indicatori – sia congiunturali che tendenziali – denunciano variazioni negative, così come risultano in terreno negativo le aspettative sul futuro degli operatori. Nel grafico si osserva il rallentamento progressivo della crescita della produzione che arriva ad azzerarsi nel trimestre attuale. Il grafico permette anche di apprezzare il trend della produzione dell’artigianato brianzolo su un periodo più lungo, nel quale si notano la lieve crescita nel 2019, il forte crollo nella prima metà del 2020 e la successiva risalita. Il numero indice della produzione (espresso con base 2010 pari a 100) si colloca nel trimestre a quota 112, rimanendo comunque su valori relativamente elevati nella serie storica recente (nel secondo trimestre 2020 il minimo era stato di 81,2).

 

 
Analisi congiunturale

La dinamica congiunturale dell’artigianato mostra un calo che riguarda tutti e tre gli indicatori rilevati, evidenziando un gap significativo rispetto all’artigianato regionale. La produzione dell’artigianato a Monza registra un calo congiunturale dello 0,2% (dato destagionalizzato), segnando una variazione negativa per la prima volta dal 2020, mentre a livello lombardo si osserva una piccola crescita (+0,2%). La dinamica di fatturato e ordini risulta peggiore di quella della produzione sia a livello locale che regionale. Il fatturato cala rispetto allo scorso trimestre dello 0,7% in Brianza, mentre cresce solamente dello 0,1% in Lombardia. Di intensità ancora maggiore è la variazione negativa degli ordini: a Monza sono in calo dell’1,1%, dopo avere registrato una flessione anche nello scorso trimestre; in regione il calo è pari allo 0,4%. L’incidenza dei mercati esteri sul fatturato dell’artigianato manifatturiero brianzolo nel terzo trimestre 2023 è pari al 7,9%, più elevata rispetto al dato lombardo del 6,2%.

Sul fronte dei prezzi, si interrompe la discesa dell’inflazione, contrariamente a quanto registrato dalla rilevazione sull’industria. In Brianza i prezzi delle materie prime registrano una variazione congiunturale del 5%, quasi identico al 4,9% del trimestre precedente; in Lombardia l’incremento è del 4,5%, in leggera discesa dal 4,7% di tre mesi fa. Per i prezzi dei prodotti finiti si osserva in Brianza una crescita del 4,2%, superiore rispetto al 3% della scorsa rilevazione; a livello regionale la variazione si mantiene più contenuta (2,8%).

 

Analisi tendenziale

Anche a livello tendenziale, quindi a confronto con il terzo trimestre del 2022, l’artigianato brianzolo mette in evidenza un quadro negativo, nel complesso peggiore di quanto rilevato a livello regionale. Si osserva quindi uno stop al percorso di crescita seguito alla pandemia, che ha significato quasi tre anni di variazione positiva della produzione, analogamente a quanto avviene per l’artigianato regionale.

La produzione dell’artigianato manifatturiero brianzolo non registra nessuna variazione rispetto al 2022; in Lombardia si mantiene ancora una crescita pari allo 0,5%, dato positivo ma in rallentamento rispetto ai trimestri recenti. Per il fatturato si osserva un calo piuttosto sensibile in Brianza (-3%), mentre in Lombardia si registra una sostanziale stabilità (+0,1%). La dinamica degli ordini dell’artigianato risulta più simile tra i due livelli territoriali, entrambi in negativo: il portafoglio ordini diminuisce in un anno dell’1,9% a Monza e dell’1,3% in Lombardia.

 

Previsioni per il quarto trimestre 2023

Le aspettative degli artigiani brianzoli per l’immediato futuro riflettono il quadro congiunturale critico con una netta prevalenza di giudizi negativi, sebbene si osservi comunque un miglioramento rispetto alle opinioni molto pessimiste emerse lo scorso trimestre.

Per quanto riguarda le aspettative sulla produzione, si osserva una quota di operatori che prospetta un calo (30,2%) quasi doppia rispetto a quanti ipotizzano una crescita (16%). Il saldo è quindi fortemente negativo ma migliora rispetto a tre mesi fa, grazie in particolare alla crescita della quota di ottimisti. Le opinioni sulla domanda interna sono di poco più pessimiste rispetto a quelle sulla produzione, il saldo tra giudizi di crescita e di calo è infatti negativo di 20 punti percentuali; si nota anche in questo caso però una risalita rispetto ai giudizi decisamente più pessimisti rilevati lo scorso trimestre. Le aspettative sull’occupazione sono improntate come di consueto a un’elevata stabilità, l’88,7% degli operatori non si aspetta variazioni, tra i rimanenti si mantiene una prevalenza dei pessimisti (8,5%) sugli ottimisti (2,8%).

 

 

 

I dati dell'indagine congiunturale sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons

MI
MB
LO
Trimestre
Terzo
Anno
2023
Indice della produzione industriale

Nel terzo trimestre del 2023 l’industria manifatturiera brianzola denuncia alcuni segnali di rallentamento della crescita, per quanto l’indicatore della produzione continui a essere in terreno positivo. Il peggioramento della dinamica riguarda anche fatturato e ordini, che peraltro denunciano variazioni congiunturali negative, analogamente a quanto avviene in Lombardia. Per contro, arrivano segnali positivi dalla dinamica dei prezzi, che risulta del tutto in linea con la velocità di crescita dei prezzi precedenti l’esplosione del 2021. Si mantengono invece orientate al pessimismo le aspettative degli imprenditori, esprimendo un peggioramento del clima di fiducia rispetto al trimestre precedente. Nel primo grafico si osserva il rallentamento della crescita tendenziale della produzione industriale brianzola che in questo trimestre si ferma all’1,1%. Il numero indice (calcolato ponendo pari a 100 il 2010 come anno di riferimento) sale comunque fino a un nuovo massimo nella serie storica recente, arrivando a quota 124.

 

 
Analisi congiunturale

A livello congiunturale, quindi rispetto al secondo trimestre del 2023, l’industria manifatturiera brianzola registra una crescita della produzione e un quadro più critico degli altri indicatori, migliore comunque nel complesso rispetto a quanto si osserva a livello regionale.

La produzione industriale in Brianza cresce su base congiunturale dello 0,4% (dato destagionalizzato), mentre in Lombardia si osserva una significativa flessione (-0,7%). La dinamica del fatturato risulta negativa per entrambi i territori; in Brianza in particolare il calo è stato dello 0,6%, più contenuto in regione dove si ferma allo 0,1%. La quota di fatturato realizzata all’estero risale rispetto al trimestre passato sia a Monza (dal 35,2% al 38,2%) che in Lombardia (dal 38,5% al 39,9%).

Anche gli ordini registrano una dinamica complessivamente negativa con rilevanti divergenze tra la componente interna ed estera. In Brianza le commesse dall’estero segnano un calo congiunturale dello 0,7% contro una crescita dello 0,5% gli ordini interni, mentre lo scorso trimestre si era osservata una dinamica migliore dei mercati esteri. In Lombardia entrambe le componenti risultano in calo, specialmente gli ordini interni ridotti dell’1,4% mentre gli ordini esteri diminuiscono dello 0,3%.

Continua a rallentare anche in questo trimestre la crescita dei prezzi: quelli delle materie prime registrano un incremento congiunturale per le imprese manifatturiere brianzole solamente dello 0,2%, in linea ormai con i livelli di inflazione precedenti il 2021; a livello regionale si osserva un rallentamento simile, con una crescita che raggiunge lo 0,8%. Risulta di poco superiore in questo trimestre l’aumento congiunturale dei prezzi dei prodotti finiti (0,8% in Brianza e 0,9% in Lombardia).

 

Analisi tendenziale

A livello tendenziale, in rapporto quindi al terzo trimestre del 2022, la Brianza mantiene ancora una prevalenza di indicatori di segno positivo, rispetto allo scenario più negativo che si configura a livello regionale. La produzione in particolare conserva ancora una variazione positiva, mentre alcune difficoltà si segnalano per la dinamica del fatturato.

La produzione industriale in Brianza cresce in un anno dell’1,1%, in rallentamento rispetto alla dinamica recente; in Lombardia la frenata è molto più decisa portando a un calo della produzione dell’1,5% in un anno.

Il fatturato registra una variazione annua negativa a Monza (-0,5%) e quasi nulla invece in Lombardia, interrompendo una lunga fase di crescita trainata anche dagli incrementi dei prezzi. Una dinamica simile si osserva tra i due territori per quanto riguarda la scomposizione tra il fatturato realizzato in Italia e quello all’estero: il primo si riduce sia in provincia (-1,8%) sia in regione (-1,2%), mentre i ricavi realizzati all’estero crescono in un anno dell’1,7% in entrambi i territori.

Lo stesso gap che si osserva tra la performance brianzola e quella regionale relativamente alla produzione, si riscontra anche per la dinamica degli ordini. Alla discreta crescita osservata a Monza infatti (pari all’1,1%) si contrappone un netto calo a livello lombardo (-2,3%). Gli ordini delle imprese brianzole crescono soprattutto per merito delle commesse provenienti dall’Italia (+1,6%), in Lombardia per contro è proprio la dinamica degli ordini interni ad essere in forte difficoltà (-3,5%).

 

Mercato del lavoro

Gli indicatori dell’indagine congiunturale relativi al mercato del lavoro per le imprese manifatturiere brianzole rimangono ancora abbastanza in linea con le ultime rilevazioni, sia per quanto riguarda il saldo tra entrate e uscite di lavoratori sia per il ricorso alla cassa integrazione. Il saldo tra entrate e uscite nel trimestre è positivo e pari allo 0,3%, leggermente migliore di quello riscontrato nel terzo trimestre del 2022 (0,1%), sia grazie a un lieve incremento delle entrate sia a una riduzione delle uscite. La quota di imprese che dichiara di avere fatto ricorso alla CIG nel trimestre è del 5,9%, quasi invariata rispetto a tre mesi fa, mentre scende la quota di CIG utilizzata in rapporto al monte ore lavorato complessivo che rimane estremamente contenuta, pari allo 0,4%.

 

 
Previsioni per il quarto trimestre 2023

Le aspettative degli imprenditori brianzoli costituiscono l’elemento più critico della congiuntura del trimestre, indicando un deciso peggioramento per l’immediato futuro. Il saldo tra giudizi di crescita e di diminuzione è negativo e in peggioramento per tre dei quattro indicatori rilevati, rimanendo positivo solo con riguardo all’occupazione.

Continua a scendere la quota di operatori che si aspetta una crescita della produzione per il prossimo trimestre, sono solamente il 19,5% contro un 27,8% che ritiene più probabile un calo, con un saldo quindi negativo e in peggioramento rispetto al trimestre passato. Le prospettive sono migliori per quanto riguarda l’occupazione, prevista in aumento dal 15,6% dei rispondenti, mentre prevedono un calo solamente dell’8,1%.

Nonostante gli ordini interni siano cresciuti più degli ordini esteri nel trimestre, le aspettative degli imprenditori brianzoli denunciano una maggiore criticità proprio per la domanda interna. Più di un terzo si aspetta infatti un calo della domanda interna mentre solo il 12,8% prevede una crescita; le aspettative sulla domanda estera sono migliori ma prevalgono comunque i giudizi pessimisti, con un saldo negativo di 7,4 punti percentuali.

 

 

 

I dati dell'indagine congiunturale, rivolta a un campione di imprese con 10 o più addetti, sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons.

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Trimestre
Secondo
Anno
2023
Settori

Nel secondo trimestre del 2023 la scomposizione per settori dell’export brianzolo vede al primo posto la meccanica con il comparto dei prodotti in metallo (644 milioni di euro di merci esportate) e i macchinari (557 milioni), che insieme valgono circa un terzo dell’export provinciale del trimestre. Seguono la farmaceutica con 485 milioni e la chimica con 467 milioni, quindi l’elettronica a quota 366 milioni. La graduatoria prosegue con la categoria residuale delle altre attività manifatturiere che ammonta a 311 milioni di euro (di cui 279 milioni riguardano l’export di mobili), quindi la gomma plastica con 233 milioni. Altri due comparti superano la soglia dei 100 milioni di export nel trimestre: si tratta degli apparecchi elettrici (142 milioni) e dell’abbigliamento (130 milioni). La graduatoria settoriale del primo semestre dell’anno risulta quasi identica a quella del trimestre in esame. I prodotti in metallo occupano la prima posizione con poco meno di 1,3 miliardi di euro di export per le imprese brianzole, quindi i macchinari che raggiungono il miliardo di euro. In terza posizione troviamo la chimica a quota 945 milioni e la farmaceutica con 886 milioni di euro, più distanti l’elettronica (736 milioni) e la voce residuale delle altre attività manifatturiere (603 milioni). I restanti comparti non raggiungono il mezzo miliardo di export in sei mesi, in particolare gomma-plastica (470 milioni), gli apparecchi elettrici (289 milioni) e l’abbigliamento (274 milioni).

Dal lato delle importazioni delle imprese brianzole nel secondo trimestre del 2023, la ripartizione per settore è guidata dal comparto della chimica, per un valore di 463 milioni di euro (16,6% del totale provinciale). A distanza seguono i macchinari (circa 398 milioni), quindi i prodotti in metallo (389 milioni), più distanti la farmaceutica (327 milioni) e l’elettronica (312 milioni); insieme i primi cinque settori arrivano a circa i due terzi dell’import provinciale. Si scende a poco più di 200 milioni di euro per l’import di prodotti elettrici, mentre altri quattro settori superano la soglia dei 100 milioni (in ordine decrescente la gomma plastica, la voce residuale delle altre attività manifatturiere, l’abbigliamento e l’alimentare). Tra gennaio e giugno del 2023 i principali comparti dell’import brianzolo sono costituiti dalla chimica con 950 milioni di euro, quindi i prodotti in metallo (800 milioni) e i macchinari (746 milioni). Molto rilevanti anche i flussi di approvvigionamento delle merci dell’elettronica (658 milioni) e della farmaceutica (605 milioni).

La dinamica del trimestre indica ancora una crescita annua superiore al 10% per le esportazioni, probabilmente esito di fenomeni inflattivi più che di variazioni di volumi scambiati, mentre si osserva un calo delle importazioni. L’export brianzolo cresce complessivamente rispetto al secondo trimestre del 2022 del 12,9%. La farmaceutica, comparto caratterizzato spesso da forti oscillazioni, registra la crescita più significativa pari all’85,9%, ovvero ben 220 milioni di incremento annuo. Registrano un aumento superiore alla media i macchinari (30,6%), gli apparecchi elettrici (18,8%) e l’elettronica (18,3%). Tra i comparti maggiori si trovano in calo la gomma-plastica (-6,2%), le altre attività manifatturiere (-2,5%) e in misura minima i prodotti in metallo (-0,1%); si osserva infine un incremento di ridotta entità per quanto riguarda la chimica (+0,3%). Per quanto riguarda la dinamica del semestre, la crescita annua complessiva è del 10,8%. L’osservazione per settore risulta abbastanza vicina a quella dell’ultimo trimestre: la crescita è guidata infatti da quattro comparti in particolare, la farmaceutica (28,1%), i macchinari (27,7%), l’elettronica e gli apparecchi elettrici (21,8% entrambi); i prodotti in metallo, il primo comparto dell’export provinciale, crescono invece del 6% sullo stesso periodo del 2022. La voce residuale delle altre attività manifatturiere cresce del 2%, mentre si osservano, tra i comparti principali, solamente due che si trovano in terreno negativo: si tratta della gomma-plastica (-1,7%) e della chimica (-0,5%).

Le importazioni delle imprese brianzole registrano un calo del 3,8% in rapporto allo stesso periodo del 2022, mostrando quindi una flessione per il secondo trimestre consecutivo. Tra i principali comparti si osservano performance estremamente differenziate: in positivo troviamo due comparti per i quali si osserva una crescita anche dell’export, ovvero farmaceutica (+21,5%) ed elettronica (+15%). Registrano una discreta crescita anche i flussi di merci dell’alimentare (+12,7%), dell’abbigliamento (+9,9%) e dei macchinari (+4%). In negativo si segnala il comparto di maggiori dimensioni ovvero la chimica (-2,4%) insieme a prodotti in metallo (-27%) ed apparecchi elettrici (-14,4%). Il dato complessivo del semestre vede una riduzione dei flussi di merci in arrivo dall’estero del 6,9% rispetto allo stesso periodo del 2022. Tra i comparti che hanno movimentato almeno 100 milioni di euro di merci, l’elettronica (+19,8%) e l’alimentare (+13,8%) mostrano una rilevante progressione, la chimica un incremento più contenuto. I restanti comparti registrano una riduzione dei flussi, che risulta relativamente modesta per quanto riguarda farmaceutica (-5,7%) e gomma-plastica (-3,6%), mentre arriva a superare il 20% relativamente ai prodotti in metallo (-23,3%) e ai prodotti in legno (-26,7%).

 

 

 

Aree geoeconomiche globali

Poco meno dei due terzi (65,7%) delle esportazioni delle imprese brianzole del secondo trimestre 2023 si dirige verso Paesi europei. Si tratta di oltre 2,3 miliardi di euro di merci in valori assoluti, di cui 1,8 miliardi riguarda Paesi partner UE e 565 milioni Paesi europei extra-UE; tra questi ultimi la Svizzera vale 302 milioni di euro per la Brianza, segue il Regno Unito con 108 milioni e la Turchia con 86 milioni. Verso il continente asiatico si dirigono 719 milioni di euro di merci, il 20% del totale provinciale. Tali flussi riguardano in prevalenza l’Asia Orientale (513 milioni di euro), 105 milioni di euro sono diretti in Cina e altri 263 milioni verso le quattro Tigri asiatiche (155 milioni solo per Singapore). L’export brianzolo nelle Americhe ammonta a poco più di 400 milioni di euro (l’11,2% del totale), di cui 275 milioni riguardano gli Stati Uniti. Africa e Oceania infine intercettano rispettivamente il 2,5% e lo 0,6% delle esportazioni brianzole del trimestre. Il dato complessivo dei primi sei mesi del 2023 rileva un ammontare delle esportazioni brianzole verso Paesi europei pari a 4,6 miliardi di euro (66,3% dell’export complessivo); di questi, 3,5 miliardi riguardano Paesi UE (il 50,1% del totale) e oltre 1,1 miliardi gli altri mercati, in particolare Svizzera (609 milioni) e Regno Unito (215 milioni). I flussi diretti in Asia valgono 1,3 miliardi di euro, dei quali 982 milioni indirizzati in Asia orientale e volumi molto inferiori in Medio Oriente (279 milioni) e Asia centrale (107 milioni); i singoli mercati più rilevanti sono rappresentati da Singapore (297 milioni di euro) e dalla Cina (208 milioni). Le esportazioni che interessano l’America valgono 771 milioni di euro (10,9% del totale), in modo particolare 541 milioni i soli Stati Uniti e 191 milioni i Paesi dell’area centro-meridionale del continente.

Riguardo alle merci importate dalle imprese brianzole, nel secondo trimestre 2023 il 70,7% dei flussi proviene da Paesi europei, poco meno di 2 miliardi di euro, per la gran parte costituita da importazioni da Paesi UE (1,6 miliardi). Al di fuori dell’Europa si osserva come di consueto una quota rilevante di flussi originati dall’Asia: oltre 590 milioni di euro di importazioni pari al 21,2% del totale; nel dettaglio, circa la metà di queste merci proviene dalla Cina (quasi 262 milioni di euro in valori assoluti). Il continente americano incide invece solamente per il 7,2% sulle importazioni brianzole del trimestre: in cifre si tratta di 202 milioni di euro. Tra gennaio e giugno 2023 le importazioni brianzole da Paesi europei valgono circa 4 miliardi di euro (72,4% del totale), di cui 3,3 miliardi da partner dell’Unione Europea. L’import dall’Asia ammonta a 1,1 miliardi di euro, quasi interamente relativi a Paesi dell’estremo oriente (1 miliardo), in particolare la Cina (490 milioni). L’approvvigionamento di merci dall’America nel semestre vale infine 352 milioni di euro, la gran parte dei quali (331 milioni) riguardano gli Stati Uniti.

L’osservazione della dinamica delle esportazioni brianzole per area geografica evidenzia una discreta crescita di tutte le destinazioni territoriali. L’export verso l’Europa registra un incremento dell’11,4%, con il contributo più rilevante dei mercati UE (+12,8%) rispetto agli altri Paesi (+7%); tra questi ultimi si nota una buona performance della Turchia (+34,1%), mentre si osserva un incremento di lieve entità per la Svizzera (+2,4%). L’export verso il continente americano cresce del 10,8% con un incremento del 10,3% che riguarda gli Stati Uniti, mentre la parte centro-meridionale del continente, meno rilevante per volumi, arriva fino a una crescita del 17,7%. Il contributo maggiore alla crescita arriva dai mercati asiatici, in ascesa del 21,1% rispetto al secondo trimestre del 2022: contribuiscono alla crescita tutte le macro-aree del continente, in termini percentuali si segnalano forti incrementi per il Medio Oriente (+31,1%) e i Paesi dell’Asia centrale (+33,2%) mentre in termini di volumi di merci è più rilevante la crescita dell’Asia orientale (+17,4%); tra questi Paesi si osserva una dinamica quasi nulla della Cina (+0,1%), contrapposta a forti aumenti dei flussi diretti verso Singapore (+80,8%), Taiwan (+45,2%) e Giappone (+39,3%).

Se ci spostiamo a considerare la dinamica annua del primo semestre, si mantiene il dato particolarmente positivo del continente asiatico, in crescita del 18%; tale incremento beneficia di una buona performance dell’India (+46,6%) ma soprattutto di alcuni Paesi dell’estremo oriente come Singapore (+83,9%) e Taiwan (+33,3%). Una discreta crescita si osserva anche nei confronti del continente americano, pari al 16,6%, con una dinamica estremamente positiva per entrambe le aree del continente. La crescita dei mercati europei si ferma al 7,8%: nel dettaglio, cresce del 6,3% l’export brianzolo verso i partner UE mentre una crescita maggiore riguarda i restanti mercati (+12,7%).

La dinamica negativa dell’import delle imprese brianzole nel trimestre risente di una flessione degli approvvigionamenti di merci sia dall’Europa (-6,7%) che dall’Asia (-1,4%), mentre dal continente americano – molto meno rilevante per valori assoluti – si registra un boom del 32,7%. I flussi dall’Europa mostrano una flessione simile in termini percentuali per i mercati dell’Unione Europea (-6,8%) e i restanti Paesi (-6,3%). Il dato negativo dell’Asia risente del calo dell’India (-32,1%), della Cina (-17,9%) e di Taiwan (-24,8%), mentre in direzione opposta aumentano i flussi da Singapore (più che raddoppiati, +118,7%) e Giappone (+60,1%).

I trend del semestre sono vicini a quelli dell’ultimo trimestre: le importazioni brianzole sono in calo dall’Europa (-7,6%) e dall’Asia (-10,5%), mentre crescono dall’America (+22,7%). Nel continente europeo i Paesi UE registrano una riduzione dei flussi (-7,9%) maggiore rispetto ai mercati non UE (-5,9%). Nei confronti dell’Asia le imprese brianzole hanno invece ridotto l’import da parte dell’India (-37,2%) ma soprattutto dai mercati dell’estremo oriente (-9,1%), su cui incide una importante riduzione delle merci arrivate dalla Cina (-28,1%); in controtendenza la crescita dei flussi provenienti dalle quattro Tigri (+17,1%), in particolare Singapore.

 

 

Dettaglio europeo

Germania e Francia si confermano le più importanti destinazioni dell’export della Brianza all’interno dell’Unione Europea nel secondo trimestre 2023, con volumi di flussi pari a poco meno di 400 milioni nel primo caso e poco oltre 300 milioni nel secondo. I Paesi Bassi valgono 256 milioni di euro, quindi troviamo la Spagna a quota 152 milioni. Sopra i 100 milioni di euro esportati in tre mesi si colloca anche la Polonia (107 milioni), seguita da Irlanda (82 milioni) e Austria (65 milioni). Se osserviamo i flussi complessivi del semestre, la graduatoria risulta del tutto identica nelle prime posizioni: il principale partner monzese in UE è la Germania (841 milioni), seguita a distanza dalla Francia (604 milioni). Molto rilevanti anche i flussi di merci diretti nei Paesi Bassi (452 milioni), in Spagna (295 milioni) e in Polonia (214 milioni). Tra i 100 e i 200 milioni si posizionano Belgio (148 milioni), Austria (123 milioni) e Irlanda (102 milioni).

Dal lato dell’import la Germania rimane il partner europeo più importante della Brianza: nel trimestre in esame i flussi di merci in arrivo ammontano a 505 milioni di euro, oltre il 30% del valore dell’import UE complessivo. Un volume di merci paragonabile viene movimentato dai due Paesi successivi della graduatoria, i Paesi Bassi con 291 milioni di euro e la Francia con 217 milioni. Da Belgio e Spagna provengono infine 114 milioni e 112 milioni di euro di merci dirette in Brianza. Tra gennaio e giugno 2023 le importazioni dalla Germania superano di poco il miliardo di euro, contro 593 milioni di euro di merci importate dai Paesi Bassi e 433 milioni dalla Francia. Superano i 200 milioni di euro anche i flussi che riguardano Belgio (269 milioni) e Spagna (232 milioni).

Nonostante la crescita complessiva dell’export verso i Paesi UE, nel trimestre si osservano diversi mercati in calo. Il principale è proprio il più importante, cioè la Germania, che registra una flessione del 4,1% su base annua, a cui si aggiungono Polonia (-7,7%) e Belgio (-17,9%). Per contro si osserva una discreta crescita che riguarda Francia (+4,6%) e Spagna (+5,2%). In termini percentuali si segnalano flussi quasi raddoppiati verso i Paesi Bassi (+93,1%) e ancora di più verso l’Irlanda, passata da meno di 10 a oltre 80 milioni di euro. Il dato del semestre conferma la performance particolarmente negativa del mercato tedesco, calato rispetto al 2022 del 16,3%. Esclusa la Germania, tutti i mercati più importanti sono cresciuti, con incrementi relativamente contenuti per Polonia (+0,9%), Spagna (+3,1%) e Belgio (+3,8%); la forte crescita dell’ultimo trimestre si traduce in incrementi di notevole entità per quanto riguarda Paesi Bassi (+67%) e Irlanda (+291,5%).

L’import brianzolo risulta in calo su base annua nei confronti della maggior parte dei principali mercati di approvvigionamento dell’Unione Europea. In particolare, si osservano riduzioni dei flussi superiori al 10% per gli approvvigionamenti di merci da Germania (-11,6%), Francia (-22,3%) e Belgio (-19,1%). Le poche eccezioni in positivo sono costituite dai Paesi Bassi (+28,2%), secondo Paese per volumi di scambio, oltre che, su quantità molto più ridotte, da Danimarca (+179,4%) e Irlanda (+42,4%). Riguardo al dato cumulato dei primi sei mesi dell’anno si mantiene la flessione che caratterizza il mercato tedesco (-8,2%) e una buona parte degli altri mercati di approvvigionamento della Brianza in Europa, quali Francia (-28,1%) e Belgio (-13,7%). Tra i mercati più rilevanti per volumi di merci importate sono invece cresciuti solamente i flussi che riguardano Paesi Bassi (+6,9%) e Svezia (+9,8%).

 

 

MI
MB
LO
Trimestre
Secondo
Anno
2023
Indice della produzione industriale

L’artigianato manifatturiero brianzolo nel secondo trimestre del 2023 mostra un sensibile rallentamento della dinamica di crescita, in linea con quanto si può osservare a livello regionale. Il dato della produzione registra ancora valori positivi, mentre fatturato e ordini segnano una leggera flessione congiunturale e al contempo le aspettative sul futuro rilevano un diffuso pessimismo. Su base annua la produzione cresce del 3,2%, un valore ancora positivo, ma in rallentamento rispetto ai trimestri precedenti. Il grafico permette di apprezzare il trend della produzione dell’artigianato brianzolo su un periodo più lungo, nel quale si osserva una lieve crescita nel 2019, il forte crollo nella prima metà del 2020 e la successiva risalita, che si è quasi arrestata proprio nel trimestre in esame. Il numero indice della produzione (espresso con base 2010 pari a 100) raggiunge nel trimestre quota 112,9 toccando quindi un nuovo massimo nella serie storica recente (nel secondo trimestre 2020 il minimo era stato di 81,2).

 

 
Analisi congiunturale

La dinamica congiunturale dell’artigianato rileva una piccola crescita per la produzione e un calo degli altri due indicatori, in maniera del tutto analoga a quanto avviene per l’artigianato regionale. L’incremento congiunturale della produzione in provincia si ferma allo 0,2% (dato destagionalizzato), mentre a livello lombardo risulta una variazione sostanzialmente nulla. La dinamica di fatturato e ordini registra una flessione sia a livello locale che regionale. Il fatturato si mostra in calo congiunturale dello 0,2% a Monza e dello 0,1% in Lombardia. La dinamica degli ordini risulta ancora peggiore, registrando una flessione rispetto al trimestre precedente dello 0,4% per la Brianza e dello 0,6% per la Lombardia. L’incidenza dei mercati esteri sul fatturato dell’artigianato manifatturiero brianzolo nel secondo trimestre 2023 è pari al 7,2%, superiore di mezzo punto percentuale al dato lombardo (6,7%).

Si osservano invece segnali positivi sul fronte dei prezzi; rallenta infatti la crescita di quelli delle materie prime, anche se in misura meno evidente di quanto registrato nello stesso periodo per l’industria: l’incremento congiunturale è infatti del 4,9% (in Lombardia del 4,7%), quasi 2 punti percentuali in meno rispetto alla rilevazione dello scorso trimestre. Per i prezzi dei prodotti finiti si osserva un analogo rallentamento: crescono infatti in tre mesi del 3% in provincia e del 3,1% in regione.

 

Analisi tendenziale

La dinamica tendenziale mostra ancora valori estremamente positivi per l’artigianato brianzolo, migliori nel complesso di quelli registrati a livello regionale. Si tratta di un quadro ancora abbastanza rassicurante, dal momento che il secondo trimestre 2022 con cui ci stiamo confrontando risultava avere già ampiamente recuperato i livelli produttivi precedenti la pandemia.

L’incremento annuo della produzione dell’artigianato manifatturiero brianzolo si attesta al 3,2%; nel complesso della Lombardia si osserva invece una crescita più contenuta, ferma all’1,1%. Il fatturato e gli ordini registrano una dinamica piuttosto simile per la Brianza, crescendo rispettivamente del 2,2% e del 2,3% sul secondo trimestre 2022. La dinamica di entrambi gli indicatori è peggiore a livello regionale: il fatturato cresce dell’1,1%, in linea con il dato della produzione, mentre per gli ordini si osserva un calo (-0,2%).

 

Previsioni per il terzo trimestre 2023

Le aspettative degli artigiani brianzoli per l’immediato futuro registrano un marcato peggioramento del clima di fiducia rispetto ai giudizi espressi negli scorsi trimestri, nei quali peraltro si osservava già una prevalenza di opinioni critiche rispetto all’andamento di produzione e ordini.

Per quanto riguarda le aspettative sulla produzione si osserva infatti un saldo tra giudizi di crescita e di riduzione pesantemente negativo, pari a -27,3 punti percentuali. Solamente il 7,3% degli operatori intervistati si aspetta una crescita della produzione, contro più di un terzo che indica un calo. Le opinioni sulla domanda interna mostrano una distribuzione simile, solamente il 5,6% degli intervistati si aspetta un aumento degli ordini, contro il 38% che prevede un calo; il saldo tra ottimisti e pessimisti risulta quindi in netto peggioramento come osservato per la produzione. Le aspettative sull’occupazione restituiscono come di consueto un quadro di marcata stabilità: l’86,2% non attende variazioni, tra i rimanenti si osserva però una prevalenza dei pessimisti (9,2%) sugli ottimisti (4,6%).

 

 
MI
MB
LO
Trimestre
Secondo
Anno
2023
Indice della produzione industriale

Nel primo trimestre del 2023 l’industria manifatturiera brianzola mette in evidenza una crescita congiunturale rilevante, in contrasto con fenomeni di rallentamento che riguardano il complesso dell’industria manifatturiera lombarda. Si osserva anche in questo trimestre una dinamica positiva per tutti gli indicatori rilevati sia rispetto allo scorso trimestre che a un anno fa. Continua a rallentare la crescita dei prezzi delle materie e dei prodotti finiti, la variazione congiunturale risulta ormai in linea con la serie storica precedente il 2021. Le aspettative degli imprenditori si mostrano però pessimiste, indicando in particolare una leggera prevalenza di giudizi negativi per l’andamento della produzione. Nel primo grafico si osserva una crescita tendenziale della produzione industriale brianzola pari al 2,3%, piuttosto in linea con i dati rilevati negli ultimi due trimestri. Il numero indice (calcolato ponendo pari a 100 il 2010 come anno di riferimento) arriva a toccare un nuovo massimo nella serie storica recente, approdando a quota 123,8; il dato lombardo si colloca poco al di sopra, a quota 125,1.

 

 
Analisi congiunturale

A livello congiunturale, quindi rispetto al primo trimestre del 2023, l’industria manifatturiera brianzola evidenzia una crescita discreta dei principali indicatori, in contrasto con lo scenario regionale che registra un quadro più critico.

La produzione industriale in Brianza aumenta su base congiunturale dell’1,1% (dato destagionalizzato), mentre in regione l’incremento trimestrale si ferma allo 0,3%. La dinamica del fatturato risulta in questo trimestre inferiore a quella della produzione sia in provincia che in regione; mentre in Brianza si registra comunque una crescita dello 0,6%, a livello lombardo il fatturato dell’industria è in diminuzione dello 0,3%. La quota di fatturato realizzata all’estero presenta un calo particolarmente accentuato a Monza, dove si attesta al 35,2% (dal 39,5% di tre mesi fa), mentre in Lombardia raggiunge il 38,5%.

Mostrano una buona dinamica anche gli ordini acquisiti nel trimestre dalle imprese manifatturiere brianzole. Aumentano soprattutto gli ordini esteri (+1,8%), più contenuta invece (+0,6%) la crescita degli ordini provenienti dall’Italia. In Lombardia si osserva al contrario una variazione nulla delle commesse provenienti dall’estero e un leggero calo degli ordini dall’Italia (-0,2%).

La crescita dei prezzi rallenta ulteriormente rispetto a quanto osservato negli ultimi trimestri. I prezzi delle materie prime registrano un incremento congiunturale segnalato dalle imprese manifatturiere brianzole dell’1,6%, in linea ormai con i livelli di inflazione precedenti il 2021; anche in regione si osserva il medesimo rallentamento, che porta l'aumento dei prezzi delle materie prime all’1,4%. La dinamica di crescita dei prodotti finiti mostra un analogo rallentamento, registrando un incremento dello 0,7%.

 

Analisi tendenziale

A livello tendenziale, confrontandoci quindi con il secondo trimestre del 2022, la Brianza conserva una buona dinamica di crescita che non ritroviamo in Lombardia, dove riscontriamo un deciso rallentamento. Il fatturato in particolare segna ancora un incremento annuo importante, mentre stentano a crescere gli ordini interni.

La produzione industriale in Brianza aumenta in un anno del 2,3%, in rallentamento rispetto alla performance dello scorso trimestre, ma molto meglio del dato regionale fermo allo 0,5%.

La crescita del fatturato registra ancora una dinamica migliore della produzione per entrambi i livelli territoriali, per effetto dell’aumento dei prezzi. L’incremento annuo complessivo dei ricavi del manifatturiero è del 4,8% in Brianza e dell’1,9% in Lombardia. Per entrambi i livelli territoriali sono i mercati esteri a fornire il maggiore contributo alla crescita; a Monza si osserva una variazione positiva del 5,8% per le vendite realizzate all’estero, contro il 4,3% in Italia; per l’industria lombarda il gap è ancora più ampio: tra il 3,9% della crescita del fatturato estero e lo 0,6% di quello interno.

L’indicatore degli ordini mostra una dinamica piuttosto positiva in Brianza, con una crescita annua delle commesse ricevute dalle imprese manifatturiere dell’1,9% rispetto a uno 0,8% in Lombardia. Particolarmente incoraggiante il dato delle commesse dall’estero, cresciute del 4,3% rispetto allo stesso periodo del 2022, mentre gli ordini interni registrano un incremento limitato allo 0,5%. Anche in Lombardia la crescita degli ordinativi esteri supera quelli interni, ma la dinamica è inferiore al dato brianzolo per entrambi (rispettivamente 2% e 0%).

 

Mercato del lavoro

Gli indicatori dell’indagine congiunturale relativi al mercato del lavoro delle imprese manifatturiere brianzole si discostano poco dalle ultime rilevazioni, mostrando un ricorso limitato alla cassa integrazione e un saldo positivo tra  entrate e uscite di addetti, pari allo 0,5%; un dato inferiore a quello riscontrato nel secondo trimestre del 2022 (1%) per effetto di una riduzione del tasso di ingresso, passato dal 3,3% al 2,8%. La quota di imprese che dichiara di avere fatto ricorso alla CIG si attesta al 5,8% in discesa rispetto allo scorso trimestre, mentre aumenta dallo 0,4% allo 0,8% l’incidenza della CIG sul monte ore lavorate, valori che risultano in linea con le medie degli anni pre-Covid.

 

 
Previsioni per il terzo trimestre 2023

Le aspettative degli imprenditori brianzoli rappresentano la nota stonata di questa congiuntura, evidenziando una prospettiva di peggioramento dello scenario nell’immediato futuro. Il saldo tra giudizi di crescita e di diminuzione peggiora per tutti e quattro gli indicatori rilevati, arrivando in terreno negativo per quanto riguarda produzione e domanda interna.

Per la prima volta da fine 2020, i giudizi sulla produzione industriale registrano una prevalenza degli operatori che si aspettano un calo (27,5%), rispetto a quelli che indicano più probabile una crescita (23,9%); solo lo scorso trimestre i giudizi pessimisti sulla produzione erano meno del 10%. Anche per l’occupazione si osserva un peggioramento delle aspettative, ma rimane comunque positiva la differenza tra il 13,8% di aspettative di crescita e l’8% di indicazioni di calo.

Le aspettative sulla domanda degli imprenditori brianzoli riflettono la differente dinamica congiunturale tra i mercati esteri e il mercato nazionale. Per la domanda interna si osserva infatti un saldo tra ottimisti e pessimisti in terreno decisamente negativo (-9,5 punti percentuali), la domanda estera registra invece un perfetto pareggio; per entrambi gli indicatori si segnala un sensibile peggioramento rispetto ai giudizi espressi lo scorso trimestre.

 

 

 

I dati dell'indagine congiunturale, rivolta a un campione di imprese con 10 o più addetti, sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons.

MI
MB
LO
Trimestre
Primo
Anno
2023
Settori

In termini settoriali le esportazioni della provincia di Monza Brianza del primo trimestre 2023 vedono in prima posizione il comparto dei prodotti in metallo con un ammontare di 646 milioni di euro di merci esportate, seguito dai macchinari e dalla chimica, entrambi poco al di sotto dei 480 milioni; tre comparti che raggiungono il 46,5% del totale dell’export provinciale. La farmaceutica vale poco più di 400 milioni di euro di export, seguita dall’elettronica a quota 370 milioni, entrambi con una quota superiore al 10%. Più distanti troviamo la voce residuale delle altre attività manifatturiere pari a 291 milioni di euro (per cui il settore dei mobili da solo vale 261 milioni). Anche il comparto della gomma-plastica supera la soglia dei 200 milioni di euro (236 milioni nel dettaglio); valgono infine più di 100 milioni di euro i comparti degli apparecchi elettrici (146 milioni) e dell’abbigliamento (143 milioni).

Considerando invece la composizione settoriale dell’import delle imprese brianzole nel primo trimestre del 2023, il principale comparto è costituito dai prodotti dell’industria chimica che vale in tre mesi 486 milioni di euro (17,5% del totale). Superano la soglia del 10% dell’import provinciale anche altri tre comparti merceologici: in ordine decrescente si tratta dei prodotti in metallo, per un valore di poco più di 410 milioni di euro, dei macchinari (347 milioni) e dell’elettronica (345 milioni). Si ferma al 9,9% il comparto della farmaceutica, che vale circa 276 milioni di euro di merci importate. Altri cinque comparti si collocano tra i cento e i duecento milioni di euro di import: si tratta in particolare, in ordine decrescente, degli apparecchi elettrici, della gomma-plastica, dell’abbigliamento, della voce residuale delle altre attività manifatturiere e infine dell’alimentare.

L’osservazione della dinamica indica un ridimensionarsi della crescita annua dei flussi di export rispetto ai trimestri recenti e un dato annuo negativo per quanto riguarda l’import. Si tratta come di consueto di dati espressi in euro correnti, per cui è necessario quindi considerare l’incidenza, ancora significativa, dell’inflazione. La crescita complessiva dell’export brianzolo rispetto al primo trimestre del 2022 risulta dell’8,7%, piuttosto ridimensionata a confronto con i dati degli ultimi periodi. La maggior parte dei comparti manifatturieri evidenza una crescita annua dei flussi che in alcuni casi supera il 20%: in particolare, si segnalano l’elettronica (+25,4%), gli apparecchi elettrici (+24,8%) e i macchinari (+24,6%).  Una crescita relativamente più contenuta riguarda invece i prodotti in metallo (+12,9%); al di sotto del 10% gli incrementi che interessano l’abbigliamento (7,5%), le altre attività manifatturiere (7,3%) e la gomma-plastica (3,2%). Tra i comparti con volumi di scambi superiori ai 100 milioni, due risultano in calo su base annua: si tratta della chimica (-1,3%) e della farmaceutica (-6,8%).

La dinamica dell’import brianzolo del trimestre segna l’interruzione di un lungo periodo di crescita, indicando una riduzione annua del 10%. Alcuni settori mantengono una dinamica di crescita: in particolare si segnala un forte incremento relativo alle importazioni di prodotti dell’elettronica (+24,4%) e una variazione positiva anche per alimentare (+15%) e chimica (+3,6%). All’opposto, le riduzioni più significative delle importazioni brianzole riguardano la farmaceutica (-25,9%), i macchinari (-24,9%), i prodotti in metallo (-19,4%) e gli apparecchi elettrici (-17,6%). Negativo anche il bilancio per quanto riguarda abbigliamento (-7,9%), gomma-plastica (-4,8%) e la categoria residuale delle altre attività manifatturiere (-9,3%).

 

 

 

Aree geoeconomiche globali

Poco più dei due terzi delle esportazioni della Brianza nel primo trimestre 2023 si dirige verso Paesi europei (66,9%). In cifre si tratta di 2,3 miliardi di euro di merci esportate, delle quali 1,7 miliardi sono indirizzati a Paesi facenti parte dell’Unione Europea e poco meno di 580 milioni invece riguardano gli altri mercati, principalmente Svizzera (307 milioni) e Regno Unito (107 milioni). Il continente asiatico intercetta flussi di merci per 650 milioni di euro, pari al 18,8% del totale provinciale. I mercati principali si trovano in estremo oriente: l’Asia Orientale rileva infatti per 469 milioni di euro (13,6%), la Cina vale 102 milioni di euro e Singapore 141 milioni. Le esportazioni brianzole nelle Americhe valgono poco meno di 370 milioni di euro (10,7%), la gran parte dei quali (266 milioni) interessano gli Stati Uniti. Infine verso Africa e Oceania sono diretti rispettivamente 104 e 20 milioni di euro di merci provenienti dalla Brianza.

Le merci importate da Paesi europei dalle imprese della Brianza nel primo trimestre 2023 ammontano a poco più di 2 miliardi di euro (il 74,2% dell’import complessivo), in gran parte provenienti da mercati UE (1,7 miliardi). Fuori dall’Europa si conferma la rilevanza dei mercati asiatici, da cui provengono nel trimestre 541 milioni di euro di merci, ovvero il 19,5% dell’import provinciale complessivo. La gran parte di questi flussi (oltre 490 milioni) interessa l’estremo oriente, specialmente la Cina da cui provengono 227 milioni di euro di merci (8,2%), oltre a 136 milioni provenienti dalle “quattro tigri” asiatiche. Le importazioni dal continente americano valgono infine 148 milioni di euro (il 5,3% del totale), quasi interamente relative agli Stati Uniti (137 milioni).

La crescita dell’export rispetto al primo trimestre 2022 vede un forte rallentamento della dinamica europea, con una crescita limitata al 4,4%, mentre crescono a un ritmo molto superiore le esportazioni dirette verso l’Asia (+14,7%) e le Americhe (+23,8%). Valgono ovviamente le stesse avvertenze fatte per la dinamica settoriale, trattandosi di variazioni dei flussi espressi in valore che risentono della dinamica dei prezzi. All’interno del continente europeo, la dinamica delle esportazioni brianzole verso i Paesi della UE registra una variazione annua minima (+0,4%), mentre si osserva un significativo incremento verso gli altri mercati (+18,9%), tra i quali in termini percentuali spicca il dato della Turchia (+47,1%). In Asia si osserva un incremento di forte entità che caratterizza l’India (+78,5%), ancora poco rilevante però per valori (1,1% del totale). I Paesi dell’Asia Orientale crescono del 15,7% nonostante un contributo minimo del mercato cinese (+0,5%) e una discreta riduzione del Giappone (-16,1%); il maggiore contributo alla crescita proviene dalle “quattro tigri” (+45,5%), in particolare da Singapore (+87,4%), mentre risulta in leggero calo la Corea del Sud (-0,5%). In America si registra un discreto incremento delle esportazioni sia tra i Paesi della parte settentrionale del continente (+25,6%) sia per quelli centro-meridionali (+18%).

Per quanto riguarda l’import, come osservato la variazione annua dei flussi in valore è negativa (-10%), nonostante il perdurare dei fenomeni inflattivi. Contribuiscono maggiormente al calo le importazioni dall’Asia, che si riducono del 19,1%, mentre quelle dall’Europa segnano una flessione dell’8,4%; in controtendenza si osserva invece un aumento verso l’America (+10,2%). In Europa spicca una riduzione di simile entità per quanto riguarda sia i Paesi facenti parte dell’Unione Europea, con un calo dell’import brianzolo dell’8,9%, sia i mercati non UE, per i quali la riduzione dei flussi risulta del 6%; tra questi ultimi si segnala l’eccezione in positivo della Svizzera, che risulta in significativa crescita (+7,3%). In Asia si osserva invece un forte calo delle merci provenienti da Cina (-37,5%) e India (-42,7%), ma per alcuni mercati si registra una crescita (Singapore in particolare).

 

 

Dettaglio europeo

La Germania mantiene nel primo trimestre 2023 il ruolo di primo partner commerciale della UE per l’export brianzolo, con ben 444 milioni di euro. In seconda posizione la Francia, poco sopra i 300 milioni, seguita a distanza da Paesi Bassi (196 milioni), Spagna (143 milioni) e Polonia (107 milioni). Questo gruppo di cinque Paesi vale poco più di un terzo dell’export provinciale complessivo e i due terzi di quello diretto in UE.

La Germania occupa la prima posizione anche nella graduatoria dei Paesi europei da cui la Brianza importa maggiormente: si tratta di ben 526 milioni di euro nel trimestre in esame, pari al 19% dell’import provinciale complessivo. Dai Paesi Bassi arrivano merci per 302 milioni di euro, dalla Francia per 216 milioni, mentre seguono a distanza Belgio (155 milioni) e Spagna (119 milioni); nessun altro Paese supera la quota di 100 milioni.

La dinamica delle esportazioni brianzole verso i mercati UE, come abbiamo visto, è in terreno leggermente positivo (+0,4%), risultato dell’aggregazione di performance molto diverse tra loro dei vari mercati. Gran parte dei principali partner della Brianza risulta infatti in crescita, ma il dato negativo più rilevante è rappresentato proprio dal Paese più importante, cioè la Germania (-24,8%). Crescono invece i flussi che riguardano Paesi Bassi (+41,9%) e Belgio (+23,6%) e in misura minore Polonia (+11,2%) e Francia (+10%); meno brillante il dato della Spagna (+0,9%). In negativo, oltre alla Germania, troviamo alcuni mercati di dimensioni relativamente ridotte (Svezia, Slovenia, Slovacchia e Malta).

Le importazioni della Brianza registrano un calo nei confronti dei primi cinque mercati UE di approvvigionamento: in termini percentuali il dato peggiore riguarda la Francia, con una flessione di circa un terzo (-33,1%), mentre rimangono contenute entro il 10% le perdite che interessano i flussi provenienti da Germania (-4,6%), Paesi Bassi (-7,9%), Belgio (-9,3%) e Spagna (-5,2%). Tra i pochi mercati in crescita il principale è la Svezia (+36,1%); in termini percentuali si segnalano anche gli incrementi di Irlanda (+43,2%) e Danimarca (+27,5%).

 

 

MI
MB
LO
Trimestre
Primo
Anno
2023
Indice della produzione industriale

L’artigianato manifatturiero brianzolo nel primo trimestre del 2023 prosegue su un sentiero di crescita in linea con la performance del 2022, registrando dati migliori rispetto a quelli osservati a livello di media regionale. Si evidenziano segnali positivi sul fronte della crescita dei prezzi e si osserva al contempo un miglioramento delle aspettative, per quanto prevalgano ancora leggermente i giudizi pessimisti. Su base tendenziale la produzione cresce del 6,7%, dato di poco inferiore a quello rilevato negli scorsi trimestri. Il grafico permette di apprezzare il trend della produzione dell’artigianato brianzolo su un periodo più lungo, nel quale si osservano – nell’ordine – una lieve crescita nel 2019, il forte crollo nella prima metà del 2020 e la successiva risalita che continua tuttora, dopo avere superato già a fine 2021 i livelli produttivi precedenti la pandemia. Il numero indice della produzione (espresso con base 2010 pari a 100) raggiunge nel trimestre quota 113,1, toccando quindi un nuovo massimo nella serie storica recente (nel secondo trimestre 2020 il minimo era stato di 81,2).

 

 
Analisi congiunturale

La dinamica congiunturale dell’artigianato brianzolo registra una crescita robusta, migliore di quanto osservato a livello regionale per tutti gli indicatori rilevati. La crescita congiunturale della produzione è pari all’1,1% (dato destagionalizzato), mentre a livello lombardo si ferma allo 0,6%. La dinamica del fatturato risulta superiore a quella della produzione sia in provincia che in regione. In Brianza l’incremento congiunturale del fatturato nel trimestre è dell’1,7%, in regione risulta invece dello 0,9%. Gli ordini presentano la crescita più robusta in provincia arrivando all’1,9%, mentre il dato regionale si ferma allo 0,7%. L’incidenza dei mercati esteri sul fatturato dell’artigianato manifatturiero brianzolo nel primo trimestre 2023 è pari al 7,4% (in risalita dal 5,3% di tre mesi fa), in Lombardia si attesta invece al 6,8%.

La tensione sui prezzi delle materie registra un deciso rallentamento, come si osserva anche nella rilevazione sull’industria, per quanto il fenomeno non sia ancora completamente rientrato. In Brianza si evidenzia un incremento congiunturale dei prezzi delle materie prime del 6,6% (lo scorso trimestre superava ancora il 10%), in linea con quanto mostrato in Lombardia (6,8%). Anche per i prezzi dei prodotti finiti si osserva un rallentamento: crescono in Brianza del 4,4% (in Lombardia del 4,6%).

 

Analisi tendenziale

La dinamica tendenziale conferma la fase espansiva dell’artigianato manifatturiero brianzolo, anche a confronto con i dati regionali. Prosegue infatti la crescita sostenuta di tutti gli indicatori rilevati, un dato particolarmente positivo considerando che il primo trimestre 2022 con cui ci stiamo confrontando aveva già ampiamente recuperato i livelli produttivi precedenti la pandemia.

La produzione dell’artigianato manifatturiero brianzolo cresce in un anno del 6,7%; anche a livello regionale la variazione è positiva per quanto limitata al 4,1%. La crescita di fatturato e ordini dell’artigianato monzese risulta molto vicina a quella della produzione, nel dettaglio le vendite crescono del 6,9% e le commesse acquisite del 7,1%. La dinamica di entrambi gli indicatori è peggiore a livello regionale: si osserva infatti una crescita del 5,3% del fatturato e solamente del 2,7% degli ordini.

 

Previsioni per il secondo trimestre 2023

Le aspettative espresse dagli artigiani brianzoli per l’immediato futuro risultano in miglioramento rispetto ai giudizi espressi tre mesi fa; tuttavia, due indicatori su tre registrano ancora una prevalenza di opinioni pessimiste, nonostante i dati di crescita complessiva del trimestre in esame.

Pur considerando la crescita della produzione, infatti, il saldo tra giudizi di aumento e riduzione per il prossimo trimestre mostra una differenza negativa di 3,9 punti percentuali, sebbene miglioramento costante da qualche trimestre. Solamente il 17,6% degli operatori intervistati si aspetta una crescita della produzione. Le opinioni sulla domanda interna sono decisamente più pessimiste, i giudizi di aumento riguardano il 13,7% degli operatori e quelli di diminuzione il 25,5%; il saldo tra ottimisti e pessimisti rimane quindi pesantemente negativo, con un leggero miglioramento rispetto a tre mesi fa. Le aspettative sull’occupazione restituiscono come di consueto un quadro di marcata stabilità: l’88,2% non si aspetta variazioni e tra i rimanenti prevalgono i giudizi di aumento (6,9%) su quelli di diminuzione (4,9%).

 

 
MI
MB
LO
Trimestre
Primo
Anno
2023
Indice della produzione industriale

Nel primo trimestre del 2023 l’industria manifatturiera brianzola continua a seguire un percorso di crescita in linea con il trimestre precedente, mentre in regione si osserva un marcato rallentamento. La dinamica è ancora estremamente positiva per tutti gli indicatori rilevati non solo rispetto allo scorso trimestre, ma anche a un anno fa, a eccezione di una flessione degli ordini interni, compensati comunque dalla componente estera. Continua allo stesso tempo a rallentare la crescita dei prezzi delle materie prime sia a livello regionale sia provinciale. Le aspettative si mantengono nel complesso positive, mostrando un generale miglioramento rispetto alle opinioni espresse tre mesi fa. Nel primo grafico si osserva il permanere di una discreta crescita tendenziale della produzione industriale brianzola (3,3%), dato che migliora quello del trimestre scorso (2,8%). Il numero indice (calcolato ponendo pari a 100 il 2010 come anno di riferimento) tocca un nuovo massimo nella serie storica recente, arrivando a quota 122,7; il dato lombardo si colloca poco al di sopra, a quota 124,8.

 

 
Analisi congiunturale

A livello congiunturale, quindi rispetto al quarto trimestre 2022, l’industria manifatturiera brianzola evidenzia una crescita discreta dei principali indicatori e in particolare della produzione, mentre a livello regionale si osserva una sostanziale stabilità.

La produzione industriale in Brianza cresce dello 0,9% (dato destagionalizzato) su base congiunturale, contro una variazione pressoché nulla in regione. Il dato del fatturato registra anche in questo trimestre una crescita superiore a quella della produzione, anche per effetto degli incrementi dei prezzi, pari al 2% in Brianza e all’1,8% in Lombardia. La quota di fatturato realizzata all’estero si mantiene sui livelli consueti, poco inferiori al 40%; in particolare si colloca al 39,5% in provincia e al 39,3% in regione.

L’indicatore degli ordini è l’unico dal quale emergono alcuni segnali di criticità; si osserva infatti un sensibile calo congiunturale degli ordini provenienti dall’Italia (-1,3%), mentre per contro crescono le commesse provenienti dall’estero (2,1%), una dinamica opposta a quella registrata nell’ultimo trimestre 2022. In Lombardia la dinamica degli ordini è piuttosto contenuta, ma si mantiene positiva sia per gli ordini interni (+0,3%) sia per quelli esteri (+0,8%).

La crescita dei prezzi rallenta ulteriormente rispetto a quanto osservato negli ultimi trimestri. Per i prezzi delle materie prime la crescita congiunturale rilevata dalle imprese manifatturiere brianzole è stata del 2,4%, dopo essere stata superiore al 10% solo due trimestri prima; lo stesso fenomeno si verifica a livello regionale, dove la crescita dei prezzi delle materie prime è del 3,3%. Rallenta anche la dinamica di crescita dei prodotti finiti, che in questo trimestre si attesta al 3,2% in Brianza.

 

Analisi tendenziale

A livello tendenziale, quindi a confronto con il primo trimestre del 2022, si registra una crescita ancora piuttosto robusta per tuti gli indicatori sia a livello provinciale sia regionale, a eccezione di una flessione che riguarda la dinamica degli ordini interni. Si conferma in particolare un’importante crescita annua del fatturato, sulla quale influisce naturalmente ancora la dinamica dei prezzi.

La produzione industriale in Brianza cresce in un anno del 3,3%, meglio del dato regionale (2,5%) e di quello registrato lo scorso trimestre.

Come accennato, la crescita del fatturato risulta migliore della produzione di alcuni punti percentuali per entrambi i livelli territoriali. L’incremento annuo complessivo dei ricavi del manifatturiero è quasi identico in Brianza (7,8%) e in Lombardia (7,7%) e anche la scomposizione tra componente esterna e interna risulta molto simile. La crescita si deve soprattutto ai mercati esteri che registrano un incremento del 9,3% a Monza e dell’8,9% in Lombardia, le vendite sul mercato nazionale crescono invece rispettivamente del 6,8% e del 6,9%.

L’indicatore degli ordini mostra una dinamica meno brillante pur restando positiva, sia in provincia che in regione. In Brianza la crescita annua delle commesse ricevute dalle imprese manifatturiere è del 2% rispetto a un 2,8% in Lombardia. Le prospettive migliori arrivano dai mercati esteri, per i quali si registra una crescita del 6,5% in provincia e del 5,5% in regione; più critica la dinamica degli ordini interni per i quali si osserva un calo a Monza (-0,9%) e una piccola crescita in Lombardia (1,1%).

 

Mercato del lavoro

Gli indicatori dell’indagine congiunturale relativi al mercato del lavoro delle imprese manifatturiere brianzole risultano particolarmente positivi per quanto riguarda la variazione dell’occupazione. Si osserva infatti un saldo positivo dell’1,2% tra entrate e uscite di addetti nel trimestre: un dato decisamente migliore di quello riscontrato nel primo trimestre del 2022 (0,1%) e del 2021 (0,6%), grazie a un tasso di ingresso del 3,4%, il dato più alto rilevato in un singolo trimestre negli ultimi anni. La quota di imprese che dichiara di avere fatto ricorso alla CIG continua a crescere leggermente arrivando al 6,6% nel trimestre in esame rispetto al 3,8% di un anno fa e al 5,6% dello scorso trimestre, arrivando quindi a superare, seppur di poco, la quota media di ricorso alla CIG rilevata tra 2017 e 2019. L’incidenza della CIG sul monte ore complessivo delle imprese nel trimestre rimane però estremamente contenuta, pari allo 0,4%, in linea con la scorsa rilevazione.

 

 
Previsioni per il secondo trimestre 2023

Le aspettative degli imprenditori brianzoli per il prossimo trimestre risultano complessivamente ottimiste e in miglioramento rispetto al precedente. Migliorano in particolare i giudizi riguardo a produzione, occupazione e domanda estera; sono invece in prevalenza negative le aspettative sulla domanda interna, riflettendo il dato negativo rilevato per gli ordini interni nel trimestre.

I giudizi sulla produzione industriale registrano solamente un 9,6% di operatori che si aspetta un calo, opposto al 25,7% che indica una prospettiva di crescita, con un deciso miglioramento del saldo tra ottimisti e pessimisti rispetto ai trimestri recenti. Anche per l’occupazione si osserva la stessa tendenza: cresce la quota dei rispondenti che si aspetta un incremento degli occupati (dall’11,2% di tre mesi fa al 17,6%), mentre i giudizi negativi riguardano solo il 7,4% degli operatori.

Le aspettative sulla domanda degli imprenditori brianzoli mostrano una crescente divaricazione a favore delle prospettive offerte dai mercati esteri. Il saldo tra giudizi di crescita e di diminuzione della domanda estera risulta infatti positivo di ben 20,8 punti percentuali. Per la domanda interna si osserva invece una differenza negativa (-2,9), ma è comunque da rilevare una quota molto elevata di rispondenti che esprime giudizi di stabilità (70,6%).

 

 

 

I dati dell'indagine congiunturale, rivolta a un campione di imprese con 10 o più addetti, sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons.