Monza Brianza

Abbreviazione
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MI
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Trimestre
Secondo
Anno
2023
Indice della produzione industriale

Nel primo trimestre del 2023 l’industria manifatturiera brianzola mette in evidenza una crescita congiunturale rilevante, in contrasto con fenomeni di rallentamento che riguardano il complesso dell’industria manifatturiera lombarda. Si osserva anche in questo trimestre una dinamica positiva per tutti gli indicatori rilevati sia rispetto allo scorso trimestre che a un anno fa. Continua a rallentare la crescita dei prezzi delle materie e dei prodotti finiti, la variazione congiunturale risulta ormai in linea con la serie storica precedente il 2021. Le aspettative degli imprenditori si mostrano però pessimiste, indicando in particolare una leggera prevalenza di giudizi negativi per l’andamento della produzione. Nel primo grafico si osserva una crescita tendenziale della produzione industriale brianzola pari al 2,3%, piuttosto in linea con i dati rilevati negli ultimi due trimestri. Il numero indice (calcolato ponendo pari a 100 il 2010 come anno di riferimento) arriva a toccare un nuovo massimo nella serie storica recente, approdando a quota 123,8; il dato lombardo si colloca poco al di sopra, a quota 125,1.

 

 
Analisi congiunturale

A livello congiunturale, quindi rispetto al primo trimestre del 2023, l’industria manifatturiera brianzola evidenzia una crescita discreta dei principali indicatori, in contrasto con lo scenario regionale che registra un quadro più critico.

La produzione industriale in Brianza aumenta su base congiunturale dell’1,1% (dato destagionalizzato), mentre in regione l’incremento trimestrale si ferma allo 0,3%. La dinamica del fatturato risulta in questo trimestre inferiore a quella della produzione sia in provincia che in regione; mentre in Brianza si registra comunque una crescita dello 0,6%, a livello lombardo il fatturato dell’industria è in diminuzione dello 0,3%. La quota di fatturato realizzata all’estero presenta un calo particolarmente accentuato a Monza, dove si attesta al 35,2% (dal 39,5% di tre mesi fa), mentre in Lombardia raggiunge il 38,5%.

Mostrano una buona dinamica anche gli ordini acquisiti nel trimestre dalle imprese manifatturiere brianzole. Aumentano soprattutto gli ordini esteri (+1,8%), più contenuta invece (+0,6%) la crescita degli ordini provenienti dall’Italia. In Lombardia si osserva al contrario una variazione nulla delle commesse provenienti dall’estero e un leggero calo degli ordini dall’Italia (-0,2%).

La crescita dei prezzi rallenta ulteriormente rispetto a quanto osservato negli ultimi trimestri. I prezzi delle materie prime registrano un incremento congiunturale segnalato dalle imprese manifatturiere brianzole dell’1,6%, in linea ormai con i livelli di inflazione precedenti il 2021; anche in regione si osserva il medesimo rallentamento, che porta l'aumento dei prezzi delle materie prime all’1,4%. La dinamica di crescita dei prodotti finiti mostra un analogo rallentamento, registrando un incremento dello 0,7%.

 

Analisi tendenziale

A livello tendenziale, confrontandoci quindi con il secondo trimestre del 2022, la Brianza conserva una buona dinamica di crescita che non ritroviamo in Lombardia, dove riscontriamo un deciso rallentamento. Il fatturato in particolare segna ancora un incremento annuo importante, mentre stentano a crescere gli ordini interni.

La produzione industriale in Brianza aumenta in un anno del 2,3%, in rallentamento rispetto alla performance dello scorso trimestre, ma molto meglio del dato regionale fermo allo 0,5%.

La crescita del fatturato registra ancora una dinamica migliore della produzione per entrambi i livelli territoriali, per effetto dell’aumento dei prezzi. L’incremento annuo complessivo dei ricavi del manifatturiero è del 4,8% in Brianza e dell’1,9% in Lombardia. Per entrambi i livelli territoriali sono i mercati esteri a fornire il maggiore contributo alla crescita; a Monza si osserva una variazione positiva del 5,8% per le vendite realizzate all’estero, contro il 4,3% in Italia; per l’industria lombarda il gap è ancora più ampio: tra il 3,9% della crescita del fatturato estero e lo 0,6% di quello interno.

L’indicatore degli ordini mostra una dinamica piuttosto positiva in Brianza, con una crescita annua delle commesse ricevute dalle imprese manifatturiere dell’1,9% rispetto a uno 0,8% in Lombardia. Particolarmente incoraggiante il dato delle commesse dall’estero, cresciute del 4,3% rispetto allo stesso periodo del 2022, mentre gli ordini interni registrano un incremento limitato allo 0,5%. Anche in Lombardia la crescita degli ordinativi esteri supera quelli interni, ma la dinamica è inferiore al dato brianzolo per entrambi (rispettivamente 2% e 0%).

 

Mercato del lavoro

Gli indicatori dell’indagine congiunturale relativi al mercato del lavoro delle imprese manifatturiere brianzole si discostano poco dalle ultime rilevazioni, mostrando un ricorso limitato alla cassa integrazione e un saldo positivo tra  entrate e uscite di addetti, pari allo 0,5%; un dato inferiore a quello riscontrato nel secondo trimestre del 2022 (1%) per effetto di una riduzione del tasso di ingresso, passato dal 3,3% al 2,8%. La quota di imprese che dichiara di avere fatto ricorso alla CIG si attesta al 5,8% in discesa rispetto allo scorso trimestre, mentre aumenta dallo 0,4% allo 0,8% l’incidenza della CIG sul monte ore lavorate, valori che risultano in linea con le medie degli anni pre-Covid.

 

 
Previsioni per il terzo trimestre 2023

Le aspettative degli imprenditori brianzoli rappresentano la nota stonata di questa congiuntura, evidenziando una prospettiva di peggioramento dello scenario nell’immediato futuro. Il saldo tra giudizi di crescita e di diminuzione peggiora per tutti e quattro gli indicatori rilevati, arrivando in terreno negativo per quanto riguarda produzione e domanda interna.

Per la prima volta da fine 2020, i giudizi sulla produzione industriale registrano una prevalenza degli operatori che si aspettano un calo (27,5%), rispetto a quelli che indicano più probabile una crescita (23,9%); solo lo scorso trimestre i giudizi pessimisti sulla produzione erano meno del 10%. Anche per l’occupazione si osserva un peggioramento delle aspettative, ma rimane comunque positiva la differenza tra il 13,8% di aspettative di crescita e l’8% di indicazioni di calo.

Le aspettative sulla domanda degli imprenditori brianzoli riflettono la differente dinamica congiunturale tra i mercati esteri e il mercato nazionale. Per la domanda interna si osserva infatti un saldo tra ottimisti e pessimisti in terreno decisamente negativo (-9,5 punti percentuali), la domanda estera registra invece un perfetto pareggio; per entrambi gli indicatori si segnala un sensibile peggioramento rispetto ai giudizi espressi lo scorso trimestre.

 

 

 

I dati dell'indagine congiunturale, rivolta a un campione di imprese con 10 o più addetti, sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons.

MI
MB
LO
Trimestre
Primo
Anno
2023
Settori

In termini settoriali le esportazioni della provincia di Monza Brianza del primo trimestre 2023 vedono in prima posizione il comparto dei prodotti in metallo con un ammontare di 646 milioni di euro di merci esportate, seguito dai macchinari e dalla chimica, entrambi poco al di sotto dei 480 milioni; tre comparti che raggiungono il 46,5% del totale dell’export provinciale. La farmaceutica vale poco più di 400 milioni di euro di export, seguita dall’elettronica a quota 370 milioni, entrambi con una quota superiore al 10%. Più distanti troviamo la voce residuale delle altre attività manifatturiere pari a 291 milioni di euro (per cui il settore dei mobili da solo vale 261 milioni). Anche il comparto della gomma-plastica supera la soglia dei 200 milioni di euro (236 milioni nel dettaglio); valgono infine più di 100 milioni di euro i comparti degli apparecchi elettrici (146 milioni) e dell’abbigliamento (143 milioni).

Considerando invece la composizione settoriale dell’import delle imprese brianzole nel primo trimestre del 2023, il principale comparto è costituito dai prodotti dell’industria chimica che vale in tre mesi 486 milioni di euro (17,5% del totale). Superano la soglia del 10% dell’import provinciale anche altri tre comparti merceologici: in ordine decrescente si tratta dei prodotti in metallo, per un valore di poco più di 410 milioni di euro, dei macchinari (347 milioni) e dell’elettronica (345 milioni). Si ferma al 9,9% il comparto della farmaceutica, che vale circa 276 milioni di euro di merci importate. Altri cinque comparti si collocano tra i cento e i duecento milioni di euro di import: si tratta in particolare, in ordine decrescente, degli apparecchi elettrici, della gomma-plastica, dell’abbigliamento, della voce residuale delle altre attività manifatturiere e infine dell’alimentare.

L’osservazione della dinamica indica un ridimensionarsi della crescita annua dei flussi di export rispetto ai trimestri recenti e un dato annuo negativo per quanto riguarda l’import. Si tratta come di consueto di dati espressi in euro correnti, per cui è necessario quindi considerare l’incidenza, ancora significativa, dell’inflazione. La crescita complessiva dell’export brianzolo rispetto al primo trimestre del 2022 risulta dell’8,7%, piuttosto ridimensionata a confronto con i dati degli ultimi periodi. La maggior parte dei comparti manifatturieri evidenza una crescita annua dei flussi che in alcuni casi supera il 20%: in particolare, si segnalano l’elettronica (+25,4%), gli apparecchi elettrici (+24,8%) e i macchinari (+24,6%).  Una crescita relativamente più contenuta riguarda invece i prodotti in metallo (+12,9%); al di sotto del 10% gli incrementi che interessano l’abbigliamento (7,5%), le altre attività manifatturiere (7,3%) e la gomma-plastica (3,2%). Tra i comparti con volumi di scambi superiori ai 100 milioni, due risultano in calo su base annua: si tratta della chimica (-1,3%) e della farmaceutica (-6,8%).

La dinamica dell’import brianzolo del trimestre segna l’interruzione di un lungo periodo di crescita, indicando una riduzione annua del 10%. Alcuni settori mantengono una dinamica di crescita: in particolare si segnala un forte incremento relativo alle importazioni di prodotti dell’elettronica (+24,4%) e una variazione positiva anche per alimentare (+15%) e chimica (+3,6%). All’opposto, le riduzioni più significative delle importazioni brianzole riguardano la farmaceutica (-25,9%), i macchinari (-24,9%), i prodotti in metallo (-19,4%) e gli apparecchi elettrici (-17,6%). Negativo anche il bilancio per quanto riguarda abbigliamento (-7,9%), gomma-plastica (-4,8%) e la categoria residuale delle altre attività manifatturiere (-9,3%).

 

 

 

Aree geoeconomiche globali

Poco più dei due terzi delle esportazioni della Brianza nel primo trimestre 2023 si dirige verso Paesi europei (66,9%). In cifre si tratta di 2,3 miliardi di euro di merci esportate, delle quali 1,7 miliardi sono indirizzati a Paesi facenti parte dell’Unione Europea e poco meno di 580 milioni invece riguardano gli altri mercati, principalmente Svizzera (307 milioni) e Regno Unito (107 milioni). Il continente asiatico intercetta flussi di merci per 650 milioni di euro, pari al 18,8% del totale provinciale. I mercati principali si trovano in estremo oriente: l’Asia Orientale rileva infatti per 469 milioni di euro (13,6%), la Cina vale 102 milioni di euro e Singapore 141 milioni. Le esportazioni brianzole nelle Americhe valgono poco meno di 370 milioni di euro (10,7%), la gran parte dei quali (266 milioni) interessano gli Stati Uniti. Infine verso Africa e Oceania sono diretti rispettivamente 104 e 20 milioni di euro di merci provenienti dalla Brianza.

Le merci importate da Paesi europei dalle imprese della Brianza nel primo trimestre 2023 ammontano a poco più di 2 miliardi di euro (il 74,2% dell’import complessivo), in gran parte provenienti da mercati UE (1,7 miliardi). Fuori dall’Europa si conferma la rilevanza dei mercati asiatici, da cui provengono nel trimestre 541 milioni di euro di merci, ovvero il 19,5% dell’import provinciale complessivo. La gran parte di questi flussi (oltre 490 milioni) interessa l’estremo oriente, specialmente la Cina da cui provengono 227 milioni di euro di merci (8,2%), oltre a 136 milioni provenienti dalle “quattro tigri” asiatiche. Le importazioni dal continente americano valgono infine 148 milioni di euro (il 5,3% del totale), quasi interamente relative agli Stati Uniti (137 milioni).

La crescita dell’export rispetto al primo trimestre 2022 vede un forte rallentamento della dinamica europea, con una crescita limitata al 4,4%, mentre crescono a un ritmo molto superiore le esportazioni dirette verso l’Asia (+14,7%) e le Americhe (+23,8%). Valgono ovviamente le stesse avvertenze fatte per la dinamica settoriale, trattandosi di variazioni dei flussi espressi in valore che risentono della dinamica dei prezzi. All’interno del continente europeo, la dinamica delle esportazioni brianzole verso i Paesi della UE registra una variazione annua minima (+0,4%), mentre si osserva un significativo incremento verso gli altri mercati (+18,9%), tra i quali in termini percentuali spicca il dato della Turchia (+47,1%). In Asia si osserva un incremento di forte entità che caratterizza l’India (+78,5%), ancora poco rilevante però per valori (1,1% del totale). I Paesi dell’Asia Orientale crescono del 15,7% nonostante un contributo minimo del mercato cinese (+0,5%) e una discreta riduzione del Giappone (-16,1%); il maggiore contributo alla crescita proviene dalle “quattro tigri” (+45,5%), in particolare da Singapore (+87,4%), mentre risulta in leggero calo la Corea del Sud (-0,5%). In America si registra un discreto incremento delle esportazioni sia tra i Paesi della parte settentrionale del continente (+25,6%) sia per quelli centro-meridionali (+18%).

Per quanto riguarda l’import, come osservato la variazione annua dei flussi in valore è negativa (-10%), nonostante il perdurare dei fenomeni inflattivi. Contribuiscono maggiormente al calo le importazioni dall’Asia, che si riducono del 19,1%, mentre quelle dall’Europa segnano una flessione dell’8,4%; in controtendenza si osserva invece un aumento verso l’America (+10,2%). In Europa spicca una riduzione di simile entità per quanto riguarda sia i Paesi facenti parte dell’Unione Europea, con un calo dell’import brianzolo dell’8,9%, sia i mercati non UE, per i quali la riduzione dei flussi risulta del 6%; tra questi ultimi si segnala l’eccezione in positivo della Svizzera, che risulta in significativa crescita (+7,3%). In Asia si osserva invece un forte calo delle merci provenienti da Cina (-37,5%) e India (-42,7%), ma per alcuni mercati si registra una crescita (Singapore in particolare).

 

 

Dettaglio europeo

La Germania mantiene nel primo trimestre 2023 il ruolo di primo partner commerciale della UE per l’export brianzolo, con ben 444 milioni di euro. In seconda posizione la Francia, poco sopra i 300 milioni, seguita a distanza da Paesi Bassi (196 milioni), Spagna (143 milioni) e Polonia (107 milioni). Questo gruppo di cinque Paesi vale poco più di un terzo dell’export provinciale complessivo e i due terzi di quello diretto in UE.

La Germania occupa la prima posizione anche nella graduatoria dei Paesi europei da cui la Brianza importa maggiormente: si tratta di ben 526 milioni di euro nel trimestre in esame, pari al 19% dell’import provinciale complessivo. Dai Paesi Bassi arrivano merci per 302 milioni di euro, dalla Francia per 216 milioni, mentre seguono a distanza Belgio (155 milioni) e Spagna (119 milioni); nessun altro Paese supera la quota di 100 milioni.

La dinamica delle esportazioni brianzole verso i mercati UE, come abbiamo visto, è in terreno leggermente positivo (+0,4%), risultato dell’aggregazione di performance molto diverse tra loro dei vari mercati. Gran parte dei principali partner della Brianza risulta infatti in crescita, ma il dato negativo più rilevante è rappresentato proprio dal Paese più importante, cioè la Germania (-24,8%). Crescono invece i flussi che riguardano Paesi Bassi (+41,9%) e Belgio (+23,6%) e in misura minore Polonia (+11,2%) e Francia (+10%); meno brillante il dato della Spagna (+0,9%). In negativo, oltre alla Germania, troviamo alcuni mercati di dimensioni relativamente ridotte (Svezia, Slovenia, Slovacchia e Malta).

Le importazioni della Brianza registrano un calo nei confronti dei primi cinque mercati UE di approvvigionamento: in termini percentuali il dato peggiore riguarda la Francia, con una flessione di circa un terzo (-33,1%), mentre rimangono contenute entro il 10% le perdite che interessano i flussi provenienti da Germania (-4,6%), Paesi Bassi (-7,9%), Belgio (-9,3%) e Spagna (-5,2%). Tra i pochi mercati in crescita il principale è la Svezia (+36,1%); in termini percentuali si segnalano anche gli incrementi di Irlanda (+43,2%) e Danimarca (+27,5%).

 

 

MI
MB
LO
Trimestre
Primo
Anno
2023
Indice della produzione industriale

L’artigianato manifatturiero brianzolo nel primo trimestre del 2023 prosegue su un sentiero di crescita in linea con la performance del 2022, registrando dati migliori rispetto a quelli osservati a livello di media regionale. Si evidenziano segnali positivi sul fronte della crescita dei prezzi e si osserva al contempo un miglioramento delle aspettative, per quanto prevalgano ancora leggermente i giudizi pessimisti. Su base tendenziale la produzione cresce del 6,7%, dato di poco inferiore a quello rilevato negli scorsi trimestri. Il grafico permette di apprezzare il trend della produzione dell’artigianato brianzolo su un periodo più lungo, nel quale si osservano – nell’ordine – una lieve crescita nel 2019, il forte crollo nella prima metà del 2020 e la successiva risalita che continua tuttora, dopo avere superato già a fine 2021 i livelli produttivi precedenti la pandemia. Il numero indice della produzione (espresso con base 2010 pari a 100) raggiunge nel trimestre quota 113,1, toccando quindi un nuovo massimo nella serie storica recente (nel secondo trimestre 2020 il minimo era stato di 81,2).

 

 
Analisi congiunturale

La dinamica congiunturale dell’artigianato brianzolo registra una crescita robusta, migliore di quanto osservato a livello regionale per tutti gli indicatori rilevati. La crescita congiunturale della produzione è pari all’1,1% (dato destagionalizzato), mentre a livello lombardo si ferma allo 0,6%. La dinamica del fatturato risulta superiore a quella della produzione sia in provincia che in regione. In Brianza l’incremento congiunturale del fatturato nel trimestre è dell’1,7%, in regione risulta invece dello 0,9%. Gli ordini presentano la crescita più robusta in provincia arrivando all’1,9%, mentre il dato regionale si ferma allo 0,7%. L’incidenza dei mercati esteri sul fatturato dell’artigianato manifatturiero brianzolo nel primo trimestre 2023 è pari al 7,4% (in risalita dal 5,3% di tre mesi fa), in Lombardia si attesta invece al 6,8%.

La tensione sui prezzi delle materie registra un deciso rallentamento, come si osserva anche nella rilevazione sull’industria, per quanto il fenomeno non sia ancora completamente rientrato. In Brianza si evidenzia un incremento congiunturale dei prezzi delle materie prime del 6,6% (lo scorso trimestre superava ancora il 10%), in linea con quanto mostrato in Lombardia (6,8%). Anche per i prezzi dei prodotti finiti si osserva un rallentamento: crescono in Brianza del 4,4% (in Lombardia del 4,6%).

 

Analisi tendenziale

La dinamica tendenziale conferma la fase espansiva dell’artigianato manifatturiero brianzolo, anche a confronto con i dati regionali. Prosegue infatti la crescita sostenuta di tutti gli indicatori rilevati, un dato particolarmente positivo considerando che il primo trimestre 2022 con cui ci stiamo confrontando aveva già ampiamente recuperato i livelli produttivi precedenti la pandemia.

La produzione dell’artigianato manifatturiero brianzolo cresce in un anno del 6,7%; anche a livello regionale la variazione è positiva per quanto limitata al 4,1%. La crescita di fatturato e ordini dell’artigianato monzese risulta molto vicina a quella della produzione, nel dettaglio le vendite crescono del 6,9% e le commesse acquisite del 7,1%. La dinamica di entrambi gli indicatori è peggiore a livello regionale: si osserva infatti una crescita del 5,3% del fatturato e solamente del 2,7% degli ordini.

 

Previsioni per il secondo trimestre 2023

Le aspettative espresse dagli artigiani brianzoli per l’immediato futuro risultano in miglioramento rispetto ai giudizi espressi tre mesi fa; tuttavia, due indicatori su tre registrano ancora una prevalenza di opinioni pessimiste, nonostante i dati di crescita complessiva del trimestre in esame.

Pur considerando la crescita della produzione, infatti, il saldo tra giudizi di aumento e riduzione per il prossimo trimestre mostra una differenza negativa di 3,9 punti percentuali, sebbene miglioramento costante da qualche trimestre. Solamente il 17,6% degli operatori intervistati si aspetta una crescita della produzione. Le opinioni sulla domanda interna sono decisamente più pessimiste, i giudizi di aumento riguardano il 13,7% degli operatori e quelli di diminuzione il 25,5%; il saldo tra ottimisti e pessimisti rimane quindi pesantemente negativo, con un leggero miglioramento rispetto a tre mesi fa. Le aspettative sull’occupazione restituiscono come di consueto un quadro di marcata stabilità: l’88,2% non si aspetta variazioni e tra i rimanenti prevalgono i giudizi di aumento (6,9%) su quelli di diminuzione (4,9%).

 

 
MI
MB
LO
Trimestre
Primo
Anno
2023
Indice della produzione industriale

Nel primo trimestre del 2023 l’industria manifatturiera brianzola continua a seguire un percorso di crescita in linea con il trimestre precedente, mentre in regione si osserva un marcato rallentamento. La dinamica è ancora estremamente positiva per tutti gli indicatori rilevati non solo rispetto allo scorso trimestre, ma anche a un anno fa, a eccezione di una flessione degli ordini interni, compensati comunque dalla componente estera. Continua allo stesso tempo a rallentare la crescita dei prezzi delle materie prime sia a livello regionale sia provinciale. Le aspettative si mantengono nel complesso positive, mostrando un generale miglioramento rispetto alle opinioni espresse tre mesi fa. Nel primo grafico si osserva il permanere di una discreta crescita tendenziale della produzione industriale brianzola (3,3%), dato che migliora quello del trimestre scorso (2,8%). Il numero indice (calcolato ponendo pari a 100 il 2010 come anno di riferimento) tocca un nuovo massimo nella serie storica recente, arrivando a quota 122,7; il dato lombardo si colloca poco al di sopra, a quota 124,8.

 

 
Analisi congiunturale

A livello congiunturale, quindi rispetto al quarto trimestre 2022, l’industria manifatturiera brianzola evidenzia una crescita discreta dei principali indicatori e in particolare della produzione, mentre a livello regionale si osserva una sostanziale stabilità.

La produzione industriale in Brianza cresce dello 0,9% (dato destagionalizzato) su base congiunturale, contro una variazione pressoché nulla in regione. Il dato del fatturato registra anche in questo trimestre una crescita superiore a quella della produzione, anche per effetto degli incrementi dei prezzi, pari al 2% in Brianza e all’1,8% in Lombardia. La quota di fatturato realizzata all’estero si mantiene sui livelli consueti, poco inferiori al 40%; in particolare si colloca al 39,5% in provincia e al 39,3% in regione.

L’indicatore degli ordini è l’unico dal quale emergono alcuni segnali di criticità; si osserva infatti un sensibile calo congiunturale degli ordini provenienti dall’Italia (-1,3%), mentre per contro crescono le commesse provenienti dall’estero (2,1%), una dinamica opposta a quella registrata nell’ultimo trimestre 2022. In Lombardia la dinamica degli ordini è piuttosto contenuta, ma si mantiene positiva sia per gli ordini interni (+0,3%) sia per quelli esteri (+0,8%).

La crescita dei prezzi rallenta ulteriormente rispetto a quanto osservato negli ultimi trimestri. Per i prezzi delle materie prime la crescita congiunturale rilevata dalle imprese manifatturiere brianzole è stata del 2,4%, dopo essere stata superiore al 10% solo due trimestri prima; lo stesso fenomeno si verifica a livello regionale, dove la crescita dei prezzi delle materie prime è del 3,3%. Rallenta anche la dinamica di crescita dei prodotti finiti, che in questo trimestre si attesta al 3,2% in Brianza.

 

Analisi tendenziale

A livello tendenziale, quindi a confronto con il primo trimestre del 2022, si registra una crescita ancora piuttosto robusta per tuti gli indicatori sia a livello provinciale sia regionale, a eccezione di una flessione che riguarda la dinamica degli ordini interni. Si conferma in particolare un’importante crescita annua del fatturato, sulla quale influisce naturalmente ancora la dinamica dei prezzi.

La produzione industriale in Brianza cresce in un anno del 3,3%, meglio del dato regionale (2,5%) e di quello registrato lo scorso trimestre.

Come accennato, la crescita del fatturato risulta migliore della produzione di alcuni punti percentuali per entrambi i livelli territoriali. L’incremento annuo complessivo dei ricavi del manifatturiero è quasi identico in Brianza (7,8%) e in Lombardia (7,7%) e anche la scomposizione tra componente esterna e interna risulta molto simile. La crescita si deve soprattutto ai mercati esteri che registrano un incremento del 9,3% a Monza e dell’8,9% in Lombardia, le vendite sul mercato nazionale crescono invece rispettivamente del 6,8% e del 6,9%.

L’indicatore degli ordini mostra una dinamica meno brillante pur restando positiva, sia in provincia che in regione. In Brianza la crescita annua delle commesse ricevute dalle imprese manifatturiere è del 2% rispetto a un 2,8% in Lombardia. Le prospettive migliori arrivano dai mercati esteri, per i quali si registra una crescita del 6,5% in provincia e del 5,5% in regione; più critica la dinamica degli ordini interni per i quali si osserva un calo a Monza (-0,9%) e una piccola crescita in Lombardia (1,1%).

 

Mercato del lavoro

Gli indicatori dell’indagine congiunturale relativi al mercato del lavoro delle imprese manifatturiere brianzole risultano particolarmente positivi per quanto riguarda la variazione dell’occupazione. Si osserva infatti un saldo positivo dell’1,2% tra entrate e uscite di addetti nel trimestre: un dato decisamente migliore di quello riscontrato nel primo trimestre del 2022 (0,1%) e del 2021 (0,6%), grazie a un tasso di ingresso del 3,4%, il dato più alto rilevato in un singolo trimestre negli ultimi anni. La quota di imprese che dichiara di avere fatto ricorso alla CIG continua a crescere leggermente arrivando al 6,6% nel trimestre in esame rispetto al 3,8% di un anno fa e al 5,6% dello scorso trimestre, arrivando quindi a superare, seppur di poco, la quota media di ricorso alla CIG rilevata tra 2017 e 2019. L’incidenza della CIG sul monte ore complessivo delle imprese nel trimestre rimane però estremamente contenuta, pari allo 0,4%, in linea con la scorsa rilevazione.

 

 
Previsioni per il secondo trimestre 2023

Le aspettative degli imprenditori brianzoli per il prossimo trimestre risultano complessivamente ottimiste e in miglioramento rispetto al precedente. Migliorano in particolare i giudizi riguardo a produzione, occupazione e domanda estera; sono invece in prevalenza negative le aspettative sulla domanda interna, riflettendo il dato negativo rilevato per gli ordini interni nel trimestre.

I giudizi sulla produzione industriale registrano solamente un 9,6% di operatori che si aspetta un calo, opposto al 25,7% che indica una prospettiva di crescita, con un deciso miglioramento del saldo tra ottimisti e pessimisti rispetto ai trimestri recenti. Anche per l’occupazione si osserva la stessa tendenza: cresce la quota dei rispondenti che si aspetta un incremento degli occupati (dall’11,2% di tre mesi fa al 17,6%), mentre i giudizi negativi riguardano solo il 7,4% degli operatori.

Le aspettative sulla domanda degli imprenditori brianzoli mostrano una crescente divaricazione a favore delle prospettive offerte dai mercati esteri. Il saldo tra giudizi di crescita e di diminuzione della domanda estera risulta infatti positivo di ben 20,8 punti percentuali. Per la domanda interna si osserva invece una differenza negativa (-2,9), ma è comunque da rilevare una quota molto elevata di rispondenti che esprime giudizi di stabilità (70,6%).

 

 

 

I dati dell'indagine congiunturale, rivolta a un campione di imprese con 10 o più addetti, sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons.

MI
MB
LO
Trimestre
Quarto
Anno
2022
Settori

A livello settoriale le esportazioni della provincia di Monza e Brianza nel quarto trimestre 2022 vedono in prima posizione il comparto dei prodotti in metallo (570 milioni di euro di merci esportate), seguito dai macchinari (499 milioni) e a breve distanza da chimica (poco meno di 460 milioni) e farmaceutica (454 milioni); insieme questi quattro comparti valgono più della metà dei flussi di merci esportate dalla provincia (57,2%). Più distanti troviamo due comparti che ammontano a circa il 10% dell’export provinciale ciascuno: si tratta dell’elettronica che vale 348 milioni di euro, oltre alla voce residuale delle altre attività manifatturiere pari a 367 milioni di euro (incluso il settore dei mobili che vale 330 milioni). Segue su volumi di scambi inferiori il comparto della gomma-plastica (219 milioni), quindi altri due che superano la soglia dei 100 milioni di export nel trimestre, ovvero gli apparecchi elettrici (147 milioni) e l’abbigliamento (142 milioni). La graduatoria complessiva del 2022 è guidata dal comparto dei prodotti in metallo, con 2,3 miliardi di euro esportati dalle imprese brianzole. La chimica risulta il secondo comparto più rilevante con 1,8 miliardi di euro di esportazioni, seguita dai macchinari che registrano flussi pari a 1,7 miliardi. Superano il miliardo di euro di esportazioni nel 2022 anche la farmaceutica con 1 miliardo e 435 milioni, l’elettronica (quasi 1,3 miliardi) e la voce residuale delle altre attività manifatturiere. La gomma-plastica raggiunge 914 milioni di euro di esportazioni, seguita dall’abbigliamento (541 milioni) e dagli apparecchi elettrici (517 milioni).

Osservando la composizione settoriale dell’import delle imprese brianzole nel quarto trimestre del 2022, come per l’export, il principale comparto è costituito dai prodotti in metallo, che conta 429 milioni di euro in tre mesi (15,1% del totale). Altri quattro comparti superano il 10% dell’import provinciale, in valori assoluti tra i 300 e i 400 milioni di euro di merci movimentate in tre mesi, in ordine decrescente si tratta della chimica, per un valore di poco meno di 400 milioni di euro, dei macchinari (381 milioni), della farmaceutica (370 milioni) e dell’elettronica (330 milioni). Più distante il comparto degli apparecchi elettrici che vale 221 milioni di euro di merci. Tra i cento e i duecento milioni di euro di import si collocano invece, in ordine decrescente, i comparti dell’abbigliamento, della gomma-plastica e delle altre attività manifatturiere. Nell’intero 2022 le importazioni di prodotti in metallo sfiorano i due miliardi di euro (1 miliardo e 976 milioni), confermandosi il primo comparto per merci movimentate in provincia con il 16,9% dei flussi provinciali complessivi. Con oltre un miliardo di euro di flussi in entrata troviamo la chimica (1,7 miliardi), i macchinari (1,5 miliardi), la farmaceutica (1,3 miliardi) e l’elettronica (1,1 miliardi), poco al di sotto gli apparecchi elettrici (946 milioni).

L’osservazione della dinamica produce anche in questo trimestre crescite annue superiori al 10% sia per le esportazioni che per le importazioni. Trattandosi di dati espressi in euro correnti, la crescita dei flussi riflette però anche gli incrementi dei prezzi, particolarmente significativi nel corso del 2022; i dati sui flussi di import-export espressi in quantità, disponibili solamente a livello regionale, indicano invece un calo di tutti i settori per quanto riguarda l’export e una prevalenza di settori in calo per l’import. La crescita complessiva dell’export brianzolo rispetto al quarto trimestre del 2022 è pari al 23,3%. La crescita del valore dei flussi riguarda tutti i comparti manifatturieri. Per tutti i comparti principali si osservano incrementi superiori al 10%; in termini percentuali spicca la performance della farmaceutica che registra una crescita del 74,8%. La chimica cresce del 23,9% e i macchinari del 22%, relativamente meno brillanti invece i dati che riguardano la voce delle altre attività manifatturiere (+19,1%), l’elettronica (+18,1%) e i prodotti in metallo (+13%). Tra i restanti comparti si segnala un incremento del 20,1% per l’abbigliamento e del 17,3% per gli apparecchi elettrici, mentre la gomma-plastica (+7,5%) risulta uno dei comparti peggiori. Considerando il dato dei dodici mesi dell’anno, l’incremento delle esportazioni brianzole rispetto al 2021 si attesta al 21,7%. Come per l’ultimo trimestre, è la farmaceutica a registrare la crescita più rilevante in termini percentuali (+60,3%). Superiore alla media provinciale anche il dato relativo al comparto della chimica (+26,6%); si collocano di poco al di sotto invece l’elettronica (+19,9%), la gomma-plastica (+19,5%), la voce residuale delle “altre attività manifatturiere” (+18,8%) e i prodotti in metallo (+18,1%). Tra i settori principali la dinamica peggiore è invece quella che riguarda i macchinari, che registrano un incremento annuo fermo all’8,3%.

La dinamica dell’import brianzolo del trimestre è una decina di punti percentuali inferiore a quella dell’export, si tratta di un +13,5%. In termini percentuali i comparti che portano il maggiore contributo alla crescita sono l’abbigliamento (+46%) e la farmaceutica (+44%); crescono più della media provinciale anche gli approvvigionamenti di merci della meccanica (+21,9% i macchinari e +17,2% i prodotti in metallo), dell’elettronica (+18,3%) e degli apparecchi elettrici (+15,4%). Come nel trimestre passato, si osserva una variazione negativa per quanto riguarda le importazioni di prodotti chimici (-19,6%), a cui si aggiunge un dato appena sotto allo zero per la voce delle “altre attività manifatturiere” (-0,2%). Per quanto riguarda il dato cumulato dell’intero anno, le importazioni monzesi sono cresciute per tutti i comparti manifatturieri. Prodotti in metallo (+46%), macchinari (+32,6%) e farmaceutica (+30,9%) risultano i comparti maggiormente cresciuti tra i principali. L’elettronica registra una crescita più contenuta, limitata al 12,2%, mentre la chimica è il comparto peggiore registrando un incremento del valore dei flussi rispetto al 2021 solamente dell’1,2%.

 

 

 

Aree geoeconomiche globali

Quasi i due terzi delle esportazioni della Brianza nel quarto trimestre 2022 si dirige verso Paesi europei (65,6%). Sono oltre 2,2 miliardi di euro di merci esportate, delle quali 1,7 miliardi ha come meta un Paese facente parte dell’Unione Europea e 564 milioni invece riguardano gli altri mercati, principalmente Svizzera (308 milioni) e Regno Unito (110 milioni). Sono dirette in Asia merci per quasi 700 milioni di euro pari circa il 20% del totale provinciale. I mercati principali si trovano in estremo oriente, l’Asia Orientale rileva infatti per 483 milioni di euro (13,9%), la sola Cina vale 118 milioni di euro e Singapore 104 milioni. Le esportazioni brianzole nelle Americhe ammontano a 370 milioni di euro (10,7%), la gran parte dei quali (262 milioni) interessano gli Stati Uniti. Una piccola quota infine riguarda Africa e Oceania, verso cui sono diretti rispettivamente circa 100 e 23,4 milioni di euro di merci provenienti dalla Brianza. Tra gennaio e dicembre 2022 l’ammontare delle merci esportate dalle imprese brianzole verso Paesi europei risulta di 8,6 miliardi di euro (quasi esattamente i due terzi del totale) dei quali circa 6 miliardi e mezzo riguarda Paesi UE e 2 miliardi i Paesi restanti, principalmente Svizzera (1 miliardo e 100 milioni) e Regno Unito (407 milioni). Le esportazioni verso l’Asia valgono invece 2,5 miliardi, con quote relativamente piccole che interessano Medio Oriente (509 milioni) e Asia Centrale (191 milioni), mentre la direttrice principale riguarda i Paesi dell’Asia Orientale (1,8 miliardi); la Cina è interessata da flussi pari a 437 milioni di euro, mentre valgono ben 750 milioni i mercati delle quattro Tigri Asiatiche (381 milioni riguardano Singapore). Il continente americano è meta di quasi 1,4 miliardi di euro di merci esportate (10,8%), di cui 979 milioni interessano gli Stati Uniti e 319 milioni i Paesi dell’America centro-meridionale.

L’approvvigionamento di merci della Brianza dall’Europa nel quarto trimestre 2022 risulta pari a poco più di 2 miliardi di euro (il 72,1% dell’import complessivo), in gran parte provenienti da Paesi UE (1,6 miliardi). Fuori dall’Europa i mercati più rilevanti riguardano i Paesi asiatici, da cui provengono nel trimestre 668 milioni di euro di merci ovvero il 23,4% del totale. La quasi totalità di questi flussi (617 milioni) interessa l’estremo oriente, in particolare l’import dalla Cina è pari a 303 milioni (10,6%). Il resto del mondo incide per meno del 5% dell’import complessivo (il 3,2% ovvero poco più di 90 milioni riguarda gli Stati Uniti). Nell’intero 2022 l’import dall’Europa raggiunge il valore di 8,3 miliardi di euro (71%), dei quali 6,8 miliardi da partner dell’Unione Europea e poco meno di 1 miliardo e mezzo dagli altri stati del continente (912 milioni dalla Svizzera). Le importazioni dall’Asia sfiorano i 2,7 miliardi di euro, dei quali poco più della metà riguardano la Cina. Dal continente americano infine giungono 560 milioni di euro di merci (4,8%), di cui 501 milioni dagli Stati Uniti.

La crescita dell’export rispetto al quarto trimestre 2022 mostra poche differenze per quanto riguarda le varie direttrici continentali, i mercati europei crescono del 23,3% quelli americani del 24,5% e gli asiatici del 25,1%. Valgono ovviamente le stesse considerazioni fatte per la dinamica settoriale, si tratta di variazioni dei flussi espressi in valore che risentono della dinamica dei prezzi. All’interno del continente europeo, la crescita delle esportazioni brianzole risulta significativamente migliore verso i Paesi della UE (+25,3%) rispetto agli altri mercati (+17,4%), tra i quali cresce molto la Svizzera (+29,7%), ma è in calo la Russia (-19,4%). In Asia si osserva un incremento importante che caratterizza l’India (+71,2%), ancora poco rilevante però per valori (1,3% del totale). I Paesi dell’Asia Orientale crescono del 20,9% grazie al contributo di tre delle quattro Tigri Asiatiche, in particolare Singapore (+39,9%), Taiwan (+14,8%) e Hong Kong (+18,6%); cresce poco invece il mercato cinese (+3,6%), mentre sono addirittura in calo Giappone (-15,8%) e Corea del Sud (-8,6%). In America infine la crescita delle esportazioni risulta quasi identica tra i Paesi della parte settentrionale (+24,6%) e centro-meridionale (+24,1%) del continente. Considerando il dato dell’intero 2022, la crescita annua delle esportazioni verso l’Europa risulta del 22,5%; come per l’ultimo trimestre, la performance dei mercati UE (+26,3%) è migliore rispetto a quella degli altri mercati (+11,6%), tra i quali sono in calo sia la Russia (-26,4%) che il Regno Unito (-0,7%). L’export diretto in Asia cresce meno della media (19,4%); guidano la crescita Singapore (+24,9%) e Taiwan (+22,5%), più timido il mercato cinese (+3,1%), in calo invece il Giappone (-8,9%). Il continente americano è quello che cresce maggiormente (+23,7%), beneficiando di una buona performance degli Stati Uniti (+26,4%), mentre è molto inferiore il dato della parte centro-meridionale del continente (+14,3%).

Sotto il profilo dell’import si osservano forti differenze geografiche nella dinamica del quarto trimestre dell’anno. Rispetto a un incremento medio del 13,5% le importazioni dall’Asia crescono nettamente di più (23,2%), quelle dall’Europa si collocano in linea con la media (14,5%), dall’America invece risultano addirittura in calo (-28,3%). Per quanto riguarda il vecchio continente crescono soprattutto i flussi in arrivo da Paesi non UE (25,9%), in particolare Regno Unito (82,1%) e Svizzera (33%), più contenuta la dinamica dei partner UE (12,3%). In Asia si osserva un contributo relativamente modesto alla crescita da parte della Cina (+8,2%), mentre si registrano incrementi importanti delle importazioni brianzole provenienti da Giappone (57,1%), Singapore (54,7%) e Taiwan (53,1%). Anche considerando l’intero 2022 la crescita delle importazioni dall’Asia (27,5%) supera seppur di poco quella dall’Europa (24,6%). In Europa si registrano una piccola differenza tra l’incremento dell’import dei mercati UE (24,8%) e quello degli altri Paesi (23,4%). Tra i Paesi asiatici si osserva una crescita superiore alla media della Cina (28,4%) e incrementi di entità maggiore da molti mercati di minore importanza quali India (79,1%) e Taiwan (59,3%), in negativo invece Singapore (-0,3%).

 

 

Dettaglio europeo

La Germania si conferma anche nel quarto trimestre 2022 il primo mercato UE dell’export brianzolo, vale quasi 400 milioni di euro. Seguono Francia (277 milioni) e Paesi Bassi (238 milioni) sopra i 200 milioni e altri tre mercati (Spagna, Belgio e Polonia) superano i 100 milioni. Nel complesso questi sei Paesi incidono per il 37% circa dell’export provinciale complessivo e il 75% di quello diretto in UE. Tra gennaio e dicembre le esportazioni brianzole in Germania valgono quasi 1,8 miliardi di euro, segue la Francia con 1,1 miliardi e ancora più lontani i Paesi Bassi in terza posizione (644 milioni). Il mercato spagnolo vale 562 milioni di euro, la Polonia è il primo mercato dell’Europa dell’Est (437 milioni). Complessivamente sono ben 13 i Paesi verso i quali l’export brianzolo nel 2022 supera i 100 milioni di euro.

La Germania è il primo partner della Brianza in Europa anche per quanto riguarda le merci importate, pari a 513 milioni di euro nell’ultimo trimestre dell’anno. Dai Paesi Bassi arrivano merci per 297 milioni di euro, dalla Francia per 210 milioni, seguono a distanza Belgio (132 milioni) e Spagna (122 milioni). Il dato complessivo dell’anno registra 2,1 miliardi di euro di importazioni dalla Germania, 1 miliardo e 100 milioni dai Paesi Bassi e poco più di 1 miliardo dalla Francia. Seguono più a distanza Belgio (595 milioni) e Spagna (485 milioni).

Le esportazioni sono cresciute rispetto al quarto trimestre 2021 nei confronti di quasi tutti i Paesi europei; le principali eccezioni in negativo sono rappresentate da Romania (-9,6%) e Svezia (-17,7%). Il primo mercato brianzolo ovvero la Germania è uno di quelli che crescono meno (1,8%) insieme alla Spagna (9,1%). Per contro si osservano flussi di merci che in valore sono più che raddoppiate verso il Belgio (+115,8%) e quasi triplicate verso i Paesi Bassi (+190,7%). Il dato relativo all’intero anno conferma la forte crescita olandese (+141,3%) così come il calo della Svezia (-21,7%). Riguardo ai due principali Paesi di sbocco, la Germania cresce del 22,6% e la Francia performa leggermente peggio (19,2%). Cresce più della media il Belgio (40,7%), spinto dal forte incremento proprio dell’ultimo trimestre dell’anno.

Anche le importazioni crescono su base annua nei confronti di quasi tutti i mercati europei, in calo rispetto al quarto trimestre del 2021 troviamo solamente la Polonia (-25,1%). Alcuni tra i principali mercati presentano comunque variazioni positive di piccole entità, come per esempio Germania (+6,4%), Francia (+2,8%) e Belgio (+2,6%). Crescono più della media invece i flussi da Spagna (20,4%) e Paesi Bassi (24,3%). Il dato dell’intero anno indica una crescita superiore al 10% per tutti i maggiori mercati di approvvigionamento europei delle imprese brianzole. La performance migliore riguarda la Francia (+50%), seguita dai Paesi Bassi (+41,7%), più contenuta la crescita della Germania che arriva al 15,1%. Si mantiene invece negativo, come per l’ultimo trimestre dell’anno, il dato relativo alla Polonia (-17,3%).

 

 

MI
MB
LO
Trimestre
Quarto
Anno
2022
Indice della produzione industriale

Nel quarto trimestre 2022 l’artigianato manifatturiero brianzolo continua sul percorso di crescita iniziato nel 2021, sia su base congiunturale che tendenziale, a una velocità di crescita vicina a quella dei trimestri recenti. L’aumento riguarda tutti gli indicatori rilevati, ma non ha ancora impatto sulle aspettative, che nonostante un miglioramento indicano ancora una prevalenza di opinioni pessimiste. La produzione cresce del 7,1% rispetto al quarto trimestre 2021, dato del tutto identico a quello rilevato tre mesi fa. Il grafico permette di apprezzare il trend della produzione dell’artigianato brianzolo su un periodo più lungo, nel quale si osserva una lieve crescita nel 2019, il forte crollo nella prima metà del 2020 e la successiva risalita che continua tuttora. Il numero indice della produzione (espresso con base 2010 pari a 100) raggiunge quota 111,7 nel trimestre, toccando quindi un nuovo massimo nella serie storica recente (nel secondo trimestre 2020 il minimo era stato di 81,1).

 

 
Analisi congiunturale

La dinamica congiunturale dell’artigianato brianzolo evidenzia un robusto aumento per tutti gli indicatori rilevati, in coerenza con quanto avviene a livello regionale. La crescita congiunturale della produzione è pari all’1,6% (dato destagionalizzato), in linea con il dato lombardo dell’1,7%. A differenza dei trimestri recenti non si osservano particolari differenze tra la dinamica del fatturato e quella della produzione. Per Monza l’incremento congiunturale del fatturato è identico al dato della produzione (1,6%), in regione di poco inferiore (1,5%). Gli ordini sono cresciuti invece dell’1,2%, meglio del dato regionale fermo allo 0,6%. L’incidenza dei mercati esteri sul fatturato dell’artigianato manifatturiero brianzolo nel quarto trimestre 2022 è pari al 5,3% (in discesa dal 6,9% di tre mesi fa), in Lombardia si attesta invece al 6,6%.

La crescita dei prezzi delle materie prime è ancora estremamente elevata nel trimestre anche se la velocità inizia a rallentare, come si osserva anche nella rilevazione sull’industria. In Brianza l’incremento congiunturale dei prezzi delle materie prime è dell’11,2% (era il 18,7% tre mesi fa), in Lombardia leggermente più basso (9,9%). Anche per i prezzi dei prodotti finiti si osserva un rallentamento: aumentano del 6,2% rispetto al 10% di tre mesi fa.

 

Analisi tendenziale

Osservando la dinamica tendenziale si conferma la robusta crescita dell’artigianato manifatturiero brianzolo, anche a confronto con i dati regionali. Come si può osservare nel primo grafico per quanto riguarda la produzione, il dato risulta particolarmente positivo considerando che il quarto trimestre 2021 con cui ci stiamo confrontando risultava avere già ampiamente recuperato i livelli produttivi precedenti la pandemia.

La produzione dell’artigianato manifatturiero brianzolo sale in un anno del 7,1%, meglio rispetto a quanto avviene a livello regionale, con una crescita del 4,9%. L’aumento del fatturato risulta solo leggermente migliore a quello della produzione sia in provincia che in regione; in Brianza si registra un incremento annuo del 7,6%, mentre in Lombardia del 5,6%. La dinamica degli ordini rimane la più debole tra i tre indicatori rilevati, la crescita è infatti del 3,9% in Brianza e del 2,4% in Lombardia.

 

Previsioni per il primo trimestre 2023

Nonostante lo scenario complessivamente positivo del trimestre, le aspettative espresse dagli artigiani brianzoli mostrano ancora una prevalenza di giudizi di calo per tutte e tre le variabili rilevate, pur in presenza di segnali di miglioramento rispetto ai giudizi di tre mesi fa.

Il 15,2% degli operatori si aspetta una crescita della produzione, quota quasi invariata dallo scorso trimestre, contro il 24,8% che si aspetta un calo (erano il 34,5%). Il saldo tra ottimisti e pessimisti risulta quindi in miglioramento, ma ancora in terreno decisamente negativo. Leggermente più critiche le opinioni sulla domanda interna: la quota di aspettative di riduzione è identica a quella della produzione (24,8%), più basse invece le aspettative di crescita (11,4%); il saldo tra ottimisti e pessimisti segue la stessa dinamica di quello della produzione, ancora negativo ma in miglioramento. Le aspettative sull’occupazione restituiscono come di consueto un quadro di sostanziale stabilità: l’83,8% non si aspetta variazioni, tra i rimanenti prevalgono leggermente i giudizi di riduzione (8,6%) su quelli di crescita (7,6%).

 

 
MI
MB
LO
Trimestre
Quarto
Anno
2022
Indice della produzione industriale

Nel quarto trimestre del 2022 l’industria manifatturiera brianzola registra un evidente rallentamento della robusta crescita del recente passato, analogamente a quanto osserviamo a livello regionale. Tutti i principali indicatori (produzione, fatturato e ordini) evidenziano un aumento rispetto al quarto trimestre 2021, particolarmente significativo per quanto riguarda gli ordini, mentre a livello congiunturale si osserva una dinamica contenuta della produzione e un calo degli ordini provenienti dall’estero. Si riducono le tensioni sui prezzi con incrementi congiunturali di quelli delle materie prime, che scendono al di sotto del 5%. Le aspettative sulla produzione si mantengono positive; sono invece negative – ma in miglioramento – per la domanda interna. Nel primo grafico emerge il rallentamento della crescita tendenziale della produzione, che si attesta al 2,8% dopo avere superato il 10% nel primo trimestre dell’anno. Il numero indice (calcolato ponendo pari a 100 il 2010 come anno di riferimento) raggiunge comunque un nuovo punto di massimo nella serie storica recente; nel trimestre in esame si attesta a quota 122,1 dopo essere sceso fino a 87,5 nella fase più critica della crisi del 2020.

 

 
Analisi congiunturale

La dinamica congiunturale dell’industria manifatturiera brianzola indica un rallentamento della crescita di produzione e fatturato, entrambi al di sotto della media lombarda, oltre a un’indicazione negativa proveniente dal mercato nazionale.

La produzione industriale in Brianza aumenta dello 0,3% (dato destagionalizzato) rispetto al terzo trimestre del 2022, al di sotto del dato regionale (+0,8%). La crescita del fatturato si mantiene superiore a quella della produzione, anche per effetto degli incrementi dei prezzi, risultando pari allo 0,8% in Brianza; in regione invece l’incremento congiunturale del fatturato raggiunge l’1,7%. La quota di fatturato realizzata all’estero è sensibilmente calata: dal 39,1% del trimestre scorso al 35,8% dell’attuale; anche in Lombardia si osserva un calo, seppure di entità più contenuta (da 39,8% a 38,8%).

Sotto il profilo degli ordini, per l’industria brianzola si osserva una forte divaricazione tra la dinamica degli ordinativi provenienti dall’Italia, che sono in crescita (+2,3%), e quelli provenienti dall’estero, che si riscontrano invece in calo (-1,1%). In regione si osserva un andamento del tutto differente: il portafoglio ordini dall’estero aumenta leggermente (+0,3%), contro una piccola flessione del mercato nazionale (-0,2%).

Rispetto agli ultimi trimestri si osserva un’inversione di tendenza riguardo all’aumento dei prezzi: quelli delle materie prime hanno infatti registrato una crescita congiunturale attorno al 10% per tutti i trimestri da metà 2021 in poi; solo ora nel quarto trimestre 2022 il dato che emerge dalla rilevazione scende al 4,6% in Brianza e al 5,2% in Lombardia. Contestualmente si riduce anche la velocità di crescita dei prezzi dei prodotti finiti, che si attesta al 4,4% a Monza e al 4,3% in Lombardia.

 

Analisi tendenziale

Gli indicatori tendenziali indicano una buona crescita annua dell’industria manifatturiera brianzola e lombarda, per quanto sia in provincia che in regione si osservi un rallentamento rispetto a quanto rilevato nei trimestri recenti. Il fatturato continua ad aumentare più della produzione, incorporando la dinamica positiva dei prezzi, mentre il dato più confortante per l’industria brianzola arriva dall’osservazione degli ordini.

La dinamica della produzione risulta quasi completamente identica in Brianza (+2,8%) e in Lombardia (+2,7%).

L’incremento annuo del fatturato supera – come accennato – quello della produzione, in quanto incorpora anche la crescita dei prezzi. I ricavi dell’industria manifatturiera aumentano rispetto al quarto trimestre del 2021 del 7,1% a Monza e del 9,2% in Lombardia. La crescita per la Brianza si deve alle vendite realizzate all’estero con un incremento annuo del 9,1%, il fatturato interno aumenta solamente del 5,9%. Anche a livello regionale l’incremento del fatturato rispetto al 2021 beneficia più della componente estera (+11,1%) che di quella interna (+8%).

La dinamica degli ordini risulta estremamente confortante per il manifatturiero provinciale, mentre a livello lombardo si osserva una crescita nettamente meno robusta. In Brianza il portafoglio ordini delle imprese manifatturiere aumenta del 7,5% rispetto al quarto trimestre 2021, grazie in particolare al contributo degli ordini interni (+8,5%). In Lombardia gli ordini sono cresciuti in un anno del 2,7%, beneficiando soprattutto della performance della componente estera (+3,7%).

 

Mercato del lavoro

Gli indicatori dell’indagine congiunturale relativi al mercato del lavoro delle imprese manifatturiere brianzole evidenziano scostamenti di piccola entità rispetto ai trimestri passati. Sale leggermente la quota di imprese che dichiara di avere fatto ricorso alla CIG, passando dal 4% di quelle intervistate tre mesi fa, al 5,6% del quarto trimestre dell’anno, un dato che rimane comunque in linea con le percentuali abituali di ricorso alla CIG precedenti il picco del 2020. Rimane contestualmente molto bassa l’incidenza della CIG sul monte ore complessivo delle imprese nel trimestre, pari allo 0,4% (era scesa fino allo 0,1% tre mesi fa). Riguardo al mercato del lavoro si segnala un peggioramento del saldo tra entrate e uscite che diventa negativo (-0,2%) dopo quattro trimestri consecutivi di segno positivo. Rispetto al quarto trimestre del 2021 si osserva una significativa discesa del tasso di ingresso, passato dal 3% al 2,3%, mentre rimane abbastanza stabile il tasso di uscita (sceso dal 2,6% al 2,5%).

 

 
Previsioni per il primo trimestre 2023

Le aspettative degli imprenditori per il prossimo trimestre sono nel complesso moderatamente ottimiste. Prevalgono i giudizi di crescita per quanto riguarda la produzione e l’occupazione, più cauti però rispetto a tre mesi fa. Sono maggiori le aspettative di crescita per la domanda estera, leggermente negativo invece il bilancio dei giudizi sulla domanda interna.

La quota di operatori brianzoli intervistati che si aspetta un incremento della produzione è del 26,4%, contro il 17,6% che si aspetta una riduzione (il 56% indica stabilità). Il saldo tra ottimisti e pessimisti è ancora positivo (8,8 punti percentuali), ma in peggioramento ormai da diversi trimestri. Una simile tendenza si riscontra anche per le aspettative sull’occupazione con il saldo tra ottimisti (11,2%) e pessimisti (7,2%) sceso di 4 punti percentuali.

Le aspettative sulla domanda degli imprenditori brianzoli indicano un leggero miglioramento del clima di fiducia rispetto al trimestre passato, come si osserva dal grafico, e una preferenza per i mercati esteri. Per la domanda interna il 17,6% si aspetta una crescita e il 19,2% indica invece più probabile un calo; riguardo la domanda estera osserviamo una quota simile di indicazioni pessimiste (19,7%), contro però un 24,8% di aspettative di crescita.

 

 

 

I dati dell'indagine congiunturale, rivolta a un campione di imprese con 10 o più addetti, sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons.

MI
MB
LO
Trimestre
Terzo
Anno
2022
Settori

L’export del terzo trimestre 2022 della provincia di Monza e Brianza vede in prima posizione il comparto dei prodotti in metallo (circa 560 milioni di euro di merci esportate), seguito dai prodotti chimici (455 milioni) e dai macchinari (426 milioni), tre comparti che complessivamente valgono poco meno della metà delle esportazioni provinciali (46,2%). La graduatoria prosegue con il comparto dell’elettronica che vale 345 milioni di euro, seguito dalla voce residuale delle altre attività manifatturiere con 309 milioni di euro (al cui interno l’export di mobili vale 278 milioni), quindi farmaceutica (288 milioni) e gomma-plastica (216 milioni). Due altri comparti meno rilevanti superano comunque la soglia dei 100 milioni di export nel trimestre in esame, si tratta dell’abbigliamento (139 milioni) e degli apparecchi elettrici (132 milioni). Il dato cumulato dei primi nove mesi dell’anno vede gli stessi tre primi comparti in cima alla graduatoria, con valori superiori al miliardo di euro: i prodotti in metallo raggiungono 1,7 miliardi di euro, la chimica arriva a 1,4 miliardi e i macchinari a 1,2 miliardi. La farmaceutica si posiziona poco al di sotto del miliardo (980 milioni) seguita a breve distanza dall’elettronica (950 milioni) e successivamente dalle altre attività manifatturiere (901 milioni di cui 813 milioni riguardano i mobili). La gomma-plastica vale invece 695 milioni di euro per le imprese brianzole, l’abbigliamento poco meno di 400 milioni e gli apparecchi elettrici 370 milioni.

Passando a considerare la composizione settoriale dell’import delle imprese brianzole nel terzo trimestre del 2022, il comparto di maggiori dimensioni, come per l’export, è quello dei prodotti in metallo con un valore delle merci importate di 504 milioni di euro ovvero il 17,5% del totale. La chimica è il secondo comparto in graduatoria, segmento per cui l’import della Brianza vale 437 milioni di euro in tre mesi, mentre al terzo posto i macchinari arrivano a quasi 350 milioni. Poco al di sotto dei 290 milioni si trovano i flussi di import di farmaceutica ed elettronica, seguono gli apparecchi elettrici (247 milioni). Tra i cento e i duecento milioni di euro di import si collocano invece, in ordine decrescente, i comparti dell’abbigliamento, della gomma-plastica, delle altre attività manifatturiere e dei prodotti in legno. Tra gennaio e settembre 2022 tre comparti superano il miliardo di euro di merci importate dalla Brianza, si tratta dei prodotti in metallo (1,5 miliardi) della chimica (1,3 miliardi) e dei macchinari (1,2 miliardi). Il resto della graduatoria ricalca quella dell’ultimo trimestre, troviamo quindi i flussi di prodotti farmaceutici che ammontano a 929 milioni, quelli di elettronica pari a 834 milioni e gli apparecchi elettrici a 724 milioni.

Il confronto con i dati del 2021 restituisce ancora una crescita annua a doppia cifra, sia per le esportazioni che le importazioni. Trattandosi di dati espressi in euro correnti, la crescita dei flussi riflette però anche gli incrementi dei prezzi, particolarmente significativi nel corso del 2022; i dati sull’interscambio espressi in quantità, disponibili solamente a livello regionale, indicano invece un calo della maggior parte dei settori, specie riguardo l’export. La crescita complessiva dell’export brianzolo rispetto al terzo trimestre del 2021 risulta del 24,9%. Tutti i comparti manifatturieri crescono oltre il 10%, salvo la voce dei prodotti petroliferi (quasi irrilevante in valori assoluti). La performance migliore è dell’elettronica (+39,3%) seguita da farmaceutica (+37,9%) e dai prodotti in legno (+36,6%). Dei principali comparti, la chimica è quello che registra l’incremento più importante (+30,5%) rispetto alla meccanica, per la quale si osserva una crescita del 21,7% relativamente ai prodotti in metallo e del 13,7% per i macchinari. Oltre ai macchinari, gli altri comparti cresciuti meno del 20% sono la gomma-plastica (+19,1%), l’abbigliamento (+17,4%) e l’alimentare (+17,1%). La dinamica tendenziale degli interi primi nove mesi è leggermente meno positiva dell’ultimo trimestre (+21,1%) con una crescita della capacità esportativa che riguarda tutti i comparti. In tre casi si osserva una crescita inferiore al 10%: si tratta degli apparecchi elettrici (+8,3%), dei macchinari (+3,6%) e dei mezzi di trasporto (+2,8%). Sul fronte opposto troviamo il comparto della farmaceutica che risulta quello più in crescita (+54,3%); chimica (+27,5%) e gomma-plastica (+23,8%) crescono più della media provinciale, mentre si collocano al di sotto del dato complessivo elettronica (+20,5%) e prodotti in metallo (+19,8%).

La dinamica dell’import brianzolo è in linea con quella dell’export per quanto riguarda il dato del singolo trimestre (+24,7%), mentre risulta superiore riguardo al valore cumulato dei primi nove mesi dell’anno (+28,6%). Il valore delle importazioni della Brianza cresce rispetto al terzo trimestre 2021 per tutti i comparti manifatturieri con la sola eccezione della chimica (-11%). Il primo comparto per volumi, quello dei prodotti in metallo, è anche quello che contribuisce di più alla crescita in termini percentuali (+51%), assieme a comparti più piccoli come i prodotti in legno (+53,4%) e l’alimentare (+51%). Notevoli incrementi si osservano anche per la farmaceutica (+44,1%), gli apparecchi elettrici (+38,1%) e l’abbigliamento (+33,8%). Una dinamica più contenuta si registra invece per elettronica (+18,7%) e gomma-plastica (+21,9%). Il dato cumulato dei primi nove mesi dell’anno vede variazioni positive per l’import di tutti i comparti manifatturieri. Chimica (+9,4%) ed elettronica (+9,9%) sono i comparti cresciuti meno, mentre la crescita maggiore riguarda prodotti in legno (+61%) e prodotti in metallo (+56,7%). Tra i comparti maggiori, l’import di macchinari cresce più della media (+36,5%), quello della farmaceutica invece risulta al di sotto (+26,3%).

 

 

 

Aree geoeconomiche globali

Poco meno dei due terzi (64,1%) delle esportazioni delle imprese brianzole del terzo trimestre 2022 sono dirette a Paesi europei. Si tratta di quasi 2 miliardi di euro di merci, di cui 1,5 miliardi hanno come destinazione Paesi membri della UE e i restanti 474 milioni Paesi europei non UE; tra questi ultimi la Svizzera si conferma il mercato più grande per la Brianza (252 milioni di euro) seguita dal Regno Unito (circa 100 milioni). Il continente asiatico intercetta 653 milioni di euro di merci, il 21% del totale provinciale. La gran parte dei flussi riguarda paesi dell’Asia Orientale (484 milioni), in particolare la Cina (111 milioni) e le Quattro Tigri asiatiche (212 milioni di cui più della metà diretti a Singapore). L’export brianzolo nel continente americano vale 362 milioni di euro (l’11,6% del totale), di cui 261 milioni diretti negli Stati Uniti. Africa e Oceania infine intercettano complessivamente poco più di 100 milioni di euro di export della Brianza (3,3% del totale). Tra gennaio e settembre del 2022 le merci dirette in Europa ammontano a 6,3 miliardi di euro, quasi esattamente i due terzi (66,8% del totale), di cui 4,8 miliardi destinate a mercati UE (51,1%) e quasi 1,5 miliardi ai restanti Paesi, tra i quali Svizzera (812 milioni) e Regno Unito (297 milioni). L’Asia vale 1,8 miliardi di euro, dei quali 362 milioni destinati ai Paesi del Medio Oriente, 124 milioni all’Asia centrale e 1,3 miliardi all’Asia orientale, dove i principali mercati sono Cina (319 milioni), Singapore (276 milioni) e Corea del Sud (128 milioni). Il continente americano vale invece circa 1 miliardo di euro, di cui 791 milioni riguardano le piazze della parte centro-settentrionale (717 milioni gli Stati Uniti) e 232 milioni la metà centro-meridionale del continente.

Riguardo alle merci in arrivo dall’estero per le imprese brianzole nel terzo trimestre 2022 provengono dall’Europa circa 1,9 miliardi (65,7% del totale), di cui 1,5 miliardi riguardano l’Unione Europea. Al di fuori dell’Europa provengono dall’Asia poco meno di 760 milioni di euro di merci importate pari al 26,3% del totale; circa la metà di questi flussi riguarda la Cina (quasi 400 milioni di euro). L’import dalle Americhe vale infine 169 milioni di euro, il 5,9% del totale. Nei primi nove mesi del 2022 l’incidenza del continente europeo sull’import della Brianza sale al 70,6% che in valori assoluti significa 6,2 miliardi di euro di merci, di cui 5,1 miliardi riguardano lo spazio comunitario. L’approvvigionamento di merci dall’Asia raggiunge 2 miliardi di euro, dei quali 1,8 miliardi riguardano Paesi dell’estremo Oriente, in particolare la Cina per poco più di 1 miliardo. Dall’America proviene infine solamente il 5,1% del valore delle merci importate dalle imprese brianzole, 456 milioni di euro dei quali 410 milioni dagli Stati Uniti.

La dinamica dell’export della Brianza evidenzia incrementi annui che coinvolgono tutte le direttrici territoriali, superiori al 20% per tutti i continenti, per cui valgono le stesse considerazioni fatte in precedenza sull’elevata inflazione che gonfia i valori degli scambi espressi in euro. Verso l’Europa la crescita risulta del 21,9%, particolarmente positiva per l’Unione Europea (+26,6%) e per i Paesi dell’Eurozona (+29,9%); più modesto l’incremento dei flussi diretti a mercati europei non UE (+8,8%) trascinato verso il basso dal Regno Unito (-1,1%) e dalla Russia (-30,6%) per la quale si osservano gli effetti delle sanzioni successive all’invasione dell’Ucraina. L’export verso il continente americano cresce più della media (34,6%) beneficiando di un contributo positivo degli Stati Uniti (+41,6%); si contiene invece all’8,1% la crescita dell’export della parte centro-meridionale del continente, dove si osserva un calo del mercato brasiliano (-21,3%). Anche verso l’Asia si registra una crescita annua importante, pari al 30,7%, con poche differenze tra le tre macro-aree del continente; tutti i principali mercati risultano in crescita (+21,3% Cina e +40,1% Singapore) tranne il Giappone (-35,9%). Riguardo la dinamica dei primi nove mesi dell’anno, la crescita annua risulta in linea con quella dell’ultimo trimestre per l’Europa, peggiora invece nei confronti degli altri continenti. L’export brianzolo in Europa è cresciuto del 22,2%, con un incremento significativo dei mercati UE (+26,7%), mentre come nell’ultimo trimestre risultano in calo Regno Unito (-2,2%) e Russia (-28,6%). Nei confronti del continente americano si registra una crescita rispetto al 2021 del 23,4%, che sale al 27,5% per l’America settentrionale e si ferma invece all’11,1% per l’America centro-meridionale. L’export in Asia cresce del 17,3%, spinto dalle Quattro Tigri dell’estremo Oriente (+20,6%), mentre la Cina presenta una crescita minima (+3%) e Giappone e India risultano in calo (-6% e -8,8% rispettivamente).

La crescita dell’import delle imprese brianzole nel terzo trimestre 2022 è quasi analoga a quella dell’export e lo è anche la sua declinazione geografica. L’import dai Paesi europei cresce meno della media provinciale (+17,3%), con il maggiore contributo alla crescita proveniente ai mercati non UE (+25,7%) nonostante il calo del Regno Unito (-19,3%). I flussi dalle Americhe crescono del 31,5%, grazie in particolare agli stati dell’America centro-meridionale (poco rilevanti però per volumi). Le importazioni dall’Asia registrano l’incremento più importante (+37,6%): la crescita si deve in primo luogo alla Cina, che è il singolo mercato più importante per l’import brianzolo (+37,6%); si osservano però forti incrementi anche per i flussi provenienti da Taiwan (+55,9%), Corea del Sud (+42,2%) e Singapore (+34,7%). Considerando il bilancio complessivo dei primi nove mesi dell’anno, la dinamica risulta migliore di quella del trimestre in corso per l’Europa, peggiore per Asia e America. L’import dall’Europa cresce infatti del 28,3%, con performance positive in particolare dall’Eurozona (+31,5%). Le importazioni brianzole dall’Asia crescono del 29%. Dall’America, infine, si osserva una crescita del 16,9% (+12,4% gli Stati Uniti).

 

 

Dettaglio europeo

Germania e Francia sono i primi due partner commerciali per le esportazioni della Brianza nell’Unione Europea nel terzo trimestre 2022, con flussi che valgono rispettivamente quasi 390 e 260 milioni di euro. Seguono tre altri Paesi che superano la quota dei 100 milioni di merci esportate in tre mesi, in ordine decrescente Spagna (136 milioni), Paesi Bassi (135 milioni) e Polonia (111 milioni). Non molto distante il Belgio a quota 92 milioni. Il dato cumulato dei primi tre trimestri del 2022 vede la medesima graduatoria guidata dalla Germania che arriva a poco meno di 1,4 miliardi di euro, seguita da Francia (824 milioni), Spagna (423 milioni) e Paesi Bassi (406 milioni). Troviamo quindi la Polonia (324 milioni) seguita dal Belgio (234 milioni). Altri cinque mercati valgono più di 100 milioni per la Brianza in nove mesi, si tratta di Austria, Repubblica Ceca, Svezia, Romania e Ungheria.

Anche dal lato delle importazioni di merci da Paesi comunitari, la Germania risulta il primo mercato per merci scambiate con la Brianza (490 milioni di euro nel terzo trimestre 2022). La seconda posizione è occupata dai Paesi Bassi a quota 247 milioni di euro, a seguire Francia (191 milioni), Belgio (149 milioni) e Spagna (119 milioni). Il bilancio complessivo dei nove mesi indica 1,6 miliardi di merci provenienti dalla Germania, circa il doppio del secondo mercato costituito dai Paesi Bassi (802 milioni); segue la Francia a poca distanza (795 milioni).

La dinamica dell’export del trimestre evidenza una crescita che coinvolge con diverse intensità quasi tutti i partner dell’Unione Europea. Tra i principali mercati emerge il dato dei Paesi Bassi che registrano flussi più che raddoppiati rispetto allo stesso periodo del 2021 (+136,3%). La Germania registra invece una crescita relativamente contenuta (+12,9%) anche rispetto a Francia (+20,7%) e Spagna (+19,2%). Solamente la Svezia invece, tra i Paesi illustrati nel grafico, registra una variazione di segno negativo (-39,4%). Il dato cumulato dei nove mesi vede una performance migliore dell’export brianzolo in Germania, cresciuto su base annua del 30,2%. Francia e Spagna crescono rispettivamente del 19,8% e del 15,5%, i Paesi Bassi confermano il dato più elevato in termini percentuali (+119,5%). Si mantiene il segno negativo nei confronti della Svezia (-22,9%) a cui si aggiunge la vicina Danimarca (-1%).

Sul fronte dell’import il dato del terzo trimestre dell’anno vede una crescita della maggior parte dei mercati, ma anche un calo accusato da diversi partner commerciali tra i più rilevanti. L’import dalla Germania in primo luogo risulta in lieve calo annuo (-0,3%) a cui si aggiungono flessioni più marcate dei flussi in arrivo da Austria (-9%) e Polonia (-27,7%). All’opposto i Paesi dai quali le importazioni brianzole sono maggiormente cresciute risultano essere, tra i mercati maggiori, Paesi Bassi (+61,8%), Spagna (+40,2%) e Francia (+31,2%). Il bilancio invece dei primi nove mesi dell’anno risulta complessivamente migliore: la crescita più robusta si registra per la Francia (+70,9%), seguita dai Paesi Bassi (+49,5%); positivo, malgrado il calo dell’ultimo periodo, anche il dato della Germania (+18,2%), mentre l’unica variazione negativa riguarda l’import dalla Polonia (-14,2%).

 

 

MI
MB
LO
Trimestre
Terzo
Anno
2022
Indice della produzione industriale

L’artigianato manifatturiero brianzolo vede proseguire una fase espansiva nel terzo trimestre del 2022, sia su base congiunturale che tendenziale, evidenziando una crescita maggiore di quella riscontrata a livello regionale. Nonostante i dati positivi, si osserva anche in questo trimestre una generale sfiducia espressa dalle aspettative degli operatori intervistati, a cui si accompagna un’inflazione ancora estremamente elevata. La crescita annua della produzione – come risulta anche nel grafico – è del 7,1%, un dato importante dal momento che un anno fa si era già tornati sui volumi produttivi precedenti la pandemia. Il grafico permette di apprezzare il trend della produzione dell’artigianato brianzolo su un periodo più lungo, nel quale si osserva la lieve crescita nel 2019, il forte crollo nella prima metà del 2020 e la successiva risalita che continua tuttora. Il numero indice della produzione (espresso con base 2010 pari a 100) raggiunge nel trimestre quota 109,4, ovvero il 7,9% al di sopra dei livelli medi del 2010 (nel secondo trimestre 2020 il minimo era stato di 81,1).

 

 
Analisi congiunturale

La dinamica congiunturale dell’artigianato brianzolo evidenzia una discreta espansione di tutti gli indicatori rilevati, superando anche la positiva performance regionale. Nel terzo trimestre 2022 la produzione cresce dell’1,1% (dato destagionalizzato), in regione si osserva invece un incremento dello 0,6%. Il fatturato, per effetto anche degli aumenti di prezzo, continua a crescere più della produzione sia a Monza che nel resto della regione. L’incremento congiunturale del fatturato per l’artigianato monzese è pari al 2,6%, in regione invece la crescita è stata dell’1,7%. La dinamica degli ordini è meno brillante, ma si osserva comunque una variazione di segno positivo, pari allo 0,7% per Monza e allo 0,4% per la Lombardia. Per quanto riguarda i mercati esteri, l’incidenza delle vendite realizzate all’estero per l’artigianato manifatturiero brianzolo nel trimestre è del 6,9%, di poco superiore al dato lombardo (6,4%).

L’inflazione sui prezzi delle materie prime si conferma estremamente elevata anche in questo trimestre, superando per intensità quella osservata dalla rilevazione sull’industria. In particolare a Monza la crescita congiunturale arriva al 18,7%, contro il 15,2% in Lombardia. L’incremento dei prezzi dei prodotti finiti risulta invece del 10% in provincia e dell’8,1% in regione.

 

Analisi tendenziale

Osservando la dinamica tendenziale, si conferma la robusta crescita dell’artigianato manifatturiero brianzolo, anche a confronto con i dati regionali. Come osservato nel primo grafico riguardo la produzione, la crescita annua mette a confronto il trimestre appena trascorso con il terzo trimestre del 2021, un periodo in cui la fase più critica del lockdown del 2020 era passata e la produzione dell’artigianato era tornata vicina ai livelli del 2019.

La crescita su base annua della produzione dell’artigianato manifatturiero brianzolo è del 7,1%, migliore di un paio di punti percentuali rispetto al dato regionale, che si ferma al 4,9%. La crescita del fatturato si conferma particolarmente robusta sia in provincia che in regione; in Brianza si osserva un incremento annuo del 10,3%, mentre in Lombardia del 7,4%. La dinamica degli ordini si conferma anche in questo trimestre la più debole tra i tre indicatori rilevati, per quanto si registri comunque una crescita annua significativa pari al 5% per Monza e al 3,3% per la Lombardia.

 

Previsioni per il quarto trimestre 2022

Il quadro complessivamente positivo dei dati rilevati nel trimestre non si riflette nelle aspettative espresse dagli stessi artigiani brianzoli, tra i quali si registra una prevalenza di opinioni negative riguardo all’andamento di produzione, fatturato e ordini nell’immediato futuro. Per tutti gli indicatori si osserva peraltro un peggioramento rispetto alle aspettative espresse lo scorso trimestre.

Riguardo la produzione, il 15,5% degli operatori si aspetta una crescita, meno della metà di quanti si aspettano un calo (34,5%). Il saldo tra ottimisti e pessimisti si conferma quindi pesantemente negativo, peggiorando ulteriormente rispetto ai trimestri recenti. La distribuzione dei giudizi sull’andamento della domanda interna risulta ancora più pessimista: solamente il 13,1% degli intervistati indica una crescita, contro il 39,3% che giudica più probabile un calo; come per la produzione, si osserva un peggioramento del clima di fiducia. Anche per l’occupazione, infine, si osserva una prevalenza delle indicazioni di riduzione (11%) su quelle di aumento (6,4%), mentre l’82,6% degli operatori non si aspetta variazioni.

 

 
MI
MB
LO
Trimestre
Terzo
Anno
2022
Indice della produzione industriale

Per l’industria manifatturiera brianzola, il terzo trimestre del 2022 mette in evidenza la continuazione di una crescita piuttosto sostenuta, in linea con il dato del trimestre scorso e con quanto si può osservare anche a livello regionale. La crescita si riscontra peraltro per tutti i principali indicatori (produzione, fatturato e ordini) sia su base congiunturale, quindi rispetto allo scorso trimestre sia su base tendenziale, quindi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ancora elevate le tensioni inflattive, con un incremento dei prezzi delle materie prime attorno al 10% su base congiunturale. Sono positive le aspettative espresse sul prossimo trimestre, salvo che per la domanda interna. Nel primo grafico si osserva la robusta crescita annua della produzione (+7,4%), vicina alla velocità di crescita del trimestre passato. Il numero indice (calcolato ponendo pari a 100 il 2010 come anno di riferimento) continua a salire, come avviene ormai costantemente da inizio 2021; nel trimestre in esame raggiunge quota 122,4 dopo essere sceso fino a 87,5 nella fase più critica della crisi del 2020.

 

 
Analisi congiunturale

La dinamica congiunturale dell’industria manifatturiera brianzola risulta positiva per tutti gli indicatori rilevati, seguendo la dinamica di crescita che si riscontra complessivamente in Lombardia.

La produzione industriale in Brianza cresce su base trimestrale dell’1,7% (dato destagionalizzato), superando nettamente la media regionale (+0,4%). La crescita del fatturato risulta superiore a quella della produzione, anche per effetto degli incrementi dei prezzi: saliamo infatti del 2%; in Lombardia la differenza tra i due indicatori è molto più accentuata, il fatturato cresce del 2,6% (contro lo 0,4% della produzione). Risulta in leggera crescita rispetto a tre mesi fa la quota di fatturato realizzata all’estero, pari al 39,1% delle vendite realizzate nel trimestre in esame, poco al di sotto della Lombardia (39,8%).

La dinamica degli ordini vede una crescita particolarmente robusta delle commesse provenienti dall’estero, con un incremento congiunturale del 2,7%, mentre la crescita degli ordini interni si ferma all’1,6%. Anche in regione si osserva un aumento, ma più contenuto: gli ordinativi dall’estero crescono infatti dell’1,5% e quelli dall’Italia dell’1,3%.

I fenomeni inflattivi si mantengono elevati, aumentando di intensità in provincia rispetto alla passata rilevazione. La crescita congiunturale dei prezzi delle materie prime a Monza arriva infatti al 10,7%, superando il dato regionale del 9,8%. Resta elevata anche la crescita dei prezzi dei prodotti finiti, pari al 5,7% in provincia e al 6,1% in regione.

 

Analisi tendenziale

La dinamica dell’industria manifatturiera brianzola risulta estremamente positiva anche su base annua per tutti gli indicatori rilevati; per quanto la crescita del fatturato rifletta in parte un aumento dei prezzi oltre a quello dei volumi venduti, si osserva comunque una buona dinamica di produzione e ordini. Una crescita di entità paragonabile, come si osserva dal grafico, si registra anche a livello regionale.

La crescita della produzione a Monza è del 7,4% rispetto al terzo trimestre del 2021, meglio del dato regionale che arriva al 4,8%.

L’incremento annuo del fatturato supera quello della produzione, in quanto incorpora anche la crescita dei prezzi. L’incremento dei ricavi dell’industria manifatturiera risulta del 12,5% a Monza e del 13,5% in Lombardia. La crescita per la Brianza si deve soprattutto alle vendite realizzate all’estero, aumentate del 19,4% in un anno, mentre il fatturato del mercato nazionale registra una crescita dell’8,1%. In Lombardia al contrario si osserva una quasi coincidenza tra la dinamica del fatturato estero (+13,6%) e di quello interno (+13,4%).

La dinamica degli ordini dell’industria brianzola ricalca quella del fatturato. La crescita complessiva si attesta all’11,2% con un contributo nettamente maggiore degli ordini provenienti dall’estero (+16,3%) rispetto a quelli dall’Italia (+7,9%). La dinamica lombarda degli ordini è decisamente più contenuta anche se ampiamente in terreno positivo: si osserva una crescita annua del 6,6%, con una performance leggermente migliore degli ordini esteri (+7,2%).

 

Mercato del lavoro

L’osservazione degli indicatori relativi al mercato del lavoro delle imprese manifatturiere brianzole registra anche nel trimestre in esame un basso ricorso alla cassa integrazione. Hanno dichiarato di avere fatto ricorso alla CIG il 4% delle imprese intervistate, un dato leggermente superiore a quello del trimestre precedente (era il 3,1%) e in linea con le percentuali fisiologiche di ricorso alla CIG precedenti il picco del 2020, come si osserva anche dal grafico. L’incidenza della CIG sul monte ore complessivo delle imprese nel trimestre risulta tra le più basse rilevate nel passato recente: solamente lo 0,1%. Riguardo al mercato del lavoro si osserva un tasso di ingresso piuttosto alto per il terzo trimestre dell’anno (2,2%), ma nello stesso tempo si registra un elevato tasso di uscita (2,1%); il saldo è quindi solo leggermente positivo (+0,1%), migliorando però rispetto al -0,1% registrato nel terzo trimestre del 2021.

 

 
Previsioni per il quarto trimestre 2022

Le aspettative degli imprenditori per il prossimo trimestre risultano piuttosto positive riguardo produzione e occupazione, solo leggermente meno ottimiste rispetto a quelle espresse la scorsa rilevazione. Più caute le aspettative sulla domanda, con una minima prevalenza di giudizi positivi per quella estera e, al contrario, una prevalenza di opinioni pessimiste per quella interna.

La produzione è prevista in crescita dal 28,2% degli operatori brianzoli intervistati, mentre solamente il 17,7% si aspetta una riduzione (il 54% indica stabilità). Il saldo tra ottimisti e pessimisti si mantiene positivo (10,5 punti percentuali) di poco ridimensionato rispetto ai trimestri recenti. Anche per l’occupazione le aspettative sono positive, il 14,3% degli operatori intervistati si attende una crescita, solamente il 4,8% si aspetta una riduzione.

Per la domanda estera si osserva un leggero ottimismo, in linea con la rilevazione del trimestre scorso. Il saldo tra ottimisti e pessimisti è positivo di 1,7 punti percentuali (i giudizi di aumento e riduzione erano in perfetto pareggio tre mesi fa). Peggiorano decisamente invece le aspettative sulla domanda interna, che il 27,2% degli operatori si aspetta in calo, contro solamente il 18,4% che indica più probabile una crescita.

 

 

 

I dati dell'indagine congiunturale sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons