Monza Brianza

Abbreviazione
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Trimestre
Terzo
Anno
2023

 

 

Indice del fatturato del commercio

Nel terzo trimestre 2023 il commercio al dettaglio della provincia di Monza registra un aumento del fatturato favorito dalla dinamica inflazionistica.

L’indice del fatturato, al netto degli effetti stagionali, si è collocato a 118,1 (+0,7% destagionalizzato a un nuovo punto di massimo), mentre nei confronti del terzo trimestre dello scorso anno, la dinamica tendenziale registra ancora una significativa crescita (+2,2%).

Se consideriamo il dettaglio della dinamica tendenziale, possiamo osservare che l’area di incremento del fatturato rispetto allo scorso anno è condivisa dal 42,9% delle imprese, mentre la frazione di operatori con fatturato in contrazione corrisponde a circa un terzo dei rispondenti.

 

 
Previsioni per il quarto trimestre 2023

Le aspettative delle imprese del commercio della provincia di Monza Brianza per il quarto trimestre 2023 registrano una convergenza tra gli andamenti attesi per il fatturato e quelli per l’occupazione.

Il quadro dettagliato delle previsioni relative al fatturato, espresso dai saldi complessivi delle risposte (differenza tra ipotesi di aumento e di diminuzione), indica un passaggio del saldo da un quadrante negativo a uno positivo rispetto alla precedente rilevazione (+6,7% contro -15,9% del secondo trimestre).

Il ritorno delle aspettative in terreno positivo è determinato dalla frazione di imprese con stime di crescita, quasi raddoppiata rispetto alla precedente rilevazione (30,5% contro 15,9%) e dalla contestuale riduzione non solo della quota di operatori con aspettative di diminuzione (23,8% contro 31,8% del secondo trimestre), ma anche della frazione di imprese con prospettive di stabilità del fatturato (45,7% contro 52,3%).

Anche nei confronti delle aspettative sull’occupazione si osserva un miglioramento del saldo complessivo delle risposte (4,8% contro 1,9%).

Tale trend si registra infine nei confronti degli ordini rivolti ai fornitori, che risalgono da un quadrante negativo verso un livello neutro, essendo in equilibrio le ipotesi di aumento rispetto a quelle di diminuzione (23,8%) e dove oltre la metà delle imprese prevede una situazione stabile per i successivi tre mesi.

 

 

 

I dati dell'indagine congiunturale sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons

MI
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Trimestre
Terzo
Anno
2023
Indice della produzione industriale

Dopo alcuni trimestri di rallentamento, l’artigianato manifatturiero brianzolo evidenza uno stop della produzione nel terzo trimestre del 2023, con una performance nel complesso peggiore rispetto all’artigianato regionale. La produzione segna infatti una variazione nulla sul terzo trimestre 2022 mentre tutti gli altri indicatori – sia congiunturali che tendenziali – denunciano variazioni negative, così come risultano in terreno negativo le aspettative sul futuro degli operatori. Nel grafico si osserva il rallentamento progressivo della crescita della produzione che arriva ad azzerarsi nel trimestre attuale. Il grafico permette anche di apprezzare il trend della produzione dell’artigianato brianzolo su un periodo più lungo, nel quale si notano la lieve crescita nel 2019, il forte crollo nella prima metà del 2020 e la successiva risalita. Il numero indice della produzione (espresso con base 2010 pari a 100) si colloca nel trimestre a quota 112, rimanendo comunque su valori relativamente elevati nella serie storica recente (nel secondo trimestre 2020 il minimo era stato di 81,2).

 

 
Analisi congiunturale

La dinamica congiunturale dell’artigianato mostra un calo che riguarda tutti e tre gli indicatori rilevati, evidenziando un gap significativo rispetto all’artigianato regionale. La produzione dell’artigianato a Monza registra un calo congiunturale dello 0,2% (dato destagionalizzato), segnando una variazione negativa per la prima volta dal 2020, mentre a livello lombardo si osserva una piccola crescita (+0,2%). La dinamica di fatturato e ordini risulta peggiore di quella della produzione sia a livello locale che regionale. Il fatturato cala rispetto allo scorso trimestre dello 0,7% in Brianza, mentre cresce solamente dello 0,1% in Lombardia. Di intensità ancora maggiore è la variazione negativa degli ordini: a Monza sono in calo dell’1,1%, dopo avere registrato una flessione anche nello scorso trimestre; in regione il calo è pari allo 0,4%. L’incidenza dei mercati esteri sul fatturato dell’artigianato manifatturiero brianzolo nel terzo trimestre 2023 è pari al 7,9%, più elevata rispetto al dato lombardo del 6,2%.

Sul fronte dei prezzi, si interrompe la discesa dell’inflazione, contrariamente a quanto registrato dalla rilevazione sull’industria. In Brianza i prezzi delle materie prime registrano una variazione congiunturale del 5%, quasi identico al 4,9% del trimestre precedente; in Lombardia l’incremento è del 4,5%, in leggera discesa dal 4,7% di tre mesi fa. Per i prezzi dei prodotti finiti si osserva in Brianza una crescita del 4,2%, superiore rispetto al 3% della scorsa rilevazione; a livello regionale la variazione si mantiene più contenuta (2,8%).

 

Analisi tendenziale

Anche a livello tendenziale, quindi a confronto con il terzo trimestre del 2022, l’artigianato brianzolo mette in evidenza un quadro negativo, nel complesso peggiore di quanto rilevato a livello regionale. Si osserva quindi uno stop al percorso di crescita seguito alla pandemia, che ha significato quasi tre anni di variazione positiva della produzione, analogamente a quanto avviene per l’artigianato regionale.

La produzione dell’artigianato manifatturiero brianzolo non registra nessuna variazione rispetto al 2022; in Lombardia si mantiene ancora una crescita pari allo 0,5%, dato positivo ma in rallentamento rispetto ai trimestri recenti. Per il fatturato si osserva un calo piuttosto sensibile in Brianza (-3%), mentre in Lombardia si registra una sostanziale stabilità (+0,1%). La dinamica degli ordini dell’artigianato risulta più simile tra i due livelli territoriali, entrambi in negativo: il portafoglio ordini diminuisce in un anno dell’1,9% a Monza e dell’1,3% in Lombardia.

 

Previsioni per il quarto trimestre 2023

Le aspettative degli artigiani brianzoli per l’immediato futuro riflettono il quadro congiunturale critico con una netta prevalenza di giudizi negativi, sebbene si osservi comunque un miglioramento rispetto alle opinioni molto pessimiste emerse lo scorso trimestre.

Per quanto riguarda le aspettative sulla produzione, si osserva una quota di operatori che prospetta un calo (30,2%) quasi doppia rispetto a quanti ipotizzano una crescita (16%). Il saldo è quindi fortemente negativo ma migliora rispetto a tre mesi fa, grazie in particolare alla crescita della quota di ottimisti. Le opinioni sulla domanda interna sono di poco più pessimiste rispetto a quelle sulla produzione, il saldo tra giudizi di crescita e di calo è infatti negativo di 20 punti percentuali; si nota anche in questo caso però una risalita rispetto ai giudizi decisamente più pessimisti rilevati lo scorso trimestre. Le aspettative sull’occupazione sono improntate come di consueto a un’elevata stabilità, l’88,7% degli operatori non si aspetta variazioni, tra i rimanenti si mantiene una prevalenza dei pessimisti (8,5%) sugli ottimisti (2,8%).

 

 

 

I dati dell'indagine congiunturale sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons

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LO
Trimestre
Terzo
Anno
2023
Indice della produzione industriale

Nel terzo trimestre del 2023 l’industria manifatturiera brianzola denuncia alcuni segnali di rallentamento della crescita, per quanto l’indicatore della produzione continui a essere in terreno positivo. Il peggioramento della dinamica riguarda anche fatturato e ordini, che peraltro denunciano variazioni congiunturali negative, analogamente a quanto avviene in Lombardia. Per contro, arrivano segnali positivi dalla dinamica dei prezzi, che risulta del tutto in linea con la velocità di crescita dei prezzi precedenti l’esplosione del 2021. Si mantengono invece orientate al pessimismo le aspettative degli imprenditori, esprimendo un peggioramento del clima di fiducia rispetto al trimestre precedente. Nel primo grafico si osserva il rallentamento della crescita tendenziale della produzione industriale brianzola che in questo trimestre si ferma all’1,1%. Il numero indice (calcolato ponendo pari a 100 il 2010 come anno di riferimento) sale comunque fino a un nuovo massimo nella serie storica recente, arrivando a quota 124.

 

 
Analisi congiunturale

A livello congiunturale, quindi rispetto al secondo trimestre del 2023, l’industria manifatturiera brianzola registra una crescita della produzione e un quadro più critico degli altri indicatori, migliore comunque nel complesso rispetto a quanto si osserva a livello regionale.

La produzione industriale in Brianza cresce su base congiunturale dello 0,4% (dato destagionalizzato), mentre in Lombardia si osserva una significativa flessione (-0,7%). La dinamica del fatturato risulta negativa per entrambi i territori; in Brianza in particolare il calo è stato dello 0,6%, più contenuto in regione dove si ferma allo 0,1%. La quota di fatturato realizzata all’estero risale rispetto al trimestre passato sia a Monza (dal 35,2% al 38,2%) che in Lombardia (dal 38,5% al 39,9%).

Anche gli ordini registrano una dinamica complessivamente negativa con rilevanti divergenze tra la componente interna ed estera. In Brianza le commesse dall’estero segnano un calo congiunturale dello 0,7% contro una crescita dello 0,5% gli ordini interni, mentre lo scorso trimestre si era osservata una dinamica migliore dei mercati esteri. In Lombardia entrambe le componenti risultano in calo, specialmente gli ordini interni ridotti dell’1,4% mentre gli ordini esteri diminuiscono dello 0,3%.

Continua a rallentare anche in questo trimestre la crescita dei prezzi: quelli delle materie prime registrano un incremento congiunturale per le imprese manifatturiere brianzole solamente dello 0,2%, in linea ormai con i livelli di inflazione precedenti il 2021; a livello regionale si osserva un rallentamento simile, con una crescita che raggiunge lo 0,8%. Risulta di poco superiore in questo trimestre l’aumento congiunturale dei prezzi dei prodotti finiti (0,8% in Brianza e 0,9% in Lombardia).

 

Analisi tendenziale

A livello tendenziale, in rapporto quindi al terzo trimestre del 2022, la Brianza mantiene ancora una prevalenza di indicatori di segno positivo, rispetto allo scenario più negativo che si configura a livello regionale. La produzione in particolare conserva ancora una variazione positiva, mentre alcune difficoltà si segnalano per la dinamica del fatturato.

La produzione industriale in Brianza cresce in un anno dell’1,1%, in rallentamento rispetto alla dinamica recente; in Lombardia la frenata è molto più decisa portando a un calo della produzione dell’1,5% in un anno.

Il fatturato registra una variazione annua negativa a Monza (-0,5%) e quasi nulla invece in Lombardia, interrompendo una lunga fase di crescita trainata anche dagli incrementi dei prezzi. Una dinamica simile si osserva tra i due territori per quanto riguarda la scomposizione tra il fatturato realizzato in Italia e quello all’estero: il primo si riduce sia in provincia (-1,8%) sia in regione (-1,2%), mentre i ricavi realizzati all’estero crescono in un anno dell’1,7% in entrambi i territori.

Lo stesso gap che si osserva tra la performance brianzola e quella regionale relativamente alla produzione, si riscontra anche per la dinamica degli ordini. Alla discreta crescita osservata a Monza infatti (pari all’1,1%) si contrappone un netto calo a livello lombardo (-2,3%). Gli ordini delle imprese brianzole crescono soprattutto per merito delle commesse provenienti dall’Italia (+1,6%), in Lombardia per contro è proprio la dinamica degli ordini interni ad essere in forte difficoltà (-3,5%).

 

Mercato del lavoro

Gli indicatori dell’indagine congiunturale relativi al mercato del lavoro per le imprese manifatturiere brianzole rimangono ancora abbastanza in linea con le ultime rilevazioni, sia per quanto riguarda il saldo tra entrate e uscite di lavoratori sia per il ricorso alla cassa integrazione. Il saldo tra entrate e uscite nel trimestre è positivo e pari allo 0,3%, leggermente migliore di quello riscontrato nel terzo trimestre del 2022 (0,1%), sia grazie a un lieve incremento delle entrate sia a una riduzione delle uscite. La quota di imprese che dichiara di avere fatto ricorso alla CIG nel trimestre è del 5,9%, quasi invariata rispetto a tre mesi fa, mentre scende la quota di CIG utilizzata in rapporto al monte ore lavorato complessivo che rimane estremamente contenuta, pari allo 0,4%.

 

 
Previsioni per il quarto trimestre 2023

Le aspettative degli imprenditori brianzoli costituiscono l’elemento più critico della congiuntura del trimestre, indicando un deciso peggioramento per l’immediato futuro. Il saldo tra giudizi di crescita e di diminuzione è negativo e in peggioramento per tre dei quattro indicatori rilevati, rimanendo positivo solo con riguardo all’occupazione.

Continua a scendere la quota di operatori che si aspetta una crescita della produzione per il prossimo trimestre, sono solamente il 19,5% contro un 27,8% che ritiene più probabile un calo, con un saldo quindi negativo e in peggioramento rispetto al trimestre passato. Le prospettive sono migliori per quanto riguarda l’occupazione, prevista in aumento dal 15,6% dei rispondenti, mentre prevedono un calo solamente dell’8,1%.

Nonostante gli ordini interni siano cresciuti più degli ordini esteri nel trimestre, le aspettative degli imprenditori brianzoli denunciano una maggiore criticità proprio per la domanda interna. Più di un terzo si aspetta infatti un calo della domanda interna mentre solo il 12,8% prevede una crescita; le aspettative sulla domanda estera sono migliori ma prevalgono comunque i giudizi pessimisti, con un saldo negativo di 7,4 punti percentuali.

 

 

 

I dati dell'indagine congiunturale, rivolta a un campione di imprese con 10 o più addetti, sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons.

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Trimestre
Secondo
Anno
2023
Settori

Nel secondo trimestre del 2023 la scomposizione per settori dell’export brianzolo vede al primo posto la meccanica con il comparto dei prodotti in metallo (644 milioni di euro di merci esportate) e i macchinari (557 milioni), che insieme valgono circa un terzo dell’export provinciale del trimestre. Seguono la farmaceutica con 485 milioni e la chimica con 467 milioni, quindi l’elettronica a quota 366 milioni. La graduatoria prosegue con la categoria residuale delle altre attività manifatturiere che ammonta a 311 milioni di euro (di cui 279 milioni riguardano l’export di mobili), quindi la gomma plastica con 233 milioni. Altri due comparti superano la soglia dei 100 milioni di export nel trimestre: si tratta degli apparecchi elettrici (142 milioni) e dell’abbigliamento (130 milioni). La graduatoria settoriale del primo semestre dell’anno risulta quasi identica a quella del trimestre in esame. I prodotti in metallo occupano la prima posizione con poco meno di 1,3 miliardi di euro di export per le imprese brianzole, quindi i macchinari che raggiungono il miliardo di euro. In terza posizione troviamo la chimica a quota 945 milioni e la farmaceutica con 886 milioni di euro, più distanti l’elettronica (736 milioni) e la voce residuale delle altre attività manifatturiere (603 milioni). I restanti comparti non raggiungono il mezzo miliardo di export in sei mesi, in particolare gomma-plastica (470 milioni), gli apparecchi elettrici (289 milioni) e l’abbigliamento (274 milioni).

Dal lato delle importazioni delle imprese brianzole nel secondo trimestre del 2023, la ripartizione per settore è guidata dal comparto della chimica, per un valore di 463 milioni di euro (16,6% del totale provinciale). A distanza seguono i macchinari (circa 398 milioni), quindi i prodotti in metallo (389 milioni), più distanti la farmaceutica (327 milioni) e l’elettronica (312 milioni); insieme i primi cinque settori arrivano a circa i due terzi dell’import provinciale. Si scende a poco più di 200 milioni di euro per l’import di prodotti elettrici, mentre altri quattro settori superano la soglia dei 100 milioni (in ordine decrescente la gomma plastica, la voce residuale delle altre attività manifatturiere, l’abbigliamento e l’alimentare). Tra gennaio e giugno del 2023 i principali comparti dell’import brianzolo sono costituiti dalla chimica con 950 milioni di euro, quindi i prodotti in metallo (800 milioni) e i macchinari (746 milioni). Molto rilevanti anche i flussi di approvvigionamento delle merci dell’elettronica (658 milioni) e della farmaceutica (605 milioni).

La dinamica del trimestre indica ancora una crescita annua superiore al 10% per le esportazioni, probabilmente esito di fenomeni inflattivi più che di variazioni di volumi scambiati, mentre si osserva un calo delle importazioni. L’export brianzolo cresce complessivamente rispetto al secondo trimestre del 2022 del 12,9%. La farmaceutica, comparto caratterizzato spesso da forti oscillazioni, registra la crescita più significativa pari all’85,9%, ovvero ben 220 milioni di incremento annuo. Registrano un aumento superiore alla media i macchinari (30,6%), gli apparecchi elettrici (18,8%) e l’elettronica (18,3%). Tra i comparti maggiori si trovano in calo la gomma-plastica (-6,2%), le altre attività manifatturiere (-2,5%) e in misura minima i prodotti in metallo (-0,1%); si osserva infine un incremento di ridotta entità per quanto riguarda la chimica (+0,3%). Per quanto riguarda la dinamica del semestre, la crescita annua complessiva è del 10,8%. L’osservazione per settore risulta abbastanza vicina a quella dell’ultimo trimestre: la crescita è guidata infatti da quattro comparti in particolare, la farmaceutica (28,1%), i macchinari (27,7%), l’elettronica e gli apparecchi elettrici (21,8% entrambi); i prodotti in metallo, il primo comparto dell’export provinciale, crescono invece del 6% sullo stesso periodo del 2022. La voce residuale delle altre attività manifatturiere cresce del 2%, mentre si osservano, tra i comparti principali, solamente due che si trovano in terreno negativo: si tratta della gomma-plastica (-1,7%) e della chimica (-0,5%).

Le importazioni delle imprese brianzole registrano un calo del 3,8% in rapporto allo stesso periodo del 2022, mostrando quindi una flessione per il secondo trimestre consecutivo. Tra i principali comparti si osservano performance estremamente differenziate: in positivo troviamo due comparti per i quali si osserva una crescita anche dell’export, ovvero farmaceutica (+21,5%) ed elettronica (+15%). Registrano una discreta crescita anche i flussi di merci dell’alimentare (+12,7%), dell’abbigliamento (+9,9%) e dei macchinari (+4%). In negativo si segnala il comparto di maggiori dimensioni ovvero la chimica (-2,4%) insieme a prodotti in metallo (-27%) ed apparecchi elettrici (-14,4%). Il dato complessivo del semestre vede una riduzione dei flussi di merci in arrivo dall’estero del 6,9% rispetto allo stesso periodo del 2022. Tra i comparti che hanno movimentato almeno 100 milioni di euro di merci, l’elettronica (+19,8%) e l’alimentare (+13,8%) mostrano una rilevante progressione, la chimica un incremento più contenuto. I restanti comparti registrano una riduzione dei flussi, che risulta relativamente modesta per quanto riguarda farmaceutica (-5,7%) e gomma-plastica (-3,6%), mentre arriva a superare il 20% relativamente ai prodotti in metallo (-23,3%) e ai prodotti in legno (-26,7%).

 

 

 

Aree geoeconomiche globali

Poco meno dei due terzi (65,7%) delle esportazioni delle imprese brianzole del secondo trimestre 2023 si dirige verso Paesi europei. Si tratta di oltre 2,3 miliardi di euro di merci in valori assoluti, di cui 1,8 miliardi riguarda Paesi partner UE e 565 milioni Paesi europei extra-UE; tra questi ultimi la Svizzera vale 302 milioni di euro per la Brianza, segue il Regno Unito con 108 milioni e la Turchia con 86 milioni. Verso il continente asiatico si dirigono 719 milioni di euro di merci, il 20% del totale provinciale. Tali flussi riguardano in prevalenza l’Asia Orientale (513 milioni di euro), 105 milioni di euro sono diretti in Cina e altri 263 milioni verso le quattro Tigri asiatiche (155 milioni solo per Singapore). L’export brianzolo nelle Americhe ammonta a poco più di 400 milioni di euro (l’11,2% del totale), di cui 275 milioni riguardano gli Stati Uniti. Africa e Oceania infine intercettano rispettivamente il 2,5% e lo 0,6% delle esportazioni brianzole del trimestre. Il dato complessivo dei primi sei mesi del 2023 rileva un ammontare delle esportazioni brianzole verso Paesi europei pari a 4,6 miliardi di euro (66,3% dell’export complessivo); di questi, 3,5 miliardi riguardano Paesi UE (il 50,1% del totale) e oltre 1,1 miliardi gli altri mercati, in particolare Svizzera (609 milioni) e Regno Unito (215 milioni). I flussi diretti in Asia valgono 1,3 miliardi di euro, dei quali 982 milioni indirizzati in Asia orientale e volumi molto inferiori in Medio Oriente (279 milioni) e Asia centrale (107 milioni); i singoli mercati più rilevanti sono rappresentati da Singapore (297 milioni di euro) e dalla Cina (208 milioni). Le esportazioni che interessano l’America valgono 771 milioni di euro (10,9% del totale), in modo particolare 541 milioni i soli Stati Uniti e 191 milioni i Paesi dell’area centro-meridionale del continente.

Riguardo alle merci importate dalle imprese brianzole, nel secondo trimestre 2023 il 70,7% dei flussi proviene da Paesi europei, poco meno di 2 miliardi di euro, per la gran parte costituita da importazioni da Paesi UE (1,6 miliardi). Al di fuori dell’Europa si osserva come di consueto una quota rilevante di flussi originati dall’Asia: oltre 590 milioni di euro di importazioni pari al 21,2% del totale; nel dettaglio, circa la metà di queste merci proviene dalla Cina (quasi 262 milioni di euro in valori assoluti). Il continente americano incide invece solamente per il 7,2% sulle importazioni brianzole del trimestre: in cifre si tratta di 202 milioni di euro. Tra gennaio e giugno 2023 le importazioni brianzole da Paesi europei valgono circa 4 miliardi di euro (72,4% del totale), di cui 3,3 miliardi da partner dell’Unione Europea. L’import dall’Asia ammonta a 1,1 miliardi di euro, quasi interamente relativi a Paesi dell’estremo oriente (1 miliardo), in particolare la Cina (490 milioni). L’approvvigionamento di merci dall’America nel semestre vale infine 352 milioni di euro, la gran parte dei quali (331 milioni) riguardano gli Stati Uniti.

L’osservazione della dinamica delle esportazioni brianzole per area geografica evidenzia una discreta crescita di tutte le destinazioni territoriali. L’export verso l’Europa registra un incremento dell’11,4%, con il contributo più rilevante dei mercati UE (+12,8%) rispetto agli altri Paesi (+7%); tra questi ultimi si nota una buona performance della Turchia (+34,1%), mentre si osserva un incremento di lieve entità per la Svizzera (+2,4%). L’export verso il continente americano cresce del 10,8% con un incremento del 10,3% che riguarda gli Stati Uniti, mentre la parte centro-meridionale del continente, meno rilevante per volumi, arriva fino a una crescita del 17,7%. Il contributo maggiore alla crescita arriva dai mercati asiatici, in ascesa del 21,1% rispetto al secondo trimestre del 2022: contribuiscono alla crescita tutte le macro-aree del continente, in termini percentuali si segnalano forti incrementi per il Medio Oriente (+31,1%) e i Paesi dell’Asia centrale (+33,2%) mentre in termini di volumi di merci è più rilevante la crescita dell’Asia orientale (+17,4%); tra questi Paesi si osserva una dinamica quasi nulla della Cina (+0,1%), contrapposta a forti aumenti dei flussi diretti verso Singapore (+80,8%), Taiwan (+45,2%) e Giappone (+39,3%).

Se ci spostiamo a considerare la dinamica annua del primo semestre, si mantiene il dato particolarmente positivo del continente asiatico, in crescita del 18%; tale incremento beneficia di una buona performance dell’India (+46,6%) ma soprattutto di alcuni Paesi dell’estremo oriente come Singapore (+83,9%) e Taiwan (+33,3%). Una discreta crescita si osserva anche nei confronti del continente americano, pari al 16,6%, con una dinamica estremamente positiva per entrambe le aree del continente. La crescita dei mercati europei si ferma al 7,8%: nel dettaglio, cresce del 6,3% l’export brianzolo verso i partner UE mentre una crescita maggiore riguarda i restanti mercati (+12,7%).

La dinamica negativa dell’import delle imprese brianzole nel trimestre risente di una flessione degli approvvigionamenti di merci sia dall’Europa (-6,7%) che dall’Asia (-1,4%), mentre dal continente americano – molto meno rilevante per valori assoluti – si registra un boom del 32,7%. I flussi dall’Europa mostrano una flessione simile in termini percentuali per i mercati dell’Unione Europea (-6,8%) e i restanti Paesi (-6,3%). Il dato negativo dell’Asia risente del calo dell’India (-32,1%), della Cina (-17,9%) e di Taiwan (-24,8%), mentre in direzione opposta aumentano i flussi da Singapore (più che raddoppiati, +118,7%) e Giappone (+60,1%).

I trend del semestre sono vicini a quelli dell’ultimo trimestre: le importazioni brianzole sono in calo dall’Europa (-7,6%) e dall’Asia (-10,5%), mentre crescono dall’America (+22,7%). Nel continente europeo i Paesi UE registrano una riduzione dei flussi (-7,9%) maggiore rispetto ai mercati non UE (-5,9%). Nei confronti dell’Asia le imprese brianzole hanno invece ridotto l’import da parte dell’India (-37,2%) ma soprattutto dai mercati dell’estremo oriente (-9,1%), su cui incide una importante riduzione delle merci arrivate dalla Cina (-28,1%); in controtendenza la crescita dei flussi provenienti dalle quattro Tigri (+17,1%), in particolare Singapore.

 

 

Dettaglio europeo

Germania e Francia si confermano le più importanti destinazioni dell’export della Brianza all’interno dell’Unione Europea nel secondo trimestre 2023, con volumi di flussi pari a poco meno di 400 milioni nel primo caso e poco oltre 300 milioni nel secondo. I Paesi Bassi valgono 256 milioni di euro, quindi troviamo la Spagna a quota 152 milioni. Sopra i 100 milioni di euro esportati in tre mesi si colloca anche la Polonia (107 milioni), seguita da Irlanda (82 milioni) e Austria (65 milioni). Se osserviamo i flussi complessivi del semestre, la graduatoria risulta del tutto identica nelle prime posizioni: il principale partner monzese in UE è la Germania (841 milioni), seguita a distanza dalla Francia (604 milioni). Molto rilevanti anche i flussi di merci diretti nei Paesi Bassi (452 milioni), in Spagna (295 milioni) e in Polonia (214 milioni). Tra i 100 e i 200 milioni si posizionano Belgio (148 milioni), Austria (123 milioni) e Irlanda (102 milioni).

Dal lato dell’import la Germania rimane il partner europeo più importante della Brianza: nel trimestre in esame i flussi di merci in arrivo ammontano a 505 milioni di euro, oltre il 30% del valore dell’import UE complessivo. Un volume di merci paragonabile viene movimentato dai due Paesi successivi della graduatoria, i Paesi Bassi con 291 milioni di euro e la Francia con 217 milioni. Da Belgio e Spagna provengono infine 114 milioni e 112 milioni di euro di merci dirette in Brianza. Tra gennaio e giugno 2023 le importazioni dalla Germania superano di poco il miliardo di euro, contro 593 milioni di euro di merci importate dai Paesi Bassi e 433 milioni dalla Francia. Superano i 200 milioni di euro anche i flussi che riguardano Belgio (269 milioni) e Spagna (232 milioni).

Nonostante la crescita complessiva dell’export verso i Paesi UE, nel trimestre si osservano diversi mercati in calo. Il principale è proprio il più importante, cioè la Germania, che registra una flessione del 4,1% su base annua, a cui si aggiungono Polonia (-7,7%) e Belgio (-17,9%). Per contro si osserva una discreta crescita che riguarda Francia (+4,6%) e Spagna (+5,2%). In termini percentuali si segnalano flussi quasi raddoppiati verso i Paesi Bassi (+93,1%) e ancora di più verso l’Irlanda, passata da meno di 10 a oltre 80 milioni di euro. Il dato del semestre conferma la performance particolarmente negativa del mercato tedesco, calato rispetto al 2022 del 16,3%. Esclusa la Germania, tutti i mercati più importanti sono cresciuti, con incrementi relativamente contenuti per Polonia (+0,9%), Spagna (+3,1%) e Belgio (+3,8%); la forte crescita dell’ultimo trimestre si traduce in incrementi di notevole entità per quanto riguarda Paesi Bassi (+67%) e Irlanda (+291,5%).

L’import brianzolo risulta in calo su base annua nei confronti della maggior parte dei principali mercati di approvvigionamento dell’Unione Europea. In particolare, si osservano riduzioni dei flussi superiori al 10% per gli approvvigionamenti di merci da Germania (-11,6%), Francia (-22,3%) e Belgio (-19,1%). Le poche eccezioni in positivo sono costituite dai Paesi Bassi (+28,2%), secondo Paese per volumi di scambio, oltre che, su quantità molto più ridotte, da Danimarca (+179,4%) e Irlanda (+42,4%). Riguardo al dato cumulato dei primi sei mesi dell’anno si mantiene la flessione che caratterizza il mercato tedesco (-8,2%) e una buona parte degli altri mercati di approvvigionamento della Brianza in Europa, quali Francia (-28,1%) e Belgio (-13,7%). Tra i mercati più rilevanti per volumi di merci importate sono invece cresciuti solamente i flussi che riguardano Paesi Bassi (+6,9%) e Svezia (+9,8%).

 

 

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Trimestre
Secondo
Anno
2023
Indice della produzione industriale

L’artigianato manifatturiero brianzolo nel secondo trimestre del 2023 mostra un sensibile rallentamento della dinamica di crescita, in linea con quanto si può osservare a livello regionale. Il dato della produzione registra ancora valori positivi, mentre fatturato e ordini segnano una leggera flessione congiunturale e al contempo le aspettative sul futuro rilevano un diffuso pessimismo. Su base annua la produzione cresce del 3,2%, un valore ancora positivo, ma in rallentamento rispetto ai trimestri precedenti. Il grafico permette di apprezzare il trend della produzione dell’artigianato brianzolo su un periodo più lungo, nel quale si osserva una lieve crescita nel 2019, il forte crollo nella prima metà del 2020 e la successiva risalita, che si è quasi arrestata proprio nel trimestre in esame. Il numero indice della produzione (espresso con base 2010 pari a 100) raggiunge nel trimestre quota 112,9 toccando quindi un nuovo massimo nella serie storica recente (nel secondo trimestre 2020 il minimo era stato di 81,2).

 

 
Analisi congiunturale

La dinamica congiunturale dell’artigianato rileva una piccola crescita per la produzione e un calo degli altri due indicatori, in maniera del tutto analoga a quanto avviene per l’artigianato regionale. L’incremento congiunturale della produzione in provincia si ferma allo 0,2% (dato destagionalizzato), mentre a livello lombardo risulta una variazione sostanzialmente nulla. La dinamica di fatturato e ordini registra una flessione sia a livello locale che regionale. Il fatturato si mostra in calo congiunturale dello 0,2% a Monza e dello 0,1% in Lombardia. La dinamica degli ordini risulta ancora peggiore, registrando una flessione rispetto al trimestre precedente dello 0,4% per la Brianza e dello 0,6% per la Lombardia. L’incidenza dei mercati esteri sul fatturato dell’artigianato manifatturiero brianzolo nel secondo trimestre 2023 è pari al 7,2%, superiore di mezzo punto percentuale al dato lombardo (6,7%).

Si osservano invece segnali positivi sul fronte dei prezzi; rallenta infatti la crescita di quelli delle materie prime, anche se in misura meno evidente di quanto registrato nello stesso periodo per l’industria: l’incremento congiunturale è infatti del 4,9% (in Lombardia del 4,7%), quasi 2 punti percentuali in meno rispetto alla rilevazione dello scorso trimestre. Per i prezzi dei prodotti finiti si osserva un analogo rallentamento: crescono infatti in tre mesi del 3% in provincia e del 3,1% in regione.

 

Analisi tendenziale

La dinamica tendenziale mostra ancora valori estremamente positivi per l’artigianato brianzolo, migliori nel complesso di quelli registrati a livello regionale. Si tratta di un quadro ancora abbastanza rassicurante, dal momento che il secondo trimestre 2022 con cui ci stiamo confrontando risultava avere già ampiamente recuperato i livelli produttivi precedenti la pandemia.

L’incremento annuo della produzione dell’artigianato manifatturiero brianzolo si attesta al 3,2%; nel complesso della Lombardia si osserva invece una crescita più contenuta, ferma all’1,1%. Il fatturato e gli ordini registrano una dinamica piuttosto simile per la Brianza, crescendo rispettivamente del 2,2% e del 2,3% sul secondo trimestre 2022. La dinamica di entrambi gli indicatori è peggiore a livello regionale: il fatturato cresce dell’1,1%, in linea con il dato della produzione, mentre per gli ordini si osserva un calo (-0,2%).

 

Previsioni per il terzo trimestre 2023

Le aspettative degli artigiani brianzoli per l’immediato futuro registrano un marcato peggioramento del clima di fiducia rispetto ai giudizi espressi negli scorsi trimestri, nei quali peraltro si osservava già una prevalenza di opinioni critiche rispetto all’andamento di produzione e ordini.

Per quanto riguarda le aspettative sulla produzione si osserva infatti un saldo tra giudizi di crescita e di riduzione pesantemente negativo, pari a -27,3 punti percentuali. Solamente il 7,3% degli operatori intervistati si aspetta una crescita della produzione, contro più di un terzo che indica un calo. Le opinioni sulla domanda interna mostrano una distribuzione simile, solamente il 5,6% degli intervistati si aspetta un aumento degli ordini, contro il 38% che prevede un calo; il saldo tra ottimisti e pessimisti risulta quindi in netto peggioramento come osservato per la produzione. Le aspettative sull’occupazione restituiscono come di consueto un quadro di marcata stabilità: l’86,2% non attende variazioni, tra i rimanenti si osserva però una prevalenza dei pessimisti (9,2%) sugli ottimisti (4,6%).

 

 
MI
MB
LO
Trimestre
Secondo
Anno
2023
Indice della produzione industriale

Nel primo trimestre del 2023 l’industria manifatturiera brianzola mette in evidenza una crescita congiunturale rilevante, in contrasto con fenomeni di rallentamento che riguardano il complesso dell’industria manifatturiera lombarda. Si osserva anche in questo trimestre una dinamica positiva per tutti gli indicatori rilevati sia rispetto allo scorso trimestre che a un anno fa. Continua a rallentare la crescita dei prezzi delle materie e dei prodotti finiti, la variazione congiunturale risulta ormai in linea con la serie storica precedente il 2021. Le aspettative degli imprenditori si mostrano però pessimiste, indicando in particolare una leggera prevalenza di giudizi negativi per l’andamento della produzione. Nel primo grafico si osserva una crescita tendenziale della produzione industriale brianzola pari al 2,3%, piuttosto in linea con i dati rilevati negli ultimi due trimestri. Il numero indice (calcolato ponendo pari a 100 il 2010 come anno di riferimento) arriva a toccare un nuovo massimo nella serie storica recente, approdando a quota 123,8; il dato lombardo si colloca poco al di sopra, a quota 125,1.

 

 
Analisi congiunturale

A livello congiunturale, quindi rispetto al primo trimestre del 2023, l’industria manifatturiera brianzola evidenzia una crescita discreta dei principali indicatori, in contrasto con lo scenario regionale che registra un quadro più critico.

La produzione industriale in Brianza aumenta su base congiunturale dell’1,1% (dato destagionalizzato), mentre in regione l’incremento trimestrale si ferma allo 0,3%. La dinamica del fatturato risulta in questo trimestre inferiore a quella della produzione sia in provincia che in regione; mentre in Brianza si registra comunque una crescita dello 0,6%, a livello lombardo il fatturato dell’industria è in diminuzione dello 0,3%. La quota di fatturato realizzata all’estero presenta un calo particolarmente accentuato a Monza, dove si attesta al 35,2% (dal 39,5% di tre mesi fa), mentre in Lombardia raggiunge il 38,5%.

Mostrano una buona dinamica anche gli ordini acquisiti nel trimestre dalle imprese manifatturiere brianzole. Aumentano soprattutto gli ordini esteri (+1,8%), più contenuta invece (+0,6%) la crescita degli ordini provenienti dall’Italia. In Lombardia si osserva al contrario una variazione nulla delle commesse provenienti dall’estero e un leggero calo degli ordini dall’Italia (-0,2%).

La crescita dei prezzi rallenta ulteriormente rispetto a quanto osservato negli ultimi trimestri. I prezzi delle materie prime registrano un incremento congiunturale segnalato dalle imprese manifatturiere brianzole dell’1,6%, in linea ormai con i livelli di inflazione precedenti il 2021; anche in regione si osserva il medesimo rallentamento, che porta l'aumento dei prezzi delle materie prime all’1,4%. La dinamica di crescita dei prodotti finiti mostra un analogo rallentamento, registrando un incremento dello 0,7%.

 

Analisi tendenziale

A livello tendenziale, confrontandoci quindi con il secondo trimestre del 2022, la Brianza conserva una buona dinamica di crescita che non ritroviamo in Lombardia, dove riscontriamo un deciso rallentamento. Il fatturato in particolare segna ancora un incremento annuo importante, mentre stentano a crescere gli ordini interni.

La produzione industriale in Brianza aumenta in un anno del 2,3%, in rallentamento rispetto alla performance dello scorso trimestre, ma molto meglio del dato regionale fermo allo 0,5%.

La crescita del fatturato registra ancora una dinamica migliore della produzione per entrambi i livelli territoriali, per effetto dell’aumento dei prezzi. L’incremento annuo complessivo dei ricavi del manifatturiero è del 4,8% in Brianza e dell’1,9% in Lombardia. Per entrambi i livelli territoriali sono i mercati esteri a fornire il maggiore contributo alla crescita; a Monza si osserva una variazione positiva del 5,8% per le vendite realizzate all’estero, contro il 4,3% in Italia; per l’industria lombarda il gap è ancora più ampio: tra il 3,9% della crescita del fatturato estero e lo 0,6% di quello interno.

L’indicatore degli ordini mostra una dinamica piuttosto positiva in Brianza, con una crescita annua delle commesse ricevute dalle imprese manifatturiere dell’1,9% rispetto a uno 0,8% in Lombardia. Particolarmente incoraggiante il dato delle commesse dall’estero, cresciute del 4,3% rispetto allo stesso periodo del 2022, mentre gli ordini interni registrano un incremento limitato allo 0,5%. Anche in Lombardia la crescita degli ordinativi esteri supera quelli interni, ma la dinamica è inferiore al dato brianzolo per entrambi (rispettivamente 2% e 0%).

 

Mercato del lavoro

Gli indicatori dell’indagine congiunturale relativi al mercato del lavoro delle imprese manifatturiere brianzole si discostano poco dalle ultime rilevazioni, mostrando un ricorso limitato alla cassa integrazione e un saldo positivo tra  entrate e uscite di addetti, pari allo 0,5%; un dato inferiore a quello riscontrato nel secondo trimestre del 2022 (1%) per effetto di una riduzione del tasso di ingresso, passato dal 3,3% al 2,8%. La quota di imprese che dichiara di avere fatto ricorso alla CIG si attesta al 5,8% in discesa rispetto allo scorso trimestre, mentre aumenta dallo 0,4% allo 0,8% l’incidenza della CIG sul monte ore lavorate, valori che risultano in linea con le medie degli anni pre-Covid.

 

 
Previsioni per il terzo trimestre 2023

Le aspettative degli imprenditori brianzoli rappresentano la nota stonata di questa congiuntura, evidenziando una prospettiva di peggioramento dello scenario nell’immediato futuro. Il saldo tra giudizi di crescita e di diminuzione peggiora per tutti e quattro gli indicatori rilevati, arrivando in terreno negativo per quanto riguarda produzione e domanda interna.

Per la prima volta da fine 2020, i giudizi sulla produzione industriale registrano una prevalenza degli operatori che si aspettano un calo (27,5%), rispetto a quelli che indicano più probabile una crescita (23,9%); solo lo scorso trimestre i giudizi pessimisti sulla produzione erano meno del 10%. Anche per l’occupazione si osserva un peggioramento delle aspettative, ma rimane comunque positiva la differenza tra il 13,8% di aspettative di crescita e l’8% di indicazioni di calo.

Le aspettative sulla domanda degli imprenditori brianzoli riflettono la differente dinamica congiunturale tra i mercati esteri e il mercato nazionale. Per la domanda interna si osserva infatti un saldo tra ottimisti e pessimisti in terreno decisamente negativo (-9,5 punti percentuali), la domanda estera registra invece un perfetto pareggio; per entrambi gli indicatori si segnala un sensibile peggioramento rispetto ai giudizi espressi lo scorso trimestre.

 

 

 

I dati dell'indagine congiunturale, rivolta a un campione di imprese con 10 o più addetti, sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons.

MI
MB
LO
Trimestre
Primo
Anno
2023
Settori

In termini settoriali le esportazioni della provincia di Monza Brianza del primo trimestre 2023 vedono in prima posizione il comparto dei prodotti in metallo con un ammontare di 646 milioni di euro di merci esportate, seguito dai macchinari e dalla chimica, entrambi poco al di sotto dei 480 milioni; tre comparti che raggiungono il 46,5% del totale dell’export provinciale. La farmaceutica vale poco più di 400 milioni di euro di export, seguita dall’elettronica a quota 370 milioni, entrambi con una quota superiore al 10%. Più distanti troviamo la voce residuale delle altre attività manifatturiere pari a 291 milioni di euro (per cui il settore dei mobili da solo vale 261 milioni). Anche il comparto della gomma-plastica supera la soglia dei 200 milioni di euro (236 milioni nel dettaglio); valgono infine più di 100 milioni di euro i comparti degli apparecchi elettrici (146 milioni) e dell’abbigliamento (143 milioni).

Considerando invece la composizione settoriale dell’import delle imprese brianzole nel primo trimestre del 2023, il principale comparto è costituito dai prodotti dell’industria chimica che vale in tre mesi 486 milioni di euro (17,5% del totale). Superano la soglia del 10% dell’import provinciale anche altri tre comparti merceologici: in ordine decrescente si tratta dei prodotti in metallo, per un valore di poco più di 410 milioni di euro, dei macchinari (347 milioni) e dell’elettronica (345 milioni). Si ferma al 9,9% il comparto della farmaceutica, che vale circa 276 milioni di euro di merci importate. Altri cinque comparti si collocano tra i cento e i duecento milioni di euro di import: si tratta in particolare, in ordine decrescente, degli apparecchi elettrici, della gomma-plastica, dell’abbigliamento, della voce residuale delle altre attività manifatturiere e infine dell’alimentare.

L’osservazione della dinamica indica un ridimensionarsi della crescita annua dei flussi di export rispetto ai trimestri recenti e un dato annuo negativo per quanto riguarda l’import. Si tratta come di consueto di dati espressi in euro correnti, per cui è necessario quindi considerare l’incidenza, ancora significativa, dell’inflazione. La crescita complessiva dell’export brianzolo rispetto al primo trimestre del 2022 risulta dell’8,7%, piuttosto ridimensionata a confronto con i dati degli ultimi periodi. La maggior parte dei comparti manifatturieri evidenza una crescita annua dei flussi che in alcuni casi supera il 20%: in particolare, si segnalano l’elettronica (+25,4%), gli apparecchi elettrici (+24,8%) e i macchinari (+24,6%).  Una crescita relativamente più contenuta riguarda invece i prodotti in metallo (+12,9%); al di sotto del 10% gli incrementi che interessano l’abbigliamento (7,5%), le altre attività manifatturiere (7,3%) e la gomma-plastica (3,2%). Tra i comparti con volumi di scambi superiori ai 100 milioni, due risultano in calo su base annua: si tratta della chimica (-1,3%) e della farmaceutica (-6,8%).

La dinamica dell’import brianzolo del trimestre segna l’interruzione di un lungo periodo di crescita, indicando una riduzione annua del 10%. Alcuni settori mantengono una dinamica di crescita: in particolare si segnala un forte incremento relativo alle importazioni di prodotti dell’elettronica (+24,4%) e una variazione positiva anche per alimentare (+15%) e chimica (+3,6%). All’opposto, le riduzioni più significative delle importazioni brianzole riguardano la farmaceutica (-25,9%), i macchinari (-24,9%), i prodotti in metallo (-19,4%) e gli apparecchi elettrici (-17,6%). Negativo anche il bilancio per quanto riguarda abbigliamento (-7,9%), gomma-plastica (-4,8%) e la categoria residuale delle altre attività manifatturiere (-9,3%).

 

 

 

Aree geoeconomiche globali

Poco più dei due terzi delle esportazioni della Brianza nel primo trimestre 2023 si dirige verso Paesi europei (66,9%). In cifre si tratta di 2,3 miliardi di euro di merci esportate, delle quali 1,7 miliardi sono indirizzati a Paesi facenti parte dell’Unione Europea e poco meno di 580 milioni invece riguardano gli altri mercati, principalmente Svizzera (307 milioni) e Regno Unito (107 milioni). Il continente asiatico intercetta flussi di merci per 650 milioni di euro, pari al 18,8% del totale provinciale. I mercati principali si trovano in estremo oriente: l’Asia Orientale rileva infatti per 469 milioni di euro (13,6%), la Cina vale 102 milioni di euro e Singapore 141 milioni. Le esportazioni brianzole nelle Americhe valgono poco meno di 370 milioni di euro (10,7%), la gran parte dei quali (266 milioni) interessano gli Stati Uniti. Infine verso Africa e Oceania sono diretti rispettivamente 104 e 20 milioni di euro di merci provenienti dalla Brianza.

Le merci importate da Paesi europei dalle imprese della Brianza nel primo trimestre 2023 ammontano a poco più di 2 miliardi di euro (il 74,2% dell’import complessivo), in gran parte provenienti da mercati UE (1,7 miliardi). Fuori dall’Europa si conferma la rilevanza dei mercati asiatici, da cui provengono nel trimestre 541 milioni di euro di merci, ovvero il 19,5% dell’import provinciale complessivo. La gran parte di questi flussi (oltre 490 milioni) interessa l’estremo oriente, specialmente la Cina da cui provengono 227 milioni di euro di merci (8,2%), oltre a 136 milioni provenienti dalle “quattro tigri” asiatiche. Le importazioni dal continente americano valgono infine 148 milioni di euro (il 5,3% del totale), quasi interamente relative agli Stati Uniti (137 milioni).

La crescita dell’export rispetto al primo trimestre 2022 vede un forte rallentamento della dinamica europea, con una crescita limitata al 4,4%, mentre crescono a un ritmo molto superiore le esportazioni dirette verso l’Asia (+14,7%) e le Americhe (+23,8%). Valgono ovviamente le stesse avvertenze fatte per la dinamica settoriale, trattandosi di variazioni dei flussi espressi in valore che risentono della dinamica dei prezzi. All’interno del continente europeo, la dinamica delle esportazioni brianzole verso i Paesi della UE registra una variazione annua minima (+0,4%), mentre si osserva un significativo incremento verso gli altri mercati (+18,9%), tra i quali in termini percentuali spicca il dato della Turchia (+47,1%). In Asia si osserva un incremento di forte entità che caratterizza l’India (+78,5%), ancora poco rilevante però per valori (1,1% del totale). I Paesi dell’Asia Orientale crescono del 15,7% nonostante un contributo minimo del mercato cinese (+0,5%) e una discreta riduzione del Giappone (-16,1%); il maggiore contributo alla crescita proviene dalle “quattro tigri” (+45,5%), in particolare da Singapore (+87,4%), mentre risulta in leggero calo la Corea del Sud (-0,5%). In America si registra un discreto incremento delle esportazioni sia tra i Paesi della parte settentrionale del continente (+25,6%) sia per quelli centro-meridionali (+18%).

Per quanto riguarda l’import, come osservato la variazione annua dei flussi in valore è negativa (-10%), nonostante il perdurare dei fenomeni inflattivi. Contribuiscono maggiormente al calo le importazioni dall’Asia, che si riducono del 19,1%, mentre quelle dall’Europa segnano una flessione dell’8,4%; in controtendenza si osserva invece un aumento verso l’America (+10,2%). In Europa spicca una riduzione di simile entità per quanto riguarda sia i Paesi facenti parte dell’Unione Europea, con un calo dell’import brianzolo dell’8,9%, sia i mercati non UE, per i quali la riduzione dei flussi risulta del 6%; tra questi ultimi si segnala l’eccezione in positivo della Svizzera, che risulta in significativa crescita (+7,3%). In Asia si osserva invece un forte calo delle merci provenienti da Cina (-37,5%) e India (-42,7%), ma per alcuni mercati si registra una crescita (Singapore in particolare).

 

 

Dettaglio europeo

La Germania mantiene nel primo trimestre 2023 il ruolo di primo partner commerciale della UE per l’export brianzolo, con ben 444 milioni di euro. In seconda posizione la Francia, poco sopra i 300 milioni, seguita a distanza da Paesi Bassi (196 milioni), Spagna (143 milioni) e Polonia (107 milioni). Questo gruppo di cinque Paesi vale poco più di un terzo dell’export provinciale complessivo e i due terzi di quello diretto in UE.

La Germania occupa la prima posizione anche nella graduatoria dei Paesi europei da cui la Brianza importa maggiormente: si tratta di ben 526 milioni di euro nel trimestre in esame, pari al 19% dell’import provinciale complessivo. Dai Paesi Bassi arrivano merci per 302 milioni di euro, dalla Francia per 216 milioni, mentre seguono a distanza Belgio (155 milioni) e Spagna (119 milioni); nessun altro Paese supera la quota di 100 milioni.

La dinamica delle esportazioni brianzole verso i mercati UE, come abbiamo visto, è in terreno leggermente positivo (+0,4%), risultato dell’aggregazione di performance molto diverse tra loro dei vari mercati. Gran parte dei principali partner della Brianza risulta infatti in crescita, ma il dato negativo più rilevante è rappresentato proprio dal Paese più importante, cioè la Germania (-24,8%). Crescono invece i flussi che riguardano Paesi Bassi (+41,9%) e Belgio (+23,6%) e in misura minore Polonia (+11,2%) e Francia (+10%); meno brillante il dato della Spagna (+0,9%). In negativo, oltre alla Germania, troviamo alcuni mercati di dimensioni relativamente ridotte (Svezia, Slovenia, Slovacchia e Malta).

Le importazioni della Brianza registrano un calo nei confronti dei primi cinque mercati UE di approvvigionamento: in termini percentuali il dato peggiore riguarda la Francia, con una flessione di circa un terzo (-33,1%), mentre rimangono contenute entro il 10% le perdite che interessano i flussi provenienti da Germania (-4,6%), Paesi Bassi (-7,9%), Belgio (-9,3%) e Spagna (-5,2%). Tra i pochi mercati in crescita il principale è la Svezia (+36,1%); in termini percentuali si segnalano anche gli incrementi di Irlanda (+43,2%) e Danimarca (+27,5%).

 

 

MI
MB
LO
Trimestre
Primo
Anno
2023
Indice della produzione industriale

L’artigianato manifatturiero brianzolo nel primo trimestre del 2023 prosegue su un sentiero di crescita in linea con la performance del 2022, registrando dati migliori rispetto a quelli osservati a livello di media regionale. Si evidenziano segnali positivi sul fronte della crescita dei prezzi e si osserva al contempo un miglioramento delle aspettative, per quanto prevalgano ancora leggermente i giudizi pessimisti. Su base tendenziale la produzione cresce del 6,7%, dato di poco inferiore a quello rilevato negli scorsi trimestri. Il grafico permette di apprezzare il trend della produzione dell’artigianato brianzolo su un periodo più lungo, nel quale si osservano – nell’ordine – una lieve crescita nel 2019, il forte crollo nella prima metà del 2020 e la successiva risalita che continua tuttora, dopo avere superato già a fine 2021 i livelli produttivi precedenti la pandemia. Il numero indice della produzione (espresso con base 2010 pari a 100) raggiunge nel trimestre quota 113,1, toccando quindi un nuovo massimo nella serie storica recente (nel secondo trimestre 2020 il minimo era stato di 81,2).

 

 
Analisi congiunturale

La dinamica congiunturale dell’artigianato brianzolo registra una crescita robusta, migliore di quanto osservato a livello regionale per tutti gli indicatori rilevati. La crescita congiunturale della produzione è pari all’1,1% (dato destagionalizzato), mentre a livello lombardo si ferma allo 0,6%. La dinamica del fatturato risulta superiore a quella della produzione sia in provincia che in regione. In Brianza l’incremento congiunturale del fatturato nel trimestre è dell’1,7%, in regione risulta invece dello 0,9%. Gli ordini presentano la crescita più robusta in provincia arrivando all’1,9%, mentre il dato regionale si ferma allo 0,7%. L’incidenza dei mercati esteri sul fatturato dell’artigianato manifatturiero brianzolo nel primo trimestre 2023 è pari al 7,4% (in risalita dal 5,3% di tre mesi fa), in Lombardia si attesta invece al 6,8%.

La tensione sui prezzi delle materie registra un deciso rallentamento, come si osserva anche nella rilevazione sull’industria, per quanto il fenomeno non sia ancora completamente rientrato. In Brianza si evidenzia un incremento congiunturale dei prezzi delle materie prime del 6,6% (lo scorso trimestre superava ancora il 10%), in linea con quanto mostrato in Lombardia (6,8%). Anche per i prezzi dei prodotti finiti si osserva un rallentamento: crescono in Brianza del 4,4% (in Lombardia del 4,6%).

 

Analisi tendenziale

La dinamica tendenziale conferma la fase espansiva dell’artigianato manifatturiero brianzolo, anche a confronto con i dati regionali. Prosegue infatti la crescita sostenuta di tutti gli indicatori rilevati, un dato particolarmente positivo considerando che il primo trimestre 2022 con cui ci stiamo confrontando aveva già ampiamente recuperato i livelli produttivi precedenti la pandemia.

La produzione dell’artigianato manifatturiero brianzolo cresce in un anno del 6,7%; anche a livello regionale la variazione è positiva per quanto limitata al 4,1%. La crescita di fatturato e ordini dell’artigianato monzese risulta molto vicina a quella della produzione, nel dettaglio le vendite crescono del 6,9% e le commesse acquisite del 7,1%. La dinamica di entrambi gli indicatori è peggiore a livello regionale: si osserva infatti una crescita del 5,3% del fatturato e solamente del 2,7% degli ordini.

 

Previsioni per il secondo trimestre 2023

Le aspettative espresse dagli artigiani brianzoli per l’immediato futuro risultano in miglioramento rispetto ai giudizi espressi tre mesi fa; tuttavia, due indicatori su tre registrano ancora una prevalenza di opinioni pessimiste, nonostante i dati di crescita complessiva del trimestre in esame.

Pur considerando la crescita della produzione, infatti, il saldo tra giudizi di aumento e riduzione per il prossimo trimestre mostra una differenza negativa di 3,9 punti percentuali, sebbene miglioramento costante da qualche trimestre. Solamente il 17,6% degli operatori intervistati si aspetta una crescita della produzione. Le opinioni sulla domanda interna sono decisamente più pessimiste, i giudizi di aumento riguardano il 13,7% degli operatori e quelli di diminuzione il 25,5%; il saldo tra ottimisti e pessimisti rimane quindi pesantemente negativo, con un leggero miglioramento rispetto a tre mesi fa. Le aspettative sull’occupazione restituiscono come di consueto un quadro di marcata stabilità: l’88,2% non si aspetta variazioni e tra i rimanenti prevalgono i giudizi di aumento (6,9%) su quelli di diminuzione (4,9%).

 

 
MI
MB
LO
Trimestre
Primo
Anno
2023
Indice della produzione industriale

Nel primo trimestre del 2023 l’industria manifatturiera brianzola continua a seguire un percorso di crescita in linea con il trimestre precedente, mentre in regione si osserva un marcato rallentamento. La dinamica è ancora estremamente positiva per tutti gli indicatori rilevati non solo rispetto allo scorso trimestre, ma anche a un anno fa, a eccezione di una flessione degli ordini interni, compensati comunque dalla componente estera. Continua allo stesso tempo a rallentare la crescita dei prezzi delle materie prime sia a livello regionale sia provinciale. Le aspettative si mantengono nel complesso positive, mostrando un generale miglioramento rispetto alle opinioni espresse tre mesi fa. Nel primo grafico si osserva il permanere di una discreta crescita tendenziale della produzione industriale brianzola (3,3%), dato che migliora quello del trimestre scorso (2,8%). Il numero indice (calcolato ponendo pari a 100 il 2010 come anno di riferimento) tocca un nuovo massimo nella serie storica recente, arrivando a quota 122,7; il dato lombardo si colloca poco al di sopra, a quota 124,8.

 

 
Analisi congiunturale

A livello congiunturale, quindi rispetto al quarto trimestre 2022, l’industria manifatturiera brianzola evidenzia una crescita discreta dei principali indicatori e in particolare della produzione, mentre a livello regionale si osserva una sostanziale stabilità.

La produzione industriale in Brianza cresce dello 0,9% (dato destagionalizzato) su base congiunturale, contro una variazione pressoché nulla in regione. Il dato del fatturato registra anche in questo trimestre una crescita superiore a quella della produzione, anche per effetto degli incrementi dei prezzi, pari al 2% in Brianza e all’1,8% in Lombardia. La quota di fatturato realizzata all’estero si mantiene sui livelli consueti, poco inferiori al 40%; in particolare si colloca al 39,5% in provincia e al 39,3% in regione.

L’indicatore degli ordini è l’unico dal quale emergono alcuni segnali di criticità; si osserva infatti un sensibile calo congiunturale degli ordini provenienti dall’Italia (-1,3%), mentre per contro crescono le commesse provenienti dall’estero (2,1%), una dinamica opposta a quella registrata nell’ultimo trimestre 2022. In Lombardia la dinamica degli ordini è piuttosto contenuta, ma si mantiene positiva sia per gli ordini interni (+0,3%) sia per quelli esteri (+0,8%).

La crescita dei prezzi rallenta ulteriormente rispetto a quanto osservato negli ultimi trimestri. Per i prezzi delle materie prime la crescita congiunturale rilevata dalle imprese manifatturiere brianzole è stata del 2,4%, dopo essere stata superiore al 10% solo due trimestri prima; lo stesso fenomeno si verifica a livello regionale, dove la crescita dei prezzi delle materie prime è del 3,3%. Rallenta anche la dinamica di crescita dei prodotti finiti, che in questo trimestre si attesta al 3,2% in Brianza.

 

Analisi tendenziale

A livello tendenziale, quindi a confronto con il primo trimestre del 2022, si registra una crescita ancora piuttosto robusta per tuti gli indicatori sia a livello provinciale sia regionale, a eccezione di una flessione che riguarda la dinamica degli ordini interni. Si conferma in particolare un’importante crescita annua del fatturato, sulla quale influisce naturalmente ancora la dinamica dei prezzi.

La produzione industriale in Brianza cresce in un anno del 3,3%, meglio del dato regionale (2,5%) e di quello registrato lo scorso trimestre.

Come accennato, la crescita del fatturato risulta migliore della produzione di alcuni punti percentuali per entrambi i livelli territoriali. L’incremento annuo complessivo dei ricavi del manifatturiero è quasi identico in Brianza (7,8%) e in Lombardia (7,7%) e anche la scomposizione tra componente esterna e interna risulta molto simile. La crescita si deve soprattutto ai mercati esteri che registrano un incremento del 9,3% a Monza e dell’8,9% in Lombardia, le vendite sul mercato nazionale crescono invece rispettivamente del 6,8% e del 6,9%.

L’indicatore degli ordini mostra una dinamica meno brillante pur restando positiva, sia in provincia che in regione. In Brianza la crescita annua delle commesse ricevute dalle imprese manifatturiere è del 2% rispetto a un 2,8% in Lombardia. Le prospettive migliori arrivano dai mercati esteri, per i quali si registra una crescita del 6,5% in provincia e del 5,5% in regione; più critica la dinamica degli ordini interni per i quali si osserva un calo a Monza (-0,9%) e una piccola crescita in Lombardia (1,1%).

 

Mercato del lavoro

Gli indicatori dell’indagine congiunturale relativi al mercato del lavoro delle imprese manifatturiere brianzole risultano particolarmente positivi per quanto riguarda la variazione dell’occupazione. Si osserva infatti un saldo positivo dell’1,2% tra entrate e uscite di addetti nel trimestre: un dato decisamente migliore di quello riscontrato nel primo trimestre del 2022 (0,1%) e del 2021 (0,6%), grazie a un tasso di ingresso del 3,4%, il dato più alto rilevato in un singolo trimestre negli ultimi anni. La quota di imprese che dichiara di avere fatto ricorso alla CIG continua a crescere leggermente arrivando al 6,6% nel trimestre in esame rispetto al 3,8% di un anno fa e al 5,6% dello scorso trimestre, arrivando quindi a superare, seppur di poco, la quota media di ricorso alla CIG rilevata tra 2017 e 2019. L’incidenza della CIG sul monte ore complessivo delle imprese nel trimestre rimane però estremamente contenuta, pari allo 0,4%, in linea con la scorsa rilevazione.

 

 
Previsioni per il secondo trimestre 2023

Le aspettative degli imprenditori brianzoli per il prossimo trimestre risultano complessivamente ottimiste e in miglioramento rispetto al precedente. Migliorano in particolare i giudizi riguardo a produzione, occupazione e domanda estera; sono invece in prevalenza negative le aspettative sulla domanda interna, riflettendo il dato negativo rilevato per gli ordini interni nel trimestre.

I giudizi sulla produzione industriale registrano solamente un 9,6% di operatori che si aspetta un calo, opposto al 25,7% che indica una prospettiva di crescita, con un deciso miglioramento del saldo tra ottimisti e pessimisti rispetto ai trimestri recenti. Anche per l’occupazione si osserva la stessa tendenza: cresce la quota dei rispondenti che si aspetta un incremento degli occupati (dall’11,2% di tre mesi fa al 17,6%), mentre i giudizi negativi riguardano solo il 7,4% degli operatori.

Le aspettative sulla domanda degli imprenditori brianzoli mostrano una crescente divaricazione a favore delle prospettive offerte dai mercati esteri. Il saldo tra giudizi di crescita e di diminuzione della domanda estera risulta infatti positivo di ben 20,8 punti percentuali. Per la domanda interna si osserva invece una differenza negativa (-2,9), ma è comunque da rilevare una quota molto elevata di rispondenti che esprime giudizi di stabilità (70,6%).

 

 

 

I dati dell'indagine congiunturale, rivolta a un campione di imprese con 10 o più addetti, sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons.

MI
MB
LO
Trimestre
Quarto
Anno
2022
Settori

A livello settoriale le esportazioni della provincia di Monza e Brianza nel quarto trimestre 2022 vedono in prima posizione il comparto dei prodotti in metallo (570 milioni di euro di merci esportate), seguito dai macchinari (499 milioni) e a breve distanza da chimica (poco meno di 460 milioni) e farmaceutica (454 milioni); insieme questi quattro comparti valgono più della metà dei flussi di merci esportate dalla provincia (57,2%). Più distanti troviamo due comparti che ammontano a circa il 10% dell’export provinciale ciascuno: si tratta dell’elettronica che vale 348 milioni di euro, oltre alla voce residuale delle altre attività manifatturiere pari a 367 milioni di euro (incluso il settore dei mobili che vale 330 milioni). Segue su volumi di scambi inferiori il comparto della gomma-plastica (219 milioni), quindi altri due che superano la soglia dei 100 milioni di export nel trimestre, ovvero gli apparecchi elettrici (147 milioni) e l’abbigliamento (142 milioni). La graduatoria complessiva del 2022 è guidata dal comparto dei prodotti in metallo, con 2,3 miliardi di euro esportati dalle imprese brianzole. La chimica risulta il secondo comparto più rilevante con 1,8 miliardi di euro di esportazioni, seguita dai macchinari che registrano flussi pari a 1,7 miliardi. Superano il miliardo di euro di esportazioni nel 2022 anche la farmaceutica con 1 miliardo e 435 milioni, l’elettronica (quasi 1,3 miliardi) e la voce residuale delle altre attività manifatturiere. La gomma-plastica raggiunge 914 milioni di euro di esportazioni, seguita dall’abbigliamento (541 milioni) e dagli apparecchi elettrici (517 milioni).

Osservando la composizione settoriale dell’import delle imprese brianzole nel quarto trimestre del 2022, come per l’export, il principale comparto è costituito dai prodotti in metallo, che conta 429 milioni di euro in tre mesi (15,1% del totale). Altri quattro comparti superano il 10% dell’import provinciale, in valori assoluti tra i 300 e i 400 milioni di euro di merci movimentate in tre mesi, in ordine decrescente si tratta della chimica, per un valore di poco meno di 400 milioni di euro, dei macchinari (381 milioni), della farmaceutica (370 milioni) e dell’elettronica (330 milioni). Più distante il comparto degli apparecchi elettrici che vale 221 milioni di euro di merci. Tra i cento e i duecento milioni di euro di import si collocano invece, in ordine decrescente, i comparti dell’abbigliamento, della gomma-plastica e delle altre attività manifatturiere. Nell’intero 2022 le importazioni di prodotti in metallo sfiorano i due miliardi di euro (1 miliardo e 976 milioni), confermandosi il primo comparto per merci movimentate in provincia con il 16,9% dei flussi provinciali complessivi. Con oltre un miliardo di euro di flussi in entrata troviamo la chimica (1,7 miliardi), i macchinari (1,5 miliardi), la farmaceutica (1,3 miliardi) e l’elettronica (1,1 miliardi), poco al di sotto gli apparecchi elettrici (946 milioni).

L’osservazione della dinamica produce anche in questo trimestre crescite annue superiori al 10% sia per le esportazioni che per le importazioni. Trattandosi di dati espressi in euro correnti, la crescita dei flussi riflette però anche gli incrementi dei prezzi, particolarmente significativi nel corso del 2022; i dati sui flussi di import-export espressi in quantità, disponibili solamente a livello regionale, indicano invece un calo di tutti i settori per quanto riguarda l’export e una prevalenza di settori in calo per l’import. La crescita complessiva dell’export brianzolo rispetto al quarto trimestre del 2022 è pari al 23,3%. La crescita del valore dei flussi riguarda tutti i comparti manifatturieri. Per tutti i comparti principali si osservano incrementi superiori al 10%; in termini percentuali spicca la performance della farmaceutica che registra una crescita del 74,8%. La chimica cresce del 23,9% e i macchinari del 22%, relativamente meno brillanti invece i dati che riguardano la voce delle altre attività manifatturiere (+19,1%), l’elettronica (+18,1%) e i prodotti in metallo (+13%). Tra i restanti comparti si segnala un incremento del 20,1% per l’abbigliamento e del 17,3% per gli apparecchi elettrici, mentre la gomma-plastica (+7,5%) risulta uno dei comparti peggiori. Considerando il dato dei dodici mesi dell’anno, l’incremento delle esportazioni brianzole rispetto al 2021 si attesta al 21,7%. Come per l’ultimo trimestre, è la farmaceutica a registrare la crescita più rilevante in termini percentuali (+60,3%). Superiore alla media provinciale anche il dato relativo al comparto della chimica (+26,6%); si collocano di poco al di sotto invece l’elettronica (+19,9%), la gomma-plastica (+19,5%), la voce residuale delle “altre attività manifatturiere” (+18,8%) e i prodotti in metallo (+18,1%). Tra i settori principali la dinamica peggiore è invece quella che riguarda i macchinari, che registrano un incremento annuo fermo all’8,3%.

La dinamica dell’import brianzolo del trimestre è una decina di punti percentuali inferiore a quella dell’export, si tratta di un +13,5%. In termini percentuali i comparti che portano il maggiore contributo alla crescita sono l’abbigliamento (+46%) e la farmaceutica (+44%); crescono più della media provinciale anche gli approvvigionamenti di merci della meccanica (+21,9% i macchinari e +17,2% i prodotti in metallo), dell’elettronica (+18,3%) e degli apparecchi elettrici (+15,4%). Come nel trimestre passato, si osserva una variazione negativa per quanto riguarda le importazioni di prodotti chimici (-19,6%), a cui si aggiunge un dato appena sotto allo zero per la voce delle “altre attività manifatturiere” (-0,2%). Per quanto riguarda il dato cumulato dell’intero anno, le importazioni monzesi sono cresciute per tutti i comparti manifatturieri. Prodotti in metallo (+46%), macchinari (+32,6%) e farmaceutica (+30,9%) risultano i comparti maggiormente cresciuti tra i principali. L’elettronica registra una crescita più contenuta, limitata al 12,2%, mentre la chimica è il comparto peggiore registrando un incremento del valore dei flussi rispetto al 2021 solamente dell’1,2%.

 

 

 

Aree geoeconomiche globali

Quasi i due terzi delle esportazioni della Brianza nel quarto trimestre 2022 si dirige verso Paesi europei (65,6%). Sono oltre 2,2 miliardi di euro di merci esportate, delle quali 1,7 miliardi ha come meta un Paese facente parte dell’Unione Europea e 564 milioni invece riguardano gli altri mercati, principalmente Svizzera (308 milioni) e Regno Unito (110 milioni). Sono dirette in Asia merci per quasi 700 milioni di euro pari circa il 20% del totale provinciale. I mercati principali si trovano in estremo oriente, l’Asia Orientale rileva infatti per 483 milioni di euro (13,9%), la sola Cina vale 118 milioni di euro e Singapore 104 milioni. Le esportazioni brianzole nelle Americhe ammontano a 370 milioni di euro (10,7%), la gran parte dei quali (262 milioni) interessano gli Stati Uniti. Una piccola quota infine riguarda Africa e Oceania, verso cui sono diretti rispettivamente circa 100 e 23,4 milioni di euro di merci provenienti dalla Brianza. Tra gennaio e dicembre 2022 l’ammontare delle merci esportate dalle imprese brianzole verso Paesi europei risulta di 8,6 miliardi di euro (quasi esattamente i due terzi del totale) dei quali circa 6 miliardi e mezzo riguarda Paesi UE e 2 miliardi i Paesi restanti, principalmente Svizzera (1 miliardo e 100 milioni) e Regno Unito (407 milioni). Le esportazioni verso l’Asia valgono invece 2,5 miliardi, con quote relativamente piccole che interessano Medio Oriente (509 milioni) e Asia Centrale (191 milioni), mentre la direttrice principale riguarda i Paesi dell’Asia Orientale (1,8 miliardi); la Cina è interessata da flussi pari a 437 milioni di euro, mentre valgono ben 750 milioni i mercati delle quattro Tigri Asiatiche (381 milioni riguardano Singapore). Il continente americano è meta di quasi 1,4 miliardi di euro di merci esportate (10,8%), di cui 979 milioni interessano gli Stati Uniti e 319 milioni i Paesi dell’America centro-meridionale.

L’approvvigionamento di merci della Brianza dall’Europa nel quarto trimestre 2022 risulta pari a poco più di 2 miliardi di euro (il 72,1% dell’import complessivo), in gran parte provenienti da Paesi UE (1,6 miliardi). Fuori dall’Europa i mercati più rilevanti riguardano i Paesi asiatici, da cui provengono nel trimestre 668 milioni di euro di merci ovvero il 23,4% del totale. La quasi totalità di questi flussi (617 milioni) interessa l’estremo oriente, in particolare l’import dalla Cina è pari a 303 milioni (10,6%). Il resto del mondo incide per meno del 5% dell’import complessivo (il 3,2% ovvero poco più di 90 milioni riguarda gli Stati Uniti). Nell’intero 2022 l’import dall’Europa raggiunge il valore di 8,3 miliardi di euro (71%), dei quali 6,8 miliardi da partner dell’Unione Europea e poco meno di 1 miliardo e mezzo dagli altri stati del continente (912 milioni dalla Svizzera). Le importazioni dall’Asia sfiorano i 2,7 miliardi di euro, dei quali poco più della metà riguardano la Cina. Dal continente americano infine giungono 560 milioni di euro di merci (4,8%), di cui 501 milioni dagli Stati Uniti.

La crescita dell’export rispetto al quarto trimestre 2022 mostra poche differenze per quanto riguarda le varie direttrici continentali, i mercati europei crescono del 23,3% quelli americani del 24,5% e gli asiatici del 25,1%. Valgono ovviamente le stesse considerazioni fatte per la dinamica settoriale, si tratta di variazioni dei flussi espressi in valore che risentono della dinamica dei prezzi. All’interno del continente europeo, la crescita delle esportazioni brianzole risulta significativamente migliore verso i Paesi della UE (+25,3%) rispetto agli altri mercati (+17,4%), tra i quali cresce molto la Svizzera (+29,7%), ma è in calo la Russia (-19,4%). In Asia si osserva un incremento importante che caratterizza l’India (+71,2%), ancora poco rilevante però per valori (1,3% del totale). I Paesi dell’Asia Orientale crescono del 20,9% grazie al contributo di tre delle quattro Tigri Asiatiche, in particolare Singapore (+39,9%), Taiwan (+14,8%) e Hong Kong (+18,6%); cresce poco invece il mercato cinese (+3,6%), mentre sono addirittura in calo Giappone (-15,8%) e Corea del Sud (-8,6%). In America infine la crescita delle esportazioni risulta quasi identica tra i Paesi della parte settentrionale (+24,6%) e centro-meridionale (+24,1%) del continente. Considerando il dato dell’intero 2022, la crescita annua delle esportazioni verso l’Europa risulta del 22,5%; come per l’ultimo trimestre, la performance dei mercati UE (+26,3%) è migliore rispetto a quella degli altri mercati (+11,6%), tra i quali sono in calo sia la Russia (-26,4%) che il Regno Unito (-0,7%). L’export diretto in Asia cresce meno della media (19,4%); guidano la crescita Singapore (+24,9%) e Taiwan (+22,5%), più timido il mercato cinese (+3,1%), in calo invece il Giappone (-8,9%). Il continente americano è quello che cresce maggiormente (+23,7%), beneficiando di una buona performance degli Stati Uniti (+26,4%), mentre è molto inferiore il dato della parte centro-meridionale del continente (+14,3%).

Sotto il profilo dell’import si osservano forti differenze geografiche nella dinamica del quarto trimestre dell’anno. Rispetto a un incremento medio del 13,5% le importazioni dall’Asia crescono nettamente di più (23,2%), quelle dall’Europa si collocano in linea con la media (14,5%), dall’America invece risultano addirittura in calo (-28,3%). Per quanto riguarda il vecchio continente crescono soprattutto i flussi in arrivo da Paesi non UE (25,9%), in particolare Regno Unito (82,1%) e Svizzera (33%), più contenuta la dinamica dei partner UE (12,3%). In Asia si osserva un contributo relativamente modesto alla crescita da parte della Cina (+8,2%), mentre si registrano incrementi importanti delle importazioni brianzole provenienti da Giappone (57,1%), Singapore (54,7%) e Taiwan (53,1%). Anche considerando l’intero 2022 la crescita delle importazioni dall’Asia (27,5%) supera seppur di poco quella dall’Europa (24,6%). In Europa si registrano una piccola differenza tra l’incremento dell’import dei mercati UE (24,8%) e quello degli altri Paesi (23,4%). Tra i Paesi asiatici si osserva una crescita superiore alla media della Cina (28,4%) e incrementi di entità maggiore da molti mercati di minore importanza quali India (79,1%) e Taiwan (59,3%), in negativo invece Singapore (-0,3%).

 

 

Dettaglio europeo

La Germania si conferma anche nel quarto trimestre 2022 il primo mercato UE dell’export brianzolo, vale quasi 400 milioni di euro. Seguono Francia (277 milioni) e Paesi Bassi (238 milioni) sopra i 200 milioni e altri tre mercati (Spagna, Belgio e Polonia) superano i 100 milioni. Nel complesso questi sei Paesi incidono per il 37% circa dell’export provinciale complessivo e il 75% di quello diretto in UE. Tra gennaio e dicembre le esportazioni brianzole in Germania valgono quasi 1,8 miliardi di euro, segue la Francia con 1,1 miliardi e ancora più lontani i Paesi Bassi in terza posizione (644 milioni). Il mercato spagnolo vale 562 milioni di euro, la Polonia è il primo mercato dell’Europa dell’Est (437 milioni). Complessivamente sono ben 13 i Paesi verso i quali l’export brianzolo nel 2022 supera i 100 milioni di euro.

La Germania è il primo partner della Brianza in Europa anche per quanto riguarda le merci importate, pari a 513 milioni di euro nell’ultimo trimestre dell’anno. Dai Paesi Bassi arrivano merci per 297 milioni di euro, dalla Francia per 210 milioni, seguono a distanza Belgio (132 milioni) e Spagna (122 milioni). Il dato complessivo dell’anno registra 2,1 miliardi di euro di importazioni dalla Germania, 1 miliardo e 100 milioni dai Paesi Bassi e poco più di 1 miliardo dalla Francia. Seguono più a distanza Belgio (595 milioni) e Spagna (485 milioni).

Le esportazioni sono cresciute rispetto al quarto trimestre 2021 nei confronti di quasi tutti i Paesi europei; le principali eccezioni in negativo sono rappresentate da Romania (-9,6%) e Svezia (-17,7%). Il primo mercato brianzolo ovvero la Germania è uno di quelli che crescono meno (1,8%) insieme alla Spagna (9,1%). Per contro si osservano flussi di merci che in valore sono più che raddoppiate verso il Belgio (+115,8%) e quasi triplicate verso i Paesi Bassi (+190,7%). Il dato relativo all’intero anno conferma la forte crescita olandese (+141,3%) così come il calo della Svezia (-21,7%). Riguardo ai due principali Paesi di sbocco, la Germania cresce del 22,6% e la Francia performa leggermente peggio (19,2%). Cresce più della media il Belgio (40,7%), spinto dal forte incremento proprio dell’ultimo trimestre dell’anno.

Anche le importazioni crescono su base annua nei confronti di quasi tutti i mercati europei, in calo rispetto al quarto trimestre del 2021 troviamo solamente la Polonia (-25,1%). Alcuni tra i principali mercati presentano comunque variazioni positive di piccole entità, come per esempio Germania (+6,4%), Francia (+2,8%) e Belgio (+2,6%). Crescono più della media invece i flussi da Spagna (20,4%) e Paesi Bassi (24,3%). Il dato dell’intero anno indica una crescita superiore al 10% per tutti i maggiori mercati di approvvigionamento europei delle imprese brianzole. La performance migliore riguarda la Francia (+50%), seguita dai Paesi Bassi (+41,7%), più contenuta la crescita della Germania che arriva al 15,1%. Si mantiene invece negativo, come per l’ultimo trimestre dell’anno, il dato relativo alla Polonia (-17,3%).