Lodi

Abbreviazione
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Trimestre
Quarto
Anno
2021
Indice della produzione industriale

L’industria manifatturiera lodigiana nel quarto trimestre 2021 prosegue il percorso di crescita che ha caratterizzato tutti i trimestri dell’anno, in linea con quanto si osserva nel resto della regione. Per tutti gli indicatori rilevati il bilancio è positivo non solo in termini di recupero rispetto alla flessione del 2020, ma anche rapportandosi al 2019. Segnali incoraggianti vengono anche dai dati riguardanti il mercato del lavoro; positive anche le aspettative espresse dagli imprenditori per il futuro immediato. L’aspetto più critico che emerge dalla rilevazione è la crescita dei prezzi delle materie prime che non accenna a rallentare. Registra una crescita annua dell’8,2% l’indicatore della produzione industriale, portando il numero indice (calcolato ponendo pari a 100 l’anno 2010) a quota 133,1. Nel grafico si può osservare l’andamento dei volumi produttivi negli ultimi anni, in modo particolare della performance più recente: a seguito dell’evidente flessione della prima metà del 2020 si osserva una fase di risalita che ha riportato i livelli della produzione industriale del lodigiano piuttosto nettamente al di sopra dei valori pre-pandemia.

 

 
Analisi congiunturale

Gli indicatori congiunturali dell’industria manifatturiera lodigiana risultano tutti in terreno positivo. Anche a livello regionale si osserva un trend di crescita, a una velocità di poco più sostenuta di quanto avviene in provincia. La produzione industriale del manifatturiero lodigiano cresce su base congiunturale dell’1,4% (dato destagionalizzato), quasi un punto percentuale in meno della crescita a livello lombardo (+2,3%).

Il fatturato cresce più della produzione, sia a Lodi dove registra un incremento del 3,3%, sia in Lombardia dove arriva al +3,6%. Sia in provincia che in regione, il contributo maggiore alla crescita arriva dalle vendite realizzate in Italia rispetto a quelle finalizzate all’estero. La quota del fatturato estero sul fatturato complessivo dell’industria lodigiana nel trimestre è del 30,7%, un dato che si mantiene come di consueto piuttosto al di sotto di quello regionale del 38,7%.

Anche gli ordini risultano in crescita, tuttavia il fenomeno più rilevante in questo caso è la forte divaricazione tra la dinamica degli ordini interni ed esteri. Gli ordini interni crescono infatti del 7,6%, recuperando in realtà dopo un trimestre critico, mentre gli ordini esteri crescono dell’1,4%. Anche in Lombardia sono gli ordini interni a crescere maggiormente (+5%) rispetto a quelli internazionali (+3,9%).

Non accennano a diminuire infine i fenomeni inflattivi che continuano a incidere sui costi di produzione dell’industria. La crescita congiunturale dei prezzi delle materie prime è stata del 10,5% a Lodi, in linea con il dato regionale (10,6%). Più contenuto ma comunque rilevante è stato l’aumento registrato per i prodotti finiti, del 6,1% a Lodi e del 5,4% in Lombardia.

 

Analisi tendenziale

La dinamica tendenziale dell’industria manifatturiera lodigiana è ampiamente positiva, sebbene al di sotto di quanto rilevato a livello regionale per quasi tutti gli indicatori. Per l’industria manifatturiera lodigiana si tratta quindi di un significativo recupero rispetto al 2020, anno in cui peraltro il calo della produzione della prima metà dell’anno ha inciso meno in provincia rispetto al resto della regione. Anche mettendosi a confronto con il 2019, l’anno appena concluso evidenzia una crescita dei volumi produttivi. Rispetto al quarto trimestre 2020, la crescita della produzione registrata è dell’8,2% a Lodi e dell’11,2% in Lombardia.

Il fatturato dell’industria lodigiana segna una crescita tendenziale del 14,5%, beneficiando di un consistente contributo delle vendite effettuate all’estero (+21,1%) mentre le vendite sul territorio nazionale sono cresciute di meno (+11,6%). A livello lombardo il fatturato dell’industria manifatturiera cresce in un anno del 19,8%, quasi senza differenze tra la componente interna (+19,7%) e quella estera (+20,1%).

Il portafoglio ordini dell’industria lodigiana cresce su base annua del 16,2%; la componente interna è responsabile di gran parte della crescita (+20,4%) mentre gli ordini dall’estero registrano un aumento significativamente inferiore (+6,8%). In regione la crescita complessiva degli ordini è più importante (+19%), con una differenza di minore entità tra gli ordinativi esteri (+18,3%) e nazionali (+19,5%).

 

Mercato del lavoro

Gli indicatori del mercato del lavoro dell’industria manifatturiera lodigiana risultano in linea con quanto rilevato lo scorso trimestre, mettendo in evidenza un ricorso alle forme di cassa integrazione tornato su livelli paragonabili a quelli pre-pandemia. Il saldo tra entrate e uscite nel mondo del lavoro è leggermente negativo (-0,1%), in miglioramento però rispetto allo stesso periodo del 2020 (-0,7%) e 2019 (-0,5%). Per quanto riguarda la cassa integrazione, solamente il 2,4% delle imprese ne ha fatto ricorso nel quarto trimestre del 2021 (nessuna nel trimestre precedente) con un’incidenza misurata in termini di monte ore sul totale prossima allo zero. Nel grafico si osserva come il picco di massimo della prima metà del 2020 (quando la quota di imprese che aveva utilizzato la CIG si aggirava attorno al 60%) si sia gradualmente riassorbito nei trimestri successivi, in particolare nella seconda metà del 2021.

 

 
Previsioni per il primo trimestre 2022

Le aspettative degli imprenditori manifatturieri lodigiani vedono una prevalenza di giudizi ottimisti per tutti e quattro le dimensioni rilevate, mostrando poche variazioni rispetto alle valutazioni espresse tre mesi fa, salvo un peggioramento delle aspettative sulla produzione.

Il saldo sulle aspettative riguardo la produzione industriale passa infatti da 30 a 21,4 punti percentuali, rimanendo quindi comunque ampiamente in terreno positivo. Il 35,7% degli operatori intervistati indica aspettative di crescita contro un 14,3% che si aspetta invece una riduzione. I giudizi sull’occupazione si confermano piuttosto ottimisti: al netto della consueta quota elevata di giudizi di stabilità (78,6%), le aspettative di crescita (16,7%) superano nettamente quelle di riduzione (4,8%).

Anche le aspettative sulla domanda sono orientate verso un incremento degli ordini, indicando prospettive leggermente migliori per il mercato estero. Nel dettaglio, il 26,2% dei rispondenti indica giudizi di aumento della domanda interna e il 23,7% della domanda estera; i giudizi di diminuzione riguardano invece il 16,7% degli operatori per la domanda interna e il 7,9% per quella estera.

 

 

 

I dati dell'indagine congiunturale sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons

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Trimestre
Terzo
Anno
2021
Settori

Le esportazioni delle imprese lodigiane nel terzo trimestre 2021 ammontano nel complesso a 954 milioni di euro, di questi il 38,8% riguarda il comparto dell’elettronica (370 milioni in valore assoluto), che si conferma il più rilevante in provincia. Altri due comparti superano la soglia dei 100 milioni di euro di merci esportate nel trimestre: sono la chimica con 145 milioni di euro (il 15,1% del totale) e l’alimentare con 123 milioni (13%). La graduatoria provinciale dell’export prosegue con il comparto degli apparecchi elettrici che vale 84 milioni di euro, i macchinari 63 e la gomma-plastica 55. Tra gennaio e settembre la quota di esportazioni costituita dai prodotti dell’elettronica è identica a quella dell’ultimo trimestre (38,8%), per un totale di quasi 1,1 miliardi di merci esportate dal lodigiano. Le esportazioni di prodotti chimici sono pari a 423 milioni di euro (14,9%), quelle del comparto alimentare arrivano a 347 milioni (12,3%). Seguono l’export di apparecchi elettrici che è pari a 273 milioni di euro (9,6%), quindi i macchinari (209 milioni) e la gomma-plastica (152 milioni); nessuno dei restanti comparti supera i 100 milioni di export.

Le merci importate dalle imprese lodigiane nel terzo trimestre del 2021 valgono 1,5 miliardi di euro, di cui poco più di un terzo (35,3%) è rappresentato dal comparto dell’elettronica, in valori assoluti si tratta di 550 milioni di euro. Il secondo comparto per importanza è quello alimentare, le cui importazioni nel trimestre ammontano a 272 milioni di euro (17,4%), seguito a breve distanza dalla farmaceutica con 245 milioni (15,7%). Scorrendo la graduatoria, il lodigiano ha importato prodotti chimici per 144 milioni di euro nel trimestre, 88 milioni di euro di macchinari e 79 milioni di euro di prodotti in metallo. La composizione settoriale delle importazioni della provincia di Lodi dei primi nove mesi del 2021 risulta poco differente rispetto a quella del terzo trimestre. L’elettronica è di gran lunga il comparto più rilevante con ben 1,6 miliardi di euro di merci importate tra gennaio e settembre (36,4% del totale), seguita da alimentare (745 milioni) e farmaceutica (653 milioni). Completano la graduatoria la chimica (442 milioni), i macchinari (298 milioni) e i prodotti in metallo (242 milioni).

La dinamica annua dell’export del lodigiano mette in luce una crescita relativamente contenuta (+5,2%), inferiore alla media regionale (+16,8%) e nazionale (+13,6%). Considerando i settori più rilevanti delle esportazioni lodigiane, risultano in discreta crescita annua sia l’elettronica (+7,3%) sia la chimica (+10,9%). In direzione opposta l’alimentare, che aveva retto nel 2020 e che ora risulta tra i comparti più in calo (-15,6%). Una riduzione di entità quasi identica (-15,4%) riguarda anche il settore dei macchinari. La maggior parte dei comparti minori registra incrementi superiori al 10%, come gli apparecchi elettrici (+12,3%) e la gomma-plastica (+38,2%). La dinamica complessiva dei primi nove mesi dell’anno registra una forte crescita rispetto al 2020 (+18,9%), da leggere però con cautela alla luce dello stop alle attività produttive del secondo trimestre 2020. L’alimentare si conferma il principale comparto in controtendenza, registrando un calo del 10,1% rispetto al 2020. Tutti gli altri comparti manifatturieri (eccetto la voce residuale delle altre attività manifatturiere) risultano invece in crescita. Il comparto più importante, ovvero l’elettronica, è anche uno tra quelli più in crescita (+36,7%). Molto rilevante in termini percentuali il recupero annuo delle esportazioni dei comparti degli apparecchi elettrici (+24,5%), della gomma-plastica (+21,1%) e dei prodotti in metallo (+37,9%), più modesto invece per quanto riguarda la chimica (+9,5%) e i macchinari (+7%).

La dinamica dell’import del trimestre risulta ancora più tiepida di quella dell’export, si osserva infatti un incremento annuo fermo al 2%. Due comparti in particolare hanno offerto un contributo negativo alla dinamica del trimestre, si tratta di elettronica (-13%) e farmaceutica (-15,6%). Per contro, le importazioni di tutti gli altri comparti principali risultano in forte crescita. Particolarmente rilevante la crescita degli approvvigionamenti di merci che riguardano la chimica (+18,5%) e l’alimentare (+19,6%). Altri comparti minori segnalano incrementi ancora più significativi in termini percentuali, fino al +69,1% dei prodotti in metallo. Se consideriamo i primi nove mesi dell’anno, la dinamica complessiva dell’import migliora leggermente (+4,5%). In termini di confronto settoriale, risultano in realtà forti incrementi di import per quasi tutte le categorie merceologiche; la modesta performance complessiva si spiega quindi per effetto del pesante calo (-38,7%, circa 400 milioni di euro in meno in valori assoluti) che riguarda la farmaceutica, uno dei comparti che aveva registrato invece un forte incremento lo scorso anno. L’import dell’elettronica, calato nell’ultimo trimestre, risulta invece cresciuto del 15,5% nel dato dei nove mesi. Tra i restanti comparti, la chimica registra un recupero modesto (+8,5%) rapportato alla meccanica, ovvero macchinari (+61,9%) e prodotti in metallo (+53,4%).

 

 

 

Aree geoeconomiche globali

Oltre il 90% delle merci esportate dalla provincia di Lodi nel trimestre risulta diretto a Paesi europei, in valori assoluti 871 milioni di euro, in gran parte diretti a Paesi membri dell’Unione Europea (820 milioni). Tra i Paesi europei non facenti parte della UE, i principali partner del lodigiano sono Svizzera (13,2 milioni) e Regno Unito (12,9 milioni). L’export verso l’Asia risulta di poco inferiore a 47 milioni di euro (il 4,9% del totale provinciale), di cui circa 31 milioni riguardano i Paesi dell’Asia Orientale, quali Cina (9,7 milioni) e Corea del Sud (6,2 milioni). Per contro, solo 12,6 milioni di euro sono diretti all’intero Medio Oriente e 3,3 milioni all’Asia Centrale. Il continente americano infine vale 20,8 milioni di euro di export nel trimestre per le imprese lodigiane, in prevalenza destinate agli Stati Uniti (12 milioni). La distribuzione geografica dell’export dei primi nove mesi del 2021 risulta del tutto sovrapponibile, con il 90,8% delle merci esportate (2,5 miliardi di euro) dirette verso un Paese europeo. La quasi totalità di questi flussi, ovvero 2,4 miliardi di euro, è destinata a Paesi che fanno parte dell’Unione Europea; tra i rimanenti mercati del vecchio continente, 36 milioni di euro di merci sono dirette nel Regno Unito, 31 milioni in Svizzera e 29 milioni in Turchia. L’export verso l’Asia è pari a 146 milioni di euro, dei quali 40 milioni diretti in Medio Oriente e circa 95 milioni in Asia Orientale, in particolare quasi 60 milioni tra Cina (30 milioni) e Hong Kong (29 milioni). L’export lodigiano in America infine vale 68 milioni di euro, di cui quasi 41 milioni per i soli Stati Uniti.

Sotto il profilo dell’approvvigionamento di merci dall’estero delle imprese lodigiane, la quota relativa ai Paesi europei scende dal 90% dell’export a poco meno del 60%. In cifre sono 935 milioni di euro di merci, dei quali solamente 35 provengono da Paesi non UE (quasi 20 dal Regno Unito). Al di fuori dell’Europa, il 39,3% dell’import lodigiano (circa 615 milioni di euro) proviene da Paesi del continente asiatico; la larga parte di questi flussi (560 milioni ovvero il 35,8% del totale provinciale) proviene in realtà dalla sola Cina. Piuttosto ridotta l’incidenza del continente americano, da cui nel trimestre sono giunte a Lodi meno di 10 milioni di euro di merci (lo 0,6% del totale). Nel complesso dei primi nove mesi del 2021 l’import delle imprese lodigiane da Paesi europei sale a 2,7 miliardi (59,1%), di cui 2,6 miliardi da partner UE. I flussi dall’Asia sono invece pari a 1,8 miliardi di euro di merci, delle quali 1,6 miliardi dalla sola Cina (nel resto del continente, si osservano 49 milioni di import dall’India). Il resto del mondo (America, Africa e Oceania) rileva per meno dell’1% delle merci importate dal lodigiano quest’anno, in tutto poco meno di 39 milioni di euro.

La dinamica dell’export lodigiano del terzo trimestre 2021 risulta positiva nei confronti delle maggiori direttrici geografiche. Rispetto ai mercati europei si osserva un incremento annuo del 5,4%, a cui contribuiscono i Paesi UE (+7,4%), mentre i restanti Paesi sono in calo (-19,2%) spinti verso il basso in modo particolare dal Regno Unito (-66,3%). In terreno positivo anche la dinamica del continente asiatico, nei cui confronti l’export della provincia è cresciuto in un anno del 3,2%. La crescita beneficia soprattutto di alcuni mercati dell’estremo oriente, che risultano addirittura più che raddoppiati rispetto allo stesso periodo del 2020 come Cina (+104,7%) e Corea del Sud (+113%). Si muove in direzione opposta il Medio Oriente, nei cui confronti l’export delle imprese lodigiane è in calo (-21,5%). Nei confronti delle Americhe i flussi di merci dal lodigiano sono pressoché identici in valori assoluti a quelli del terzo trimestre 2020 (circa 1.000 euro di differenza); al suo interno però si nasconde una dinamica fortemente differenziata tra la grande crescita degli Stati Uniti (+53,4%) e il forte calo dell’America Centro-Meridionale (-40,6%). Estendendo l’osservazione ai primi nove mesi dell’anno, la dinamica complessiva migliora per tutti i continenti, riflettendo il recupero delle esportazioni rispetto ai mesi più critici del 2020. Verso i Paesi europei l’export lodigiano cresce del 19,1%; si mantiene però negativa la dinamica dei Paesi europei non UE (-20%) per effetto del calo del Regno Unito (-64%). Fuori dall’Europa, il bilancio migliore riguarda l’America (+34,6%), con un contributo positivo sia dagli Stati Uniti (+47,8%) sia dai Paesi dell’America Centro-Meridionale (+10,6%). L’export lodigiano verso l’Asia cresce a una velocità inferiore (+6,3%), subendo un calo dei flussi diretti ai Paesi del Medio Oriente (-26,8%). Per contro è molto positiva la dinamica dell’Asia Orientale (+23%), spinta verso l’alto da Cina (+41,7%) e Hong Kong (+26,9%).

La dinamica dell’import lodigiano del trimestre – come osservato – è solo di poco positiva (+2%), con performance piuttosto differenziate tra i principali mercati di riferimento. Le imprese lodigiane hanno infatti incrementato l’approvvigionamento di merci dall’Europa (+9,4%) e in particolare dall’Unione Europea (+10,7%), mentre hanno ridotto gli acquisti dall’Asia (-7,9%). Nel continente asiatico si è ridotto in particolare l’import dalla Cina (-12,2%), mentre aumenta rispetto ad altri mercati più piccoli per il Lodigiano, come l’India cresciuta di circa quattro volte. Positiva infine la dinamica dell’import dalle Americhe, cresciuto del 13,9% (+27,9% gli Stati Uniti). Considerando la dinamica dei nove mesi del 2021 si inverte il rapporto tra Europa e Asia, in quanto si riduce l’arrivo di merci dal vecchio continente (-3,6%) e al contrario aumenta sensibilmente dall’Asia (+18,3%), dove crescono sia la Cina (+13,7%) sia molti mercati minori. Molto rilevante in termini percentuali il contributo alla crescita dell’import del continente americano (+58%).

 

 

Dettaglio europeo

La prima destinazione delle esportazioni lodigiane nel trimestre tra i Paesi dell’Unione Europea si conferma la Spagna, per un valore di 372 milioni di euro di merci esportate. Il secondo mercato è la Francia, che vale però meno della metà della Spagna per le imprese lodigiane (131 milioni), segue la Germania con 65 milioni. Su valori di scambi più contenuti, altri partner rilevanti per le imprese lodigiane in Europa sono Belgio (36,7 milioni), Portogallo (28 milioni), Paesi Bassi e Polonia. Nei primi nove mesi del 2021 le merci esportate in Spagna ammontano a poco più di 1 miliardo di euro, per la Francia si arriva a oltre 390 milioni di euro e a 207 milioni per la Germania. Il Belgio supera la soglia dei 100 milioni (per l’esattezza 113) e altri sei Paesi si collocano tra i 50 e i 100, i principali dei quali sono Portogallo (88 milioni) e Paesi Bassi (71 milioni).

Poco più della metà delle importazioni lodigiane provenienti dall’Unione Europea riguarda Germania (279 milioni di euro) e Francia (192 milioni). Molto importanti per gli approvvigionamenti delle imprese lodigiane sono anche Belgio e Paesi Bassi (entrambi attorno ai 90 milioni), oltre alla Spagna (quasi 78 milioni). Repubblica Ceca (40 milioni) e Polonia (31 milioni) sono i mercati di approvvigionamento più importante nell’Europa dell’Est. Nei primi nove mesi del 2021, il primo Paese europeo di provenienza delle merci rimane la Germania (721 milioni) seguita dalla Francia (604 milioni). A distanza si collocano Belgio (270 milioni), Paesi Bassi (265 milioni) e Spagna (252 milioni).

La dinamica dell’export trimestrale beneficia in modo particolare della crescita del mercato spagnolo, pari al 12% rispetto al terzo trimestre del 2020. Meno buone le performance degli altri maggiori partner delle imprese lodigiane in Europa: bene il Belgio (+6,2%), più contenuto l’incremento di Francia (+1,3%) e Portogallo (+0,9%), in calo Germania (-9,6%) e Paesi Bassi (-7,2%). Considerando il bilancio dei primi nove mesi dell’anno, la Spagna rimane il motore principale della crescita dell’export lodigiano (+49,4%). Un forte incremento percentuale riguarda anche il vicino Portogallo (+30,6%), oltre alla Polonia (+35,8%) e al Belgio (+17,3%). Per la Francia si osserva una crescita (+6,7%), per la Germania una leggerissima flessione (-0,2%). Tra i pochi mercati rilevanti, si segnalano in calo Paesi Bassi (-9,9%) e Repubblica Ceca (-34,1%).

La dinamica dell’import del trimestre nei confronti dei Paesi UE risulta in discreta crescita (+10,7%). In primo luogo, contribuiscono positivamente i due mercati più rilevanti, quindi Germania (+7,5%) e Francia (+16,6%). In forte incremento anche le importazioni dal Belgio (+22,6%), all’opposto dei vicini Paesi Bassi (-3,4%) e della Spagna (-1,4%). Scorrendo la graduatoria, vari mercati relativamente minori mettono in evidenza forti aumenti annui, come Repubblica Ceca (+47,7%) e Polonia (+82%). Il bilancio dei primi nove mesi del 2021 a confronto con lo stesso periodo del 2020 è negativo per il complesso delle importazioni dall’Unione Europea (-2,6%). La Germania, il primo Paese per numeri assoluti, offre il contributo negativo più importante (-10%) a cui si aggiungono Paesi Bassi (-24,8%) e Spagna (-3,2%). Tra i mercati da cui sono aumentate le importazioni delle imprese lodigiane, si segnalano Francia (+2,1%) e Belgio (+17,7%), oltre a molti altri Paesi che muovono però volumi di merci inferiori.

 

 

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Trimestre
Terzo
Anno
2021
Indice della produzione industriale

Il recupero del terreno perduto dall’artigianato manifatturiero lodigiano nel corso del 2020 continua anche nel terzo trimestre 2021. La crescita annua della produzione è del 10,3%, un dato incoraggiante se teniamo conto di dove ci trovavamo un anno fa, visto che nel terzo trimestre del 2020, come si evince anche dal grafico, era già avvenuto un discreto rimbalzo positivo rispetto al trimestre precedente, quello del lockdown delle attività economiche. Anche il confronto con il dato grezzo dell’indice della produzione del terzo trimestre 2019 è positivo (+5,9%). Tuttavia, se osserviamo una porzione più ampia del grafico retrocedendo nel tempo, l’artigiano lodigiano ha sofferto una pesante flessione dei livelli produttivi tra 2018 e 2019, rispetto alla quale la strada del recupero è ancora lunga. Il numero indice della produzione (costruito con l’anno 2010 come base posto uguale a 100) risulta pari a 84,9, risalito dal punto di minimo di 75 del secondo trimestre del 2020, ma allo stesso tempo ancora diversi punti al di sotto dei livelli del 2018 (93,4 nel terzo trimestre).

 

 
Analisi congiunturale

La dinamica congiunturale dell’artigianato del lodigiano è di segno positivo, tuttavia si tratta di una crescita che, per tutti e tre gli indicatori rilevati, risulta ampiamente inferiore a quanto avviene a livello di media regionale.

Per la produzione si osserva un incremento dell’1,1% (dato destagionalizzato), per contro a livello lombardo la crescita è risultata ben più significativa (+4,7%). La dinamica del fatturato risulta più tiepida, la crescita congiunturale si ferma infatti al +0,6%; in regione invece la crescita è stata del 4,3%. Il portafoglio degli ordini acquisiti nel trimestre cresce più di produzione e fatturato, si registra infatti un +1,2%, mantenendo però un pesante gap rispetto al dato regionale (+5,3%).

Continua anche nel trimestre in esame la crescita dei prezzi delle materie prime, conservando una velocità paragonabile a quella del trimestre passato, analogamente a quanto osservato nell’indagine congiunturale dell’industria. In cifre, l’incremento congiunturale dei prezzi delle materie prime è del 13,7% e del 16,8% a Lodi; piuttosto rilevante – anche se nettamente inferiore – la crescita dei prezzi dei prodotti finiti (+7,9%).

 

Analisi tendenziale

Le variazioni tendenziali di questo trimestre raffrontano i livelli attuali con il terzo trimestre del 2020, una fase in cui era stato superato il lockdown delle attività economiche. La robusta crescita tendenziale sta quindi a significare che nel trimestre in esame si sono recuperati nella sostanza i livelli immediatamente precedenti la crisi del 2020, fenomeno che si osserva anche a livello regionale. Confrontandosi con il terzo trimestre del 2019, si registra un incremento di produzione e fatturato sia per Lodi che per la Lombardia, mentre per entrambe le partizioni territoriali sono ancora inferiori i livelli degli ordini acquisiti.

Su base annua la produzione cresce del 10,3% per l’artigianato manufatturiero lodigiano, leggermente meglio del +9,4% regionale. A confronto con il 2019 si scende al +5,9% e al +3,6% rispettivamente per Lodi e la Lombardia. Il fatturato è cresciuto su base tendenziale meno della produzione a Lodi (+9,2%), in Lombardia avviene il contrario (+10,1%). Il fatturato del trimestre risulta superiore del 3,7% rispetto a quello dello stesso periodo del 2019 (del 4% in regione). La dinamica degli ordini è quella meno brillante: in un anno crescono del 6,1% in provincia (7,4% in regione), mentre rispetto al 2019 si osserva addirittura una riduzione (-2,9% a Lodi e -1% in Lombardia).

 

Previsioni per il quarto trimestre 2021

Le aspettative degli artigiani lodigiani per il prossimo trimestre mostrano un continuo miglioramento del clima di fiducia rispetto ai giudizi espressi nelle scorse rilevazioni. Per tutti e tre gli indicatori rilevati (produzione, domanda interna e occupazione) le aspettative di crescita superano quelle di riduzione.

Ben il 36,4% degli operatori si aspetta un aumento della produzione (raddoppiati dal 17,9% di tre mesi fa), contro il 18,2% che invece indica più probabile una diminuzione. Il saldo tra ottimisti e pessimisti risulta quindi ampiamente positivo, quando ancora tre mesi fa i giudizi pessimisti erano leggermente prevalenti. Le attese sulla domanda interna sono di poco meno ottimiste: esattamente un terzo (33,3%) degli operatori intervistati si aspetta una crescita degli ordini, il 19% ritiene invece più probabile un calo. L’occupazione infine è ritenuta stabile da oltre 9 operatori su 10 (93,2%), mentre il 6,8% indica aspettative di aumento e nessuno indica probabile un calo.

 

 
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Trimestre
Terzo
Anno
2021
Indice della produzione industriale

L’industria manifatturiera lodigiana nel terzo trimestre 2021 segna una battuta d’arresto del sentiero di crescita intrapreso nei passati trimestri, in controtendenza peraltro con la dinamica positiva che si osserva a livello regionale. Si mantiene invece positiva la dinamica tendenziale, ovvero il confronto con il terzo trimestre del 2020. Ugualmente positivo il paragone con la situazione precedente la pandemia, ovvero il terzo trimestre del 2019. Nell’ultimo anno la crescita della produzione industriale è stata del 5,6%, portando il numero indice della produzione (calcolato ponendo pari a 100 l’anno 2010) a quota 130,8. Nel grafico si può osservare l’andamento dei volumi produttivi negli ultimi anni, in modo particolare della performance più recente. Dopo una consistente flessione nei primi due trimestri del 2020, si osserva una fase di risalita che ha riportato i livelli della produzione industriale del lodigiano al di sopra dei livelli pre-pandemia, nonostante la flessione dell’ultimo trimestre.

 

 
Analisi congiunturale

Gli indicatori congiunturali dell’industria manifatturiera lodigiana sono negativi per quanto riguarda i più rilevanti, segnando una discontinuità rispetto al dato positivo dei trimestri recenti, che avevano visto un progressivo recupero dei punti di minimo toccati durante il lockdown. Allo stesso tempo si segnala una netta discrepanza con quanto osservato a livello lombardo, dove prosegue il trend di crescita. La produzione industriale in primo luogo registra una flessione dello 0,7% (dato destagionalizzato), a fronte di un incremento di entità discreta osservato in regione (+2,5%).

Il calo del fatturato dell’industria lodigiana è più consistente, si tratta di un -1,2%; in Lombardia invece le vendite hanno visto un incremento congiunturale dell’1,9%. Distinguendo tra la componente interna ed esterna del fatturato, sono le vendite realizzate in Italia a risultare in calo, mentre sono cresciute quelle effettuate all’estero. La quota del fatturato estero sul totale risulta pari al 29,4% nel trimestre in esame, rimanendo significativamente al di sotto della media regionale che arriva al 38,7%.

Il calo più rilevante si osserva per la variabile degli ordini, in particolare la componente interna. Gli ordini provenienti dall’Italia si sono ridotti infatti del 4,5% su base congiunturale; anche per quelli esteri si osserva un calo, seppure di minore entità (-0,5%). In Lombardia si registra invece un incremento degli ordinativi pervenuti: nel dettaglio dell’1,3% per quelli provenienti dall’estero e del 3% per quelli dall’Italia.

Prosegue nel terzo trimestre 2021 la crescita dei prezzi delle materie prime. In Lombardia l’incremento è del 10,8% mentre a Lodi del 9,8%, segnando un’accelerazione rispetto alla crescita più contenuta (+6%) del trimestre passato. Iniziano anche a manifestarsi tensioni sui prezzi dei prodotti finiti, cresciuti del 5,1% in Lombardia e del 4,4% a Lodi.

 

Analisi tendenziale

La dinamica tendenziale dell’industria manifatturiera lodigiana risulta nel complesso positiva, sebbene il recupero rispetto al 2020 del lodigiano sia meno intenso di quanto si osserva a livello di media regionale. Tale discrepanza si spiega però considerando che nel 2020 l’industria lodigiana ha sofferto di meno rispetto a quella lombarda nel complesso e nel terzo trimestre in particolare risultava relativamente più vicina della Lombardia ai livelli pre-pandemia. Per la produzione industriale la crescita annua in provincia è del 5,6%, contro il +12% in Lombardia. Positivo anche il confronto con il periodo pre-pandemia: la variazione rispetto al terzo trimestre 2019 è infatti del +7,9% a Lodi e del +6,2% in Lombardia.

Il fatturato dell’industria lodigiana registra un recupero su base annua del 10,6%, con un forte contributo delle vendite effettuate all’estero in particolare (+19,2%), mentre l’apporto del fatturato interno è decisamente più contenuto (+7%). In regione la crescita annua è stata del 17,5%, con differenze minori tra la componente interna (+17%) e quella estera (+18,3%). A confronto con il terzo trimestre del 2019 il fatturato delle imprese manifatturiere lodigiane è cresciuto del 14,9%, di quelle lombarde del 12,3%.

Gli ordini acquisiti dall’industria lodigiana crescono su base annua del 6,4%; un incremento di entità leggermente maggiore si registra per gli ordinativi provenienti dal territorio nazionale (+6,6%) rispetto a quelli relativi a soggetti esteri (+5,8%). Il dato regionale è del +18,3% annuo per gli ordini nel complesso, scomponibile in un +20% della frazione estera e un +17,2% di quella interna. Il raffronto con il terzo trimestre del 2019 risulta meno brillante seppur positivo: a Lodi gli ordini sono cresciuti in due anni dell’1,7%, in Lombardia del 13,3%.

 

Mercato del lavoro

Gli indicatori del mercato del lavoro dell’industria manifatturiera lodigiana, in contrasto con la congiuntura negativa del trimestre, mostrano segnali di ritorno alla normalità sia per quanto riguarda il ricorso alla cassa integrazione che l’occupazione. Il saldo tra entrate e uscite nel mondo del lavoro in è positivo (+0,3%), con tassi di entrata (2,3%) e uscita (1,9%) più elevati rispetto ai trimestri recenti. Per quanto riguarda la cassa integrazione, nessuna impresa del campione ha dichiarato di avervi fatto ricorso nel trimestre, come avvenuto per l’ultima volta due anni fa. Nel grafico si osserva come il picco di massimo della prima metà del 2020 (attorno al 60% di imprese che ha utilizzato la CIG) si sia gradualmente riassorbito nei trimestri successivi, fino ad azzerarsi nell’ultimo trimestre.

 

 
Previsioni per il quarto trimestre 2021

Le aspettative degli imprenditori manifatturieri lodigiani, in contrasto con gli indicatori in prevalenza negativi del trimestre, vedono prevalere i giudizi ottimisti, registrando peraltro un miglioramento rispetto allo scorso trimestre.

La produzione industriale è attesa in crescita dal 42% degli operatori, una quota nettamente aumentata dal 26,1% del trimestre passato. Solamente il 12% si aspetta invece un calo (erano il 19,6% la scorsa rilevazione) per un saldo positivo che è quindi di ben 30 punti percentuali. Anche i giudizi sull’occupazione sono piuttosto ottimisti: al netto della consueta quota elevata di giudizi di stabilità (77,6%), le aspettative di crescita (16,3%) superano decisamente quelle di riduzione (6,1%).

Anche le aspettative sulla domanda sono orientate verso un incremento degli ordini ed evidenziano un miglioramento del clima di fiducia a confronto con il trimestre precedente. I giudizi degli operatori indicano una leggera preferenza per i mercati esteri (saldo di 11,9 punti tra indicazioni di aumento e di riduzione) rispetto alla domanda nazionale (6,3 punti di saldo).

 

 

 

I dati dell'indagine congiunturale sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons

MI
MB
LO
Trimestre
Secondo
Anno
2021
Settori

Le imprese lodigiane nel secondo trimestre 2021 hanno esportato merci per un valore complessivo di circa 990 milioni di euro di cui 380 milioni riguardano il comparto dell’elettronica che si conferma il più rilevante in provincia, pari al 38,4% delle esportazioni complessive. Due altri comparti superano la soglia dei 100 milioni di euro di esportazioni nel trimestre: si tratta della chimica (145 milioni, il 14,6% del totale) e dell’alimentare (126 milioni, il 12,8%). La graduatoria provinciale dell’export prosegue con il comparto degli apparecchi elettrici che ammonta a 96 milioni di euro, quindi i macchinari con 73 milioni di euro e la gomma-plastica con 52 milioni. Nei primi sei mesi dell’anno le esportazioni lodigiane di prodotti di elettronica valgono 729 milioni, pari al 38,8% dell’intero export provinciale. Per la chimica si registrano quasi 280 milioni di merci dirette all’estero, il 14,9% del totale, mentre la quota dell’alimentare si riduce all’11,9% (224 milioni). Gli apparecchi elettrici costituiscono il 10% dell’export lodigiano (188 milioni), seguono macchinari (145 milioni), gomma-plastica (97 milioni), prodotti in metallo (61 milioni) e prodotti farmaceutici (51 milioni).

L’import del lodigiano nel secondo trimestre del 2021 è pari a quasi 1,6 miliardi di euro di merci, delle quali 603 milioni, ovvero il 37,9% del totale, sono costituite dal comparto dell’elettronica. I flussi di merci del comparto alimentare in arrivo dall’estero risultano pari a 236 milioni di euro (14,8%), quelle dei prodotti farmaceutici valgono invece 224 milioni (14,1%). Le importazioni di prodotti chimici sono pari a 150 milioni di euro, mentre il settore della meccanica è rappresentato dai 113 milioni di euro dei macchinari e dagli 86 milioni dei prodotti in metallo. La composizione settoriale delle importazioni del semestre della provincia di Lodi si discosta poco da quella appena delineata e vede i due terzi circa dei flussi concentrati nei tre comparti maggiori, ovvero elettronica (1,1 miliardi), alimentari (472 milioni) e farmaceutica (408 milioni). Seguono a distanza la chimica, con importazioni per poco meno di 300 milioni di euro e i macchinari, vicini a 210 milioni.

La dinamica del trimestre è condizionata dal confronto con il periodo peggiore della crisi del 2020, con gli effetti del lockdown che hanno portato al minimo i flussi commerciali da e verso l’estero proprio nel secondo trimestre del 2020. La variazione positiva che si osserva ora (+35,3% complessivo) riflette pertanto un ritorno su livelli di attività vicini al periodo precedente la pandemia piuttosto che un’effettiva crescita di questo tenore. A livello settoriale l’eccezione in negativo è rappresentata dall’alimentare, in diminuzione dell’8,8%; si tratta però di un comparto che non aveva sofferto un calo un anno fa, anzi insieme alla farmaceutica risultava in crescita. Hanno recuperato terreno su base annua invece i due principali settori dell’export lodigiano: per l’elettronica si registra un rilevante +63,1%, mentre la chimica si limita a un incremento positivo del 29,3%. L’export di apparecchi elettrici cresce del 30%, quello di macchinari del 24,6%. La dinamica complessiva del semestre vede una variazione annua solo di qualche punto inferiore a quella del trimestre appena trascorso (+28,8%). La variazione positiva riguarda anche in questo caso tutti i principali comparti manifatturieri tranne l’alimentare (-6,4%). L’elettronica, il primo comparto per volume, risulta anche uno di quelli che fa segnare l’incremento maggiore (+58,9%), seguita dai prodotti in metallo (+53,9%). Per gli altri settori che compongono l’export lodigiano si osservano incrementi meno forti, sempre però superiori al 10%: in particolare si tratta, in ordine decrescente, degli apparecchi elettrici (+31,2%), dei macchinari (+22,1%), dei prodotti chimici (+14,5%), della gomma-plastica (+14,1%).

Per la dinamica dell’import del trimestre valgono le stesse considerazioni sull’eccezionalità del secondo trimestre 2020 fatte per l’export. Si registra comunque una variazione positiva non altrettanto elevata (+16,3%), spiegabile almeno in parte col fatto che un anno fa l’import lodigiano aveva patito un calo relativamente contenuto. Tale dinamica positiva coinvolge tutti i maggiori comparti tranne la farmaceutica, per cui l’import del lodigiano è quasi dimezzato rispetto allo stesso periodo del 2020 (-47,6%); come per il calo dell’export di prodotti alimentari, questo dato va considerato alla luce dell’aumento eccezionale dell’import del comparto di un anno fa, ora ridimensionato. Lo stesso comparto alimentare è tra quelli che cresce meno (+9,4%). All’opposto si registra la forte crescita dell’import di prodotti di elettronica (+64,9%), di macchinari (+76,1%) e di prodotti in metallo (+91,4%), mentre è più contenuta la crescita di prodotti chimici (+20,2%). Tendenze analoghe si osservano considerando la scomposizione settoriale della dinamica dell’import dei primi sei mesi dell’anno. Riguardo i tre maggiori comparti per valori assoluti, i flussi in entrata della farmaceutica risultano all’incirca la metà del 2020 (-47,3%), cresce relativamente poco l’alimentare (+7,9%), mentre registra un recupero importante l’elettronica (+53,9%). Tra gli altri comparti, l’incremento della chimica è di modesta entità (+5,5%), registrano forti incrementi invece i macchinari (+78,8%), i prodotti in metallo (+51,6%) e la gomma-plastica (+34,9%).

 

 

 

Aree geoeconomiche globali

Circa il 90% delle merci esportate dalle imprese lodigiane nel trimestre risulta diretto a Paesi europei, in cifre sono 895 milioni di euro, quasi in toto destinati a Paesi parte dell’Unione Europea (850 milioni). La ridotta quota dei Paesi europei non UE vede come partner principali Regno Unito (11,4 milioni) e Svizzera (10,7 milioni). L’export verso l’Asia ammonta a poco più di 50 milioni di euro (il 5,1% del totale), di cui 35 milioni destinati all’Estremo Oriente, in particolare 13,4 milioni a Hong Kong e poco più di 10 milioni alla Cina. Solamente 3,5 milioni sono indirizzati a Paesi dell’Asia Centrale e 12,1 milioni invece al Medio Oriente. L’export delle imprese lodigiane in America vale 28 milioni di euro, la gran parte dei quali (19,5 milioni) riguarda gli Stati Uniti. La distribuzione geografica dell’export del semestre non risulta molto differente: poco più del 90% delle merci in uscita infatti (1,7 miliardi di euro) è diretta verso un Paese europeo. Ben 1,6 miliardi di euro riguarda flussi che interessano Paesi parte dell’Unione Europea, al di fuori della quale si registrano 23,5 milioni di merci esportate nel Regno Unito, 19,3 milioni in Turchia e poco meno di 18 milioni in Svizzera. I flussi verso l’Asia ammontano a poco meno di 100 milioni di euro, dei quali 27,6 milioni diretti in Medio Oriente e circa 65 milioni in Asia Orientale, specie Cina e Hong Kong (44 milioni in tutto). L’export lodigiano in America da ultimo vale 47 milioni di euro, di cui quasi 29 milioni sono destinati agli Stati Uniti.

L’approvvigionamento di merci dall’estero delle imprese lodigiane riguarda per il 57,9% del valore complessivo flussi provenienti da Paesi europei. In cifre si tratta di 922 milioni di euro di merci, quasi interamente relative a scambi interni all’Unione Europea (886 milioni). Al di fuori dell’Europa, il 41,2% dell’import lodigiano (657 milioni di euro) proviene dal continente asiatico; si tratta per la maggior parte (quasi 570 milioni di euro, il 35,7% del totale) di merci di provenienza cinese. Il dato cumulato del primo semestre 2021 conferma la rilevanza di Europa (1,7 miliardi, il 58,7% del totale) e Asia (1,2 miliardi, il 40,4%) per le importazioni delle imprese lodigiane. Dalla sola Cina in particolare provengono merci per un valore complessivo di oltre 1 miliardo, mentre riguardo l’Europa la quasi totalità dei flussi riguarda Paesi UE. Il resto del mondo (America, Africa e Oceania) rileva per meno dell’1% delle merci in arrivo dall’estero nel semestre (circa 26 milioni di euro in tutto).

La dinamica dell’export lodigiano del secondo trimestre 2021 vede rilevanti recuperi verso tutti i continenti, con intensità però molto differenti. Verso l’Europa si osserva un incremento annuo del 35,6%, che riguarda principalmente i Paesi UE (+40%), mentre si osserva una riduzione nei confronti degli altri mercati (-14,8%) per effetto di un forte calo del Regno Unito (-64,4%). L’export verso le Americhe risulta poco più che raddoppiato in un anno, con incrementi di grande entità che riguardano sia la porzione centro-settentrionale del continente (+86,7%) che quella meridionale (+209,4%). L’eccezione arriva dall’Asia, verso la quale si osserva un incremento annuo del 3,2% soltanto. Si tratta però di mercati che non avevano sofferto un calo nel 2020 (in particolare i Paesi del Medio Oriente), che ora subiscono un forte ridimensionamento (-50,9%). Risulta invece positiva la dinamica che riguarda Asia Centrale (+116,1%) e Orientale (+53,7%) in modo particolare la Cina (+98,7%). Nel complesso dei primi sei mesi dell’anno, si conferma una dinamica di deciso recupero rispetto al 2020 (+28,8%), dovuta in primo luogo all’aumento delle vendite nei Paesi europei (+29,4%). Fuori dall’Europa, il bilancio migliore riguarda l’America (+54,3%), inclusi gli Stati Uniti (+39,5%). L’export lodigiano verso l’Asia cresce significativamente di meno (+7,1%), per effetto del calo di questo trimestre dei Paesi del Medio Oriente, che complessivamente registrano -29,6%. Si osserva invece un recupero importante dei Paesi dell’Asia Orientale (+28,2%), dovuto sia alla Cina (+23,5%) che alle quattro Tigri asiatiche (+26,9%), tra cui Hong Kong (+45,7%) e Singapore (+63,3%).

La dinamica dell’import lodigiano del trimestre, pur essendo complessivamente positiva (+16,3%), risulta in calo per quanto riguarda le merci provenienti da Paesi europei (-4,9%): sia quelli dell’Unione Europea (-4,6%) che i rimanenti (-10,8%). La crescita si deve quindi al forte incremento delle importazioni dall’Asia (+66,9%), che riguarda sia i mercati già rilevanti come la Cina (+57,5%) sia altri di minore dimensione come l’India, passata da 2 a 25 milioni di euro di import. Molto positiva la dinamica dell’import dalle Americhe, che pur rimanendo poco rilevante, risulta raddoppiato rispetto al secondo trimestre 2020. La dinamica del semestre conferma la riduzione delle importazioni di merci dall’Europa (-8%), particolarmente accentuata per i Paesi non facenti parte dell’Unione Europea (-30,2%). Risultano quasi raddoppiate invece le importazioni dall’America (+96,1%). Nei confronti dell’Asia i flussi sono cresciuti di circa il 50%, in gran parte dovuti all’incremento della Cina, oltre che dell’India, su valori assoluti più contenuti.

 

 

Dettaglio europeo

La prima destinazione delle esportazioni lodigiane nel trimestre tra i Paesi dell’Unione Europea è la Spagna con 380 milioni di euro. Il secondo mercato è costituito dalla Francia, per un ammontare di 144 milioni, quindi la Germania, che per le imprese lodigiane vale circa la metà della Francia (73 milioni). Su valori di scambi più contenuti, altri partner rilevanti per le imprese lodigiane in Europa sono Belgio (38,9 milioni), Portogallo (27,9 milioni), Polonia e Paesi Bassi. Nel primo semestre 2021 le merci esportate in Spagna ammontano complessivamente a 722 milioni di euro, contro 261 milioni in Francia e quasi 142 milioni in Germania. Cinque altri Paesi valgono almeno 40 milioni di euro in sei mesi, si tratta di Belgio (76 milioni), Portogallo (60 milioni), Polonia (47 milioni), Paesi Bassi (45 milioni) e Slovacchia (40 milioni).

Poco più della metà delle importazioni in arrivo dall’Unione Europea proviene da Germania (229 milioni di euro) e Francia (219 milioni). Partner importanti per il lodigiano sono anche Belgio (91 milioni) e Paesi Bassi (88 milioni) insieme alla Spagna (88 milioni). La Repubblica Ceca è il mercato di approvvigionamento più importante nell’Europa dell’Est (56 milioni). Nei primi sei mesi del 2021, il primo Paese europeo di provenienza delle merci si conferma la Germania (441 milioni), seguita dalla Francia (411 milioni). Le importazioni dal Belgio ammontano a poco meno di 180 milioni di euro, seguono Paesi Bassi e Spagna sullo stesso ordine di grandezza, mentre con 106 milioni di euro troviamo la Repubblica Ceca.

La dinamica dell’export nel trimestre mette in evidenza forti recuperi verso tutte le maggiori direttrici dell’Unione Europea. La Spagna risulta tra i mercati in maggiore crescita in termini percentuali (+75%). Forte crescita anche verso i maggiori mercati dell’Europa dell’Est, ovvero Polonia (+68%), Slovacchia (+61,9%) e Repubblica Ceca (+61,1%); relativamente più contenuto il recupero annuo che riguarda le vendite del lodigiano in Francia (+15,4%), Germania (+12,5%) e Belgio (+17,4%). I Paesi Bassi risultano invece uno dei pochi mercati in calo (-12%). Considerando il bilancio dei primi sei mesi dell’anno, la performance del mercato spagnolo si conferma estremamente brillante (+81,5%). Rimangono in negativo i Paesi Bassi (-9,8%) a cui si aggiunge la Repubblica Ceca (-48,4%), che aveva sofferto un forte calo nel primo trimestre dell’anno. Risultano in netto recupero rispetto al 2020 Portogallo (+52,9%), Polonia (+49,1%), Belgio (+23,9%) e Slovacchia (+20,6%). Per i partner commerciali più importanti del lodigiano, Spagna esclusa, si registra un recupero di minore entità, in particolare +11,2% dell’export verso la Francia e +8% verso la Germania.

La dinamica dell’import del trimestre risulta negativa nei confronti del complesso dei Paesi UE (-4,6%). I primi due mercati presentano tendenze del tutto opposte: mentre diminuisce sensibilmente l’import dalla Germania (-16,1%), cresce in misura analoga quello dalla Francia (+14,8%). Performance opposte anche tra i vicini Belgio, in crescita (+24,7%), e Paesi Bassi, in calo (-38,2%). Tra i principali partner commerciali di Lodi in Europa, la Repubblica Ceca è quello da cui l’import è cresciuto maggiormente (+61,8%). Il bilancio del primo semestre 2021 risulta in negativo per la maggior parte dei principali Paesi. Si osserva un calo minimo delle merci in arrivo da Francia (-0,6%) e Spagna (-0,7%), molto più accentuato per quanto riguarda Germania (-18,3%) e Paesi Bassi (-32,4%). Aumentano per contro gli approvvigionamenti di merci da Belgio (+19,3%) e Repubblica Ceca (+66,6%).

 

 

MI
MB
LO
Trimestre
Secondo
Anno
2021
Indice della produzione industriale

Nel secondo trimestre 2021 l’artigianato manifatturiero lodigiano mette in evidenza una forte crescita della produzione su base annua (+8,4%), che riflette però, più che una fase di vera e propria espansione, un recupero rispetto al punto più basso toccato durante il lockdown del secondo trimestre 2020. Risulta positivo anche il confronto con la media dell’anno 2019 (+20,4%). Per contro, dal grafico emerge una dinamica congiunturale sostanzialmente nulla, almeno per quanto riguarda l’indicatore della produzione. Il numero indice della produzione (costruito con l’anno 2010 come base posto uguale a 100) è pari a 82,4, risalito dal punto di minimo di 74,5 toccato un anno fa, ma invariato rispetto allo scorso trimestre.

 

 
Analisi congiunturale

Osservando il dettaglio degli indicatori congiunturali, la dinamica della produzione è vicina allo zero. Per contro, come avviene anche a livello regionale, si osserva una crescita del fatturato, presumibilmente per uno svuotamento delle scorte di magazzino, oltre che degli ordini.

La produzione registra una minima flessione dello 0,1% (dato destagionalizzato), un risultato comunque migliore di quello rilevato a livello lombardo, dove la riduzione trimestrale della produzione artigianale risulta più accentuata (-0,5%). La dinamica di fatturato e ordini per l’artigianato lodigiano è invece migliore, in particolare crescono del 2,8% il fatturato e del 3,7% gli ordini. A livello regionale si registra la medesima dinamica positiva che arriva al +1% per il fatturato e al +3,2% per gli ordini.

Non si arresta nel trimestre la crescita dei prezzi delle materie prime, al contrario aumenta di intensità rispetto allo scorso trimestre, come osservato anche nell’indagine congiunturale dell’industria. L’incremento congiunturale dei prezzi delle materie prime è risultato del 13,8% in Lombardia, che arriva fino al 18% a Lodi, a fronte di un aumento dei prezzi dei prodotti finiti limitato a un +4,5%.

 

Analisi tendenziale

Le variazioni tendenziali di questo trimestre raffrontano i livelli attuali con il secondo trimestre del 2020, ovvero il periodo maggiormente interessato dalle chiusure delle attività del primo lockdown in risposta alla pandemia. La dinamica positiva riflette pertanto in primo luogo il recupero di almeno una parte del terreno perduto nel 2020. A confronto con la Lombardia, nel lodigiano si osserva una ripresa minore dei tre indicatori rilevati, a fronte però di una flessione di minore entità che si era osservata nel 2020. Il confronto con i dati medi del 2019, quindi precedenti la pandemia, risulta ugualmente positivo per quanto riguarda produzione (+20,4%) e fatturato (+15,6%), meno brillante invece per il portafoglio ordini (+0,6%).

Su base annua la produzione cresce dell’8,4% per l’artigianato lodigiano, rispetto a un +22,6% osservato in Lombardia. Gli ordini di grandezza della dinamica degli altri due indicatori risultano simili alla produzione, si osserva infatti un incremento tendenziale del 7,5% per il fatturato e dell’8,9% per gli ordini. In Lombardia, a fronte di un calo più pesante nel 2020 il recupero del 2021 è più rilevante, in particolare del 25,3% per il fatturato e del 19,5% per gli ordini.

 

Previsioni per il terzo trimestre 2021

Le aspettative degli artigiani lodigiani per il prossimo trimestre mostrano un lieve miglioramento se confrontate con quelle espresse nelle scorse rilevazioni, pur mantenendo una prevalenza di giudizi negativi per le tre variabili rilevate.

Riguardo le previsioni sull’andamento della produzione, il 17,9% degli operatori si aspetta un aumento, contro il 20,5% che invece indica più probabile una diminuzione. Il saldo è quindi negativo (-2,6 punti percentuali) sebbene in continuo miglioramento rispetto ai trimestri passati, come emerge anche dal grafico. I giudizi sulla domanda interna sono più pessimisti di quelli sulla produzione: le aspettative di crescita si limitano al 16,2% degli artigiani intervistati, contro il 24,3% che si attende una riduzione. Riguardo l’occupazione infine il 7,7% degli operatori si attende un calo, mentre il 10,3% indica una riduzione.

 

 
MI
MB
LO
Trimestre
Secondo
Anno
2021
Indice della produzione industriale

L’industria manifatturiera lodigiana nel secondo trimestre 2021 registra una forte crescita di tutti gli indicatori su base annua. Tale dinamica riflette un recupero dei livelli produttivi persi durante il lockdown nel secondo trimestre del 2020. Dati più significativi emergono dal confronto con la media annua del 2019, ovvero il periodo precedente la pandemia, che restituiscono un quadro ugualmente positivo. In cifre, la variazione annua della produzione è stata del +14%, portando il numero indice della produzione (calcolato ponendo pari a 100 l’anno 2010) a quota 132. Dal grafico emerge chiaramente il recupero avvenuto rispetto ai punti più bassi toccati nella prima metà del 2020 e anche il superamento dei livelli produttivi toccati in precedenza fino al 2019.

 

 
Analisi congiunturale

Gli indicatori congiunturali dell’industria manifatturiera lodigiana risultano positivi, confermando così il trend di crescita dello scorso trimestre. La produzione industriale registra una dinamica piuttosto robusta pari al +5,2% (dato destagionalizzato), superiore al +3,7% osservato a livello regionale.

Il fatturato dell’industria lodigiana cresce del 6%, mentre la dinamica lombarda si ferma al +4,6%. Alla crescita contribuiscono in misura leggermente maggiore le vendite realizzate in Italia rispetto all’estero. La quota del fatturato estero sul totale, pari al 35,6% nel trimestre in esame, risulta quasi invariata rispetto alla scorsa rilevazione, mantenendosi al di sotto della media regionale che si attesta al 38,7%.

Il dato degli ordini è quello relativamente meno dinamico, anche a confronto con la Lombardia. A Lodi si osserva infatti una crescita congiunturale del 2,3% degli ordini dall’estero e del 2,1% per gli ordini dall’Italia; a livello lombardo osserviamo rispettivamente un +6,1% per la componente estera e un +3,8% per quella interna.

Come già osservato lo scorso trimestre, si mantiene elevata la crescita dei prezzi delle materie prime; tuttavia, mentre in Lombardia la variazione trimestrale è del +11%, le imprese manifatturiere lodigiane osservano un incremento di minore entità (+6%).

 

Analisi tendenziale

La dinamica tendenziale risulta particolarmente positiva per tutti gli indicatori, ma come già accennato ciò si deve al fatto che il trimestre attuale è confrontato con quello più critico delle chiusure seguite alla pandemia del 2020. Dal grafico si osserva anche che la provincia di Lodi mostra variazioni positive decisamente meno evidenti di quanto succede mediamente in Lombardia, in virtù del fatto che il calo di un anno fa era risultato meno forte nel lodigiano che altrove. L’indicatore della produzione in primo luogo registra un incremento del 14%, contro il 32,5% in regione. Il confronto con la media dei quattro trimestri del 2019 indica invece una crescita dell’8,3%, più vicina in questo caso al dato regionale (+9,3%).

Il fatturato dell’industria lodigiana registra un recupero su base annua del 25,6%, grazie in particolare all’apporto delle vendite realizzate in Italia (+27,9%). In Lombardia il rimbalzo in positivo risulta pari al 41,5%, e anche in questo caso risulta più significativo l’incremento della componente interna (+43,1%). A confronto con il 2019, il fatturato delle imprese manifatturiere lodigiane è cresciuto (+9,5%), sebbene di circa la metà di quanto avvenuto in regione (+18,3%).

Gli ordini infine crescono su base annua del 17%; come per il fatturato, è la componente interna quella più positiva (+18,4%), mentre relativamente più contenuto appare l’apporto degli ordini esteri (+14,8%). In Lombardia il rimbalzo positivo è di ben altro ordine di grandezza (+43%), mentre se osserviamo la variazione non rispetto a un anno fa bensì confrontata con il 2019, gli ordini dell’industria sono cresciuti del 10,5% a Lodi e del 13,5% in Lombardia.

 

Mercato del lavoro

Gli indicatori del mercato del lavoro dell’industria manifatturiera lodigiana nel secondo trimestre 2021 mostrano un peggioramento sia riguardo l’occupazione che il ricorso delle imprese alla Cassa integrazione, nonostante lo scenario congiunturale complessivamente positivo. Il saldo tra entrate e uscite nel mondo del lavoro è leggermente negativo (-0,2%) per un peggioramento del tasso di uscita pari all’1,4% mentre il tasso di entrata rimane fermo all’1,2%. Le imprese manifatturiere lodigiane che hanno dichiarato di avere fatto ricorso alla CIG nel trimestre sono il 19,6%, una percentuale decisamente più bassa dei picchi attorno al 60% raggiunti a inizio 2020 ma comunque in risalita rispetto all’11,4% della scorsa rilevazione. In termini di percentuale ricorso alla cassa integrazione sul monte ore trimestrale ci sono poche variazioni, passando dall’1,4% dello scorso trimestre all’1,6% dell’attuale.

 

 
Previsioni per il terzo trimestre 2021

Le aspettative degli imprenditori manifatturieri lodigiani indicano un leggero peggioramento del clima di fiducia. Per tre indicatori su quattro rimane comunque una leggera prevalenza di giudizi positivi, l’eccezione in negativo è costituita dall’occupazione.

Riguardo la produzione, il 26,1% degli operatori si aspetta una crescita (in leggero calo dal 29,5% dello scorso periodo) contro il 19,6% che invece indica un calo (saliti dal 13,6% di tre mesi fa), per un saldo positivo quindi di 6,5 punti percentuali. Riguardo l’occupazione, l’80,4% degli operatori indica stabilità, mentre tra i rimanenti prevalgono leggermente i giudizi di diminuzione (10,9%) su quelli di aumento (8,7%).

Le aspettative sulla domanda vedono un saldo tra ottimisti e pessimisti leggermente migliore per la domanda interna rispetto a quella estera (4,3 punti percentuali contro 2,5). Le indicazioni degli operatori sul mercato interno sono comunque relativamente più prudenti: il 60,9% non si aspetta variazioni, contro il 47,5% per i mercati esteri.

 

 

 

I dati dell'indagine congiunturale sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons

MI
MB
LO
Trimestre
Primo
Anno
2021
Settori

Le esportazioni delle imprese lodigiane nel primo trimestre 2021 ammontano a quasi 890 milioni di euro. In termini settoriali, il primo comparto si conferma l’elettronica, che nel trimestre vale 349 milioni di euro, ovvero il 39,2% delle esportazioni provinciali complessive. Il secondo comparto per dimensioni è la chimica, che con 134 milioni di euro incide per il 15,1% sull’export totale. Poco al di sotto dei 100 milioni di euro si collocano il comparto alimentare (97,7 milioni di euro, l’11% del totale) e quello degli apparecchi elettrici (92,6 milioni, 10,4%). Attorno ai 72,5 milioni di euro troviamo i macchinari e a 45 milioni la gomma-plastica.

L’import del lodigiano vale complessivamente 1,4 miliardi di euro, di cui il 75,9% si concentra in quattro comparti soltanto. Il primo, come per l’export, è costituito dall’elettronica, i cui flussi di merci importate nel trimestre ammontano a 516 milioni di euro (36,1% del totale). Gli approvvigionamenti di prodotti alimentari sono pari a 236 milioni di euro (16,6%), 184 milioni quelli del comparto farmaceutico (12,9%), 147 milioni infine per la chimica (10,3%). Al di sotto della soglia dei 100 milioni di euro di flussi in entrata tutti gli altri comparti, tra cui i macchinari (96,6 milioni).

La dinamica dell’export lodigiano del trimestre è positiva nel complesso (+22,4%) e anche a livello settoriale si osserva una netta prevalenza di comparti in forte crescita. Il maggiore contributo alla crescita arriva dall’elettronica, che registra un incremento annuo del 54,5%: sono circa 123 milioni di euro in più rispetto allo stesso periodo del 2020. La chimica registra una crescita di entità relativamente contenuta (+2%), ben più rilevante la dinamica degli apparecchi elettrici (+32,5%) e dei macchinari (+19,7%). L’eccezione in negativo arriva dall’alimentare (-3,1% rispetto al 2020), un comparto però che lo scorso anno era stato l’unico a essere cresciuto, insieme alla farmaceutica.

Le importazioni nel trimestre da parte delle imprese lodigiane crescono complessivamente del 4,1%, molto meno dunque rispetto all’incremento dell’export. A livello settoriale è l’elettronica il settore che ha contribuito maggiormente alla crescita, registrando un aumento del 42,8% (circa 155 milioni di incremento); si osserva un forte incremento percentuale anche per i macchinari (+82%) e i prodotti in metallo (+22,6%), ben più contenuto per l’alimentare (+6,4%). L’import dei prodotti farmaceutici al contrario vede quasi dimezzati i flussi rispetto a inizio 2020 (-47%); negativa anche la dinamica della chimica (-6,2%).

 

 

 

Aree geoeconomiche globali

Circa il 90% delle merci esportate dalle imprese lodigiane nel trimestre risulta diretto a Paesi europei, in cifre 806 milioni di euro, la gran parte dei quali (767 milioni) sono partner UE. Tra i restanti Paesi europei fuori dall’Unione (39,5 milioni), l’export lodigiano si orienta in prevalenza verso Regno Unito (12 milioni) e Turchia (10 milioni). L’export verso l’Asia vale 48,8 milioni di euro (il 5,5% del totale), di cui quasi 30 milioni destinati all’estremo oriente, in particolare circa 20,5 milioni tra Cina e Hong Kong. Verso i Paesi del Medio Oriente sono dirette 15,5 milioni di euro di merci, solo 3,5 milioni invece in Asia Centrale. Le esportazioni delle imprese lodigiane in America valgono 19 milioni (2,1%), dei quali più della metà (11 milioni) diretta negli Stati Uniti.

Nel primo trimestre del 2021, gli approvvigionamenti di merci dall’estero delle imprese lodigiane riguardano per il 59,6% prodotti provenienti dall’Europa, per un valore di 851 milioni di euro, di cui 827 milioni da Paesi UE. Fuori dall’Europa si conferma una rilevante quota di importazioni da Paesi asiatici, per quasi 565 milioni di euro nel trimestre (il 39,5% del totale provinciale), in larga parte provenienti dalla sola Cina (513 milioni).

La dinamica dell’export lodigiano del primo trimestre 2021 è positiva verso tutti i continenti. La crescita più significativa si registra nei confronti dell’Europa pari al +23,2%; cresce il complesso dei mercati UE (+27,6%), mentre al di fuori dell’Unione si osserva una riduzione (-26,5%), imputabile principalmente al Regno Unito (-60,9%). L’export verso l’Asia cresce su base annua dell’11,6%, circa 5 milioni di euro in più rispetto al 2020. Si osserva una discreta performance sia verso il Medio Oriente (+6,5%) che verso l’Asia Orientale (+7,2%), mentre è più che raddoppiato, con volumi che rimangono però contenuti, l’export verso l’Asia Centrale. Tra i principali Paesi, in calo l’export diretto in Cina (-10,4%), compensato però da una forte crescita di Hong Kong (+51,9%). Crescono infine del 12,8% i flussi diretti nel continente americano, grazie a una dinamica positiva dell’America Centro-Meridionale (+41,9%), mentre si riduce l’export verso la parte settentrionale del continente (-2%).

La dinamica dell’import del trimestre vede una forte riduzione delle merci provenienti da Paesi europei (-11,2%), sia dai partner dell’Unione Europea (-9,5%) sia dai restanti Paesi (-47,2%). Al contrario, la crescita complessiva beneficia di un importante incremento dei mercati asiatici (+39%), dovuto principalmente all’aumento dei flussi dalla Cina (+42,2%). Cresce fortemente anche l’import dalle Americhe (+86,6%), che rimane comunque marginale in termini di incidenza sul totale dei flussi (0,6% soltanto).

 

 

Dettaglio europeo

Il primo mercato delle imprese lodigiane tra i Paesi UE si conferma la Spagna, verso cui sono diretti 342 milioni di euro di merci. Il secondo mercato è la Francia, per un valore di quasi 117 milioni di euro. Più distanziata in graduatoria la Germania (68,8 milioni), seguono il Belgio (37 milioni) e il Portogallo (32,5 milioni).

Riguardo alle importazioni dall’Unione Europea, Germania e Francia sono i primi due mercati di approvvigionamento del lodigiano, per un valore rispettivamente di 212 milioni e 192 milioni di euro nel trimestre. Ammontano a circa 88 milioni di euro per ogni Paese i flussi di merci provenienti da Paesi Bassi e Belgio, 85 milioni dalla Spagna e 50 milioni dalla Repubblica Ceca.

In termini di dinamica, si osserva una performance positiva dell’export verso gran parte dei Paesi UE. Degno di nota il dato della Spagna, con flussi in crescita su base annua dell’89,3% (161 milioni di euro di incremento). Una robusta crescita si registra anche nei confronti di Portogallo (+79,1%), Polonia (+33,7%) e Belgio (+31,4%), più contenuta verso Francia (+6,3%) e Germania (+3,6%). Tra i pochi mercati in calo, il più rilevante per volumi di scambi è quello dei Paesi Bassi (-7,5%).

La dinamica dell’import del trimestre per contro è negativa per i tre principali Paesi di approvvigionamento delle imprese lodigiane. Nel dettaglio si osserva un calo del 20,6% per la Germania, del 13,9% per la Francia e del 25,3% per i Paesi Bassi. Tra i Paesi in crescita si segnalano Belgio (+14,2%) e Spagna (+3,2%); in termini percentuali, significativo il dato della Repubblica Ceca (+72,3%).

 

 

MI
MB
LO
Trimestre
Primo
Anno
2021
Indice della produzione industriale

L’industria manifatturiera lodigiana nel primo trimestre 2021 mette in evidenza una crescita importante degli indicatori rilevati su base tendenziale e una buona performance anche di quelli congiunturali, quindi in rapporto al quarto trimestre del 2020. Gli indicatori tendenziali invece comparano la situazione attuale con quella del primo trimestre dello scorso anno, nel quale l’inizio del lockdown aveva comportato l’arresto forzato di molte attività. Per quanto riguarda la produzione industriale, la crescita annua è stata del 7,4%, il che significa un recupero di parte del terreno perduto, ma ancora non del tutto. Come si osserva nel grafico, il numero indice della produzione (calcolato ponendo pari a 100 l’anno 2010) risale a quota 122,9, rimanendo quindi ancora al di sotto del livello medio del 2019.

 

 
Analisi congiunturale

Come accennato, gli indicatori congiunturali dell’industria lodigiana sono positivi, mostrando una performance migliore della media regionale. La produzione industriale torna infatti a crescere dopo una flessione a fine 2020: si tratta di un +0,9% (dato destagionalizzato), mentre in Lombardia si osserva un dato ugualmente positivo, ma di minore entità (+0,2%).

La dinamica degli altri indicatori è altrettanto positiva. Il fatturato dell’industria lodigiana cresce del 2,2%, mentre la dinamica lombarda si ferma al +0,5%. L’apporto alla crescita arriva prevalentemente dalle vendite realizzate sul territorio nazionale, rispetto al fatturato realizzato all’estero. Di conseguenza, rispetto al trimestre scorso si riduce leggermente la quota del fatturato estero sul totale, pari nello specifico al 35,5%, un dato che si mantiene di qualche punto percentuale al di sotto della media regionale, che si attesta al 39,6%.

Negli ordinativi troviamo una conferma della minore spinta alla crescita della domanda estera in questa fase, tuttavia osserviamo una crescita congiunturale di un certo rilievo sia per gli ordinativi provenienti dall’estero (+2,9%), che dall’Italia (+2,2%). A livello regionale, entrambe le componenti del portafoglio ordini fanno registrare una crescita dell’1,3%.

Da ultimo, si rileva una tensione sui prezzi delle materie prime, cresciuti su base congiunturale del 5,6% (in Lombardia 8,1%), un dato che potrebbe condizionare i livelli produttivi dei prossimi trimestri.

 

Analisi tendenziale

La dinamica tendenziale – come accennato – è estremamente positiva per tutti gli indicatori. Si tratta comunque, va ricordato, del raffronto con il primo trimestre del 2020 coinvolto dal lockdown nel mese di marzo; riflette pertanto un ritorno a volumi di attività più simili a quelli pre-Covid. La crescita della produzione (+7,4% a Lodi e +8,7% in Lombardia), pur molto rilevante, risulta perfino inferiore a quella degli altri indicatori.

Il fatturato dell’industria lodigiana cresce su base annua del 9,1%, mentre in Lombardia arriva fino al +11,1%. In termini di suddivisione tra vendite realizzate in Italia e all’estero, a Lodi la crescita della componente estera (+10,4%) supera quella interna (+8,5%). In Lombardia accade l’opposto, in quanto l’incremento annuo del fatturato interno è maggiore delle vendite realizzate all’estero (+11,8% contro +10,2%).

La dinamica degli ordini è quella che presenta la crescita più significativa in termini percentuali, si tratta del +10,7% a Lodi e del +11,8% in Lombardia. Nel lodigiano si osserva una forte differenza tra gli ordini provenienti dall’estero, per i quali la crescita è stata del 15,6%, rispetto a quelli provenienti dall’Italia, cresciuti dell’8%. In regione si osserva invece un’espansione del portafoglio ordini che beneficia maggiormente del mercato nazionale (+12,6%) rispetto a quello estero (+10,5%).

 

Mercato del lavoro

Gli indicatori del mercato del lavoro delle imprese manifatturiere del lodigiano nel primo trimestre 2021 riflettono il quadro relativamente positivo emerso dall’osservazione degli indicatori congiunturali, mostrando un miglioramento rispetto al trimestre passato sia sul fronte dell’occupazione che del ricorso alla cassa integrazione. La crescita degli addetti nel trimestre è risultata dell’1%, un dato migliore rispetto a quanto osservato nel corso del 2020, frutto di un tasso di ingresso dell’1,7% e soprattutto di un tasso di uscita particolarmente contenuto, fermo allo 0,7%. Le imprese manifatturiere lodigiane che hanno dichiarato di avere fatto ricorso alla CIG nel trimestre sono state solamente l’11,4%, circa la metà rispetto alla rilevazione precedente, in continua discesa dal picco attorno al 60% toccato nei primi due trimestri del 2020. Il minore ricorso alla CIG si rileva anche in termini di percentuale di cassa integrazione sul monte ore trimestrale, pari all’1,4%; era il 4% tre mesi fa, mentre aveva sfiorato il 9% nella fase più critica di inizio 2020.

 

 
Previsioni per il secondo trimestre 2021

Le aspettative degli imprenditori manifatturieri lodigiani per il prossimo futuro risultano particolarmente positive. In coerenza con la crescita degli indicatori congiunturali rilevati nel trimestre, è in miglioramento anche il clima di fiducia, riguardo sia la produzione che la domanda.

I giudizi di aumento della produzione riguardano il 29,5% degli operatori (erano il 19% tre mesi fa), mentre il 13,6% indica una riduzione (erano il 23,8% lo scorso trimestre). Il saldo tra ottimisti e pessimisti risulta quindi ampiamente positivo. I giudizi sull’occupazione vedono una larga prevalenza di aspettative di stabilità (79,5%), mentre – tra chi si attende una variazione – i giudizi di aumento (13,6%) sono il doppio di quelli di riduzione (6,8%).

Come abbiamo visto, la domanda estera ha registrato nel trimestre una crescita maggiore di quella interna, tuttavia le aspettative degli operatori risultano più ottimiste per quanto riguarda il mercato interno. Nel dettaglio, il 34,1% si aspetta un aumento della domanda interna contro il 27% per la domanda estera, mentre le aspettative di riduzione sono attorno al 16% in entrambi i casi.

 

 

 

I dati dell'indagine congiunturale sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons