Lodi

Abbreviazione
LO
MI
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Trimestre
Quarto
Anno
2022
Settori

L’export lodigiano del quarto trimestre del 2022 vale complessivamente 1,5 miliardi di euro, ben più della metà dei quali (57,6%) riguarda prodotti di elettronica, in cifre si tratta di poco più di 900 milioni di euro. La chimica è il secondo comparto più importante in provincia, vale 171 milioni di euro di export in tre mesi (11%), seguono l’alimentare (132 milioni pari all’8,5% del totale) e gli apparecchi elettrici (104 milioni ovvero il 6,7%). Nessun altro comparto supera i 100 milioni di euro di merci esportate, attorno ai 50 milioni si collocano i settori dei macchinari e della gomma-plastica. Il dato complessivo dell’anno 2022 è di 2,7 miliardi di euro di esportazioni per il comparto dell’elettronica, poco più della metà dei flussi complessivi (51,2%). Il resto della graduatoria coincide con quello dell’ultimo trimestre, troviamo quindi la chimica (688 milioni, il 12,7% del totale), l’alimentare (555 milioni ovvero il 10,2%) e gli apparecchi elettrici (409 milioni pari al 7,6%). Tra gli altri comparti, la gomma-plastica vale quasi 220 milioni di euro, mentre tra i 170 e i 180 milioni di euro troviamo farmaceutica, prodotti in metallo e macchinari.

Le importazioni di merci della provincia di Lodi nel trimestre in esame sono pari a 2,8 miliardi di euro. Come per l’export, l’elettronica è il comparto più importante per Lodi, vale infatti quasi 1,6 miliardi di euro, in percentuale il 56,5% dei flussi del trimestre. L’alimentare risulta il secondo comparto per dimensioni, si tratta di 382 milioni di euro di merci in arrivo dall’estero (13,5% del totale), segue la farmaceutica (303 milioni, pari al 10,7%). La graduatoria continua con la chimica che vale circa la metà della farmaceutica (151 milioni), nessun altro comparto supera la soglia dei 100 milioni. Considerando l’intero anno 2022 l’import del lodigiano si avvicina ai 10 miliardi di euro dei quali 4,7 miliardi riguardano l’elettronica (48,6%). Valgono più di un miliardo di euro anche i comparti dell’alimentare (poco sotto 1,4 miliardi di euro pari al 14,3%) e della farmaceutica (1,2 miliardi ovvero il 12,9%).

In termini di dinamica le esportazioni del trimestre crescono di oltre il 50% rispetto allo stesso periodo del 2021. È bene osservare che si tratta di variazioni relative ai flussi di scambi con l’estero misurati in euro correnti, che quindi per loro natura incorporano i forti fenomeni inflattivi che hanno caratterizzato gli ultimi mesi; se osserviamo i dati espressi in quantità, disponibili però solamente a livello regionale, si nota una performance decisamente inferiore per tutti i comparti, molti dei quali risultano addirittura in calo. Il contributo principale alla crescita, sia in termini percentuali che in valori assoluti, arriva dal comparto più grande ovvero l’elettronica che registra esportazioni più che doppie rispetto al quarto trimestre periodo del 2021 (+111%), oltre 470 milioni di euro in più. Tra gli altri comparti maggiori si segnala una buona crescita dell’alimentare (21,5%), mentre risultano molto più contenuti gli incrementi che riguardano gli apparecchi elettrici (11,7%) e i prodotti chimici (8,7%). Alcuni comparti minori registrano invece un calo del valore delle merci esportate, in particolare macchinari (-14,5%) e gomma-plastica (-7,4%). La crescita annua delle esportazioni rimane elevata anche se consideriamo il dato cumulato, che registra un incremento del 39,6%. L’elettronica si conferma il principale motore della crescita dell’export lodigiano, registra infatti una variazione positiva dell’80,9% (1,2 miliardi di euro in più in valori assoluti). Tra gli altri comparti che valgono almeno 100 milioni di euro di merci esportate, la farmaceutica risulta quello con la crescita migliore in termini percentuali (44,1%), seguita dai prodotti in metallo (29,4%) e dall’alimentare (20,6%). Una crescita più modesta riguarda gli apparecchi elettrici (10,8%) e la gomma-plastica (4,7%), mentre i macchinari chiudono l’anno con un bilancio decisamente negativo (-34,1%).

La crescita delle importazioni delle imprese lodigiane del quarto trimestre 2022 risulta relativamente più contenuta delle esportazioni, si attesta infatti al 39,1%. Come per l’export è l’elettronica il comparto a registrare la crescita più importante, si tratta di un aumento del 71,3% (665 milioni di euro in più rispetto al quarto trimestre 2021). Una dinamica di crescita più contenuta riguarda invece le importazioni del comparto alimentare (25,5%) e della farmaceutica (20,9%). Nonostante la forte crescita complessiva non sono pochi i comparti in calo, tra questi si segnalano la chimica (-7%), i prodotti in metallo (-23,8%) e i macchinari (-11,7%). La dinamica complessiva del 2022 indica una crescita del 37,9% che riguarda la quasi totalità dei comparti. L’apporto più rilevante alla crescita viene dall’elettronica, per cui le importazioni lodigiane sono aumentate del 65,7% rispetto al 2021. Incrementi molto rilevanti riguardano anche i flussi di merci del settore alimentare (+33,1%) e dell’abbigliamento (+47,1%), relativamente più contenuto invece l’aumento che riguarda la farmaceutica (+15,6%). Il comparto dei macchinari si conferma la principale eccezione in negativo (-41,9%), a cui si aggiunge un calo di entità minore che riguarda gli apparecchi elettrici (-3,3%).

 

 

 

Aree geoeconomiche globali

In termini geografici le esportazioni delle imprese lodigiane del trimestre si dirigono verso Paesi europei per oltre il 90% del valore dei flussi, in valori assoluti 1,4 miliardi di euro, prevalentemente indirizzati a partner UE. I Paesi europei non facenti parte dell’UE sono meta di meno di 50 milioni di euro di merci, dirette principalmente verso Regno Unito e Svizzera (circa 13 milioni per ciascun Paese). L’Asia vale poco più di 60 milioni di euro per le imprese lodigiane (il 3,9% del totale), di cui 28 milioni diretti in Asia Orientale e 24 milioni in Medio Oriente. I singoli mercati più importanti sono costituiti dalla Cina (9,2 milioni di euro) e dall’India (5,7 milioni). I flussi diretti verso l’America valgono infine poco meno di 38 milioni di euro (2,4% del totale), indirizzati in buona parte agli Stati Uniti (22,8 milioni). Nell’intero anno 2022 le esportazioni provinciali dirette a Paesi europei sfiorano il valore di 5 miliardi di euro, in termini percentuali il 91,7% del totale. Ben 4,8 miliardi di euro riguardano Paesi parte dell’Unione Europea, i restanti Paesi intercettano 179 milioni di euro dei quali 55 milioni diretti nel Regno Unito, 47 milioni in Svizzera e 35 milioni in Turchia. I flussi che interessano l’Asia valgono 240 milioni di euro, la maggior parte dei quali diretta in Asia Orientale, in particolare 55 milioni in Cina e 53 milioni nelle quattro Tigri Asiatiche. Il continente americano è meta, infine, di 131 milioni di euro di esportazioni, delle quali 77 milioni riguardano gli Stati Uniti.

Le importazioni delle imprese lodigiane nel trimestre provengono per circa il 40% da Paesi europei, in valori assoluti pari a 1,1 miliardi di euro. La quasi totalità di queste merci proviene da Paesi UE, solamente 54 milioni di euro riguardano Paesi non UE, principalmente il Regno Unito (38 milioni). Più della metà delle importazioni del trimestre proviene dall’Asia, si tratta di 1,6 miliardi di euro (58,6%); tali flussi provengono per gran parte dalla Cina (quasi 1,4 miliardi), tra i restanti Paesi si segnala solamente l’India (173 milioni). Le importazioni complessive del lodigiano nel 2022 indicano una prevalenza dei mercati asiatici (5 miliardi di euro) su quelli europei (4,6 miliardi). Per quanto riguarda l’Asia la maggior parte dei flussi è relativa a merci di provenienza cinese (4,4 miliardi), ma si riscontra anche un discreto apporto dell’India (341 milioni). Per quanto riguarda l’Europa si tratta di 4,4 miliardi provenienti da Paesi UE e quasi 200 milioni dagli altri mercati, tra cui soprattutto il Regno Unito.

La dinamica dell’export lodigiano del quarto trimestre 2022 evidenzia variazioni positive di entità importante verso tutte le maggiori destinazioni. Restano valide le valutazioni fatte osservando la dinamica dei settori, si tratta di valori in euro correnti che incorporano quindi i forti aumenti dei prezzi avvenuti a confronto con il 2021. Il continente europeo registra la crescita più significativa in termini percentuali, si tratta di un incremento del 54,9% che non risente del calo (-15,9%) dei mercati extra UE, tra i quali si segnalano flessioni per Svizzera, Regno Unito e Russia. I mercati asiatici registrano una crescita decisamente più contenuta di quella dell’Europa, si attesta infatti all’11,9%. Nei confronti del Medio Oriente si osserva una crescita importante (30,6%), mentre sono in calo i flussi che riguardano l’Asia Orientale (-15,9%), dove si segnala un dato particolarmente negativo per la Cina (-43,2%); all’opposto il mercato indiano evidenza flussi aumentati di quasi cinque volte rispetto al quarto trimestre 2021. L’export verso le Americhe cresce del 31,7%, registrando una performance migliore nei mercati della parte settentrionale del continente (+34,4%) rispetto a quella centro-meridionale (+25,9%). L’osservazione del dato complessivo dell’anno 2022 indica la stessa dinamica di crescita osservata nel singolo trimestre, mentre si riducono le differenze di crescita tra i continenti. Nei confronti dei Paesi europei le esportazioni lodigiane crescono del 41,1%, registrando al contempo un calo del 5,6% per i mercati europei non parte dell’Unione Europea. Le esportazioni dirette nel continente americano crescono del 36,2%, con una performance migliore dei Paesi della parte centro-meridionale del continente (+39,3%) rispetto a quella settentrionale (+34,8%). La crescita dei mercati asiatici si ferma invece al 20%. L’Asia Centrale e in particolare l’India registrano flussi raddoppiati rispetto al 2021, il Medio Oriente cresce del 36,6%, mentre l’Asia Orientale segna un incremento minimo del 5,6%. Crescono le esportazioni in Cina (+21,3%), mentre il mercato di Hong Kong registra una pesante flessione (-50,6%).

L’import della provincia di Lodi cresce rispetto al quarto trimestre del 2021 del 39,1%, registrando un forte incremento del valore delle merci in arrivo soprattutto dall’Asia pari al 68,5%. Si osserva in particolare un marcato aumento dei flussi provenienti dall’India, passati da circa 11 milioni nel quarto trimestre 2021 a 173 milioni nello stesso periodo del 2022. Cresce di oltre il 50% anche il principale mercato di approvvigionamento del lodigiano che è la Cina (+52,1%). I flussi provenienti da Paesi europei crescono solamente del 12%, con una buona performance dei mercati non UE (+30,2%). Negativo invece il bilancio delle merci in arrivo dal continente americano (-17,8%), in particolare per effetto di un calo registrato dagli Stati Uniti (-35,6%). La dinamica complessiva dell’intero anno non si discosta molto da quella dell’ultimo trimestre, le importazioni crescono del 37,9% e il contributo maggiore alla crescita viene dall’Asia (63,1%), in modo particolare India e Cina. Le importazioni lodigiane dall’Europa crescono del 18%, con un incremento che arriva al 46% per i Paesi europei non UE. Si osserva infine una crescita del 18,7% nei confronti del continente americano nonostante una flessione del 17,7% che riguarda gli Stati Uniti.

 

 

Dettaglio europeo

La Spagna si conferma il primo mercato europeo per le esportazioni lodigiane nel trimestre, vale 866 milioni ovvero circa il 55% dell’export provinciale complessivo. Il secondo paese è la Francia verso la quale si registrano flussi per 150 milioni di euro. Più distanti in graduatoria troviamo Germania (68 milioni) e Portogallo (63 milioni), quindi Paesi Bassi (33 milioni) e Belgio (31 milioni). Tra gennaio e dicembre 2022 le esportazioni dirette in Spagna ammontano a 2,7 miliardi di euro, quasi esattamente la metà del totale provinciale. Il resto della graduatoria ricalca quella del trimestre, la Francia è seconda a una certa distanza con 622 milioni, più distanti ancora Germania (267 milioni) e Portogallo (205 milioni). Altri tre Paesi superano la soglia dei 100 milioni di euro esportati in dodici mesi, si tratta di Belgio (135 milioni), Paesi Bassi (115 milioni) e Polonia (102 milioni), primo mercato dell’Europa dell’Est.

Le importazioni delle imprese di Lodi dall’Unione Europea provengono in primo luogo dalla Germania (318 milioni di euro) e dalla Francia (217 milioni), due mercati che da soli valgono circa la metà dell’import di provenienza UE. Sopra ai 100 milioni di euro troviamo anche Paesi Bassi (120 milioni), Spagna (116 milioni) e Belgio (102 milioni), più distante la Polonia (51 milioni). Nell’intero 2022 l’import lodigiano dalla Germania è pari a 1,3 miliardi di euro, poco meno del 14% dei flussi di merci in arrivo dall’estero. Le importazioni dalla Francia valgono 890 milioni di euro, dalla Spagna 520 milioni e dai Paesi Bassi 438 milioni.

La dinamica dell’export di Lodi verso l’Unione Europea vede una crescita del 59,5% nel trimestre in esame, spinta ovviamente dalla dinamica inflattiva, registrando variazioni positive verso quasi tutti i mercati. La Spagna oltre a essere il Paese più rilevante è anche quello cresciuto di più, il valore dei flussi è quasi esattamente raddoppiato in un anno. In termini percentuali cresce molto anche il vicino Portogallo (84,7%), mentre per tutti gli altri Paesi gli incrementi risultano inferiori alla media. Tra i Paesi più rilevanti si osserva una crescita relativamente contenuta nei confronti della Francia (21,6%) e soprattutto della Germania (5,1%). Sono solamente due i mercati in calo tra quelli illustrati nel grafico, in ordine di importanza Belgio (-9,5%) e Grecia (-24,9%). La dinamica annua conferma il ruolo trainante di Spagna (+76,3%) e Portogallo (+66%); in termini percentuali spicca anche la crescita del Lussemburgo (+191,9%), meno rilevante però in valori assoluti. Crescono meno della media Francia (19,9%) e Paesi Bassi (20,7%), chiudono l’anno in calo invece Germania (-2,8%) e Belgio (-9,4%).

L’import delle imprese lodigiane da Paesi UE nel quarto trimestre cresce relativamente poco, fermandosi all’11,2%. I mercati che registrano gli incrementi percentuali più rilevanti sono relativamente piccoli per volumi di merci scambiate, quali Malta (+73,8%), Austria (+52,5%) e Grecia (+42,3%). Germania e Spagna crescono più della media, entrambe attorno al 20%, Paesi Bassi e Belgio evidenziano variazioni solo leggermente in terreno positivo (rispettivamente 2% e 5,4%), per la Francia si registra un calo (-6,6%). Considerando il dato cumulato dell’intero 2022, la crescita annua dell’import lodigiano dall’Unione Europea risulta del 17%, spinta verso l’altro soprattutto da Germania (29,9%), Spagna (32,1%) e Polonia (30,9%). Tra i partner maggiori del lodigiano, crescono meno della media le importazioni provenienti da Paesi Bassi (11,1%), Francia (4,2%) e Belgio (2,1%). L’unico mercato in calo è la Repubblica Ceca (-29,8%), che aveva visto forti riduzioni dei flussi nei primi tre trimestri dell’anno.

 

 

MI
MB
LO
Trimestre
Quarto
Anno
2022
Indice della produzione industriale

Nel quarto trimestre 2022 l’artigianato manifatturiero lodigiano registra una crescita piuttosto robusta, vicina a quanto avviene a livello regionale, che fa seguito ad alcuni trimestri di sostanziale stabilità. La produzione in particolare registra una dinamica particolarmente sostenuta: fatturato e ordini sono in positivo, ma crescono a una velocità inferiore; rimane allo stesso tempo un marcato contrasto con le aspettative, che vedono una netta prevalenza di giudizi pessimisti. Su base annua la produzione cresce del 6,5%; nel grafico si osserva come i livelli produttivi arrivano finalmente a superare quelli di fine 2019 precedenti la pandemia, con un lento recupero tra 2021 e 2022 dei minimi toccati nel 2020. Osservando una porzione più ampia del grafico, peraltro, si può notare che le difficoltà dell’artigiano lodigiano risalgono a prima del Covid, avendo attraversato una fase di forte contrazione tra 2018 e 2019. Il numero indice della produzione (costruito con l’anno 2010 come base posto uguale a 100) arriva a quota 86,2 nel trimestre in esame, al di sopra del punto di minimo di 78,8 del secondo trimestre del 2020, ma ancora qualche punto al di sotto dei livelli raggiunti nel 2018.

 

 
Analisi congiunturale

La dinamica congiunturale dell’artigianato del lodigiano presenta un quadro complessivamente positivo per tutti gli indicatori; la crescita di produzione e ordini risulta allineata al dato lombardo; solo per la dinamica del fatturato si osserva un gap rispetto alla performance regionale.

A Lodi la produzione dell’artigianato manifatturiero cresce su base congiunturale dell’1,9% (dato destagionalizzato), in Lombardia dell’1,7%. Per quanto riguarda il fatturato, in provincia aumenta dello 0,7%, al di sotto della crescita osservata in regione, che arriva all’1,5%. Si registra un discreto aumento anche degli ordini, incrementati in tre mesi dello 0,8% a Lodi, a livello regionale la crescita è solo di poco inferiore (+0,6%).

Nel trimestre in esame inizia a rallentare la corsa dei prezzi sia delle materie prime sia dei prodotti finiti, dopo oltre un anno di incrementi sempre crescenti. Nonostante tale rallentamento, si registra ancora una crescita congiunturale elevata: attorno al 10% sia in provincia che in regione per quanto riguarda le materie prime, mentre per i prodotti finiti l’incremento rilevato è del 5,2% a Lodi e del 6% in Lombardia.

 

Analisi tendenziale

Il confronto con il quarto trimestre del 2021 evidenzia una buona dinamicità dell’artigianato manifatturiero lodigiano riprendendo un sentiero di crescita che si era interrotto nei trimestri più recenti: Lodi si avvicina quindi alla velocità di risalita che si osserva per l’artigianato lombardo nel complesso.

La crescita annua della produzione dell’artigianato manifatturiero lodigiano arriva al 6,5% superando il dato del 4,9% che si osserva a livello regionale. Per il fatturato invece, nonostante gli incrementi di prezzo, a Lodi si registra un aumento solamente del 2,9%, mentre in regione il dato supera – seppur di poco – l’incremento della produzione, assestandosi al 5,6%. Gli ordinativi registrano il dato relativamente meno positivo del trimestre sia a livello provinciale che regionale. La crescita risulta peraltro quasi identica nei due livelli territoriali (2,3% a Lodi e 2,4% in Lombardia).

 

Previsioni per il primo trimestre 2023

Le aspettative degli operatori sul prossimo trimestre non seguono il trend positivo del trimestre, ma registrano al contrario un deciso peggioramento rispetto alle opinioni espresse tre mesi fa. Per tutti e tre gli indicatori rilevati (produzione, occupazione e domanda interna) il saldo tra giudizi di aumento e riduzione è infatti negativo e solo per l’occupazione si osserva un lieve miglioramento.

Riguardo la produzione, l’11,1% degli imprenditori artigiani si aspetta una crescita, mentre sono il 38,9% a indicare un calo (in forte aumento dal 22,5% del trimestre scorso), risultando in un saldo negativo di 27,8 punti percentuali (erano 12,5 punti tre mesi fa). Per la domanda interna si osserva una quota maggiore di giudizi di stabilità rispetto alla produzione (57,9% contro 50%), ma tra i restanti la quota di opinioni pessimiste (34,2%) rimane molto superiore a quella degli ottimisti (7,9%); il saldo negativo è vicino a quello della produzione (-26,3 punti percentuali) e registra lo stesso deciso peggioramento rispetto ai giudizi espressi lo scorso trimestre. Le aspettative sull’occupazione sono le uniche che migliorano – pur rimanendo negative – con il saldo tra giudizi di crescita e riduzione, che passa da -7,7 a -5,3 punti; la gran parte degli operatori esprime comunque, come di consueto, giudizi di stabilità (84,2%).

 

 
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MB
LO
Trimestre
Quarto
Anno
2022
Indice della produzione industriale

La produzione dell’industria manifatturiera lodigiana subisce un calo su base congiunturale nel quarto trimestre del 2022, in contrasto alla dinamica di crescita che si osserva in Lombardia. Proseguono invece su un sentiero di crescita gli indicatori degli ordini e del fatturato; quest’ultimo risente anche degli incrementi dei prezzi, che in questo trimestre per la prima volta da oltre un anno mostrano evidenze di miglioramento. In contrasto con la frenata della produzione, le aspettative sul futuro degli imprenditori lodigiani risultano in miglioramento. Su base annua la produzione industriale mostra una variazione positiva, ma di poco superiore allo zero (+0,3%), registrando come si osserva nel grafico un significativo rallentamento rispetto ai precedenti trimestri. Il numero indice (calcolato ponendo pari a 100 l’anno 2010) si colloca in leggera discesa, a quota 135,6. Osservando l’andamento della curva del numero indice della produzione manifatturiera emergono chiaramente la forte flessione della prima metà del 2020 e la successiva ripresa, con il recupero di un percorso di crescita nel 2021 che arriva però a interrompersi nel 2022, caratterizzato invece da una sostanziale stagnazione dei livelli produttivi.

 

 
Analisi congiunturale

Gli indicatori congiunturali dell’industria manifatturiera lodigiana indicano come accennato un calo della produzione, mentre la dinamica di fatturato e ordini si mantiene di segno positivo. La produzione industriale del manifatturiero lodigiano si riduce su base congiunturale dello 0,2% (dato destagionalizzato); a livello regionale non si osserva lo stesso fenomeno, al contrario la produzione evidenzia una robusta crescita (+0,8%).

Una simile differenza tra il dato provinciale e quello regionale si nota per la dinamica del fatturato; a Lodi si registra una crescita limitata (+0,3%), in Lombardia un incremento molto più importante (+1,7%), probabilmente anche per effetto dei fenomeni inflattivi. A Lodi la quota di fatturato proveniente dalle vendite realizzate all’estero nel trimestre risulta del 33%, in crescita rispetto ai trimestri recenti, ma ancora qualche punto al di sotto del dato regionale, pari al 38,8%.

La dinamica degli ordini vede una minima crescita delle commesse provenienti dall’estero (+0,1%), che avevano subìto un discreto calo tre mesi fa, più confortante il dato degli ordini interni cresciuti dello 0,5%. A livello regionale invece è la domanda interna a essere più in difficoltà, facendo segnare un calo dello 0,2%, mentre gli ordinativi provenienti dall’estero registrano una crescita dello 0,3%.

Si osserva un rallentamento della velocità di aumento dei prezzi delle materie prime rispetto agli scorsi trimestri, sia in provincia che in regione. L’incremento congiunturale dei prezzi delle materie prime a Lodi è stato del 5% (in Lombardia 5,2%), tre mesi fa era del 7,1% (in Lombardia 9,8%). La crescita dei prezzi dei prodotti finiti rallenta in Lombardia (passando dal 6,1% di tre mesi fa al 4,3% attuale), non ancora a Lodi (l'aumento passa dal 3,4% al 4,7%).

 

Analisi tendenziale

Il quadro degli indicatori tendenziali dell’industria lodigiana vede un forte ridimensionamento della crescita della produzione, vicina quasi allo zero; un analogo rallentamento riguarda la componente estera di fatturato e ordini, compensata però in parte dalla performance del mercato nazionale. A Lodi rispetto al quarto trimestre 2021 la produzione cresce solamente dello 0,3%. Anche nel resto della regione si osserva un rallentamento della crescita, che tuttavia risulta del 2,7%.

Il fatturato dell’industria lodigiana, complice anche il contestuale incremento dei prezzi, continua a registrare una significativa crescita annua pari al 6,4%; come accennato però risultano poco dinamiche le vendite effettuate all’estero, cresciute rispetto al 2021 dello 0,6%, mentre il fatturato realizzato in Italia mostra un’ottima performance (+9,2%). In Lombardia si osserva al contrario una crescita maggiore del fatturato estero dell’industria (+11,1%) rispetto a quello interno (+8%).

Gli ordini del lodigiano registrano una discreta crescita (+3,1%) superiore anche al dato regionale (+2,7%). Si osserva però – come per il fatturato – una criticità che riguarda la componente estera, aumentata solamente dello 0,4%, contro quella interna che raggiunge invece il +4,4%. In Lombardia si osserva una crescita più importante per il portafoglio ordini estero (+3,7%) rispetto a quello nazionale (+2%).

 

Mercato del lavoro

Gli indicatori rilevati riguardo al mercato del lavoro dell’industria manifatturiera lodigiana continuano a mostrare un quadro complessivamente positivo. Il dato più critico è relativo alla cassa integrazione, che nel quarto trimestre 2022 registra un incremento della percentuale di imprese che dichiarano di averne fatto ricorso; il fenomeno rimane però relativamente contenuto sia in termini di quota sul numero di imprese (4,8%) sia sul monte ore complessivo (0,5%). Nel grafico si osserva come il picco di massimo della prima metà del 2020 (attorno al 60% di imprese che ha utilizzato la CIG) si sia gradualmente riassorbito nei trimestri successivi, in particolare nella seconda metà del 2021. Per quanto riguarda il mercato del lavoro, il saldo tra entrate e uscite di lavoratori risulta in pareggio, come già avvenuto nello scorso trimestre; il tasso di ingresso del trimestre (1,4%) mostra comunque una maggiore dinamicità rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e di due anni fa, quando lo stesso tasso era fermo all’1%.

 

 
Previsioni per il primo trimestre 2023

Come accennato in precedenza, i dati sulle aspettative degli imprenditori del manifatturiero lodigiano non seguono il rallentamento dei principali indicatori e in particolare della produzione, ma evidenziano invece un generale miglioramento del clima di fiducia. Tutte e quattro le domande sulle aspettative producono infatti un saldo positivo tra giudizi di aumento e di diminuzione, migliorato perfino rispetto a tre mesi fa.

Il 28,6% degli operatori si attende una crescita della produzione (la quota era del 20,5% lo scorso trimestre), solamente il 7,1% ritiene invece più probabile un calo (erano il 17,9% tre mesi fa). Il saldo tra ottimisti e pessimisti risulta quindi positivo di oltre 20 punti, in netto miglioramento. Più prudenti i giudizi riguardo la produzione, che vedono comunque una prevalenza delle aspettative di crescita (14,3% dei rispondenti) su quelle di calo (9,5%).

Le aspettative sulla domanda degli imprenditori lodigiani indicano un generale miglioramento che riguarda soprattutto i mercati esteri. La domanda estera è attesa in crescita dal 24,3% degli operatori (il doppio rispetto ai giudizi rilevati lo scorso trimestre), mentre solamente il 10,8% indica di aspettarsi un calo. Per la domanda interna i giudizi ottimisti si fermano al 16,7%, superiori comunque di quasi 5 punti percentuali alle opinioni pessimiste (11,9%).

 

 

 

I dati dell'indagine congiunturale, rivolta a un campione di imprese con 10 o più addetti, sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons.

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Trimestre
Terzo
Anno
2022
Settori

Nel terzo trimestre del 2022 le imprese lodigiane hanno esportato beni per un valore di poco meno di 1,4 miliardi, dei quali più della metà (il 52,3% pari a 730 milioni di euro) è costituita da prodotti del comparto dell’elettronica che si conferma il più rilevante in provincia. Tre altri comparti superano la soglia dei 100 milioni di euro di esportazioni nel trimestre, si tratta della chimica (172 milioni, il 12,4% del totale), dell’alimentare (156 milioni, l’11,2%) e degli apparecchi elettrici (102 milioni). Tra i restanti comparti, solamente la gomma-plastica vale più di 50 milioni di export nel trimestre per il lodigiano. Nei primi tre trimestri del 2022 l’export lodigiano di elettronica arriva a 1,8 miliardi di euro, pari al 48,6% dell’intero export provinciale. La chimica si conferma il secondo comparto per dimensioni, circa 517 milioni di export in nove mesi (13,4% del totale), l’alimentare si colloca terzo con 422 milioni (10,9%). Gli apparecchi elettrici valgono 305 milioni di euro, seguiti a distanza dalla gomma-plastica (168 milioni), quindi altri tre comparti superiori ai 100 milioni di euro (farmaceutica, prodotti in metallo, macchinari).

L’importazione di merci dall’estero del lodigiano nel terzo trimestre del 2022 ammonta invece a 2,4 miliardi di euro; l’elettronica costituisce quasi la metà (49%) di questi flussi per 1,2 miliardi di euro. Il valore dell’import del comparto alimentare è pari a 358 milioni di euro (14,4%), seguito dal comparto farmaceutico che vale 310 milioni di euro di merci (12,5%). L’import della chimica è pari a 179 milioni di euro, seguono i prodotti in metallo con 111 milioni e la gomma-plastica con 86 milioni. Nei primi nove mesi del 2022 il dato delle importazioni della provincia di Lodi indica sempre l’elettronica come comparto principale, per un ammontare di 3,1 miliardi di euro di merci in arrivo dall’estero (45,5% del totale). Il secondo comparto è l’alimentare, con flussi che valgono poco più di 1 miliardo di euro, seguito dalla farmaceutica (963 milioni) e ad una certa distanza dalla chimica (582 milioni).

La dinamica dei flussi con l’estero evidenzia una crescita annua particolarmente elevata, superiore al 40%. Trattandosi di dati espressi in euro correnti, la crescita dei flussi riflette però anche gli incrementi dei prezzi, particolarmente significativi nel corso del 2022; i dati sui flussi di interscambio espressi in quantità, disponibili solamente a livello regionale, indicano invece un calo della maggior parte dei settori, specie riguardo l’export. Le esportazioni del lodigiano registrano un incremento sul terzo trimestre del 2021 del 45,9%. L’apporto maggiore alla crescita viene dal comparto principale dell’elettronica, che ha visto quasi un raddoppio dei flussi rispetto allo stesso periodo del 2021 (+97,1%), in cifre quasi 360 milioni di euro in più. Anche gli altri comparti maggiori registrano comunque una crescita rilevante, pari al 20% per gli apparecchi elettrici, al 20,8% per la chimica e al 25,3% per l’alimentare. L’unico comparto di rilievo in calo risulta essere quello dei macchinari (-35,9%). Il dato della variazione dell’export lodigiano relativo ai primi nove mesi dell’anno registra un incremento dei flussi rispetto al 2021 pari al 35,2%. L’elettronica si conferma il comparto in maggiore espansione registrando una crescita che arriva al 69,3% su base annua. Attorno al 20% l’incremento delle esportazioni annue del lodigiano di prodotti chimici (+20,3%) ed alimentari (+20,4%). Più modesta la crescita degli apparecchi elettrici (+10,5%) e della gomma-plastica (+9%), nettamente superiore alla media invece la farmaceutica (+58%). Come nell’ultimo trimestre, si osserva poi una flessione che riguarda i flussi di merci del comparto dei macchinari (-40%).

Per quanto riguarda l’import la crescita annua degli approvvigionamenti dall’estero dalle imprese lodigiane risulta del 48,9%, di poco superiore all’incremento dell’export. L’elettronica è il comparto per cui si osserva la crescita più importante: come per l’export si tratta di valori all’incirca doppi rispetto al terzo trimestre del 2021 (+105,8%, in cifre 625 milioni di euro in più). Tra i comparti più rilevanti per volumi di scambio si segnalano forti incrementi dei flussi dei prodotti in metallo (+40%), dell’alimentare (+31,7%) e della chimica (+23,4%). In controtendenza la farmaceutica, che registra un aumento dell’import solamente dell’1,1%. Se consideriamo la dinamica dei primi nove mesi del 2022 a confronto con lo stesso periodo del 2021, la crescita risulta del 37,3%. L’elettronica è sempre il comparto che guida la crescita: l’import lodigiano cresce infatti del 63% in un anno. Per quasi tutti i maggiori comparti, i flussi di merci in arrivo dall’estero sono cresciuti più del 10%: in particolare si osserva una crescita del 42,5% per i prodotti in metallo, del 36,1% per l’alimentare e del 33,2% per la gomma-plastica. In calo troviamo solamente due comparti manifatturieri relativamente poco importanti per valore economico, ovvero i macchinari (-50,5%) e gli apparecchi elettrici (-4,2%).

 

 

 

Aree geoeconomiche globali

L’export lodigiano del trimestre si dirige in gran parte verso Paesi europei: in valori assoluti si tratta di poco meno di 1,3 miliardi di euro di merci, il 92,6% del totale provinciale, quasi interamente destinati a Paesi dell’Unione Europea. Ai Paesi europei non facenti parte dell’UE sono destinati 44 milioni di euro, con i mercati principali costituiti da Regno Unito (14,5 milioni) e Svizzera (11,3 milioni). L’export verso l’Asia ammonta a 53 milioni di euro (il 3,8% del totale), di cui quasi 30 milioni indirizzati a Paesi dell’Asia orientale, 11 milioni e mezzo diretti in Cina e altrettanti alle “Quattro Tigri”. Una quota discreta (18 milioni) riguarda i Paesi del Medio Oriente mentre solamente 4,8 milioni l’Asia centrale. I flussi diretti verso l’America valgono infine 34 milioni di euro (2,5% del totale), dei quali 18,5 milioni sono indirizzati agli Stati Uniti. La distribuzione geografica dell’export tra gennaio e settembre 2022 vede la quota del continente europeo pari al 91,5% dei flussi totali (in valori assoluti 3,5 miliardi di euro). La quasi totalità di queste merci è indirizzata a Paesi parte dell’Unione Europea, mentre i mercati extra-comunitari intercettano 132 milioni di euro dei quali 42 milioni riguardano il Regno Unito, 34 milioni la Svizzera e 25 milioni la Turchia. L’export diretto in Asia vale quasi 180 milioni di euro, più della metà dei quali riguarda l’Asia orientale, in particolare la Cina con 46 milioni. Infine le esportazioni delle imprese lodigiane nel continente americano nei primi nove mesi dell’anno arrivano a poco meno di 94 milioni di euro, dei quali 54 milioni destinati agli Stati Uniti.

Le merci importate dall’estero dalle imprese lodigiane nel trimestre provengono per meno della metà (46,6%) da Paesi europei, si tratta di 1,1 miliardi di euro in valori assoluti. Solamente 59 milioni di euro di questi riguardano Paesi non UE, in particolare il Regno Unito (27 milioni). Le importazioni dall’Asia valgono più di quelle dall’Europa in questo trimestre, si tratta di 1,3 miliardi di euro, il 52,4% del totale; quasi tutti i flussi provengono dalla sola Cina, il principale mercato di approvvigionamento per le imprese lodigiane, ben 1,1 miliardi di euro in tre mesi. Tra gennaio e settembre 2022 le importazioni del lodigiano dai Paesi europei superano quelle dall’Asia per circa 100 milioni di euro (circa 3,5 miliardi di euro dall’Europa contro 3,4 dall’Asia). Quasi esattamente 3 miliardi di euro di merci provengono dalla Cina. America, Africa e Oceania insieme rilevano invece per poco più di 60 milioni di euro, meno dell’1% dell’import provinciale complessivo.

La dinamica dell’export lodigiano del terzo trimestre 2022 registra importanti variazioni positive verso la maggioranza delle principali destinazioni. Restano valide le osservazioni fatte osservando la dinamica dei settori: si tratta di valori in euro correnti che incorporano quindi i forti aumenti dei prezzi avvenuti a confronto con il 2021. I flussi verso l’Europa sono aumentati del 47,9%, grazie in particolare alla dinamica dei Paesi UE (+51,3%); in calo invece gli altri mercati (-9,5%) tra cui la Svizzera (-2,1%) e soprattutto la Russia (-80,4%), verso la quale sono in vigore le sanzioni seguite all’invasione militare dell’Ucraina. La crescita verso i mercati asiatici è più contenuta di quella dell’Europa, limitandosi al 13,3%; si osservano forti incrementi verso Medio Oriente (+45%) e Asia centrale (+45,9%), compensati però dal calo dei Paesi dell’Asia orientale (-3,2%). Cresce l’export lodigiano verso la Cina (+18,2%), in negativo si collocano invece Corea del Sud (-47,1%) e Hong Kong (-49,2%). L’export verso le Americhe cresce più della media provinciale (+64,5%) evidenziando peraltro una buona performance sia della parte settentrionale del continente (+60,5%) che di quella centro-meridionale (+72,5%). La dinamica dei primi nove mesi dell’anno registra una performance meno brillante di quella del trimestre per i mercati europei, migliore invece per quelli asiatici. Le esportazioni dirette verso i Paesi europei crescono del 36,1%, con un piccolo calo che riguarda i mercati del continente non parte della UE (-1,2%) tra cui Turchia (-13,1%) e Russia (-51,3%). Le esportazioni dirette nel continente americano crescono del 38,2%, in particolare si registra un +34,9% verso l’America settentrionale e un +45,1% verso l’America centro-meridionale. La direttrice asiatica cresce del 23% rispetto al 2021, con una buona crescita verso tutte e tre le macro-aree del continente. L’Asia orientale registra la crescita inferiore in termini percentuali (+13,1%), con una dinamica diametralmente opposta tra la Cina in positivo (+56,5%) e l’ex territorio britannico di Hong Kong in negativo (-53,1%).

Le importazioni delle imprese lodigiane crescono rispetto al terzo trimestre del 2021 del 48,9% con incrementi da tutti i maggiori mercati di approvvigionamento, ma in particolare si osserva un valore dei flussi quasi raddoppiato (+97,5%) dal continente asiatico. Tale incremento si spiega prevalentemente con l’aumento dei flussi dalla Cina (+94,8%) che significano 570 milioni di euro in più sul 2021, ma si osservano forti incrementi anche da altri mercati, tra cui l’India è il principale (+328,1%). L’import dalle Americhe cresce del 36%, per effetto di incrementi che riguardano i Paesi dell’America centro-meridionale (+82,1%). L’import dall’Europa infine cresce solamente del 16,2% (+14,3% l’Unione Europea). Anche riguardo alla dinamica cumulata dei primi nove mesi dell’anno la crescita più robusta si osserva per l’Asia (+60,7%), dovuta principalmente all’incremento dei flussi dalla Cina (+58,2%). I flussi di import dall’Europa crescono invece del 20,1%, con incrementi che riguardano sia i mercati UE (+19%) che gli altri Paesi (+53%). Aumentano del 34,9% le importazioni del lodigiano dal continente americano, nonostante un calo che riguarda gli Stati Uniti (-10,4%).

 

 

Dettaglio europeo

Il primo mercato di sbocco per le esportazioni lodigiane nel trimestre in Unione Europea è la Spagna con 713 milioni di euro, più della metà dell’export UE. Segue a distanza la Francia verso la quale le imprese lodigiane hanno esportato per 164 milioni. Più distanti in graduatoria troviamo Germania (64 milioni) e Portogallo (51 milioni), quindi Belgio (35 milioni) e Paesi Bassi (28 milioni). Il dato cumulato dei primi nove mesi del 2022 colloca ancora in prima posizione la Spagna con un ammontare di 1,8 miliardi di euro, seguita dalla Francia con 471 milioni. La Germania vale poco meno di 200 milioni di euro di esportazioni, anche Portogallo e Belgio superano i 100 milioni di euro (142 e 104 milioni rispettivamente).

Il primo Paese dell’Unione Europea da cui importano le imprese di Lodi è la Germania (339 milioni di euro), il secondo la Francia (208 milioni). Spagna (129 milioni) e Paesi Bassi (107 milioni) si collocano al di sopra dei 100 milioni di euro, il Belgio poco al di sotto (96 milioni), mentre nessun altro mercato supera i 50 milioni. Tra gennaio e settembre 2022 superano di poco il miliardo di euro le merci in arrivo dalla Germania, dalla Francia ammontano invece a 673 milioni. La Spagna si trova in terza posizione con 403 milioni; seguono a distanza i Paesi Bassi (318 milioni), il Belgio (273 milioni) e la Polonia (121 milioni).

L’export di Lodi verso l’Unione Europea cresce rispetto al terzo trimestre 2021 del 51,3% e quasi tutti i mercati registrano variazioni positive. In termini di crescita percentuale si distingue il Lussemburgo (+359,5%) su volumi di scambio però relativamente contenuti. Più rilevanti per la quantità di merci coinvolte i dati di crescita dei Paesi iberici: la Spagna cresce del 91,5% e il Portogallo dell’81,2%. Risulta inferiore alla media la crescita di Francia (+24,5%), Paesi Bassi (+11,1%) e Repubblica Ceca (+27,5%). Tra i pochi Paesi in calo i due più rilevanti sono Germania (-2,1%) e Belgio (-4,3%) a cui si aggiunge la Grecia (-47%). Riguardo la dinamica complessiva dei primi nove mesi dell’anno si confermano dinamici i mercati di Spagna (+66,9%) e Portogallo (+58,8%), driver principali della crescita in Europa. Rimane positiva ma di un ordine di grandezza inferiore la dinamica di Francia (+19,3%), Paesi Bassi (+15%) e Polonia (+13,3%). Come nell’ultimo trimestre, la variazione cumulata di Germania e Belgio risulta negativa (rispettivamente -5,2% e -9,4%).

Le importazioni delle imprese lodigiane da Paesi UE nel trimestre crescono meno della media, solamente del 14,3%; tutti i maggiori mercati di approvvigionamento in Europa risultano in crescita salvo la Repubblica Ceca (-22,7%). Gli incrementi più rilevanti riguardano Spagna (+32,8%) e Polonia (+32,3%); scorrendo la graduatoria osserviamo un trend di forte crescita anche per Grecia (+42,4%) e Ungheria (+50,8%). Molto più modesto invece l’incremento dell’import da Francia (3,8%) e Belgio (5,3%). Il dato cumulato dei primi nove mesi dell’anno indica, tra i principali partner del lodigiano, importazioni in forte crescita da Germania (+33,2%), Spagna (+36%) e Polonia (+29,8%). Più contenuta la progressione di Paesi Bassi (+15%) e Francia (+8,3%), quasi nulla la crescita del Belgio (+0,9%). La Repubblica Ceca è l’unico Paese presente nel grafico per cui le importazioni sono calate (-40,3%).

 

 

MI
MB
LO
Trimestre
Terzo
Anno
2022
Indice della produzione industriale

Continua anche nel terzo trimestre del 2022 un periodo di stasi per l’artigianato manifatturiero lodigiano, mentre in regione si osserva ancora una dinamica piuttosto positiva, seppure in rallentamento. Si osserva una minima crescita della produzione e una contrazione di fatturato e ordini su base congiunturale, contestualmente a un forte peggioramento delle aspettative. La variazione annua della produzione segna una minima crescita dello 0,5%, rimanendo ancora al di sotto dei livelli precedenti la pandemia; nel grafico si osserva una sostanziale stagnazione dei livelli produttivi da fine 2021 a oggi. Osservando una porzione più ampia del grafico, peraltro, si può notare che la difficoltà dell’artigiano lodigiano risale anche a prima del Covid, avendo subìto un forte calo della produzione per tutto il 2019. Il numero indice della produzione (costruito con l’anno 2010 come base posto uguale a 100) risulta pari a 83,4, al di sopra del punto di minimo di 78,8 del secondo trimestre del 2020, ma allo stesso tempo una decina di punti al di sotto dei livelli toccati nel 2018.

 

 
Analisi congiunturale

La dinamica congiunturale dell’artigianato del lodigiano vede un piccolo incremento della produzione accompagnato da un calo di fatturato e ordinativi; in Lombardia tutti e tre gli indicatori sono invece positivi, sebbene la crescita rallenti rispetto ai trimestri passati.

La produzione nel lodigiano cresce su base congiunturale dello 0,2% (dato destagionalizzato), in Lombardia il dato sale allo 0,6%. La dinamica del fatturato vede un calo per Lodi dello 0,6%, nonostante il contemporaneo incremento dei prezzi, che contribuisce alla crescita del dato regionale (+1,7%). Anche dall’indicatore degli ordini arrivano segnali non buoni: si osserva infatti per gli artigiani lodigiani un calo congiunturale degli ordini, sebbene contenuto (-0,1%). In Lombardia invece si osserva ancora un incremento degli ordinativi (+0,4%).

Continua anche nel terzo trimestre 2022 a manifestarsi un’elevata crescita dei prezzi sia delle materie prime che dei prodotti finiti, sia per gli artigiani di Lodi che del resto della Lombardia. L’incremento congiunturale dei prezzi delle materie prime nel trimestre in esame arriva al 17,6% a Lodi e al 15,2% in Lombardia; accelera la crescita dei prezzi dei prodotti finiti a Lodi fino al 9,9%, superando il dato regionale dell’8,1%.

 

Analisi tendenziale

Il confronto con il terzo trimestre del 2021 conferma le criticità dell’artigianato manifatturiero lodigiano, in antitesi con una crescita piuttosto robusta che invece caratterizza l’artigianato lombardo nel complesso. Tutti e tre gli indicatori evidenziano infatti una dinamica piuttosto tiepida e un forte divario rispetto al dato regionale.

La crescita annua della produzione dell’artigianato manifatturiero lodigiano si ferma allo 0,5%, in contrasto con la crescita del 4,9% che si osserva a livello regionale. Fenomeni analoghi si osservano per gli altri due indicatori rilevati. Per il fatturato si registra una crescita dello 0,7% a Lodi contro un 7,4% in Lombardia, dove è più evidente l’impatto della crescita dei prezzi. La dinamica degli ordini è quella migliore per l’artigianato della provincia, con un incremento annuo dell’1,1%; rimane comunque un’importante differenza con la crescita regionale, che risulta del 3,3%.

 

Previsioni per il quarto trimestre 2022

Le aspettative espresse dagli operatori sul prossimo trimestre evidenziano un netto peggioramento del clima di fiducia rispetto ai giudizi orientati alla cautela della prima metà del 2022. Il saldo tra giudizi positivi e negativi riporta infatti il segno “meno” per tutti e tre gli indicatori rilevati (produzione, occupazione e domanda interna), che risultano peraltro in peggioramento rispetto allo scorso trimestre.

Solamente il 10% degli imprenditori artigiani si aspetta una crescita della produzione (più che dimezzati dal 24,4% di tre mesi fa), rispetto al 22,5% che indica invece un calo, per un saldo negativo di 12,5 punti percentuali (lo scorso trimestre era ancora leggermente positivo). I giudizi sulla domanda interna vedono un identico 10% di opinioni positive, mentre sale al 27,5% la quota di chi si attende una riduzione; il saldo è quindi ampiamente negativo (-17,5 punti percentuali) e – come si osserva anche dal grafico – si registra un sensibile peggioramento sul trimestre passato, quando già si osservava una prevalenza di opinioni pessimiste. Anche i giudizi sull’occupazione evidenziano il medesimo trend di peggioramento nei trimestri recenti; il saldo è negativo di 7,7 punti percentuali, con solamente il 2,6% di operatori che si aspetta un aumento.

 

 
MI
MB
LO
Trimestre
Terzo
Anno
2022
Indice della produzione industriale

Nel terzo trimestre 2022 si osserva un rallentamento della crescita della produzione dell’industria manifatturiera lodigiana su base congiunturale, in maniera analoga alla dinamica osservata in Lombardia. Anche per ordini e fatturato si registra una dinamica congiunturale piuttosto tiepida, mentre si continua a osservare una crescita importante su base tendenziale. Migliorano le aspettative sulla produzione, ma al contempo rimangono in negativo quelle sulla domanda. Rallenta la crescita dei prezzi della produzione, che tuttavia continuano a rappresentare un problema per l’industria. La crescita della produzione industriale rispetto al terzo trimestre del 2021 risulta del 3,3%, un dato che segna un rallentamento rispetto ai trimestri più recenti. Il numero indice (calcolato ponendo pari a 100 l’anno 2010) risale comunque fino a quota 136,5. Nel grafico che illustra l’andamento dei volumi produttivi negli ultimi anni si osserva come – a seguito dell’evidente flessione della prima metà del 2020 – una fase di risalita abbia riportato i livelli della produzione industriale del lodigiano piuttosto nettamente al di sopra dei livelli pre-pandemia.

 

 
Analisi congiunturale

Gli indicatori congiunturali dell’industria manifatturiera lodigiana mostrano un rallentamento della dinamica della produzione, che rimane comunque positiva, e alcuni problemi di tenuta sui mercati esteri. La produzione industriale del manifatturiero lodigiano cresce su base congiunturale dello 0,3% (dato destagionalizzato), in linea con il dato regionale (0,4%).

La crescita del fatturato risulta analoga a quella della produzione (+0,4%) nonostante un calo delle vendite realizzate all’estero; a livello regionale si osserva invece un incremento più importante (+2,6%) che probabilmente incorpora anche la crescita dei prezzi. La quota del fatturato estero sul fatturato complessivo dell’industria lodigiana nel trimestre è del 32%, rimanendo quindi lontana dalla media regionale del 39,8%.

Gli ordini esteri, caratterizzati da una robusta crescita nel trimestre precedente segnano in questo trimestre un sensibile calo (-2,1%), mentre accade l’opposto per gli ordinativi provenienti dall’Italia, scesi tre mesi fa e ora in forte recupero (+7,8%). In Lombardia si osserva invece una discreta crescita, che contraddistingue sia la componente estera (+1,5%) sia interna degli ordini (+1,3%).

Rallenta la velocità di aumento dei prezzi delle materie prime e dei prodotti finiti rispetto ai trimestri recenti sia in provincia che in regione; rimane però ancora estremamente elevata la variazione trimestrale. La crescita congiunturale dei prezzi delle materie prime a Lodi risulta del 7,1%, in Lombardia del 9,8%. Per quanto riguarda i prezzi dei prodotti finiti la crescita congiunturale è del 3,4% in provincia e del 6,1% in regione.

 

Analisi tendenziale

La dinamica tendenziale dell’industria lodigiana registra un rallentamento della crescita della produzione, come avviene nel resto della regione, mentre si confermano incrementi annui superiori al 10% per fatturato e ordini. La crescita della produzione a Lodi rispetto al terzo trimestre 2021 risulta pari al 3,3%, un punto percentuale e mezzo al di sotto del dato lombardo (4,8%).

Il fatturato dell’industria lodigiana, complice il contestuale incremento dei prezzi, registra anche nel trimestre in esame una crescita tendenziale dell’11,5%; le vendite effettuate all’estero, il cui dato congiunturale è negativo, crescono in un anno solamente del 3,9%, mentre il fatturato realizzato in Italia arriva al +15,1%. In Lombardia il fatturato è cresciuto del 13,5%, con una minima differenza tra l’andamento delle componenti estera (+13,6%) e interna (+13,4%).

La dinamica degli ordini del lodigiano risulta simile a quella del fatturato, con un aumento complessivo del 10,6%. Come per il fatturato, la crescita è sostenuta dalla componente interna (+14,1%), mentre gli ordini esteri si sono fermati al 3,3%. La dinamica lombarda degli ordini vede invece una crescita del 6,6% che – a differenza del lodigiano – registra una performance migliore per le commesse provenienti dall’estero (+7,2%) rispetto all’Italia (+6,2%).

 

Mercato del lavoro

Gli indicatori rilevati riguardo al mercato del lavoro dell’industria manifatturiera lodigiana continuano a mostrare un quadro complessivamente positivo. Il saldo tra entrate e uscite di lavoratori è in perfetto pareggio, dovuto a tassi di ingresso e uscita, entrambi pari all’1,6%; nello stesso trimestre di un anno fa si osservava un mercato del lavoro più dinamico, con un tasso di ingresso del 2,3% e un saldo leggermente positivo (0,3%). Riguardo la cassa integrazione, dopo due trimestri in cui non si era registrato nessun caso tra le imprese intervistate si rileva un 2,6% di imprese che ne ha fatto ricorso nel terzo trimestre 2022; in termini di incidenza sul monte ore, il fenomeno risulta in ogni caso praticamente nullo. Nel grafico si osserva come il picco di massimo della prima metà del 2020 (attorno al 60% di imprese che ha utilizzato la CIG) si sia gradualmente riassorbito nei trimestri successivi, in particolare nella seconda metà del 2021.

 

 
Previsioni per il quarto trimestre 2022

I dati delle aspettative sull’immediato futuro degli imprenditori del manifatturiero lodigiano indicano un miglioramento del clima di fiducia per produzione e occupazione, con un saldo tra giudizi di crescita e di diminuzione leggermente positivo. Rimangono invece in terreno lievemente negativo le aspettative sulla domanda, sia per quanto riguarda la componente estera sia per quella interna.

La produzione è attesa in crescita dal 20,5% degli operatori (in risalita dal 15,4% che si aspettava una crescita tre mesi fa); per contro il 17,9% ritiene più probabile un calo. Il saldo tra giudizi positivi e negativi torna quindi in terreno positivo. Anche riguardo l’occupazione si osserva un leggero miglioramento; i giudizi di crescita riguardano il 10,3% degli operatori, contro il 5,1% che si aspetta una riduzione.

Le aspettative sulla domanda vedono invece ancora una prevalenza di giudizi pessimisti. Per la domanda estera il saldo negativo è di 6,1 punti percentuali (solamente il 12,1% degli operatori attende una domanda in crescita), con una quota particolarmente elevata nel trimestre di giudizi di stabilità (69,7%). Riguardo la domanda interna, salgono al 20,5% le aspettative di crescita, ma la quota di operatori che indica un calo rimane comunque più elevata (23,1%).

 

 

 

I dati dell'indagine congiunturale sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons

MI
MB
LO
Trimestre
Secondo
Anno
2022
Settori

L’export delle imprese lodigiane nel secondo trimestre del 2022 ammonta a un valore complessivo di 1,3 miliardi, quasi la metà dei quali (634 milioni ovvero il 47,6%) è costituita da prodotti del comparto dell’elettronica, che si conferma il più rilevante in provincia. Altri tre comparti superano la soglia dei 100 milioni di euro di esportazioni nel trimestre: la chimica (circa 180 milioni, il 13,5% del totale), l’alimentare (154 milioni, l’11,6%) e gli apparecchi elettrici (102 milioni). I restanti comparti non superano il 5% dell’export provinciale complessivo; tra questi si segnalano gomma-plastica, macchinari e prodotti in metallo attorno ai 50 milioni di euro. Tra gennaio e giugno del 2022 l’export lodigiano di elettronica vale complessivamente 1,1 miliardi di euro, che equivalgono al 46,3% dell’intero export provinciale. La chimica risulta il secondo comparto per dimensioni, l’export delle imprese lodigiane vale 343 milioni di euro, il 13,9% del totale, l’alimentare occupa la terza posizione con 274 milioni (11,1%). Il comparto degli apparecchi elettrici vale 202 milioni di euro, più distanti i settori restanti ovvero la gomma-plastica (111 milioni), la farmaceutica e i prodotti in metallo (entrambi attorno ai 90 milioni) e i macchinari.

Le merci importate dal lodigiano nel secondo trimestre del 2022 valgono complessivamente 2,2 miliardi di euro; di queste ben 992 milioni (ovvero il 44,1%) sono costituite da prodotti di elettronica. I flussi di merci del comparto alimentare ammontano a 340 milioni di euro (15,1%), il comparto farmaceutico vale invece 306 milioni di euro di merci provenienti dall’estero (13,6%). Le importazioni del comparto della chimica valgono 203 milioni di euro, seguono i prodotti in metallo con poco meno di 120 milioni e la gomma-plastica con 84 milioni. La distribuzione settoriale delle importazioni del primo semestre della provincia di Lodi conferma la rilevanza dell’elettronica a cui fanno capo 1,9 miliardi di euro di merci in arrivo dall’estero (43,7% del totale). Riguardo gli altri settori la graduatoria ricalca quella dell’ultimo trimestre, osserviamo quindi una certa rilevanza dei flussi di prodotti alimentari (655 milioni di euro) e farmaceutici (639 milioni), segue a distanza la chimica (400 milioni).

La dinamica del trimestre descrive una forte crescita dei flussi in valore sia per l’export che l’import, riflettendo non solo un incremento dei volumi di merci movimentate, ma anche i fenomeni inflattivi che nel 2022 si sono particolarmente intensificati. L’export, in primo luogo, aumenta rispetto al secondo trimestre 2021 del 34,4%, circa 340 milioni in più. L’elettronica è il comparto che contribuisce maggiormente alla crescita con una variazione del 66,7%, ovvero 250 milioni di euro in più rispetto allo stesso periodo del 2021. Buona anche la performance di chimica ed alimentare seppure meno eclatante: per questi due comparti si osserva infatti una crescita del 24,1% e del 22,1% rispettivamente; più tiepida la dinamica degli apparecchi elettrici (+7%). Il dato della variazione dell’export lodigiano del semestre risulta in linea con quello dell’ultimo trimestre (+31,5%). L’elettronica è il principale traino della crescita con un incremento del 57% sul primo semestre del 2021. Positivo il dato anche degli altri comparti rilevanti per valori assoluti, in particolare chimica (+22,8%) e alimentare (+22,3%). Più contenuto in termini percentuali l'aumento dei comparti della gomma-platica (+14,6%) e degli apparecchi elettrici (+7,1%). Solamente un comparto manifatturiero registra un calo annuo, si tratta di quello dei macchinari (-41,7%).

Sotto il profilo dell’import si registra una crescita annua delle merci movimentate dalle imprese lodigiane superiore a quella dell’export e pari al 41,1%. L’elettronica si conferma il comparto più dinamico, le importazioni crescono infatti del 64,4% rispetto al secondo trimestre 2021 (circa 390 milioni di euro di merci in più). Anche gli altri comparti principali registrano variazioni positive superiori al 30%, si tratta dell’alimentare (+44,1%), dei prodotti in metallo (+36,9%), della farmaceutica (+36,5%) e della chimica (+34,7%). Il confronto con il 2021 relativo all’intero primo semestre dell’anno vede la dinamica positiva dell’import salire al 47,4%. L’elettronica è nuovamente il comparto che contribuisce maggiormente alla crescita con un incremento annuo del 73,9%. Tra gli altri comparti che superano i 100 milioni di euro di merci importate dalle imprese lodigiane tra gennaio e giugno, si segnalano incrementi che arrivano fino al 56,6% della farmaceutica e al 53,9% dell’abbigliamento, fino al 34,5% della chimica. Solo due comparti relativamente marginali risultano in calo, i macchinari (-57%) e gli apparecchi elettrici (-5,6%).

 

 

 

Aree geoeconomiche globali

L’export lodigiano è diretto in prevalenza verso Paesi europei, nel trimestre in esame si tratta del 90,7% dei flussi, in valori assoluti 1,2 miliardi di euro, quasi interamente destinati a Paesi parte dell’Unione Europea. Circa 46 milioni di euro sono indirizzati a Paesi europei non UE, i più importanti dei quali sono Regno Unito (14,8 milioni) e Svizzera (12,3 milioni). L’export verso l’Asia vale nel trimestre 69 milioni di euro (il 5,2% del totale), in prevalenza (42 milioni) indirizzati a Paesi dell’Asia Orientale, 15 milioni diretti in Cina e poco meno di 20 milioni alle quattro “tigri”. Solamente 5,6 milioni sono indirizzati a Paesi dell’Asia Centrale e 21 milioni invece al Medio Oriente. L’export delle imprese lodigiane in America vale 33 milioni di euro (2,5% del totale), la gran parte dei quali (19,7 milioni) riguarda gli Stati Uniti. La distribuzione geografica dell’export del semestre non risulta molto differente, la quota del continente europeo si mantiene infatti al 90,9% (2,2 miliardi di euro in cifre). La quasi totalità di queste merci è indirizzata a Paesi parte dell’Unione Europea, solo 87 milioni riguardano i mercati restanti, quali Regno Unito (27 milioni), Svizzera (23 milioni) e Turchia (17 milioni). I flussi verso l’Asia ammontano a 126 milioni di euro, dei quali 37,8 milioni diretti in Medio Oriente e 78 milioni in Asia Orientale, in particolare Cina (35 milioni) e Hong Kong (11 milioni). Infine le esportazioni delle imprese lodigiane nel continente americano tra gennaio e giugno 2022 valgono poco meno di 60 milioni di euro, dei quali quasi 36 milioni diretti negli Stati Uniti.

L’approvvigionamento di merci dall’estero delle imprese lodigiane nel trimestre in esame riguarda flussi provenienti da Paesi europei per il 51,8% del valore complessivo. Si tratta di merci per un valore di 1,1 miliardi di euro, di cui meno di 50 milioni provenienti da mercati non parte dell’Unione Europea. Fuori l’Europa la quasi totalità dei flussi attiene ai mercati asiatici per poco più di 1 miliardo di euro (47% del totale); ben 961 milioni di euro provengono dalla sola Cina, il principale mercato di approvvigionamento per le imprese lodigiane. Il dato cumulato del primo semestre dell’anno rileva 2,3 miliardi di euro di merci provenienti da partner europei (52,1% del totale), in particolare Paesi UE. Ammonta a circa 2 miliardi il complesso delle importazioni dall’Asia in sei mesi, di cui 1,8 miliardi dalla Cina. Poco meno dell’1% dell’import proviene invece da America, Africa e Oceania sommate, in cifre quasi 38 milioni di euro nel semestre.

La dinamica dell’export lodigiano del secondo trimestre 2022 risulta estremamente positiva verso tutti i continenti. Nei confronti dell’Europa si osserva un incremento annuo del 34,8%, dovuto principalmente alla dinamica dei Paesi UE (+36,5%); tra i restanti mercati si osserva una crescita di Regno Unito (+30,2%) e Svizzera (+15%) e un dimezzamento della Russia (-52,1%) per effetto delle sanzioni. Una robusta crescita si registra anche sui mercati asiatici (+37,1%), spinta in particolare verso l’alto dai Paesi del Medio Oriente (+79,4%) e dell’Asia Centrale (+59,3%) mentre risulta inferiore la crescita dell’Asia Orientale (+20,3%); bene il mercato cinese (+47,2%), ma in contemporanea si riducono i flussi destinati a Hong Kong (-42,2%). L’export verso le Americhe presenta una crescita inferiore a Europa e Asia fermandosi al 18,6%. Si osserva peraltro una forte divaricazione tra la lieve crescita della parte settentrionale del continente (+1,6%) e l’incremento molto più consistente che riguarda i Paesi dell’America Centro-Meridionale (+74,6%). La dinamica del semestre conferma una crescita estremamente robusta per tutte le principali direttrici dell’export lodigiano con un incremento complessivo del 31,5%. La crescita dei flussi verso i Paesi UE è di un paio di punti percentuali superiore alla media (+33,5%), mentre per i Paesi non UE si ferma al +3,5%. Le esportazioni dirette nel continente americano crescono del 26,4%, beneficiando di un rilevante contributo sia dei Paesi settentrionali (+24%) che centro-meridionali (+31,6%) del continente. L’export lodigiano verso l’Asia cresce del 27,1%, evidenziando una dinamica positiva nei confronti di tutte le macro-aree del continente. L’Asia Orientale è la porzione che cresce meno (+20,3%), ma è la più significativa in termini di valori assoluti; come rilevato nell’ultimo trimestre, si osserva un incremento della Cina (+72,3%) e parallelamente un calo di Hong Kong (-54%).

La dinamica dell’import lodigiano del trimestre è molto positiva (+41,1%), presentando però forti differenze tra i principali mercati di approvvigionamento, con un aumento dei flussi del 26,4% dall’Europa che sale fino al 60,9% dall’Asia. In Asia è il mercato cinese a registrare l’incremento più significativo (+68,8%, circa 390 milioni in più) in uno scenario di crescita dei flussi da tutti i principali Paesi. Piuttosto robusta anche la dinamica dell’import dalle Americhe, con una crescita del 51,5% concentrata soprattutto nell’America Centro-Meridionale e nel Brasile in particolare. Osservando la dinamica del semestre, si mantiene il divario tra la crescita dell’import dall’Europa (+30,9%) e dall’Asia (+71,5%). In Europa crescono i flussi da tutte le direttrici salvo la Russia (-17,8%). Riguardo l’Asia le importazioni crescono soprattutto dalla Cina (+71,1%), ma si osservano incrementi importanti anche per l’India, quasi triplicata dal 2021.

 

 

Dettaglio europeo

Il primo mercato di sbocco per le esportazioni lodigiane nel trimestre in Unione Europea è la Spagna con 624 milioni di euro. Il secondo Paese, molto distanziato, è la Francia con un volume di scambi di 173 milioni, ancora più distante la Germania che vale 65 milioni di euro. Scorrendo ulteriormente la graduatoria troviamo Portogallo (46 milioni), Belgio e Paesi Bassi, mentre la Polonia è il primo Paese dell’Europa dell’Est. Tra gennaio e giugno 2022 le merci esportate in Spagna ammontano complessivamente a 1,1 miliardi di euro, nello stesso periodo valgono 308 milioni la Francia e 135 milioni la Germania. Altri quattro Paesi superano la soglia dei 50 milioni di euro ovvero Portogallo (91 milioni), Belgio (69 milioni), Polonia (56 milioni) e Paesi Bassi (53 milioni).

Il primo mercato di approvvigionamento per le imprese di Lodi in Unione Europea è la Germania (324 milioni di euro), seguita dalla Francia (221 milioni). Al di sopra dei 100 milioni di merci importate nel trimestre si collocano anche Spagna (144 milioni) e Paesi Bassi (111 milioni). Il Belgio (86 milioni) è il mercato successivo. Nel primo semestre 2022 le importazioni del lodigiano dalla Germania sono pari a 684 milioni di euro, dalla Francia ammontano invece a 465 milioni. Spagna e Belgio sono altri due Paesi rilevanti, rispettivamente per un valore di 272 e 210 milioni di euro in arrivo in sei mesi; segue il Belgio con 176 milioni, quindi la Polonia (79 milioni).

La dinamica dell’export verso l’Unione Europea è estremamente positiva (+36,5% rispetto al secondo trimestre 2021), tuttavia non mancano alcuni mercati in calo. A spingere il dato verso l’alto contribuiscono i Paesi iberici: per la Spagna la crescita è stata del 64,3% e per il Portogallo del 67,3%. Tra i Paesi in calo troviamo invece due dei primi cinque mercati UE del lodigiano ovvero Germania (-9,8%) e Belgio (-7,5%); su volumi di scambio inferiori segnano una flessione anche Slovacchia (-9,9%) e Repubblica Ceca (-1,8%). Si osserva invece una robusta crescita verso Francia (+19,8%), Paesi Bassi (+30,6%) e Polonia (+22,2%). Simili trend si osservano anche riguardo al dato del semestre, rimangono quindi Spagna (+56,4%) e Portogallo (+51,4%) i mercati che trainano la crescita. Si conferma anche il dato negativo di Germania (-4,8%) e Belgio (-8,7%), mentre risultano in crescita tutti gli altri Paesi più rilevanti. In particolare si osserva una crescita del 18% per la Francia, del 19,4% per la Polonia e del 16,2% per i Paesi Bassi.

La dinamica dell’import da Paesi UE del trimestre è complessivamente positiva (+25,9%) e vede una crescita che riguarda quasi tutti i maggiori mercati. Le performance migliori in termini percentuali riguardano Spagna (62,3%), Polonia (+61,1%) e Germania (+41,6%). La Francia registra un incremento di piccola entità (+1,1%), troviamo invece in calo il Belgio (-5%) e la Repubblica Ceca (-32,2%). Gli stessi due Paesi sono in calo anche considerando il dato del semestre, rispettivamente -1,7% per il Belgio e -46,3% per la Repubblica Ceca. Per i quattro Paesi più rilevanti per volumi si osserva però una crescita delle importazioni delle imprese lodigiane, particolarmente intensa per quanto riguarda Germania (+55%) e Spagna (+56,5%), relativamente più contenuta per Paesi Bassi (+19%) e Francia (+13,1%). Scorrendo la graduatoria si segnalano incrementi importanti anche per Polonia (+54,5%) e Austria (+53,8%).

 

 

MI
MB
LO
Trimestre
Secondo
Anno
2022
Indice della produzione industriale

Nel secondo trimestre del 2022 prosegue per l’artigianato manifatturiero lodigiano una fase di stallo dei livelli produttivi, a differenza di quanto avviene all’artigianato lombardo nel suo complesso, che registra una crescita piuttosto robusta. La dinamica di fatturato e ordini è invece positiva, non ancora sufficiente però a generare effetti visibili sulle aspettative. Su base annua la produzione registra un calo dello 0,3%, rimanendo ancora al di sotto dei livelli precedenti la pandemia. Osservando una porzione più ampia del grafico peraltro si può notare che la difficoltà dell’artigiano lodigiano risale anche a prima del Covid, avendo subìto un forte calo della produzione per tutto il 2019. Il numero indice della produzione (costruito con l’anno 2010 come base posto uguale a 100) risulta pari a 83,2, al di sopra del punto di minimo di 78,8 del secondo trimestre del 2020, ma allo stesso tempo una decina di punti al di sotto dei livelli toccati nel 2018.

 

 
Analisi congiunturale

La dinamica congiunturale dell’artigianato del lodigiano vede una stagnazione dei livelli produttivi accompagnata però da una discreta crescita di ordini e fatturato, mentre a livello lombardo tutti e tre gli indicatori sono positivi.

La produzione risulta infatti praticamente invariata rispetto al primo trimestre 2022 nel lodigiano, in netto contrasto con la crescita regionale (+2,3%). La dinamica del fatturato registra invece a Lodi un incremento dello 0,8% (dato destagionalizzato), probabilmente grazie anche agli incrementi dei prezzi, mentre in regione si sale fino al 2,9%. Il dato più confortante per l’artigianato lodigiano proviene dagli ordini, cresciuti in tre mesi dell’1,6%, di poco meglio della dinamica regionale (1,3%).

Rallenta, ma rimane ancora molto elevata, la crescita dei prezzi sia delle materie prime sia dei prodotti finiti, un fenomeno che si osserva tanto a Lodi quanto nel complesso della Lombardia. L’incremento congiunturale dei prezzi delle materie prime nel trimestre in esame è del 14,5% a Lodi (tre mesi fa aveva superato il 20%) e del 16% in Lombardia; la crescita dei prezzi dei prodotti finiti arriva invece al 7,3% in provincia e all’8,6% in regione.

 

Analisi tendenziale

La dinamica tendenziale dell’artigianato lodigiano ricalca piuttosto da vicino quella congiunturale, mostrando la difficoltà di recupero dei livelli produttivi. Al contrario, si osserva in regione una crescita ancora piuttosto robusta, seppure in decelerazione a confronto dei trimestri recenti.

Rispetto al secondo trimestre del 2021, la produzione dell’artigianato manifatturiero lodigiano registra una piccola variazione negativa (-0,3%), all’opposto dell’andamento che si osserva in regione (+8,7%). La dinamica degli altri indicatori risulta migliore, anche se permane un forte gap tra la performance lodigiana e quella lombarda. Il fatturato cresce su base annua del 2,9% a Lodi e dell’11,2% in Lombardia. Gli ordini, il dato più confortante in ottica di crescita futura della produzione, registrano a Lodi un aumento del 4,4%, inferiore anche in questo caso al dato lombardo (+6,2%).

 

Previsioni per il terzo trimestre 2022

Le aspettative espresse dagli operatori sul prossimo trimestre si mantengono ancora piuttosto caute, in linea con quanto rilevato nel recente passato. Per tutti e tre gli indicatori (produzione, domanda interna e occupazione) si osserva infatti un sostanziale equilibrio tra giudizi di aumento e di riduzione.

Il 24,4% degli operatori si aspetta un incremento della produzione nell’immediato futuro, contro il 22% che indica invece un calo, producendo quindi un saldo leggermente positivo (tre mesi fa i giudizi positivi e negativi erano risultati equivalenti). Leggermente più pessimisti i giudizi sulla domanda interna, scendono infatti al 17,9% le previsioni di crescita, contro il 23,1% di indicazioni di riduzione; il saldo che ne risulta è quindi negativo, in leggero peggioramento rispetto ai giudizi espressi tre mesi fa. I giudizi sull’occupazione registrano infine – come di consueto – una larghissima prevalenza di aspettative di stabilità (92,7%); tra i restanti operatori, i giudizi pessimisti (4,9%) superano quelli ottimisti (2,4%).

 

 
MI
MB
LO
Trimestre
Secondo
Anno
2022
Indice della produzione industriale

L’industria manifatturiera del lodigiano continua nel secondo trimestre 2022 a mettere in luce una crescita della produzione a un ritmo piuttosto costante. Cresce anche il fatturato, spinto dalla dinamica dei prezzi, mentre per il secondo trimestre consecutivo si osserva una criticità che riguarda gli ordini. La frenata degli ordini influisce probabilmente sulle aspettative per il prossimo trimestre, che risultano in netto peggioramento. Continuano infine a registrarsi incrementi dei prezzi delle materie prime, anche se la velocità di crescita inizia a ridursi. La produzione industriale registra una crescita rispetto al secondo trimestre del 2021 del 6%, in linea con gli incrementi annui dei trimestri più recenti. Il numero indice (calcolato ponendo pari a 100 l’anno 2010) continua quindi a salire raggiungendo quota 136,3. Nel grafico che illustra l’andamento dei volumi produttivi negli ultimi anni si osserva come, a seguito dell’evidente flessione della prima metà del 2020, una fase di risalita ha riportato i livelli della produzione industriale del lodigiano al di sopra dei livelli pre-pandemia.

 

 
Analisi congiunturale

Gli indicatori congiunturali dell’industria manifatturiera lodigiana risultano positivi, a eccezione degli ordini. La produzione industriale del manifatturiero lodigiano mostra una discreta crescita congiunturale pari all’1,3% (dato destagionalizzato), di poco inferiore al dato regionale (1,6%).

La crescita del fatturato è sensibilmente maggiore (+3,5%), probabilmente per effetto anche degli aumenti dei prezzi; stesso fenomeno che si osserva a livello regionale dove l’incremento è stato del 4,6%. La quota del fatturato estero sul fatturato complessivo dell’industria lodigiana nel trimestre è del 31,8%, in risalita ma ancora piuttosto al di sotto della media regionale del 39,4%.

Riguardo gli ordini, si osserva un rilevante incremento di quelli provenienti dall’estero (+5,4%) più che compensato però da un forte calo degli ordini interni (-5%), che rappresentano come appena visto la quota maggioritaria delle vendite. In Lombardia la dinamica è completamente diversa, con un incremento di entrambe le componenti, più marcato per quella estera (+1,3%) rispetto alla frazione interna (+0,6%).

Anche nel secondo trimestre 2022 si osservano forti incrementi dei prezzi delle materie prime e dei prodotti finiti, ma l’intensità della crescita risulta ridursi per la prima volta dopo più di un anno in cui si registravano incrementi sempre più intensi. La crescita trimestrale dei prezzi delle materie prime a Lodi risulta dell’8,9%, in Lombardia dell’11,6%. Per quanto riguarda i prezzi dei prodotti finiti la crescita congiunturale è del 5,9% in provincia e del 6,9% in regione.

 

Analisi tendenziale

La dinamica tendenziale dell’industria lodigiana vede confermarsi una crescita piuttosto robusta di produzione e fatturato, mentre sono in calo gli ordini interni. Per quanto riguarda la crescita della produzione, a Lodi come osservato nel grafico iniziale l’incremento annuo è pari al 6%, quasi un punto e mezzo al di sotto al dato lombardo (7,4%).

Il fatturato dell’industria lodigiana continua a mantenere una crescita annua superiore al 10%, in particolare arriva al 14,4%; bene soprattutto le vendite realizzate all’estero (+20,3%). In Lombardia la crescita del fatturato risulta del 17,5%, con un contributo leggermente migliore della componente estera (+18%) su quella interna (+17,1%).

L’indicatore degli ordini registra una crescita complessiva molto più modesta, pari al 2%. Come si vede dal grafico, il dato emerge dalla combinazione di una robusta crescita degli ordini esteri (+14,3%), mentre la dinamica degli ordini interni spinge nella direzione opposta (-3,7%). La dinamica lombarda vede invece gli ordini ancora in forte crescita su base annua (9%) grazie a un buon apporto dei mercati esteri (+11%), ma anche di quelli nazionali (+7,8%).

 

Mercato del lavoro

Gli indicatori rilevati riguardo al mercato del lavoro dell’industria manifatturiera lodigiana continuano a mostrare un quadro complessivamente positivo. Il saldo tra entrate e uscite di lavoratori è positivo (+0,2%), grazie soprattutto a un elevato tasso di ingresso (+2,1%); il secondo trimestre del 2021 vedeva ancora un saldo negativo (-0,2%) e un mercato del lavoro poco dinamico (1,2% il tasso di ingresso). Riguardo la Cassa integrazione, per il secondo trimestre consecutivo non si registra nessun caso di utilizzo da parte delle imprese intervistate; un dato che sicuramente sottostima il fenomeno, data la poca numerosità del campione, ma indubbiamente indica un buono stato di salute dell’industria lodigiana. Nel grafico si osserva come il picco di massimo della prima metà del 2020 (attorno al 60% di imprese che ha utilizzato la CIG) si sia gradualmente riassorbito nei trimestri successivi, in particolare nella seconda metà del 2021.

 

 
Previsioni per il terzo trimestre 2022

I dati meno confortanti della rilevazione di questo trimestre arrivano dalle aspettative degli imprenditori manifatturieri lodigiani per il prossimo trimestre. Tutti e quattro gli indicatori rilevano un peggioramento rispetto alle opinioni espresse dagli operatori tre mesi fa, ma soprattutto il saldo tra ottimisti e pessimisti diventa addirittura negativo, salvo che per l’occupazione.

La produzione è attesa in crescita dal 15,4% degli operatori, mentre coloro che si aspettano un calo rappresentano il 23,1% (tre mesi fa erano solamente il 7,1%). Il differenziale è quindi negativo (-7,7 punti percentuali), in netto contrasto con i giudizi ottimisti espressi lo scorso trimestre, come si osserva dal grafico. Anche i giudizi sull’occupazione subiscono un forte peggioramento; il saldo tra ottimisti e pessimisti risulta in pareggio, con entrambi i gruppi che rappresentano una quota del 7,7% degli operatori intervistati.

Le aspettative sulla domanda subiscono lo stesso destino di quelle sulla produzione, con una fiducia in peggioramento e una prevalenza di indicazioni di riduzione. Si osserva comunque una preferenza degli operatori nei confronti della domanda estera, per cui il delta tra giudizi di crescita e riduzione è negativo di soli 2,8 punti percentuali. Il saldo diventa di -10,5 punti percentuali per la domanda interna, per la quale circa un quarto degli intervistati si aspetta una riduzione.

 

 
MI
MB
LO
Trimestre
Primo
Anno
2022
Settori

L’export del Lodigiano nel primo trimestre 2022 ammonta a circa 1 miliardo e 140 milioni di euro. Il solo comparto dell’elettronica vale 511 milioni di euro in valore assoluto, di gran lunga il più rilevante in provincia (44,8% dell’export complessivo). Altri due settori importanti per l’export provinciale che superano la soglia dei 100 milioni di euro nel trimestre sono la chimica, che vale 163 milioni di euro (14,3% del totale) e l’alimentare con poco meno di 120 milioni (10,5%). Gli apparecchi elettrici raggiungono i 99 milioni di euro, seguono la gomma-plastica con 57 milioni, la farmaceutica con 48 milioni e i prodotti in metallo con 40 milioni.

L’import delle imprese lodigiane nei primi tre mesi del 2022 vale complessivamente 2,2 miliardi di euro. Il comparto dell’elettronica è sempre il più importante, si tratta di oltre 950 milioni di euro, con un’incidenza sul totale del 43,3%, simile a quella dell’import. La farmaceutica occupa la seconda posizione della graduatoria con 333 milioni di euro di merci importate nel trimestre (15,1%), poco più dell’alimentare che vale 315 milioni (14,3%). Altri due settori movimentano flussi di merci in arrivo dall’estero superiori ai 100 milioni, sono la chimica con 197 milioni di euro e i prodotti in metallo con 115 milioni.

La dinamica dell’export lodigiano vede una significativa crescita annua (+28,2%), dopo che il 2021 si era chiuso con un trimestre di segno negativo. Quasi tutti i comparti risultano in crescita, in modo particolare i tre principali motori dell’export lodigiano; l’elettronica evidenzia la performance migliore (+46,4%), chimica e alimentare si fermano invece al +21,5% e +22,5%. Tra i comparti minori si osservano alcuni incrementi annui maggiori di quello dell’elettronica in termini percentuali, in particolare la farmaceutica che è raddoppiata (+118,5%). L’unico comparto manifatturiero che ha ridotto le esportazioni rispetto al 2021 è quello dei macchinari (-50,9%).

Anche per quanto riguarda la dinamica dell’import del trimestre si osserva che la crescita beneficia di forti incrementi di tutti i settori principali. Gli approvvigionamenti di prodotti di elettronica crescono dell’85,1%, seguiti a poca distanza dalla farmaceutica all’81,1%. L’import alimentare cresce del 33,3% in linea con l’andamento dell’export del settore; i prodotti in metallo arrivano al 51%, i prodotti chimici al 34,2%. La crescita maggiore in termini percentuali riguarda l’abbigliamento (+113,1%), all’opposto due comparti minori risultano in calo, sono i macchinari (-61,6%) e gli apparecchi elettrici (-14,7%).

 

 

 

Aree geoeconomiche globali

Il 91,2%% delle merci esportate dalla provincia di Lodi si dirige verso Paesi europei: si tratta di poco più di 1 miliardo di euro di merci, delle quali solo 41 milioni riguarda Paesi non facenti parte dell’UE. Tra questi ultimi, i principali partner delle imprese lodigiane sono Regno Unito (12,7 milioni di export) e Svizzera (10,7 milioni). L’Asia intercetta il 5% delle esportazioni lodigiane, in cifre 57 milioni di euro. I mercati principali sono nell’Estremo Oriente (35 milioni), in particolare 20 milioni è il valore dell’export in Cina e 10,7 milioni il valore delle quattro “tigri” (Hong Kong il più rilevante nel trimestre). Sono diretti in Medio Oriente 16 milioni di euro di merci, in Asia Centrale solamente poco più di 5 milioni. Il continente americano vale 26,3 milioni di euro di export nel trimestre per le imprese lodigiane, di cui la gran parte (16,2 milioni) diretta negli Stati Uniti.

Riguardo la distribuzione geografica dell’approvvigionamento di merci dall’estero delle imprese lodigiane, il 52,4% dei flussi proviene da Paesi europei, in cifre 1,1 miliardi di euro di merci; di questi solo 36 milioni riguardano Paesi non facenti parte della UE, il principale dei quali è il Regno Unito (17 milioni). Al di fuori dell’Europa, dalla sola Cina provengono 891 milioni di euro di merci, ovvero il 40,4% dell’import lodigiano nel trimestre. Dall’Asia complessivamente arrivano a Lodi circa 1 miliardo di euro di merci; oltre alla Cina, si segnalano 58 milioni di euro di import dall’India. Poco rilevante la quota di import del continente americano, solamente lo 0,4% del totale che in valori assoluti significa meno di 10 milioni di euro.

L’export lodigiano cresce su base annua verso Europa (+29%), America (+37,8%) e Asia (+16,8%). I mercati UE nel dettaglio crescono del 30,2%, i restanti Paesi solamente del 5%. Tra questi ultimi crescono sia Svizzera (+50,2%) che Regno Unito (+5,3%), in flessione la Turchia (-21,6%), regge la Russia (+52,5%) nonostante le sanzioni, ma si tratta comunque di volumi di scambi relativamente contenuti (2,5 milioni di euro). L’export verso l’Asia cresce del 16,8%, al di sotto quindi della media provinciale che è del 28,2%. A livello di macro-aree del continente, i flussi verso il Medio Oriente sono cresciuti solamente del 3,4%, verso l’Asia Centrale del 46,2% e nel mezzo si colloca l’Asia Orientale (+20,3%). Proprio in Estremo Oriente in particolare si osserva un forte incremento dei flussi indirizzati in Cina (+97,4%), compensati però in parte da una forte riduzione che riguarda il territorio di Hong Kong (-69,1%). L’export verso il continente americano cresce del 37,8% sul primo trimestre 2021, con un contributo importante del mercato degli Stati Uniti (+73,5%), mentre l’America latina registra un piccolo calo (-3,1%).

Anche la scomposizione per continenti della dinamica dell’import del lodigiano vede tutte le principali direttrici in crescita. La crescita arriva soprattutto dall’Asia, in percentuale l’incremento risulta dell’83,7%, ben 470 milioni di euro in più in un anno. Le merci in arrivo dalla Cina sono cresciute del 73,7%, ma non è l’unico mercato di approvvigionamento in crescita: Taiwan cresce del 67% e i flussi dall’India sono passati da 12 a 58 milioni di euro. L’import da mercati europei è aumentato del 35,7%, si tratta di un incremento di 300 milioni di euro in cifre, che beneficia della crescita sia dei Paesi facenti parte dell’Unione Europea che dei restanti.

 

 

Dettaglio europeo

Il primo mercato di sbocco delle imprese lodigiane nel trimestre in Unione Europea si conferma la Spagna, per complessivi 505 milioni di euro di merci. Molto più distante in seconda posizione la Francia, che vale 135 milioni di euro, segue la Germania con 69 milioni. Scorrendo la graduatoria troviamo il Portogallo che vale 44 milioni di euro e il Belgio 33 milioni. Altri tre Paesi superano i 20 milioni di euro di export nei primi tre mesi dell’anno, si tratta di Polonia, Slovacchia e Paesi Bassi.

La graduatoria delle importazioni di Lodi dall’Unione Europea vede in prima posizione la Germania (360 milioni di euro), seguita dalla Francia (243 milioni) e dalla Spagna (128 milioni). Paesi Bassi e Belgio sono altri due partner commerciali rilevanti, rispettivamente con 98 e poco meno di 90 milioni di euro. Seguono a distanza la Polonia, da cui le imprese lodigiane hanno importato 40 milioni di euro di merci, quindi l’Austria (24,6 milioni).

Il mercato spagnolo è tra quelli cresciuti maggiormente rispetto al 2021, si tratta di un incremento del 47,6% (circa 160 milioni di euro in più). Tra gli altri partner commerciali principali del lodigiano, i tassi di crescita maggiori riguardano Portogallo (+37,8%) e Slovacchia (+32,5%), la Francia cresce invece del 15,9%, mentre la Germania è tra i mercati meno dinamici (+0,7%). Due soli Paesi risultano in calo tra quelli visualizzati nel grafico, si tratta di Belgio (-10%) e Grecia (-19,2%).

Le importazioni delle imprese lodigiane sono risultate in crescita da tutti i Paesi presenti nel grafico, tranne la sola Repubblica Ceca (-62%). Germania (69,4%) e Austria (66,1%) sono i due mercati cresciuti di più tra i principali; troviamo poi due casi di crescita percentuale a tre cifre verso Paesi più piccoli (Ungheria e Malta), che nel caso di Malta è dovuta probabilmente a merci in transito non correttamente attribuite al Paese di origine. L’import dalla Francia cresce del 26,8%, dalla Spagna del 50,5%, scendiamo invece all’11,4% per le merci provenienti dai Paesi Bassi e all’1,6% per il Belgio.