Lodi

Abbreviazione
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Trimestre
Terzo
Anno
2022
Indice della produzione industriale

Nel terzo trimestre 2022 si osserva un rallentamento della crescita della produzione dell’industria manifatturiera lodigiana su base congiunturale, in maniera analoga alla dinamica osservata in Lombardia. Anche per ordini e fatturato si registra una dinamica congiunturale piuttosto tiepida, mentre si continua a osservare una crescita importante su base tendenziale. Migliorano le aspettative sulla produzione, ma al contempo rimangono in negativo quelle sulla domanda. Rallenta la crescita dei prezzi della produzione, che tuttavia continuano a rappresentare un problema per l’industria. La crescita della produzione industriale rispetto al terzo trimestre del 2021 risulta del 3,3%, un dato che segna un rallentamento rispetto ai trimestri più recenti. Il numero indice (calcolato ponendo pari a 100 l’anno 2010) risale comunque fino a quota 136,5. Nel grafico che illustra l’andamento dei volumi produttivi negli ultimi anni si osserva come – a seguito dell’evidente flessione della prima metà del 2020 – una fase di risalita abbia riportato i livelli della produzione industriale del lodigiano piuttosto nettamente al di sopra dei livelli pre-pandemia.

 

 
Analisi congiunturale

Gli indicatori congiunturali dell’industria manifatturiera lodigiana mostrano un rallentamento della dinamica della produzione, che rimane comunque positiva, e alcuni problemi di tenuta sui mercati esteri. La produzione industriale del manifatturiero lodigiano cresce su base congiunturale dello 0,3% (dato destagionalizzato), in linea con il dato regionale (0,4%).

La crescita del fatturato risulta analoga a quella della produzione (+0,4%) nonostante un calo delle vendite realizzate all’estero; a livello regionale si osserva invece un incremento più importante (+2,6%) che probabilmente incorpora anche la crescita dei prezzi. La quota del fatturato estero sul fatturato complessivo dell’industria lodigiana nel trimestre è del 32%, rimanendo quindi lontana dalla media regionale del 39,8%.

Gli ordini esteri, caratterizzati da una robusta crescita nel trimestre precedente segnano in questo trimestre un sensibile calo (-2,1%), mentre accade l’opposto per gli ordinativi provenienti dall’Italia, scesi tre mesi fa e ora in forte recupero (+7,8%). In Lombardia si osserva invece una discreta crescita, che contraddistingue sia la componente estera (+1,5%) sia interna degli ordini (+1,3%).

Rallenta la velocità di aumento dei prezzi delle materie prime e dei prodotti finiti rispetto ai trimestri recenti sia in provincia che in regione; rimane però ancora estremamente elevata la variazione trimestrale. La crescita congiunturale dei prezzi delle materie prime a Lodi risulta del 7,1%, in Lombardia del 9,8%. Per quanto riguarda i prezzi dei prodotti finiti la crescita congiunturale è del 3,4% in provincia e del 6,1% in regione.

 

Analisi tendenziale

La dinamica tendenziale dell’industria lodigiana registra un rallentamento della crescita della produzione, come avviene nel resto della regione, mentre si confermano incrementi annui superiori al 10% per fatturato e ordini. La crescita della produzione a Lodi rispetto al terzo trimestre 2021 risulta pari al 3,3%, un punto percentuale e mezzo al di sotto del dato lombardo (4,8%).

Il fatturato dell’industria lodigiana, complice il contestuale incremento dei prezzi, registra anche nel trimestre in esame una crescita tendenziale dell’11,5%; le vendite effettuate all’estero, il cui dato congiunturale è negativo, crescono in un anno solamente del 3,9%, mentre il fatturato realizzato in Italia arriva al +15,1%. In Lombardia il fatturato è cresciuto del 13,5%, con una minima differenza tra l’andamento delle componenti estera (+13,6%) e interna (+13,4%).

La dinamica degli ordini del lodigiano risulta simile a quella del fatturato, con un aumento complessivo del 10,6%. Come per il fatturato, la crescita è sostenuta dalla componente interna (+14,1%), mentre gli ordini esteri si sono fermati al 3,3%. La dinamica lombarda degli ordini vede invece una crescita del 6,6% che – a differenza del lodigiano – registra una performance migliore per le commesse provenienti dall’estero (+7,2%) rispetto all’Italia (+6,2%).

 

Mercato del lavoro

Gli indicatori rilevati riguardo al mercato del lavoro dell’industria manifatturiera lodigiana continuano a mostrare un quadro complessivamente positivo. Il saldo tra entrate e uscite di lavoratori è in perfetto pareggio, dovuto a tassi di ingresso e uscita, entrambi pari all’1,6%; nello stesso trimestre di un anno fa si osservava un mercato del lavoro più dinamico, con un tasso di ingresso del 2,3% e un saldo leggermente positivo (0,3%). Riguardo la cassa integrazione, dopo due trimestri in cui non si era registrato nessun caso tra le imprese intervistate si rileva un 2,6% di imprese che ne ha fatto ricorso nel terzo trimestre 2022; in termini di incidenza sul monte ore, il fenomeno risulta in ogni caso praticamente nullo. Nel grafico si osserva come il picco di massimo della prima metà del 2020 (attorno al 60% di imprese che ha utilizzato la CIG) si sia gradualmente riassorbito nei trimestri successivi, in particolare nella seconda metà del 2021.

 

 
Previsioni per il quarto trimestre 2022

I dati delle aspettative sull’immediato futuro degli imprenditori del manifatturiero lodigiano indicano un miglioramento del clima di fiducia per produzione e occupazione, con un saldo tra giudizi di crescita e di diminuzione leggermente positivo. Rimangono invece in terreno lievemente negativo le aspettative sulla domanda, sia per quanto riguarda la componente estera sia per quella interna.

La produzione è attesa in crescita dal 20,5% degli operatori (in risalita dal 15,4% che si aspettava una crescita tre mesi fa); per contro il 17,9% ritiene più probabile un calo. Il saldo tra giudizi positivi e negativi torna quindi in terreno positivo. Anche riguardo l’occupazione si osserva un leggero miglioramento; i giudizi di crescita riguardano il 10,3% degli operatori, contro il 5,1% che si aspetta una riduzione.

Le aspettative sulla domanda vedono invece ancora una prevalenza di giudizi pessimisti. Per la domanda estera il saldo negativo è di 6,1 punti percentuali (solamente il 12,1% degli operatori attende una domanda in crescita), con una quota particolarmente elevata nel trimestre di giudizi di stabilità (69,7%). Riguardo la domanda interna, salgono al 20,5% le aspettative di crescita, ma la quota di operatori che indica un calo rimane comunque più elevata (23,1%).

 

 

 

I dati dell'indagine congiunturale sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons

MI
MB
LO
Trimestre
Secondo
Anno
2022
Settori

L’export delle imprese lodigiane nel secondo trimestre del 2022 ammonta a un valore complessivo di 1,3 miliardi, quasi la metà dei quali (634 milioni ovvero il 47,6%) è costituita da prodotti del comparto dell’elettronica, che si conferma il più rilevante in provincia. Altri tre comparti superano la soglia dei 100 milioni di euro di esportazioni nel trimestre: la chimica (circa 180 milioni, il 13,5% del totale), l’alimentare (154 milioni, l’11,6%) e gli apparecchi elettrici (102 milioni). I restanti comparti non superano il 5% dell’export provinciale complessivo; tra questi si segnalano gomma-plastica, macchinari e prodotti in metallo attorno ai 50 milioni di euro. Tra gennaio e giugno del 2022 l’export lodigiano di elettronica vale complessivamente 1,1 miliardi di euro, che equivalgono al 46,3% dell’intero export provinciale. La chimica risulta il secondo comparto per dimensioni, l’export delle imprese lodigiane vale 343 milioni di euro, il 13,9% del totale, l’alimentare occupa la terza posizione con 274 milioni (11,1%). Il comparto degli apparecchi elettrici vale 202 milioni di euro, più distanti i settori restanti ovvero la gomma-plastica (111 milioni), la farmaceutica e i prodotti in metallo (entrambi attorno ai 90 milioni) e i macchinari.

Le merci importate dal lodigiano nel secondo trimestre del 2022 valgono complessivamente 2,2 miliardi di euro; di queste ben 992 milioni (ovvero il 44,1%) sono costituite da prodotti di elettronica. I flussi di merci del comparto alimentare ammontano a 340 milioni di euro (15,1%), il comparto farmaceutico vale invece 306 milioni di euro di merci provenienti dall’estero (13,6%). Le importazioni del comparto della chimica valgono 203 milioni di euro, seguono i prodotti in metallo con poco meno di 120 milioni e la gomma-plastica con 84 milioni. La distribuzione settoriale delle importazioni del primo semestre della provincia di Lodi conferma la rilevanza dell’elettronica a cui fanno capo 1,9 miliardi di euro di merci in arrivo dall’estero (43,7% del totale). Riguardo gli altri settori la graduatoria ricalca quella dell’ultimo trimestre, osserviamo quindi una certa rilevanza dei flussi di prodotti alimentari (655 milioni di euro) e farmaceutici (639 milioni), segue a distanza la chimica (400 milioni).

La dinamica del trimestre descrive una forte crescita dei flussi in valore sia per l’export che l’import, riflettendo non solo un incremento dei volumi di merci movimentate, ma anche i fenomeni inflattivi che nel 2022 si sono particolarmente intensificati. L’export, in primo luogo, aumenta rispetto al secondo trimestre 2021 del 34,4%, circa 340 milioni in più. L’elettronica è il comparto che contribuisce maggiormente alla crescita con una variazione del 66,7%, ovvero 250 milioni di euro in più rispetto allo stesso periodo del 2021. Buona anche la performance di chimica ed alimentare seppure meno eclatante: per questi due comparti si osserva infatti una crescita del 24,1% e del 22,1% rispettivamente; più tiepida la dinamica degli apparecchi elettrici (+7%). Il dato della variazione dell’export lodigiano del semestre risulta in linea con quello dell’ultimo trimestre (+31,5%). L’elettronica è il principale traino della crescita con un incremento del 57% sul primo semestre del 2021. Positivo il dato anche degli altri comparti rilevanti per valori assoluti, in particolare chimica (+22,8%) e alimentare (+22,3%). Più contenuto in termini percentuali l'aumento dei comparti della gomma-platica (+14,6%) e degli apparecchi elettrici (+7,1%). Solamente un comparto manifatturiero registra un calo annuo, si tratta di quello dei macchinari (-41,7%).

Sotto il profilo dell’import si registra una crescita annua delle merci movimentate dalle imprese lodigiane superiore a quella dell’export e pari al 41,1%. L’elettronica si conferma il comparto più dinamico, le importazioni crescono infatti del 64,4% rispetto al secondo trimestre 2021 (circa 390 milioni di euro di merci in più). Anche gli altri comparti principali registrano variazioni positive superiori al 30%, si tratta dell’alimentare (+44,1%), dei prodotti in metallo (+36,9%), della farmaceutica (+36,5%) e della chimica (+34,7%). Il confronto con il 2021 relativo all’intero primo semestre dell’anno vede la dinamica positiva dell’import salire al 47,4%. L’elettronica è nuovamente il comparto che contribuisce maggiormente alla crescita con un incremento annuo del 73,9%. Tra gli altri comparti che superano i 100 milioni di euro di merci importate dalle imprese lodigiane tra gennaio e giugno, si segnalano incrementi che arrivano fino al 56,6% della farmaceutica e al 53,9% dell’abbigliamento, fino al 34,5% della chimica. Solo due comparti relativamente marginali risultano in calo, i macchinari (-57%) e gli apparecchi elettrici (-5,6%).

 

 

 

Aree geoeconomiche globali

L’export lodigiano è diretto in prevalenza verso Paesi europei, nel trimestre in esame si tratta del 90,7% dei flussi, in valori assoluti 1,2 miliardi di euro, quasi interamente destinati a Paesi parte dell’Unione Europea. Circa 46 milioni di euro sono indirizzati a Paesi europei non UE, i più importanti dei quali sono Regno Unito (14,8 milioni) e Svizzera (12,3 milioni). L’export verso l’Asia vale nel trimestre 69 milioni di euro (il 5,2% del totale), in prevalenza (42 milioni) indirizzati a Paesi dell’Asia Orientale, 15 milioni diretti in Cina e poco meno di 20 milioni alle quattro “tigri”. Solamente 5,6 milioni sono indirizzati a Paesi dell’Asia Centrale e 21 milioni invece al Medio Oriente. L’export delle imprese lodigiane in America vale 33 milioni di euro (2,5% del totale), la gran parte dei quali (19,7 milioni) riguarda gli Stati Uniti. La distribuzione geografica dell’export del semestre non risulta molto differente, la quota del continente europeo si mantiene infatti al 90,9% (2,2 miliardi di euro in cifre). La quasi totalità di queste merci è indirizzata a Paesi parte dell’Unione Europea, solo 87 milioni riguardano i mercati restanti, quali Regno Unito (27 milioni), Svizzera (23 milioni) e Turchia (17 milioni). I flussi verso l’Asia ammontano a 126 milioni di euro, dei quali 37,8 milioni diretti in Medio Oriente e 78 milioni in Asia Orientale, in particolare Cina (35 milioni) e Hong Kong (11 milioni). Infine le esportazioni delle imprese lodigiane nel continente americano tra gennaio e giugno 2022 valgono poco meno di 60 milioni di euro, dei quali quasi 36 milioni diretti negli Stati Uniti.

L’approvvigionamento di merci dall’estero delle imprese lodigiane nel trimestre in esame riguarda flussi provenienti da Paesi europei per il 51,8% del valore complessivo. Si tratta di merci per un valore di 1,1 miliardi di euro, di cui meno di 50 milioni provenienti da mercati non parte dell’Unione Europea. Fuori l’Europa la quasi totalità dei flussi attiene ai mercati asiatici per poco più di 1 miliardo di euro (47% del totale); ben 961 milioni di euro provengono dalla sola Cina, il principale mercato di approvvigionamento per le imprese lodigiane. Il dato cumulato del primo semestre dell’anno rileva 2,3 miliardi di euro di merci provenienti da partner europei (52,1% del totale), in particolare Paesi UE. Ammonta a circa 2 miliardi il complesso delle importazioni dall’Asia in sei mesi, di cui 1,8 miliardi dalla Cina. Poco meno dell’1% dell’import proviene invece da America, Africa e Oceania sommate, in cifre quasi 38 milioni di euro nel semestre.

La dinamica dell’export lodigiano del secondo trimestre 2022 risulta estremamente positiva verso tutti i continenti. Nei confronti dell’Europa si osserva un incremento annuo del 34,8%, dovuto principalmente alla dinamica dei Paesi UE (+36,5%); tra i restanti mercati si osserva una crescita di Regno Unito (+30,2%) e Svizzera (+15%) e un dimezzamento della Russia (-52,1%) per effetto delle sanzioni. Una robusta crescita si registra anche sui mercati asiatici (+37,1%), spinta in particolare verso l’alto dai Paesi del Medio Oriente (+79,4%) e dell’Asia Centrale (+59,3%) mentre risulta inferiore la crescita dell’Asia Orientale (+20,3%); bene il mercato cinese (+47,2%), ma in contemporanea si riducono i flussi destinati a Hong Kong (-42,2%). L’export verso le Americhe presenta una crescita inferiore a Europa e Asia fermandosi al 18,6%. Si osserva peraltro una forte divaricazione tra la lieve crescita della parte settentrionale del continente (+1,6%) e l’incremento molto più consistente che riguarda i Paesi dell’America Centro-Meridionale (+74,6%). La dinamica del semestre conferma una crescita estremamente robusta per tutte le principali direttrici dell’export lodigiano con un incremento complessivo del 31,5%. La crescita dei flussi verso i Paesi UE è di un paio di punti percentuali superiore alla media (+33,5%), mentre per i Paesi non UE si ferma al +3,5%. Le esportazioni dirette nel continente americano crescono del 26,4%, beneficiando di un rilevante contributo sia dei Paesi settentrionali (+24%) che centro-meridionali (+31,6%) del continente. L’export lodigiano verso l’Asia cresce del 27,1%, evidenziando una dinamica positiva nei confronti di tutte le macro-aree del continente. L’Asia Orientale è la porzione che cresce meno (+20,3%), ma è la più significativa in termini di valori assoluti; come rilevato nell’ultimo trimestre, si osserva un incremento della Cina (+72,3%) e parallelamente un calo di Hong Kong (-54%).

La dinamica dell’import lodigiano del trimestre è molto positiva (+41,1%), presentando però forti differenze tra i principali mercati di approvvigionamento, con un aumento dei flussi del 26,4% dall’Europa che sale fino al 60,9% dall’Asia. In Asia è il mercato cinese a registrare l’incremento più significativo (+68,8%, circa 390 milioni in più) in uno scenario di crescita dei flussi da tutti i principali Paesi. Piuttosto robusta anche la dinamica dell’import dalle Americhe, con una crescita del 51,5% concentrata soprattutto nell’America Centro-Meridionale e nel Brasile in particolare. Osservando la dinamica del semestre, si mantiene il divario tra la crescita dell’import dall’Europa (+30,9%) e dall’Asia (+71,5%). In Europa crescono i flussi da tutte le direttrici salvo la Russia (-17,8%). Riguardo l’Asia le importazioni crescono soprattutto dalla Cina (+71,1%), ma si osservano incrementi importanti anche per l’India, quasi triplicata dal 2021.

 

 

Dettaglio europeo

Il primo mercato di sbocco per le esportazioni lodigiane nel trimestre in Unione Europea è la Spagna con 624 milioni di euro. Il secondo Paese, molto distanziato, è la Francia con un volume di scambi di 173 milioni, ancora più distante la Germania che vale 65 milioni di euro. Scorrendo ulteriormente la graduatoria troviamo Portogallo (46 milioni), Belgio e Paesi Bassi, mentre la Polonia è il primo Paese dell’Europa dell’Est. Tra gennaio e giugno 2022 le merci esportate in Spagna ammontano complessivamente a 1,1 miliardi di euro, nello stesso periodo valgono 308 milioni la Francia e 135 milioni la Germania. Altri quattro Paesi superano la soglia dei 50 milioni di euro ovvero Portogallo (91 milioni), Belgio (69 milioni), Polonia (56 milioni) e Paesi Bassi (53 milioni).

Il primo mercato di approvvigionamento per le imprese di Lodi in Unione Europea è la Germania (324 milioni di euro), seguita dalla Francia (221 milioni). Al di sopra dei 100 milioni di merci importate nel trimestre si collocano anche Spagna (144 milioni) e Paesi Bassi (111 milioni). Il Belgio (86 milioni) è il mercato successivo. Nel primo semestre 2022 le importazioni del lodigiano dalla Germania sono pari a 684 milioni di euro, dalla Francia ammontano invece a 465 milioni. Spagna e Belgio sono altri due Paesi rilevanti, rispettivamente per un valore di 272 e 210 milioni di euro in arrivo in sei mesi; segue il Belgio con 176 milioni, quindi la Polonia (79 milioni).

La dinamica dell’export verso l’Unione Europea è estremamente positiva (+36,5% rispetto al secondo trimestre 2021), tuttavia non mancano alcuni mercati in calo. A spingere il dato verso l’alto contribuiscono i Paesi iberici: per la Spagna la crescita è stata del 64,3% e per il Portogallo del 67,3%. Tra i Paesi in calo troviamo invece due dei primi cinque mercati UE del lodigiano ovvero Germania (-9,8%) e Belgio (-7,5%); su volumi di scambio inferiori segnano una flessione anche Slovacchia (-9,9%) e Repubblica Ceca (-1,8%). Si osserva invece una robusta crescita verso Francia (+19,8%), Paesi Bassi (+30,6%) e Polonia (+22,2%). Simili trend si osservano anche riguardo al dato del semestre, rimangono quindi Spagna (+56,4%) e Portogallo (+51,4%) i mercati che trainano la crescita. Si conferma anche il dato negativo di Germania (-4,8%) e Belgio (-8,7%), mentre risultano in crescita tutti gli altri Paesi più rilevanti. In particolare si osserva una crescita del 18% per la Francia, del 19,4% per la Polonia e del 16,2% per i Paesi Bassi.

La dinamica dell’import da Paesi UE del trimestre è complessivamente positiva (+25,9%) e vede una crescita che riguarda quasi tutti i maggiori mercati. Le performance migliori in termini percentuali riguardano Spagna (62,3%), Polonia (+61,1%) e Germania (+41,6%). La Francia registra un incremento di piccola entità (+1,1%), troviamo invece in calo il Belgio (-5%) e la Repubblica Ceca (-32,2%). Gli stessi due Paesi sono in calo anche considerando il dato del semestre, rispettivamente -1,7% per il Belgio e -46,3% per la Repubblica Ceca. Per i quattro Paesi più rilevanti per volumi si osserva però una crescita delle importazioni delle imprese lodigiane, particolarmente intensa per quanto riguarda Germania (+55%) e Spagna (+56,5%), relativamente più contenuta per Paesi Bassi (+19%) e Francia (+13,1%). Scorrendo la graduatoria si segnalano incrementi importanti anche per Polonia (+54,5%) e Austria (+53,8%).

 

 

MI
MB
LO
Trimestre
Secondo
Anno
2022
Indice della produzione industriale

Nel secondo trimestre del 2022 prosegue per l’artigianato manifatturiero lodigiano una fase di stallo dei livelli produttivi, a differenza di quanto avviene all’artigianato lombardo nel suo complesso, che registra una crescita piuttosto robusta. La dinamica di fatturato e ordini è invece positiva, non ancora sufficiente però a generare effetti visibili sulle aspettative. Su base annua la produzione registra un calo dello 0,3%, rimanendo ancora al di sotto dei livelli precedenti la pandemia. Osservando una porzione più ampia del grafico peraltro si può notare che la difficoltà dell’artigiano lodigiano risale anche a prima del Covid, avendo subìto un forte calo della produzione per tutto il 2019. Il numero indice della produzione (costruito con l’anno 2010 come base posto uguale a 100) risulta pari a 83,2, al di sopra del punto di minimo di 78,8 del secondo trimestre del 2020, ma allo stesso tempo una decina di punti al di sotto dei livelli toccati nel 2018.

 

 
Analisi congiunturale

La dinamica congiunturale dell’artigianato del lodigiano vede una stagnazione dei livelli produttivi accompagnata però da una discreta crescita di ordini e fatturato, mentre a livello lombardo tutti e tre gli indicatori sono positivi.

La produzione risulta infatti praticamente invariata rispetto al primo trimestre 2022 nel lodigiano, in netto contrasto con la crescita regionale (+2,3%). La dinamica del fatturato registra invece a Lodi un incremento dello 0,8% (dato destagionalizzato), probabilmente grazie anche agli incrementi dei prezzi, mentre in regione si sale fino al 2,9%. Il dato più confortante per l’artigianato lodigiano proviene dagli ordini, cresciuti in tre mesi dell’1,6%, di poco meglio della dinamica regionale (1,3%).

Rallenta, ma rimane ancora molto elevata, la crescita dei prezzi sia delle materie prime sia dei prodotti finiti, un fenomeno che si osserva tanto a Lodi quanto nel complesso della Lombardia. L’incremento congiunturale dei prezzi delle materie prime nel trimestre in esame è del 14,5% a Lodi (tre mesi fa aveva superato il 20%) e del 16% in Lombardia; la crescita dei prezzi dei prodotti finiti arriva invece al 7,3% in provincia e all’8,6% in regione.

 

Analisi tendenziale

La dinamica tendenziale dell’artigianato lodigiano ricalca piuttosto da vicino quella congiunturale, mostrando la difficoltà di recupero dei livelli produttivi. Al contrario, si osserva in regione una crescita ancora piuttosto robusta, seppure in decelerazione a confronto dei trimestri recenti.

Rispetto al secondo trimestre del 2021, la produzione dell’artigianato manifatturiero lodigiano registra una piccola variazione negativa (-0,3%), all’opposto dell’andamento che si osserva in regione (+8,7%). La dinamica degli altri indicatori risulta migliore, anche se permane un forte gap tra la performance lodigiana e quella lombarda. Il fatturato cresce su base annua del 2,9% a Lodi e dell’11,2% in Lombardia. Gli ordini, il dato più confortante in ottica di crescita futura della produzione, registrano a Lodi un aumento del 4,4%, inferiore anche in questo caso al dato lombardo (+6,2%).

 

Previsioni per il terzo trimestre 2022

Le aspettative espresse dagli operatori sul prossimo trimestre si mantengono ancora piuttosto caute, in linea con quanto rilevato nel recente passato. Per tutti e tre gli indicatori (produzione, domanda interna e occupazione) si osserva infatti un sostanziale equilibrio tra giudizi di aumento e di riduzione.

Il 24,4% degli operatori si aspetta un incremento della produzione nell’immediato futuro, contro il 22% che indica invece un calo, producendo quindi un saldo leggermente positivo (tre mesi fa i giudizi positivi e negativi erano risultati equivalenti). Leggermente più pessimisti i giudizi sulla domanda interna, scendono infatti al 17,9% le previsioni di crescita, contro il 23,1% di indicazioni di riduzione; il saldo che ne risulta è quindi negativo, in leggero peggioramento rispetto ai giudizi espressi tre mesi fa. I giudizi sull’occupazione registrano infine – come di consueto – una larghissima prevalenza di aspettative di stabilità (92,7%); tra i restanti operatori, i giudizi pessimisti (4,9%) superano quelli ottimisti (2,4%).

 

 
MI
MB
LO
Trimestre
Secondo
Anno
2022
Indice della produzione industriale

L’industria manifatturiera del lodigiano continua nel secondo trimestre 2022 a mettere in luce una crescita della produzione a un ritmo piuttosto costante. Cresce anche il fatturato, spinto dalla dinamica dei prezzi, mentre per il secondo trimestre consecutivo si osserva una criticità che riguarda gli ordini. La frenata degli ordini influisce probabilmente sulle aspettative per il prossimo trimestre, che risultano in netto peggioramento. Continuano infine a registrarsi incrementi dei prezzi delle materie prime, anche se la velocità di crescita inizia a ridursi. La produzione industriale registra una crescita rispetto al secondo trimestre del 2021 del 6%, in linea con gli incrementi annui dei trimestri più recenti. Il numero indice (calcolato ponendo pari a 100 l’anno 2010) continua quindi a salire raggiungendo quota 136,3. Nel grafico che illustra l’andamento dei volumi produttivi negli ultimi anni si osserva come, a seguito dell’evidente flessione della prima metà del 2020, una fase di risalita ha riportato i livelli della produzione industriale del lodigiano al di sopra dei livelli pre-pandemia.

 

 
Analisi congiunturale

Gli indicatori congiunturali dell’industria manifatturiera lodigiana risultano positivi, a eccezione degli ordini. La produzione industriale del manifatturiero lodigiano mostra una discreta crescita congiunturale pari all’1,3% (dato destagionalizzato), di poco inferiore al dato regionale (1,6%).

La crescita del fatturato è sensibilmente maggiore (+3,5%), probabilmente per effetto anche degli aumenti dei prezzi; stesso fenomeno che si osserva a livello regionale dove l’incremento è stato del 4,6%. La quota del fatturato estero sul fatturato complessivo dell’industria lodigiana nel trimestre è del 31,8%, in risalita ma ancora piuttosto al di sotto della media regionale del 39,4%.

Riguardo gli ordini, si osserva un rilevante incremento di quelli provenienti dall’estero (+5,4%) più che compensato però da un forte calo degli ordini interni (-5%), che rappresentano come appena visto la quota maggioritaria delle vendite. In Lombardia la dinamica è completamente diversa, con un incremento di entrambe le componenti, più marcato per quella estera (+1,3%) rispetto alla frazione interna (+0,6%).

Anche nel secondo trimestre 2022 si osservano forti incrementi dei prezzi delle materie prime e dei prodotti finiti, ma l’intensità della crescita risulta ridursi per la prima volta dopo più di un anno in cui si registravano incrementi sempre più intensi. La crescita trimestrale dei prezzi delle materie prime a Lodi risulta dell’8,9%, in Lombardia dell’11,6%. Per quanto riguarda i prezzi dei prodotti finiti la crescita congiunturale è del 5,9% in provincia e del 6,9% in regione.

 

Analisi tendenziale

La dinamica tendenziale dell’industria lodigiana vede confermarsi una crescita piuttosto robusta di produzione e fatturato, mentre sono in calo gli ordini interni. Per quanto riguarda la crescita della produzione, a Lodi come osservato nel grafico iniziale l’incremento annuo è pari al 6%, quasi un punto e mezzo al di sotto al dato lombardo (7,4%).

Il fatturato dell’industria lodigiana continua a mantenere una crescita annua superiore al 10%, in particolare arriva al 14,4%; bene soprattutto le vendite realizzate all’estero (+20,3%). In Lombardia la crescita del fatturato risulta del 17,5%, con un contributo leggermente migliore della componente estera (+18%) su quella interna (+17,1%).

L’indicatore degli ordini registra una crescita complessiva molto più modesta, pari al 2%. Come si vede dal grafico, il dato emerge dalla combinazione di una robusta crescita degli ordini esteri (+14,3%), mentre la dinamica degli ordini interni spinge nella direzione opposta (-3,7%). La dinamica lombarda vede invece gli ordini ancora in forte crescita su base annua (9%) grazie a un buon apporto dei mercati esteri (+11%), ma anche di quelli nazionali (+7,8%).

 

Mercato del lavoro

Gli indicatori rilevati riguardo al mercato del lavoro dell’industria manifatturiera lodigiana continuano a mostrare un quadro complessivamente positivo. Il saldo tra entrate e uscite di lavoratori è positivo (+0,2%), grazie soprattutto a un elevato tasso di ingresso (+2,1%); il secondo trimestre del 2021 vedeva ancora un saldo negativo (-0,2%) e un mercato del lavoro poco dinamico (1,2% il tasso di ingresso). Riguardo la Cassa integrazione, per il secondo trimestre consecutivo non si registra nessun caso di utilizzo da parte delle imprese intervistate; un dato che sicuramente sottostima il fenomeno, data la poca numerosità del campione, ma indubbiamente indica un buono stato di salute dell’industria lodigiana. Nel grafico si osserva come il picco di massimo della prima metà del 2020 (attorno al 60% di imprese che ha utilizzato la CIG) si sia gradualmente riassorbito nei trimestri successivi, in particolare nella seconda metà del 2021.

 

 
Previsioni per il terzo trimestre 2022

I dati meno confortanti della rilevazione di questo trimestre arrivano dalle aspettative degli imprenditori manifatturieri lodigiani per il prossimo trimestre. Tutti e quattro gli indicatori rilevano un peggioramento rispetto alle opinioni espresse dagli operatori tre mesi fa, ma soprattutto il saldo tra ottimisti e pessimisti diventa addirittura negativo, salvo che per l’occupazione.

La produzione è attesa in crescita dal 15,4% degli operatori, mentre coloro che si aspettano un calo rappresentano il 23,1% (tre mesi fa erano solamente il 7,1%). Il differenziale è quindi negativo (-7,7 punti percentuali), in netto contrasto con i giudizi ottimisti espressi lo scorso trimestre, come si osserva dal grafico. Anche i giudizi sull’occupazione subiscono un forte peggioramento; il saldo tra ottimisti e pessimisti risulta in pareggio, con entrambi i gruppi che rappresentano una quota del 7,7% degli operatori intervistati.

Le aspettative sulla domanda subiscono lo stesso destino di quelle sulla produzione, con una fiducia in peggioramento e una prevalenza di indicazioni di riduzione. Si osserva comunque una preferenza degli operatori nei confronti della domanda estera, per cui il delta tra giudizi di crescita e riduzione è negativo di soli 2,8 punti percentuali. Il saldo diventa di -10,5 punti percentuali per la domanda interna, per la quale circa un quarto degli intervistati si aspetta una riduzione.

 

 
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MB
LO
Trimestre
Primo
Anno
2022
Settori

L’export del Lodigiano nel primo trimestre 2022 ammonta a circa 1 miliardo e 140 milioni di euro. Il solo comparto dell’elettronica vale 511 milioni di euro in valore assoluto, di gran lunga il più rilevante in provincia (44,8% dell’export complessivo). Altri due settori importanti per l’export provinciale che superano la soglia dei 100 milioni di euro nel trimestre sono la chimica, che vale 163 milioni di euro (14,3% del totale) e l’alimentare con poco meno di 120 milioni (10,5%). Gli apparecchi elettrici raggiungono i 99 milioni di euro, seguono la gomma-plastica con 57 milioni, la farmaceutica con 48 milioni e i prodotti in metallo con 40 milioni.

L’import delle imprese lodigiane nei primi tre mesi del 2022 vale complessivamente 2,2 miliardi di euro. Il comparto dell’elettronica è sempre il più importante, si tratta di oltre 950 milioni di euro, con un’incidenza sul totale del 43,3%, simile a quella dell’import. La farmaceutica occupa la seconda posizione della graduatoria con 333 milioni di euro di merci importate nel trimestre (15,1%), poco più dell’alimentare che vale 315 milioni (14,3%). Altri due settori movimentano flussi di merci in arrivo dall’estero superiori ai 100 milioni, sono la chimica con 197 milioni di euro e i prodotti in metallo con 115 milioni.

La dinamica dell’export lodigiano vede una significativa crescita annua (+28,2%), dopo che il 2021 si era chiuso con un trimestre di segno negativo. Quasi tutti i comparti risultano in crescita, in modo particolare i tre principali motori dell’export lodigiano; l’elettronica evidenzia la performance migliore (+46,4%), chimica e alimentare si fermano invece al +21,5% e +22,5%. Tra i comparti minori si osservano alcuni incrementi annui maggiori di quello dell’elettronica in termini percentuali, in particolare la farmaceutica che è raddoppiata (+118,5%). L’unico comparto manifatturiero che ha ridotto le esportazioni rispetto al 2021 è quello dei macchinari (-50,9%).

Anche per quanto riguarda la dinamica dell’import del trimestre si osserva che la crescita beneficia di forti incrementi di tutti i settori principali. Gli approvvigionamenti di prodotti di elettronica crescono dell’85,1%, seguiti a poca distanza dalla farmaceutica all’81,1%. L’import alimentare cresce del 33,3% in linea con l’andamento dell’export del settore; i prodotti in metallo arrivano al 51%, i prodotti chimici al 34,2%. La crescita maggiore in termini percentuali riguarda l’abbigliamento (+113,1%), all’opposto due comparti minori risultano in calo, sono i macchinari (-61,6%) e gli apparecchi elettrici (-14,7%).

 

 

 

Aree geoeconomiche globali

Il 91,2%% delle merci esportate dalla provincia di Lodi si dirige verso Paesi europei: si tratta di poco più di 1 miliardo di euro di merci, delle quali solo 41 milioni riguarda Paesi non facenti parte dell’UE. Tra questi ultimi, i principali partner delle imprese lodigiane sono Regno Unito (12,7 milioni di export) e Svizzera (10,7 milioni). L’Asia intercetta il 5% delle esportazioni lodigiane, in cifre 57 milioni di euro. I mercati principali sono nell’Estremo Oriente (35 milioni), in particolare 20 milioni è il valore dell’export in Cina e 10,7 milioni il valore delle quattro “tigri” (Hong Kong il più rilevante nel trimestre). Sono diretti in Medio Oriente 16 milioni di euro di merci, in Asia Centrale solamente poco più di 5 milioni. Il continente americano vale 26,3 milioni di euro di export nel trimestre per le imprese lodigiane, di cui la gran parte (16,2 milioni) diretta negli Stati Uniti.

Riguardo la distribuzione geografica dell’approvvigionamento di merci dall’estero delle imprese lodigiane, il 52,4% dei flussi proviene da Paesi europei, in cifre 1,1 miliardi di euro di merci; di questi solo 36 milioni riguardano Paesi non facenti parte della UE, il principale dei quali è il Regno Unito (17 milioni). Al di fuori dell’Europa, dalla sola Cina provengono 891 milioni di euro di merci, ovvero il 40,4% dell’import lodigiano nel trimestre. Dall’Asia complessivamente arrivano a Lodi circa 1 miliardo di euro di merci; oltre alla Cina, si segnalano 58 milioni di euro di import dall’India. Poco rilevante la quota di import del continente americano, solamente lo 0,4% del totale che in valori assoluti significa meno di 10 milioni di euro.

L’export lodigiano cresce su base annua verso Europa (+29%), America (+37,8%) e Asia (+16,8%). I mercati UE nel dettaglio crescono del 30,2%, i restanti Paesi solamente del 5%. Tra questi ultimi crescono sia Svizzera (+50,2%) che Regno Unito (+5,3%), in flessione la Turchia (-21,6%), regge la Russia (+52,5%) nonostante le sanzioni, ma si tratta comunque di volumi di scambi relativamente contenuti (2,5 milioni di euro). L’export verso l’Asia cresce del 16,8%, al di sotto quindi della media provinciale che è del 28,2%. A livello di macro-aree del continente, i flussi verso il Medio Oriente sono cresciuti solamente del 3,4%, verso l’Asia Centrale del 46,2% e nel mezzo si colloca l’Asia Orientale (+20,3%). Proprio in Estremo Oriente in particolare si osserva un forte incremento dei flussi indirizzati in Cina (+97,4%), compensati però in parte da una forte riduzione che riguarda il territorio di Hong Kong (-69,1%). L’export verso il continente americano cresce del 37,8% sul primo trimestre 2021, con un contributo importante del mercato degli Stati Uniti (+73,5%), mentre l’America latina registra un piccolo calo (-3,1%).

Anche la scomposizione per continenti della dinamica dell’import del lodigiano vede tutte le principali direttrici in crescita. La crescita arriva soprattutto dall’Asia, in percentuale l’incremento risulta dell’83,7%, ben 470 milioni di euro in più in un anno. Le merci in arrivo dalla Cina sono cresciute del 73,7%, ma non è l’unico mercato di approvvigionamento in crescita: Taiwan cresce del 67% e i flussi dall’India sono passati da 12 a 58 milioni di euro. L’import da mercati europei è aumentato del 35,7%, si tratta di un incremento di 300 milioni di euro in cifre, che beneficia della crescita sia dei Paesi facenti parte dell’Unione Europea che dei restanti.

 

 

Dettaglio europeo

Il primo mercato di sbocco delle imprese lodigiane nel trimestre in Unione Europea si conferma la Spagna, per complessivi 505 milioni di euro di merci. Molto più distante in seconda posizione la Francia, che vale 135 milioni di euro, segue la Germania con 69 milioni. Scorrendo la graduatoria troviamo il Portogallo che vale 44 milioni di euro e il Belgio 33 milioni. Altri tre Paesi superano i 20 milioni di euro di export nei primi tre mesi dell’anno, si tratta di Polonia, Slovacchia e Paesi Bassi.

La graduatoria delle importazioni di Lodi dall’Unione Europea vede in prima posizione la Germania (360 milioni di euro), seguita dalla Francia (243 milioni) e dalla Spagna (128 milioni). Paesi Bassi e Belgio sono altri due partner commerciali rilevanti, rispettivamente con 98 e poco meno di 90 milioni di euro. Seguono a distanza la Polonia, da cui le imprese lodigiane hanno importato 40 milioni di euro di merci, quindi l’Austria (24,6 milioni).

Il mercato spagnolo è tra quelli cresciuti maggiormente rispetto al 2021, si tratta di un incremento del 47,6% (circa 160 milioni di euro in più). Tra gli altri partner commerciali principali del lodigiano, i tassi di crescita maggiori riguardano Portogallo (+37,8%) e Slovacchia (+32,5%), la Francia cresce invece del 15,9%, mentre la Germania è tra i mercati meno dinamici (+0,7%). Due soli Paesi risultano in calo tra quelli visualizzati nel grafico, si tratta di Belgio (-10%) e Grecia (-19,2%).

Le importazioni delle imprese lodigiane sono risultate in crescita da tutti i Paesi presenti nel grafico, tranne la sola Repubblica Ceca (-62%). Germania (69,4%) e Austria (66,1%) sono i due mercati cresciuti di più tra i principali; troviamo poi due casi di crescita percentuale a tre cifre verso Paesi più piccoli (Ungheria e Malta), che nel caso di Malta è dovuta probabilmente a merci in transito non correttamente attribuite al Paese di origine. L’import dalla Francia cresce del 26,8%, dalla Spagna del 50,5%, scendiamo invece all’11,4% per le merci provenienti dai Paesi Bassi e all’1,6% per il Belgio.

 

 

MI
MB
LO
Trimestre
Primo
Anno
2022
Indice della produzione industriale

Nel primo trimestre 2022 l’artigianato manifatturiero lodigiano fatica a tornare su un sentiero di crescita dopo lo stop forzato nel 2020 e una lenta ripresa nel 2021, in contrasto per di più con quanto avviene a livello regionale. La dinamica congiunturale e tendenziale dei principali indicatori denunciano una persistente difficoltà, accompagnata dall’acuirsi dell’inflazione e da aspettative piuttosto prudenti. La crescita annua della produzione si ferma allo 0,8%, dimostrando di non avere ancora recuperato i livelli precedenti la pandemia. Osservando una porzione più ampia del grafico si può peraltro notare che la difficoltà dell’artigiano lodigiano risale anche a prima del Covid, avendo subìto un forte calo della produzione per tutto il 2019. Il numero indice della produzione (costruito con l’anno 2010 come base, posto uguale a 100) risulta pari a 83,6, al di sopra del punto di minimo di 78,8 del secondo trimestre del 2020, ma allo stesso tempo una decina di punti al di sotto dei livelli toccati nel 2018.

 

 
Analisi congiunturale

La dinamica congiunturale dell’artigianato del lodigiano risulta leggermente in crescita, in calo per il fatturato e stabile per gli ordini, lontana dal trend positivo regionale per tutti e tre gli indicatori.

La produzione è in crescita dello 0,5% (dato destagionalizzato), mentre in Lombardia si segnala un incremento del 2%. La dinamica del fatturato vede un calo trimestrale a Lodi dello 0,6%, mentre in regione si verifica una crescita in linea a quella della produzione (+1,9%). Praticamente nulla la variazione del portafoglio ordini rispetto al quarto trimestre 2021, contrapposta a una crescita dell’1,3% in regione.

Il dato più preoccupante riguarda però la continua crescita dei prezzi delle materie prime; la dinamica dei prezzi continua infatti ad accelerare, a Lodi persino maggiormente rispetto al resto della regione. L’incremento dei prezzi delle materie prime nel trimestre in esame è del 23,9% su base congiunturale a Lodi e del 19,8% in Lombardia; accelera parallelamente anche la crescita dei prezzi dei prodotti finiti (+9,8% in provincia e +10% in regione).

 

Analisi tendenziale

La dinamica tendenziale del trimestre conferma i segnali di debolezza dell’artigianato lodigiano che risultano dagli indicatori congiunturali. Un quadro differente emerge dall’osservazione dei dati a livello regionale, dove la crescita su base annua di tutti gli indicatori è nell’ordine del 10%. Mentre a livello lombardo la produzione dell’artigianato ha superato, seppur di poco, i livelli produttivi del 2019, nel lodigiano resta ancora lontana dall’obietto.

La crescita annua della produzione dell’artigianato manifatturiero lodigiano è dello 0,8%, un dato che risulta piuttosto lontano dalla dinamica che si osserva in regione (+9,6%). L’andamento degli altri indicatori è coerente con quello della produzione: il fatturato risulta in lieve calo annuo nel lodigiano (-0,2%), in Lombardia per contro è cresciuto del 12%. Il dato più positivo, anche in ottica di crescita futura, arriva dagli ordini, che a Lodi crescono rispetto al primo trimestre 2021 del 2,1%, lontano comunque dal dato lombardo (+8,1%).

 

Previsioni per il secondo trimestre 2022

La dinamica tiepida del trimestre si riflette in termini di estrema prudenza anche sulle aspettative per il prossimo trimestre. I giudizi degli artigiani lodigiani restano in linea con il clima di fiducia piuttosto cauto espresso lo scorso trimestre. Per tutti e tre gli indicatori rilevati (produzione, domanda interna e occupazione) si osserva un saldo tra giudizi di aumento e di riduzione in pareggio o molto vicino.

Il 62,2% degli operatori non si aspetta variazioni della produzione nell’immediato futuro, mentre le quote degli ottimisti e dei pessimisti si equivalgono al 18,9%, producendo quindi un saldo nullo (era in terreno leggermente negativo tre mesi fa). Sono molto simili i giudizi sulla domanda interna, con le indicazioni di stabilità che salgono al 64,9%, a svantaggio dei giudizi di crescita (16,2%), mentre rimane un 18,9% di indicazioni di calo; il saldo è quindi negativo e in peggioramento dal trimestre passato. Risultano migliori le prospettive sull’occupazione, attesa in crescita per il 5,4% degli operatori e in calo per il 2,7%; l’indicazione nettamente prevalente è comunque sempre quella di stabilità (91,9%).

 

 
MI
MB
LO
Trimestre
Primo
Anno
2022
Indice della produzione industriale

In linea con il trend di crescita che contraddistingue l’industria manifatturiera lombarda, la prima congiuntura lodigiana del 2022 vede la continuazione di un processo di crescita già iniziato nel 2021. Crescono produzione e fatturato sia su base trimestrale che annua, solo dagli ordini esteri arriva un segnale in direzione opposta. Risultano confortanti anche i dati sul mercato del lavoro riguardo l’utilizzo della CIG e gli occupati. Per contro, continua la crescita dei prezzi delle materie prime: gli incrementi sono maggiori dei trimestri precedenti, forse anche per effetto della guerra in Ucraina. La produzione industriale cresce del 6,4% rispetto al primo trimestre 2021, portando il numero indice (calcolato ponendo pari a 100 l’anno 2010) a quota 134,1. Nel grafico si può osservare l’andamento dei volumi produttivi negli ultimi anni, in modo particolare della performance più recente. A seguito dell’evidente flessione della prima metà del 2020, si osserva una fase di risalita che ha riportato i livelli della produzione industriale del lodigiano al di sopra dei livelli pre-pandemia.

 

 
Analisi congiunturale

Gli indicatori congiunturali dell’industria manifatturiera lodigiana risultano complessivamente positivi, con la sola eccezione degli ordini esteri. In regione nel complesso si osserva invece una crescita più robusta di quella registrata in provincia. La dinamica di crescita congiunturale della produzione industriale del manifatturiero lodigiano è dello 0,5% (dato destagionalizzato), il dato regionale è invece dell’1,8%.

La crescita del fatturato è maggiore (+1,9%), incorporando probabilmente anche gli aumenti dei prezzi; in regione il dato è di poco inferiore (+1,7%). La quota del fatturato estero sul fatturato complessivo dell’industria lodigiana nel trimestre è del 29,9%, mantenendosi diversi punti al di sotto della media regionale del 38,9%.

Il portafoglio ordini acquisiti dall’Italia risulta in crescita (+1,5%), anche se meno di quanto avviene in Lombardia (+2,7%). L’aspetto critico riguarda invece la dinamica degli ordini esteri, che registrano un calo dell’1,5%, fenomeno opposto rispetto alla Lombardia nel complesso, dove l’indicatore degli ordini esteri è quello che cresce maggiormente (+4%).

Continuano a manifestarsi i fenomeni inflattivi che incidono sui costi di produzione dell’industria, aumentando di intensità rispetto al trimestre passato. I prezzi delle materie prime sono cresciuti a Lodi su base trimestrale del 13,2%, in Lombardia del 15,9%. Si osserva anche per i prodotti finiti una crescita congiunturale significativa, del 6% a Lodi e dell’8,3% in Lombardia.

 

Analisi tendenziale

A confronto con il primo trimestre 2021 l’industria lodigiana presenta una dinamica nel complesso positiva anche se inferiore a quella lombarda; rimane l’eccezione in negativo degli ordini esteri. Si tratta di una crescita significativa se consideriamo il fatto che il trimestre con cui ci confrontiamo aveva già visto il recupero delle perdite subite nel 2020. Per Lodi la crescita annua della produzione è stata del 6,4%, arriva al 10,7% in Lombardia.

Il fatturato dell’industria lodigiana cresce del 13,8%, con l’apporto maggiore che arriva dalle vendite realizzate in Italia (+15,7%) rispetto all’estero (+9,6%). In Lombardia la crescita risulta di qualche punto superiore, si tratta di un incremento complessivo del 19,1%, senza una significativa differenza tra le vendite in Italia e all’estero.

Il portafoglio ordini dell’industria lodigiana cresce del 9,5%; le commesse provenienti dall’Italia registrano un incremento importante del 14,1%, non decollano invece gli ordini esteri che sono in netta controtendenza e si sono ridotti rispetto al 2021 dell’1,5%. In Lombardia gli ordini acquisiti sono cresciuti del 16,8% sul primo trimestre 2021; a differenza di quanto avviene a Lodi, la componente estera cresce del 18%, mentre quella interna del 16%.

 

Mercato del lavoro

Gli indicatori del mercato del lavoro dell’industria manifatturiera lodigiana mostrano un quadro piuttosto positivo, in linea con quanto osservato nelle ultime rilevazioni. Il saldo tra entrate e uscite nel mondo del lavoro è positivo (+0,7%), come consueto nel primo trimestre dell’anno, anche se peggiora confrontato con lo stesso periodo del 2021 (era dell’1%). Sul fronte della cassa integrazione, nessuna impresa lodigiana tra quelle intervistate ha dichiarato di averne fatto uso nel trimestre, mentre c’era una minima presenza (il 2,4% delle imprese) tre mesi fa. Nel grafico si osserva come il picco di massimo della prima metà del 2020 (attorno al 60% di imprese che ha utilizzato la CIG) si sia gradualmente riassorbito nei trimestri successivi, in particolare nella seconda metà del 2021.

 

 
Previsioni per il secondo trimestre 2022

Le aspettative degli imprenditori manifatturieri lodigiani per il prossimo trimestre vedono una prevalenza di giudizi di stabilità per tutti e quattro gli indicatori rilevati, con un clima di fiducia che risulta stabile per quanto riguarda la produzione e in miglioramento per la domanda interna ed esterna.

Il saldo tra aspettative di crescita e riduzione della produzione industriale rimane immutato rispetto a tre mesi fa, a quota 21,4 punti percentuali. Si aspetta un incremento della produzione il 28,6% degli operatori contro solamente il 7,1%, che indica invece più probabile una riduzione. I giudizi sull’occupazione vedono prevalere le valutazioni di stabilità che riguardano l’81,4% degli operatori; il 14% si attende invece un incremento, mentre i giudizi pessimisti si fermano al 4,7%.

Le aspettative sulla domanda migliorano leggermente rispetto allo scorso trimestre, mettendo in evidenza poche differenze tra gli ordini di provenienza nazionale ed estera. Esprimono un'indicazione di crescita il 27,9% degli operatori riguardo la domanda interna e il 28,2% per quella estera; per contro, le indicazioni di riduzione della domanda sono espresse dal 4,7% degli intervistati per la componente interna e dal 7,7% per quella estera.

Circa due terzi degli operatori esprime giudizi di stabilità, il 67,4% per la domanda interna e il 64,1% per la domanda estera.

 

 

 

I dati dell'indagine congiunturale sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons

MI
MB
LO
Trimestre
Quarto
Anno
2021
Settori

Le esportazioni delle imprese lodigiane nel quarto trimestre 2021 ammontano a poco più di 1 miliardo di euro, il 41,6% dei quali riguarda il comparto dell’elettronica (427 milioni in valore assoluto), che si conferma il più rilevante in provincia. Al di sopra della soglia dei 100 milioni di euro di merci esportate nel trimestre troviamo anche la chimica con 156 milioni di euro (il 15,2% del totale) e l’alimentare con 108 milioni (10,6%). Seguono nella graduatoria dell’export il comparto degli apparecchi elettrici che vale 92 milioni di euro, i macchinari 62 milioni di euro e la gomma-plastica 54 milioni. Nell’intero 2021, il valore delle esportazioni del comparto dell’elettronica per le imprese del lodigiano ammonta a 1,5 miliardi di euro, pari al 39,5% del complesso dell’export provinciale. Le esportazioni di prodotti chimici sfiorano i 580 milioni di euro (15%), il comparto alimentare vale invece 456 milioni (11,8%). Altri comparti rilevanti per l’export lodigiano sono quello degli apparecchi elettrici (366 milioni), dei macchinari (272 milioni), della gomma-plastica (207 milioni), dei prodotti in metallo (128 milioni) e della farmaceutica (120 milioni).

Nel quarto trimestre del 2021 le merci importate dal lodigiano valgono complessivamente 1,9 miliardi di euro, la cui parte più rilevante (44,7%) è costituita dal comparto dell’elettronica, per il valore di 870 milioni di euro. Segue per importanza il comparto alimentare, che vale nel trimestre 304 milioni (il 15,6% del totale), in terza posizione la farmaceutica per un valore di 232 milioni (11,9%). Le importazioni di prodotti chimici del lodigiano valgono 160 milioni di euro nel trimestre, poco al di sotto dei 100 milioni di euro i prodotti in metallo, seguiti dai macchinari a 85 milioni. La distribuzione settoriale delle importazioni della provincia di Lodi dell’intero anno 2021 vede il 38,9% dei flussi che riguardano prodotti di elettronica, si tratta di 2,5 miliardi di euro di merci nel corso dell’anno. Il comparto alimentare supera di poco il miliardo di euro di merci in arrivo dall’estero (16,1%), si ferma invece a 886 milioni l’import di prodotti farmaceutici (13,6%). Seguono con flussi di minori dimensioni i prodotti chimici (602 milioni), i macchinari (383 milioni), i prodotti in metallo (342 milioni) e la gomma-plastica (244 milioni).

La dinamica dell’export lodigiano del trimestre risulta nel complesso negativa (-8,3%) in controtendenza a quanto avviene nel resto della regione e in Italia. In termini settoriali il calo è attribuibile in larga parte alla flessione delle esportazioni dell’elettronica, che rispetto allo stesso periodo del 2020 segnala una riduzione del 22,4% dei flussi. Presentano una dinamica positiva invece sia la chimica (+5,4%) che l’alimentare (+3,1%). Anche tra i comparti di minori dimensioni la maggior parte risulta in crescita, tra questi gli apparecchi elettrici (+1,5%) e la gomma-plastica (+8,1%); la farmaceutica registra l’incremento percentualmente più significativo (+57,4%). Tra i pochi settori in calo si segnalano i macchinari (-8,1%). La dinamica complessiva dell’anno registra un discreto recupero rispetto al 2020 (+10,2%), nonostante il dato negativo dell’ultimo trimestre; la variazione positiva risente ovviamente del fatto che la prima metà del 2020 ha visto fortemente ridursi i commerci con l’estero a causa del lockdown. L’alimentare è tra i pochi comparti in calo (-7,3%), dopo essere stato tra i pochi a crescere nel 2020. La quasi totalità degli altri comparti manifatturieri risulta invece in crescita. Per l’elettronica, nonostante il calo dell’ultimo trimestre, il bilancio dell’anno vede un incremento del 12,7% sul 2020. Risulta relativamente contenuto il recupero rispetto al 2020 dei prodotti chimici (+8,4%) e dei macchinari (+3,1%), mentre crescono più del 10% altri comparti quali gli apparecchi elettrici (+17,7%), i prodotti in metallo (+29%), la farmaceutica (+28,6%) e la gomma-plastica (+17,4%).

La dinamica dell’import del trimestre risulta in linea con quella dell’export, si registra infatti un calo piuttosto rilevante (-10,2%). Sono due i comparti maggiormente responsabili del dato negativo: l’elettronica (-21,4%) e la farmaceutica (-35,5%). Per quasi tutti gli altri comparti si osserva invece un incremento delle importazioni delle imprese lodigiane. In particolare si segnalano forti aumenti dell’import dei prodotti chimici (+23,2%) e alimentari (+17,5%). In termini percentuali spicca invece il dato dei prodotti in metallo, quasi raddoppiati rispetto al 2020 (+90%). Il bilancio complessivo annuale delle importazioni riporta un calo di piccola entità (-0,3%). Per la gran parte dei settori si osservano in realtà variazioni positive piuttosto rilevanti, a spingere in direzione opposta sono invece l’elettronica – in leggera diminuzione (-0,5%) – e la farmaceutica, che registra invece un calo percentuale rilevante (-37,9%). Per altri comparti si osservano forti incrementi degli approvvigionamenti di merci del lodigiano, tra cui prodotti in metallo (+62,5%), macchinari (+40%) e apparecchi elettrici (+37,3%).

 

 

 

Aree geoeconomiche globali

Circa il 90% delle merci esportate nel trimestre dalla provincia di Lodi è destinato a Paesi europei, per un valore di 931 milioni di euro, la gran parte dei quali indirizzata a Paesi membri dell’Unione Europea (874 milioni). Tra i Paesi europei non UE si registrano in particolare poco meno di 18 milioni di euro diretti dal lodigiano alla Svizzera e 14 milioni al Regno Unito. L’export verso l’Asia risulta pari a 53 milioni di euro (il 5,2% del totale provinciale), in prevalenza riguardanti i Paesi dell’Asia Orientale tra cui la Cina (16 milioni) e le quattro Tigri dell’Estremo Oriente (11 milioni). Solamente poco più di 2 milioni di euro sono indirizzati a paesi dell’Asia Centrale, mentre i rimanenti 17 milioni riguardano il Medio Oriente. Il continente americano vale 28,8 milioni di euro di export nel trimestre per le imprese lodigiane, di cui la gran parte (17 milioni) diretta negli Stati Uniti. La distribuzione dell’export delle imprese del lodigiano nell’intero 2021 è quasi identica a quella del trimestre. La gran parte dei flussi (3,5 miliardi di euro pari al 90,8% del totale) riguarda la direttrice europea. Quasi tutte queste merci sono dirette a Paesi partner dell’Unione Europea, nel dettaglio si tratta di 3,3 miliardi di euro; tra i rimanenti mercati del vecchio continente troviamo 50,9 milioni di euro di merci destinate al Regno Unito, 48,9 milioni alla Svizzera e 38 milioni alla Turchia. Le esportazioni del lodigiano in Asia ammontano a quasi 200 milioni di euro, più della metà dei quali (129 milioni) indirizzati a Paesi dell’Asia Orientale: 46 milioni alla Cina e 33 milioni a Hong Kong. Da ultimo, il continente americano è meta di 96,8 milioni di euro di merci provenienti dalla provincia di Lodi, di cui 58 milioni verso gli Stati Uniti.

Riguardo la distribuzione geografica dell’approvvigionamento di merci dall’estero delle imprese lodigiane, la quota relativa all’Europa è del 52% nel trimestre, poco più di 1 miliardo di euro in valori assoluti; 971 milioni provengono da Paesi UE, 41 milioni dai restanti mercati, tra cui il Regno Unito (22 milioni). Al di fuori dell’Europa, dalla sola Cina provengono flussi di merci per un valore di 854 milioni di euro, che rappresentano il 43,8% dell’import lodigiano nel complesso; circa 66 milioni di euro provengono dal resto dell’Asia, dove si segnala l’India (10 milioni). Poco rilevante la quota di import del continente americano, solamente lo 0,7% del totale, per poco più di 13 milioni di euro (circa la metà dagli Stati Uniti). In tutto il 2021 le imprese lodigiane hanno importato merci dall’Europa per 3,7 miliardi di euro, ovvero il 57% del totale provinciale. Dall’Asia provengono complessivamente 2,7 miliardi di euro di merci, quasi integralmente con origine dalla Cina (circa 2,5 miliardi, il 38,2% del totale). Dal resto del mondo provengono in tutto 54 milioni di euro di merci, di cui 23 milioni dagli Stati Uniti.

L’export lodigiano risulta in calo rispetto al quarto trimestre 2020 nei confronti di tutti i continenti. La flessione è particolarmente rilevante nel caso dell’Europa: si tratta di un -8,6%, che significa circa 90 milioni di euro in meno; in terreno negativo risultano sia i mercati UE (-7,6%) sia i restanti Paesi (-21,8%), tra i quali è in forte calo il Regno Unito (-69,3%) e in rilevante crescita la Svizzera (più che triplicata). Nei confronti dell’Asia, l’export lodigiano cala del 2,3% con grosse differenze tra le macro-aree del continente, oscillanti tra il +12,4% del Medio Oriente e il -8,1% dell’Asia Orientale. Nella stessa Asia Orientale si osserva una forte divaricazione tra la robusta crescita della Cina (+37,7%) e la flessione delle quattro Tigri Asiatiche (-40,3%). Nei confronti delle Americhe il calo delle esportazioni del lodigiano è stato del 4,1%, tuttavia si registra una diminuzione di entità più lieve nei confronti del principale mercato rappresentato dagli Stati Uniti (-0,6%). Osservando il dato complessivo dell’anno 2021 a confronto con il 2020, la performance di tutte le direttrici geografiche migliora, riflettendo il recupero delle esportazioni rispetto ai mesi più critici del 2020. L’export verso i Paesi europei cresce del 10,2%, del tutto in linea con il totale provinciale; la crescita beneficia dell’incremento dei mercati UE (+12,7%), mentre sono in calo i restanti Paesi (-20,5%) e in modo particolare il Regno Unito post-Brexit (-65,7%). Decisamente più tiepida la dinamica dell’Asia, che cresce solamente del 3,9%, con un vistoso calo dei Paesi del Medio Oriente (-18,1%), che compensa in buona parte la crescita dell’Asia Orientale (+13,1%); a livello di singoli Paesi si osserva una dinamica estremamente positiva verso Cina (+40,3%), India (+22,3%) e Corea del Sud (+25%), negativa per Singapore (-35,3%) e Giappone (-6%). Da ultimo, le esportazioni delle imprese lodigiane verso il continente americano registrano un buon recupero sul 2020 (+20,2%), che si riscontra sia per i Paesi dell’America Settentrionale (+27,1%) che Centro-Meridionale (+7,7%).

Scomponendo per direttrice geografica la dinamica negativa dell’import lodigiano del trimestre, si osserva come il calo dipenda principalmente dalla forte riduzione delle merci in arrivo dall’Asia (-19,9%). In particolare si riduce significativamente l’import dalla Cina (-23,2%), mentre cresce da altri mercati minori. Rimane quasi invariato dal quarto trimestre 2020 l’import dall’Europa (+0,1%) dove si osserva una piccola crescita dei flussi da Paesi UE (+0,5%) e una riduzione invece dal Regno Unito (-32%), che dopo la Brexit è il primo Paese europeo extra-UE per le imprese del lodigiano. Nei confronti dell’America i valori assoluti sono piuttosto contenuti ma si segnala ugualmente un raddoppio dei flussi che riguarda sia la parte settentrionale sia centro-meridionale del continente. Nel bilancio dell’intero anno 2021 a confronto con il 2020, si osserva invece un incremento delle importazioni delle imprese lodigiane dall’Asia – per quanto relativamente contenuto – (+2,1%) nonostante una flessione delle merci provenienti dalla Cina (-2,3%). Rispetto all’Europa si registra un calo complessivo (-2,7%) che riguarda con intensità diverse sia l’UE (-1,8%) sia gli altri Paesi (-21,1%). In termini percentuali è molto rilevante la crescita dell’import dal continente americano (+71,1%), che risulta comunque di piccola entità per valori assoluti (circa 18 milioni di euro in più rispetto al 2020).

 

 

Dettaglio europeo

La prima destinazione delle esportazioni lodigiane nel trimestre in Unione Europea è – come di consueto – la Spagna, per complessivi 432 milioni di euro di merci. La Francia è l’altro mercato che vale più di 100 milioni di euro nel trimestre per le imprese lodigiane (123 milioni), più distante la Germania con 64 milioni. Su valori di scambio più contenuti troviamo Belgio e Portogallo attorno ai 34 milioni di euro di export, quindi tra i 20 e i 30 milioni si collocano Paesi Bassi, Polonia e Repubblica Ceca. In tutto l’anno 2021 l’export verso la Spagna vale quasi la metà dell’insieme degli scambi del lodigiano con l’Unione Europea: si tratta di 1,5 miliardi di euro su 3,3 miliardi complessivi. Il mercato francese vale 516 milioni, quello tedesco 271 milioni. Superano i 100 milioni di export in un anno anche Belgio (147 milioni) e Portogallo (122 milioni), poco al di sotto invece troviamo Paesi Bassi (95 milioni) e Polonia (90 milioni).

Poco più della metà delle importazioni lodigiane provenienti dall’Unione Europea nel quarto trimestre 2021 riguarda Germania (256 milioni di euro) e Francia (231 milioni). Flussi importanti di merci per le imprese lodigiane riguardano anche Paesi Bassi (115 milioni), Belgio (97 milioni) e Spagna (91 milioni). A distanza troviamo Polonia (41 milioni) e Repubblica Ceca (32 milioni), mentre nessun altro mercato supera i 20 milioni. Nell’intero 2021 le importazioni dalla Germania ammontano a 978 milioni di euro e quelle dalla Francia a 835 milioni, insieme circa la metà dell’import lodigiano da Paesi UE. Volumi di scambio inferiori riguardano Paesi Bassi (381 milioni), Belgio (367 milioni) e Spagna (343 milioni).

La flessione dell’export verso i Paesi UE nel trimestre deriva in buona parte dal calo delle merci dirette in Spagna (-17,7%), ma dal grafico si osserva un discreto numero di Paesi che denunciano una flessione. Tra questi si segnalano riduzioni dei flussi poco pronunciate che riguardano Germania (-0,7%) e Belgio (-3,6%); più consistente invece il calo del mercato portoghese (-14,9%). Tra i mercati che crescono troviamo Francia (+4,4%) e Polonia (+26,5%). Il bilancio complessivo del 2021 è decisamente migliore sia per i mercati UE nel complesso (+12,7%) sia per la Spagna (+21,3%). Segna una crescita anche la Francia, il secondo mercato per volumi (+6,2%); superiore al 10% l’incremento annuo di Belgio (+11,6%), Portogallo (+13,7%) e Polonia (+33,5%). L’export verso la Germania denuncia un lieve calo (-0,3%), più marcata la riduzione dei flussi che riguarda Paesi Bassi (-8,8%) e Repubblica Ceca (-28%).

La dinamica dell’import del trimestre nei confronti dei Paesi UE risulta in leggera crescita (+0,5%). Al forte calo delle importazioni lodigiane dalla Germania (-11,2%) si contrappone un aumento delle altre maggiori direttrici. Per la Francia la crescita è minima (+0,2%), più robusta per Spagna (+2,2%) e Paesi Bassi (+5,3%), fino al +29,4% dell’import dal Belgio e al +50,4% dalla Polonia. Tra i mercati in calo, oltre alla Germania si segnala la Repubblica Ceca (-23,1%). Nel bilancio annuo complessivo, l’import delle imprese lodigiane dall’UE si riduce dell’1,8%. La Germania risulta il primo “responsabile” della flessione, con un calo del 10,3% rispetto al 2020 oltre ai Paesi Bassi (-17,6%), e in misura minore la Spagna (-1,8%). Si registra all’opposto una crescita dei flussi dalla Francia (+1,6%) e da altri Paesi meno importanti per la dimensione dei loro flussi quali Polonia (+49,3%), Repubblica Ceca (+34%) e Belgio (+20,6%).

 

 

MI
MB
LO
Trimestre
Quarto
Anno
2021
Indice della produzione industriale

Nel quarto trimestre 2021 si interrompe il percorso di recupero dell’artigianato manifatturiero lodigiano che aveva caratterizzato finora il 2021, a differenza di quanto avviene in Lombardia dove continua la dinamica positiva. Dopo un buon recupero su base annua registrato nei due trimestri precedenti, la dinamica annua segna infatti una battuta d’arresto (-0,1%). La variazione della produzione risulta ancora negativa anche a confronto con il 2019, sia rispetto al solo quarto trimestre che alla media annua. Se osserviamo una porzione più ampia del grafico retrocedendo nel tempo, l’artigiano lodigiano sconta ancora la pesante flessione dei livelli produttivi tra 2018 e 2019, rispetto alla quale la strada del recupero è ancora lunga. Il numero indice della produzione (costruito con l’anno 2010 come base posto uguale a 100) risulta pari a 83,5, un livello ampiamente al di sopra del punto di minimo di 75 del secondo trimestre del 2020 ma allo stesso tempo una decina di punti al di sotto dei livelli toccati nel 2018.

 

 
Analisi congiunturale

La dinamica congiunturale dell’artigianato del lodigiano risulta in negativo per quanto riguarda produzione e fatturato, interrompendo la crescita dei trimestri precedenti e discostandosi dal trend osservato a livello regionale.

La produzione registra una flessione dello 0,7% (dato destagionalizzato) a fronte di una dinamica lombarda di crescita piuttosto robusta (+2,6%). La dinamica del fatturato è del tutto sovrapponibile a quella della produzione: a Lodi si osserva un calo (-0,7%) opposto alla crescita che avviene in Lombardia (+3,2%). L’unico indicatore in crescita per l’artigianato lodigiano è rappresentato dagli ordini, il cui portafoglio vede infatti un aumento su base congiunturale dello 0,8%, inferiore in ogni caso alla media regionale (+2,7%).

Un altro aspetto critico riguarda la continua tensione sui prezzi delle materie prime, che per quanto rallenti leggermente si mantiene al di sopra del 10% di incrementi su base congiunturale. In cifre l’incremento dei prezzi delle materie prime nel trimestre in esame è dell’11,9% nel lodigiano e del 14,1% in Lombardia; piuttosto rilevante anche se nettamente inferiore la crescita dei prezzi dei prodotti finiti (+4,8% in provincia e +6,9% in regione).

 

Analisi tendenziale

Come osservato, la dinamica tendenziale del trimestre mette in luce la fine del percorso di recupero rispetto al 2020 per quanto riguarda almeno l’indicatore della produzione. Per contro, a livello regionale il raffronto con il quarto trimestre del 2020 esprime variazioni positive nell’ordine del 10%. Il bilancio complessivo dell’anno vede comunque un recupero dei livelli produttivi riferito al 2020 sia per Lodi che per la Lombardia, ma entrambi i livelli territoriali denunciano ancora un gap negativo rispetto al 2019.

Su base annua la produzione dell’artigianato manufatturiero lodigiano segna un -0,1%, in netto contrasto con l’incremento che si osserva in regione (+10,8%). Per il fatturato si osserva invece una variazione positiva (+3,4%) anche se inferiore a quella rilevata in regione (+12,9%). In crescita rispetto al quarto trimestre del 2020 anche gli ordini (+4,5%), un dato che può rappresentare un segnale confortante per la ripresa della produzione nell’immediato futuro.

 

Previsioni per il primo trimestre 2022

Le aspettative per il prossimo trimestre degli artigiani lodigiani ricalcano il peggioramento degli indicatori congiunturali, evidenziando un clima di fiducia meno ottimista di quello della scorsa rilevazione. Per tutti e tre gli indicatori rilevati (produzione, domanda interna e occupazione) si osserva una situazione di sostanziale pareggio tra giudizi di aumento e di riduzione.

Il 19% degli operatori si aspetta un aumento della produzione (in forte riduzione dal 36,4% di tre mesi fa), mentre sono poco di più (21,4%) a indicare una diminuzione. Il saldo tra ottimisti e pessimisti torna quindi a essere negativo seppure di poco. I giudizi sulla domanda interna vedono invece un perfetto pareggio tra indicazioni di crescita e di diminuzione, entrambi riguardanti un 14,3% degli operatori; molto rilevante la quota di chi non si aspetta variazioni (71,4%). Una maggiore fiducia riguarda i giudizi sull’occupazione, attesa in crescita dal 14,3% degli imprenditori dell’artigianato manifatturiero lodigiano ed in calo dal 9,5%.

 

 
MI
MB
LO
Trimestre
Terzo
Anno
2023

 

 

Indice del fatturato dei servizi

Il terzo trimestre 2023 per i servizi della provincia di Lodi registra una ripresa del fatturato che chiude il processo di recupero avviato successivamente alla profonda fase di perdite subita nel 2020.

Al netto degli effetti stagionali, l’indice del fatturato nel terzo trimestre 2023 si è riportato sopra la parità 100 espressa dall’anno base di riferimento (ossia il 2010), collocandosi quindi a quota 100,9 (+1,2% destagionalizzato); il processo di recupero chiude dunque il percorso avviato dal terzo trimestre 2020.

Passando all’analisi della dinamica tendenziale, nei confronti del terzo trimestre dello scorso anno si osserva ancora una significativa crescita (+3,1%), anch’essa in ripresa rispetto alla contrazione registrata nel trimestre precedente (-0,7%).

 

 
Le previsioni per il quarto trimestre 2023

Le aspettative delle imprese dei servizi della provincia di Lodi per il quarto trimestre 2023 registrano un progresso degli andamenti attesi per il fatturato e l’occupazione.

Il quadro dettagliato delle previsioni relative al fatturato, espresso dai saldi complessivi delle risposte (differenza tra ipotesi di aumento e di diminuzione), indica un miglioramento del saldo rispetto alla precedente rilevazione (11,1% contro 2,4% del secondo trimestre).

Anche per l’occupazione, il quarto trimestre 2023 mostra un miglioramento del saldo complessivo delle risposte (9,7% contro 2,4%) in un contesto di stabilizzazione che coinvolge oltre otto imprese su dieci.

 

 

 

I dati dell'indagine congiunturale sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons