Lodi

Abbreviazione
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MI
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Trimestre
Terzo
Anno
2023
Settori

L’export della provincia di Lodi nel terzo trimestre del 2023 ammonta a oltre 1,4 miliardi di euro, di cui in termini settoriali circa la metà è costituita da prodotti del comparto dell’elettronica, che si conferma il più rilevante in provincia (50,2% ovvero 718 milioni di euro). Altri tre comparti superano la soglia dei 100 milioni di euro di esportazioni nel trimestre, in ordine decrescente la chimica (177 milioni, il 12,4% del totale), l’alimentare (165 milioni pari all’11,5%) e gli apparecchi elettrici (107 milioni ovvero il 7,5%). Due ulteriori comparti valgono più di 50 milioni di euro per le imprese lodigiane, si tratta dei macchinari e della gomma-plastica. Nei primi nove mesi del 2023 l’export lodigiano di elettronica supera i 2 miliardi di euro, pari al 48,6% dell’intero export provinciale. Come nell’ultimo trimestre è la chimica il secondo comparto per dimensioni, vale 571 milioni di export per le imprese lodigiane, il 13,7% del totale, terzo l’alimentare a quota 463 milioni (11,1%). Il comparto degli apparecchi elettrici vale 324 milioni di euro, seguito da macchinari, gomma-plastica, prodotti in metallo e farmaceutica, quattro comparti che valgono ciascuno poco più di 100 milioni di euro di export nel 2023.

Le importazioni del lodigiano nel terzo trimestre del 2023 valgono 2,2 miliardi di euro, delle quali poco più di 1 miliardo (44,8% dei flussi complessivi) riguardano prodotti di elettronica. L’alimentare è il secondo comparto per importanza con 406 milioni di euro di merci importate (17,4%), il terzo è la farmaceutica a quota 283 milioni (12,5%), più a distanza la chimica (166 milioni). Il dato cumulato degli approvvigionamenti di merci dall’estero tra gennaio e settembre del 2023 indica quasi 3,2 miliardi di euro di importazioni di prodotti di elettronica su 7,1 miliardi complessivi (44,5%). Troviamo quindi il comparto dell’alimentare che movimenta 1,2 miliardi di euro di merci (17,2%), a seguire la farmaceutica poco al di sotto dei 950 milioni (13,2%), più distanti gli altri comparti, tra cui il più rilevante è la chimica (506 milioni).

La dinamica annua del trimestre indica una crescita del 2,7%, che beneficia delle buone performance di gran parte dei comparti manifatturieri. Rappresenta un’eccezione in negativo l’elettronica, per la quale si registra un calo dell’1,5%, circa 11 milioni di euro in meno rispetto allo stesso periodo del 2022. Crescono tutti gli altri comparti principali: si osserva in particolare un incremento del 5% per l’alimentare, del 4,2% per gli apparecchi elettrici e del 2,5% per la chimica. Riguardo alla dinamica complessiva dei primi nove mesi dell’anno, la crescita risulta migliore rispetto a quella dell’ultimo trimestre, arrivando all’8,5%. L’elettronica contribuisce alla crescita con un incremento in linea con la media provinciale (+8,4% ovvero quasi 160 milioni di euro in più). In termini percentuali performano meglio i comparti della chimica (+10,4%) e dell’alimentare (+9,2%). Tra i pochi settori che subiscono un calo, i più importanti sono la gomma-plastica (-7,7%) e la farmaceutica (-3,4%).

L’import lodigiano registra un sensibile calo del 10,8% rispetto al terzo trimestre del 2022. Il calo complessivo risente in particolare della flessione dell’elettronica che risulta in diminuzione del 20,8% (in cifre oltre 260 milioni di euro in meno). Si osserva un calo anche per l’import di prodotti farmaceutici (-8,8%) e chimici (-7%), crescono invece del 13,4% i flussi in arrivo dall’estero del comparto alimentare. La dinamica cumulata dei tre quarti dell’anno segna una variazione nulla rispetto allo stesso periodo del 2022. L’elettronica è il principale comparto per il quale si osserva una flessione dell’import (-6,1%), a cui si aggiunge la farmaceutica (-1,8%) e su volumi di scambio inferiori: chimica (-12,7%), prodotti in metallo (-12,2%) e abbigliamento (-29,2%). A crescere sono le importazioni di prodotti alimentari (+21,8%), della gomma-plastica (+1,2%) e degli apparecchi elettrici (+1,4%); l’incremento maggiore in termini percentuali riguarda l’export di macchinari, quasi raddoppiato.

 

 

 

Aree geoeconomiche globali

In termini geografici le esportazioni lodigiane sono destinate per la gran parte a Paesi europei, si tratta del 91,3% dei flussi del trimestre, in valori assoluti 1,3 miliardi di euro, indirizzati principalmente a Paesi parte dell’Unione Europea. Meno di 50 milioni di euro di merci sono dirette verso Paesi europei non UE, quali Svizzera (14,1 milioni) e Regno Unito (10,3 milioni). Il continente asiatico è la principale destinazione extra-europea, nel trimestre vale 73 milioni di euro (5,1% del totale), di cui 22 milioni riguardano il Medio Oriente e 32 milioni l’Asia Orientale, con la Cina che rappresenta il singolo mercato di maggiori dimensioni (16 milioni). Il continente americano infine rileva per meno di 30 milioni di euro di merci provenienti dal lodigiano (2,1% del totale), di cui la gran parte (16,8 milioni) indirizzata negli Stati Uniti. La distribuzione geografica dell’export dei nove mesi del 2023 risulta del tutto simile: i flussi indirizzati verso il continente europeo raggiungono quota 3,8 miliardi di euro, pari al 91,4% del totale. Oltre 3,6 miliardi di euro sono i flussi che interessano i Paesi UE, meno di 150 milioni invece riguardano gli altri mercati europei, in primo luogo Svizzera (44 milioni), Regno Unito (34,3 milioni) e Turchia (31,7 milioni). Le esportazioni in Asia valgono 201 milioni di euro (4,8%), dei quali quasi 70 milioni diretti in Medio Oriente e più di 100 milioni in Asia Orientale, in particolare circa 39 milioni in Cina e una cifra simile (41 milioni) nelle quattro Tigri Asiatiche. Il continente americano infine intercetta 92 milioni di euro di esportazioni dal lodigiano (il 2,2% del totale) dei quali 56 riguardano la parte settentrionale del continente e 36 la parte centro-meridionale.

Poco più della metà (51%) del valore dei flussi di merci provenienti dall’estero nel trimestre riguarda Paesi europei. In cifre si tratta di poco più di 1,1 miliardi di euro, di cui solamente 65 milioni provenienti da mercati non facenti parte dell’Unione Europea. Al di fuori dell’Europa la quasi totalità degli scambi riguarda i mercati asiatici per circa 1,1 miliardi di euro (48,1% del totale), dalla sola Cina le imprese lodigiane hanno importato beni nel periodo in esame per un valore di 961 milioni di euro. Tra gennaio e settembre del 2023 le importazioni da partner europei raggiungono i 3,7 miliardi di euro (il 51,4% del totale provinciale), di cui 3,5 miliardi relativi a Paesi UE. I flussi provenienti dall’Asia valgono invece 3,4 miliardi, dei quali ben 3 miliardi riguardano l’Asia Orientale, in primo luogo la Cina (2,8 miliardi). Sono poco rilevanti invece gli altri continenti: America (49,3 milioni), Africa (11,2 milioni) e Oceania (1,8 milioni) non raggiungono insieme l’1% dell’import provinciale.

La dinamica dell’export lodigiano del terzo trimestre 2023 evidenza per i mercati europei una crescita limitata all’1,2% rispetto allo stesso periodo del 2022. Al loro interno crescono di più i Paesi europei non UE (+6,1%), in particolare Turchia (+32,4%) e Svizzera (+26,6%). Una crescita molto più robusta riguarda invece il continente asiatico (+38,9%), che beneficia di una buona performance del mercato indiano (passato da 2 a 5 milioni) e di quello cinese (+41,6%). Infine, l’export lodigiano verso le Americhe risulta in netto calo (-13,1%), con una decisa flessione che riguarda in modo particolare gli Stati Uniti (-9,2%). La dinamica dell’export dei primi nove mesi dell’anno risulta per il lodigiano complessivamente migliore di quella dell’ultimo trimestre, grazie in particolare alla direttrice europea. Nei confronti dei mercati europei si osserva infatti una crescita dell’8,3%, che sale fino all’11,1% per quanto riguarda i Paesi non UE, tra i quali il calo del Regno Unito (-18,4%) è più che compensato dalla crescita di Svizzera (+28,3%) e Turchia (+25,6%). Le esportazioni del lodigiano dirette nel continente americano denunciano un leggero calo (-1,4%) dovuto principalmente alla flessione degli Stati Uniti (-6,4%). Il continente asiatico registra una crescita del 12,3%, grazie a una buona performance del Medio Oriente (+22,5%) e a un raddoppio dell’Asia Centrale, mentre è in controtendenza la flessione dei mercati dell’Asia orientale (-5,6%); tra questi ultimi i dati negativi riguardano Cina (-16,5%) e Hong Kong (-22,7%) mentre risultano in crescita – tra gli altri – Singapore (+10,6%) e Corea del Sud (+6,3%).

Gli approvvigionamenti di merci del lodigiano nel trimestre si riducono del 10,8% per effetto di un sensibile calo delle merci importate dall’Asia (-20,3%), mentre si osserva una sostanziale tenuta dei flussi dall’Europa (+0,7%). Per quanto riguarda l’Asia tutti i maggiori mercati registrano variazioni annue negative, a iniziare dalla Cina (-22%). In Europa si osserva una variazione quasi nulla dei flussi che riguardano i Paesi facenti parte dell’Unione Europea (+0,2%) e per contro un importante incremento che riguarda gli altri mercati (+11,4%), grazie a una buona crescita del Regno Unito (+63,2%). Considerando la dinamica cumulata dei primi nove mesi dell’anno, si mantiene una certa differenza tra il trend delle importazioni dall’Europa (+6,4%) e quelle dall’Asia (-6,1%). In Europa si osserva un incremento del 5,8% nei confronti dei mercati UE, mentre si sale fino al 20,4% per i restanti Paesi spinti verso l’alto dal Regno Unito (+70,3%). In Asia si registra un forte calo delle importazioni di provenienza cinese (-13,1%) mentre si osserva un contemporaneo raddoppio dei flussi dall’India. Dall’America, infine, si registra una crescita dell’import del 22,8%, che raggiunge il 39,9% per gli Stati Uniti.

 

 

Dettaglio europeo

La Spagna si conferma anche in questo trimestre il più importante mercato per le esportazioni lodigiane in Unione Europea, per un valore di 691 milioni di euro di merci movimentate. La Francia è il secondo Paese a quota 158 milioni, mentre valgono meno di 100 milioni i restanti mercati, i cui principali sono Germania (65 milioni), Portogallo (47 milioni) e Paesi Bassi (43 milioni). Tra gennaio e settembre l’export verso la Spagna si avvicina ai 2 miliardi di euro, ovvero circa quattro volte il valore dei flussi che interessano la Francia, pari a 483 milioni. Seguono la Germania con 205 milioni e altri tre Paesi, che superano la soglia dei 100 milioni (Portogallo, Paesi Bassi e Belgio).

Il primo mercato di approvvigionamento delle imprese lodigiane in Unione Europea è la Germania (306 milioni di euro), seguita a distanza dalla Francia (199 milioni). Altri due Paesi superano la soglia di 100 milioni di euro di import per la provincia, si tratta di Spagna (171 milioni) e Paesi Bassi (115 milioni). Nei primi nove mesi del 2023 le importazioni dalla Germania superano di poco il miliardo di euro, seguita a distanza da Francia (664 milioni) e Spagna (526 milioni). Più distanti in graduatoria troviamo quindi Paesi Bassi (378 milioni) e Belgio (310 milioni).

L’export verso l’Unione Europea cresce dell’1% rispetto al terzo trimestre 2022, evidenziando performance differenti tra i principali mercati di sbocco. I primi due mercati registrano un calo: per la Spagna del 3,1% e per la Francia del 4,1%, a questi si aggiunge il Portogallo (-6,8%), un altro Paese rilevante per il lodigiano. Cresce invece l’export diretto in Germania (+2,5%), mentre in termini percentuali spiccano le performance di Paesi Bassi (+57,1%) e Grecia (+169,6%). Per quanto riguarda il dato dei nove mesi dell’anno, la crescita dell’export lodigiano in Unione Europea raggiunge l’8,2%, registrando valori positivi nei confronti di tutti i mercati illustrati nel grafico. In ordine decrescente per valori di merci scambiate, la Spagna cresce del 6,6%, la Francia del 2,4% e la Germania del 4,1%. In termini percentuali spiccano due mercati cresciuti particolarmente nell’ultimo trimestre, ovvero Paesi Bassi (+49,1%) e Grecia (+83,9%).

L’import del lodigiano da Paesi UE risulta quasi invariato rispetto al terzo trimestre del 2022 (+0,2%). Come nel trimestre precedente, i due maggiori mercati registrano un calo, pari all’8,4% per la Germania e al 3,1% per la Francia. Per contro si osserva una robusta crescita dei flussi di merci provenienti dalla Spagna (+34,2%) e un incremento più contenuto per Paesi Bassi (+9,4%) e Belgio (+2,6%). L’import complessivo dei primi nove mesi dell’anno cresce del 5,8% rispetto al 2022, ma permane un dato negativo per quanto riguarda i primi due mercati di approvvigionamento, Germania (-2,7%) e Francia (-0,2%). Crescono invece tutti i Paesi che seguono in graduatoria, in particolare Spagna (+31,7%) e Paesi Bassi (+20,2%).

 

 

MI
MB
LO
Trimestre
Terzo
Anno
2023

 

 

Indice del fatturato del commercio

Il terzo trimestre 2023 per il commercio al dettaglio della provincia di Lodi registra una ripresa del fatturato che tuttavia non chiude ancora il percorso di recupero delle perdite accumulate durante il 2020.

Al netto degli effetti stagionali, l’indice del fatturato nel terzo trimestre 2023 è ancora distante dal livello di parità 100 espresso dall’anno base di riferimento (ossia il 2010), collocandosi quindi a quota 94,6 (+1% destagionalizzato).

Con riferimento all’analisi della dinamica tendenziale, nei confronti del terzo trimestre dello scorso anno si osserva una crescita significativa (+2,9%), a differenza della contrazione registrata nel trimestre precedente (-0,9%).

 

 
Previsioni per il quarto trimestre 2023

Le aspettative delle imprese del commercio della provincia di Lodi per il quarto trimestre 2023 registrano un progresso degli andamenti attesi per il fatturato, l’occupazione e gli ordini ai fornitori.

Il quadro di dettaglio delle previsioni afferenti al fatturato, espresso dal saldo delle risposte (differenza tra ipotesi di aumento e di diminuzione), indica un miglioramento sostanziale rispetto rilevazione alla precedente, quando si era registrato un valore negativo (+8% contro -8,9% del secondo trimestre). Il miglioramento delle attese è, infatti, ascrivibile all’espansione della quota di imprese con stime di incremento del fatturato (28% contro 11,1%) e alla contemporanea riduzione delle frazioni di operatori con previsioni di diminuzione (28,9% contro 20%) e di stabilità del fatturato (52% contro 60%).

In relazione all’occupazione, per il quarto trimestre 2023 le aspettative delle imprese indicano un miglioramento del saldo delle risposte, passando in un quadrante positivo rispetto alle stime precedenti, che evidenziavano un’equivalenza tra ipotesi di aumento e di diminuzione (+4%), in un contesto di stabilizzazione che coinvolge oltre otto imprese su dieci.

 

 

 

I dati dell'indagine congiunturale sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons

MI
MB
LO
Trimestre
Terzo
Anno
2023
Indice della produzione industriale

Nel terzo trimestre del 2023 l’artigianato manifatturiero lodigiano continua a evidenziare una buona crescita dei livelli produttivi, in contrasto con il deciso rallentamento che continua a caratterizzare il complesso dell’artigianato lombardo. Prosegue la crescita anche del fatturato, mentre risulta meno brillante – ma ancora positiva – la dinamica degli ordini; le aspettative degli imprenditori indicano una prevalenza di giudizi negativi sul futuro, ma al contempo meno pessimistiche rispetto a tre mesi fa. L’aumento annuo della produzione risulta pari al 7,2%, in salita rispetto ai trimestri recenti; nel grafico si osserva come i livelli produttivi abbiano superato quelli precedenti la pandemia, con una crescita piuttosto costante a partire dal 2022. Osservando una porzione più ampia del grafico, si può peraltro notare che le difficoltà dell’artigiano lodigiano risalgono a prima del Covid, avendo attraversato una fase di forte contrazione tra 2018 e 2019. Il numero indice della produzione (costruito con l’anno 2010 come base posto uguale a 100) nel trimestre in esame arriva a quota 89,8, al di sopra del punto di minimo di 78,8 del secondo trimestre del 2020, ma ancora circa 3 punti percentuali al di sotto dei livelli raggiunti nel 2018.

 

 
Analisi congiunturale

La dinamica congiunturale dell’artigianato del lodigiano evidenzia un aumento complessivamente migliore di quello regionale; continuano a crescere la produzione ed in misura minore il fatturato, mentre solo per gli ordini si osserva un significativo rallentamento.

La crescita congiunturale della produzione dell’artigianato manifatturiero a Lodi è dell’1,8% (dato destagionalizzato), contrapposta a un minimo incremento in Lombardia (+0,2%). Anche il fatturato registra una crescita importante, per quanto inferiore alla produzione: si tratta infatti di un incremento dello 0,9% (in Lombardia solamente dello 0,1%). La dinamica degli ordini risulta più critica sia in provincia che in regione: a Lodi crescono in tre mesi solamente dello 0,2% e in Lombardia si registra addirittura un calo dello 0,4%.

Per l’artigianato lodigiano, la crescita dei prezzi delle materie prime e dei prodotti finiti si mantiene sugli stessi valori dello scorso trimestre, in contrasto con il forte rallentamento ormai registrato dalla rilevazione sull’industria. Crescono infatti del 5,7% su base congiunturale i prezzi delle materie prime e del 3,3% per i prezzi dei prodotti finiti (in Lombardia si osserva un 4,5% e 2,8% rispettivamente).

 

Analisi tendenziale

In termini tendenziali, quindi a confronto con il terzo trimestre del 2022, l’artigianato manifatturiero lodigiano manifesta ancora una buona progressione di produzione e fatturato, mentre a livello regionale si osserva uno stop della crescita.

La produzione risulta in crescita su base annua del 7,2% a Lodi, mentre a livello regionale un continuo rallentamento della dinamica porta l’incremento annuo ad assestarsi sullo 0,5%. Il fatturato evidenzia una crescita di maggiore entità rispetto alla produzione (+10%), in regione per contro si rileva una variazione quasi nulla (0,1%). Decisamente inferiore la crescita degli ordini, che si limitano a una crescita annua dell’1,5% in provincia e registrano addirittura un calo (-1,3%) a livello regionale.

 

Previsioni per il quarto trimestre 2023

Le aspettative degli operatori, nonostante il quadro congiunturale complessivamente positivo, evidenziano una prevalenza di giudizi negativi su produzione, occupazione e ordini interni. Si osserva in ogni caso un miglioramento rispetto alle opinioni espresse nella scorsa rilevazione.

Il saldo tra giudizi di aumento e riduzione riguardo la produzione è negativo di 9,1 punti percentuali; il dato più confortante è rappresentato dalla crescita della quota di chi si aspetta un aumento, passati dal 15,8% del trimestre scorso, al 24,2% dell’attuale. Le attese sulla domanda interna sono leggermente migliori: si osserva infatti un saldo negativo di soli 3 punti percentuali tra ottimisti e pessimisti. Nel grafico si osserva la traiettoria quasi del tutto sovrapponibile delle aspettative riguardo produzione e domanda interna nei trimestri recenti, mentre proprio nel trimestre in esame si osserva una certa differenza a favore della domanda interna. Le aspettative sull’occupazione mostrano lo stesso trend di miglioramento pur rimanendo in terreno negativo; il 9,1% degli operatori si aspetta un aumento, contro il 12,1% che prospetta un calo.

 

 

 

I dati dell'indagine congiunturale sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons

MI
MB
LO
Trimestre
Terzo
Anno
2023
Indice della produzione industriale

L’industria manifatturiera lodigiana nel terzo trimestre 2023 denuncia una flessione dei livelli produttivi sia a confronto con lo scorso trimestre sia con lo stesso trimestre del 2022, interrompendo un periodo di crescita di oltre un biennio. La stessa dinamica negativa si osserva peraltro anche a livello regionale. Il calo riguarda inoltre gli ordini esteri del lodigiano e si riflette sulle aspettative. Rispetto al terzo trimestre del 2022 la produzione industriale registra un calo del 2,1%, interrompendo una lunga fase caratterizzata da una continua crescita. Il numero indice (calcolato ponendo pari a 100 l’anno 2010) si colloca nel trimestre in esame a quota 136,2. Osservando l’andamento della curva del numero indice della produzione manifatturiera emergono chiaramente la forte flessione della prima metà del 2020 e la successiva ripresa, con il recupero di un percorso di crescita nel 2021 che in questo trimestre si è interrotto.

 

 
Analisi congiunturale

A livello congiunturale gli indicatori dell’industria manifatturiera lodigiana evidenziano, oltre al calo della produzione, una flessione marcata che riguarda la componente estera degli ordini. La produzione industriale del manifatturiero lodigiano registra un calo congiunturale dello 0,7% (dato destagionalizzato), un dato comunque migliore di quello lombardo dove si osserva una flessione dell’1,8%.

Anche la dinamica del fatturato segna un peggioramento: sia a Lodi che in Lombardia si registra una variazione congiunturale pressoché nulla. Per quanto riguarda la quota di fatturato realizzata all’estero, si osserva un incremento rispetto allo scorso trimestre, ma si mantiene comunque un differenziale piuttosto significativo tra il valore regionale (39,9%) e quello provinciale (32,1%).

Gli ordini presentano un quadro complessivamente negativo con una forte polarizzazione tra la componente estera e quella interna. Le commesse dall’estero registrano un calo trimestrale piuttosto sensibile pari al 3,4%, per contro gli ordini provenienti dall’Italia crescono in tre mesi del 2,2%. A livello regionale si osserva una dinamica differente: gli ordini nel complesso sono in calo; ma è il portafoglio di quelli interni (-1,4%) a registrare la performance peggiore.

La dinamica dei prezzi continua a ridimensionarsi anche in questo trimestre. I prezzi delle materie prime registrano una variazione negativa a Lodi (-0,4%) e una crescita relativamente contenuta in Lombardia (0,8%). Per i prezzi dei prodotti finiti si osserva una variazione congiunturale nulla a Lodi e un aumento simile a quello dei prezzi delle materie prime in Lombardia (0,9%).

 

Analisi tendenziale

La dinamica tendenziale mette in luce un sensibile calo della produzione avvenuto sia nel lodigiano che in Lombardia, mentre in questo trimestre tiene ancora la dinamica del fatturato e gli ordini mostrano la medesima divaricazione che si osserva nei dati congiunturali tra mercati esteri e nazionale. La produzione industriale del lodigiano si riduce del 2,1% rispetto al terzo trimestre del 2022, in regione il calo è stato invece dell’1,5%.

A Lodi il fatturato continua a crescere su base annua (+2,2%), mentre a livello regionale la crescita, già rallentata, raggiunge ora lo zero. All’aumento del fatturato del manifatturiero lodigiano contribuiscono sia le vendite realizzate in Italia che all’estero, con un apporto leggermente maggiore delle seconde (+2,6%) rispetto alle prime (+2%). La variazione nulla regionale è frutto di una crescita del fatturato estero (+1,7%), compensata però in negativo dal fatturato interno (-1,2%).

La dinamica tendenziale degli ordini ricalca come accennato il dato congiunturale. Gli ordini esteri subiscono un forte calo (-6,5%) a cui si contrappone una buona crescita degli ordini interni (+3,1%) per una variazione complessiva che risulta pari a zero. In Lombardia gli ordini sono in calo su base annua (-2,3%), ma – diversamente da Lodi – la performance peggiore riguarda gli ordini interni (-3,5%).

 

Mercato del lavoro

Gli indicatori sul mercato del lavoro dell’industria manifatturiera lodigiana rimangono positivi, con poche variazioni rispetto allo scorso trimestre. Nel trimestre attuale il ricorso alla cassa integrazione guadagni riguarda il 3,9% delle imprese, per una quota sul monte ore lavorate pari allo 0,5%, entrambi valori in leggero aumento rispetto al periodo precedente, quando erano rispettivamente il 2,3% e lo 0,2%. Nel grafico si osserva come il picco di massimo della prima metà del 2020 (attorno al 60% di imprese che ha utilizzato la CIG) si sia gradualmente riassorbito nei trimestri successivi, in particolare nella seconda metà del 2021. Il saldo tra entrate e uscite di lavoratori è in perfetto pareggio, analogamente a quanto registrato nel terzo trimestre del 2022, con entrambi i tassi di entrata e uscita pari all’1,3% (un anno fa erano pari all’1,6%).

 

 
Previsioni per il quarto trimestre 2023

Le aspettative degli imprenditori del manifatturiero lodigiano indicano un marcato peggioramento del clima di fiducia. Tre dei quattro indicatori rilevati presentano un saldo negativo tra giudizi di crescita e di riduzione, in peggioramento rispetto al trimestre passato.

Riguardo alle aspettative sulla produzione, la quota degli ottimisti è del 21,6%, poco inferiori al 23,3% dello scorso trimestre, mentre raddoppia la quota dei pessimisti, passata dal 9,3% di tre mesi fa al 23,5% attuale. La differenza è quindi negativa di circa 2 punti percentuali, dopo diversi trimestri in cui erano le aspettative di crescita a prevalere. Si registra un saldo fortemente negativo anche per l’occupazione, piuttosto insolito osservando la serie storica; risulta particolarmente ridotta la quota di rispondenti che si aspetta un aumento, pari solamente al 3,9%.

Le aspettative sulla domanda riflettono il dato relativo agli ordini acquisiti nel trimestre per quanto riguarda la distinzione tra la componente interna ed estera. Parallelamente al calo degli ordini esteri si osserva infatti un giudizio piuttosto pessimista sulla domanda estera nell’immediato futuro, un terzo degli operatori prevede infatti un calo. Risultano migliori invece i giudizi sulla domanda interna, che registrano un pareggio tra le aspettative di crescita e quelle di riduzione.

 

 

 

I dati dell'indagine congiunturale, rivolta a un campione di imprese con 10 o più addetti, sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons.

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Trimestre
Secondo
Anno
2023
Settori

Le esportazioni del lodigiano nel secondo trimestre del 2023 sono pari a un valore complessivo di oltre 1,3 miliardi di euro, di cui poco meno della metà (49,1% ovvero 674 milioni) è rappresentata dal comparto dell’elettronica che si conferma il più rilevante in provincia. Tre altri settori superano la soglia dei 100 milioni di euro di export nel trimestre, in ordine decrescente la chimica (173 milioni, il 12,6% del totale), l’alimentare (168 milioni, il 12,3%) e gli apparecchi elettrici (107 milioni ovvero il 7,8%). Tra gli altri comparti di minori dimensioni ne segnaliamo alcuni vicini o poco al di sotto della soglia dei 50 milioni quali la gomma-plastica, i macchinari, i prodotti in metallo e la farmaceutica. Nell’intero primo semestre del 2023 l’export lodigiano di elettronica raggiunge la quota di 1,3 miliardi di euro, che equivalgono al 47,7% dell’intero export provinciale. La chimica è il secondo comparto più rilevante: vale in sei mesi 394 milioni di export per le imprese lodigiane, pari al 14,3% del totale, seguita a distanza dall’alimentare in terza posizione con 298 milioni (10,8%). Il comparto degli apparecchi elettrici vale 217 milioni di euro, seguito da macchinari, prodotti in metallo e gomma-plastica, tre comparti che contribuiscono ciascuno per poco più di 100 milioni di euro di export nel semestre.

Gli approvvigionamenti di merci del lodigiano nel secondo trimestre del 2023 valgono complessivamente 2,3 miliardi di euro, di cui poco più di 1 miliardo (44% dei flussi complessivi) riguarda il comparto dell’elettronica. I flussi di merci del comparto alimentare sfiorano i 400 milioni di euro (17,4%), il terzo comparto è invece la farmaceutica con poco meno di 300 milioni di euro di import (12,9%). Con almeno 100 milioni di euro di merci importate si segnalano anche la chimica (155 milioni), i macchinari e i prodotti in metallo. Il dato cumulato dell’import tra gennaio e giugno del 2023 rileva 2,1 miliardi di euro di importazioni di prodotti di elettronica su 4,9 miliardi complessivi (44,4%). La graduatoria prosegue con il comparto dell’alimentare che movimenta 829 milioni di euro di merci (16,9%), quindi la farmaceutica che vale 663 milioni (13,5%), più distanti gli altri comparti, tra cui il più rilevante è la chimica (340 milioni).

La dinamica annua del trimestre registra una crescita complessiva (3,2%) frutto di incrementi che riguardano la maggior parte dei comparti manifatturieri. L’elettronica in primo luogo evidenzia una crescita annua superiore alla media (+6,4%), circa 40 milioni di euro in più rispetto al secondo trimestre 2022. Tra gli altri comparti maggiori, la crescita più robusta riguarda l’alimentare (+9,3%), seguito dagli apparecchi elettrici (+4,8%) mentre si osserva un calo per la chimica (-3,6%). Se consideriamo i primi sei mesi dell’anno, la crescita risulta nettamente migliore di quella dell’ultimo trimestre, grazie a incrementi superiori al 10% di vari comparti rilevanti. Il primo è quello dell’elettronica, che registra una crescita del 14,7% (quasi 170 milioni di euro in più sullo stesso periodo del 2022) a cui si aggiungono la chimica (+14,5%) e l’alimentare (+12%), mentre è al di sotto della media la crescita degli apparecchi elettrici (+7,3%). Pochi i comparti che registrano un calo delle esportazioni: tra questi, i principali sono rappresentati dalla gomma-plastica (-7%) e dalla farmaceutica (-8,2%).

L’import lodigiano cresce rispetto al secondo trimestre del 2022 del 2,4%, un dato in linea con la dinamica dell’export. Il risultato provinciale è fortemente influenzato dalla performance dell’elettronica, che rileva una crescita del 2,1%, in rallentamento rispetto ai trimestri recenti. Tra gli altri comparti si registrano andamenti estremamente diversificati: risultano in crescita l’import alimentare (+17,6%) e di macchinari, quasi esattamente raddoppiato in un anno, mentre diminuiscono i flussi di chimica (-23,5%), prodotti in metallo (-10,1%) e farmaceutica (-3,1%). La dinamica del semestre registra un incremento tendenziale del 9,7%, grazie a una buona crescita che contraddistingue l’elettronica, pari all’11,9%. Si conferma il dato dell’ultimo trimestre della crescita dell’alimentare (+26,2%) e dei macchinari (+137,6%), mentre registra una minima crescita la farmaceutica (+1,6%). Tra i comparti per cui le imprese lodigiane hanno importato più di 100 milioni di euro in sei mesi risultano in calo rispetto al 2022 solamente la chimica (-15,5%) e i prodotti in metallo (-9%).

 

 

 

Aree geoeconomiche globali

In termini geografici le esportazioni lodigiane si dirigono in prevalenza verso Paesi europei: si tratta del 91,2% dei flussi del trimestre, in cifre oltre 1,2 miliardi di euro, quasi interamente destinati a Paesi parte dell’Unione Europea. Tra questi, poco più di 50 milioni di euro sono la quota che riguarda Paesi europei non UE, quali Svizzera (14,8 milioni) e Regno Unito (12,9 milioni). L’export verso l’Asia vale nel trimestre più di 60 milioni di euro (4,6% del totale), divisi tra Medio Oriente (22 milioni) e Asia Orientale (34 milioni), con la Cina che rappresenta il singolo mercato di maggiori dimensioni (13 milioni). Il continente americano infine rileva per 34 milioni di euro di merci esportate dal lodigiano (2,5% del totale), di cui la gran parte (19,5 milioni) indirizzata negli Stati Uniti.

La distribuzione geografica dell’export dei primi sei mesi del 2023 risulta del tutto simile: i flussi indirizzati verso il continente europeo ammontano a 2,5 miliardi di euro, pari al 91,4% del totale. Ben 2,4 miliardi di euro sono i flussi che interessano i Paesi UE, poco meno di 100 milioni invece riguardano gli altri mercati europei, in primo luogo Svizzera (29,8 milioni), Regno Unito (24 milioni) e Turchia (21,8 milioni). Le merci esportate in Asia valgono 128 milioni di euro (4,7%), dei quali 46 milioni diretti in Medio Oriente e quasi 70 milioni in Asia orientale, in particolare 22 milioni in Cina e 31,8 milioni nelle quattro Tigri asiatiche. Il continente americano infine rileva per il 2,3% dei flussi del lodigiano nel semestre: si tratta di 38 milioni indirizzati nella parte settentrionale del continente e 24,5 milioni nella parte centro-meridionale.

Poco più della metà (51,6%) del valore dei flussi di merci provenienti dall’estero nel trimestre in esame riguarda Paesi europei: si tratta di merci per un valore di quasi 1,2 miliardi di euro, di cui solamente 53 milioni provenienti da mercati non facenti parte dell’Unione Europea. Al di fuori dell’Europa, la quasi totalità dei flussi coinvolge i mercati asiatici per oltre 1 miliardo di euro (47,5% del totale); in particolare, dalla sola Cina le imprese lodigiane hanno importato nel trimestre beni per un valore di 876 milioni di euro.

Nel complesso dei primi sei mesi dell’anno le importazioni da partner europei raggiungono il valore di 2,5 miliardi di euro (il 51,6% del totale provinciale), di cui 2,4 miliardi relativi a Paesi UE. I flussi provenienti dall’Asia valgono invece 2,3 miliardi, dei quali 2 miliardi riguardano l’Asia orientale, in primo luogo la Cina. Sono poco rilevanti invece gli altri continenti, con meno dell’1% dell’import complessivo tra America (34,5 milioni), Africa (9 milioni) e Oceania.

La dinamica dell’export lodigiano del secondo trimestre 2023 beneficia soprattutto di una crescita dei mercati europei del 3,7% rispetto allo stesso periodo del 2022. L’incremento dei flussi verso Paesi UE è del 3,4%, mentre si arriva fino al 9,9% per i mercati europei non UE, spinti verso l’alto soprattutto dalla Svizzera (+20,6%). Si osserva invece una discreta flessione delle merci indirizzate verso il continente asiatico (-9,7%) per effetto di performance negative che hanno caratterizzato sia il mercato cinese (-10,8%) che le quattro Tigri asiatiche (-20,6%), mentre registrano una variazione positiva i Paesi mediorientali (+3,1%). L’export lodigiano verso le Americhe infine cresce in un anno del 2,8% grazie a una buona performance della parte centro-meridionale (+7,1%) mentre sono in leggero calo gli Stati Uniti (-0,9%). La dinamica del semestre indica variazioni positive dei flussi di merci esportate dalle imprese lodigiane verso tutte le principali direttrici dell’export, con una crescita complessiva che è pari all’11,7%. Come nell’ultimo trimestre, sono i mercati europei il principale driver della crescita dei flussi: si osserva infatti una crescita del 12,3% con una dinamica piuttosto simile per i Paesi membri dell’Unione Europea (+12,2%) e i rimanenti (+13,5%), dove si segnala una performance negativa del Regno Unito (-12,8%). Le esportazioni dirette nel continente americano crescono del 5,2%, con un calo importante degli Stati Uniti (-4,9%) compensato però da una crescita estremamente robusta dei Paesi dell’America centro-meridionale (+27%). Il continente asiatico cresce solamente dell’1,1%, registrando differenze piuttosto marcate tra i saggi di crescita riscontrati in Medio Oriente e Asia centrale (rispettivamente +22,3% e +12,2%) a cui fa da contraltare il calo subìto dall’Asia orientale (-10,7%), dove risultano particolarmente in difficoltà i mercati della Cina (-35,5%) e di Hong Kong (-21,2%).

Gli approvvigionamenti di merci del lodigiano nel trimestre crescono complessivamente del 2,4% su base annua, nonostante una rilevante flessione che riguarda la Cina (-8,8%). Cresce comunque l’import dal continente asiatico (+3,5%) grazie soprattutto a un forte incremento di flussi dall’India (+169,1%). Per quanto riguarda l’Europa, la progressione degli acquisti provenienti da Paesi del Vecchio Continente si ferma all’1,9%. Crescono leggermente di meno i mercati UE (+1,6%), mentre tra gli altri Paesi si osserva una crescita dovuta principalmente all’aumento degli scambi con il Regno Unito (+62,3%).

Considerando la dinamica del semestre, il dato cinese passa in terreno leggermente positivo (+0,7%) mentre si conferma la forte crescita del mercato indiano (+179,1%). Crescono anche le importazioni dall’Europa, sia per quanto riguarda i partner dell’Unione Europea (+7,7%) che gli altri Paesi (+26,5%), tra i quali spicca in particolare il Regno Unito (+75,4%). Dall’America, infine, si registra una crescita dell’import del 29,7%, dinamica che sale fino al 63,4% per gli Stati Uniti.

 

 

Dettaglio europeo

Il più importante mercato per le esportazioni lodigiane nel trimestre in Unione Europea è come di consueto la Spagna, con poco meno di 650 milioni di euro di merci esportate. Il secondo Paese è la Francia a quota 166 milioni, quindi sono tutti al di sotto dei 100 milioni i restanti mercati, i principali dei quali risultano essere Germania (65 milioni), Portogallo (52 milioni) e Paesi Bassi (41 milioni). Nel primo semestre dell’anno le esportazioni verso la Spagna ammontano a 1,2 miliardi di euro, quasi quattro volte il valore dei flussi che interessano la Francia, pari a 324 milioni. Seguono Germania (140 milioni) e Portogallo (114 milioni), mentre gli altri mercati non superano la soglia dei 100 milioni di euro.

Il primo mercato di approvvigionamento del lodigiano in Unione Europea è la Germania (319 milioni di euro), seguita a distanza dalla Francia (216 milioni). Altri tre Paesi valgono più di 100 milioni di euro di import per la provincia: si tratta di Spagna (184 milioni), Paesi Bassi (128 milioni) e Belgio (103 milioni). Tra gennaio e giugno 2023 le importazioni del lodigiano dalla Germania si avvicinano alla soglia dei 700 milioni di euro, mentre il resto della graduatoria ricalca quella dell’ultimo trimestre: la Francia è il secondo mercato di riferimento (465 milioni), segue in terza posizione la Spagna (354 milioni), quindi Paesi Bassi (262 milioni) e Belgio (212 milioni).

L’export verso l’Unione Europea registra un incremento del 3,4% rispetto al secondo trimestre 2022, con performance piuttosto differenziate tra i principali mercati di sbocco. Cresce l’export lodigiano verso la Spagna (+3,8%) e il Portogallo (+11,2%); in termini percentuali si segnala un forte incremento dei Paesi Bassi (+37,2%). Tra i Paesi in calo si osservano il secondo e il terzo mercato più importanti, ovvero Francia (-3,8%) e Germania (-0,6%) mentre su volumi di scambio inferiori troviamo Belgio (-6,6%) e Polonia (-12,2%). Per quanto riguarda l’intero semestre, la crescita annua dell’export lodigiano in Unione Europea sale al 12,2% registrando incrementi nei confronti di tutti i mercati, con la sola eccezione del Belgio (-0,1%). Paesi Bassi (+43,4%) e Portogallo (+24,7%) sono i Paesi cresciuti maggiormente, seguiti dalla Spagna (+12,6%). Tra gli altri Paesi più importanti si segnala invece una crescita inferiore alla media per Francia (+5,8%) e Germania (+4,2%).

L’import da Paesi UE cresce rispetto al secondo trimestre del 2022 dell’1,6%, registrando dinamiche contrastanti tra i maggiori mercati. Si osserva un calo per i primi due partner europei del lodigiano, Germania (-1,8%) e Francia (-2,5%). All’opposto registrano una robusta crescita i flussi di merci provenienti da Spagna (+27,8%), Paesi Bassi (+14,8%) e Belgio (+18,6%). Il dato cumulato del semestre mostra un miglioramento della dinamica complessiva (+7,7%) e di tutti i maggiori mercati. I primi due mercati continuano però a mostrare le performance peggiori: la Germania è tra i pochi Paesi in calo (-0,5%), mentre la Francia cresce solamente dello 0,2%. Per contro, si osserva un’importante crescita delle importazioni delle imprese lodigiane nei confronti di Spagna (+29,4%), Paesi Bassi (+24,2%), Belgio (+20%) e Repubblica Ceca (+66,2%).

 

 

MI
MB
LO
Trimestre
Secondo
Anno
2023
Indice della produzione industriale

Nel secondo trimestre del 2023 si osserva per l’artigianato manifatturiero lodigiano una prosecuzione del percorso di crescita della produzione iniziato a fine 2022, a differenza di quanto avviene a livello regionale, dove si osserva un deciso rallentamento della dinamica. Risulta meno brillante l’andamento del fatturato, che registra un lieve calo a livello congiunturale; peggiorano al contempo le aspettative che indicano una previsione di calo di produzione e ordini per il prossimo trimestre. La crescita annua della produzione è del 4,6%, migliorando la performance del trimestre precedente; nel grafico si osserva come i livelli produttivi abbiano superato quelli di fine 2019 precedenti la pandemia, con una crescita piuttosto costante a partire dal 2022. Osservando una porzione più ampia del grafico, peraltro, si può notare che le difficoltà dell’artigiano lodigiano risalgono a prima del Covid, avendo attraversato una fase di forte contrazione tra 2018 e 2019. Il numero indice della produzione (costruito con l’anno 2010 come base posto uguale a 100) arriva a quota 87,5 nel trimestre in esame, al di sopra del punto di minimo di 78,8 del secondo trimestre del 2020, ma ancora diversi punti al di sotto dei livelli raggiunti nel 2018.

 

 
Analisi congiunturale

La dinamica congiunturale dell’artigianato del lodigiano evidenzia una buona crescita di produzione e ordini, mentre arrivano segnali negativi dal fatturato; a livello regionale si osserva invece un quadro nettamente più critico.

A Lodi la produzione dell’artigianato manifatturiero cresce su base congiunturale dell’1,2% (dato destagionalizzato), mentre in Lombardia si registra una variazione praticamente nulla. Il fatturato registra una battuta d’arresto sia a livello provinciale che regionale, con un calo congiunturale dello 0,1% per entrambi i territori. Gli ordini dell’artigianato lodigiano mostrano un deciso incremento dell’1,5%, che compensa il dato meno brillante del trimestre passato, per contro in Lombardia si segnala una netta flessione (-0,6%).

Rallenta la crescita dei prezzi sia delle materie prime sia dei prodotti finiti, seppure in maniera meno evidente di quanto accade per l’industria. L’incremento congiunturale per l’artigianato lodigiano risulta del 4,8% per i prezzi delle materie prime e del 3,3% per i prezzi dei prodotti finiti, dati in linea con quelli rilevati a livello regionale.

 

Analisi tendenziale

La dinamica tendenziale, raffrontandoci quindi con il secondo trimestre del 2022, indica per l’artigianato manifatturiero lodigiano una buona progressione di tutti gli indicatori rilevati, in netto contrasto con la crescita molto più timida osservata a livello lombardo.

L’aumento annuo della produzione risulta del 4,6%, superando largamente l’incremento registrato in Lombardia dell’1,1%. Per il fatturato si osserva una progressione più contenuta rispetto alla produzione (2,5%), superiore comunque alla dinamica regionale (1,1%). Una buona performance si osserva anche per l’indicatore degli ordini, che registrano in provincia un incremento del 3,7% rispetto al secondo trimestre del 2022, mentre in regione si osserva un calo annuo dello 0,2%.

 

Previsioni per il terzo trimestre 2023

Le aspettative degli operatori sul prossimo trimestre evidenziano un saldo negativo tra giudizi di crescita e di riduzione per tutti e tre gli indicatori rilevati. In tutti e tre i casi si osserva peraltro un peggioramento rispetto alla rilevazione dello scorso trimestre.

Riguardo la produzione, sono il 15,8% degli operatori ad attendersi una crescita (erano il 17,5% tre mesi fa), quasi la metà rispetto a coloro che invece si aspettano un calo (31,6%), ottenendo quindi un saldo negativo tra giudizi ottimisti e pessimisti per il quarto trimestre consecutivo. Per la domanda interna si osservano giudizi leggermente peggiori, sono infatti il 10,5% a indicare una crescita, contro il 28,9% che si attende un calo. Nel grafico si osserva la traiettoria quasi del tutto sovrapponibile delle aspettative riguardo produzione e domanda interna, entrambe in flessione nel trimestre in esame. Anche le aspettative sull’occupazione risultano piuttosto negative: a fronte della consueta quota elevata di giudizi di stabilità (89,5%), i restanti rispondenti (10,5%) indicano tutti un calo.

 

 
MI
MB
LO
Trimestre
Secondo
Anno
2023
Indice della produzione industriale

L’industria manifatturiera lodigiana nel secondo trimestre 2023 registra una dinamica congiunturale piuttosto tiepida della produzione industriale, in linea peraltro con quanto avviene contemporaneamente a livello regionale. Per contro la dinamica tendenziale, quindi a confronto con il secondo trimestre 2022, risulta positiva per tutti gli indicatori. Le aspettative degli imprenditori sono complessivamente in peggioramento, in modo particolare per quanto riguarda la domanda. Rispetto al secondo trimestre 2022 la produzione industriale cresce del 2,8%, proseguendo quindi una fase di espansione seppure in rallentamento rispetto al trimestre precedente. Il numero indice (calcolato ponendo pari a 100 l’anno 2010) raggiunge quota 139,8 nel trimestre in esame, toccando quindi un nuovo massimo. Osservando l’andamento della curva del numero indice della produzione manifatturiera, emergono chiaramente la forte flessione della prima metà del 2020 e la successiva ripresa, con il recupero di un percorso di crescita nel 2021 che continua ancora oggi, sebbene con intensità inferiore.

 

 
Analisi congiunturale

A livello congiunturale gli indicatori dell’industria manifatturiera lodigiana evidenziano una sostanziale stabilità della produzione, contrapposta a una dinamica vivace di fatturato e ordini. La produzione industriale del manifatturiero lodigiano registra infatti una variazione congiunturale quasi nulla (0,1%, dato destagionalizzato) analogamente al livello lombardo, dove si osserva un incremento dello 0,3%.

Per il fatturato si osserva invece un dato estremamente positivo a Lodi (+1,8%), mentre in regione la variazione è di segno negativo (-0,3%). Per quanto riguarda la quota di fatturato realizzata all’estero nel trimestre, si osserva come di consueto una discreta differenza tra il dato provinciale del 28,5% (in calo peraltro rispetto a tre mesi fa) e il dato del 38,5% che si registra in Lombardia.

La dinamica degli ordini restituisce un quadro confortante per il manifatturiero lodigiano. La crescita arriva soprattutto dalle commesse provenienti dall’estero, che registrano una progressione congiunturale dell’1,7%, mentre gli ordini interni si limitano a una crescita dello 0,6%. In Lombardia si osserva un quadro del tutto opposto: gli ordini esteri risultano sostanzialmente invariati rispetto a tre mesi fa, mentre la domanda interna segna una leggera flessione (-0,2%).

La dinamica dei prezzi appare ormai allineata a livelli ordinari di inflazione. L’incremento congiunturale dei prezzi delle materie prime si limita infatti all’1,1% per Lodi e all’1,4% in Lombardia; lo scorso trimestre superava il 3% in entrambi i territori. Per i prezzi dei prodotti finiti si osserva un rallentamento di entità paragonabile a quello delle materie prime; la crescita congiunturale risulta dello 0,8% in provincia e dell’1,2% in regione.

 

Analisi tendenziale

La dinamica tendenziale evidenzia una robusta progressione di tutti gli indicatori rilevati per il lodigiano, in modo particolare gli ordini; mentre a livello lombardo si osserva una dinamica complessivamente di segno positivo, ma decisamente più contenuta. La produzione industriale del lodigiano cresce su base annua del 2,8%, contro una dinamica regionale che si ferma invece allo 0,5%.

Il fatturato registra una velocità di crescita superiore a quella della produzione sia a Lodi sia in Lombardia, probabilmente ancora per effetto dell’incremento dei prezzi rispetto al 2022. La crescita annua del fatturato in provincia risulta infatti del 4,5%, con un contributo maggiore delle vendite realizzate all’estero (5,4%) rispetto al fatturato interno (4,2%). La dinamica regionale è più contenuta, si ferma infatti all’1,9% di crescita complessiva, con una marcata differenza tra la componente estera (+3,9%) e quella interna (+0,6%).

Molto positiva la dinamica degli ordini che in provincia registra una crescita annua del 6,4%, con una differenza di minima entità tra la componente interna (6,5%) e quella estera (6,2%). Risulta invece ferma allo 0,8% la crescita degli ordini a livello regionale, grazie a un discreto incremento degli ordinativi esteri (2%) contrapposto a una variazione nulla del portafoglio ordini nazionale.

 

Mercato del lavoro

Gli indicatori sul mercato del lavoro dell’industria manifatturiera lodigiana risultano nel complesso positivi, quasi senza variazioni rispetto allo scorso trimestre. Nel secondo trimestre del 2023 hanno fatto ricorso alla cassa integrazione guadagni solamente il 2,3% delle imprese, per una quota sul monte ore complessivo dello 0,2%; lo scorso trimestre risultavano rispettivamente pari al 2,6% e allo 0,1%. Nel grafico si osserva come il picco di massimo della prima metà del 2020 (attorno al 60% di imprese che ha utilizzato la CIG) si sia gradualmente riassorbito nei trimestri successivi, in particolare nella seconda metà del 2021. Anche il saldo tra entrate e uscite di lavoratori risulta positivo, pari allo 0,7%, invariato rispetto al primo trimestre del 2023 e in miglioramento rispetto a un anno fa, quando risultava solamente dello 0,2%; si segnala in particolare un tasso di entrata (2,3%) significativamente più elevato rispetto a quanto registrato nei trimestri recenti.

 

 
Previsioni per il terzo trimestre 2023

I dati sulle aspettative degli imprenditori del manifatturiero lodigiano mostrano un certo contrasto con la dinamica positiva fin qui descritta. Tutti e quattro gli indicatori rilevati peggiorano rispetto allo scorso trimestre e i giudizi sulla domanda arrivano addirittura a evidenziare una prevalenza di opinioni pessimiste.

Riguardo alle aspettative sulla produzione, la quota degli ottimisti risulta del 23,3% (erano il 35,9% lo scorso trimestre), a fronte di un 9,3% di pessimisti. Il saldo rimane quindi positivo di 14 punti percentuali, ma in deciso peggioramento rispetto agli ultimi due trimestri. Anche le aspettative sull’occupazione sono meno ottimiste, si osserva infatti un pareggio tra giudizi di aumento e di riduzione, mentre nei trimestri più recenti si era sempre rilevato un saldo di segno positivo.

Le aspettative sulla domanda mostrano un netto peggioramento rispetto al clima di fiducia dello scorso trimestre: si riducono drasticamente i giudizi di aumento, portando a un saldo tra giudizi di crescita e di riduzione negativo sia per la componente interna che per quella estera (rispettivamente -2,3 e -4,9 punti percentuali). Si segnala comunque anche una quota particolarmente elevata, superiore al 70%, di giudizi di stabilità.

 

 

 

I dati dell'indagine congiunturale, rivolta a un campione di imprese con 10 o più addetti, sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons.

MI
MB
LO
Trimestre
Primo
Anno
2023
Settori

Le esportazioni della provincia di Lodi del primo trimestre del 2023 valgono 1 miliardo e 380 milioni di euro, delle quali poco meno della metà (46,3%) è composta da prodotti di elettronica, pari a 639 milioni di euro. La chimica risulta il secondo comparto più importante in provincia, con un valore di esportazioni in tre mesi di 220 milioni di euro (16%); più distante l’alimentare (129 milioni pari al 9,4% del totale) quindi gli apparecchi elettrici (109 milioni ovvero il 7,9%). Nessun altro comparto supera i 100 milioni di euro di merci esportate: i prodotti in metallo valgono circa 62 milioni, seguiti da macchinari e gomma-plastica.

Le importazioni di merci delle imprese lodigiane nel trimestre in esame ammontano a 2,5 miliardi di euro. Come per l’export, l’elettronica è il comparto più importante per Lodi: vale infatti 1,1 miliardi di euro, ovvero il 45,4% dei flussi in entrata dall’estero nel trimestre. L’alimentare risulta il secondo comparto per dimensioni, pari a 428 milioni di euro di merci importate (16,7% del totale); viene poi la farmaceutica (366 milioni, pari al 14,3%), seguita da chimica (183 milioni) e macchinari (100 milioni), quindi prodotti in metallo e gomma-plastica al di sotto dei 100 milioni.

La dinamica delle esportazioni continua a evidenziare una crescita annua piuttosto robusta, pari al 21,7% rispetto al primo trimestre 2022. È bene osservare che si tratta di variazioni relative ai flussi di scambi con l’estero misurati in euro correnti, che quindi per loro natura incorporano i forti fenomeni inflattivi che hanno caratterizzato gli ultimi trimestri. I maggiori comparti del manifatturiero lodigiano registrano tutti incrementi positivi piuttosto rilevanti, a cominciare dall’elettronica che evidenzia una crescita superiore alla media: si tratta di un +25,1% rispetto allo stesso periodo del 2022, circa 128 milioni di euro di surplus. In termini percentuali la crescita più rilevante riguarda la chimica (+34,3%), mentre crescono meno della media provinciale sia l’alimentare (+15,7%) che gli apparecchi elettrici (+9,8%). Alcuni comparti minori registrano invece variazioni negative: i più rilevanti per volumi scambiati sono la gomma-plastica (-6,7%) e la farmaceutica (-17,1%).

Le importazioni delle imprese lodigiane crescono a una velocità di qualche punto percentuale inferiore rispetto all’export, facendo registrare un incremento annuo del 15,3%. L’elettronica mostra un incremento superiore alle media: si tratta di una crescita del 22% (210 milioni di euro in più rispetto al primo trimestre 2022). L’import di macchinari registra la crescita più forte, passando da 35 a 100 milioni di euro (+180%); anche l’alimentare fa segnare un forte incremento (35,1%), mentre risulta più contenuta la crescita della farmaceutica (5,7%). Tra i comparti che registrano una riduzione dell’import, i principali sono rappresentati dalla chimica (-8%) e dai prodotti in metallo (-20,9%).

 

 

 

Aree geoeconomiche globali

Le esportazioni delle imprese lodigiane del trimestre si dirigono verso Paesi europei per oltre il 90% del valore dei flussi complessivi, in valori assoluti 1 miliardo e 265 milioni di euro, prevalentemente indirizzati a partner UE. Verso i Paesi europei non facenti parte dell’UE sono diretti meno di 50 milioni di euro di merci, di cui poco meno di 15 milioni riguardano la Svizzera. L’Asia vale poco meno di 65 milioni di euro di export per le imprese lodigiane (il 4,7% del totale), di cui quasi 35 milioni indirizzati in Asia Orientale e 23,8 milioni in Medio Oriente. La Cina è il mercato asiatico più importante (9 milioni di euro), seguita da Singapore (6,5 milioni). I flussi diretti verso l’America valgono 28 milioni di euro (2,1% del totale), di cui poco più della metà diretti verso gli Stati Uniti (14,6 milioni).

Gli approvvigionamenti di merci delle imprese lodigiane nel trimestre provengono per oltre la metà (52,1%) da Paesi europei: in valori assoluti si tratta di 1,3 miliardi di euro. La quasi totalità di queste merci proviene da Paesi UE, solamente 43 milioni di euro riguardano mercati non comunitari, tra cui il più importante è il Regno Unito (31,6 milioni). Al di fuori del Vecchio Continente si registrano flussi di merci per un valore di 1,2 miliardi di euro provenienti dall’Asia (47,4%); dalla sola Cina provengono 978 milioni di euro nel trimestre (38,2% del totale), mentre è molto rilevante anche il contributo dall’India da cui sono state importate merci per 163 milioni di euro.

La dinamica dell’export lodigiano del primo trimestre 2023 mostra variazioni positive verso tutti i continenti, nonostante qualche calo per alcuni singoli mercati. Restano valide le osservazioni fatte osservando la dinamica dei settori: si tratta di valori espressi in euro correnti che incorporano quindi i forti aumenti dei prezzi avvenuti nel corso del 2022. I flussi verso Paesi del continente europeo crescono poco più della media provinciale, con un incremento del 22,3% che sale al 22,5% per i Paesi UE; più contenuto il contributo alla crescita dei Paesi europei esterni al mercato comune, fermo al 17,6% con un calo importante che riguarda il Regno Unito (-12,5%). L’Asia segna una crescita più contenuta di quella dell’Europa, attestandosi al 14,4%. Si registrano incrementi robusti nei confronti del Medio Oriente (48,4%) e dell’Asia centrale (24,7%), mentre l’Asia Orientale risulta in calo (-2,4%); è in particolare il mercato cinese a spingere verso il basso (-53,9%), più che controbilanciando un forte incremento delle quattro “tigri” asiatiche (+50%). L’export verso le Americhe cresce meno degli altri continenti limitandosi all’8,2%, frutto di un calo della parte settentrionale del continente (-12,1%) e di una forte crescita di quella centro-meridionale (+56,1%).

Anche l’import della provincia di Lodi cresce rispetto allo stesso periodo del 2022 nei confronti di tutti i continenti. I flussi provenienti da Paesi europei crescono del 13,8% con una buona performance dei mercati non UE grazie al Regno Unito (+82,6%). L’import dall’Asia cresce del 17,1% con un robusto contributo da parte dell’Asia centrale e in particolare dell’India (+181,9%), mentre è relativamente più contenuto l’aumento dei flussi provenienti dalla Cina (+9,8%). Come per l’export, il continente americano presenta una crescita inferiore rispetto a Europa e Asia, fermandosi al 10,9%.

 

 

Dettaglio europeo

Anche in questo trimestre la Spagna si conferma il primo mercato europeo per le esportazioni lodigiane, per un ammontare di 623 milioni di euro, pari al 45,2% dell’export provinciale complessivo. Il secondo Paese è la Francia, verso la quale sono dirette merci per 158 milioni di euro. Ancora più distanti in graduatoria troviamo Germania (74 milioni) e Portogallo (62 milioni), quindi Paesi Bassi, Belgio e Polonia che si collocano tra i 30 e i 35 milioni.

Le importazioni delle imprese di Lodi dall’Unione Europea provengono principalmente da Germania (375 milioni di euro) e Francia (250 milioni), due mercati che da soli costituiscono circa la metà dell’import comunitario. Sopra ai 100 milioni di euro troviamo anche Spagna (170 milioni), Paesi Bassi (134 milioni) e Belgio (109 milioni).

Le esportazioni di Lodi verso l’Unione Europea crescono su base annua del 22,5%, registrando variazioni positive verso tutti i Paesi mostrati nel grafico. Per i primi due mercati si osserva una crescita piuttosto robusta, pari al 23,6% per la Spagna e al 18,2% per la Francia. In termini percentuali, gli incrementi più rilevanti riguardano un mercato relativamente piccolo quale la Grecia (71%), seguita dai Paesi Bassi (51,3%), con altri tre Paesi che crescono tra il 37% e il 38% (Portogallo, Repubblica Ceca e Danimarca). Tra le piazze più importanti se ne osservano due che presentano una crescita inferiore al 10%, si tratta di Germania (8,8%) e Belgio (7%).

L’import delle imprese lodigiane da Paesi UE cresce del 13,6% rispetto al primo trimestre 2022. I primi due mercati di approvvigionamento sono tra quelli cresciuti di meno: si osserva infatti un +0,7% per la Germania e un +2,7% per la Francia. Una crescita più robusta riguarda i flussi provenienti da Spagna (+31,1%), Paesi Bassi (+34,9%) e Belgio (+21,2%); l’incremento annuo più pronunciato in termini percentuali riguarda invece la Repubblica Ceca, con valori quasi triplicati rispetto al 2022. Pochi mercati risultano infine in calo, tra i quali il più importante è l’Austria (-4,9%).

 

 

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LO
Trimestre
Primo
Anno
2023
Indice della produzione industriale

Nel primo trimestre 2023 l’artigianato manifatturiero lodigiano registra una crescita piuttosto robusta, per quanto inferiore a quella regionale, confermando i dati positivi dell’ultimo trimestre del 2022. Crescono in modo particolare la produzione e il fatturato, mentre registrano una battuta d’arresto gli ordini; le aspettative al contempo risultano in miglioramento ma ancora prevalentemente negative. La crescita annua della produzione è del 2,9%; nel grafico si osserva come i livelli produttivi arrivino finalmente a superare quelli di fine 2019 precedenti la pandemia, con un lento recupero tra 2021 e 2022 dei minimi toccati nel 2020. Osservando una porzione più ampia del grafico, peraltro, si può notare che le difficoltà dell’artigiano lodigiano risalgono a prima del Covid, avendo attraversato una fase di forte contrazione tra 2018 e 2019. Il numero indice della produzione (costruito con l’anno 2010 come base posto uguale a 100) nel trimestre in esame arriva a quota 86,2, al di sopra del punto di minimo di 78,8 del secondo trimestre del 2020, ma ancora diversi punti al di sotto dei livelli raggiunti nel 2018.

 

 
Analisi congiunturale

La dinamica congiunturale dell’artigianato del lodigiano presenta un quadro complessivamente positivo, anche se inferiore alla crescita rilevata a livello regionale; l’aspetto negativo è invece la dinamica degli ordini che risultano in calo, possibile anticipazione di un peggioramento della dinamica produttiva per il futuro.

A Lodi la produzione dell’artigianato manifatturiero cresce su base congiunturale dello 0,3% (dato destagionalizzato), in Lombardia dello 0,6%. L’incremento del fatturato risulta leggermente migliore sia a livello provinciale (0,4%), che regionale (0,9%). Riguardo agli ordini invece si osserva una sensibile frenata per l’artigianato lodigiano (-0,4%), che non trova riscontro nei dati lombardi (+0,7%).

La crescita dei prezzi sia delle materie prime che dei prodotti finiti rallenta la propria corsa anche in questo trimestre. La variazione congiunturale rimane comunque ancora relativamente elevata; nel dettaglio per le materie prime l’incremento registrato dalle imprese lodigiane è stato del 6,5% contro il 6,8% in Lombardia.

 

Analisi tendenziale

Su base annua il raffronto con il primo trimestre del 2022 mette in evidenza una dinamica analoga a quella dei dati congiunturali, con una progressione di produzione e fatturato e una frenata degli ordini. In regione si osserva una dinamica migliore di quella locale per tutti e tre gli indicatori rilevati.

La crescita annua della produzione per l’artigianato manufatturiero lodigiano è del 2,9%, ovvero oltre un punto percentuale al di sotto di quella lombarda (4,1%). Il fatturato cresce più della produzione, probabilmente anche per effetto dell’aumento dei prezzi; nel lodigiano si registra un incremento del 4% e in Lombardia del 5,3%. La dinamica degli ordini è invece negativa per Lodi, mentre è positiva in Lombardia seppur meno degli altri indicatori. Per Lodi il calo risulta dello 0,6%, in regione invece gli ordini sono cresciuti del 2,7% in un anno.

 

Previsioni per il secondo trimestre 2023

Le aspettative degli operatori sul prossimo trimestre evidenziano un clima di fiducia migliore rispetto a tre mesi fa; tuttavia prevalgono ancora i giudizi di riduzione. Il saldo tra ipotesi di aumento e riduzione risulta ancora negativo per produzione e domanda interna, mentre è in pareggio riguardo l’occupazione.

Relativamente alla produzione, la quota di operatori che si aspetta una crescita sale dall’11,1% dello scorso periodo al 17,5% dell’attuale, rimanendo però ancora in minoranza rispetto al 25% che ritiene più probabile una riduzione, per un saldo negativo di 7,5 punti percentuali. Per la domanda interna si osservano giudizi leggermente più pessimisti, il saldo tra aumento e riduzione è infatti negativo di 10 punti percentuali (il 15% si aspetta un aumento e il 25% una riduzione). Nel grafico si osserva la traiettoria quasi del tutto sovrapponibile delle aspettative riguardo produzione e domanda interna, in recupero rispetto alla seconda metà del 2022, ma ancora in terreno negativo. Le ipotesi sull’occupazione risultano quelle relativamente più ottimiste, si osserva infatti un’esatta parità tra le quote di chi si aspetta un aumento e chi immagina invece una riduzione, mentre – come di consueto – sono largamente maggioritarie le aspettative di stabilità (85%).

 

 
MI
MB
LO
Trimestre
Primo
Anno
2023
Indice della produzione industriale

L’industria manifatturiera lodigiana nel primo trimestre 2023 registra una ripresa del percorso di crescita della produzione interrotto a fine 2022, in controtendenza con quanto avviene a livello regionale, dove il 2023 è iniziato con una variazione nulla della produzione. Si osservano variazioni positive anche per il fatturato e gli ordini, mentre contemporaneamente continua a ridursi la crescita dei prezzi delle materie prime. Le aspettative degli imprenditori riflettono i dati di crescita evidenziando una prospettiva di ottimismo per l’immediato futuro. Rispetto al primo trimestre 2022 la produzione industriale aumenta del 5,2%, interrompendo così una fase di rallentamento della crescita che aveva caratterizzato gli ultimi trimestri, come si osserva dal grafico. Il numero indice (calcolato ponendo pari a 100 l’anno 2010) sale a quota 139,7 nel trimestre in esame, toccando quindi un nuovo massimo. Osservando l’andamento della curva del numero indice della produzione manifatturiera emergono chiaramente la forte flessione della prima metà del 2020 e la successiva ripresa, con il recupero di un percorso di crescita nel 2021, che arriva però a interrompersi nel 2022, con un aumento più robusto che contraddistingue invece proprio l’ultimo trimestre.

 

 
Analisi congiunturale

A livello congiunturale gli indicatori dell’industria manifatturiera lodigiana evidenziano una robusta progressione di tutti gli indicatori, in particolare della produzione, che cresce infatti del 2,7% (dato destagionalizzato), in netto contrasto con quanto avviene a livello lombardo, dove osserviamo una variazione nulla.

Per quanto riguarda il fatturato si osserva invece, al contrario, una progressione congiunturale dello 0,5% a Lodi e una crescita decisamente più marcata in regione, dove arriviamo all’1,8%. Per quanto riguarda la quota di fatturato realizzata all’estero nel trimestre si osserva – come di consueto – un sensibile gap tra il dato provinciale, pari al 32,7% e il dato del 39,3% che si registra in Lombardia.

Gli ordini mostrano un contributo rilevante dei mercati esteri su entrambi i livelli territoriali. In particolare a Lodi la crescita congiunturale del portafoglio ordini provenienti dall’estero risulta dello 0,9%, contro un incremento degli ordini interni solamente dello 0,1%. In Lombardia la domanda estera cresce in tre mesi dello 0,8%, mentre per quella interna si osserva una progressione dello 0,3%, leggermente meglio di quanto osservato nel lodigiano.

La dinamica dei prezzi mostra segnali di avvicinamento progressivo a livelli ordinari di inflazione. L’incremento congiunturale dei prezzi delle materie prime è pari al 3,2% a Lodi e al 3,3% in Lombardia, mentre tre mesi fa toccava ancora il 5%. Per i prezzi dei prodotti finiti si osserva una dinamica simile e un rallentamento di entità paragonabile a quella delle materie prime; nello specifico la crescita è del 3,1% in provincia e del 3% in regione.

 

Analisi tendenziale

Gli indicatori tendenziali mostrano una forte crescita della produzione del manifatturiero lodigiano, mentre per quanto riguarda fatturato e ordini acquisiti si osserva una progressione di minore entità, inferiore anche al dato regionale. La produzione industriale del lodigiano cresce su base annua del 5,2%, dato molto superiore alla dinamica regionale che si ferma invece al 2,5%.

Il fatturato registra un incremento inferiore alla produzione per il lodigiano: nonostante la dinamica di incremento dei prezzi, la crescita tendenziale è infatti del 3,6%. L’aumento si deve quasi esclusivamente alle vendite effettuate in Italia (5,2%), il fatturato estero registra infatti un incremento piuttosto contenuto (0,4%). In regione si osserva invece una crescita complessivamente più robusta (7,7%) e una differenza favorevole al fatturato estero (8,9%) rispetto a quello interno (6,9%).

Per gli ordini, la dinamica complessiva risulta molto simile in provincia (2,6%) e in regione (2,8%). È invece molto diversa la scomposizione tra la quota estera e quella interna; a Lodi sono relativamente vicine (2,9% e 2,5% rispettivamente), in Lombardia invece la domanda estera (5,5%) cresce molto più di quella interna (1,1%).

 

Mercato del lavoro

Gli indicatori sul mercato del lavoro dell’industria manifatturiera lodigiana risultano nel complesso positivi e in miglioramento rispetto allo scorso trimestre. Il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni nel primo trimestre del 2023 riguarda solamente il 2,6% delle imprese, per una quota sul monte ore complessivo dello 0,1%, dati entrambi relativamente contenuti e in calo rispetto allo scorso trimestre. Nel grafico si osserva come il picco di massimo della prima metà del 2020 (attorno al 60% di imprese che ha utilizzato la CIG) si sia gradualmente riassorbito nei trimestri successivi, in particolare nella seconda metà del 2021. Anche il saldo tra entrate e uscite di lavoratori risulta positivo, pari allo 0,7%, dato identico a quello del primo trimestre 2022, mentre la seconda metà dell’anno aveva visto un sostanziale pareggio; particolarmente elevato il tasso di entrata (1,9%), che riflette probabilmente l’effetto stagionale dei contratti attivati a inizio anno.

 

 
Previsioni per il secondo trimestre 2023

I dati sulle aspettative degli imprenditori del manifatturiero lodigiano sono complessivamente ottimisti e in miglioramento rispetto al passato, in linea con la crescita registrata nel trimestre in esame. Il saldo tra giudizi di aumento e di riduzione è in terreno positivo per tutti gli indicatori osservati.

La produzione è attesa in crescita dal 35,9% degli operatori intervistati (la quota era del 28,6% lo scorso trimestre), contro un 12,8% di aspettative di calo. Il saldo è quindi ampiamente positivo, ben 23,1 punti percentuali, in leggero miglioramento rispetto al periodo precedente. Risultano relativamente ottimisti – a dispetto della consueta prudenza – i giudizi sull’occupazione: si osserva infatti un saldo particolarmente positivo di 15,4 punti percentuali, il più alto rilevato nella serie storica mostrata nel grafico.

Le aspettative sulla domanda mostrano una preferenza per la componente estera, il 38,9% degli operatori indica un aumento per l’immediato futuro, mentre solo il 16,7% pensa a una riduzione. Meno brillanti, ma comunque improntate all’ottimismo, anche le aspettative sulla domanda interna, per cui il saldo tra giudizi di aumento e riduzione è di 10,3 punti percentuali.

 

 

 

I dati dell'indagine congiunturale, rivolta a un campione di imprese con 10 o più addetti, sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons.