Lodi

Abbreviazione
LO
MI
MB
LO
Trimestre
Secondo
Anno
2023
Indice della produzione industriale

Nel secondo trimestre del 2023 si osserva per l’artigianato manifatturiero lodigiano una prosecuzione del percorso di crescita della produzione iniziato a fine 2022, a differenza di quanto avviene a livello regionale, dove si osserva un deciso rallentamento della dinamica. Risulta meno brillante l’andamento del fatturato, che registra un lieve calo a livello congiunturale; peggiorano al contempo le aspettative che indicano una previsione di calo di produzione e ordini per il prossimo trimestre. La crescita annua della produzione è del 4,6%, migliorando la performance del trimestre precedente; nel grafico si osserva come i livelli produttivi abbiano superato quelli di fine 2019 precedenti la pandemia, con una crescita piuttosto costante a partire dal 2022. Osservando una porzione più ampia del grafico, peraltro, si può notare che le difficoltà dell’artigiano lodigiano risalgono a prima del Covid, avendo attraversato una fase di forte contrazione tra 2018 e 2019. Il numero indice della produzione (costruito con l’anno 2010 come base posto uguale a 100) arriva a quota 87,5 nel trimestre in esame, al di sopra del punto di minimo di 78,8 del secondo trimestre del 2020, ma ancora diversi punti al di sotto dei livelli raggiunti nel 2018.

 

 
Analisi congiunturale

La dinamica congiunturale dell’artigianato del lodigiano evidenzia una buona crescita di produzione e ordini, mentre arrivano segnali negativi dal fatturato; a livello regionale si osserva invece un quadro nettamente più critico.

A Lodi la produzione dell’artigianato manifatturiero cresce su base congiunturale dell’1,2% (dato destagionalizzato), mentre in Lombardia si registra una variazione praticamente nulla. Il fatturato registra una battuta d’arresto sia a livello provinciale che regionale, con un calo congiunturale dello 0,1% per entrambi i territori. Gli ordini dell’artigianato lodigiano mostrano un deciso incremento dell’1,5%, che compensa il dato meno brillante del trimestre passato, per contro in Lombardia si segnala una netta flessione (-0,6%).

Rallenta la crescita dei prezzi sia delle materie prime sia dei prodotti finiti, seppure in maniera meno evidente di quanto accade per l’industria. L’incremento congiunturale per l’artigianato lodigiano risulta del 4,8% per i prezzi delle materie prime e del 3,3% per i prezzi dei prodotti finiti, dati in linea con quelli rilevati a livello regionale.

 

Analisi tendenziale

La dinamica tendenziale, raffrontandoci quindi con il secondo trimestre del 2022, indica per l’artigianato manifatturiero lodigiano una buona progressione di tutti gli indicatori rilevati, in netto contrasto con la crescita molto più timida osservata a livello lombardo.

L’aumento annuo della produzione risulta del 4,6%, superando largamente l’incremento registrato in Lombardia dell’1,1%. Per il fatturato si osserva una progressione più contenuta rispetto alla produzione (2,5%), superiore comunque alla dinamica regionale (1,1%). Una buona performance si osserva anche per l’indicatore degli ordini, che registrano in provincia un incremento del 3,7% rispetto al secondo trimestre del 2022, mentre in regione si osserva un calo annuo dello 0,2%.

 

Previsioni per il terzo trimestre 2023

Le aspettative degli operatori sul prossimo trimestre evidenziano un saldo negativo tra giudizi di crescita e di riduzione per tutti e tre gli indicatori rilevati. In tutti e tre i casi si osserva peraltro un peggioramento rispetto alla rilevazione dello scorso trimestre.

Riguardo la produzione, sono il 15,8% degli operatori ad attendersi una crescita (erano il 17,5% tre mesi fa), quasi la metà rispetto a coloro che invece si aspettano un calo (31,6%), ottenendo quindi un saldo negativo tra giudizi ottimisti e pessimisti per il quarto trimestre consecutivo. Per la domanda interna si osservano giudizi leggermente peggiori, sono infatti il 10,5% a indicare una crescita, contro il 28,9% che si attende un calo. Nel grafico si osserva la traiettoria quasi del tutto sovrapponibile delle aspettative riguardo produzione e domanda interna, entrambe in flessione nel trimestre in esame. Anche le aspettative sull’occupazione risultano piuttosto negative: a fronte della consueta quota elevata di giudizi di stabilità (89,5%), i restanti rispondenti (10,5%) indicano tutti un calo.

 

 
MI
MB
LO
Trimestre
Secondo
Anno
2023
Indice della produzione industriale

L’industria manifatturiera lodigiana nel secondo trimestre 2023 registra una dinamica congiunturale piuttosto tiepida della produzione industriale, in linea peraltro con quanto avviene contemporaneamente a livello regionale. Per contro la dinamica tendenziale, quindi a confronto con il secondo trimestre 2022, risulta positiva per tutti gli indicatori. Le aspettative degli imprenditori sono complessivamente in peggioramento, in modo particolare per quanto riguarda la domanda. Rispetto al secondo trimestre 2022 la produzione industriale cresce del 2,8%, proseguendo quindi una fase di espansione seppure in rallentamento rispetto al trimestre precedente. Il numero indice (calcolato ponendo pari a 100 l’anno 2010) raggiunge quota 139,8 nel trimestre in esame, toccando quindi un nuovo massimo. Osservando l’andamento della curva del numero indice della produzione manifatturiera, emergono chiaramente la forte flessione della prima metà del 2020 e la successiva ripresa, con il recupero di un percorso di crescita nel 2021 che continua ancora oggi, sebbene con intensità inferiore.

 

 
Analisi congiunturale

A livello congiunturale gli indicatori dell’industria manifatturiera lodigiana evidenziano una sostanziale stabilità della produzione, contrapposta a una dinamica vivace di fatturato e ordini. La produzione industriale del manifatturiero lodigiano registra infatti una variazione congiunturale quasi nulla (0,1%, dato destagionalizzato) analogamente al livello lombardo, dove si osserva un incremento dello 0,3%.

Per il fatturato si osserva invece un dato estremamente positivo a Lodi (+1,8%), mentre in regione la variazione è di segno negativo (-0,3%). Per quanto riguarda la quota di fatturato realizzata all’estero nel trimestre, si osserva come di consueto una discreta differenza tra il dato provinciale del 28,5% (in calo peraltro rispetto a tre mesi fa) e il dato del 38,5% che si registra in Lombardia.

La dinamica degli ordini restituisce un quadro confortante per il manifatturiero lodigiano. La crescita arriva soprattutto dalle commesse provenienti dall’estero, che registrano una progressione congiunturale dell’1,7%, mentre gli ordini interni si limitano a una crescita dello 0,6%. In Lombardia si osserva un quadro del tutto opposto: gli ordini esteri risultano sostanzialmente invariati rispetto a tre mesi fa, mentre la domanda interna segna una leggera flessione (-0,2%).

La dinamica dei prezzi appare ormai allineata a livelli ordinari di inflazione. L’incremento congiunturale dei prezzi delle materie prime si limita infatti all’1,1% per Lodi e all’1,4% in Lombardia; lo scorso trimestre superava il 3% in entrambi i territori. Per i prezzi dei prodotti finiti si osserva un rallentamento di entità paragonabile a quello delle materie prime; la crescita congiunturale risulta dello 0,8% in provincia e dell’1,2% in regione.

 

Analisi tendenziale

La dinamica tendenziale evidenzia una robusta progressione di tutti gli indicatori rilevati per il lodigiano, in modo particolare gli ordini; mentre a livello lombardo si osserva una dinamica complessivamente di segno positivo, ma decisamente più contenuta. La produzione industriale del lodigiano cresce su base annua del 2,8%, contro una dinamica regionale che si ferma invece allo 0,5%.

Il fatturato registra una velocità di crescita superiore a quella della produzione sia a Lodi sia in Lombardia, probabilmente ancora per effetto dell’incremento dei prezzi rispetto al 2022. La crescita annua del fatturato in provincia risulta infatti del 4,5%, con un contributo maggiore delle vendite realizzate all’estero (5,4%) rispetto al fatturato interno (4,2%). La dinamica regionale è più contenuta, si ferma infatti all’1,9% di crescita complessiva, con una marcata differenza tra la componente estera (+3,9%) e quella interna (+0,6%).

Molto positiva la dinamica degli ordini che in provincia registra una crescita annua del 6,4%, con una differenza di minima entità tra la componente interna (6,5%) e quella estera (6,2%). Risulta invece ferma allo 0,8% la crescita degli ordini a livello regionale, grazie a un discreto incremento degli ordinativi esteri (2%) contrapposto a una variazione nulla del portafoglio ordini nazionale.

 

Mercato del lavoro

Gli indicatori sul mercato del lavoro dell’industria manifatturiera lodigiana risultano nel complesso positivi, quasi senza variazioni rispetto allo scorso trimestre. Nel secondo trimestre del 2023 hanno fatto ricorso alla cassa integrazione guadagni solamente il 2,3% delle imprese, per una quota sul monte ore complessivo dello 0,2%; lo scorso trimestre risultavano rispettivamente pari al 2,6% e allo 0,1%. Nel grafico si osserva come il picco di massimo della prima metà del 2020 (attorno al 60% di imprese che ha utilizzato la CIG) si sia gradualmente riassorbito nei trimestri successivi, in particolare nella seconda metà del 2021. Anche il saldo tra entrate e uscite di lavoratori risulta positivo, pari allo 0,7%, invariato rispetto al primo trimestre del 2023 e in miglioramento rispetto a un anno fa, quando risultava solamente dello 0,2%; si segnala in particolare un tasso di entrata (2,3%) significativamente più elevato rispetto a quanto registrato nei trimestri recenti.

 

 
Previsioni per il terzo trimestre 2023

I dati sulle aspettative degli imprenditori del manifatturiero lodigiano mostrano un certo contrasto con la dinamica positiva fin qui descritta. Tutti e quattro gli indicatori rilevati peggiorano rispetto allo scorso trimestre e i giudizi sulla domanda arrivano addirittura a evidenziare una prevalenza di opinioni pessimiste.

Riguardo alle aspettative sulla produzione, la quota degli ottimisti risulta del 23,3% (erano il 35,9% lo scorso trimestre), a fronte di un 9,3% di pessimisti. Il saldo rimane quindi positivo di 14 punti percentuali, ma in deciso peggioramento rispetto agli ultimi due trimestri. Anche le aspettative sull’occupazione sono meno ottimiste, si osserva infatti un pareggio tra giudizi di aumento e di riduzione, mentre nei trimestri più recenti si era sempre rilevato un saldo di segno positivo.

Le aspettative sulla domanda mostrano un netto peggioramento rispetto al clima di fiducia dello scorso trimestre: si riducono drasticamente i giudizi di aumento, portando a un saldo tra giudizi di crescita e di riduzione negativo sia per la componente interna che per quella estera (rispettivamente -2,3 e -4,9 punti percentuali). Si segnala comunque anche una quota particolarmente elevata, superiore al 70%, di giudizi di stabilità.

 

 

 

I dati dell'indagine congiunturale, rivolta a un campione di imprese con 10 o più addetti, sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons.

MI
MB
LO
Trimestre
Primo
Anno
2023
Settori

Le esportazioni della provincia di Lodi del primo trimestre del 2023 valgono 1 miliardo e 380 milioni di euro, delle quali poco meno della metà (46,3%) è composta da prodotti di elettronica, pari a 639 milioni di euro. La chimica risulta il secondo comparto più importante in provincia, con un valore di esportazioni in tre mesi di 220 milioni di euro (16%); più distante l’alimentare (129 milioni pari al 9,4% del totale) quindi gli apparecchi elettrici (109 milioni ovvero il 7,9%). Nessun altro comparto supera i 100 milioni di euro di merci esportate: i prodotti in metallo valgono circa 62 milioni, seguiti da macchinari e gomma-plastica.

Le importazioni di merci delle imprese lodigiane nel trimestre in esame ammontano a 2,5 miliardi di euro. Come per l’export, l’elettronica è il comparto più importante per Lodi: vale infatti 1,1 miliardi di euro, ovvero il 45,4% dei flussi in entrata dall’estero nel trimestre. L’alimentare risulta il secondo comparto per dimensioni, pari a 428 milioni di euro di merci importate (16,7% del totale); viene poi la farmaceutica (366 milioni, pari al 14,3%), seguita da chimica (183 milioni) e macchinari (100 milioni), quindi prodotti in metallo e gomma-plastica al di sotto dei 100 milioni.

La dinamica delle esportazioni continua a evidenziare una crescita annua piuttosto robusta, pari al 21,7% rispetto al primo trimestre 2022. È bene osservare che si tratta di variazioni relative ai flussi di scambi con l’estero misurati in euro correnti, che quindi per loro natura incorporano i forti fenomeni inflattivi che hanno caratterizzato gli ultimi trimestri. I maggiori comparti del manifatturiero lodigiano registrano tutti incrementi positivi piuttosto rilevanti, a cominciare dall’elettronica che evidenzia una crescita superiore alla media: si tratta di un +25,1% rispetto allo stesso periodo del 2022, circa 128 milioni di euro di surplus. In termini percentuali la crescita più rilevante riguarda la chimica (+34,3%), mentre crescono meno della media provinciale sia l’alimentare (+15,7%) che gli apparecchi elettrici (+9,8%). Alcuni comparti minori registrano invece variazioni negative: i più rilevanti per volumi scambiati sono la gomma-plastica (-6,7%) e la farmaceutica (-17,1%).

Le importazioni delle imprese lodigiane crescono a una velocità di qualche punto percentuale inferiore rispetto all’export, facendo registrare un incremento annuo del 15,3%. L’elettronica mostra un incremento superiore alle media: si tratta di una crescita del 22% (210 milioni di euro in più rispetto al primo trimestre 2022). L’import di macchinari registra la crescita più forte, passando da 35 a 100 milioni di euro (+180%); anche l’alimentare fa segnare un forte incremento (35,1%), mentre risulta più contenuta la crescita della farmaceutica (5,7%). Tra i comparti che registrano una riduzione dell’import, i principali sono rappresentati dalla chimica (-8%) e dai prodotti in metallo (-20,9%).

 

 

 

Aree geoeconomiche globali

Le esportazioni delle imprese lodigiane del trimestre si dirigono verso Paesi europei per oltre il 90% del valore dei flussi complessivi, in valori assoluti 1 miliardo e 265 milioni di euro, prevalentemente indirizzati a partner UE. Verso i Paesi europei non facenti parte dell’UE sono diretti meno di 50 milioni di euro di merci, di cui poco meno di 15 milioni riguardano la Svizzera. L’Asia vale poco meno di 65 milioni di euro di export per le imprese lodigiane (il 4,7% del totale), di cui quasi 35 milioni indirizzati in Asia Orientale e 23,8 milioni in Medio Oriente. La Cina è il mercato asiatico più importante (9 milioni di euro), seguita da Singapore (6,5 milioni). I flussi diretti verso l’America valgono 28 milioni di euro (2,1% del totale), di cui poco più della metà diretti verso gli Stati Uniti (14,6 milioni).

Gli approvvigionamenti di merci delle imprese lodigiane nel trimestre provengono per oltre la metà (52,1%) da Paesi europei: in valori assoluti si tratta di 1,3 miliardi di euro. La quasi totalità di queste merci proviene da Paesi UE, solamente 43 milioni di euro riguardano mercati non comunitari, tra cui il più importante è il Regno Unito (31,6 milioni). Al di fuori del Vecchio Continente si registrano flussi di merci per un valore di 1,2 miliardi di euro provenienti dall’Asia (47,4%); dalla sola Cina provengono 978 milioni di euro nel trimestre (38,2% del totale), mentre è molto rilevante anche il contributo dall’India da cui sono state importate merci per 163 milioni di euro.

La dinamica dell’export lodigiano del primo trimestre 2023 mostra variazioni positive verso tutti i continenti, nonostante qualche calo per alcuni singoli mercati. Restano valide le osservazioni fatte osservando la dinamica dei settori: si tratta di valori espressi in euro correnti che incorporano quindi i forti aumenti dei prezzi avvenuti nel corso del 2022. I flussi verso Paesi del continente europeo crescono poco più della media provinciale, con un incremento del 22,3% che sale al 22,5% per i Paesi UE; più contenuto il contributo alla crescita dei Paesi europei esterni al mercato comune, fermo al 17,6% con un calo importante che riguarda il Regno Unito (-12,5%). L’Asia segna una crescita più contenuta di quella dell’Europa, attestandosi al 14,4%. Si registrano incrementi robusti nei confronti del Medio Oriente (48,4%) e dell’Asia centrale (24,7%), mentre l’Asia Orientale risulta in calo (-2,4%); è in particolare il mercato cinese a spingere verso il basso (-53,9%), più che controbilanciando un forte incremento delle quattro “tigri” asiatiche (+50%). L’export verso le Americhe cresce meno degli altri continenti limitandosi all’8,2%, frutto di un calo della parte settentrionale del continente (-12,1%) e di una forte crescita di quella centro-meridionale (+56,1%).

Anche l’import della provincia di Lodi cresce rispetto allo stesso periodo del 2022 nei confronti di tutti i continenti. I flussi provenienti da Paesi europei crescono del 13,8% con una buona performance dei mercati non UE grazie al Regno Unito (+82,6%). L’import dall’Asia cresce del 17,1% con un robusto contributo da parte dell’Asia centrale e in particolare dell’India (+181,9%), mentre è relativamente più contenuto l’aumento dei flussi provenienti dalla Cina (+9,8%). Come per l’export, il continente americano presenta una crescita inferiore rispetto a Europa e Asia, fermandosi al 10,9%.

 

 

Dettaglio europeo

Anche in questo trimestre la Spagna si conferma il primo mercato europeo per le esportazioni lodigiane, per un ammontare di 623 milioni di euro, pari al 45,2% dell’export provinciale complessivo. Il secondo Paese è la Francia, verso la quale sono dirette merci per 158 milioni di euro. Ancora più distanti in graduatoria troviamo Germania (74 milioni) e Portogallo (62 milioni), quindi Paesi Bassi, Belgio e Polonia che si collocano tra i 30 e i 35 milioni.

Le importazioni delle imprese di Lodi dall’Unione Europea provengono principalmente da Germania (375 milioni di euro) e Francia (250 milioni), due mercati che da soli costituiscono circa la metà dell’import comunitario. Sopra ai 100 milioni di euro troviamo anche Spagna (170 milioni), Paesi Bassi (134 milioni) e Belgio (109 milioni).

Le esportazioni di Lodi verso l’Unione Europea crescono su base annua del 22,5%, registrando variazioni positive verso tutti i Paesi mostrati nel grafico. Per i primi due mercati si osserva una crescita piuttosto robusta, pari al 23,6% per la Spagna e al 18,2% per la Francia. In termini percentuali, gli incrementi più rilevanti riguardano un mercato relativamente piccolo quale la Grecia (71%), seguita dai Paesi Bassi (51,3%), con altri tre Paesi che crescono tra il 37% e il 38% (Portogallo, Repubblica Ceca e Danimarca). Tra le piazze più importanti se ne osservano due che presentano una crescita inferiore al 10%, si tratta di Germania (8,8%) e Belgio (7%).

L’import delle imprese lodigiane da Paesi UE cresce del 13,6% rispetto al primo trimestre 2022. I primi due mercati di approvvigionamento sono tra quelli cresciuti di meno: si osserva infatti un +0,7% per la Germania e un +2,7% per la Francia. Una crescita più robusta riguarda i flussi provenienti da Spagna (+31,1%), Paesi Bassi (+34,9%) e Belgio (+21,2%); l’incremento annuo più pronunciato in termini percentuali riguarda invece la Repubblica Ceca, con valori quasi triplicati rispetto al 2022. Pochi mercati risultano infine in calo, tra i quali il più importante è l’Austria (-4,9%).

 

 

MI
MB
LO
Trimestre
Primo
Anno
2023
Indice della produzione industriale

Nel primo trimestre 2023 l’artigianato manifatturiero lodigiano registra una crescita piuttosto robusta, per quanto inferiore a quella regionale, confermando i dati positivi dell’ultimo trimestre del 2022. Crescono in modo particolare la produzione e il fatturato, mentre registrano una battuta d’arresto gli ordini; le aspettative al contempo risultano in miglioramento ma ancora prevalentemente negative. La crescita annua della produzione è del 2,9%; nel grafico si osserva come i livelli produttivi arrivino finalmente a superare quelli di fine 2019 precedenti la pandemia, con un lento recupero tra 2021 e 2022 dei minimi toccati nel 2020. Osservando una porzione più ampia del grafico, peraltro, si può notare che le difficoltà dell’artigiano lodigiano risalgono a prima del Covid, avendo attraversato una fase di forte contrazione tra 2018 e 2019. Il numero indice della produzione (costruito con l’anno 2010 come base posto uguale a 100) nel trimestre in esame arriva a quota 86,2, al di sopra del punto di minimo di 78,8 del secondo trimestre del 2020, ma ancora diversi punti al di sotto dei livelli raggiunti nel 2018.

 

 
Analisi congiunturale

La dinamica congiunturale dell’artigianato del lodigiano presenta un quadro complessivamente positivo, anche se inferiore alla crescita rilevata a livello regionale; l’aspetto negativo è invece la dinamica degli ordini che risultano in calo, possibile anticipazione di un peggioramento della dinamica produttiva per il futuro.

A Lodi la produzione dell’artigianato manifatturiero cresce su base congiunturale dello 0,3% (dato destagionalizzato), in Lombardia dello 0,6%. L’incremento del fatturato risulta leggermente migliore sia a livello provinciale (0,4%), che regionale (0,9%). Riguardo agli ordini invece si osserva una sensibile frenata per l’artigianato lodigiano (-0,4%), che non trova riscontro nei dati lombardi (+0,7%).

La crescita dei prezzi sia delle materie prime che dei prodotti finiti rallenta la propria corsa anche in questo trimestre. La variazione congiunturale rimane comunque ancora relativamente elevata; nel dettaglio per le materie prime l’incremento registrato dalle imprese lodigiane è stato del 6,5% contro il 6,8% in Lombardia.

 

Analisi tendenziale

Su base annua il raffronto con il primo trimestre del 2022 mette in evidenza una dinamica analoga a quella dei dati congiunturali, con una progressione di produzione e fatturato e una frenata degli ordini. In regione si osserva una dinamica migliore di quella locale per tutti e tre gli indicatori rilevati.

La crescita annua della produzione per l’artigianato manufatturiero lodigiano è del 2,9%, ovvero oltre un punto percentuale al di sotto di quella lombarda (4,1%). Il fatturato cresce più della produzione, probabilmente anche per effetto dell’aumento dei prezzi; nel lodigiano si registra un incremento del 4% e in Lombardia del 5,3%. La dinamica degli ordini è invece negativa per Lodi, mentre è positiva in Lombardia seppur meno degli altri indicatori. Per Lodi il calo risulta dello 0,6%, in regione invece gli ordini sono cresciuti del 2,7% in un anno.

 

Previsioni per il secondo trimestre 2023

Le aspettative degli operatori sul prossimo trimestre evidenziano un clima di fiducia migliore rispetto a tre mesi fa; tuttavia prevalgono ancora i giudizi di riduzione. Il saldo tra ipotesi di aumento e riduzione risulta ancora negativo per produzione e domanda interna, mentre è in pareggio riguardo l’occupazione.

Relativamente alla produzione, la quota di operatori che si aspetta una crescita sale dall’11,1% dello scorso periodo al 17,5% dell’attuale, rimanendo però ancora in minoranza rispetto al 25% che ritiene più probabile una riduzione, per un saldo negativo di 7,5 punti percentuali. Per la domanda interna si osservano giudizi leggermente più pessimisti, il saldo tra aumento e riduzione è infatti negativo di 10 punti percentuali (il 15% si aspetta un aumento e il 25% una riduzione). Nel grafico si osserva la traiettoria quasi del tutto sovrapponibile delle aspettative riguardo produzione e domanda interna, in recupero rispetto alla seconda metà del 2022, ma ancora in terreno negativo. Le ipotesi sull’occupazione risultano quelle relativamente più ottimiste, si osserva infatti un’esatta parità tra le quote di chi si aspetta un aumento e chi immagina invece una riduzione, mentre – come di consueto – sono largamente maggioritarie le aspettative di stabilità (85%).

 

 
MI
MB
LO
Trimestre
Primo
Anno
2023
Indice della produzione industriale

L’industria manifatturiera lodigiana nel primo trimestre 2023 registra una ripresa del percorso di crescita della produzione interrotto a fine 2022, in controtendenza con quanto avviene a livello regionale, dove il 2023 è iniziato con una variazione nulla della produzione. Si osservano variazioni positive anche per il fatturato e gli ordini, mentre contemporaneamente continua a ridursi la crescita dei prezzi delle materie prime. Le aspettative degli imprenditori riflettono i dati di crescita evidenziando una prospettiva di ottimismo per l’immediato futuro. Rispetto al primo trimestre 2022 la produzione industriale aumenta del 5,2%, interrompendo così una fase di rallentamento della crescita che aveva caratterizzato gli ultimi trimestri, come si osserva dal grafico. Il numero indice (calcolato ponendo pari a 100 l’anno 2010) sale a quota 139,7 nel trimestre in esame, toccando quindi un nuovo massimo. Osservando l’andamento della curva del numero indice della produzione manifatturiera emergono chiaramente la forte flessione della prima metà del 2020 e la successiva ripresa, con il recupero di un percorso di crescita nel 2021, che arriva però a interrompersi nel 2022, con un aumento più robusto che contraddistingue invece proprio l’ultimo trimestre.

 

 
Analisi congiunturale

A livello congiunturale gli indicatori dell’industria manifatturiera lodigiana evidenziano una robusta progressione di tutti gli indicatori, in particolare della produzione, che cresce infatti del 2,7% (dato destagionalizzato), in netto contrasto con quanto avviene a livello lombardo, dove osserviamo una variazione nulla.

Per quanto riguarda il fatturato si osserva invece, al contrario, una progressione congiunturale dello 0,5% a Lodi e una crescita decisamente più marcata in regione, dove arriviamo all’1,8%. Per quanto riguarda la quota di fatturato realizzata all’estero nel trimestre si osserva – come di consueto – un sensibile gap tra il dato provinciale, pari al 32,7% e il dato del 39,3% che si registra in Lombardia.

Gli ordini mostrano un contributo rilevante dei mercati esteri su entrambi i livelli territoriali. In particolare a Lodi la crescita congiunturale del portafoglio ordini provenienti dall’estero risulta dello 0,9%, contro un incremento degli ordini interni solamente dello 0,1%. In Lombardia la domanda estera cresce in tre mesi dello 0,8%, mentre per quella interna si osserva una progressione dello 0,3%, leggermente meglio di quanto osservato nel lodigiano.

La dinamica dei prezzi mostra segnali di avvicinamento progressivo a livelli ordinari di inflazione. L’incremento congiunturale dei prezzi delle materie prime è pari al 3,2% a Lodi e al 3,3% in Lombardia, mentre tre mesi fa toccava ancora il 5%. Per i prezzi dei prodotti finiti si osserva una dinamica simile e un rallentamento di entità paragonabile a quella delle materie prime; nello specifico la crescita è del 3,1% in provincia e del 3% in regione.

 

Analisi tendenziale

Gli indicatori tendenziali mostrano una forte crescita della produzione del manifatturiero lodigiano, mentre per quanto riguarda fatturato e ordini acquisiti si osserva una progressione di minore entità, inferiore anche al dato regionale. La produzione industriale del lodigiano cresce su base annua del 5,2%, dato molto superiore alla dinamica regionale che si ferma invece al 2,5%.

Il fatturato registra un incremento inferiore alla produzione per il lodigiano: nonostante la dinamica di incremento dei prezzi, la crescita tendenziale è infatti del 3,6%. L’aumento si deve quasi esclusivamente alle vendite effettuate in Italia (5,2%), il fatturato estero registra infatti un incremento piuttosto contenuto (0,4%). In regione si osserva invece una crescita complessivamente più robusta (7,7%) e una differenza favorevole al fatturato estero (8,9%) rispetto a quello interno (6,9%).

Per gli ordini, la dinamica complessiva risulta molto simile in provincia (2,6%) e in regione (2,8%). È invece molto diversa la scomposizione tra la quota estera e quella interna; a Lodi sono relativamente vicine (2,9% e 2,5% rispettivamente), in Lombardia invece la domanda estera (5,5%) cresce molto più di quella interna (1,1%).

 

Mercato del lavoro

Gli indicatori sul mercato del lavoro dell’industria manifatturiera lodigiana risultano nel complesso positivi e in miglioramento rispetto allo scorso trimestre. Il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni nel primo trimestre del 2023 riguarda solamente il 2,6% delle imprese, per una quota sul monte ore complessivo dello 0,1%, dati entrambi relativamente contenuti e in calo rispetto allo scorso trimestre. Nel grafico si osserva come il picco di massimo della prima metà del 2020 (attorno al 60% di imprese che ha utilizzato la CIG) si sia gradualmente riassorbito nei trimestri successivi, in particolare nella seconda metà del 2021. Anche il saldo tra entrate e uscite di lavoratori risulta positivo, pari allo 0,7%, dato identico a quello del primo trimestre 2022, mentre la seconda metà dell’anno aveva visto un sostanziale pareggio; particolarmente elevato il tasso di entrata (1,9%), che riflette probabilmente l’effetto stagionale dei contratti attivati a inizio anno.

 

 
Previsioni per il secondo trimestre 2023

I dati sulle aspettative degli imprenditori del manifatturiero lodigiano sono complessivamente ottimisti e in miglioramento rispetto al passato, in linea con la crescita registrata nel trimestre in esame. Il saldo tra giudizi di aumento e di riduzione è in terreno positivo per tutti gli indicatori osservati.

La produzione è attesa in crescita dal 35,9% degli operatori intervistati (la quota era del 28,6% lo scorso trimestre), contro un 12,8% di aspettative di calo. Il saldo è quindi ampiamente positivo, ben 23,1 punti percentuali, in leggero miglioramento rispetto al periodo precedente. Risultano relativamente ottimisti – a dispetto della consueta prudenza – i giudizi sull’occupazione: si osserva infatti un saldo particolarmente positivo di 15,4 punti percentuali, il più alto rilevato nella serie storica mostrata nel grafico.

Le aspettative sulla domanda mostrano una preferenza per la componente estera, il 38,9% degli operatori indica un aumento per l’immediato futuro, mentre solo il 16,7% pensa a una riduzione. Meno brillanti, ma comunque improntate all’ottimismo, anche le aspettative sulla domanda interna, per cui il saldo tra giudizi di aumento e riduzione è di 10,3 punti percentuali.

 

 

 

I dati dell'indagine congiunturale, rivolta a un campione di imprese con 10 o più addetti, sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons.

MI
MB
LO
Trimestre
Quarto
Anno
2022
Settori

L’export lodigiano del quarto trimestre del 2022 vale complessivamente 1,5 miliardi di euro, ben più della metà dei quali (57,6%) riguarda prodotti di elettronica, in cifre si tratta di poco più di 900 milioni di euro. La chimica è il secondo comparto più importante in provincia, vale 171 milioni di euro di export in tre mesi (11%), seguono l’alimentare (132 milioni pari all’8,5% del totale) e gli apparecchi elettrici (104 milioni ovvero il 6,7%). Nessun altro comparto supera i 100 milioni di euro di merci esportate, attorno ai 50 milioni si collocano i settori dei macchinari e della gomma-plastica. Il dato complessivo dell’anno 2022 è di 2,7 miliardi di euro di esportazioni per il comparto dell’elettronica, poco più della metà dei flussi complessivi (51,2%). Il resto della graduatoria coincide con quello dell’ultimo trimestre, troviamo quindi la chimica (688 milioni, il 12,7% del totale), l’alimentare (555 milioni ovvero il 10,2%) e gli apparecchi elettrici (409 milioni pari al 7,6%). Tra gli altri comparti, la gomma-plastica vale quasi 220 milioni di euro, mentre tra i 170 e i 180 milioni di euro troviamo farmaceutica, prodotti in metallo e macchinari.

Le importazioni di merci della provincia di Lodi nel trimestre in esame sono pari a 2,8 miliardi di euro. Come per l’export, l’elettronica è il comparto più importante per Lodi, vale infatti quasi 1,6 miliardi di euro, in percentuale il 56,5% dei flussi del trimestre. L’alimentare risulta il secondo comparto per dimensioni, si tratta di 382 milioni di euro di merci in arrivo dall’estero (13,5% del totale), segue la farmaceutica (303 milioni, pari al 10,7%). La graduatoria continua con la chimica che vale circa la metà della farmaceutica (151 milioni), nessun altro comparto supera la soglia dei 100 milioni. Considerando l’intero anno 2022 l’import del lodigiano si avvicina ai 10 miliardi di euro dei quali 4,7 miliardi riguardano l’elettronica (48,6%). Valgono più di un miliardo di euro anche i comparti dell’alimentare (poco sotto 1,4 miliardi di euro pari al 14,3%) e della farmaceutica (1,2 miliardi ovvero il 12,9%).

In termini di dinamica le esportazioni del trimestre crescono di oltre il 50% rispetto allo stesso periodo del 2021. È bene osservare che si tratta di variazioni relative ai flussi di scambi con l’estero misurati in euro correnti, che quindi per loro natura incorporano i forti fenomeni inflattivi che hanno caratterizzato gli ultimi mesi; se osserviamo i dati espressi in quantità, disponibili però solamente a livello regionale, si nota una performance decisamente inferiore per tutti i comparti, molti dei quali risultano addirittura in calo. Il contributo principale alla crescita, sia in termini percentuali che in valori assoluti, arriva dal comparto più grande ovvero l’elettronica che registra esportazioni più che doppie rispetto al quarto trimestre periodo del 2021 (+111%), oltre 470 milioni di euro in più. Tra gli altri comparti maggiori si segnala una buona crescita dell’alimentare (21,5%), mentre risultano molto più contenuti gli incrementi che riguardano gli apparecchi elettrici (11,7%) e i prodotti chimici (8,7%). Alcuni comparti minori registrano invece un calo del valore delle merci esportate, in particolare macchinari (-14,5%) e gomma-plastica (-7,4%). La crescita annua delle esportazioni rimane elevata anche se consideriamo il dato cumulato, che registra un incremento del 39,6%. L’elettronica si conferma il principale motore della crescita dell’export lodigiano, registra infatti una variazione positiva dell’80,9% (1,2 miliardi di euro in più in valori assoluti). Tra gli altri comparti che valgono almeno 100 milioni di euro di merci esportate, la farmaceutica risulta quello con la crescita migliore in termini percentuali (44,1%), seguita dai prodotti in metallo (29,4%) e dall’alimentare (20,6%). Una crescita più modesta riguarda gli apparecchi elettrici (10,8%) e la gomma-plastica (4,7%), mentre i macchinari chiudono l’anno con un bilancio decisamente negativo (-34,1%).

La crescita delle importazioni delle imprese lodigiane del quarto trimestre 2022 risulta relativamente più contenuta delle esportazioni, si attesta infatti al 39,1%. Come per l’export è l’elettronica il comparto a registrare la crescita più importante, si tratta di un aumento del 71,3% (665 milioni di euro in più rispetto al quarto trimestre 2021). Una dinamica di crescita più contenuta riguarda invece le importazioni del comparto alimentare (25,5%) e della farmaceutica (20,9%). Nonostante la forte crescita complessiva non sono pochi i comparti in calo, tra questi si segnalano la chimica (-7%), i prodotti in metallo (-23,8%) e i macchinari (-11,7%). La dinamica complessiva del 2022 indica una crescita del 37,9% che riguarda la quasi totalità dei comparti. L’apporto più rilevante alla crescita viene dall’elettronica, per cui le importazioni lodigiane sono aumentate del 65,7% rispetto al 2021. Incrementi molto rilevanti riguardano anche i flussi di merci del settore alimentare (+33,1%) e dell’abbigliamento (+47,1%), relativamente più contenuto invece l’aumento che riguarda la farmaceutica (+15,6%). Il comparto dei macchinari si conferma la principale eccezione in negativo (-41,9%), a cui si aggiunge un calo di entità minore che riguarda gli apparecchi elettrici (-3,3%).

 

 

 

Aree geoeconomiche globali

In termini geografici le esportazioni delle imprese lodigiane del trimestre si dirigono verso Paesi europei per oltre il 90% del valore dei flussi, in valori assoluti 1,4 miliardi di euro, prevalentemente indirizzati a partner UE. I Paesi europei non facenti parte dell’UE sono meta di meno di 50 milioni di euro di merci, dirette principalmente verso Regno Unito e Svizzera (circa 13 milioni per ciascun Paese). L’Asia vale poco più di 60 milioni di euro per le imprese lodigiane (il 3,9% del totale), di cui 28 milioni diretti in Asia Orientale e 24 milioni in Medio Oriente. I singoli mercati più importanti sono costituiti dalla Cina (9,2 milioni di euro) e dall’India (5,7 milioni). I flussi diretti verso l’America valgono infine poco meno di 38 milioni di euro (2,4% del totale), indirizzati in buona parte agli Stati Uniti (22,8 milioni). Nell’intero anno 2022 le esportazioni provinciali dirette a Paesi europei sfiorano il valore di 5 miliardi di euro, in termini percentuali il 91,7% del totale. Ben 4,8 miliardi di euro riguardano Paesi parte dell’Unione Europea, i restanti Paesi intercettano 179 milioni di euro dei quali 55 milioni diretti nel Regno Unito, 47 milioni in Svizzera e 35 milioni in Turchia. I flussi che interessano l’Asia valgono 240 milioni di euro, la maggior parte dei quali diretta in Asia Orientale, in particolare 55 milioni in Cina e 53 milioni nelle quattro Tigri Asiatiche. Il continente americano è meta, infine, di 131 milioni di euro di esportazioni, delle quali 77 milioni riguardano gli Stati Uniti.

Le importazioni delle imprese lodigiane nel trimestre provengono per circa il 40% da Paesi europei, in valori assoluti pari a 1,1 miliardi di euro. La quasi totalità di queste merci proviene da Paesi UE, solamente 54 milioni di euro riguardano Paesi non UE, principalmente il Regno Unito (38 milioni). Più della metà delle importazioni del trimestre proviene dall’Asia, si tratta di 1,6 miliardi di euro (58,6%); tali flussi provengono per gran parte dalla Cina (quasi 1,4 miliardi), tra i restanti Paesi si segnala solamente l’India (173 milioni). Le importazioni complessive del lodigiano nel 2022 indicano una prevalenza dei mercati asiatici (5 miliardi di euro) su quelli europei (4,6 miliardi). Per quanto riguarda l’Asia la maggior parte dei flussi è relativa a merci di provenienza cinese (4,4 miliardi), ma si riscontra anche un discreto apporto dell’India (341 milioni). Per quanto riguarda l’Europa si tratta di 4,4 miliardi provenienti da Paesi UE e quasi 200 milioni dagli altri mercati, tra cui soprattutto il Regno Unito.

La dinamica dell’export lodigiano del quarto trimestre 2022 evidenzia variazioni positive di entità importante verso tutte le maggiori destinazioni. Restano valide le valutazioni fatte osservando la dinamica dei settori, si tratta di valori in euro correnti che incorporano quindi i forti aumenti dei prezzi avvenuti a confronto con il 2021. Il continente europeo registra la crescita più significativa in termini percentuali, si tratta di un incremento del 54,9% che non risente del calo (-15,9%) dei mercati extra UE, tra i quali si segnalano flessioni per Svizzera, Regno Unito e Russia. I mercati asiatici registrano una crescita decisamente più contenuta di quella dell’Europa, si attesta infatti all’11,9%. Nei confronti del Medio Oriente si osserva una crescita importante (30,6%), mentre sono in calo i flussi che riguardano l’Asia Orientale (-15,9%), dove si segnala un dato particolarmente negativo per la Cina (-43,2%); all’opposto il mercato indiano evidenza flussi aumentati di quasi cinque volte rispetto al quarto trimestre 2021. L’export verso le Americhe cresce del 31,7%, registrando una performance migliore nei mercati della parte settentrionale del continente (+34,4%) rispetto a quella centro-meridionale (+25,9%). L’osservazione del dato complessivo dell’anno 2022 indica la stessa dinamica di crescita osservata nel singolo trimestre, mentre si riducono le differenze di crescita tra i continenti. Nei confronti dei Paesi europei le esportazioni lodigiane crescono del 41,1%, registrando al contempo un calo del 5,6% per i mercati europei non parte dell’Unione Europea. Le esportazioni dirette nel continente americano crescono del 36,2%, con una performance migliore dei Paesi della parte centro-meridionale del continente (+39,3%) rispetto a quella settentrionale (+34,8%). La crescita dei mercati asiatici si ferma invece al 20%. L’Asia Centrale e in particolare l’India registrano flussi raddoppiati rispetto al 2021, il Medio Oriente cresce del 36,6%, mentre l’Asia Orientale segna un incremento minimo del 5,6%. Crescono le esportazioni in Cina (+21,3%), mentre il mercato di Hong Kong registra una pesante flessione (-50,6%).

L’import della provincia di Lodi cresce rispetto al quarto trimestre del 2021 del 39,1%, registrando un forte incremento del valore delle merci in arrivo soprattutto dall’Asia pari al 68,5%. Si osserva in particolare un marcato aumento dei flussi provenienti dall’India, passati da circa 11 milioni nel quarto trimestre 2021 a 173 milioni nello stesso periodo del 2022. Cresce di oltre il 50% anche il principale mercato di approvvigionamento del lodigiano che è la Cina (+52,1%). I flussi provenienti da Paesi europei crescono solamente del 12%, con una buona performance dei mercati non UE (+30,2%). Negativo invece il bilancio delle merci in arrivo dal continente americano (-17,8%), in particolare per effetto di un calo registrato dagli Stati Uniti (-35,6%). La dinamica complessiva dell’intero anno non si discosta molto da quella dell’ultimo trimestre, le importazioni crescono del 37,9% e il contributo maggiore alla crescita viene dall’Asia (63,1%), in modo particolare India e Cina. Le importazioni lodigiane dall’Europa crescono del 18%, con un incremento che arriva al 46% per i Paesi europei non UE. Si osserva infine una crescita del 18,7% nei confronti del continente americano nonostante una flessione del 17,7% che riguarda gli Stati Uniti.

 

 

Dettaglio europeo

La Spagna si conferma il primo mercato europeo per le esportazioni lodigiane nel trimestre, vale 866 milioni ovvero circa il 55% dell’export provinciale complessivo. Il secondo paese è la Francia verso la quale si registrano flussi per 150 milioni di euro. Più distanti in graduatoria troviamo Germania (68 milioni) e Portogallo (63 milioni), quindi Paesi Bassi (33 milioni) e Belgio (31 milioni). Tra gennaio e dicembre 2022 le esportazioni dirette in Spagna ammontano a 2,7 miliardi di euro, quasi esattamente la metà del totale provinciale. Il resto della graduatoria ricalca quella del trimestre, la Francia è seconda a una certa distanza con 622 milioni, più distanti ancora Germania (267 milioni) e Portogallo (205 milioni). Altri tre Paesi superano la soglia dei 100 milioni di euro esportati in dodici mesi, si tratta di Belgio (135 milioni), Paesi Bassi (115 milioni) e Polonia (102 milioni), primo mercato dell’Europa dell’Est.

Le importazioni delle imprese di Lodi dall’Unione Europea provengono in primo luogo dalla Germania (318 milioni di euro) e dalla Francia (217 milioni), due mercati che da soli valgono circa la metà dell’import di provenienza UE. Sopra ai 100 milioni di euro troviamo anche Paesi Bassi (120 milioni), Spagna (116 milioni) e Belgio (102 milioni), più distante la Polonia (51 milioni). Nell’intero 2022 l’import lodigiano dalla Germania è pari a 1,3 miliardi di euro, poco meno del 14% dei flussi di merci in arrivo dall’estero. Le importazioni dalla Francia valgono 890 milioni di euro, dalla Spagna 520 milioni e dai Paesi Bassi 438 milioni.

La dinamica dell’export di Lodi verso l’Unione Europea vede una crescita del 59,5% nel trimestre in esame, spinta ovviamente dalla dinamica inflattiva, registrando variazioni positive verso quasi tutti i mercati. La Spagna oltre a essere il Paese più rilevante è anche quello cresciuto di più, il valore dei flussi è quasi esattamente raddoppiato in un anno. In termini percentuali cresce molto anche il vicino Portogallo (84,7%), mentre per tutti gli altri Paesi gli incrementi risultano inferiori alla media. Tra i Paesi più rilevanti si osserva una crescita relativamente contenuta nei confronti della Francia (21,6%) e soprattutto della Germania (5,1%). Sono solamente due i mercati in calo tra quelli illustrati nel grafico, in ordine di importanza Belgio (-9,5%) e Grecia (-24,9%). La dinamica annua conferma il ruolo trainante di Spagna (+76,3%) e Portogallo (+66%); in termini percentuali spicca anche la crescita del Lussemburgo (+191,9%), meno rilevante però in valori assoluti. Crescono meno della media Francia (19,9%) e Paesi Bassi (20,7%), chiudono l’anno in calo invece Germania (-2,8%) e Belgio (-9,4%).

L’import delle imprese lodigiane da Paesi UE nel quarto trimestre cresce relativamente poco, fermandosi all’11,2%. I mercati che registrano gli incrementi percentuali più rilevanti sono relativamente piccoli per volumi di merci scambiate, quali Malta (+73,8%), Austria (+52,5%) e Grecia (+42,3%). Germania e Spagna crescono più della media, entrambe attorno al 20%, Paesi Bassi e Belgio evidenziano variazioni solo leggermente in terreno positivo (rispettivamente 2% e 5,4%), per la Francia si registra un calo (-6,6%). Considerando il dato cumulato dell’intero 2022, la crescita annua dell’import lodigiano dall’Unione Europea risulta del 17%, spinta verso l’altro soprattutto da Germania (29,9%), Spagna (32,1%) e Polonia (30,9%). Tra i partner maggiori del lodigiano, crescono meno della media le importazioni provenienti da Paesi Bassi (11,1%), Francia (4,2%) e Belgio (2,1%). L’unico mercato in calo è la Repubblica Ceca (-29,8%), che aveva visto forti riduzioni dei flussi nei primi tre trimestri dell’anno.

 

 

MI
MB
LO
Trimestre
Quarto
Anno
2022
Indice della produzione industriale

Nel quarto trimestre 2022 l’artigianato manifatturiero lodigiano registra una crescita piuttosto robusta, vicina a quanto avviene a livello regionale, che fa seguito ad alcuni trimestri di sostanziale stabilità. La produzione in particolare registra una dinamica particolarmente sostenuta: fatturato e ordini sono in positivo, ma crescono a una velocità inferiore; rimane allo stesso tempo un marcato contrasto con le aspettative, che vedono una netta prevalenza di giudizi pessimisti. Su base annua la produzione cresce del 6,5%; nel grafico si osserva come i livelli produttivi arrivano finalmente a superare quelli di fine 2019 precedenti la pandemia, con un lento recupero tra 2021 e 2022 dei minimi toccati nel 2020. Osservando una porzione più ampia del grafico, peraltro, si può notare che le difficoltà dell’artigiano lodigiano risalgono a prima del Covid, avendo attraversato una fase di forte contrazione tra 2018 e 2019. Il numero indice della produzione (costruito con l’anno 2010 come base posto uguale a 100) arriva a quota 86,2 nel trimestre in esame, al di sopra del punto di minimo di 78,8 del secondo trimestre del 2020, ma ancora qualche punto al di sotto dei livelli raggiunti nel 2018.

 

 
Analisi congiunturale

La dinamica congiunturale dell’artigianato del lodigiano presenta un quadro complessivamente positivo per tutti gli indicatori; la crescita di produzione e ordini risulta allineata al dato lombardo; solo per la dinamica del fatturato si osserva un gap rispetto alla performance regionale.

A Lodi la produzione dell’artigianato manifatturiero cresce su base congiunturale dell’1,9% (dato destagionalizzato), in Lombardia dell’1,7%. Per quanto riguarda il fatturato, in provincia aumenta dello 0,7%, al di sotto della crescita osservata in regione, che arriva all’1,5%. Si registra un discreto aumento anche degli ordini, incrementati in tre mesi dello 0,8% a Lodi, a livello regionale la crescita è solo di poco inferiore (+0,6%).

Nel trimestre in esame inizia a rallentare la corsa dei prezzi sia delle materie prime sia dei prodotti finiti, dopo oltre un anno di incrementi sempre crescenti. Nonostante tale rallentamento, si registra ancora una crescita congiunturale elevata: attorno al 10% sia in provincia che in regione per quanto riguarda le materie prime, mentre per i prodotti finiti l’incremento rilevato è del 5,2% a Lodi e del 6% in Lombardia.

 

Analisi tendenziale

Il confronto con il quarto trimestre del 2021 evidenzia una buona dinamicità dell’artigianato manifatturiero lodigiano riprendendo un sentiero di crescita che si era interrotto nei trimestri più recenti: Lodi si avvicina quindi alla velocità di risalita che si osserva per l’artigianato lombardo nel complesso.

La crescita annua della produzione dell’artigianato manifatturiero lodigiano arriva al 6,5% superando il dato del 4,9% che si osserva a livello regionale. Per il fatturato invece, nonostante gli incrementi di prezzo, a Lodi si registra un aumento solamente del 2,9%, mentre in regione il dato supera – seppur di poco – l’incremento della produzione, assestandosi al 5,6%. Gli ordinativi registrano il dato relativamente meno positivo del trimestre sia a livello provinciale che regionale. La crescita risulta peraltro quasi identica nei due livelli territoriali (2,3% a Lodi e 2,4% in Lombardia).

 

Previsioni per il primo trimestre 2023

Le aspettative degli operatori sul prossimo trimestre non seguono il trend positivo del trimestre, ma registrano al contrario un deciso peggioramento rispetto alle opinioni espresse tre mesi fa. Per tutti e tre gli indicatori rilevati (produzione, occupazione e domanda interna) il saldo tra giudizi di aumento e riduzione è infatti negativo e solo per l’occupazione si osserva un lieve miglioramento.

Riguardo la produzione, l’11,1% degli imprenditori artigiani si aspetta una crescita, mentre sono il 38,9% a indicare un calo (in forte aumento dal 22,5% del trimestre scorso), risultando in un saldo negativo di 27,8 punti percentuali (erano 12,5 punti tre mesi fa). Per la domanda interna si osserva una quota maggiore di giudizi di stabilità rispetto alla produzione (57,9% contro 50%), ma tra i restanti la quota di opinioni pessimiste (34,2%) rimane molto superiore a quella degli ottimisti (7,9%); il saldo negativo è vicino a quello della produzione (-26,3 punti percentuali) e registra lo stesso deciso peggioramento rispetto ai giudizi espressi lo scorso trimestre. Le aspettative sull’occupazione sono le uniche che migliorano – pur rimanendo negative – con il saldo tra giudizi di crescita e riduzione, che passa da -7,7 a -5,3 punti; la gran parte degli operatori esprime comunque, come di consueto, giudizi di stabilità (84,2%).

 

 
MI
MB
LO
Trimestre
Quarto
Anno
2022
Indice della produzione industriale

La produzione dell’industria manifatturiera lodigiana subisce un calo su base congiunturale nel quarto trimestre del 2022, in contrasto alla dinamica di crescita che si osserva in Lombardia. Proseguono invece su un sentiero di crescita gli indicatori degli ordini e del fatturato; quest’ultimo risente anche degli incrementi dei prezzi, che in questo trimestre per la prima volta da oltre un anno mostrano evidenze di miglioramento. In contrasto con la frenata della produzione, le aspettative sul futuro degli imprenditori lodigiani risultano in miglioramento. Su base annua la produzione industriale mostra una variazione positiva, ma di poco superiore allo zero (+0,3%), registrando come si osserva nel grafico un significativo rallentamento rispetto ai precedenti trimestri. Il numero indice (calcolato ponendo pari a 100 l’anno 2010) si colloca in leggera discesa, a quota 135,6. Osservando l’andamento della curva del numero indice della produzione manifatturiera emergono chiaramente la forte flessione della prima metà del 2020 e la successiva ripresa, con il recupero di un percorso di crescita nel 2021 che arriva però a interrompersi nel 2022, caratterizzato invece da una sostanziale stagnazione dei livelli produttivi.

 

 
Analisi congiunturale

Gli indicatori congiunturali dell’industria manifatturiera lodigiana indicano come accennato un calo della produzione, mentre la dinamica di fatturato e ordini si mantiene di segno positivo. La produzione industriale del manifatturiero lodigiano si riduce su base congiunturale dello 0,2% (dato destagionalizzato); a livello regionale non si osserva lo stesso fenomeno, al contrario la produzione evidenzia una robusta crescita (+0,8%).

Una simile differenza tra il dato provinciale e quello regionale si nota per la dinamica del fatturato; a Lodi si registra una crescita limitata (+0,3%), in Lombardia un incremento molto più importante (+1,7%), probabilmente anche per effetto dei fenomeni inflattivi. A Lodi la quota di fatturato proveniente dalle vendite realizzate all’estero nel trimestre risulta del 33%, in crescita rispetto ai trimestri recenti, ma ancora qualche punto al di sotto del dato regionale, pari al 38,8%.

La dinamica degli ordini vede una minima crescita delle commesse provenienti dall’estero (+0,1%), che avevano subìto un discreto calo tre mesi fa, più confortante il dato degli ordini interni cresciuti dello 0,5%. A livello regionale invece è la domanda interna a essere più in difficoltà, facendo segnare un calo dello 0,2%, mentre gli ordinativi provenienti dall’estero registrano una crescita dello 0,3%.

Si osserva un rallentamento della velocità di aumento dei prezzi delle materie prime rispetto agli scorsi trimestri, sia in provincia che in regione. L’incremento congiunturale dei prezzi delle materie prime a Lodi è stato del 5% (in Lombardia 5,2%), tre mesi fa era del 7,1% (in Lombardia 9,8%). La crescita dei prezzi dei prodotti finiti rallenta in Lombardia (passando dal 6,1% di tre mesi fa al 4,3% attuale), non ancora a Lodi (l'aumento passa dal 3,4% al 4,7%).

 

Analisi tendenziale

Il quadro degli indicatori tendenziali dell’industria lodigiana vede un forte ridimensionamento della crescita della produzione, vicina quasi allo zero; un analogo rallentamento riguarda la componente estera di fatturato e ordini, compensata però in parte dalla performance del mercato nazionale. A Lodi rispetto al quarto trimestre 2021 la produzione cresce solamente dello 0,3%. Anche nel resto della regione si osserva un rallentamento della crescita, che tuttavia risulta del 2,7%.

Il fatturato dell’industria lodigiana, complice anche il contestuale incremento dei prezzi, continua a registrare una significativa crescita annua pari al 6,4%; come accennato però risultano poco dinamiche le vendite effettuate all’estero, cresciute rispetto al 2021 dello 0,6%, mentre il fatturato realizzato in Italia mostra un’ottima performance (+9,2%). In Lombardia si osserva al contrario una crescita maggiore del fatturato estero dell’industria (+11,1%) rispetto a quello interno (+8%).

Gli ordini del lodigiano registrano una discreta crescita (+3,1%) superiore anche al dato regionale (+2,7%). Si osserva però – come per il fatturato – una criticità che riguarda la componente estera, aumentata solamente dello 0,4%, contro quella interna che raggiunge invece il +4,4%. In Lombardia si osserva una crescita più importante per il portafoglio ordini estero (+3,7%) rispetto a quello nazionale (+2%).

 

Mercato del lavoro

Gli indicatori rilevati riguardo al mercato del lavoro dell’industria manifatturiera lodigiana continuano a mostrare un quadro complessivamente positivo. Il dato più critico è relativo alla cassa integrazione, che nel quarto trimestre 2022 registra un incremento della percentuale di imprese che dichiarano di averne fatto ricorso; il fenomeno rimane però relativamente contenuto sia in termini di quota sul numero di imprese (4,8%) sia sul monte ore complessivo (0,5%). Nel grafico si osserva come il picco di massimo della prima metà del 2020 (attorno al 60% di imprese che ha utilizzato la CIG) si sia gradualmente riassorbito nei trimestri successivi, in particolare nella seconda metà del 2021. Per quanto riguarda il mercato del lavoro, il saldo tra entrate e uscite di lavoratori risulta in pareggio, come già avvenuto nello scorso trimestre; il tasso di ingresso del trimestre (1,4%) mostra comunque una maggiore dinamicità rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e di due anni fa, quando lo stesso tasso era fermo all’1%.

 

 
Previsioni per il primo trimestre 2023

Come accennato in precedenza, i dati sulle aspettative degli imprenditori del manifatturiero lodigiano non seguono il rallentamento dei principali indicatori e in particolare della produzione, ma evidenziano invece un generale miglioramento del clima di fiducia. Tutte e quattro le domande sulle aspettative producono infatti un saldo positivo tra giudizi di aumento e di diminuzione, migliorato perfino rispetto a tre mesi fa.

Il 28,6% degli operatori si attende una crescita della produzione (la quota era del 20,5% lo scorso trimestre), solamente il 7,1% ritiene invece più probabile un calo (erano il 17,9% tre mesi fa). Il saldo tra ottimisti e pessimisti risulta quindi positivo di oltre 20 punti, in netto miglioramento. Più prudenti i giudizi riguardo la produzione, che vedono comunque una prevalenza delle aspettative di crescita (14,3% dei rispondenti) su quelle di calo (9,5%).

Le aspettative sulla domanda degli imprenditori lodigiani indicano un generale miglioramento che riguarda soprattutto i mercati esteri. La domanda estera è attesa in crescita dal 24,3% degli operatori (il doppio rispetto ai giudizi rilevati lo scorso trimestre), mentre solamente il 10,8% indica di aspettarsi un calo. Per la domanda interna i giudizi ottimisti si fermano al 16,7%, superiori comunque di quasi 5 punti percentuali alle opinioni pessimiste (11,9%).

 

 

 

I dati dell'indagine congiunturale, rivolta a un campione di imprese con 10 o più addetti, sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons.

MI
MB
LO
Trimestre
Terzo
Anno
2022
Settori

Nel terzo trimestre del 2022 le imprese lodigiane hanno esportato beni per un valore di poco meno di 1,4 miliardi, dei quali più della metà (il 52,3% pari a 730 milioni di euro) è costituita da prodotti del comparto dell’elettronica che si conferma il più rilevante in provincia. Tre altri comparti superano la soglia dei 100 milioni di euro di esportazioni nel trimestre, si tratta della chimica (172 milioni, il 12,4% del totale), dell’alimentare (156 milioni, l’11,2%) e degli apparecchi elettrici (102 milioni). Tra i restanti comparti, solamente la gomma-plastica vale più di 50 milioni di export nel trimestre per il lodigiano. Nei primi tre trimestri del 2022 l’export lodigiano di elettronica arriva a 1,8 miliardi di euro, pari al 48,6% dell’intero export provinciale. La chimica si conferma il secondo comparto per dimensioni, circa 517 milioni di export in nove mesi (13,4% del totale), l’alimentare si colloca terzo con 422 milioni (10,9%). Gli apparecchi elettrici valgono 305 milioni di euro, seguiti a distanza dalla gomma-plastica (168 milioni), quindi altri tre comparti superiori ai 100 milioni di euro (farmaceutica, prodotti in metallo, macchinari).

L’importazione di merci dall’estero del lodigiano nel terzo trimestre del 2022 ammonta invece a 2,4 miliardi di euro; l’elettronica costituisce quasi la metà (49%) di questi flussi per 1,2 miliardi di euro. Il valore dell’import del comparto alimentare è pari a 358 milioni di euro (14,4%), seguito dal comparto farmaceutico che vale 310 milioni di euro di merci (12,5%). L’import della chimica è pari a 179 milioni di euro, seguono i prodotti in metallo con 111 milioni e la gomma-plastica con 86 milioni. Nei primi nove mesi del 2022 il dato delle importazioni della provincia di Lodi indica sempre l’elettronica come comparto principale, per un ammontare di 3,1 miliardi di euro di merci in arrivo dall’estero (45,5% del totale). Il secondo comparto è l’alimentare, con flussi che valgono poco più di 1 miliardo di euro, seguito dalla farmaceutica (963 milioni) e ad una certa distanza dalla chimica (582 milioni).

La dinamica dei flussi con l’estero evidenzia una crescita annua particolarmente elevata, superiore al 40%. Trattandosi di dati espressi in euro correnti, la crescita dei flussi riflette però anche gli incrementi dei prezzi, particolarmente significativi nel corso del 2022; i dati sui flussi di interscambio espressi in quantità, disponibili solamente a livello regionale, indicano invece un calo della maggior parte dei settori, specie riguardo l’export. Le esportazioni del lodigiano registrano un incremento sul terzo trimestre del 2021 del 45,9%. L’apporto maggiore alla crescita viene dal comparto principale dell’elettronica, che ha visto quasi un raddoppio dei flussi rispetto allo stesso periodo del 2021 (+97,1%), in cifre quasi 360 milioni di euro in più. Anche gli altri comparti maggiori registrano comunque una crescita rilevante, pari al 20% per gli apparecchi elettrici, al 20,8% per la chimica e al 25,3% per l’alimentare. L’unico comparto di rilievo in calo risulta essere quello dei macchinari (-35,9%). Il dato della variazione dell’export lodigiano relativo ai primi nove mesi dell’anno registra un incremento dei flussi rispetto al 2021 pari al 35,2%. L’elettronica si conferma il comparto in maggiore espansione registrando una crescita che arriva al 69,3% su base annua. Attorno al 20% l’incremento delle esportazioni annue del lodigiano di prodotti chimici (+20,3%) ed alimentari (+20,4%). Più modesta la crescita degli apparecchi elettrici (+10,5%) e della gomma-plastica (+9%), nettamente superiore alla media invece la farmaceutica (+58%). Come nell’ultimo trimestre, si osserva poi una flessione che riguarda i flussi di merci del comparto dei macchinari (-40%).

Per quanto riguarda l’import la crescita annua degli approvvigionamenti dall’estero dalle imprese lodigiane risulta del 48,9%, di poco superiore all’incremento dell’export. L’elettronica è il comparto per cui si osserva la crescita più importante: come per l’export si tratta di valori all’incirca doppi rispetto al terzo trimestre del 2021 (+105,8%, in cifre 625 milioni di euro in più). Tra i comparti più rilevanti per volumi di scambio si segnalano forti incrementi dei flussi dei prodotti in metallo (+40%), dell’alimentare (+31,7%) e della chimica (+23,4%). In controtendenza la farmaceutica, che registra un aumento dell’import solamente dell’1,1%. Se consideriamo la dinamica dei primi nove mesi del 2022 a confronto con lo stesso periodo del 2021, la crescita risulta del 37,3%. L’elettronica è sempre il comparto che guida la crescita: l’import lodigiano cresce infatti del 63% in un anno. Per quasi tutti i maggiori comparti, i flussi di merci in arrivo dall’estero sono cresciuti più del 10%: in particolare si osserva una crescita del 42,5% per i prodotti in metallo, del 36,1% per l’alimentare e del 33,2% per la gomma-plastica. In calo troviamo solamente due comparti manifatturieri relativamente poco importanti per valore economico, ovvero i macchinari (-50,5%) e gli apparecchi elettrici (-4,2%).

 

 

 

Aree geoeconomiche globali

L’export lodigiano del trimestre si dirige in gran parte verso Paesi europei: in valori assoluti si tratta di poco meno di 1,3 miliardi di euro di merci, il 92,6% del totale provinciale, quasi interamente destinati a Paesi dell’Unione Europea. Ai Paesi europei non facenti parte dell’UE sono destinati 44 milioni di euro, con i mercati principali costituiti da Regno Unito (14,5 milioni) e Svizzera (11,3 milioni). L’export verso l’Asia ammonta a 53 milioni di euro (il 3,8% del totale), di cui quasi 30 milioni indirizzati a Paesi dell’Asia orientale, 11 milioni e mezzo diretti in Cina e altrettanti alle “Quattro Tigri”. Una quota discreta (18 milioni) riguarda i Paesi del Medio Oriente mentre solamente 4,8 milioni l’Asia centrale. I flussi diretti verso l’America valgono infine 34 milioni di euro (2,5% del totale), dei quali 18,5 milioni sono indirizzati agli Stati Uniti. La distribuzione geografica dell’export tra gennaio e settembre 2022 vede la quota del continente europeo pari al 91,5% dei flussi totali (in valori assoluti 3,5 miliardi di euro). La quasi totalità di queste merci è indirizzata a Paesi parte dell’Unione Europea, mentre i mercati extra-comunitari intercettano 132 milioni di euro dei quali 42 milioni riguardano il Regno Unito, 34 milioni la Svizzera e 25 milioni la Turchia. L’export diretto in Asia vale quasi 180 milioni di euro, più della metà dei quali riguarda l’Asia orientale, in particolare la Cina con 46 milioni. Infine le esportazioni delle imprese lodigiane nel continente americano nei primi nove mesi dell’anno arrivano a poco meno di 94 milioni di euro, dei quali 54 milioni destinati agli Stati Uniti.

Le merci importate dall’estero dalle imprese lodigiane nel trimestre provengono per meno della metà (46,6%) da Paesi europei, si tratta di 1,1 miliardi di euro in valori assoluti. Solamente 59 milioni di euro di questi riguardano Paesi non UE, in particolare il Regno Unito (27 milioni). Le importazioni dall’Asia valgono più di quelle dall’Europa in questo trimestre, si tratta di 1,3 miliardi di euro, il 52,4% del totale; quasi tutti i flussi provengono dalla sola Cina, il principale mercato di approvvigionamento per le imprese lodigiane, ben 1,1 miliardi di euro in tre mesi. Tra gennaio e settembre 2022 le importazioni del lodigiano dai Paesi europei superano quelle dall’Asia per circa 100 milioni di euro (circa 3,5 miliardi di euro dall’Europa contro 3,4 dall’Asia). Quasi esattamente 3 miliardi di euro di merci provengono dalla Cina. America, Africa e Oceania insieme rilevano invece per poco più di 60 milioni di euro, meno dell’1% dell’import provinciale complessivo.

La dinamica dell’export lodigiano del terzo trimestre 2022 registra importanti variazioni positive verso la maggioranza delle principali destinazioni. Restano valide le osservazioni fatte osservando la dinamica dei settori: si tratta di valori in euro correnti che incorporano quindi i forti aumenti dei prezzi avvenuti a confronto con il 2021. I flussi verso l’Europa sono aumentati del 47,9%, grazie in particolare alla dinamica dei Paesi UE (+51,3%); in calo invece gli altri mercati (-9,5%) tra cui la Svizzera (-2,1%) e soprattutto la Russia (-80,4%), verso la quale sono in vigore le sanzioni seguite all’invasione militare dell’Ucraina. La crescita verso i mercati asiatici è più contenuta di quella dell’Europa, limitandosi al 13,3%; si osservano forti incrementi verso Medio Oriente (+45%) e Asia centrale (+45,9%), compensati però dal calo dei Paesi dell’Asia orientale (-3,2%). Cresce l’export lodigiano verso la Cina (+18,2%), in negativo si collocano invece Corea del Sud (-47,1%) e Hong Kong (-49,2%). L’export verso le Americhe cresce più della media provinciale (+64,5%) evidenziando peraltro una buona performance sia della parte settentrionale del continente (+60,5%) che di quella centro-meridionale (+72,5%). La dinamica dei primi nove mesi dell’anno registra una performance meno brillante di quella del trimestre per i mercati europei, migliore invece per quelli asiatici. Le esportazioni dirette verso i Paesi europei crescono del 36,1%, con un piccolo calo che riguarda i mercati del continente non parte della UE (-1,2%) tra cui Turchia (-13,1%) e Russia (-51,3%). Le esportazioni dirette nel continente americano crescono del 38,2%, in particolare si registra un +34,9% verso l’America settentrionale e un +45,1% verso l’America centro-meridionale. La direttrice asiatica cresce del 23% rispetto al 2021, con una buona crescita verso tutte e tre le macro-aree del continente. L’Asia orientale registra la crescita inferiore in termini percentuali (+13,1%), con una dinamica diametralmente opposta tra la Cina in positivo (+56,5%) e l’ex territorio britannico di Hong Kong in negativo (-53,1%).

Le importazioni delle imprese lodigiane crescono rispetto al terzo trimestre del 2021 del 48,9% con incrementi da tutti i maggiori mercati di approvvigionamento, ma in particolare si osserva un valore dei flussi quasi raddoppiato (+97,5%) dal continente asiatico. Tale incremento si spiega prevalentemente con l’aumento dei flussi dalla Cina (+94,8%) che significano 570 milioni di euro in più sul 2021, ma si osservano forti incrementi anche da altri mercati, tra cui l’India è il principale (+328,1%). L’import dalle Americhe cresce del 36%, per effetto di incrementi che riguardano i Paesi dell’America centro-meridionale (+82,1%). L’import dall’Europa infine cresce solamente del 16,2% (+14,3% l’Unione Europea). Anche riguardo alla dinamica cumulata dei primi nove mesi dell’anno la crescita più robusta si osserva per l’Asia (+60,7%), dovuta principalmente all’incremento dei flussi dalla Cina (+58,2%). I flussi di import dall’Europa crescono invece del 20,1%, con incrementi che riguardano sia i mercati UE (+19%) che gli altri Paesi (+53%). Aumentano del 34,9% le importazioni del lodigiano dal continente americano, nonostante un calo che riguarda gli Stati Uniti (-10,4%).

 

 

Dettaglio europeo

Il primo mercato di sbocco per le esportazioni lodigiane nel trimestre in Unione Europea è la Spagna con 713 milioni di euro, più della metà dell’export UE. Segue a distanza la Francia verso la quale le imprese lodigiane hanno esportato per 164 milioni. Più distanti in graduatoria troviamo Germania (64 milioni) e Portogallo (51 milioni), quindi Belgio (35 milioni) e Paesi Bassi (28 milioni). Il dato cumulato dei primi nove mesi del 2022 colloca ancora in prima posizione la Spagna con un ammontare di 1,8 miliardi di euro, seguita dalla Francia con 471 milioni. La Germania vale poco meno di 200 milioni di euro di esportazioni, anche Portogallo e Belgio superano i 100 milioni di euro (142 e 104 milioni rispettivamente).

Il primo Paese dell’Unione Europea da cui importano le imprese di Lodi è la Germania (339 milioni di euro), il secondo la Francia (208 milioni). Spagna (129 milioni) e Paesi Bassi (107 milioni) si collocano al di sopra dei 100 milioni di euro, il Belgio poco al di sotto (96 milioni), mentre nessun altro mercato supera i 50 milioni. Tra gennaio e settembre 2022 superano di poco il miliardo di euro le merci in arrivo dalla Germania, dalla Francia ammontano invece a 673 milioni. La Spagna si trova in terza posizione con 403 milioni; seguono a distanza i Paesi Bassi (318 milioni), il Belgio (273 milioni) e la Polonia (121 milioni).

L’export di Lodi verso l’Unione Europea cresce rispetto al terzo trimestre 2021 del 51,3% e quasi tutti i mercati registrano variazioni positive. In termini di crescita percentuale si distingue il Lussemburgo (+359,5%) su volumi di scambio però relativamente contenuti. Più rilevanti per la quantità di merci coinvolte i dati di crescita dei Paesi iberici: la Spagna cresce del 91,5% e il Portogallo dell’81,2%. Risulta inferiore alla media la crescita di Francia (+24,5%), Paesi Bassi (+11,1%) e Repubblica Ceca (+27,5%). Tra i pochi Paesi in calo i due più rilevanti sono Germania (-2,1%) e Belgio (-4,3%) a cui si aggiunge la Grecia (-47%). Riguardo la dinamica complessiva dei primi nove mesi dell’anno si confermano dinamici i mercati di Spagna (+66,9%) e Portogallo (+58,8%), driver principali della crescita in Europa. Rimane positiva ma di un ordine di grandezza inferiore la dinamica di Francia (+19,3%), Paesi Bassi (+15%) e Polonia (+13,3%). Come nell’ultimo trimestre, la variazione cumulata di Germania e Belgio risulta negativa (rispettivamente -5,2% e -9,4%).

Le importazioni delle imprese lodigiane da Paesi UE nel trimestre crescono meno della media, solamente del 14,3%; tutti i maggiori mercati di approvvigionamento in Europa risultano in crescita salvo la Repubblica Ceca (-22,7%). Gli incrementi più rilevanti riguardano Spagna (+32,8%) e Polonia (+32,3%); scorrendo la graduatoria osserviamo un trend di forte crescita anche per Grecia (+42,4%) e Ungheria (+50,8%). Molto più modesto invece l’incremento dell’import da Francia (3,8%) e Belgio (5,3%). Il dato cumulato dei primi nove mesi dell’anno indica, tra i principali partner del lodigiano, importazioni in forte crescita da Germania (+33,2%), Spagna (+36%) e Polonia (+29,8%). Più contenuta la progressione di Paesi Bassi (+15%) e Francia (+8,3%), quasi nulla la crescita del Belgio (+0,9%). La Repubblica Ceca è l’unico Paese presente nel grafico per cui le importazioni sono calate (-40,3%).

 

 

MI
MB
LO
Trimestre
Terzo
Anno
2022
Indice della produzione industriale

Continua anche nel terzo trimestre del 2022 un periodo di stasi per l’artigianato manifatturiero lodigiano, mentre in regione si osserva ancora una dinamica piuttosto positiva, seppure in rallentamento. Si osserva una minima crescita della produzione e una contrazione di fatturato e ordini su base congiunturale, contestualmente a un forte peggioramento delle aspettative. La variazione annua della produzione segna una minima crescita dello 0,5%, rimanendo ancora al di sotto dei livelli precedenti la pandemia; nel grafico si osserva una sostanziale stagnazione dei livelli produttivi da fine 2021 a oggi. Osservando una porzione più ampia del grafico, peraltro, si può notare che la difficoltà dell’artigiano lodigiano risale anche a prima del Covid, avendo subìto un forte calo della produzione per tutto il 2019. Il numero indice della produzione (costruito con l’anno 2010 come base posto uguale a 100) risulta pari a 83,4, al di sopra del punto di minimo di 78,8 del secondo trimestre del 2020, ma allo stesso tempo una decina di punti al di sotto dei livelli toccati nel 2018.

 

 
Analisi congiunturale

La dinamica congiunturale dell’artigianato del lodigiano vede un piccolo incremento della produzione accompagnato da un calo di fatturato e ordinativi; in Lombardia tutti e tre gli indicatori sono invece positivi, sebbene la crescita rallenti rispetto ai trimestri passati.

La produzione nel lodigiano cresce su base congiunturale dello 0,2% (dato destagionalizzato), in Lombardia il dato sale allo 0,6%. La dinamica del fatturato vede un calo per Lodi dello 0,6%, nonostante il contemporaneo incremento dei prezzi, che contribuisce alla crescita del dato regionale (+1,7%). Anche dall’indicatore degli ordini arrivano segnali non buoni: si osserva infatti per gli artigiani lodigiani un calo congiunturale degli ordini, sebbene contenuto (-0,1%). In Lombardia invece si osserva ancora un incremento degli ordinativi (+0,4%).

Continua anche nel terzo trimestre 2022 a manifestarsi un’elevata crescita dei prezzi sia delle materie prime che dei prodotti finiti, sia per gli artigiani di Lodi che del resto della Lombardia. L’incremento congiunturale dei prezzi delle materie prime nel trimestre in esame arriva al 17,6% a Lodi e al 15,2% in Lombardia; accelera la crescita dei prezzi dei prodotti finiti a Lodi fino al 9,9%, superando il dato regionale dell’8,1%.

 

Analisi tendenziale

Il confronto con il terzo trimestre del 2021 conferma le criticità dell’artigianato manifatturiero lodigiano, in antitesi con una crescita piuttosto robusta che invece caratterizza l’artigianato lombardo nel complesso. Tutti e tre gli indicatori evidenziano infatti una dinamica piuttosto tiepida e un forte divario rispetto al dato regionale.

La crescita annua della produzione dell’artigianato manifatturiero lodigiano si ferma allo 0,5%, in contrasto con la crescita del 4,9% che si osserva a livello regionale. Fenomeni analoghi si osservano per gli altri due indicatori rilevati. Per il fatturato si registra una crescita dello 0,7% a Lodi contro un 7,4% in Lombardia, dove è più evidente l’impatto della crescita dei prezzi. La dinamica degli ordini è quella migliore per l’artigianato della provincia, con un incremento annuo dell’1,1%; rimane comunque un’importante differenza con la crescita regionale, che risulta del 3,3%.

 

Previsioni per il quarto trimestre 2022

Le aspettative espresse dagli operatori sul prossimo trimestre evidenziano un netto peggioramento del clima di fiducia rispetto ai giudizi orientati alla cautela della prima metà del 2022. Il saldo tra giudizi positivi e negativi riporta infatti il segno “meno” per tutti e tre gli indicatori rilevati (produzione, occupazione e domanda interna), che risultano peraltro in peggioramento rispetto allo scorso trimestre.

Solamente il 10% degli imprenditori artigiani si aspetta una crescita della produzione (più che dimezzati dal 24,4% di tre mesi fa), rispetto al 22,5% che indica invece un calo, per un saldo negativo di 12,5 punti percentuali (lo scorso trimestre era ancora leggermente positivo). I giudizi sulla domanda interna vedono un identico 10% di opinioni positive, mentre sale al 27,5% la quota di chi si attende una riduzione; il saldo è quindi ampiamente negativo (-17,5 punti percentuali) e – come si osserva anche dal grafico – si registra un sensibile peggioramento sul trimestre passato, quando già si osservava una prevalenza di opinioni pessimiste. Anche i giudizi sull’occupazione evidenziano il medesimo trend di peggioramento nei trimestri recenti; il saldo è negativo di 7,7 punti percentuali, con solamente il 2,6% di operatori che si aspetta un aumento.