Lodi

Abbreviazione
LO
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Trimestre
Quarto
Anno
2023
Settori

Nel quarto trimestre del 2023 l’export della provincia di Lodi vale 1,6 miliardi di euro, di cui oltre la metà (52,2%) è costituita da prodotti del comparto dell’elettronica che si conferma il più rilevante in provincia (in valori assoluti oltre 850 milioni di euro). Seguono per dimensione i comparti della chimica (182 milioni, l’11,1% del totale), e dell’alimentare (141 milioni pari all’8,6%); superano i 100 milioni di euro anche gli apparecchi elettrici (111 milioni) e i macchinari (106 milioni). Sono oltre i 50 milioni di euro anche i prodotti in metallo, poco al di sotto gomma-plastica e farmaceutica. Nell’intero anno 2023 il comparto dell’elettronica del lodigiano arriva a quasi 2,9 miliardi di euro, poco meno del 50% dell’export provinciale complessivo. Il secondo comparto per valore dell’export è la chimica (753 milioni di euro per le imprese lodigiane, il 12,9% del totale), terzo l’alimentare a quota 604 milioni (10,4%). Gli apparecchi elettrici valgono 436 milioni di euro, quindi macchinari e gomma-plastica, gli unici altri due comparti che superano i 200 milioni di euro di export.

L’import del lodigiano nel quarto trimestre del 2023 è pari a 2,5 miliardi di euro, di cui 1,3 miliardi (il 51,2% del totale) riguardano prodotti di elettronica. Il secondo comparto per importanza è l’alimentare poco al di sopra dei 400 milioni di euro di merci importate (16,3%), segue la farmaceutica che vale 273 milioni (10,9%), più a distanza la chimica (181 milioni). Il dato complessivo degli approvvigionamenti di merci dall’estero del lodigiano nel 2023 è di 9,7 miliardi di euro di merci movimentate, delle quali il settore dell’elettronica pesa per il 46,4% (4,5 miliardi di euro). Come nell’ultimo trimestre, gli altri due comparti di una certa rilevanza sono l’alimentare (1,6 miliardi) e la farmaceutica (1,2 miliardi), più distante la chimica poco sotto i 690 milioni, nessun altro segmento supera la soglia dei 400 milioni.

L’export lodigiano registra un incremento del 4,2% rispetto al quarto trimestre del 2022. L’elettronica registra un discreto calo (-5,6% ovvero circa 50 milioni in euro) compensato quindi da una crescita della maggior parte dei restanti comparti. Crescono del 6% l’alimentare e del 4,9% la chimica, mentre in termini percentuali spicca la performance dei macchinari (+95,9%). La dinamica complessiva del 2023 registra una crescita piuttosto robusta pari al 7,2%, grazie a quattro trimestri di segno positivo. L’elettronica marca una crescita inferiore alla media (+3,9%), più robusto l’incremento che riguarda chimica (+9%) e alimentare (+8,5%). In termini percentuali la crescita più rilevante è del comparto dei macchinari (+54,9%); all’opposto, due soli settori risultano in calo, si tratta della gomma-plastica (-7,3%) e della farmaceutica (-2,9%).

La dinamica delle importazioni nel trimestre registra un importante calo di diversi comparti che risulta in una flessione complessiva del 14% rispetto allo stesso periodo del 2022. L’elettronica in particolare subisce una flessione del 22,9%, circa 380 milioni di euro in meno rispetto al quarto trimestre 2022. Si riduce l’import della farmaceutica (-10,3%), crescono alimentare (+6,4%) e soprattutto chimica (+19,7%), mentre tra i segmenti minori si osserva una prevalenza di variazioni di segno negativo. Il dato complessivo dell’anno conferma la dinamica negativa dell’elettronica (-11,6%), che determina buona parte della riduzione complessiva dei flussi (-4%). Per la farmaceutica si osserva una riduzione di entità più contenuta (-3,8%), al contrario registra una crescita robusta l’alimentare (+17,6%). Tra i comparti che movimentano oltre 100 milioni di euro di merci si osserva una forte crescita dei macchinari (+45,8%) e un calo dell’abbigliamento (-29,7%).

 

 

 

 
Aree geoeconomiche globali

In termini geografici le esportazioni lodigiane sono destinate per la gran parte a Paesi europei, nel trimestre si tratta di 1,4 miliardi di euro pari all’87,5% del totale, indirizzati principalmente a Paesi parte dell’Unione Europea. Circa 68 milioni di euro di merci sono dirette verso Paesi europei non UE, dei quali il principale è il Regno Unito (17,9 milioni). Fuori dall’Europa, il continente asiatico intercetta nel trimestre poco meno di 100 milioni di euro dell’export lodigiano (5,9% del totale), di cui 34 milioni riguardano il Medio Oriente e 48 milioni l’Asia Orientale, con la Cina che rappresenta il singolo mercato di maggiori dimensioni (16,8 milioni). Nei confronti del continente americano l’export lodigiano vale 73 milioni di euro (4,5% del totale), di cui più della metà (42,8 milioni) riguarda gli Stati Uniti. La distribuzione geografica dell’export provinciale dell’intero anno 2023 vede una quota dei flussi indirizzati verso il continente europeo pari al 90,3% del totale, in cifre 5,2 miliardi di euro di merci. Circa 5 miliardi di euro sono i flussi che interessano i Paesi UE contro 214 milioni per gli altri mercati europei, tra i quali Svizzera (58,5 milioni), Regno Unito (52,3 milioni) e Turchia (45,7 milioni). L’export in Asia vale poco meno di 300 milioni di euro (5,1%), in particolare poco più di 100 milioni diretti in Medio Oriente e 150 milioni in Asia Orientale, circa un terzo dei quali riguarda la Cina (55,7 milioni di euro). Il continente americano infine intercetta 166 milioni di euro di esportazioni dal lodigiano (il 2,8% del totale), dei quali 105 milioni riguardano la parte settentrionale del continente e 61 milioni la parte centro-meridionale.

L’import lodigiano nel trimestre proviene per il 53,2% (1,3 miliardi di euro) da Paesi asiatici, in particolare quasi 1,1 miliardi dalla sola Cina, a cui si aggiungono 108 milioni dall’India. Dall’Europa provengono nel trimestre il 46,2% delle importazioni provinciali, pari a 1,1 miliardi di euro. La quasi totalità dei flussi riguarda mercati dell’Unione Europea, solamente 53 milioni si riferiscono a Paesi extra-UE. Tra gennaio e dicembre del 2023 le importazioni da partner europei ammontano a 4,8 miliardi di euro, poco più del 50% del totale provinciale, di cui 4,6 miliardi relativi a Paesi UE. Le merci provenienti dall’Asia valgono invece 4,7 miliardi, di cui 3,9 riguardano la Cina, mentre tra gli altri Paesi si segnalano i 467 milioni di import dall’India. Sono poco rilevanti invece gli altri continenti: America (60,7 milioni), Africa (13,6 milioni) e Oceania (3,7 milioni) non raggiungono insieme l’1% dell’import provinciale.

L’export lodigiano nel quarto trimestre 2023 registra un calo dell’1,2% rispetto allo stesso periodo del 2022 dei mercati europei, più che compensati però da una buona crescita che riguarda Asia (+60,1%) e America (+92,6%). Si riducono del 2,7% i flussi relativi ai mercati UE, mentre sono in crescita gli altri Paesi, in particolare Regno Unito (+32,2%) e Turchia (+35,1%). In Asia la crescita riguarda tutte le macroaree del continente, in particolare registrano un aumento superiore al 70% sia l’Asia Centrale che l’Estremo Oriente. Nei confronti delle Americhe si osserva un incremento dell’87,5% per gli Stati Uniti e un raddoppiamento per i Paesi dell’America Centro-Meridionale. La dinamica dell’export lodigiano dell’intero 2023 registra variazioni positive dei flussi diretti in tutti i continenti. Nei confronti dei mercati europei si osserva una crescita del 5,5%, che diventa del 19,5% per quanto riguarda i Paesi non UE, tra i quali crescono Svizzera (+23,8%) e Turchia (+28,3%), mentre cala il Regno Unito (-6,1%). L’export verso l’America, grazie al dato positivo dell’ultimo trimestre, cresce del 25,7% con una buona performance sia dell’America Settentrionale (+18%) che Centro-Meridionale (+41,5%). In Asia si osserva un raddoppio dei flussi diretti in India, poco rilevanti però per valori assoluti e una crescita comunque piuttosto robusta di Medio Oriente (+28,1%) e Asia Orientale (+10,5%); la Cina denuncia un mercato statico (-0,1%), mentre contribuiscono alla crescita Giappone (+36,9%), Corea del Sud (+40,8%) e Singapore (+20%).

L’import di merci del lodigiano segna nel trimestre un calo del 14%, frutto di un’importante riduzione delle merci importate dall’Asia (-23,7%), contro una variazione minima che riguarda l’Europa (+0,4%). In Asia il calo riguarda in primo luogo la Cina (-25,4%), ma anche l’India (-39,2%) e vari mercati minori. In Europa si osserva una minima progressione dei flussi relativi ai Paesi facenti parte dell’Unione Europea (+0,5%), a cui si contrappone un calo degli altri mercati (-2,4%). Considerando la dinamica cumulata dell’intero anno migliora il dato riguardante sia l’Europa – in crescita del 4,9% – sia l’Asia, per la quale però rimane un segno negativo (-11,8%). In Europa si osserva un incremento del 4,5% nei confronti dei mercati UE mentre si sale fino al 14,1% fuori dall’Unione, dove crescono soprattutto le importazioni dal Regno Unito (+38,8%). In Asia si registra un forte calo delle importazioni di provenienza cinese (-17%) e degli altri mercati dell’Asia Orientale, mentre cresce di circa un terzo (+33,2%) l’import dall’India. Dall’America, infine, si registra una crescita dell’import del 19,1%, che raggiunge il 39,6% per gli Stati Uniti.

 

 

 

 
Dettaglio europeo

La Spagna è anche in questo trimestre il più importante mercato per le esportazioni lodigiane in Unione Europea, in cifre si tratta di 832 milioni di euro di merci movimentate, più del 60% dei flussi che interessano l’UE. La Francia è il secondo mercato per un valore di 140 milioni, circa il doppio della Germania che è terza (70 milioni), seguono Portogallo (51 milioni), Paesi Bassi (34 milioni) e Belgio (31 milioni). Nell’anno 2023 l’export diretto in Spagna vale circa 2,8 miliardi di euro, più lontana la Francia per la quale si registrano flussi dal valore di 624 milioni. Più distanti Germania (276 milioni) e Portogallo (213 milioni) e altri tre Paesi che superano la soglia dei 100 milioni (Paesi Bassi, Belgio e Polonia).

Il primo mercato di importazione da parte delle imprese lodigiane in Unione Europea è la Germania (288 milioni di euro), seguita a poca distanza dalla Francia (242 milioni). Superano la soglia dei 100 milioni anche i flussi di merci provenienti da Spagna (172 milioni) e Paesi Bassi (120 milioni). Il dato complessivo del 2023 conferma la Germania come primo mercato di approvvigionamento del lodigiano, per un valore complessivo di merci importate pari a poco meno di 1,3 miliardi di euro, seguita da Francia (907 milioni) e Spagna (698 milioni). Come nell’ultimo trimestre, la graduatoria prosegue con Paesi Bassi (quasi 500 milioni) e Belgio (402 milioni), più distante il resto dei Paesi.

L’export verso l’Unione Europea si riduce del 2,7% a confronto con il quarto trimestre del 2022. Contribuisce alla variazione negativa in primo luogo la Spagna, per cui si osserva un calo del 3,9%, a cui si aggiungono Francia (-6,1%) e Portogallo (-18,7%). La Germania è il mercato maggiore tra quelli che registrano una crescita (+2,8%); in termini percentuali spiccano le performance positive di Romania (+84,2%) e Polonia (+33,9%). Il bilancio dell’intero anno è di una buona dinamica complessiva (+5%). frutto di una crescita che riguarda tutti i maggiori partner europei del lodigiano. Il primo mercato, ovvero la Spagna, cresce del 3,2%, dato in linea con le performance di Germania (+3,8%) e Portogallo (+3,6%). Francia e Belgio crescono al di sotto dell’1%, mentre la performance migliore tra i mercati più importanti è quella dei Paesi Bassi (+36,4%).

L’import lodigiano da Paesi UE cresce solamente dello 0,5% rispetto allo stesso trimestre del 2022. Registrano un calo dell’8,4% i flussi provenienti dalla Germania, mentre aumentano quelli da Francia (+12,5%) e soprattutto Spagna (+48%). Scorrendo la graduatoria si osserva una piccola crescita dei Paesi Bassi (+1,4%) e un sensibile calo del Belgio (-9,5%). L’import complessivo dell’anno cresce del 4,5% rispetto al 2022 nonostante il dato negativo della Germania (-4,1%). Si registrano infatti delle variazioni positive per gli altri mercati a partire dalla Francia (+2,9%); in termini percentuali i mercati più in crescita sono Spagna (+35,4%), Repubblica Ceca (+15,7%) e Paesi Bassi (+15%).

 

 

 

 
MI
MB
LO
Trimestre
Quarto
Anno
2023
Indice del fatturato del commercio

Il commercio al dettaglio della provincia di Lodi registra una stagnazione del fatturato nel quarto trimestre 2023 sia in relazione alla dinamica trimestrale sia nei confronti del quarto trimestre dello scorso anno.

Il quadro di dettaglio evidenzia che l’indice del fatturato, al netto degli effetti stagionali, oltre a essere ancora distante dal livello di parità 100 espresso dall’anno base di riferimento (ossia il 2010), mostra una debole progressione collocandosi quindi a quota 94,2 (94,1 nel terzo trimestre 2023).

Il contesto di stagnazione si palesa anche con riferimento all’analisi della dinamica tendenziale: nei confronti del quarto trimestre dello scorso anno si osserva infatti una variazione nulla del volume d’affari.

 

 
Previsioni per il primo trimestre 2024

Le imprese del commercio della provincia di Lodi stimano un netto peggioramento degli andamenti attesi per il primo trimestre 2024.

Il quadro di sintesi delle previsioni, espresso dal saldo delle risposte (differenza tra ipotesi di aumento e di diminuzione), indica il passaggio in un quadrante negativo per le differenti dimensioni d’indagine: fatturato (-28,6%), ordini ai fornitori (-20,4%) e occupazione (-4,1%).

In relazione al fatturato, il 40,8% delle imprese rispondenti prevede una contrazione nel prossimo trimestre e per il 47% circa la variazione attesa è nulla, mentre le stime di aumento sono limitate al 12,2% degli operatori del commercio.

Nei confronti degli ordini ai fornitori, il quadro previsivo registra per oltre il 55% delle imprese lodigiane del commercio una variazione nulla nei prossimi tre mesi, per un terzo invece le attese future si indirizzano verso una contrazione degli ordini ai fornitori, mentre l’ipotesi di aumento è condivisa solo dal 12,2% delle imprese.

Relativamente all’occupazione, la stima prevalente – che coinvolge oltre il 90% delle imprese – è orientata verso la stabilità, tuttavia il saldo mostra un peggioramento, essendo prevalenti le imprese con stime di contrazione (6,1%) rispetto a quelle con previsioni di aumento (2%).

 

 

 

I dati dell'indagine congiunturale, rivolta a un campione di imprese con 10 o più addetti, sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons.

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Trimestre
Quarto
Anno
2023
Indice del fatturato dei servizi

Nel quarto trimestre 2023 è continuato il percorso di crescita del fatturato per i servizi della provincia di Lodi, consolidando il processo di recupero avviato successivamente alla fase di perdite subite nel 2020.

L’indice del fatturato, al netto della componente stagionale, si è quindi riportato oltre la soglia di parità 100 rispetto all’anno 2010 preso come base di riferimento, collocandosi quindi a quota 101,9 (+1% destagionalizzato),

Il percorso di consolidamento della crescita del fatturato si è riflesso anche sulla dinamica tendenziale: nei confronti del quarto trimestre dello scorso anno si è infatti osservata una crescita significativa (+3,7%) che chiude un anno complessivamente positivo per il terziario del Lodigiano.

 

 
Previsioni per il primo trimestre 2024

Le aspettative delle imprese dei servizi della provincia di Lodi per il primo trimestre 2024 registrano una netta differenziazione degli andamenti attesi per il fatturato e l’occupazione.

Relativamente al fatturato, il quadro previsivo – espresso dai saldi complessivi delle risposte (differenza tra ipotesi di aumento e di diminuzione) – indica un peggioramento sensibile del saldo rispetto alla precedente rilevazione (3,2% contro 11,1% del terzo trimestre), determinato da una riduzione significativa della quota di imprese con stime di crescita per il primo trimestre 2024 (14,3% contro 25% del terzo trimestre).

Nei confronti dell’occupazione, il quarto trimestre 2023 mostra un miglioramento del saldo complessivo delle risposte (11,3% contro 9,7%) in un contesto di stabilizzazione che coinvolge circa i tre quarti delle imprese dei servizi.

 

 

 

I dati dell'indagine congiunturale, rivolta a un campione di imprese con 10 o più addetti, sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons.

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Trimestre
Quarto
Anno
2023
Indice della produzione industriale

Nel quarto trimestre del 2023 l’artigianato manifatturiero lodigiano presenta uno scenario di crescita dei livelli produttivi, sebbene si osservi un rallentamento rispetto agli scorsi periodi. Il fatturato registra una crescita su base annua, ma risulta in calo rispetto allo scorso trimestre; le aspettative degli imprenditori continuano a rilevare una prevalenza di giudizi negativi sul futuro per quanto riguarda produzione e domanda interna. La crescita annua della produzione è del 2,7%, in rallentamento rispetto ai trimestri recenti; nel grafico si osserva come i livelli produttivi abbiano superato quelli precedenti la pandemia, con una crescita particolarmente rilevante dalla fine del 2022. Osservando una porzione più ampia del grafico, peraltro, si può notare che le difficoltà dell’artigiano lodigiano risalgono a prima del Covid, avendo attraversato una fase di forte contrazione tra 2018 e 2019. Il numero indice della produzione (costruito con l’anno 2010 come base posto uguale a 100) nel trimestre in esame raggiunge quota 89,5, al di sopra del punto di minimo di 78,9 del secondo trimestre del 2020, ma ancora circa 3 punti percentuali al di sotto dei livelli raggiunti nel 2018.

 

 
Analisi congiunturale

La dinamica congiunturale dell’artigianato del lodigiano evidenzia un peggioramento per quanto riguarda produzione e fatturato, mentre un segnale positivo arriva dagli ordini; a livello regionale si osserva all’opposto una discreta crescita di produzione e fatturato, contro una dinamica relativamente contenuta degli ordini.

La crescita congiunturale della produzione dell’artigianato manifatturiero a Lodi è dello 0,4% (dato destagionalizzato), mentre in Lombardia si raggiunge lo 0,7%. Il fatturato del lodigiano subisce un discreto calo congiunturale (-0,6%), per contro a livello regionale si osserva una buona tenuta, con una variazione positiva analoga a quella della produzione (0,7%). La dinamica degli ordini evidenzia una buona crescita per il lodigiano (+1,3%), mentre si registra un incremento piuttosto contenuto a livello lombardo (+0,2%).

 

 
Analisi tendenziale

In termini tendenziali, ovvero a confronto con il quarto trimestre del 2022, l’artigianato manifatturiero lodigiano continua a evidenziare una crescita piuttosto robusta, collocandosi ampiamente al di sopra della media regionale.

La produzione a Lodi cresce su base annua del 2,7%, mentre a livello regionale si osserva una dinamica più contenuta ferma all’1,6%. La crescita del fatturato risulta piuttosto allineata a quella della produzione, a Lodi l’incremento è del 2,4%, che scende all’1,4% in termini di media regionale. Gli ordini acquisiti dall’artigianato lodigiano crescono in un anno del 4%, grazie alla buona dinamica del trimestre in corso, in regione al contrario si osserva una variazione di segno negativo (-0,2%).

 

 
Previsioni per il primo trimestre 2024

Le aspettative degli operatori, nonostante il quadro congiunturale complessivamente positivo, continuano a manifestare una prevalenza di giudizi pessimisti, in particolare riguardo produzione e domanda interna, mentre risultano migliori le opinioni sull’occupazione.

Rispetto al trimestre passato, riguardo la produzione si osserva una forte crescita dei giudizi di stabilità (passati dal 42,4% al 62,4%), tuttavia si mantiene una differenza negativa tra la quota di chi si aspetta un aumento (13,3%) e di quanti prevedono un calo (22,2%). In maniera analoga le attese sulla domanda interna registrano una quota piuttosto alta di giudizi di stabilità (73,3%), mentre tra i rimanenti rimane una prevalenza di quanti si aspettano una riduzione. Le previsioni sull’occupazione risultano invece moderatamente ottimiste, registrando una prevalenza di giudizi di crescita (8,7%) su quelli di riduzione (4,3%).

 

 

 

I dati dell'indagine congiunturale sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons

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Trimestre
Quarto
Anno
2023
Indice della produzione industriale

L’industria manifatturiera lodigiana nel quarto trimestre 2023 mostra una variazione quasi nulla dei livelli produttivi a confronto con lo stesso trimestre del 2022, mentre si osserva una discreta crescita sul trimestre passato, con una performance migliore rispetto alla media regionale. Fatturato e ordinativi registrano un aumento maggiore rispetto alla produzione, specie su base annua, a cui si accompagna un generale miglioramento delle aspettative. A confronto con il quarto trimestre del 2022 la produzione industriale segna una leggera crescita dello 0,2%, dopo che il trimestre precedente aveva registrato un calo. Il numero indice (calcolato ponendo pari a 100 l’anno 2010) si colloca nel trimestre in esame a quota 137,2. Osservando l’andamento della curva del numero indice della produzione manifatturiera emergono chiaramente la forte flessione della prima metà del 2020 e la successiva ripresa, con il recupero di un percorso di crescita a partire dal 2021 che mostra però un deciso rallentamento nel 2023.

 

 
Analisi congiunturale

A livello congiunturale gli indicatori dell’industria manifatturiera lodigiana evidenziano una performance nel complesso positiva e migliore di quella regionale. La produzione industriale del manifatturiero lodigiano registra un incremento congiunturale dell’1% (dato destagionalizzato), mentre a livello lombardo si osserva una crescita di minore entità (0,4%).

Dopo un trimestre di variazione nulla, il fatturato torna a crescere nel lodigiano (+2,3%), mentre risulta ancora stabile in regione. La quota di fatturato realizzata all’estero nel trimestre cresce rispetto alla precedente rilevazione fino al 35,2%, rimanendo comunque alcuni punti percentuali al di sotto del dato lombardo del 38,7%.

Risulta nel complesso positiva anche la dinamica degli ordini, con il contributo più rilevante che arriva dal mercato interno. Le commesse dall’estero, in netto calo nel trimestre passato, crescono dello 0,8% rispetto a un incremento del 3,1% per gli ordinativi dall’Italia. A livello regionale si osserva invece una dinamica stagnante, leggermente positiva per gli ordini interni (0,1%) e negativa per quelli esteri (-0,1%).

 

 
Analisi tendenziale

La dinamica tendenziale evidenzia una netta contrapposizione tra la dinamica di forte crescita di fatturato e ordini del lodigiano e la decisa frenata della produzione, a fronte di un calo di tutte le variabili rilevate a livello regionale. La produzione industriale di Lodi cresce solamente dello 0,2% rispetto al quarto trimestre del 2022, per contro in regione cala dello 0,8%.

A Lodi il fatturato cresce su base annua del 6,2%, mentre a livello regionale dopo un periodo di rallentamento si verifica ora una variazione negativa (-0,4%). Nel lodigiano si osserva un contributo alla crescita del tutto analogo da parte delle vendite realizzate in Italia e all’estero, con valori attorno al 6,2% annuo; in Lombardia entrambe le componenti risultano in calo, in particolare dello 0,6% il fatturato estero e dello 0,1% quello interno.

La dinamica tendenziale degli ordini registra una crescita analoga a quella del fatturato (6,2%). La scomposizione tra ordini interni ed esteri ricalca la dinamica congiunturale con una discreta differenza tra la performance del portafoglio ordini interno (+8,1%) rispetto a quello estero (+2,6%). In Lombardia, analogamente a quanto si osserva per il fatturato, si riscontra una flessione più accentuata degli ordini interni (-1,6%) rispetto a quelli esteri (-0,6%), per una riduzione complessiva del portafoglio ordini dell’1,2%.

 

 
Mercato del lavoro

Gli indicatori relativi al mercato del lavoro dell’industria manifatturiera lodigiana registrano un leggero peggioramento rispetto allo scorso trimestre. Nel quarto trimestre dell’anno il ricorso alla cassa integrazione guadagni riguarda il 5,6% delle imprese, per una quota sul monte ore lavorate dell’1%: entrambi valori sono in leggero aumento rispetto al periodo precedente, quando erano rispettivamente il 3,9% e lo 0,5%. Nel grafico si osserva come il picco di massimo della prima metà del 2020 (attorno al 60% di imprese che ha utilizzato la CIG) si sia gradualmente riassorbito nei trimestri successivi, in particolare nella seconda metà del 2021. Il saldo tra entrate e uscite di lavoratori è negativo per la prima volta da fine 2021, per effetto di una discesa del tasso di ingresso al di sotto dell’1% (per l’esattezza 0,6%), mentre rimane stabile il tasso di uscita (1,3%) a confronto con i trimestri recenti.

 

 
Previsioni per il primo trimestre 2024

Le aspettative degli imprenditori del manifatturiero lodigiano registrano un deciso miglioramento del clima di fiducia. L’unico indicatore che mostra un saldo negativo tra giudizi di aumento e riduzione riguarda la domanda interna, nonostante la crescita degli ordini interni registrata nel trimestre.

Riguardo alle aspettative sulla produzione, più di un terzo degli operatori intervistati si attende una crescita, mentre solamente il 17,1% ritiene più probabile un calo. Il saldo tra giudizi ottimisti e pessimisti torna quindi a essere largamente positivo, dopo un trimestre che aveva registrato una tendenza opposta. Anche per l’occupazione le prospettive sono complessivamente ottimiste: si osserva un 25% di indicazioni di crescita e solamente un 8,3% di calo.

Le aspettative sulla domanda sono nel complesso più caute rispetto a quelle sulla produzione; nel dettaglio i giudizi sulla domanda estera risultano leggermente orientati all’ottimismo (il saldo tra giudizi di aumento e riduzione è pari a 3,2 punti percentuali), mentre la domanda interna vede una prevalenza di giudizi di riduzione, per un saldo negativo di 2,9 punti percentuali.

 

 

 

I dati dell'indagine congiunturale, rivolta a un campione di imprese con 10 o più addetti, sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons.

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Trimestre
Terzo
Anno
2023
Settori

L’export della provincia di Lodi nel terzo trimestre del 2023 ammonta a oltre 1,4 miliardi di euro, di cui in termini settoriali circa la metà è costituita da prodotti del comparto dell’elettronica, che si conferma il più rilevante in provincia (50,2% ovvero 718 milioni di euro). Altri tre comparti superano la soglia dei 100 milioni di euro di esportazioni nel trimestre, in ordine decrescente la chimica (177 milioni, il 12,4% del totale), l’alimentare (165 milioni pari all’11,5%) e gli apparecchi elettrici (107 milioni ovvero il 7,5%). Due ulteriori comparti valgono più di 50 milioni di euro per le imprese lodigiane, si tratta dei macchinari e della gomma-plastica. Nei primi nove mesi del 2023 l’export lodigiano di elettronica supera i 2 miliardi di euro, pari al 48,6% dell’intero export provinciale. Come nell’ultimo trimestre è la chimica il secondo comparto per dimensioni, vale 571 milioni di export per le imprese lodigiane, il 13,7% del totale, terzo l’alimentare a quota 463 milioni (11,1%). Il comparto degli apparecchi elettrici vale 324 milioni di euro, seguito da macchinari, gomma-plastica, prodotti in metallo e farmaceutica, quattro comparti che valgono ciascuno poco più di 100 milioni di euro di export nel 2023.

Le importazioni del lodigiano nel terzo trimestre del 2023 valgono 2,2 miliardi di euro, delle quali poco più di 1 miliardo (44,8% dei flussi complessivi) riguardano prodotti di elettronica. L’alimentare è il secondo comparto per importanza con 406 milioni di euro di merci importate (17,4%), il terzo è la farmaceutica a quota 283 milioni (12,5%), più a distanza la chimica (166 milioni). Il dato cumulato degli approvvigionamenti di merci dall’estero tra gennaio e settembre del 2023 indica quasi 3,2 miliardi di euro di importazioni di prodotti di elettronica su 7,1 miliardi complessivi (44,5%). Troviamo quindi il comparto dell’alimentare che movimenta 1,2 miliardi di euro di merci (17,2%), a seguire la farmaceutica poco al di sotto dei 950 milioni (13,2%), più distanti gli altri comparti, tra cui il più rilevante è la chimica (506 milioni).

La dinamica annua del trimestre indica una crescita del 2,7%, che beneficia delle buone performance di gran parte dei comparti manifatturieri. Rappresenta un’eccezione in negativo l’elettronica, per la quale si registra un calo dell’1,5%, circa 11 milioni di euro in meno rispetto allo stesso periodo del 2022. Crescono tutti gli altri comparti principali: si osserva in particolare un incremento del 5% per l’alimentare, del 4,2% per gli apparecchi elettrici e del 2,5% per la chimica. Riguardo alla dinamica complessiva dei primi nove mesi dell’anno, la crescita risulta migliore rispetto a quella dell’ultimo trimestre, arrivando all’8,5%. L’elettronica contribuisce alla crescita con un incremento in linea con la media provinciale (+8,4% ovvero quasi 160 milioni di euro in più). In termini percentuali performano meglio i comparti della chimica (+10,4%) e dell’alimentare (+9,2%). Tra i pochi settori che subiscono un calo, i più importanti sono la gomma-plastica (-7,7%) e la farmaceutica (-3,4%).

L’import lodigiano registra un sensibile calo del 10,8% rispetto al terzo trimestre del 2022. Il calo complessivo risente in particolare della flessione dell’elettronica che risulta in diminuzione del 20,8% (in cifre oltre 260 milioni di euro in meno). Si osserva un calo anche per l’import di prodotti farmaceutici (-8,8%) e chimici (-7%), crescono invece del 13,4% i flussi in arrivo dall’estero del comparto alimentare. La dinamica cumulata dei tre quarti dell’anno segna una variazione nulla rispetto allo stesso periodo del 2022. L’elettronica è il principale comparto per il quale si osserva una flessione dell’import (-6,1%), a cui si aggiunge la farmaceutica (-1,8%) e su volumi di scambio inferiori: chimica (-12,7%), prodotti in metallo (-12,2%) e abbigliamento (-29,2%). A crescere sono le importazioni di prodotti alimentari (+21,8%), della gomma-plastica (+1,2%) e degli apparecchi elettrici (+1,4%); l’incremento maggiore in termini percentuali riguarda l’export di macchinari, quasi raddoppiato.

 

 

 

Aree geoeconomiche globali

In termini geografici le esportazioni lodigiane sono destinate per la gran parte a Paesi europei, si tratta del 91,3% dei flussi del trimestre, in valori assoluti 1,3 miliardi di euro, indirizzati principalmente a Paesi parte dell’Unione Europea. Meno di 50 milioni di euro di merci sono dirette verso Paesi europei non UE, quali Svizzera (14,1 milioni) e Regno Unito (10,3 milioni). Il continente asiatico è la principale destinazione extra-europea, nel trimestre vale 73 milioni di euro (5,1% del totale), di cui 22 milioni riguardano il Medio Oriente e 32 milioni l’Asia Orientale, con la Cina che rappresenta il singolo mercato di maggiori dimensioni (16 milioni). Il continente americano infine rileva per meno di 30 milioni di euro di merci provenienti dal lodigiano (2,1% del totale), di cui la gran parte (16,8 milioni) indirizzata negli Stati Uniti. La distribuzione geografica dell’export dei nove mesi del 2023 risulta del tutto simile: i flussi indirizzati verso il continente europeo raggiungono quota 3,8 miliardi di euro, pari al 91,4% del totale. Oltre 3,6 miliardi di euro sono i flussi che interessano i Paesi UE, meno di 150 milioni invece riguardano gli altri mercati europei, in primo luogo Svizzera (44 milioni), Regno Unito (34,3 milioni) e Turchia (31,7 milioni). Le esportazioni in Asia valgono 201 milioni di euro (4,8%), dei quali quasi 70 milioni diretti in Medio Oriente e più di 100 milioni in Asia Orientale, in particolare circa 39 milioni in Cina e una cifra simile (41 milioni) nelle quattro Tigri Asiatiche. Il continente americano infine intercetta 92 milioni di euro di esportazioni dal lodigiano (il 2,2% del totale) dei quali 56 riguardano la parte settentrionale del continente e 36 la parte centro-meridionale.

Poco più della metà (51%) del valore dei flussi di merci provenienti dall’estero nel trimestre riguarda Paesi europei. In cifre si tratta di poco più di 1,1 miliardi di euro, di cui solamente 65 milioni provenienti da mercati non facenti parte dell’Unione Europea. Al di fuori dell’Europa la quasi totalità degli scambi riguarda i mercati asiatici per circa 1,1 miliardi di euro (48,1% del totale), dalla sola Cina le imprese lodigiane hanno importato beni nel periodo in esame per un valore di 961 milioni di euro. Tra gennaio e settembre del 2023 le importazioni da partner europei raggiungono i 3,7 miliardi di euro (il 51,4% del totale provinciale), di cui 3,5 miliardi relativi a Paesi UE. I flussi provenienti dall’Asia valgono invece 3,4 miliardi, dei quali ben 3 miliardi riguardano l’Asia Orientale, in primo luogo la Cina (2,8 miliardi). Sono poco rilevanti invece gli altri continenti: America (49,3 milioni), Africa (11,2 milioni) e Oceania (1,8 milioni) non raggiungono insieme l’1% dell’import provinciale.

La dinamica dell’export lodigiano del terzo trimestre 2023 evidenza per i mercati europei una crescita limitata all’1,2% rispetto allo stesso periodo del 2022. Al loro interno crescono di più i Paesi europei non UE (+6,1%), in particolare Turchia (+32,4%) e Svizzera (+26,6%). Una crescita molto più robusta riguarda invece il continente asiatico (+38,9%), che beneficia di una buona performance del mercato indiano (passato da 2 a 5 milioni) e di quello cinese (+41,6%). Infine, l’export lodigiano verso le Americhe risulta in netto calo (-13,1%), con una decisa flessione che riguarda in modo particolare gli Stati Uniti (-9,2%). La dinamica dell’export dei primi nove mesi dell’anno risulta per il lodigiano complessivamente migliore di quella dell’ultimo trimestre, grazie in particolare alla direttrice europea. Nei confronti dei mercati europei si osserva infatti una crescita dell’8,3%, che sale fino all’11,1% per quanto riguarda i Paesi non UE, tra i quali il calo del Regno Unito (-18,4%) è più che compensato dalla crescita di Svizzera (+28,3%) e Turchia (+25,6%). Le esportazioni del lodigiano dirette nel continente americano denunciano un leggero calo (-1,4%) dovuto principalmente alla flessione degli Stati Uniti (-6,4%). Il continente asiatico registra una crescita del 12,3%, grazie a una buona performance del Medio Oriente (+22,5%) e a un raddoppio dell’Asia Centrale, mentre è in controtendenza la flessione dei mercati dell’Asia orientale (-5,6%); tra questi ultimi i dati negativi riguardano Cina (-16,5%) e Hong Kong (-22,7%) mentre risultano in crescita – tra gli altri – Singapore (+10,6%) e Corea del Sud (+6,3%).

Gli approvvigionamenti di merci del lodigiano nel trimestre si riducono del 10,8% per effetto di un sensibile calo delle merci importate dall’Asia (-20,3%), mentre si osserva una sostanziale tenuta dei flussi dall’Europa (+0,7%). Per quanto riguarda l’Asia tutti i maggiori mercati registrano variazioni annue negative, a iniziare dalla Cina (-22%). In Europa si osserva una variazione quasi nulla dei flussi che riguardano i Paesi facenti parte dell’Unione Europea (+0,2%) e per contro un importante incremento che riguarda gli altri mercati (+11,4%), grazie a una buona crescita del Regno Unito (+63,2%). Considerando la dinamica cumulata dei primi nove mesi dell’anno, si mantiene una certa differenza tra il trend delle importazioni dall’Europa (+6,4%) e quelle dall’Asia (-6,1%). In Europa si osserva un incremento del 5,8% nei confronti dei mercati UE, mentre si sale fino al 20,4% per i restanti Paesi spinti verso l’alto dal Regno Unito (+70,3%). In Asia si registra un forte calo delle importazioni di provenienza cinese (-13,1%) mentre si osserva un contemporaneo raddoppio dei flussi dall’India. Dall’America, infine, si registra una crescita dell’import del 22,8%, che raggiunge il 39,9% per gli Stati Uniti.

 

 

Dettaglio europeo

La Spagna si conferma anche in questo trimestre il più importante mercato per le esportazioni lodigiane in Unione Europea, per un valore di 691 milioni di euro di merci movimentate. La Francia è il secondo Paese a quota 158 milioni, mentre valgono meno di 100 milioni i restanti mercati, i cui principali sono Germania (65 milioni), Portogallo (47 milioni) e Paesi Bassi (43 milioni). Tra gennaio e settembre l’export verso la Spagna si avvicina ai 2 miliardi di euro, ovvero circa quattro volte il valore dei flussi che interessano la Francia, pari a 483 milioni. Seguono la Germania con 205 milioni e altri tre Paesi, che superano la soglia dei 100 milioni (Portogallo, Paesi Bassi e Belgio).

Il primo mercato di approvvigionamento delle imprese lodigiane in Unione Europea è la Germania (306 milioni di euro), seguita a distanza dalla Francia (199 milioni). Altri due Paesi superano la soglia di 100 milioni di euro di import per la provincia, si tratta di Spagna (171 milioni) e Paesi Bassi (115 milioni). Nei primi nove mesi del 2023 le importazioni dalla Germania superano di poco il miliardo di euro, seguita a distanza da Francia (664 milioni) e Spagna (526 milioni). Più distanti in graduatoria troviamo quindi Paesi Bassi (378 milioni) e Belgio (310 milioni).

L’export verso l’Unione Europea cresce dell’1% rispetto al terzo trimestre 2022, evidenziando performance differenti tra i principali mercati di sbocco. I primi due mercati registrano un calo: per la Spagna del 3,1% e per la Francia del 4,1%, a questi si aggiunge il Portogallo (-6,8%), un altro Paese rilevante per il lodigiano. Cresce invece l’export diretto in Germania (+2,5%), mentre in termini percentuali spiccano le performance di Paesi Bassi (+57,1%) e Grecia (+169,6%). Per quanto riguarda il dato dei nove mesi dell’anno, la crescita dell’export lodigiano in Unione Europea raggiunge l’8,2%, registrando valori positivi nei confronti di tutti i mercati illustrati nel grafico. In ordine decrescente per valori di merci scambiate, la Spagna cresce del 6,6%, la Francia del 2,4% e la Germania del 4,1%. In termini percentuali spiccano due mercati cresciuti particolarmente nell’ultimo trimestre, ovvero Paesi Bassi (+49,1%) e Grecia (+83,9%).

L’import del lodigiano da Paesi UE risulta quasi invariato rispetto al terzo trimestre del 2022 (+0,2%). Come nel trimestre precedente, i due maggiori mercati registrano un calo, pari all’8,4% per la Germania e al 3,1% per la Francia. Per contro si osserva una robusta crescita dei flussi di merci provenienti dalla Spagna (+34,2%) e un incremento più contenuto per Paesi Bassi (+9,4%) e Belgio (+2,6%). L’import complessivo dei primi nove mesi dell’anno cresce del 5,8% rispetto al 2022, ma permane un dato negativo per quanto riguarda i primi due mercati di approvvigionamento, Germania (-2,7%) e Francia (-0,2%). Crescono invece tutti i Paesi che seguono in graduatoria, in particolare Spagna (+31,7%) e Paesi Bassi (+20,2%).

 

 

MI
MB
LO
Trimestre
Terzo
Anno
2023

 

 

Indice del fatturato del commercio

Il terzo trimestre 2023 per il commercio al dettaglio della provincia di Lodi registra una ripresa del fatturato che tuttavia non chiude ancora il percorso di recupero delle perdite accumulate durante il 2020.

Al netto degli effetti stagionali, l’indice del fatturato nel terzo trimestre 2023 è ancora distante dal livello di parità 100 espresso dall’anno base di riferimento (ossia il 2010), collocandosi quindi a quota 94,6 (+1% destagionalizzato).

Con riferimento all’analisi della dinamica tendenziale, nei confronti del terzo trimestre dello scorso anno si osserva una crescita significativa (+2,9%), a differenza della contrazione registrata nel trimestre precedente (-0,9%).

 

 
Previsioni per il quarto trimestre 2023

Le aspettative delle imprese del commercio della provincia di Lodi per il quarto trimestre 2023 registrano un progresso degli andamenti attesi per il fatturato, l’occupazione e gli ordini ai fornitori.

Il quadro di dettaglio delle previsioni afferenti al fatturato, espresso dal saldo delle risposte (differenza tra ipotesi di aumento e di diminuzione), indica un miglioramento sostanziale rispetto rilevazione alla precedente, quando si era registrato un valore negativo (+8% contro -8,9% del secondo trimestre). Il miglioramento delle attese è, infatti, ascrivibile all’espansione della quota di imprese con stime di incremento del fatturato (28% contro 11,1%) e alla contemporanea riduzione delle frazioni di operatori con previsioni di diminuzione (28,9% contro 20%) e di stabilità del fatturato (52% contro 60%).

In relazione all’occupazione, per il quarto trimestre 2023 le aspettative delle imprese indicano un miglioramento del saldo delle risposte, passando in un quadrante positivo rispetto alle stime precedenti, che evidenziavano un’equivalenza tra ipotesi di aumento e di diminuzione (+4%), in un contesto di stabilizzazione che coinvolge oltre otto imprese su dieci.

 

 

 

I dati dell'indagine congiunturale sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons

MI
MB
LO
Trimestre
Terzo
Anno
2023
Indice della produzione industriale

Nel terzo trimestre del 2023 l’artigianato manifatturiero lodigiano continua a evidenziare una buona crescita dei livelli produttivi, in contrasto con il deciso rallentamento che continua a caratterizzare il complesso dell’artigianato lombardo. Prosegue la crescita anche del fatturato, mentre risulta meno brillante – ma ancora positiva – la dinamica degli ordini; le aspettative degli imprenditori indicano una prevalenza di giudizi negativi sul futuro, ma al contempo meno pessimistiche rispetto a tre mesi fa. L’aumento annuo della produzione risulta pari al 7,2%, in salita rispetto ai trimestri recenti; nel grafico si osserva come i livelli produttivi abbiano superato quelli precedenti la pandemia, con una crescita piuttosto costante a partire dal 2022. Osservando una porzione più ampia del grafico, si può peraltro notare che le difficoltà dell’artigiano lodigiano risalgono a prima del Covid, avendo attraversato una fase di forte contrazione tra 2018 e 2019. Il numero indice della produzione (costruito con l’anno 2010 come base posto uguale a 100) nel trimestre in esame arriva a quota 89,8, al di sopra del punto di minimo di 78,8 del secondo trimestre del 2020, ma ancora circa 3 punti percentuali al di sotto dei livelli raggiunti nel 2018.

 

 
Analisi congiunturale

La dinamica congiunturale dell’artigianato del lodigiano evidenzia un aumento complessivamente migliore di quello regionale; continuano a crescere la produzione ed in misura minore il fatturato, mentre solo per gli ordini si osserva un significativo rallentamento.

La crescita congiunturale della produzione dell’artigianato manifatturiero a Lodi è dell’1,8% (dato destagionalizzato), contrapposta a un minimo incremento in Lombardia (+0,2%). Anche il fatturato registra una crescita importante, per quanto inferiore alla produzione: si tratta infatti di un incremento dello 0,9% (in Lombardia solamente dello 0,1%). La dinamica degli ordini risulta più critica sia in provincia che in regione: a Lodi crescono in tre mesi solamente dello 0,2% e in Lombardia si registra addirittura un calo dello 0,4%.

Per l’artigianato lodigiano, la crescita dei prezzi delle materie prime e dei prodotti finiti si mantiene sugli stessi valori dello scorso trimestre, in contrasto con il forte rallentamento ormai registrato dalla rilevazione sull’industria. Crescono infatti del 5,7% su base congiunturale i prezzi delle materie prime e del 3,3% per i prezzi dei prodotti finiti (in Lombardia si osserva un 4,5% e 2,8% rispettivamente).

 

Analisi tendenziale

In termini tendenziali, quindi a confronto con il terzo trimestre del 2022, l’artigianato manifatturiero lodigiano manifesta ancora una buona progressione di produzione e fatturato, mentre a livello regionale si osserva uno stop della crescita.

La produzione risulta in crescita su base annua del 7,2% a Lodi, mentre a livello regionale un continuo rallentamento della dinamica porta l’incremento annuo ad assestarsi sullo 0,5%. Il fatturato evidenzia una crescita di maggiore entità rispetto alla produzione (+10%), in regione per contro si rileva una variazione quasi nulla (0,1%). Decisamente inferiore la crescita degli ordini, che si limitano a una crescita annua dell’1,5% in provincia e registrano addirittura un calo (-1,3%) a livello regionale.

 

Previsioni per il quarto trimestre 2023

Le aspettative degli operatori, nonostante il quadro congiunturale complessivamente positivo, evidenziano una prevalenza di giudizi negativi su produzione, occupazione e ordini interni. Si osserva in ogni caso un miglioramento rispetto alle opinioni espresse nella scorsa rilevazione.

Il saldo tra giudizi di aumento e riduzione riguardo la produzione è negativo di 9,1 punti percentuali; il dato più confortante è rappresentato dalla crescita della quota di chi si aspetta un aumento, passati dal 15,8% del trimestre scorso, al 24,2% dell’attuale. Le attese sulla domanda interna sono leggermente migliori: si osserva infatti un saldo negativo di soli 3 punti percentuali tra ottimisti e pessimisti. Nel grafico si osserva la traiettoria quasi del tutto sovrapponibile delle aspettative riguardo produzione e domanda interna nei trimestri recenti, mentre proprio nel trimestre in esame si osserva una certa differenza a favore della domanda interna. Le aspettative sull’occupazione mostrano lo stesso trend di miglioramento pur rimanendo in terreno negativo; il 9,1% degli operatori si aspetta un aumento, contro il 12,1% che prospetta un calo.

 

 

 

I dati dell'indagine congiunturale sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons

MI
MB
LO
Trimestre
Terzo
Anno
2023
Indice della produzione industriale

L’industria manifatturiera lodigiana nel terzo trimestre 2023 denuncia una flessione dei livelli produttivi sia a confronto con lo scorso trimestre sia con lo stesso trimestre del 2022, interrompendo un periodo di crescita di oltre un biennio. La stessa dinamica negativa si osserva peraltro anche a livello regionale. Il calo riguarda inoltre gli ordini esteri del lodigiano e si riflette sulle aspettative. Rispetto al terzo trimestre del 2022 la produzione industriale registra un calo del 2,1%, interrompendo una lunga fase caratterizzata da una continua crescita. Il numero indice (calcolato ponendo pari a 100 l’anno 2010) si colloca nel trimestre in esame a quota 136,2. Osservando l’andamento della curva del numero indice della produzione manifatturiera emergono chiaramente la forte flessione della prima metà del 2020 e la successiva ripresa, con il recupero di un percorso di crescita nel 2021 che in questo trimestre si è interrotto.

 

 
Analisi congiunturale

A livello congiunturale gli indicatori dell’industria manifatturiera lodigiana evidenziano, oltre al calo della produzione, una flessione marcata che riguarda la componente estera degli ordini. La produzione industriale del manifatturiero lodigiano registra un calo congiunturale dello 0,7% (dato destagionalizzato), un dato comunque migliore di quello lombardo dove si osserva una flessione dell’1,8%.

Anche la dinamica del fatturato segna un peggioramento: sia a Lodi che in Lombardia si registra una variazione congiunturale pressoché nulla. Per quanto riguarda la quota di fatturato realizzata all’estero, si osserva un incremento rispetto allo scorso trimestre, ma si mantiene comunque un differenziale piuttosto significativo tra il valore regionale (39,9%) e quello provinciale (32,1%).

Gli ordini presentano un quadro complessivamente negativo con una forte polarizzazione tra la componente estera e quella interna. Le commesse dall’estero registrano un calo trimestrale piuttosto sensibile pari al 3,4%, per contro gli ordini provenienti dall’Italia crescono in tre mesi del 2,2%. A livello regionale si osserva una dinamica differente: gli ordini nel complesso sono in calo; ma è il portafoglio di quelli interni (-1,4%) a registrare la performance peggiore.

La dinamica dei prezzi continua a ridimensionarsi anche in questo trimestre. I prezzi delle materie prime registrano una variazione negativa a Lodi (-0,4%) e una crescita relativamente contenuta in Lombardia (0,8%). Per i prezzi dei prodotti finiti si osserva una variazione congiunturale nulla a Lodi e un aumento simile a quello dei prezzi delle materie prime in Lombardia (0,9%).

 

Analisi tendenziale

La dinamica tendenziale mette in luce un sensibile calo della produzione avvenuto sia nel lodigiano che in Lombardia, mentre in questo trimestre tiene ancora la dinamica del fatturato e gli ordini mostrano la medesima divaricazione che si osserva nei dati congiunturali tra mercati esteri e nazionale. La produzione industriale del lodigiano si riduce del 2,1% rispetto al terzo trimestre del 2022, in regione il calo è stato invece dell’1,5%.

A Lodi il fatturato continua a crescere su base annua (+2,2%), mentre a livello regionale la crescita, già rallentata, raggiunge ora lo zero. All’aumento del fatturato del manifatturiero lodigiano contribuiscono sia le vendite realizzate in Italia che all’estero, con un apporto leggermente maggiore delle seconde (+2,6%) rispetto alle prime (+2%). La variazione nulla regionale è frutto di una crescita del fatturato estero (+1,7%), compensata però in negativo dal fatturato interno (-1,2%).

La dinamica tendenziale degli ordini ricalca come accennato il dato congiunturale. Gli ordini esteri subiscono un forte calo (-6,5%) a cui si contrappone una buona crescita degli ordini interni (+3,1%) per una variazione complessiva che risulta pari a zero. In Lombardia gli ordini sono in calo su base annua (-2,3%), ma – diversamente da Lodi – la performance peggiore riguarda gli ordini interni (-3,5%).

 

Mercato del lavoro

Gli indicatori sul mercato del lavoro dell’industria manifatturiera lodigiana rimangono positivi, con poche variazioni rispetto allo scorso trimestre. Nel trimestre attuale il ricorso alla cassa integrazione guadagni riguarda il 3,9% delle imprese, per una quota sul monte ore lavorate pari allo 0,5%, entrambi valori in leggero aumento rispetto al periodo precedente, quando erano rispettivamente il 2,3% e lo 0,2%. Nel grafico si osserva come il picco di massimo della prima metà del 2020 (attorno al 60% di imprese che ha utilizzato la CIG) si sia gradualmente riassorbito nei trimestri successivi, in particolare nella seconda metà del 2021. Il saldo tra entrate e uscite di lavoratori è in perfetto pareggio, analogamente a quanto registrato nel terzo trimestre del 2022, con entrambi i tassi di entrata e uscita pari all’1,3% (un anno fa erano pari all’1,6%).

 

 
Previsioni per il quarto trimestre 2023

Le aspettative degli imprenditori del manifatturiero lodigiano indicano un marcato peggioramento del clima di fiducia. Tre dei quattro indicatori rilevati presentano un saldo negativo tra giudizi di crescita e di riduzione, in peggioramento rispetto al trimestre passato.

Riguardo alle aspettative sulla produzione, la quota degli ottimisti è del 21,6%, poco inferiori al 23,3% dello scorso trimestre, mentre raddoppia la quota dei pessimisti, passata dal 9,3% di tre mesi fa al 23,5% attuale. La differenza è quindi negativa di circa 2 punti percentuali, dopo diversi trimestri in cui erano le aspettative di crescita a prevalere. Si registra un saldo fortemente negativo anche per l’occupazione, piuttosto insolito osservando la serie storica; risulta particolarmente ridotta la quota di rispondenti che si aspetta un aumento, pari solamente al 3,9%.

Le aspettative sulla domanda riflettono il dato relativo agli ordini acquisiti nel trimestre per quanto riguarda la distinzione tra la componente interna ed estera. Parallelamente al calo degli ordini esteri si osserva infatti un giudizio piuttosto pessimista sulla domanda estera nell’immediato futuro, un terzo degli operatori prevede infatti un calo. Risultano migliori invece i giudizi sulla domanda interna, che registrano un pareggio tra le aspettative di crescita e quelle di riduzione.

 

 

 

I dati dell'indagine congiunturale, rivolta a un campione di imprese con 10 o più addetti, sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons.

MI
MB
LO
Trimestre
Secondo
Anno
2023
Settori

Le esportazioni del lodigiano nel secondo trimestre del 2023 sono pari a un valore complessivo di oltre 1,3 miliardi di euro, di cui poco meno della metà (49,1% ovvero 674 milioni) è rappresentata dal comparto dell’elettronica che si conferma il più rilevante in provincia. Tre altri settori superano la soglia dei 100 milioni di euro di export nel trimestre, in ordine decrescente la chimica (173 milioni, il 12,6% del totale), l’alimentare (168 milioni, il 12,3%) e gli apparecchi elettrici (107 milioni ovvero il 7,8%). Tra gli altri comparti di minori dimensioni ne segnaliamo alcuni vicini o poco al di sotto della soglia dei 50 milioni quali la gomma-plastica, i macchinari, i prodotti in metallo e la farmaceutica. Nell’intero primo semestre del 2023 l’export lodigiano di elettronica raggiunge la quota di 1,3 miliardi di euro, che equivalgono al 47,7% dell’intero export provinciale. La chimica è il secondo comparto più rilevante: vale in sei mesi 394 milioni di export per le imprese lodigiane, pari al 14,3% del totale, seguita a distanza dall’alimentare in terza posizione con 298 milioni (10,8%). Il comparto degli apparecchi elettrici vale 217 milioni di euro, seguito da macchinari, prodotti in metallo e gomma-plastica, tre comparti che contribuiscono ciascuno per poco più di 100 milioni di euro di export nel semestre.

Gli approvvigionamenti di merci del lodigiano nel secondo trimestre del 2023 valgono complessivamente 2,3 miliardi di euro, di cui poco più di 1 miliardo (44% dei flussi complessivi) riguarda il comparto dell’elettronica. I flussi di merci del comparto alimentare sfiorano i 400 milioni di euro (17,4%), il terzo comparto è invece la farmaceutica con poco meno di 300 milioni di euro di import (12,9%). Con almeno 100 milioni di euro di merci importate si segnalano anche la chimica (155 milioni), i macchinari e i prodotti in metallo. Il dato cumulato dell’import tra gennaio e giugno del 2023 rileva 2,1 miliardi di euro di importazioni di prodotti di elettronica su 4,9 miliardi complessivi (44,4%). La graduatoria prosegue con il comparto dell’alimentare che movimenta 829 milioni di euro di merci (16,9%), quindi la farmaceutica che vale 663 milioni (13,5%), più distanti gli altri comparti, tra cui il più rilevante è la chimica (340 milioni).

La dinamica annua del trimestre registra una crescita complessiva (3,2%) frutto di incrementi che riguardano la maggior parte dei comparti manifatturieri. L’elettronica in primo luogo evidenzia una crescita annua superiore alla media (+6,4%), circa 40 milioni di euro in più rispetto al secondo trimestre 2022. Tra gli altri comparti maggiori, la crescita più robusta riguarda l’alimentare (+9,3%), seguito dagli apparecchi elettrici (+4,8%) mentre si osserva un calo per la chimica (-3,6%). Se consideriamo i primi sei mesi dell’anno, la crescita risulta nettamente migliore di quella dell’ultimo trimestre, grazie a incrementi superiori al 10% di vari comparti rilevanti. Il primo è quello dell’elettronica, che registra una crescita del 14,7% (quasi 170 milioni di euro in più sullo stesso periodo del 2022) a cui si aggiungono la chimica (+14,5%) e l’alimentare (+12%), mentre è al di sotto della media la crescita degli apparecchi elettrici (+7,3%). Pochi i comparti che registrano un calo delle esportazioni: tra questi, i principali sono rappresentati dalla gomma-plastica (-7%) e dalla farmaceutica (-8,2%).

L’import lodigiano cresce rispetto al secondo trimestre del 2022 del 2,4%, un dato in linea con la dinamica dell’export. Il risultato provinciale è fortemente influenzato dalla performance dell’elettronica, che rileva una crescita del 2,1%, in rallentamento rispetto ai trimestri recenti. Tra gli altri comparti si registrano andamenti estremamente diversificati: risultano in crescita l’import alimentare (+17,6%) e di macchinari, quasi esattamente raddoppiato in un anno, mentre diminuiscono i flussi di chimica (-23,5%), prodotti in metallo (-10,1%) e farmaceutica (-3,1%). La dinamica del semestre registra un incremento tendenziale del 9,7%, grazie a una buona crescita che contraddistingue l’elettronica, pari all’11,9%. Si conferma il dato dell’ultimo trimestre della crescita dell’alimentare (+26,2%) e dei macchinari (+137,6%), mentre registra una minima crescita la farmaceutica (+1,6%). Tra i comparti per cui le imprese lodigiane hanno importato più di 100 milioni di euro in sei mesi risultano in calo rispetto al 2022 solamente la chimica (-15,5%) e i prodotti in metallo (-9%).

 

 

 

Aree geoeconomiche globali

In termini geografici le esportazioni lodigiane si dirigono in prevalenza verso Paesi europei: si tratta del 91,2% dei flussi del trimestre, in cifre oltre 1,2 miliardi di euro, quasi interamente destinati a Paesi parte dell’Unione Europea. Tra questi, poco più di 50 milioni di euro sono la quota che riguarda Paesi europei non UE, quali Svizzera (14,8 milioni) e Regno Unito (12,9 milioni). L’export verso l’Asia vale nel trimestre più di 60 milioni di euro (4,6% del totale), divisi tra Medio Oriente (22 milioni) e Asia Orientale (34 milioni), con la Cina che rappresenta il singolo mercato di maggiori dimensioni (13 milioni). Il continente americano infine rileva per 34 milioni di euro di merci esportate dal lodigiano (2,5% del totale), di cui la gran parte (19,5 milioni) indirizzata negli Stati Uniti.

La distribuzione geografica dell’export dei primi sei mesi del 2023 risulta del tutto simile: i flussi indirizzati verso il continente europeo ammontano a 2,5 miliardi di euro, pari al 91,4% del totale. Ben 2,4 miliardi di euro sono i flussi che interessano i Paesi UE, poco meno di 100 milioni invece riguardano gli altri mercati europei, in primo luogo Svizzera (29,8 milioni), Regno Unito (24 milioni) e Turchia (21,8 milioni). Le merci esportate in Asia valgono 128 milioni di euro (4,7%), dei quali 46 milioni diretti in Medio Oriente e quasi 70 milioni in Asia orientale, in particolare 22 milioni in Cina e 31,8 milioni nelle quattro Tigri asiatiche. Il continente americano infine rileva per il 2,3% dei flussi del lodigiano nel semestre: si tratta di 38 milioni indirizzati nella parte settentrionale del continente e 24,5 milioni nella parte centro-meridionale.

Poco più della metà (51,6%) del valore dei flussi di merci provenienti dall’estero nel trimestre in esame riguarda Paesi europei: si tratta di merci per un valore di quasi 1,2 miliardi di euro, di cui solamente 53 milioni provenienti da mercati non facenti parte dell’Unione Europea. Al di fuori dell’Europa, la quasi totalità dei flussi coinvolge i mercati asiatici per oltre 1 miliardo di euro (47,5% del totale); in particolare, dalla sola Cina le imprese lodigiane hanno importato nel trimestre beni per un valore di 876 milioni di euro.

Nel complesso dei primi sei mesi dell’anno le importazioni da partner europei raggiungono il valore di 2,5 miliardi di euro (il 51,6% del totale provinciale), di cui 2,4 miliardi relativi a Paesi UE. I flussi provenienti dall’Asia valgono invece 2,3 miliardi, dei quali 2 miliardi riguardano l’Asia orientale, in primo luogo la Cina. Sono poco rilevanti invece gli altri continenti, con meno dell’1% dell’import complessivo tra America (34,5 milioni), Africa (9 milioni) e Oceania.

La dinamica dell’export lodigiano del secondo trimestre 2023 beneficia soprattutto di una crescita dei mercati europei del 3,7% rispetto allo stesso periodo del 2022. L’incremento dei flussi verso Paesi UE è del 3,4%, mentre si arriva fino al 9,9% per i mercati europei non UE, spinti verso l’alto soprattutto dalla Svizzera (+20,6%). Si osserva invece una discreta flessione delle merci indirizzate verso il continente asiatico (-9,7%) per effetto di performance negative che hanno caratterizzato sia il mercato cinese (-10,8%) che le quattro Tigri asiatiche (-20,6%), mentre registrano una variazione positiva i Paesi mediorientali (+3,1%). L’export lodigiano verso le Americhe infine cresce in un anno del 2,8% grazie a una buona performance della parte centro-meridionale (+7,1%) mentre sono in leggero calo gli Stati Uniti (-0,9%). La dinamica del semestre indica variazioni positive dei flussi di merci esportate dalle imprese lodigiane verso tutte le principali direttrici dell’export, con una crescita complessiva che è pari all’11,7%. Come nell’ultimo trimestre, sono i mercati europei il principale driver della crescita dei flussi: si osserva infatti una crescita del 12,3% con una dinamica piuttosto simile per i Paesi membri dell’Unione Europea (+12,2%) e i rimanenti (+13,5%), dove si segnala una performance negativa del Regno Unito (-12,8%). Le esportazioni dirette nel continente americano crescono del 5,2%, con un calo importante degli Stati Uniti (-4,9%) compensato però da una crescita estremamente robusta dei Paesi dell’America centro-meridionale (+27%). Il continente asiatico cresce solamente dell’1,1%, registrando differenze piuttosto marcate tra i saggi di crescita riscontrati in Medio Oriente e Asia centrale (rispettivamente +22,3% e +12,2%) a cui fa da contraltare il calo subìto dall’Asia orientale (-10,7%), dove risultano particolarmente in difficoltà i mercati della Cina (-35,5%) e di Hong Kong (-21,2%).

Gli approvvigionamenti di merci del lodigiano nel trimestre crescono complessivamente del 2,4% su base annua, nonostante una rilevante flessione che riguarda la Cina (-8,8%). Cresce comunque l’import dal continente asiatico (+3,5%) grazie soprattutto a un forte incremento di flussi dall’India (+169,1%). Per quanto riguarda l’Europa, la progressione degli acquisti provenienti da Paesi del Vecchio Continente si ferma all’1,9%. Crescono leggermente di meno i mercati UE (+1,6%), mentre tra gli altri Paesi si osserva una crescita dovuta principalmente all’aumento degli scambi con il Regno Unito (+62,3%).

Considerando la dinamica del semestre, il dato cinese passa in terreno leggermente positivo (+0,7%) mentre si conferma la forte crescita del mercato indiano (+179,1%). Crescono anche le importazioni dall’Europa, sia per quanto riguarda i partner dell’Unione Europea (+7,7%) che gli altri Paesi (+26,5%), tra i quali spicca in particolare il Regno Unito (+75,4%). Dall’America, infine, si registra una crescita dell’import del 29,7%, dinamica che sale fino al 63,4% per gli Stati Uniti.

 

 

Dettaglio europeo

Il più importante mercato per le esportazioni lodigiane nel trimestre in Unione Europea è come di consueto la Spagna, con poco meno di 650 milioni di euro di merci esportate. Il secondo Paese è la Francia a quota 166 milioni, quindi sono tutti al di sotto dei 100 milioni i restanti mercati, i principali dei quali risultano essere Germania (65 milioni), Portogallo (52 milioni) e Paesi Bassi (41 milioni). Nel primo semestre dell’anno le esportazioni verso la Spagna ammontano a 1,2 miliardi di euro, quasi quattro volte il valore dei flussi che interessano la Francia, pari a 324 milioni. Seguono Germania (140 milioni) e Portogallo (114 milioni), mentre gli altri mercati non superano la soglia dei 100 milioni di euro.

Il primo mercato di approvvigionamento del lodigiano in Unione Europea è la Germania (319 milioni di euro), seguita a distanza dalla Francia (216 milioni). Altri tre Paesi valgono più di 100 milioni di euro di import per la provincia: si tratta di Spagna (184 milioni), Paesi Bassi (128 milioni) e Belgio (103 milioni). Tra gennaio e giugno 2023 le importazioni del lodigiano dalla Germania si avvicinano alla soglia dei 700 milioni di euro, mentre il resto della graduatoria ricalca quella dell’ultimo trimestre: la Francia è il secondo mercato di riferimento (465 milioni), segue in terza posizione la Spagna (354 milioni), quindi Paesi Bassi (262 milioni) e Belgio (212 milioni).

L’export verso l’Unione Europea registra un incremento del 3,4% rispetto al secondo trimestre 2022, con performance piuttosto differenziate tra i principali mercati di sbocco. Cresce l’export lodigiano verso la Spagna (+3,8%) e il Portogallo (+11,2%); in termini percentuali si segnala un forte incremento dei Paesi Bassi (+37,2%). Tra i Paesi in calo si osservano il secondo e il terzo mercato più importanti, ovvero Francia (-3,8%) e Germania (-0,6%) mentre su volumi di scambio inferiori troviamo Belgio (-6,6%) e Polonia (-12,2%). Per quanto riguarda l’intero semestre, la crescita annua dell’export lodigiano in Unione Europea sale al 12,2% registrando incrementi nei confronti di tutti i mercati, con la sola eccezione del Belgio (-0,1%). Paesi Bassi (+43,4%) e Portogallo (+24,7%) sono i Paesi cresciuti maggiormente, seguiti dalla Spagna (+12,6%). Tra gli altri Paesi più importanti si segnala invece una crescita inferiore alla media per Francia (+5,8%) e Germania (+4,2%).

L’import da Paesi UE cresce rispetto al secondo trimestre del 2022 dell’1,6%, registrando dinamiche contrastanti tra i maggiori mercati. Si osserva un calo per i primi due partner europei del lodigiano, Germania (-1,8%) e Francia (-2,5%). All’opposto registrano una robusta crescita i flussi di merci provenienti da Spagna (+27,8%), Paesi Bassi (+14,8%) e Belgio (+18,6%). Il dato cumulato del semestre mostra un miglioramento della dinamica complessiva (+7,7%) e di tutti i maggiori mercati. I primi due mercati continuano però a mostrare le performance peggiori: la Germania è tra i pochi Paesi in calo (-0,5%), mentre la Francia cresce solamente dello 0,2%. Per contro, si osserva un’importante crescita delle importazioni delle imprese lodigiane nei confronti di Spagna (+29,4%), Paesi Bassi (+24,2%), Belgio (+20%) e Repubblica Ceca (+66,2%).