Lodi

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Secondo
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Indice del fatturato del commercio

Il commercio al dettaglio della provincia di Lodi registra una crescita complessiva nel secondo trimestre 2025, con una dinamica positiva del fatturato sia rispetto al trimestre precedente sia in confronto al secondo trimestre dello scorso anno.

L’indice trimestrale (base 2015=100) depurato degli effetti stagionali ha incrementato il suo valore rispetto al precedente trimestre, raggiungendo un nuovo punto di massimo e attestandosi a 117,3 (in aumento rispetto al dato di 116,3 del primo trimestre 2025), ovvero +0,8% su base trimestrale.

Con riferimento alla dinamica tendenziale si nota, rispetto al secondo trimestre 2024, un incremento del fatturato (+3,4%), che consente di recuperare ampiamente la moderata contrazione riportata nel primo trimestre (-0,4%).

 

Le previsioni per il terzo trimestre 2025

Le aspettative delle imprese del commercio lodigiano per il terzo trimestre 2025, analizzate attraverso i saldi delle risposte (differenza tra ipotesi di aumento e di diminuzione), registrano una convergenza degli andamenti tra le dimensioni previsive afferenti al fatturato e agli ordini rivolti ai fornitori, entrambi in peggioramento rispetto alla precedente rilevazione.

In relazione alle aspettative sul fatturato, il passaggio del saldo da un quadrante positivo a uno negativo (da +11,6% a -18,2%) è determinato dal drastico ridimensionamento della quota di operatori con prospettive di crescita (da 30,2% a 11,4%) e dal parallelo rafforzamento delle frazione con stime di diminuzione per il terzo trimestre 2025  (18,6% delle imprese, contro il 29,5% del primo trimestre 2025).

Nei confronti degli ordini rivolti ai fornitori, le prospettive trimestrali permangono ancora in un ambito negativo, con un valore complessivo del saldo che si colloca a -6,8%, in ulteriore peggioramento quindi rispetto a quello registrato nei tre mesi precedenti (-4,7%).

Nei confronti dell’occupazione, la dinamica registra invece un assestamento sul valore del saldo espresso in precedenza, ossia +2,2%, in un contesto dove l’ipotesi di stabilità è condivisa da otto imprese su dieci.

 

 

I dati dell'indagine congiunturale, rivolta a un campione di imprese con 10 o più addetti, sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons.

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Indice del fatturato dei servizi

Nel secondo trimestre 2025, i servizi della provincia di Lodi proseguono nel trend di crescita che si manifesta sia nei confronti del precedente trimestre sia rispetto al secondo trimestre 2024.

L’indice trimestrale del fatturato (base 2015=100), al netto della componente stagionale, è ora collocato a 123,5 (122,4 nel primo trimestre 2025), mantenendo un ritmo di crescita analogo al trimestre precedente: su base trimestrale l’incremento è infatti pari a +0,9%.

Il quadro di crescita congiunturale si è riflesso sulla dinamica tendenziale: il fatturato dei servizi è aumentato del 3,1% rispetto al secondo trimestre dello scorso anno, evidenziando tuttavia una moderata decelerazione del saggio incrementale registrato nel primo trimestre (+3,7%).

 

Le previsioni per il terzo trimestre 2025

Le aspettative delle imprese dei servizi della provincia di Lodi per il terzo trimestre 2025 – espresse dai saldi delle risposte (differenza tra ipotesi di aumento e di diminuzione) – registrano un quadro di peggioramento che interessa sia il fatturato sia l’occupazione.

Nei confronti del fatturato si osserva un  cambio di segno del saldo rispetto alla rilevazione precedente (da +14,5% a -6,5%) quale effetto del dimezzamento della quota di imprese con aspettative di aumento (da 21,8% a 11,3%) e del contestuale rafforzamento, rispetto alla rilevazione precedente, della frazione di imprese con stime di decrescita (da 7,3% a 17,7%) in un contesto complessivo nel quale la stabilità del volume d’affari è prevista da oltre il 70% degli operatori dei servizi.

In relazione alle aspettative sull’occupazione, si registra un significativo peggioramento attribuibile al passaggio del saldo complessivo nel quadrante negativo (da +9,1% a -4,5%), in un contesto di stabilizzazione della dinamica che coinvolge l’85% delle imprese dei servizi del Lodigiano.

 

I dati dell'indagine congiunturale, rivolta a un campione di imprese con 10 o più addetti, sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons.

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Indice della produzione industriale

Nel secondo trimestre del 2025 l’artigianato manifatturiero lodigiano registra una battuta d’arresto dei principali indicatori, facendo seguito a una parentesi positiva del trimestre passato e continuando con un andamento piuttosto altalenante tra trimestri in negativo e in positivo, a fronte di una dinamica regionale che risulta più piatta.

La produzione è in calo del 5,4% rispetto allo stesso periodo del 2024, dopo aver registrato una variazione positiva nella scorsa rilevazione. Osservando una porzione più ampia del grafico, si può peraltro notare come l’artigianato lodigiano non sia ancora riuscito a recuperare i livelli produttivi raggiunti a inizio 2018.

Il numero indice della produzione (calcolato ponendo l’anno 2015 come base uguale a 100) scende quindi nel trimestre in esame fino a raggiungere quota 96,5.

 

Analisi congiunturale

La dinamica congiunturale dell’artigianato evidenzia un quadro negativo per tutti gli indicatori, all’opposto rispetto ai dati del primo trimestre dell’anno; a livello regionale si osserva invece una situazione più stabile e lievemente positiva.

La produzione dell’artigianato manifatturiero a Lodi si riduce su base congiunturale del 2% (dato destagionalizzato), rispetto a un minimo incremento dello 0,2% a livello lombardo. In maniera analoga il fatturato dell’artigianato lodigiano registra un calo dell’1,4% in tre mesi, mentre in regione si osserva una discreta tenuta (+0,1%).

La dinamica degli ordini risulta a sua volta simile. Il portafoglio ordini dell’artigianato locale si riduce su base congiunturale dell’1,7%, rispetto a una variazione nulla in Lombardia.

 

Analisi tendenziale

Il quadro dei dati tendenziali, quindi il confronto con il secondo trimestre del 2024, registra variazioni pesantemente negative, dunque in contrasto sia con quanto rilevato nel trimestre passato sia con i dati relativamente stabili a livello regionale.

La produzione dell’artigianato lodigiano denuncia una pesante flessione annua del 5,4%. In regione si regista per contro una leggera variazione di segno positivo (+0,3%).

In maniera analoga, il fatturato dell’artigianato locale si riduce del 6,1% rispetto allo stesso trimestre del 2024, mentre in Lombardia si mantiene una dinamica di crescita, anche se moderata (+0,4%).

Gli ordinativi tengono relativamente meglio, seppure si tratti comunque di un bilancio annuo negativo (-2,5%), a confronto con una variazione regionale quasi nulla (+0,1%).

 

Previsioni per il terzo trimestre 2025

Le aspettative degli operatori artigiani lodigiani nel trimestre registrano opinioni in prevalenza pessimiste, in linea con i giudizi dello scorso periodo per quanto riguarda produzione e domanda interna.

I giudizi sulla produzione peggiorano lievemente rispetto al trimestre passato, con un saldo negativo tra ottimisti e pessimisti di 27,6 punti percentuali. Scende in modo particolare fino al 6,9% la quota di operatori che si aspetta una crescita della produzione.

Sono piuttosto allineate a quelle sulla produzione anche le aspettative sulla domanda interna, con una quota di giudizi di aumento pari al 7,1% contro un 32,1% di giudizi di diminuzione. Risultano in terreno negativo nel trimestre anche le aspettative sull’occupazione, per le quali si osserva il 13,8% di rispondenti che si immagina un calo, a fronte di nessuna aspettativa di crescita.

 

 

I dati dell'indagine congiunturale, rivolta a un campione di imprese con 10 o più addetti, sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons.

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Indice della produzione industriale

L’industria manifatturiera lodigiana continua a evidenziare una robusta crescita anche nel secondo trimestre 2025. I tre indicatori rilevati –  produzione, fatturato e ordini – registrano una crescita sia su base congiunturale sia tendenziale. Sono positivi anche i dati che riguardano il mercato del lavoro, mentre restano prudenti le aspettative per il prossimo trimestre.

Rispetto al secondo trimestre del 2024 la produzione industriale del lodigiano cresce del 5,5%, un dato in linea con quello della scorsa rilevazione, come si osserva dal grafico. Il numero indice (calcolato ponendo pari a 100 l’anno 2015) sale nel trimestre in esame fino a quota 138,9. Osservando l’andamento della curva del numero indice della produzione manifatturiera, emergono chiaramente la forte flessione della prima metà del 2020 e la successiva ripresa, con una crescita in rallentamento tra 2022 e 2023 e una nuova fase di recupero nella prima metà del 2024.

 

Analisi congiunturale

Gli indicatori congiunturali dell’industria manifatturiera lodigiana confermano un’importante fase di crescita, migliorando la performance già positiva che si registra a livello regionale.

La produzione industriale evidenzia a Lodi una progressione rispetto allo scorso trimestre pari all’1,1% (dato destagionalizzato), a fronte di una crescita contenuta allo 0,4% in Lombardia.

La dinamica del fatturato segue piuttosto da vicino quella della produzione sia a livello provinciale (1,3%) sia regionale (0,5%). La quota del fatturato trimestrale realizzata all’estero è del 34% del fatturato totale nel lodigiano, e dunque in aumento, ma ancora di qualche punto inferiore al dato regionale (38,5%).

Gli ordini del manifatturiero lodigiano registrano una crescita congiunturale più robusta, beneficiando in primo luogo di un incremento della componente estera pari al 2,1%, conto un incremento dell’1,4% degli ordini interni. A livello lombardo si osserva un dato positivo, ma limitato a una crescita dello 0,5% per entrambe le componenti della domanda.

 

Analisi tendenziale

Rispetto al secondo trimestre del 2024, tutti gli indicatori del manifatturiero lodigiano evidenziano una robusta crescita, registrando una performance migliore di quella regionale. In primo luogo la produzione cresce del 5,5% a Lodi e solamente dello 0,6% nel complesso della regione.

Un’osservazione analoga riguarda il dato del fatturato, cresciuto in un anno del 6,1% a Lodi e dell’1,4% in Lombardia. Nel lodigiano il contributo alla crescita arriva soprattutto dalla componente interna, cresciuta del 7,5%, contro un 3,4% per il fatturato estero. A livello regionale avviene l’opposto: le vendite all’estero crescono più di quelle realizzate sul territorio nazionale (rispettivamente +2,4% e +0,7%).

Anche gli ordini acquisti nel trimestre registrano un aumento significativo, pari all’8,2%. Sia gli ordini esteri che interni evidenziano una crescita importante, rispettivamente del 10,4% e del 7,1%. Come per gli altri indicatori, i dati regionali sono di segno positivo ma la dinamica è estremamente più contenuta – limitata all’1,5% complessivo – con una performance migliore per gli ordini esteri (+2,2%).

 

Mercato del lavoro

L’osservazione degli indicatori del mercato del lavoro dell’industria manifatturiera lodigiana nel trimestre in esame restituisce un quadro piuttosto confortante. Nel secondo trimestre 2025 la quota delle imprese che dichiara di aver fatto ricorso alla CIG scende dal 6,5% del trimestre passato al 3,3%. In rapporto al monte ore trimestrale complessivo, le ore di CIG incidono solamente per lo 0,04% (rispetto allo 0,5% della rilevazione precedente).

Nel grafico si osserva come il picco di massimo della prima metà del 2020 (attorno al 60% di imprese che ha utilizzato la CIG) si sia gradualmente riassorbito nei trimestri successivi, in particolare nella seconda metà del 2021; una limitata fase di incremento si è registrata tra fine 2023 e metà 2024.

È estremamente positivo anche il saldo tra entrate e uscite di lavoratori, pari all’1,5%, grazie al tasso di ingresso particolarmente elevato (2,9%). Come si osserva dal grafico si tratta del saldo trimestrale migliore degli ultimi anni della rilevazione del manifatturiero lodigiano.

 

Previsioni per il terzo trimestre 2025

Le aspettative sul futuro prossimo degli imprenditori del manifatturiero lodigiano registrano qualche leggero peggioramento rispetto alla scorsa rilevazione. Le aspettative sulla produzione risultano estremamente prudenti, mentre al contrario di quanto evidenziato nel passato recente, la domanda interna presenta migliori prospettive rispetto alla domanda estera.

Riguardo la produzione si osserva una quota particolarmente elevata di previsioni di stabilità, pari al 60%. Il rimanente 40% degli intervistati si divide esattamente a metà tra chi si attende una crescita e chi un calo. Le prospettive sull’occupazione vedono aspettative di stabilità ancora più elevate (86,7%), con una leggera prevalenza dei pessimisti tra gli altri.

Le aspettative sulla domanda invece, come accennato, registrano una migliore prospettiva per il mercato interno. La quota di chi si aspetta una crescita degli ordini interni supera infatti coloro che indicano più probabile un calo; la larga maggioranza (76,7%) indica tuttavia prospettive di stabilità. Il saldo tra giudizi di crescita e di calo per la domanda estera è invece negativo (-7,4 punti percentuali), con una quota relativamente alta (25,9%) di operatori che si aspettano un peggioramento.

 

 

I dati dell'indagine congiunturale, rivolta a un campione di imprese con 10 o più addetti, sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons.

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Settori

Nei primi tre mesi del 2025 le esportazioni delle imprese lodigiane valgono oltre 1,5 miliardi di euro, segnando una piccola battuta d’arresto in termini di dinamica (-0,3% rispetto allo stesso periodo del 2024).

A livello settoriale, il comparto dell’elettronica si conferma il più rilevante a Lodi anche in questo trimestre: incide infatti per oltre il 50% delle esportazioni provinciali, per un valore delle merci esportate di poco meno di 860 milioni di euro.

Seguono per valore il comparto della chimica (179 milioni, l’11,4% del totale) e quello dell’alimentare (144 milioni pari al 9,2%); quindi gli apparecchi elettrici, anch’essi al di sopra dei 100 milioni di euro di flussi in uscita dalla provincia.

Le importazioni delle imprese lodigiane nel primo trimestre del 2025 ammontano a 2,7 miliardi di euro, senza variazioni rispetto allo stesso periodo del 2024, interrompendo una lunga crescita che ha interessato tutti i trimestri del 2024, come avvenuto per l’export.

La prima voce dell’import della provincia, come dal lato dell’export, è rappresentata dall’elettronica: in tre mesi si tratta di oltre 1,1 miliardi di euro di merci in arrivo dall’estero, equivalenti al 43,1% dei flussi di beni in arrivo in provincia.

Altri due comparti importanti per valore delle merci scambiate sono l’alimentare e la farmaceutica: rispettivamente 407 e 390 milioni di euro (che insieme costituiscono il 29,4% del totale). Più distante la chimica, unico altro comparto che supera la soglia dei 200 milioni di euro.

L’export lodigiano, dopo un 2024 di forte crescita, registra a inizio 2025 una piccola flessione annua -0,3%, circa 4,7 milioni di export in meno rispetto al primo trimestre del 2024. L’elettronica, il comparto principale, riporta invece una variazione di segno positivo, anche se limitata all’1,1% (ovvero un aumento di circa 9 milioni).

Tra gli altri comparti dell’export provinciale si osservano performance molto differenziate. In termini percentuali, la crescita maggiore riguarda la farmaceutica (+44,7%, quasi 20 milioni di euro in più), insieme alla voce residuale delle altre attività manifatturiere (+24,3%) e alla gomma-plastica (+18,2%). Cresce, seppur in misura minore, anche l’export dell’alimentare (+5,7%).

Tra i comparti in calo si segnala la chimica, il secondo per valore di scambi (-5,4%), oltre – tra gli altri – a macchinari (-20,1%) e prodotti in metallo (-9%).

In termini di dinamica, la variazione nulla dell’import lodigiano risulta da un sensibile calo che riguarda l’elettronica: -138 milioni di euro di merci scambiate rispetto al primo trimestre del 2024 (-10,6%). Tale diminuzione è stata tuttavia compensata da una crescita che riguarda la quasi totalità degli altri settori.

Registrano infatti una crescita estremamente robusta comparti importanti quali farmaceutica (+11,9%) e prodotti in metallo (+19,9%), mentre è più contenuto l’incremento dell’alimentare (+1,7%).

Variazione negativa, oltre all’elettronica, solamente per alcuni comparti di minori dimensioni, tra cui il principale è costituito dalla gomma-plastica (-10,1%).

 

 

Aree geoeconomiche globali

Le esportazioni delle imprese lodigiane nei primi tre mesi del 2025 riguardano in larghissima prevalenza i Paesi europei, verso cui è diretta la quasi totalità dei flussi in valore, per un ammontare di poco meno di 1,5 miliardi di euro.

La destinazione principale sono i Paesi dell’Unione Europea (1,4 miliardi), mentre 40 milioni di euro di merci solamente riguardano Paesi europei non UE, il principale dei quali è la Svizzera (9,9 milioni).

Al di fuori dell’Europa, interessano il continente asiatico 33,6 milioni di euro di export di merci del lodigiano (2,1% del totale), di cui circa la metà riguarda l’Asia Orientale (16,7 milioni) e 11,3 milioni il Medio Oriente; Cina e India sono i due mercati asiatici principali, entrambi attorno a 4,7 milioni di euro.

L’export verso il continente americano delle imprese lodigiane vale infine 21,6 milioni di euro (l’1,4% del totale), di cui oltre 12 milioni riguardano gli Stati Uniti.

L’import lodigiano si divide tra i flussi provenienti da Europa e Asia. La quota maggiore proviene dall’Europa: per il primo trimestre 2025 si tratta del 52,8% delle importazioni complessive e un ammontare di 1,4 miliardi di euro di merci. La quasi totalità di questi flussi proviene da Paesi che fanno parte dell’Unione Europea, con solamente 56 milioni di euro che riguardano gli altri mercati (Regno Unito e Svizzera in particolare).

Nel trimestre in esame arrivano dall’Asia il 46% delle importazioni provinciali, in cifre si tratta di 1,2 miliardi di euro. La Cina è il principale mercato asiatico di approvvigionamento del lodigiano, con 881 milioni di euro di merci, poco meno di un terzo dell’import provinciale complessivo; molto distante in termini di valore delle merci scambiate l’India, da cui provengono 180 milioni di euro di import in tre mesi.

La dinamica annua dell’export lodigiano evidenzia un netto contrasto tra la crescita dei mercati europei e la flessione che riguarda tutte le altre direttrici. Rispetto al primo trimestre del 2024, le esportazioni delle imprese lodigiane in Europa crescono del 2,2%, circa 30 milioni di euro di incremento annuo. Aumentano in particolare i flussi relativi ai mercati UE (+3,2%), mentre per i Paesi europei non UE si registra un calo del 23,6%, con importanti riduzioni che riguardano tutti i principali mercati (Regno Unito -8,4%, Svizzera -36,7%, Turchia -30,5%).

In Asia si osservano flussi dimezzati su base annua (-50,5%), che riguardano in maniera analoga Medio Oriente (-48,3%), Asia Centrale  (-60,5%) e Asia Orientale (-47,7%), registrando riduzioni importanti verso i mercati più significativi quali India (-40,6%) e Cina (-59,7%).

Cala sensibilmente anche l’export lodigiano nei confronti delle Americhe (-25,5%): si riduce in particolare l’America Settentrionale
(-35,5%), mentre si osserva una minima variazione positiva per i Paesi della parte centro-meridionale del continente.

Le importazioni di merci del lodigiano registrano una sostanziale stabilità rispetto al primo trimestre del 2024. Crescono del 5% le merci provenienti da Paesi europei, mentre all’opposto si nota una riduzione del 6,6% per quanto riguarda i mercati asiatici.

Nei confronti dell’Europa si riscontra una crescita annua delle importazioni dai partner della UE pari al 5,5%, contrapposta a una riduzione del 5% che riguarda gli altri mercati, con un calo rilevante del Regno Unito (-25,5%).

L’import lodigiano dall’Asia subisce un sensibile calo che riguarda i Paesi dell’Asia Orientale (-8,5%) e in modo particolare la Cina (-13,3%). Crescono invece le importazioni dall’Asia Centrale (+3,3%), così come da alcuni mercati dell’Estremo Oriente (Corea del Sud in particolare).

 

 

Dettaglio europeo

Nei primi tre mesi del 2025 il principale mercato per le esportazioni lodigiane in Unione Europea è – al pari degli ultimi anni – la Spagna, dove si dirigono 746 milioni di euro di merci provenienti dalla provincia, ovvero più della metà dei flussi diretti in UE e il 47% dell’export complessivo.

Il secondo mercato per valore delle esportazioni è la Francia – circa un quinto rispetto alla Spagna – con poco più di 160 milioni di euro di merci esportate.

La terza posizione è occupata dalla Grecia con 121 milioni di euro, quindi solamente quarta, e al di sotto della soglia dei 100 milioni di euro nel trimestre, si colloca la Germania.

Il primo Paese di approvvigionamento per le imprese lodigiane nell’Unione Europea si conferma la Germania, da cui provengono nel primo trimestre dell’anno 384 milioni di euro di merci, pari a circa il 28% dell’import da Paesi UE.

Seguono in graduatoria Francia e Spagna, entrambi e al di sopra della soglia dei 200 milioni di euro di merci movimentate in tre mesi, rispettivamente 253 e 215 milioni.

Solamente altri due mercati superano la soglia dei 100 milioni: si tratta di Paesi Bassi e Belgio, seguiti a distanza dai primi mercati dell’Europa dell’Est, Polonia e Slovacchia.

La dinamica dell’export della provincia di Lodi verso l’UE evidenzia una discreta crescita annua del 3,2%. Come si osserva dal grafico tuttavia, l’aumento complessivo nasconde performance molto differenti dei vari mercati.

La Spagna in primo luogo registra una riduzione del 3,3%, che significa circa 25 milioni di euro in meno, contro una crescita del 5,6% del mercato francese.

In termini percentuali si osserva un forte aumento che riguarda due mercati rilevanti per l’export lodigiano: la Grecia (+62%) e la Germania (+39,2%). Calano invece i flussi che interessano Portogallo (-3,2%) e Paesi Bassi (-2,8%).

L’import del lodigiano da Paesi UE cresce del 5,5% su base annua. Tale dinamica si deve principalmente all’apporto di mercati piccoli e medi, mentre sono in calo i flussi provenienti dai Paesi più grandi, in modo particolare i primi due: Germania (-2,7%) e Francia (-8,8%).

Una crescita importante riguarda la Spagna (+33%), a cui si aggiungono diversi Paesi dell’Europa dell’Est la cui rilevanza in termini di import è aumentata rispetto all’inizio del 2024: si tratta in particolare di Slovacchia (+67,1%), Ungheria (+61,5%) e Cechia (+52,6%). Risultano invece in diminuzione i flussi provenienti dalla Polonia (-8,4%), così come dai Paesi Bassi (-5,5%).

 

 

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Indice del fatturato dei servizi

Nel primo trimestre 2025, il fatturato dei servizi della provincia di Lodi continua il trend di crescita, che si manifesta sia nei confronti del precedente trimestre sia rispetto al primo del 2024.

L’indice del fatturato (base 2015=100), al netto della componente stagionale è aumentato su base trimestrale dello 0,9%, posizionandosi a quota 122,7 e superando dunque il valore precedente di 121,6.

Il quadro di crescita trimestrale si è riflesso sulla dinamica tendenziale, attestando l’incremento del fatturato dei servizi di Lodi a +3,7% rispetto al primo trimestre dello scorso anno.

La performance, analizzata attraverso la suddivisione delle imprese in relazione alle dinamiche del fatturato, evidenzia che oltre il 47% delle imprese del terziario lodigiano segnala un incremento del volume d’affari su base annua, con una crescita dichiarata oltre i 5 punti percentuali da parte del 43,6% degli operatori dei servizi.

Sul fronte opposto, le unità del terziario in contrazione sono invece pari a un quinto delle unità censite, con il 14,5% in flessione oltre i 5 punti, mentre circa un terzo del totale indica stabilità del fatturato  rispetto al primo trimestre 2024.

 

Le previsioni per il secondo trimestre 2025

Il sentiment delle imprese dei servizi della provincia di Lodi per il secondo trimestre 2025 – espresso dai saldi delle risposte (differenza tra ipotesi di aumento e di diminuzione) – registra una rilevante differenziazione tra le aspettative di ripresa del fatturato e quelle di decelerazione dell’occupazione.

Il quadro previsivo relativo al fatturato indica, rispetto alla precedente rilevazione, un sensibile progresso come evidenzia il passaggio del saldo da un quadrante negativo a uno positivo (da -3,3% a +14,5%).

Il miglioramento registrato è frutto del consistente calo delle stime di diminuzione (da 19,7% a 7,3%) e del contestuale rafforzamento, rispetto alla rilevazione precedente,  sia della quota di imprese con stime di crescita (da 16,4% a 21,8%) sia degli operatori con previsioni di stabilità (da 63,9% a 70,9%).

Nei confronti dell’occupazione, il primo trimestre 2025 mostra una riduzione del saldo complessivo delle risposte (da +11,5% a +9,1%) in un contesto di stabilizzazione della dinamica che coinvolge l’82% delle imprese dei servizi del Lodigiano.

 

 

I dati dell'indagine congiunturale, rivolta a un campione di imprese con 10 o più addetti, sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons.

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Indice del fatturato del commercio

Il commercio al dettaglio della provincia di Lodi registra un generale arretramento nel primo trimestre 2025: la dinamica evidenzia una riduzione che si manifesta sia su base trimestrale sia nei confronti del primo trimestre dello scorso anno.

L’indice trimestrale (base 2015=100) – al netto degli effetti stagionali – ha diminuito il suo valore rispetto al precedente trimestre, posizionandosi a quota 115,7 (115,8 nel quarto trimestre 2024), in contrazione dunque dello 0,1%.

Con riferimento alla dinamica tendenziale si registra, rispetto al primo trimestre 2024, una diminuzione del fatturato (-0,4%), che interrompe il sentiero crescente degli ultimi sei mesi del 2024.

 

Le previsioni per il secondo trimestre 2025

Le aspettative delle imprese del commercio lodigiano per il secondo trimestre 2025, analizzate attraverso i saldi delle risposte (differenza tra ipotesi di aumento e di diminuzione), registrano una divergenza degli andamenti tra gli ordini rivolti ai fornitori e all’occupazione da un lato – entrambi in peggioramento – e il fatturato dall’altro lato, per il quale si osserva invece il passaggio del saldo in terreno positivo rispetto alla collocazione del precedente trimestre.

Relativamente alle aspettative sul volume d’affari, il cambio di segno del saldo (da -4,5% a +11,6%) è determinato dalla diminuzione della quota di operatori con prospettive di riduzione (da 22,7% a 18,6%) e dal parallelo rafforzamento della frazione con stime di incremento per il secondo trimestre 2025 (il 30% delle imprese contro il 18,2% del quarto trimestre 2024).

Nei confronti degli ordini rivolti ai fornitori, le prospettive trimestrale permangono ancora in un ambito negativo, con un valore complessivo del saldo identico al precedente trimestre, ossia fermo a -4,7%.

In relazione all’occupazione, prevalgono ancora aspettative di stabilità,  condivise da otto imprese su dieci, accompagnate da una decelerazione del saldo complessivo (da +4,5% a +2,3%).

 

 

I dati dell'indagine congiunturale, rivolta a un campione di imprese con 10 o più addetti, sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons.

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Indice della produzione industriale

Nel primo trimestre del 2025 l’artigianato manifatturiero lodigiano evidenzia una discreta crescita dei livelli produttivi, recuperando rispetto al trimestre passato e continuando una fase ad andamento piuttosto altalenante tra trimestri in negativo e in positivo, a fronte di una dinamica regionale che risulta invece più costante.

La produzione cresce del 2,5% rispetto allo stesso periodo del 2024, in contrasto con il sensibile calo che si era registrato la scorsa rilevazione. Osservando una porzione più ampia del grafico, peraltro, si può notare come l’artigianato lodigiano non sia ancora riuscito a recuperare i livelli produttivi raggiunti a inizio 2018.

Il numero indice della produzione (calcolato ponendo l’anno 2015 come base uguale a 100) risale pertanto nel trimestre, tornando a toccare quota 100.

 

Analisi congiunturale

La dinamica congiunturale dell’artigianato indica una variazione di segno positivo di tutti gli indicatori, in recupero rispetto ai dati negativi del trimestre passato, con una performance nettamente migliore di quella che si riscontra a livello regionale.

La produzione dell’artigianato manifatturiero a Lodi cresce su base congiunturale dell’1% (dato destagionalizzato), rispetto a un calo dello 0,3% a livello lombardo. Un dato positivo si osserva anche per il fatturato dell’artigianato lodigiano, cresciuto dello 0,6% in tre mesi, meglio del dato regionale che risulta invece negativo (-0,3%).

La dinamica degli ordini appare piuttosto allineata tra il livello provinciale – dove si riscontra una crescita dello 0,3% – e quello regionale, per cui si registra un +0,2%.

 

Analisi tendenziale

Osservando la dinamica tendenziale, quindi confrontandoci con il primo trimestre del 2024, si conferma la buona performance dell’artigianato lodigiano, anche a confronto con la media regionale.

La produzione dell’artigianato lodigiano evidenzia una discreta crescita del 2,5% rispetto allo stesso periodo del 2024. A livello regionale si osserva al contrario una piccola flessione (-0,3%).

Anche la dinamica del fatturato registra un dato positivo: in provincia i ricavi dell’artigianato crescono in un anno dell’1,5% mentre a livello lombardo l’aumento è contenuto allo 0,7%.

Il portafoglio ordini mostra una dinamica meno brillante a livello provinciale, facendo segnare una variazione nulla su base annua, di poco migliore al -0,2% che si osserva in regione.

 

Previsioni per il secondo trimestre 2025

Le aspettative degli operatori continuano a essere prevalentemente negative, segnalando peraltro un sensibile peggioramento rispetto ai trimestri più recenti.

Riguardo la produzione, il saldo tra ipotesi di aumento e riduzione è in negativo di 25 punti percentuali, il dato più basso registrato da fine 2022. In particolare è molto contenuta la quota di operatori che si aspetta un aumento: si tratta solamente del 9,4%

Le aspettative sulla domanda interna risultano leggermente peggiori, presentando una quota di ottimisti limitata al 3,6% contro un consistente 32,1% di pessimisti. Per contro sono migliori le aspettative sull’occupazione, che evidenziano in realtà una quota superiore al 90% di giudizi di stabilità e un saldo in pareggio tra i pochi giudizi di crescita e riduzione.

 

 

I dati dell'indagine congiunturale, rivolta a un campione di imprese con 10 o più addetti, sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons.

MI
MB
LO
Trimestre
Primo
Anno
2025

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Indice della produzione industriale

L’industria manifatturiera lodigiana prosegue un importante percorso di crescita anche nel primo trimestre del 2025. Produzione, fatturato e ordini registrano una dinamica positiva sia su base congiunturale sia tendenziale. Migliorano nel contempo anche le aspettative degli operatori, mentre solamente dal mercato del lavoro arrivano alcuni segnali negativi.

A confronto con il primo trimestre del 2024 la produzione industriale del lodigiano registra una crescita del 5,3%, migliorando la performance degli ultimi trimestri, come si osserva dal grafico. Il numero indice (calcolato ponendo pari a 100 l’anno 2015) si attesta nel trimestre in esame a quota 136,9.

Osservando l’andamento della curva del numero indice della produzione manifatturiera, emergono chiaramente la forte flessione della prima metà del 2020 e la successiva ripresa, con una crescita in rallentamento tra 2022 e 2023 e una nuova fase di recupero nella prima metà del 2024.

 

Analisi congiunturale

Gli indicatori congiunturali dell’industria manifatturiera lodigiana registrano una crescita robusta, in contrasto con la dinamica più tiepida a livello regionale.

La produzione industriale a Lodi segna un incremento rispetto allo scorso trimestre dell’1,3% (dato destagionalizzato), contro una crescita contenuta allo 0,4% in Lombardia.

La crescita del fatturato risulta ancora superiore, pari al 3% in provincia, mentre in regione il dato è vicino allo zero. La quota del fatturato realizzato all’estero corrisponde al 31,5% del fatturato totale, diversi punti al di sotto del dato regionale del 38,5%.

Crescono anche gli ordini del manifatturiero lodigiano, in particolare la componente interna vede un incremento importante del 2,8%, mentre le commesse dall’estero aumentano solamente dello 0,9%.

Per l’industria lombarda si osserva una dinamica differente: gli ordini esteri segnano una crescita dello 0,4%, mentre quelli interni calano dello 0,3%.

 

Analisi tendenziale

Su base annua tutti gli indicatori del manifatturiero lodigiano segnano una variazione positiva e una performance migliore di quella regionale, con la sola eccezione della componente estera del fatturato. La produzione industriale mette in luce una robusta progressione del 5,3%, in forte contrasto con il calo osservato a livello regionale (-0,4%).

La dinamica del fatturato provinciale è di poco superiore a quella della produzione, con una crescita del 6,2%, rispetto a quella regionale relativamente modesta dello 0,7%. Nel lodigiano il contributo alla crescita del fatturato proviene esclusivamente dalle vendite realizzate in Italia, cresciute del 10,5% sullo stesso periodo del 2024, contro un sensibile calo del fatturato estero (-2,9%). Nel complesso del manifatturiero regionale invece è il fatturato estero a registrare una variazione positiva (+2,4%), che compensa la perdita segnata dal fatturato interno (-0,3%).

La dinamica degli ordini registra a sua volta un importante incremento, pari al 6,1%, che interessa soprattutto gli ordini interni (+7,3%), rinforzati comunque anche dalla componente estera (+3,5%). In Lombardia la crescita degli ordini si ferma invece all’1,4%, in quanto il +3% del portafoglio ordini esteri è limitato dalla dinamica più tiepida della componente interna (+0,3%).

 

Mercato del lavoro

Gli indicatori del mercato del lavoro dell’industria manifatturiera lodigiana evidenziano una piccola crescita del ricorso alla cassa integrazione rispetto allo scorso trimestre. Nel trimestre in esame passa infatti dal 2,5% al 6,5% la quota delle imprese che dichiara di avere fatto ricorso alla CIG. Sale leggermente anche la quota della CIG in rapporto al monte ore lavorate del trimestre che risulta comunque molto bassa, pari allo 0,5%.

Nel grafico si osserva come il picco di massimo della prima metà del 2020 (attorno al 60% di imprese che ha utilizzato la CIG) si sia gradualmente riassorbito nei trimestri successivi, in particolare nella seconda metà del 2021; una limitata fase di incremento si è registrata tra fine 2023 e metà 2024.

Il saldo tra entrate e uscite di lavoratori è negativo (-0,3%), identico a quello del trimestre precedente, un dato insolito per il primo trimestre dell’anno, quando generalmente si concentrano maggiori assunzioni; tale particolarità è dovuta, in questo trimestre, da un tasso di uscita relativamente elevato (1,7%).

 

Previsioni per il secondo trimestre 2025

Le aspettative sul futuro prossimo degli imprenditori del manifatturiero lodigiano esprimono un miglioramento complessivo del clima di fiducia. Tre indicatori su quattro presentano infatti una prevalenza di giudizi ottimisti; risultano in negativo solamente le aspettative sulla domanda interna.

Le stime sulla produzione evidenziano una quota elevata di giudizi di stabilità, superiore al 50%. Tra i rimanenti si osserva una piccola prevalenza dei giudizi di aumento (23,3%) contro quelli di riduzione (20%). La medesima differenza si registra per le aspettative sull’occupazione, per cui il 13,3% degli operatori si aspetta una crescita e il 10% invece ritiene più probabile un calo.

Nonostante i dati del trimestre indichino una performance migliore della domanda interna, le aspettative degli operatori prospettano un miglioramento della domanda estera, attesa in crescita dal 24% degli intervistati, ovvero il doppio rispetto a quanti ipotizzano una riduzione. La domanda interna registra invece un saldo negativo tra ottimisti e pessimisti, anche se in miglioramento a confronto con il trimestre passato (da -17,5 a -6,9 punti percentuali).

 

 

 

I dati dell'indagine congiunturale, rivolta a un campione di imprese con 10 o più addetti, sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons.

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MB
LO
Trimestre
Quarto
Anno
2024

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Settori

Nel corso del 2024 le esportazioni delle imprese lodigiane valgono complessivamente 6,9 miliardi di euro, registrando una robusta progressione del 21% rispetto al 2023.

A livello settoriale, più della metà dei flussi (57,2%) è costituita da prodotti del comparto dell’elettronica, che si conferma il più rilevante in provincia, per un valore delle esportazioni che si avvicina ai 4 miliardi di euro.

Piuttosto rilevanti per valore delle merci esportate anche il comparto della chimica (726 milioni, il 10,5% del totale) e quello dell’alimentare (646 milioni pari al 9,3%), al di sotto della soglia dei 500 milioni gli altri settori merceologici, tra i quali i principali risultano gli apparecchi elettrici (468 milioni) e i macchinari (253 milioni).

Le importazioni delle imprese lodigiane nel 2024 valgono nel complesso 10,9 miliardi di euro, registrando una forte crescita annua, per quanto inferiore a quella dell’export, risulta infatti un incremento del 10,6% (circa 1 miliardo di merci importate in più).

Come per l’export, il primo settore degli scambi con l’estero della provincia è rappresentato dall’elettronica, per un valore delle merci in arrivo di 5,5 miliardi di euro, che corrispondono quasi esattamente al 50% dei flussi complessivi che interessano la provincia.

L’alimentare è il secondo settore per dimensioni dell’import lodigiano, vale 1,6 miliardi di euro nel 2024 (il 14,9% del totale), seguito dalla farmaceutica a quota 1,3 miliardi (12,3%). Seguono ad una certa distanza in graduatoria gli altri settori, i primi dei quali sono la chimica con 745 milioni ed i prodotti in metallo a 463 milioni.

L’export lodigiano evidenzia una importante crescita del 21% rispetto al dato del 2023, circa 1,2 miliardi di euro in più. In valori assoluti è il comparto dell’elettronica ad avere fornito il contributo maggiore alla crescita, da solo ha movimentato quasi 1,1 miliardi di euro di merci in più rispetto allo scorso anno. In termini percentuali, il comparto cresce in un anno del 37,3%.

Crescono in ogni la maggioranza degli altri comparti dell’export provinciale, in particolare l’alimentare registra un incremento annuo del 7,1%, i macchinari del 13,1%, gli apparecchi elettrici e la farmaceutica entrambi attorno all’8%.

La principale eccezione in negativo è invece costituita dalla chimica, che registra un calo del 3,6%.

Anche per le importazioni si osserva una dinamica positiva, sebbene inferiore a quella dell’export, la crescita annua dei flussi dell’import lodigiano risulta infatti del 10,6%. L’elettronica è sempre il settore più rilevante in termini di contributo alla crescita, circa 760 milioni di euro di incremento rispetto al 2023, in percentuale un aumento del 16,2%, superiore alla media provinciale.

Tra i comparti maggiori si osserva un calo dell’import dell’alimentare (-2%) ed una flessione estremamente più rilevante che riguarda i macchinari (-25,2%).

Risultano in crescita quasi tutti i restanti comparti. Cresce moderatamente la farmaceutica (+3,1%), incrementi annui superiori al 10% riguardano tra gli altri le importazioni di apparecchi elettrici (+80,5%) e prodotti in metallo (+32%).

 

 

Aree geoeconomiche globali

Le esportazioni delle imprese lodigiane nel corso del 2024 interessano – come di consueto – in larga prevalenza Paesi europei verso cui sono diretti il 92,7% del valore dei flussi, 6,4 miliardi di euro, indirizzati principalmente a Paesi dell’Unione Europea (6,2 miliardi). Poco meno di 200 milioni di euro di merci riguardano Paesi europei non UE, il principale dei quali è la Svizzera (50 milioni).

Al di fuori dell’Europa, il continente asiatico è meta di quasi 290 milioni di euro di export del lodigiano (4,2% del totale), di cui 107 milioni riguardano il Medio Oriente e 117 milioni l’Asia Orientale; Cina (41 milioni) e India (36 milioni) sono i due mercati principali.

Riguardo al continente americano l’export lodigiano è pari a circa 117 milioni di euro (1,7% del totale), che per la parte preponderante (72 milioni) interessano i soli Stati Uniti.

L’import lodigiano si divide quasi a metà tra i flussi provenienti da Europa e Asia. Nel 2024 provengono dall’Asia il 51,1% delle importazioni provinciali, in valori assoluti oltre 5,5 miliardi di euro. La Cina è il mercato più rilevante, dalla quale provengono quasi 4 miliardi di euro di merci, più di un terzo dell’import provinciale complessivo; l’India è il secondo mercato di approvvigionamento per un valore di 860 milioni di euro.

L’incidenza del continente europeo sull’import del lodigiano è del 48,2%, circa 5,2 miliardi di euro, prevalentemente con origine da mercati dell’Unione Europea, mentre solamente 213 milioni si riferiscono a Paesi europei extra-UE (141 milioni riguardano il Regno Unito).

La crescita annua dell’export lodigiano beneficia soprattutto del forte incremento dei mercati europei (+22,6%) e molto meno della crescita dell’Asia (+6,6%). In Europa crescono soprattutto i flussi relativi ai mercati UE (+23,7%), mentre per i Paesi europei non UE si registra una riduzione del 4,3% per effetto di performance negative che riguardano Regno Unito (-8,9%), Svizzera (-12,6%) e Turchia (-20,4%).

In Asia si osservano incrementi rilevanti in termini percentuali verso Medio Oriente (+10,3%) e Asia Centrale (+59,3%) mentre si registra una riduzione dei flussi che interessano l’Asia Orientale (-12,2%), dovuta principalmente a un rilevante calo del mercato cinese (-22%).

Si segnala infine un discreto calo dell’export lodigiano nei confronti delle Americhe (-6,8%), dove si registra però una netta discrepanza tra la leggera crescita dei Paesi dell’America settentrionale (+1,4%) e il calo dell’America centro-meridionale (-20,1%).

Le importazioni di merci del lodigiano crescono del 10,6% rispetto al 2023. I flussi provenienti dal continente europeo registrano una crescita dell’8%, inferiore quindi alla media provinciale, mentre il contributo maggiore alla crescita arriva dall’Asia (+13,3%).

Nei confronti dell’Europa si riscontra una crescita annua delle importazioni dai partner della UE pari all’8,3% mentre nei confronti dei mercati non UE il bilancio è leggermente negativo (-0,3%) per effetto della riduzione dei flussi che riguardano Regno Unito (-2,4%) e Svizzera (-27%).

L’import lodigiano dall’Asia beneficia di un forte incremento dei flussi provenienti dal mercato indiano (+80,4%) che compensano ampiamente la contrazione riscontrata nel mercato cinese (-3,3%). Si osserva anche una forte crescita percentuale del Medio Oriente, poco rilevante però per volumi di merci scambiate (meno dello 0,1% del totale provinciale).

 

 

Dettaglio europeo

Nel 2024 il principale mercato per le esportazioni lodigiane verso l’Unione Europea, analogamente a quanto riscontrato negli anni recenti, è rappresentato dalla Spagna, verso la quale sono dirette quasi 3,5 miliardi di euro di merci provenienti dalla provincia, pari al 56,1% dei flussi diretti verso la UE e al 50,5% dell’export provinciale.

Il secondo mercato per valore delle esportazioni è la Francia con quasi 650 milioni di euro, circa un quinto del mercato spagnolo. La terza posizione è occupata dalla Grecia a quota 466 milioni di euro, seguita a distanza da Germania (293 milioni) e Portogallo (231 milioni); altri quattro pasi superano la soglia dei 100 milioni di export in un anno: Paesi Bassi, Belgio, Polonia e Cechia.

Il primo Paese di approvvigionamento per le imprese lodigiane nell’Unione Europea si conferma la Germania, da cui sono arrivate 1,4 miliardi di euro di merci in provincia nel 2024 che equivale a circa il 28% dell’import da Paesi UE.

La Francia è il secondo mercato, per un ammontare di 980 milioni di euro di merci in arrivo in un anno, quindi la Spagna, primo mercato per export, che dal lato dell’import movimenta 717 milioni di euro di merci.

Al di sotto dei 500 milioni di euro i restanti paesi, in particolare si segnalano flussi di merci piuttosto rilevanti provenienti da Paesi Bassi (477 milioni) e Belgio (quasi 405 milioni).

La dinamica dell’export della provincia di Lodi verso l’UE registra una robusta crescita a confronto con il 2023 pari al 23,7%. Come si osserva dal grafico, la quasi totalità dei mercati europei più rilevanti presenta una variazione positiva.

In valori assoluti, il contributo più importante alla crescita proviene dal mercato spagnolo, cresciuto in un anno di quasi 700 milioni (+24,9%). In termini percentuali spicca invece il dato relativo alla Grecia, che registra flussi pari a oltre cinque volte quelli relativi al 2023. Risultano in crescita – anche se a una velocità inferiore – altri mercati rilevanti quali Francia (+4,3%), Germania (+7,4%) e Portogallo (+8,6%).

L’import lodigiano da Paesi UE segna un incremento dell’8,3% rispetto al 2023. Crescono i flussi di merci in arrivo da quasi tutti i paesi più rilevanti, in particolare dai primi tre, per i quali si osserva una discreta progressione per Germania (+8,4%) e Francia (+8,9%) ed un incremento più contenuto per la Spagna (+1,3%).

Le variazioni positive più rilevanti in termini percentuali riguardano alcuni paesi dell’Europa dell’est ovvero Polonia, Slovacchia ed Ungheria, con flussi di merci raddoppiati in valore rispetto al 2023 nel caso di Slovacchia ed Ungheria.

Pochi mercati tra quelli presenti nel grafico registrano una variazione negativa, tra questi il più importante è costituito dai Paesi Bassi, in calo annuo del 3,2%.