Monza Brianza

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Indice del fatturato del commercio

Nel terzo trimestre 2025 il commercio al dettaglio della provincia di Monza Brianza registra un primo segnale di ripresa, che consente al  settore di recuperare la fase di debolezza della dinamica che aveva caratterizzato la prima parte del 2025.
Il fatturato è in aumento sia nei confronti del precedente trimestre (come rilevato dall’indice trimestrale) sia rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Al netto della componente stagionale, l’indice trimestrale del fatturato (base 2015=100) si è quindi assestato a quota 123,4 (123,1 nel secondo trimestre 2025), registrando un aumento pari a +0,3%.
L’inversione del trend si è riflessa sull’andamento tendenziale del fatturato: la crescita registrata (+1,3%) evidenzia un segnale di discontinuità rispetto alla flessione registrata del primo trimestre 2025 (-1,1%) e alla dinamica stagnante del successivo.

 

Le previsioni per il quarto trimestre 2025

Il quadro previsivo delle imprese brianzole del commercio per il quarto trimestre 2025 (analizzato attraverso i saldi delle risposte, ovvero la differenza tra ipotesi di aumento e di diminuzione) registra un miglioramento nei confronti del fatturato e dell’occupazione, insieme a un recupero per gli ordini rivolti ai fornitori.
Nei confronti del fatturato, il saldo complessivo determina un posizionamento in terreno positivo, passando da -13,9% a +3,7%. 
L’approfondimento di analisi evidenzia che la previsione di aumento è condivisa dal 29% delle imprese, mentre per oltre un quarto degli operatori le attese si orientano verso un’ulteriore flessione; l’ipotesi di stabilità è invece condivisa dal 46% delle imprese del commercio.
Rispetto agli ordini rivolti ai fornitori, si osserva un miglioramento del saldo rispetto alla precedente rilevazione: pur essendo collocato ancora in un intorno negativo, passa da -19,8% a -4,7%.
Il dettaglio analitico evidenzia che l’ipotesi di arretramento è stimata da poco meno di un quarto delle imprese, la stabilità da circa il 56%  del campione, mentre l’aumento è previsto solamente da circa un quinto degli operatori.
Nei confronti dell’occupazione, il quadro previsivo è orientato in prevalenza verso la stabilità, così come indicato dall’80% delle imprese. Per la restante frazione si registra inoltre un saldo complessivo positivo pari a +4,7%.

 

 

I dati dell'indagine congiunturale, rivolta a un campione di imprese con 10 o più addetti, sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons.

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Indice del fatturato dei servizi

Dopo il rallentamento manifestatosi nel primo trimestre, i servizi della provincia di Monza Brianza hanno evidenziato una ripresa del percorso di crescita che si è consolidato e sviluppato sia nel secondo che nel terzo trimestre 2025.
Al netto della componente stagionale, l’indice del fatturato (base 2015=100) ha raggiunto nel terzo trimestre 2025 un nuovo punto di massimo storico, posizionandosi a 144,6 (143 nel secondo trimestre), corrispondente a un aumento dell’1,1% rispetto al trimestre precedente.
L’incremento osservato si è riflesso ampiamente sulla dinamica tendenziale, che ha pertanto registrato una crescita significativa del fatturato rispetto al terzo trimestre dello scorso anno (+4%), largamente superiore a quanto ottenuto nella prima parte del 2025.
L’analisi dettagliata della dinamica dei servizi della Brianza, effettuata attraverso l’approfondimento delle aree di crescita, diminuzione e stabilità del fatturato rispetto al terzo trimestre 2024, evidenzia una polarizzazione significativa tra le aree di aumento e di diminuzione. 
In particolare, si osserva una riduzione della quota di imprese con volume d’affari stabile (dal 31,8% al 23,1%) e il conseguente accrescimento sia dell’area di incremento del volume d’affari – che si attesta al 43,5% (38,6% nel secondo trimestre) – sia della frazione di imprese con fatturato in contrazione, che coinvolge il 33% degli operatori dei servizi (29,5% nel secondo trimestre 2025).

 

Settori

Il terzo trimestre 2025 ha evidenziato sia la prosecuzione del trend negativo per il settore degli alberghi e ristoranti sia l’accelerazione della dinamica espansiva per i servizi alle imprese e alle persone, oltre alla ripresa del fatturato per il commercio all’ingrosso.
Il comparto dei servizi alle imprese ha continuato  a svolgere un ruolo di traino per la dinamica dei servizi della provincia di Monza Brianza. Il significativo incremento su base annua del fatturato (+5,9%) ha, inoltre, evidenziato una dinamica di crescita più intensa rispetto alla Lombardia (+3,4%).
Passando all’analisi degli altri comparti, nel terzo trimestre 2025 la ristorazione e ospitalità alberghiera prosegue il suo trend discendente del volume d’affari (-2,3%), in controtendenza rispetto all’aumento ottenuto in Lombardia (+1,8%).
Tra i segmenti in crescita si segnalano, invece, i sevizi alle persone, con una nuova accelerazione della dinamica registrata sia nell’area brianzola (+2,6%) sia in ambito regionale (+4,5%), dove aumenta con maggiore intensità.
In relazione al commercio all’ingrosso, dopo la battuta d’arresto del secondo trimestre,  si osserva un recupero del fatturato sia nella provincia di Monza Brianza (+3,7%) sia in Lombardia (+1,6%).

 

Le previsioni per il quarto trimestre 2025

Le aspettative delle imprese dei servizi della provincia di Monza Brianza per il quarto trimestre 2025, analizzate attraverso i saldi delle risposte (differenza tra ipotesi di aumento e di diminuzione), si collocano ancora in terreno negativo sia per il fatturato sia per l’occupazione.
Con riferimento al fatturato, le previsioni per il quarto trimestre 2025  insistono in un quadrante decisamente negativo (-11,6%), determinato dalla prevalenza della quota di imprese con stime di diminuzione (26,5%) rispetto alla frazione con previsioni di crescita (15%), in un contesto dove la stabilità del fatturato è attesa dal 58,5% degli operatori.
Nei confronti dell’occupazione, il netto peggioramento delle aspettative per il quarto trimestre 2025 – espresso dal passaggio del saldo da un intorno positivo a uno negativo (-6,8% contro +0,8% della precedente rilevazione) – si relaziona alla riduzione della frazione di imprese collocate nel quadrante di crescita (da 10,1% a 8,9%) e al parallelo rafforzamento della quota di operatori con aspettative di diminuzione (da 10,1% a 15,8%). Resta comunque prevalente la porzione di imprese che prevede stabilità, stimata da oltre il 75% delle imprese.

 

 

I dati dell'indagine congiunturale, rivolta a un campione di imprese con 10 o più addetti, sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons.

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Indice della produzione industriale

Nel terzo trimestre del 2025 l’artigianato manifatturiero brianzolo registra una sensibile crescita congiunturale della produzione, mantenendo però un bilancio negativo su base annua. A confronto con lo stesso trimestre dello scorso anno si osserva infatti un calo della produzione dello 0,2%. Risulta positiva la dinamica del fatturato, mentre segnali negativi arrivano dagli ordini. Rimangono nel contempo pessimiste le aspettative degli operatori sull’immediato futuro.
Nel grafico è evidente la crescita della produzione industriale successiva alla pandemia: tra il 2021 e il 2022 l’artigianato manifatturiero brianzolo ha registrato infatti un sostenuto aumento, che tuttavia non permane negli anni successivi. Tra 2023 e 2024 si verifica infatti un progressivo rallentamento della crescita, fino alle variazioni di segno negativo riscontrate nel 2025.
Il numero indice della produzione (espresso con base 2015 pari a 100) si colloca a quota 123,1 nel trimestre in esame, un livello produttivo che torna a quello del primo trimestre 2024.

 

Analisi congiunturale

Dopo il calo registrato consecutivamente per tre trimestri, la dinamica congiunturale dell’artigianato brianzolo segna un incremento della produzione (+0,3%, dato destagionalizzato), che si accompagna al valore positivo lombardo (+0,6%).
Interrompe la fase negativa anche il fatturato che, seppure con un incremento inferiore a quello regionale (+0,9%), registra una crescita congiunturale dello 0,5%.
Le vendite sui mercati esteri incidono sul fatturato dell’artigianato manifatturiero brianzolo nel trimestre per il 6% del fatturato complessivo, al di sotto della media regionale, pari al 7%.
La dinamica degli ordini segna il dato peggiore, con una minima variazione negativa dello 0,1%. Altrettanto stagnante l’andamento a livello lombardo, solo leggermente superiore allo zero (+0,1%).

 

Analisi tendenziale

Su base tendenziale, quindi a confronto con il terzo trimestre del 2024, l’artigianato manifatturiero brianzolo registra un calo di produzione e ordini, mentre cresce il fatturato. In regione si mantiene invece una dinamica migliore per tutti gli indicatori.
La produzione industriale dell’artigianato brianzolo si riduce dello 0,2% (dato destagionalizzato) a confronto con lo stesso trimestre del 2024; si tratta comunque di un dato in recupero rispetto al calo più consistente della rilevazione precedente. A livello regionale si osserva al contrario una discreta crescita (+1,6%).
Come premesso, tiene invece il fatturato della provincia, dopo una perdita sensibile riscontrata nel trimestre scorso. Si tratta di un +1,1%, valore che si mantiene in ogni caso inferiore alla crescita regionale dell’1,9%.
Il dato peggiore riguarda la dinamica del portafoglio ordini, che in Brianza registra un calo del 2,7% rispetto al terzo trimestre del 2024, mentre in regione si riscontra un debole +0,2%.

 

Previsioni per il quarto trimestre 2025

Le aspettative degli imprenditori dell’artigianato manifatturiero brianzolo si mantengono in prevalenza negative anche nel trimestre in esame, seppure con qualche leggero miglioramento rispetto al periodo precedente.
La produzione è stimata in calo da una quota di imprese che supera di oltre il triplo quella che ipotizza invece una crescita. Il saldo tra giudizi ottimisti e pessimisti risulta in negativo di 23,6 punti percentuali, comunque lievemente superiore al saldo dello scorso trimestre.
Sono piuttosto simili le aspettative sulla domanda interna. Circa un terzo degli operatori ritiene probabile un calo, contro solamente l’11,3% che si aspetta una crescita.
Le stime sull’occupazione rimangono improntate – come di consueto – alla stabilità: circa l’82% degli operatori non si immagina variazioni; tra i rimanenti si osserva però una prevalenza di aspettative di riduzione.

 

 

I dati dell'indagine congiunturale, rivolta a un campione di imprese con 10 o più addetti, sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons.

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Indice della produzione industriale

L’industria manifatturiera brianzola evidenzia per il secondo trimestre consecutivo un calo della produzione, sia su base congiunturale che tendenziale, in contrasto con i dati positivi del manifatturiero regionale.
Nonostante la flessione dei livelli produttivi, crescono fatturato e ordini acquisiti dall’industria brianzola. Riguardo al mercato del lavoro si osserva un discreto ricorso alla CIG, in linea con le ultime rilevazioni e una leggera crescita degli addetti. Da ultimo, le aspettative degli imprenditori sul futuro immediato risultano prudenti per quanto riguarda la produzione e lievemente negative per la domanda.
Nel grafico si osserva il rallentamento della crescita tendenziale della produzione industriale brianzola a partire dal 2022, culminato in due trimestri consecutivi di segno negativo tra fine 2023 e inizio 2024, con una nuova fase di calo significativo da metà 2025. Il numero indice della produzione industriale (calcolato ponendo pari a 100 il 2015 come anno di riferimento) risulta a quota 115,2 nel trimestre in esame.

 

Analisi congiunturale

A livello congiunturale, quindi a confronto con il secondo trimestre del 2025, l’industria brianzola registra un calo della produzione e una contemporanea crescita degli altri indicatori, presentando una dinamica nel complesso peggiore di quella regionale.
In Brianza la produzione industriale su base congiunturale denuncia un calo rilevante dell’1,5% (dato destagionalizzato), mentre a livello lombardo si registra una variazione positiva (+0,7%), che prosegue la crescita della prima metà dell’anno.
Il fatturato dell’industria brianzola aumenta in tre mesi dello 0,9% (+1,6% in regione), recuperando quindi la flessione del periodo precedente, grazie soprattutto alle vendite nel mercato interno. La quota di fatturato realizzata all’estero dalle imprese manifatturiere brianzole è invece quasi invariata rispetto a tre mesi fa (35,6%) e rimane al di sotto della media lombarda (38,3%).
Si registrano dati di segno positivo anche per quanto riguarda gli ordini, per cui si osserva una progressione sia della componente estera (+0,8%) sia di quella interna (+2%). Positiva anche la dinamica a livello lombardo, dove il portafoglio degli ordini esteri cresce dell’1,3% in tre mesi, contro lo 0,8% di quello interno.

 

Analisi tendenziale

La dinamica tendenziale, ovvero rispetto al terzo trimestre del 2024, risulta simile a quella congiunturale, presentando un importante calo dei livelli produttivi, mentre fatturato e ordini evidenziano una discreta crescita.
Il calo della produzione industriale brianzola (-5,7%) è in netto contrasto con la crescita del 2,2% che si osserva in regione.
Il fatturato registra invece una variazione annua di segno positivo, sebbene nettamente inferiore alla dinamica lombarda: si tratta di una crescita dell’1,2% in provincia e del 4,4% in regione. In entrambi i livelli territoriali sono le vendite realizzate all’estero a presentare la dinamica migliore: in Brianza il fatturato estero cresce in un anno dell’1,5% contro l’1% del fatturato interno, mentre nell’insieme della regione si osserva una crescita del 6,6% per i mercati esteri, contro un 3% di incremento delle vendite in Italia.
La dinamica degli ordini vede una crescita piuttosto robusta su entrambi i livelli territoriali. L’incremento annuo degli ordini è del 3,9% in Brianza, con differenze minime tra gli ordini interni e quelli esteri. La crescita degli ordini del manifatturiero lombardo è invece del 3,1%, soprattutto grazie alla buona dinamica degli ordini esteri (+4,1%).

 

Mercato del lavoro

Gli indicatori dell’indagine congiunturale relativi al mercato del lavoro dell’industria brianzola registrano un ricorso alla cassa integrazione guadagni in linea con il trimestre passato e un saldo leggermente positivo tra entrate e uscite di lavoratori.
Nel trimestre in esame si osserva un valore relativamente basso del tasso di uscita dal mercato del lavoro (1,9%) rispetto ai periodi recenti, compensato da un tasso di entrata del 2,1%, che comporta dunque un incremento degli addetti del manifatturiero brianzolo dello 0,2%.
La quota di imprese che dichiara di avere fatto ricorso alla CIG scende leggermente dall’11,4% dello scorso trimestre al 10,2% attuale, mantenendosi in ogni caso di qualche punto al di sopra dei valori registrati negli ultimi tre anni, come si può osservare dal grafico. Resta invariato invece l’utilizzo della CIG in termini percentuali sul monte ore lavorate, pari all’1,4% come nel trimestre precedente.

 

Previsioni per il quarto trimestre 2025

Il clima di fiducia degli imprenditori brianzoli migliora per tutti gli indicatori, nonostante la prolungata fase di riduzione della produzione.
Le aspettative sulla produzione registrano un pareggio tra le quote di ottimisti e di pessimisti, entrambe pari al 22,8%, dopo cinque trimestri consecutivi in cui prevalevano ipotesi negative. Le aspettative sull’occupazione registrano il dato migliore: pur in presenza, come di consueto, di una quota superiore all’80% di giudizi di stabilità, tra i restanti operatori prevalgono previsioni ottimiste.
I giudizi sulla domanda interna ed estera sono ancora in terreno prevalentemente negativo, ma mostrano comunque un deciso miglioramento rispetto al clima di fiducia dei trimestri recenti. Si registra infatti un saldo negativo tra giudizi di crescita e di diminuzione pari solamente a 1,6 punti percentuali per la domanda interna e a 2,6 punti per quella estera.

 

 

I dati dell'indagine congiunturale, rivolta a un campione di imprese con 10 o più addetti, sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons.

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Settori

Nei primi sei mesi del 2025 le esportazioni delle imprese brianzole valgono in tutto 7,6 miliardi di euro, con una rilevante crescita del 2,8% rispetto allo stesso periodo del 2024.

I maggiori comparti dell’export provinciale nel periodo considerato sono rappresentati dalla farmaceutica e dai prodotti in metallo, entrambi con 1,4 miliardo di euro di merci movimentate. Al di sotto della quota del miliardi di euro troviamo quindi la chimica (956 milioni) seguita dai macchinari (938 milioni); complessivamente, questi quattro comparti costituiscono quasi i due terzi (62,8%) dell’export della Brianza.

La graduatoria prosegue con l’elettronica che vale 734 milioni di euro, seguita dalla voce residuale delle altre attività manifatturiere (577 milioni) – al cui interno troviamo la produzione di mobili (500 milioni) –e dalla gomma-plastica a quota 425 milioni. Superano la soglia dei 200 milioni di export nel semestre anche abbigliamento e apparecchi elettrici.

Tra gennaio e giugno 2025, le importazioni di merci delle imprese brianzole ammontano a 7,1 miliardi di euro, registrando una forte crescita (+21,9%) rispetto allo stesso periodo del 2024.

La scomposizione per settore di attività evidenzia la farmaceutica come primo comparto per valore: si tratta di ben 2 miliardi di euro, che equivalgono al 28,2% dell’import provinciale. Seguono in graduatoria i prodotti in metallo con 957 milioni, quindi la chimica che vale poco meno di 870 milioni. Nel complesso, i primi tre settori incidono per il 53,8% dell’import provinciale.

Proseguendo con la graduatoria, troviamo i macchinari che valgono 674 milioni e successivamente l’elettronica a 567 milioni. Su valori più bassi si collocano gli apparecchi elettrici, poco sopra i 420 milioni di euro, mentre gli alti comparti non superano i 400 milioni.

In un anno, a confronto con i primi sei mesi del 2024 le esportazioni delle imprese di Monza Brianza aumentano del 2,8%, in valori assoluti si tratta di un incremento di circa 200 milioni di euro.

La crescita è dovuta in realtà soprattutto a un solo comparto – quello della farmaceutica – cresciuto del 54,7% su base annua, ovvero oltre 510 milioni di euro in più.

Aumenta, anche se in misura meno significativa, il segmento dei prodotti in metallo (+9,3%), mentre tra i comparti principali calano le esportazioni dei macchinari (-11,1%) e della chimica (-7,9%).

Tra i restanti comparti, si segnala un’importante flessione dell’export di elettronica (-27,7% ovvero circa 280 milioni di euro in meno) e gomma-plastica (-8,4%); per contro, crescono l’abbigliamento (+13,6%) e gli apparecchi elettrici (+9,6%).

Le importazioni delle imprese brianzole crescono del 21,9% rispetto allo scorso anno (quasi 1,3 miliardi di euro in più): un incremento molto più rilevante di quello dell’export, che si ferma a un +2,8%.

Come per l’export, la farmaceutica è il comparto con maggiore impatto sulla crescita delle importazioni: rispetto ai primi sei mesi dello scorso anno registra infatti flussi praticamente raddoppiati.

Quasi tutti gli altri comparti manifatturieri presentano una crescita delle importazioni, salvo due eccezioni costituite da elettronica (-2,8%) e macchinari (-1,1%). Tra i maggiori settori si osserva un forte incremento dei prodotti in metallo (+15,8%, circa 130 milioni di euro in valori assoluti), più contenuta la crescita della chimica (+6,9%).

 

 

Aree geoeconomiche globali

Per quanto riguarda la distribuzione geografica dell’export brianzolo, nella prima metà del 2025 il 68,1% si dirige verso Paesi europei, poco meno di 5,2 miliardi di euro, di cui 3,8 riguardano Paesi dell’Unione Europea e quasi 1,4 interessano invece Paesi europei extra-UE. Tra questi ultimi, il più rilevante si conferma la Svizzera, meta di 836 milioni di euro di export dalla Brianza, seguita a grande distanza dal Regno Unito, che supera di poco i 200 milioni.

Il continente asiatico intercetta invece 1,4 miliardi di euro di esportazioni della Brianza, pari al 18,4% dei flussi in uscita dalla provincia. La gran parte di questi flussi, pari a circa 950 milioni, riguardano l’Asia Orientale: in particolare 214 milioni sono diretti in Cina e quasi 370 verso le quattro Tigri Asiatiche (con una netta prevalenza di Singapore che ne assorbe la metà).

L’export verso le Americhe vale poco più di 810 milioni di euro, di cui 576 riguardano i soli Stati Uniti. Nel complesso, il continente americano incide per il 10,7% delle esportazioni provinciali. Africa e Oceania sono infine meta di 216 milioni di euro di esportazioni, pari al 2,8% del totale provinciale.

Le merci importate dalla Brianza nei primi sei mesi del 2025 provengono per il 73,7% da Paesi europei, per un valore di 5,2 miliardi di euro, di cui la maggior parte – pari a circa il 60% dell’import complessivo – riguarda Paesi membri dell’Unione Europea (4,3 miliardi). Dei restanti 925 milioni che arrivano da Paesi europei non UE, la Svizzera è il partner più importante (quasi 695 milioni).

Al di fuori dell’Europa, gli approvvigionamenti di merci delle imprese brianzole riguardano principalmente il continente asiatico: in cifre 1,3 miliardi di euro di merci (il 18,6% del totale, quota analoga a quella dell’export); la Cina è il mercato singolo più importante, con 594 milioni. Dal continente americano provengono poco più di 500 milioni di euro di merci, il 7,2% dell’import complessivo, la gran parte delle quali (460 milioni) arriva dagli Stati Uniti.

La dinamica per area geografica dell’export della Brianza evidenzia una crescita dovuta quasi esclusivamente ai mercati europei. L’export verso l’Europa aumenta infatti dell’11% in un anno (514 milioni di incremento), con una buona performance che riguarda sia i mercati UE (+9,7%) sia i Paesi europei extra-UE (+15%); tra questi ultimi, la crescita è imputabile pressoché unicamente alla Svizzera (+24%), mentre sono in diminuzione gli altri mercati.

Registrano un sensibile calo le esportazioni brianzole verso l’Asia (-15,3%): oltre 250 milioni di euro in meno rispetto allo stesso periodo del 2024. Segnano una piccola crescita i Paesi del Medio Oriente (+3,2% in un anno), mentre si riducono l’Asia Centrale (-1,7%) e, ancor più, quella Orientale (-21,6%). Un calo di ridotta entità riguarda il mercato cinese (-2,6%) e soprattutto le quattro Tigri Asiatiche (-39,7%), in particolare sono quasi dimezzati i flussi di merci verso Singapore; in controtendenza il mercato giapponese, che registra una crescita importante (+63,7%).

Il continente americano evidenzia una minima variazione di segno negativo dell’export brianzolo (-0,3%), per effetto di una riduzione delle esportazioni che interessano l’America centro-meridionale (-14,2%), mentre crescono i flussi verso la parte settentrionale del continente (+4,6%).

La dinamica dell’import della Brianza registra una crescita molto sostenuta per quanto riguarda tutte le principali direttrici geografiche. Si osservano variazioni positive rilevanti per le merci in arrivo da Europa (+22,9%), America (+27,7%) e Asia (+17%). In Europa la dinamica positiva riguarda sia i Paesi dell’Unione Europea (+23,5%) sia i restanti mercati (+20,1%).

L’Asia segna una robusta crescita in tutte le sue macro-aree; in termini percentuali si tratta di un incremento del 48,4% dal Medio Oriente, del 23,2% dall’Asia Centrale e del 16% da quella Orientale. Un ottimo risultato arriva anche dalla Cina (+19,8%), mentre alcuni mercati dell’Estremo Oriente risultano in controtendenza, il più rilevante dei quali è la Corea del Sud (-13,3%).

Per quanto riguarda l’America infine, la crescita annua delle importazioni si deve soprattutto all’aumento dei flussi che coinvolgono gli Stati Uniti (+30,5%), mentre risulta piuttosto contenuta la dinamica della parte centro-meridionale del continente (+1,6%).

 

 

Dettaglio europeo

Tra gennaio e giugno del 2025 è la Germania la principale destinazione dell’export delle imprese brianzole all’interno dei Paesi dell’Unione Europea: si tratta di 779 milioni di euro di merci esportate, pari al 20,5% del totale diretto in UE e al 10,2% dell’export complessivo.

Il secondo Paese di destinazione è rappresentato dai Paesi Bassi, poco al sotto della soglia dei 700 milioni, quindi la Francia a quota 559 milioni; in totale questi tre mercati valgono oltre la metà dell’export brianzolo in UE e il 26,7% del dato complessivo.

A maggiore distanza si collocano Belgio e Spagna, entrambi attorno alla soglia dei 300 milioni di export in sei mesi, seguiti dalla Polonia poco al di sotto dei 200 milioni.

Dal lato dell’import sono i Paesi Bassi il primo partner commerciale delle imprese brianzole in Europa, per un totale di 1,1 miliardi di euro di merci in arrivo nella prima metà del 2025, pari al 25,7% dei flussi complessivi relativi all’Unione Europea.

La Germania occupa la seconda posizione della graduatoria con poco meno di 960 milioni di euro di merci in arrivo nei primi sei mesi del 2025.

Di fatto, quasi la metà dell’import brianzolo in arrivo dall’UE (e il 30% di quello complessivo) proviene da questi due soli mercati.

Tra i maggiori mercati di approvvigionamento delle imprese brianzole in UE seguono l’Irlanda in terza posizione, poco sotto i 500 milioni, la Francia a quota 386 milioni, quindi Belgio e Spagna tra i 300 e i 200 milioni.

L’export brianzolo in UE aumenta del 9,7% rispetto ai primi sei mesi del 2024. Come è evidente dal grafico, la crescita è in realtà concentrata in pochi mercati – tre in particolare – per i quali si osserva una dinamica estremamente robusta: si tratta di Paesi Bassi (+49,5%), Belgio (+211,4%) e Croazia (+81%).

Risultano invece in calo i flussi che riguardano la maggior parte degli altri mercati, in modo particolare quelli più importanti. Germania e Polonia registrano le flessioni maggiori in termini percentuali (-7,5% e -8,1% rispettivamente), più contenuto il calo che riguarda Francia (-4,1%) e Spagna (-2,5%).

L’import provinciale dai Paesi membri dell’Unione Europea aumenta in un anno del 23,5%. Come per l’export, si tratta di una dinamica di crescita influenzata da pochi mercati: in primo luogo Paesi Bassi (+71,6%) e Irlanda (+76,3%) e, in misura minore – sia in percentuale sia per volumi interessati – Svezia (+41,8%), Cechia (+37,8%) e Danimarca (+35,7%).

Sono in crescita i flussi provenienti dalla maggior parte degli altri Paesi partner della UE, anche se a velocità molto inferiori: aumentano in particolare del 2,2% le merci in arrivo dalla Germania, del 13,8% quelle dal Belgio e dell’8% dalla Spagna. Tra i pochi mercati in calo, la Francia (-12,1%) risulta il più importante.

 

 

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Indice del fatturato del commercio

Nel secondo trimestre 2025 il commercio al dettaglio della provincia di Monza Brianza registra una stagnazione del fatturato che segue alla contrazione rilevata nel primo trimestre, come evidenziano sia l’indice trimestrale sia la dinamica tendenziale del fatturato.

L’analisi di dettaglio dell’indice trimestrale del fatturato (base 2015=100), al netto della componente stagionale, mostra pertanto un appiattimento sul valore precedente, ossia a quota 122,6.

La stagnazione della dinamica trimestrale si è riflessa sull’andamento tendenziale del fatturato, che registra una variazione nulla rispetto al primo trimestre dello scorso anno.

 

Le previsioni per il terzo trimestre 2025

Il quadro previsivo delle imprese brianzole del commercio per il terzo trimestre 2025, analizzato attraverso i saldi delle risposte (differenza tra ipotesi di aumento e di diminuzione), registra un peggioramento nei confronti del fatturato e un lieve recupero per gli ordini rivolti ai fornitori pur rimanendo ancora in un quadrante negativo, mentre sono stabili le stime sull’occupazione.

Con riferimento al fatturato, nonostante un lieve recupero, il saldo accentua ulteriormente il passaggio in territorio negativo, passando da -12,2% a -13,9%.

L’approfondimento di analisi evidenzia che più di un terzo delle imprese si orienta verso un’ulteriore flessione per il successivo trimestre, l’aumento è stimato solo dal 20% circa delle imprese e la stabilità è indicata da oltre il 46%.

Per gli ordini rivolti ai fornitori, si osserva un lieve miglioramento del saldo rispetto alla precedente rilevazione (da -21,2% a -19,8%), con un arretramento stimato dal 36% circa delle imprese e dove la stabilità è prevista dal 48,5% delle imprese e l’aumento solo dal 15,8% degli operatori.

Relativamente all’occupazione, si osserva un quadro previsivo dove la stabilità delle aspettative è condivisa dall’82% delle imprese,  con un saldo complessivo nullo.

 

 

I dati dell'indagine congiunturale, rivolta a un campione di imprese con 10 o più addetti, sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons.

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Indice del fatturato dei servizi

I servizi della provincia di Monza Brianza, dopo il rallentamento dei primi tre mesi dell’anno, evidenziano nel secondo trimestre 2025 una ripresa del percorso di crescita del fatturato che si manifesta sia su base congiunturale sia su scala tendenziale.

Al netto della stagionalità, l’indice del fatturato (base 2015=100) ha raggiunto un nuovo punto di massimo storico posizionandosi a 142,5 (141,8 nel primo trimestre 2025).

La ripresa osservata nel trimestre si è riflessa positivamente sulla dinamica, mostrando una crescita consistente del fatturato rispetto al secondo trimestre dello scorso anno (+1,7%), anche se inferiore di un punto percentuale a quanto ottenuto nel primo trimestre.

L’analisi dettagliata della dinamica del fatturato dei servizi della Brianza, effettuata attraverso l’approfondimento delle aree di crescita e di diminuzione rispetto al secondo trimestre 2024, evidenzia una riduzione del differenziale tra le due aree rispetto a quanto registrato nella precedente rilevazione.

Nello specifico, si è osservato un ridimensionamento dell’area di crescita (dal 42,5% al 38,6%) a vantaggio della quota di imprese del terziario che dichiarano stabilità del volume d’affari, ora al 31,8% (28% nel primo trimestre 2025), mentre è invariata l’area complessiva di decrescita del fatturato, che coinvolge il 29,5% degli operatori dei servizi della Brianza.

 

Settori

Il secondo trimestre 2025 ha registrato una significativa differenziazione delle dinamiche tra i settori che compongono i servizi della provincia di Monza e Brianza.

Il comparto dei servizi alle imprese ha continuato  a svolgere un ruolo di traino per la dinamica del terziario brianzolo, oltre a garantire e a sostenere in misura determinante la crescita complessiva dei servizi a livello provinciale.

L’incremento su base annua del fatturato registrato dal comparto (+4,1%) ha, inoltre, evidenziato una dinamica espansiva più intensa rispetto all’analogo settore in Lombardia (+2,2%).

Tra i segmenti in crescita si segnalano, inoltre, i sevizi alle persone. L’incremento riscontrato, sia a livello locale (+2,8%) sia in ambito regionale, dove la dinamica di crescita è più intensa (+5,6%), recupera la fase negativa che aveva caratterizzato il settore in entrambi i territori  nei primi tre mesi del 2025.

Passando all’analisi degli altri comparti, nel secondo trimestre 2025 le imprese della ristorazione e dell’ospitalità alberghiera hanno registrato una significativa flessione del volume d’affari (-3,1%), che si pone  in controtendenza rispetto all’aumento ottenuto in Lombardia (+2,3%).

In relazione al commercio all’ingrosso, la battuta d’arresto evidenziata in ambito locale (-1,3%) si colloca in un contesto di stagnazione che caratterizza il settore nel contesto regionale.

 

Le previsioni per il terzo trimestre 2025

Le aspettative delle imprese dei servizi della provincia di Monza Brianza per il terzo trimestre 2025, analizzate attraverso i saldi delle risposte (differenza tra ipotesi di aumento e di diminuzione), registrano un ulteriore peggioramento sia per il fatturato sia per l’occupazione.

Con riferimento al fatturato, il quadro dettagliato delle previsioni per il terzo trimestre 2025  evidenzia una transizione dal saldo neutro della precedente rilevazione a uno decisamente negativo (-11,4%), determinato dalla prevalenza della quota di imprese con stime di diminuzione (23,5%) rispetto alla frazione con previsioni di crescita (12,1%), in un contesto dove la stabilità del fatturato è attesa dal 64,4% dei rispondenti.

Nei confronti dell’occupazione, il peggioramento delle aspettative per il terzo trimestre 2025 (+0,8% contro +3,4% della precedente rilevazione) si relaziona al rafforzamento della quota di imprese posizionate nell’area di stabilità (da 76,5% a 80,6%) che origina dalla riduzione sia della frazione di imprese collocate nel quadrante di crescita (da 13,4% a 10,1%) sia dalla quota di operatori con aspettative di diminuzione (da 10,1% a 9,3%).

 

I dati dell'indagine congiunturale, rivolta a un campione di imprese con 10 o più addetti, sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons.

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Trimestre
Secondo
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2025

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Indice della produzione industriale

Nel secondo trimestre del 2025 l’artigianato manifatturiero brianzolo continua a denunciare una fase di difficoltà, registrando una dinamica negativa della produzione più accentuata rispetto al trimestre passato. A confronto con lo stesso trimestre dello scorso anno, la produzione segna una flessione piuttosto sensibile pari al 2,3%. Risultano in terreno negativo anche la dinamica di fatturato e ordini. Peggiorano contestualmente le aspettative degli operatori sull’immediato futuro.

Nel grafico si osserva la crescita della produzione dell’artigianato manifatturiero brianzolo successiva alla pandemia, registrando un ritmo di crescita sostenuto per il 2021 e 2022. Tra 2023 e 2024 si verifica invece un progressivo rallentamento della crescita, fino alle variazioni negative dei primi due trimestri del 2025.

Il numero indice della produzione (espresso con base 2015 pari a 100) scende a quota 122,3 nel trimestre in esame, un livello produttivo che si riavvicina a quanto raggiunto a fine 2023.

 

Analisi congiunturale

La dinamica congiunturale dell’artigianato brianzolo registra un sensibile calo della produzione (-0,7%, dato destagionalizzato), contrapposto a una leggera crescita osservata a livello regionale (+0,2%).

Il dato del fatturato segna una dinamica del tutto analoga rispetto a quella della produzione in provincia si riscontra un calo dello 0,7% mentre in Lombardia la variazione è lievemente positiva (+0,1%).

Le vendite sui mercati esteri incidono sul fatturato dell’artigianato manifatturiero brianzolo nel trimestre per il 6% di quello complessivo, al di sotto della media regionale, pari al 6,8%.

La dinamica degli ordini segna il dato peggiore, annullando la crescita osservata nel primo trimestre dell’anno. Gli ordini acquisiti dall’artigianato brianzolo calano infatti in tre mesi dell’1,4% contro una sostanziale stabilità a livello lombardo.

 

Analisi tendenziale

Su base tendenziale, quindi a confronto con il secondo trimestre del 2024, l’artigianato manifatturiero brianzolo registra una flessione significativa di tutti e tre gli indicatori. A livello regionale si mantiene invece una dinamica di crescita, per quanto molto contenuta.

La produzione industriale dell’artigianato brianzolo si riduce su base annua del 2,3%, all’opposto – a livello lombardo – si osserva un incremento, per quanto limitato allo 0,3%.

Registra un forte calo anche il fatturato, che fino allo scorso trimestre presentava ancora una dinamica di crescita. In provincia si registra una riduzione tendenziale del 2,1%, in contrasto con il +0,4% lombardo.

Un quadro analogo riguarda il dato della dinamica del portafoglio ordini, che in Brianza registra un calo del 2,8% a confronto con il secondo trimestre del 2024, mentre in regione la variazione è quasi nulla (+0,1%).

 

Previsioni per il terzo trimestre 2025

Le aspettative degli imprenditori dell’artigianato manifatturiero brianzolo sono complessivamente negative anche in questo trimestre, registrando peraltro un leggero peggioramento rispetto alla scorsa rilevazione.

I giudizi sulla produzione evidenziano una quota minima di aspettative di crescita, pari al 7,3% solamente degli intervistati. Il saldo tra giudizi ottimisti e pessimisti risulta in negativo di 27,5 percentuali, il dato peggiore registrato dal 2021 ad oggi.

Sono piuttosto simili le aspettative riguardo alla domanda interna. Solamente il 4,6% degli operatori intervistati si aspetta una crescita della domanda a fronte di un 34,9% che ritiene più probabile un calo.

Le stime sull’occupazione rimangono improntate – come di consueto – alla stabilità: circa l’86% degli operatori non si immagina variazioni; tra i rimanenti si osserva però una prevalenza di aspettative di riduzione.

 

 

I dati dell'indagine congiunturale, rivolta a un campione di imprese con 10 o più addetti, sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons.

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Trimestre
Secondo
Anno
2025

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Indice della produzione industriale

L’industria manifatturiera brianzola nel secondo trimestre del 2025 registra un significativo calo della produzione, sia su base congiunturale sia tendenziale, interrompendo una fase relativamente lunga di stabilità dei livelli produttivi.

Si riduce contestualmente anche il fatturato dell’industria brianzola, mentre la dinamica degli ordini segna una tenuta migliore. Riguardo al mercato del lavoro si osserva un discreto ricorso alla CIG, in linea con le ultime rilevazioni e un lieve saldo negativo tra entrate e uscite di addetti. Sono infine in prevalenza negative anche le aspettative degli imprenditori sul futuro immediato, registrando un peggioramento sul trimestre precedente.

Nel grafico si osserva il rallentamento della crescita tendenziale della produzione industriale brianzola a partire dal 2022, culminato in due trimestri consecutivi di segno negativo tra fine 2023 e inizio 2024; la fase di crescita quasi nulla si interrompe infine proprio con il secondo trimestre 2025. Il numero indice della produzione industriale (calcolato ponendo pari a 100 il 2015 come anno di riferimento) risulta a quota 118,3 nel trimestre in esame.

 

Analisi congiunturale

A livello congiunturale, quindi a confronto con il primo trimestre del 2025, l’industria brianzola presenta un quadro complessivamente negativo, in particolare per quanto riguarda produzione e fatturato, in contrasto con la crescita che si registra in regione.

La produzione industriale su base congiunturale mostra un calo importante dell’1,4% (dato destagionalizzato), mentre il manifatturiero lombardo conferma un dato di crescita in linea con quello del primo trimestre dell’anno (+0,4%).

Il fatturato dell’industria brianzola presenta un calo congiunturale dello 0,7% in linea con la flessione del periodo precedente, registrando riduzioni sia per le vendite in Italia che all’estero. La quota di fatturato realizzata all’estero dalle imprese manifatturiere brianzole risulta del 35,9%, quasi invariata rispetto a tre mesi fa, rimanendo al di sotto della media lombarda (38,5%).

Segnali più confortanti per l’immediato futuro arrivano invece dalla dinamica degli ordini, per cui si registra una buona progressione di quelli esteri (+1,4%), che compensa il calo di quelli interni (-0,3%). In Lombardia si osserva una crescita, ma più contenuta: pari al 0,5% sia per il mercato nazionale che per l’estero.

 

Analisi tendenziale

La dinamica tendenziale, a confronto quindi con il secondo trimestre del 2024, registra un quadro complessivamente negativo, in netto contrasto con quanto si verifica a livello regionale. Il divario maggiore tra i livelli territoriali si riscontra riguardo la produzione, in calo annuo del 5,2% a Monza, contro un incremento dello 0,6% in regione.

Per il fatturato si nota una maggiore tenuta, il dato è comunque decisamente negativo rispetto allo stesso periodo del 2024 per l’industria brianzola (-1,8%), contro una discreta crescita a livello regionale (+1,4%). In provincia si osservano poche differenze tra l’andamento delle vendite realizzate all’estero (-2,1%) e quelle in Italia (-1,7%), a livello lombardo invece si registra una crescita guidata soprattutto dalla componente estera (+2,4%).

Positivo il dato relativo agli ordini provenienti dall’estero, cresciuti per l’industria brianzola del 4,1% su base annua; la variazione complessiva degli ordini risulta però negativa (-0,3%) per effetto di un calo della domanda interna (-2,8%). Il manifatturiero lombardo presenta invece nel complesso una crescita degli ordini (+1,5%) grazie in particolare ai mercati esteri (+2,2%).

 

Mercato del lavoro

Gli indicatori dell’indagine congiunturale relativi al mercato del lavoro dell’industria brianzola registrano un ricorso alla cassa integrazione guadagni in linea con gli ultimi trimestri e un saldo negativo tra entrate e uscite di lavoratori.

Nel trimestre in esame si osserva un valore relativamente basso del tasso di ingresso sul mercato del lavoro (1,6%), registrando di conseguenza una variazione negativa degli addetti (-0,2%), mentre come si osserva dal grafico negli anni più recenti si era sempre osservata una crescita degli addetti in questo periodo dell’anno.

La quota di imprese che dichiara di avere fatto ricorso alla CIG sale leggermente dal 9% dello scorso trimestre all’11,4% attuale, rimanendo al di sopra dei valori registrati negli ultimi tre anni, come si può osservare dal grafico. Scende leggermente invece l’utilizzo della CIG in termini percentuali sul monte ore lavorate, passando dall’1,9% all’1,4%.

 

Previsioni per il terzo trimestre 2025

Il clima di fiducia degli imprenditori brianzoli è in peggioramento rispetto a quanto osservato nella scorsa rilevazione, risentendo probabilmente della fase congiunturale di segno negativo.

Le aspettative sulla produzione registrano una quota di ottimisti del 16,8%, in linea con il dato dello scorso trimestre; aumentano però contestualmente i pessimisti, pari al 24,8%, per un saldo negativo quindi di 8 punti percentuali. Le aspettative sull’occupazione, come nel trimestre passato, mantengono una minima prevalenza di giudizi ottimisti, pur in presenza di una quota molto elevata di indicazioni di stabilità, pari all’86,8%.

I giudizi sulla domanda interna ed estera sono entrambi in prevalenza negativi e in peggioramento, con una tenuta relativamente migliore per la domanda estera. Per la domanda interna si registra in particolare una quota piuttosto elevata di aspettative di calo (30,1%) per un saldo negativo di 15,9 punti percentuali, mentre per la domanda estera il saldo è leggermente migliore (-9,5 punti percentuali).

 

 

I dati dell'indagine congiunturale, rivolta a un campione di imprese con 10 o più addetti, sono rilasciati da Unioncamere Lombardia con licenza Creative Commons.

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Trimestre
Primo
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2025

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Settori

Nel primo trimestre del 2025 l’export delle imprese brianzole vale complessivamente 3,7 miliardi di euro, registrando una robusta crescita dell’8,3% rispetto allo stesso periodo del 2024.

Il principale comparto per l’export nel trimestre è costituito dalla farmaceutica, 706 milioni di euro di merci dirette all’estero, equivalenti al 18,9% del totale provinciale. Poco al di sotto dei 700 milioni si collocano i prodotti in metallo, quindi i macchinari a 467 milioni e la chimica, poco distante con 457 milioni; i primi tre comparti valgono esattamente il 50% dell’export provinciale, che sale al 62,2% se si aggiunge anche la chimica.

La graduatoria prosegue con l’elettronica che vale 369 milioni, quindi la voce residuale delle altre attività manifatturiere (272 milioni) – al cui interno troviamo la produzione di mobili (236 milioni) – seguita dalla gomma-plastica con 210 milioni e infine dall’abbigliamento, che supera la soglia dei 150 milioni.

Nei primi tre mesi del 2025 le importazioni di merci delle imprese brianzole valgono 3,6 miliardi di euro, in forte crescita (+28,9%) rispetto allo stesso periodo del 2024.

La scomposizione per settore di attività evidenzia la farmaceutica come primo comparto per valore, poco meno di 980 milioni di euro, che equivalgono al 27% del totale provinciale. Seguono al di sotto dei 500 milioni i prodotti in metallo (492 milioni) e la chimica (quasi 470 milioni), che insieme alla farmaceutica superano il 50% dell’import provinciale.

Proseguendo con la graduatoria osserviamo i macchinari, poco al di sotto dei 320 milioni. Tre comparti si collocano tra i 200 e i 300 milioni, in ordine decrescente si tratta di elettronica (266 milioni), abbigliamento (247 milioni) e apparecchi elettrici (209 milioni).

Rispetto al primo trimestre 2024 le esportazioni della provincia di Monza Brianza crescono dell’8,3%, un aumento di poco inferiore ai 290 milioni di euro in valori assoluti.

La crescita è dovuta in realtà soprattutto a un solo comparto, quello della farmaceutica, che registra valori più che doppi rispetto allo scorso anno, oltre 360 milioni di euro in più nel trimestre.

Segna una variazione positiva anche il secondo comparto per dimensione, ovvero i prodotti in metallo (+5,8%), e alcuni segmenti minori quali l’abbigliamento (+21,3%) e i mezzi di trasporto (+23,5%).

Tra i settori in calo, si osservano in particolare le flessioni che riguardano elettronica (-15,9%), chimica (-9,7%) e macchinari (-7,3%) insieme a segmenti meno rilevanti per volumi di scambio quali gomma-plastica (-8,1%) e alimentare (-7,3%).

L’import della Brianza cresce rispetto allo scorso anno del 28,9% (pari a +812 milioni di euro), un incremento molto più rilevante di quello dell’export, che si ferma a un +8,3%.

Come per l’export, la farmaceutica è il comparto con maggiore impatto sulla crescita delle importazioni brianzole, quasi raddoppiate rispetto ai 493 milioni di euro di merci in entrata nello stesso periodo del 2024.

Positivi i flussi di tutti gli altri comparti manifatturieri, con la sola eccezione dell’elettronica, che registra un calo del 12,4%. I segmenti maggiori crescono oltre il 10%, in particolare i prodotti in metallo aumentano del 21,4% e la chimica del 19,3%; molto più contenuta invece la crescita dell’import di macchinari (+0,8%).

 

 

Aree geoeconomiche globali

A livello geografico, nei primi tre mesi del 2025 il 68% dell’export brianzolo si dirige verso Paesi europei: un ammontare di 2,5 miliardi di euro, di cui 1,9 miliardi riguardano Paesi dell’Unione Europea e poco più di 600 milioni sono destinati invece a Paesi europei extra-UE. Tra questi ultimi è particolarmente importante la Svizzera, meta di 350 milioni di euro di export dalla Brianza, seguita a grande distanza dal Regno Unito, con circa 105 milioni.

Il continente asiatico intercetta invece 731 milioni di euro di merci provenienti dalla Brianza, che corrispondono al 19,6% dell’export provinciale. La gran parte di questi flussi, pari a quasi 490 milioni, riguardano l’Asia Orientale, in particolare quasi 100 milioni interessano la Cina e altri 170 le quattro Tigri Asiatiche (con una netta prevalenza di Singapore che ne assorbe la metà).

L’export verso le Americhe vale circa 365 milioni di euro, di cui 250 riguardano i soli Stati Uniti. L’export americano corrisponde quasi esattamente alla metà di quello verso l’Asia, ovvero poco meno del 10% del totale. Infine Africa e Oceania sono meta di quasi 100 milioni di euro di esportazioni, pari al 2,7% del totale provinciale.

Le importazioni brianzole di inizio 2025 provengono per il 73% da Paesi europei, per un valore di 2,6 miliardi di euro, di cui la maggior parte – pari a circa il 60% dell’import complessivo (2,2 miliardi) – proviene da Paesi membri dell’Unione Europea. I restanti 464 milioni arrivano invece da Paesi europei non UE, in gran parte dalla Svizzera (346 milioni).

Gli approvvigionamenti di merci delle imprese brianzole al di fuori dell’Europa riguardano principalmente il continente asiatico, si tratta di 708 milioni di euro (il 19,6% del totale, quota identica a quella dell’export); la Cina è il mercato singolo più importante, con 300 milioni. Dal continente americano provengono 249 milioni di euro di merci, il 6,9% dell’import complessivo, la gran parte delle quali (220 milioni) dagli Stati Uniti.

La dinamica dell’export della Brianza per area geografica evidenzia una crescita dovuta quasi esclusivamente ai mercati europei. L’export verso l’Europa aumenta infatti del 14,1% in un anno (oltre 300 milioni di incremento), in particolare del 17,7% verso i mercati UE e del 3,9% verso i Paesi extra-UE; tra questi ultimi si osserva comunque una discreta progressione per i flussi diretti in Svizzera (+6,7%).

Le esportazioni brianzole verso il continente asiatico crescono solamente dello 0,7% rispetto al primo trimestre del 2024. La robusta crescita del Medio Oriente (+27,5% in un anno) non riesce infatti a compensare il -6,9% dell’Asia Orientale. Segnano un’importante riduzione sia il mercato cinese (-9,1%) sia le quattro Tigri Asiatiche (-27%), dove si riducono i flussi che riguardano Singapore e Hong Kong; in controtendenza il mercato giapponese, per il quale si osservano flussi più che raddoppiati.

Si nota infine una riduzione (-1,4%) dei flussi che interessano le Americhe, dove la crescita del mercato degli Stati Uniti (+1,4%) viene assorbita da un rilevante calo dei Paesi dell’America centro-meridionale (-20,1%).

La dinamica dell’import della Brianza registra una crescita molto sostenuta per quanto riguarda tutte le principali direttrici geografiche. Aumentano quindi di oltre il 20% annuo le merci in arrivo da Europa (+24,3%), America (+31,1%) e Asia (+49,6%). Riguardo l’Europa si osserva una dinamica sostenuta sia per le merci arrivate dai Paesi UE (+25,9%) sia dai mercati europei extra-UE (+17,1%).

L’Asia segna una robusta crescita in tutte le sue macro-aree: raddoppiano i flussi dal Medio Oriente, a cui si aggiunge un aumento del 47% dall’Asia Centrale e del 48,7% da quella Orientale. Cresce in particolare del 46,4% l’import dalla Cina, mentre alcuni mercati dell’Estremo Oriente risultano in controtendenza, il più rilevante dei quali è la Corea del Sud (-18%).

Dall’America infine si registra un incremento dell’import di circa un terzo rispetto allo stesso periodo del 2024, che significa 59 milioni di euro di merci in arrivo in più, principalmente dagli Stati Uniti.

 

 

Dettaglio europeo

Nel primo trimestre 2025 i Paesi Bassi scalzano la Germania quale principale destinazione dell’export delle imprese brianzole all’interno dei Paesi dell’Unione Europea, per un ammontare di 396 milioni di euro di merci esportate, che equivalgono al 20,5% del totale diretto in UE.

La Germania è il secondo Paese di destinazione, poco sotto i 390 milioni, più distante la Francia a quota 277 milioni; in tutto questi tre mercati valgono oltre la metà dell’export brianzolo in UE e il 28,4% dell’export provinciale complessivo.

Molto più a distanza si collocano Belgio e Spagna, gli unici altri due mercati UE, meta di oltre 100 milioni di export nel trimestre, mentre la Polonia si colloca poco al di sotto (95 milioni).

Anche dal lato dell’import, i Paesi Bassi risultano il primo partner commerciale delle imprese brianzole in Europa, con un ammontare di 560 milioni di euro di merci in arrivo nei primi tre mesi dell’anno, pari al 25,7% dei flussi complessivi relativi alla UE.

La Germania occupa la seconda posizione della graduatoria e rileva per 485 milioni di euro di merci in arrivo nei primi tre mesi del 2025.

Di fatto, poco meno della metà dell’import brianzolo di arrivo dall’UE proviene da questi due soli mercati.

L’Irlanda è in terza posizione, per un valore di 245 milioni di euro; a seguire, la Francia che non raggiunge i 200 milioni. Altri due mercati superano la soglia dei 100 milioni di euro di merci importate dalla Brianza in tre mesi, si tratta di Belgio (148 milioni) e Spagna (118 milioni).

L’export brianzolo in UE osserva un robusto incremento annuo del 17,7%. Come è evidente dal grafico la crescita è in realtà concentrata in pochi mercati – tre in particolare – per i quali si osservano flussi più che raddoppiati, in particolare Paesi Bassi (+187%), Belgio (+234,9%) e Croazia (+146,9%).

Risultano invece in calo i flussi che riguardano la maggior parte degli altri mercati, in modo particolare quelli più importanti. Germania e Francia registrano flessioni simili in termini percentuali (-7,9% e -7,6% rispettivamente), mentre è di poco peggiore la performance di Spagna (-9%) e Polonia (-11,7%).

Le importazioni brianzole dai Paesi membri dell’Unione Europea crescono in un anno del 25,9%. Come per l’import, si tratta di una dinamica di crescita influenzata da pochi mercati: in primo luogo Paesi Bassi (+98,2%) e Irlanda (+83,2%), poi – in misura minore per i volumi coinvolti – Svezia (+47%) e Danimarca (+72,7%).

Sono in crescita i flussi provenienti dalla maggior parte degli altri Paesi partner della UE, anche se a velocità molto inferiori, crescono in particolare del 3,3% le merci in arrivo dalla Germania e attorno al 10% quelle da Belgio e Spagna. Tra i pochi mercati in calo, la Francia risulta il più importante (-15,1%).