Per quanto riguarda la distribuzione geografica dell’export brianzolo, nella prima metà del 2025 il 68,1% si dirige verso Paesi europei, poco meno di 5,2 miliardi di euro, di cui 3,8 riguardano Paesi dell’Unione Europea e quasi 1,4 interessano invece Paesi europei extra-UE. Tra questi ultimi, il più rilevante si conferma la Svizzera, meta di 836 milioni di euro di export dalla Brianza, seguita a grande distanza dal Regno Unito, che supera di poco i 200 milioni.
Il continente asiatico intercetta invece 1,4 miliardi di euro di esportazioni della Brianza, pari al 18,4% dei flussi in uscita dalla provincia. La gran parte di questi flussi, pari a circa 950 milioni, riguardano l’Asia Orientale: in particolare 214 milioni sono diretti in Cina e quasi 370 verso le quattro Tigri Asiatiche (con una netta prevalenza di Singapore che ne assorbe la metà).
L’export verso le Americhe vale poco più di 810 milioni di euro, di cui 576 riguardano i soli Stati Uniti. Nel complesso, il continente americano incide per il 10,7% delle esportazioni provinciali. Africa e Oceania sono infine meta di 216 milioni di euro di esportazioni, pari al 2,8% del totale provinciale.
Le merci importate dalla Brianza nei primi sei mesi del 2025 provengono per il 73,7% da Paesi europei, per un valore di 5,2 miliardi di euro, di cui la maggior parte – pari a circa il 60% dell’import complessivo – riguarda Paesi membri dell’Unione Europea (4,3 miliardi). Dei restanti 925 milioni che arrivano da Paesi europei non UE, la Svizzera è il partner più importante (quasi 695 milioni).
Al di fuori dell’Europa, gli approvvigionamenti di merci delle imprese brianzole riguardano principalmente il continente asiatico: in cifre 1,3 miliardi di euro di merci (il 18,6% del totale, quota analoga a quella dell’export); la Cina è il mercato singolo più importante, con 594 milioni. Dal continente americano provengono poco più di 500 milioni di euro di merci, il 7,2% dell’import complessivo, la gran parte delle quali (460 milioni) arriva dagli Stati Uniti.
La dinamica per area geografica dell’export della Brianza evidenzia una crescita dovuta quasi esclusivamente ai mercati europei. L’export verso l’Europa aumenta infatti dell’11% in un anno (514 milioni di incremento), con una buona performance che riguarda sia i mercati UE (+9,7%) sia i Paesi europei extra-UE (+15%); tra questi ultimi, la crescita è imputabile pressoché unicamente alla Svizzera (+24%), mentre sono in diminuzione gli altri mercati.
Registrano un sensibile calo le esportazioni brianzole verso l’Asia (-15,3%): oltre 250 milioni di euro in meno rispetto allo stesso periodo del 2024. Segnano una piccola crescita i Paesi del Medio Oriente (+3,2% in un anno), mentre si riducono l’Asia Centrale (-1,7%) e, ancor più, quella Orientale (-21,6%). Un calo di ridotta entità riguarda il mercato cinese (-2,6%) e soprattutto le quattro Tigri Asiatiche (-39,7%), in particolare sono quasi dimezzati i flussi di merci verso Singapore; in controtendenza il mercato giapponese, che registra una crescita importante (+63,7%).
Il continente americano evidenzia una minima variazione di segno negativo dell’export brianzolo (-0,3%), per effetto di una riduzione delle esportazioni che interessano l’America centro-meridionale (-14,2%), mentre crescono i flussi verso la parte settentrionale del continente (+4,6%).
La dinamica dell’import della Brianza registra una crescita molto sostenuta per quanto riguarda tutte le principali direttrici geografiche. Si osservano variazioni positive rilevanti per le merci in arrivo da Europa (+22,9%), America (+27,7%) e Asia (+17%). In Europa la dinamica positiva riguarda sia i Paesi dell’Unione Europea (+23,5%) sia i restanti mercati (+20,1%).
L’Asia segna una robusta crescita in tutte le sue macro-aree; in termini percentuali si tratta di un incremento del 48,4% dal Medio Oriente, del 23,2% dall’Asia Centrale e del 16% da quella Orientale. Un ottimo risultato arriva anche dalla Cina (+19,8%), mentre alcuni mercati dell’Estremo Oriente risultano in controtendenza, il più rilevante dei quali è la Corea del Sud (-13,3%).
Per quanto riguarda l’America infine, la crescita annua delle importazioni si deve soprattutto all’aumento dei flussi che coinvolgono gli Stati Uniti (+30,5%), mentre risulta piuttosto contenuta la dinamica della parte centro-meridionale del continente (+1,6%).